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Il confine ultimo della scienza: la distruzione del pianeta per produrre “energia pulita”…

Comincia la criminalizzazione del metano e la promozione dell’idrogeno. Le direttive CE prevedono che entro 15 anni non si potranno più installare caldaie a metano. Durante la trasmissione in basso segnalata è stato detto che: il metano presente in atmosfera deriva 1) dall’industria energetica (petrolio e gas) e 2) dall’allevamento industriale e dai rifiuti. (Quindi NON dal suo uso domestico o nei trasporti).

1) possibile che questo metano liberato non si possa recuperare invece, come fanno a volte adesso, di bruciarlo? (Il gas combusto genera una fiamma sopra le torri petrolifere. Tale pratica è frequentemente utilizzata negli impianti industriali petroliferi, chimici e di gas naturale, nonché nei siti di produzione di petrolio o di gas naturale che hanno pozzi di petrolio, pozzi di gas naturale, impianti di perforazione offshore.)
2)Dato che noi usiamo il metano per usi domestici (riscaldamento , cottura dei cibi, acqua calda) e per l’autotrazione, non sarebbe stato il caso di spiegare quali sono i composti che residuano dalla combustione del metano per questi usi e che ruolo hanno nel riscaldamento globale (che, a quanto detto nel servizio, è comunque minore di quello del metano?)

Gli allevamenti intensivi sono essi responsabili di buona parte della liberazione del metano, ma allora, non sarebbe il caso di incentivare la realizzazione di impianti di produzione di biogas (metano) da recuperare per il suo successivo utilizzo? Anche collegati alle discariche o impianti di gestione dei rifiuti? Oltre che favorire la diminuzione dell’allevamento e della produzione dei rifiuti?
Prima di cantare vittoria per la scoperta di idrogeno naturale, e già pare che sia progettando il suo sfruttamento, siamo sicuri che sia stato studiato per bene l’impatto sull’ambiente della sua estrazione (o della sua produzione) e quello del suo utilizzo? Siamo sicuri che sia così pulito? Cosa viene rilasciato nell’ambiente dal suo utilizzo? Anche il metano si diceva che fosse ecologico (ed io lo credo ancora). Quanto costerà in termini energetici, e di materie prime, la produzione di nuove caldaie, nuove automobili, ecc. ?

L’energia più pulita è quella che non viene prodotta…

Caterina Regazzi

Mio commentino.
Ringrazio Caterina Regazzi per aver scoperchiato il vaso di Pandora relativo alla produzione energetica definita “pulita” ma pregna di conseguenze controproducenti. Nella trasmissione su Rai Tre segnalata in calce si parla del “Metano che ci ha preso la mano”, un modo per dire che non conviene usarlo, per poi promuovere forme alternative di produzione energetica d’avanguardia, come l’energia “pulita” dell’idrogeno, ma produrre idrogeno costa assai e potrebbe creare più guai di quanti si propone di risolvere. Correntemente, la produzione dell’idrogeno avviene per il 48% da gas naturale, per il 30% dal petrolio (sottoprodotto della distillazione e reforming del gasolio), per il 18% dal carbone; l’elettrolisi dell’acqua viene impiegata per produrre soltanto il 4% dell’H2. Ma il servizio dabbasso segnalato di Rai Tre Scienza ci informa che sono state scoperte in Mongolia delle anctichissime rocce sotterranee che contengono, oltre a metano antico, anche idrogeno già formato. Attenzione però bisogna scavare a fondo per raccogliere il materiale desiderato ed inoltre -nota bene- la Mongolia si trova proprio in mezzo tra Cina e Russia e quindi occorre che questi due Paesi siano consezienti alla ricerca mineraria occidentale, insomma debbono essere “controllati” e remissivi. Quindi si profila una nuova ragione “ecologico-utilitaristica” per abbattere le dittature aisatiche che impediscono il libero uso delle risorse energetiche utili all’Occidente ed al libero sfruttamento sistematico del Pianeta.

Paolo D’Arpini

Servizio connesso: “Il metano ci ha preso la mano”. Il metano in Mongolia c’è, e ce n’è più del previsto. Ma in questo caso non è una cattiva notizia: si tratta di metano antico misto a idrogeno e potrebbe portare le tracce dell’origine della vita. Alberto Vitale Brovarone, geologo all’Università di Bologna a capo del progetto ERC DeepSeep, è tornato dalla Mongolia. La missione sul campo è servita a prelevare campioni che contengono anche idrogeno e potrebbero spiegare reazioni chimiche del tempo profondo. Il metano di oggi però è tra i gas climalteranti che più impattano sulla crisi climatica: per arginarne le emissioni è fondamentale misurarle e individuare tutte le fonti. Lo farà MethaneSAT, il satellite di Environmental Defense Fund (EDF) Europe, che oltre a raccogliere dati con precisione senza precedenti li renderà disponibili online. Ci racconta tutto Flavia Sollazzo, direttrice senior per l’Europa per la transizione energetica di EDF. Al microfono Marco Motta: https://www.raiplaysound.it/audio/2024/03/Radio3-Scienza-del-13032024-f35c68e8-f1e3-4d49-9268-44b5938f8ff8.html?fbclid=IwAR2lbLYNJ_yjEZbu73IRXWYwsJXjR6ZioIa60fiA_HYmLh1yHaKPn8ytmNM

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La memoria del territorio, “primavera democratica”, Iran: regime change, la nascita del computer, sulla percezione e sull’anima…

Il Giornaletto di Saul del 2 dicembre 2022 – La memoria del territorio, “primavera democratica”, Iran: regime change, la nascita del computer, sulla percezione e sull’anima…

Care, cari, a rischio il completamento della Carta Geologica d’Italia… É il grido d’allarme lanciato dall’ISPRA in occasione dell’incontro “La memoria del territorio a garanzia del futuro: il Progetto CARG” (Salviamo il Paesaggio) – Continua: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2022/12/ischia-lisola-che-frana.html

Belzebub: “Se non son polacchi non li vogliamo” – Di fronte a un video del genere,
https://t.me/voenkorKotenok/43081, il Cristo in croce guareschiano avrebbe detto: “Don Camillo… non sei contento che oltre a scaldare i cuori, scaldo anche i corpi?” Soldati polacchi gettano nel fuoco un evangelo ortodosso, dopo averlo ben esibito davanti al telefonino che immortala la scena. Della serie: farete tutti questa fine…”

Intanto in Polonia non sanno più dove seppellire i loro 5.000 mercenari Nato già morti in Ukraina per prendersi “la parte di Ukraina che ci spetta”, prima che si giunga ad un qualche accordo o tregua che li tagli fuori. Per i polacchi la pace sarebbe un guaio, ora: meglio farsi arrivare in testa qualche altro missile ukraino e allargare i cimiteri. Viva la Nato strumento di “pace”.

Intanto in Italia gli alleati non si tirano indietro nell’aiutare la distruzione dell’Ukraina: Sempre più armi. In Parlamento tutti d’accordo, da Meloni a Fratoianni. Ma quale opposizione, siamo tutti con la Nato, no? Guerra alla Russia e via. Cinquecento milioni di euro in armi a Kiev, finora. Per la pace e la democrazia. Il resto è gossip, è Soumahoro.

Eterna “primavera democratica”? – Scrive Kit Klarenberg: “Da quando a metà settembre in Iran sono scoppiate rivolte sostenute dall’estero, i notiziari occidentali hanno frequentemente richiamato l’attenzione sul ruolo di Psiphon, un’applicazione gratuita e open-source che consente agli utenti di aggirare le restrizioni sui siti web, aiutando i sobillatori ad organizzare e coordinare le loro attività e ad inviare e ricevere messaggi da e verso il mondo esterno…” – Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2022/12/eterna-primavera-democratica-ci-pensa.html

Nota – …nessuna fonte mainstream ad oggi ha riconosciuto le origini spettrali di Psiphon, per non parlare degli obiettivi maligni che persegue e degli scopi sinistri a cui può essere destinato dai suoi sponsor nella comunità dell’intelligence yankee.

Iran – Prove di Regime Change – Scrive Ron Paul Institute: “L’attacco del 17 novembre 2022 alla Pacific Zircon, una petroliera nel Golfo di Oman, di proprietà del miliardario israeliano Idan Ofer, arriva in un momento di crescenti tensioni nella regione, con Israele e Stati Uniti che hanno attribuito immediatamente la colpa all’Iran”. Inizia così un articolo di Gavin O’Reilly il quale spiega che l’attacco si è verificato mentre l’Iran è sconvolto dalle proteste contro le autorità…” – Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2022/12/iran-prove-di-regime-change.html

Nota – I recenti progressi dell’esercito iraniano rendono più difficile un intervento diretto degli Stati Uniti con il supporto più o meno dichiarato di Israele, perché Tel Aviv subirebbe spiacevoli conseguenze. Più probabile, se la spinta cresce, che inizi una vera e propria guerra civile (che di civile non ha nulla) in stile siriano, con i ranghi dei ribelli rafforzati da terroristi vari (agli agenti dell’Isis basta cambiare casacca).

Treia, 8 dicembre 2022. Lo scopo della Fierucola delle eccellenze bioregionali – Una comunità si mantiene viva e cresce, in coscienza sociale, quando al suo interno riesce a creare arte, cultura, manualità innovativa, produzione di cibo e di energia pulita, spiritualità, musica e poesia… – Continua: https://www.senzafine.info/2022/11/treia-8-dicembre-fierucola-delle.html

Confusione sull’identità di genere – Scrive J.C.: “Più di 150 scuole italiane hanno approvato un regolamento per chiamare gli studenti con un nome da loro scelto in base all’identità di genere “percepita”. Nelle scuole si sta diffondendo un caos ideologico che fa male ai giovani, perché fomenta stati di vera e propria confusione sulla loro sessualità…”

La nascita del computer – Scrive Vincenzo Brandi: “Il matematico inglese Alan Turing (1912-1954) è stato uno degli scienziati più influenti del secolo XX, considerato l’iniziatore dell’era dei computer e dell’Intelligenza Artificiale. Fu uno dei membri più importanti del gruppo che decifrò durante la Seconda Guerra Mondiale il codice Enigma usato dai Tedeschi per i messaggi cifrati e morì suicida nel 1954 a soli 41 anni dopo essere stato condannato da un tribunale britannico alla castrazione chimica per omosessualità, allora vietata nel Regno Unito…” – Continua: https://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2022/12/la-nascita-del-computer.html

La manina del diavolo – Scrive Olivier Turquet: “Intervista a dirigente comunista ucraino https://www.pressenza.com/it/2022/12/in-fuga-dal-regime-di-kiev-minacciato-di-morte-perche-comunista/ – La denuncia sulle azioni illegali del “democratico” governo Zelensky che approfitta dei russi per far fuori l’opposizione interna, come già più volte denunciato. L’Unione Europea muove una manina?”

“Sulla percezione e sull’anima”… – Scrive Giuseppe Moscatello: “Dagli studi anatomici sul sistema nervoso condotti da Marco Todeschini, si evince attraverso quale modalità l’anima immateriale, per mezzo dei cinque sensi, percepisca l’universo fenomenico. Todeschini descrive appunto come i sensi, composti da recettori di varia fattura (fotocellula, martelletti, corpuscoli del derma, ecc.), siano investiti da stimoli, (luminosi, sonori, ecc.), e generino una corrente continua che circola attraverso una coppia di nervi fino a raggiungere il telencefalo…” – Continua: https://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2017/06/sulla-percezione-e-sullanima-un.html

Ciao, Saul/Paolo

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Quando il pensiero umano si sovraccarica, si distorce. Se la speranza diminuisce, arrivano le malattie; se si riduce la fede, arrivano altre malattie; se si affievolisce l’amore, arrivano le peggiori malattie. Quando invece li intensificate le malattie scompaiono.” (Peter Dunov)

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Sul fondo del barile, ancora armi a zelensky, Treia: 8 dicembre 2022, la guerra degli aquiloni, chi o cosa è il “Guru” nella Spiritualità Laica?

Il Giornaletto di Saul del 23 novembre 2022 – Sul fondo del barile, ancora armi a zelensky, Treia: 8 dicembre 2022, la guerra degli aquiloni, chi o cosa è il “Guru” nella Spiritualità Laica?

Care, cari, “Sul fondo del barile – Crisi sociale e recupero del sé” è un libro che ha tre generi di lettori: chi trova conforto alle proprie posizioni; chi è in cerca del significato di apertura; chi indaga come svincolarsi dalle proprie chiusure. É dedicato alla possibilità energetica che molti di noi non sentono neppure più, in quanto sepolta sotto le macerie di idee materialiste, mortificata dal credo nel denaro e nella tecnologia, stuprata da una concezione dell’uomo ridotto a economia… (Lorenzo Merlo) – Continua: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2022/11/raschiando-il-fondo-del-barile.html

E te pareva… Biden e Bin pappa e ciccia – Scrive CNN: “Biden ha stabilito che al principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman deve essere concessa l’immunità nella causa intentata contro di lui da Hatice Cengiz, fidanzata del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi, torturato ed ucciso nel 2018 nel consolato di Riad a Istanbul…”

Armi italiane a zelensky – Meloni come e peggio di Draghi? – Il passaggio dal governo Draghi a quello Meloni è stato solo nominale. Per il resto, sia in tema di politiche economiche che di politica estera, non cambia nulla. Anzi, se possibile, cambia in peggio. Il ministro della Difesa Crosetto preannuncia la preparazione di un provvedimento che legittimi la prosecuzione dell’invio di armi in Ucraina in totale spregio del dettato costituzionale. Fino a quando proseguirà questa folle politica bellicista? – Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2022/11/armi-italiane-zelensky-meloni-come-e.html

Terremoto continuo nelle Marche – Il 21 novembre 2022 altra scossa sismica, di magnitudo 2.1, è stata registrata lungo la Costa Marchigiana a una profondità di 9 chilometri. E vai con le trivelle…”

Articolo collegato: https://www.politicamentecorretto.com/2022/11/11/terremoti-e-trivelle-serve-un-cambio-di-paradigma/

Roma. Assemblea – Scrive F.G.: “Vi aspettiamo il 26.11.2022 presso il Centro Congressi Frentani, Via dei Frentani, 4 – Roma, per l’Assemblea Nazionale di Ancora Italia. Info: assemblearoma.2022@libero.it”

Treia, 8 dicembre 2022. Fierucola delle Eccellenze Bioregionali. Espositori, finalità e programmi culturali – Lo scopo della “Fierucola delle Eccellenze Bioregionali” di Treia è quello di fornire un esempio di ecosostenibilità locale, favorendo lo sviluppo delle opportunità di lavoro creativo, in sintonia con il bioregionalismo, in chiave ambientale, antropologica e di economia solidale. Una comunità si mantiene viva e cresce, in coscienza sociale, quando al suo interno riesce a creare arte, cultura, manualità innovativa, produzione di cibo e di energia pulita, spiritualità, musica e poesia… Questo è anche il fine del vivere bioregionale…” – Continua: https://auser-treia.blogspot.com/2022/11/fierucola-delle-eccellenze-bioregionali.html

Greta: spegnete i camini, state inquinando… – Scrive Franco Battaglia: “Il Premio Nobel per la fisica, Ivar Giaever è il primo firmatario di una petizione di oltre 1200 scienziati (fisici, geofisici, astrofisici e geologi) che avvertono l’universo mondo che non v’è alcuna emergenza climatica. Ma l’universo mondo preferisce ascoltare Greta Thunbergh: è così che va l’universo mondo. Se cercate su Google “Ivar Giaever global warming” trovate il video di due memorabili conferenze del premio Nobel, una del 2012, l’altra del 2015. Quest’ultima trasmessa dallo Heartland Institute…”

La guerra degli aquiloni – Scrive Francesco dall’Aglio: “qualche dettaglio sulla fantasmagorica storia del missile nucleare russo che però non aveva la testata. In effetti, il 18 novembre 2022 la contraerea ucraina ha abbattuto un Kh-55, un missile impiegato (teoricamente, ovvio) come vettore per testate nucleari. La testata nucleare però non c’era né c’era qualsiasi altro tipo di testata, ma solo un blocco vuoto, cioè un simulatore che si usa durante l’addestramento. Comprensibilmente ci si è chiesto il motivo di questa ben strana configurazione. Le ipotesi proposte sono state…” – Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2022/11/la-guerra-degli-aquiloni-adesso-la.html

Qatar. I diritti umani negati – Scrive Alfonso Navarra: “Petizione sui morti del Qatar: https://www.petizioni.com/la_rai_prima_di_ogni_partita_dei_mondiali_informi_sui_diritti_negati_in_qatar - La RAI con un investimento di 200 milioni di soldi anche nostri trasmetterà tutte le partite dei mondiali di calcio in Qatar rendendosi complice di una manifestazione per la cui organizzazione sono stati sacrificati migliaia di lavoratori, perlopiù poveri immigrati…”

Chi o cosa è il “Guru” nella Spiritualità Laica? – Molto spesso parlando con amici del concetto di Spiritualità Laica mi son trovato a dover difendere quella che è la funzione del Guru in questo percorso. Solitamente, come spesso dichiarato dai due Kishnamurti (Jiddu e U.G.), esponenti di un filone “anti-religioso”, si intende che la ricerca spirituale debba essere indirizzata unicamente all’auto-conoscenza, intendendo che ciò che è fuori di noi è sicuramente anche dentro di noi, quindi non serve cercare all’esterno quel che abbiamo già all’interno. Ma c’è da dire che per le tendenze inveterate a rivolgersi verso l’esterno non siamo in grado di affondare nel Sé. Perciò sentiamo il bisogno di un aiuto, perlomeno un esempio – Continua con testo bilingue: https://bioregionalismo.blogspot.com/2020/12/who-or-what-is-guru-in-lay-spiritual.html

Ciao, Saul/Paolo

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Hui Neng ha detto che il vuoto somiglia allo spazio. Lo spazio contiene tutto (montagne, oceani, stelle, persone buone, persone cattive, piante, animali, tutto). E anche la mente è così…” (Alan Watts)

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Treia: fierucola bioregionale, trivelle e Meloni, sbadati al centro, la carne porta male, missile ucraino sulla Polonia, libertà dalle ideologie e dalla burocrazia…

Il Giornaletto di Saul del 17 novembre 2022 – Treia: fierucola bioregionale, trivelle e Meloni, sbadati al centro, la carne porta male, missile ucraino sulla Polonia, libertà dalle ideologie e dalla burocrazia…

Care, cari, lo scopo della Fierucola delle Eccellenze Bioregionali di Treia è quello di fornire un esempio di ecosostenibilità locale, favorendo lo sviluppo delle opportunità di lavoro creativo, in sintonia con il bioregionalismo, in chiave ambientale, antropologica e di economia solidale. Una comunità si mantiene viva e cresce, in coscienza sociale, quando al suo interno riesce a  creare arte, cultura, manualità innovativa, produzione di cibo e di energia pulita, spiritualità, musica e poesia… (Rete Bioregionale) – Continua: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2022/11/treia-fierucola-delle-eccellenze.html

Trivelle, terremoti e Meloni – Scrive Rete Ambientalista a integrazione dell’articolo https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2022/11/terremoti-e-trivelle-serve-un-cambio-di.html -: “…sono le trivelle il leitmotiv delle prime decisioni del governo Meloni, la quale peraltro al referendum del 2016 si schierò contro le perforazioni, assieme a oltre l’85% dei votanti. Se, con una bacchetta magica, estraessimo tutte le riserve di gas, sia quelle certe che quelle “probabili”, avremmo poco più di un anno di autonomia… (Rete Ambientalista) – Continua al link segnalato

Qatar. Oh cara… – Scrive Marco Palombo: “Fiorello ha pubblicizzato una sua trasmissione attaccando la rai che ha speso 200 milioni di euro per i diritti delle partite dei mondiali in Qatar, dove il calcio è inesistente, i diritti umani sono inesistenti, e sono morti moltissimi operai per costruire gli stadi, ma il vero scandalo è che il Qatar sia stato nel 2021 il primo cliente di armi italiane, un paese di pochissimi milioni di abitanti, e che il genio Draghi abbia messo in piedi una missione militare per garantire la sicurezza di questi campionati sportivi…”

Sbadati al centro… cercano la guerra perduta! – Scrive Antonio Castronovi: “La narrazione mediatica e politica ci raccontava, il 15 e 16 novembre 2022, di un attacco missilistico russo alla Polonia, evocando la spettro di una guerra ufficiale tra NATO e Russia che distruggerebbe definitivamente l’Europa. Letta e due esponenti liberal sedicenti di centrosinistra, Calenda e Renzie, sostengono le posizioni più oltranziste della NATO e del governo Zelensky. Ancora più guerrafondaie del governo Meloni…” – Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2022/11/sbadati-al-centro-cercano-la-guerra.html?sc=1668621807201#c6861823955376414336

Nota – Per ridare dignità politica e culturale alla storia europea, il pensiero e la politica di sinistra si devono sganciare dall’occidentalismo e dell’ideologia liberal anglosassone e separare radicalmente il suo destino da chi se ne fa interprete e continuatore…

Missile ucraino sulla Polonia – Ultime notizie dal New York Times: “Un’esplosione che ha ucciso due persone in Polonia è stata molto probabilmente un incidente causato da un missile di difesa ucraino, ha ammesso la NATO. – Il missile non sembra provenire dalla Russia, secondo il presidente Biden. Egli ha suggerito ai giornalisti che il missile non era stato lanciato dalla Russia. “Ci sono informazioni preliminari che lo contestano”, ha detto, citando la traiettoria del missile….” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2022/11/16/ukrainian-missiles-on-poland-which-invokes-nato-article-4-missili-ukraini-sulla-polonia-che-invoca-larticolo-4-nato/

Commento di J.E.: “Ora in rispetto dell’Art. 4 della NATO bisogna bombardare Kiev…?

La carne porta male… – Scrive Franco Libero Manco: “L’esplosione delle più gravi malattie moderne non dipende tanto, come generalmente si crede, dall’inquinamento. L’inquinamento generale e i prodotti chimici incidono in modo relativo allo sviluppo delle malattie; la maggiore imputata è invece l’alimentazione carnea che ogni anno causa solo in Italia circa 230.000 morti. Altro che guerra!” – Continua: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2022/11/16/la-carne-porta-male/

Nota – Si considera questa apocalisse di malattie un fatto del tutto naturale verso il quale c’è solo la soluzione farmacologica. Nessuno affronta il problema dell’alimentazione carnea ritenuta la causa primaria di ogni malattia (oltre che dell’inquinamento in generale) perché metterebbe in crisi il settore zootecnico…

Libertà dalle ideologie e dalla burocrazia – Un partito politico, e di conseguenza un governo, viene apparentemente fondato per il bene del popolo ma in realtà diviene una corporazione che serve solo a se stessa. Essa tiene le cose sotto il suo controllo e prolifera leggi di una sempre crescente complessità ed incomprensibilità. In effetti ostacola il lavoro produttivo domandando tanti rendiconti sicché il registrare quanto è stato fatto diventa più importante di quel che è stato realmente fatto… – Continua con testo bilingue: https://bioregionalismo.blogspot.com/2018/10/freedom-from-preconceptions-and.html

Ciao, Paolo/Saul

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Se vuoi essere triste nessuno al mondo può renderti felice. Ma se decidi di essere felice nessuno e niente può toglierti la felicità!” (Paramhansa Yogananda)

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Giorgio Nebbia: “La terra brucia…” – Intervento di Marinella Correggia

In un boschetto-frutteto di collina, una piastrella che reca il nome di Giorgio Nebbia fa capolino fra i rami e i frutti di un melo appartenente a una varietà antica chiamata giustamente «abbondanza rossa», per caso originaria – come lui – dell’Emilia Romagna.

Un albero da frutto che silenziosamente dispensa ogni genere di regali (nutrimento, ossigeno, ombra, protezione del suolo, humus quando d’autunno cadono le foglie) è forse la dedica migliore alla generosità e all’ingegno di questo maestro che ha ispirato l’ecologismo di sinistra – il rossoverde dell’avvenire, il contrario della «ecologia delle contesse», per usare una sua ironica espressione, contrapposta al concetto dell’ambientalismo dei popoli.

Nella sua critica ambientalista del capitalismo a partire dalla scienza – davvero centrale – del ciclo delle merci, Giorgio continua a dimostrarsi così attuale che, come accade per altre figure storiche di veri grandi, pensiamo a Thomas Sankara e a J. C. Kumarappa, viene da chiedersi: «Cosa direbbe, suggerirebbe, farebbe lui adesso?». Succede così per chi è un riferimento anche sul piano umano: generoso com’era del suo sapere e del suo tempo, dotato di cuore oltre che di mente, privo di narcisismo e piccinerie.

Un universo di merci «sbagliate, violente» (per non dire di quelle oscene)

Partiva dalla sua materia di insegnamento, la merceologia, «l’universo degli oggetti fisici, materiali, venduti e acquisiti in cambio di soldi», che il capitalismo produce non per soddisfare i bisogni reali ma per tenere in moto a tutti i costi una spirale di distruzione. E di morte.

Le armi e il nucleare erano definite nei suoi scritti «merci oscene» perché «oltre ad assicurare il massimo profitto dell’imprenditore e ad aver bisogno di un continuo ricambio, misurano la propria efficienza in termini di effetti letali per umani, natura e beni materiali». Così come «merci sbagliate e violente» (insomma potremmo dire «mali» anziché «beni») erano nei suoi scritti le merci energivore, consumatrici di molte risorse, inquinatrici, poco durevoli: «semplici occasioni di ambizione e spreco».

«Si può ben dire che la crescita della quantità di oggetti è la principale fonte della violenza contro altri esseri umani, contro i paesi che possiedono nel loro territorio risorse naturali economiche e materie prime, contro gli altri esseri viventi, vegetali e animali e contro la natura inanimata: aria, fiumi, mare». E dunque «occorre avviare un grande movimento di liberazione per sconfiggere le ingiustizie portate dalle merci, fra gli esseri umani e nei confronti della natura». Un elenco infinito, quello delle merci violente, per natura e/o per via dei processi di produzione e smaltimento, da vietare, da riconvertire.

Già, la riconversione

Giorgio era così paziente e costruttivo da rispondere alle mie email (ma sono contenta di avergli spedito in una lettera postale alcuni fiorellini di campo, che piacevano molto alla Gabriella). I messaggi spaziavano dalle adesioni a iniziative contro le guerre a ogni genere di richiesta ambiental-merceologica.

Giorgio Nebbia firmò con convinzione nel 2016 su mia richiesta la petizione per la revoca delle sanzioni economiche europee ai danni del popolo siriano. Dopo qualche anno, nel 2018, eccolo fra i primi firmatari di un’altra petizione pacifista: «Chiediamo a tutte le persone di volontà buona e di retto sentire di far giungere la propria voce al Parlamento italiano affinché non rifinanzi le guerre e le stragi in Afghanistan e in Libia».

Del resto molto aveva scritto, Giorgio Nebbia, sulla «guerra come fonte di distruzione della vita, ma anche della natura», soffermandosi sulle guerre imperialiste, per esempio quelle del XIX secolo, «mascherate come rivendicazioni di diritti di popoli, di libertà e di indipendenza, ma in realtà motivate dalla fame delle risorse naturali ed economiche, dalle miniere di ferro e carbone europee, alle miniere di salnitro, alla gomma, all’indaco, guerre che richiedevano strumenti di distruzione sempre più raffinati, generosamente offerti da una industria chimica e meccanica in rapida crescita». E poi il grande massacro della prima guerra mondiale (1914-1919), «reso possibile in gran parte e con tanta drammatica “efficienza” dai successi dell’industria e del capitalismo: nuove armi, nuovi esplosivi, nuovi strumenti come l’automobile e l’aeroplano, consentirono distruzioni di beni materiali, di vite umane e di ricchezze naturali su una scala senza precedenti e uguagliata soltanto da quanto sarebbe avvenuto poco dopo nella seconda guerra mondiale (1939-1945)».

E ricordiamo che l’Italia degli ultimi decenni ha partecipato direttamente a diversi conflitti (andando a bombardare sulle teste altrui) e indirettamente a decine di conflitti in corso nel mondo vendendo armi; in Ucraina getta benzina sul fuoco anziché appoggiare gli sfori negoziali fin dall’inizio.

Il 10 maggio 2018 Giorgio Nebbia risponde per email su una difficile questione: l’assenza pressoché totale, in giro per il mondo, di progetti di riconversione dal settore militare a quello civile, appunto di fuoriuscita dalle merci oscene. L’occasione era l’impegno di gruppi sardi per la riconversione economica ed ecologica del territorio dove gravitava la fabbrica di bombe Rwm. Ecco la problematica risposta di Giorgio: «Un tema molto importante. Il lavoro “serve” per produrre merci o servizi. In maniera esasperata in una società capitalista ma in maniera (a mio parere) inevitabile anche in una società comunista, le materie prime e i salari si pagano con soldi ricavati vendendo merci o servizi. Chi fabbrica e vende armi, sia pure merci oscene, se smette di fabbricare armi deve fabbricare qualcosa con le stesse conoscenze dei lavoratori e con le stesse macchine, qualcosa che qualcuno sia disposto a comprare. Si fa presto a dire smettiamo di produrre bombe, o aerei da guerra, o pistole, eccetera, ma che cosa si fa fare ai lavoratori che si aspettano un salario per sopravvivere? Si fa presto a dire “facciano qualche altra cosa”, ma bisogna essere in grado di dire che cosa: profumi di lusso (che hanno un mercato all’estero e in Italia)? poltrone e sofa (il cui mercato è disperatamente saturo)? pannelli fotovoltaici (ma anche di quelli il mercato è saturo)? Supposto anche di far fare agli operai della RWM dei profumi di lusso, bisogna cambiare i macchinari e insegnare a dei metalmeccanici di fare boccette e miscele profumate. E per questo occorrono tempo e soldi. Per tutti questi motivi non mi risulta ci siano stati casi di “riconversione”; purtroppo per gli strumenti di morte “c’è mercato”, cioè compratori. Saltando di palo in frasca, se ci pensi bene la situazione è simile per le fabbriche inquinanti; pensa all’Italsider. Si fa presto a dire: a Taranto voglio l’aria pulita; Chiudiamo l’Italsider, smantelliamo le cokerie, laviamo le superfici dei parchi carbone, e con questo impieghiamo per qualche mese i 14.000 disoccupati a spese dello stato; gli altri li paghiamo per stare a casa, come diceva il tuo papà. Il proprietario, pur responsabile del disastro ambientale, non può pagarli perché non vende niente, e non può pagarli neanche se lo mettiamo in carcere per trent’anni. Che fare?».

Certo intanto si tratterebbe di fare prevenzione. Non iniziare nemmeno. Come per tutta la partita nucleare, «di guerra e commerciale», per usare la terminologia di Nebbia (in effetti, la dicitura «nucleare civile» nobilita…). E invece, dopo l’indicibile bombardamento atomico sulle città giapponesi e con la resa del Giappone finiva, e leggiamo le sue parole, «la spaventosa seconda guerra mondiale e iniziava l’era nucleare in cui stiamo vivendo, segnata da duemila test nucleari nell’atmosfera e nel sottosuolo, con relativa contaminazione radioattiva dell’ambiente, con 15 mila bombe nucleari ancora presenti negli arsenali a cui nessun paese sembra voler rinunciare e che con la loro stessa esistenza, rappresentano un continuo pericolo di estinzione della stessa vita del pianeta».

Il suo antico impegno era sfociato nei suoi ultimi anni nella proposta di un gruppo di scienziati ed esperti per lo studio di un mega programma di messa in sicurezza e neutralizzazione dell’immenso arsenale mondiale. Si sarebbe creato tanto lavoro; del resto per Giorgio Nebbia era imprescindibile trovare alternative occupazionali – oltre alla drastica riduzione dell’orario.

Quanto al nucleare commerciale, nel 2015 Giorgio Nebbia faceva notare il rapido oblio rispetto all’incidente alla centrale di Fukushima, avvenuto solo quattro anni prima. Alla fine degli anni 1970 era stato fra i pochi scienziati antinuclearisti alla conferenza nazionale sulla sicurezza nucleare, a Venezia. Aiuta a strutturare il movimento contro una forma di energia che «non è né economica, né pulita, né sicura», per ricordare il concetto che ripeteva sempre, spiegandolo nei suoi vari aspetti (si legga ad esempio su Altronovecento «Resurrezione del nucleare?» , del 2005).

Non è facile uscire dalle merci violente contro la natura e contro le persone. Nel suo importante articolo «Il secolo XX: per una rilettura ecologica»(disponibile sul sito della Fondazione Micheletti), Giorgio illustrava l’insufficienza di certe svolte nei processi produttivi: #1f497d;”>«Se per caso la violenza contro la natura comporta proteste, malattie, perdita di beni materiali e di denaro, il capitale può anche modificare le sue tecniche e i suoi processi, ma solo a condizione che ciò non comporti una violazione delle leggi del capitale stesso; e comunque il capitale considera tali modificazioni “meno violente” sgradevoli e da evitare con ogni mezzo. Con leggi permissive e favorevoli al capitale (anche ricorrendo alla corruzione) all’interno dei paesi in cui il capitalismo domina; con la guerra – perfetto strumento di consumo di armi e di vite umane – quando qualche paese o qualche comunità si ribella. Insomma la produzione e il modo di agire capitalistico, inevitabilmente, comportano un impoverimento e un peggioramento della qualità delle risorse naturali – unica vera base dei valori e dei beni “reali” da cui dipende la vita umana».

Un lungo impegno fra lo studio e le opere

Come ha scritto Giovanna Ricoveri, direttrice di Capitalismo/Natura/Socialismo e di Ecologia politica di cui Giorgio Nebbia era assiduo collaboratore, «egli ha sempre collegato ambiente, salute, disuguaglianze economiche e sociali: una consapevolezza che ha tardato ad affermarsi».

Ed ecco alcune delle tappe del suo generoso impegno nei decenni.

Nel gennaio 1970 – due anni prima della conferenza Onu di Stoccolma sull’ambiente umano – esce un quadernetto firmato da Giorgio Nebbia dal titolo La crisi dei rapporti fra uomo e biosfera. In nome della «ecologia come scienza sovversiva», sottolineava la necessità di «contestare la mentalità che fa coincidere l’idea di “progresso” con quella di “società di consumi”». E proponeva fra l’altro di adottare «modestia e austerità, contro gli eccessi della meccanizzazione, l’indifferenza verso il verde e gli esseri viventi».

«Il verde, unica fonte, mossa dal Sole, della vita»: in un articolo su l’Extraterrestre di fine 2018, Giorgio Nebbia (morto il 3 luglio scorso) dava un andamento poetico a una constatazione scientifica. Nello stesso periodo, a proposito delle miniere insanguinate, scriveva: «Agli africani il dolore e la fatica del lavoro». Un tema, quello della violenza umana e ambientale nei processi di produzione scambio e consumo, che egli aveva sviluppato nel testo La violenza delle merci (Ecoistituto del Veneto,1999). Contro un capitalismo sanguinoso e insostenibile, imperialistico e bellicoso, iniquo e distruttivo, l’ecologia poteva essere uno strumento di conoscenza «utile a diffondere la solidarietà internazionale».

Irraggiungibile esempio di ecologista, scienziato, docente, educatore, politico a sinistra, divulgatore del sapere davvero per tutti (con migliaia di articoli, dossier, relazioni), il professor Nebbia è stato per molti decenni un crocevia di lotte ma anche di proposte, di studi ma anche di applicazioni. Si è messo disposizione non solo di lotte di carattere nazionale e mondiale, ma anche di una miriade di associazioni, comitati e cause «minori». Ne davano conto tre anni fa, per il suo novantesimo compleanno, diversi ambientalisti, attivisti, studiosi autori del libro collettivo Per Giorgio Nebbia. Ecologia e giustizia sociale (Fondazione Micheletti, 2016).

Nel 1972 partecipa, con altri antesignani dell’ambientalismo, alla Conferenza Onu su Ambiente e sviluppo a Stoccolma; nello stesso periodo, a Bari, il professore aiuta i comizi dei ragazzi che esigono dai candidati alle amministrative un’agenda di impegno ambientale. Del resto, come spiegherà nel 2015 in un’intervista a Teleambiente, «quando si parlava di problemi ambientali, il povero professore di merceologia sapeva bene che era materia sua, perché nell’ambiente finivano gli scarti» dei cicli produttivi. Intanto denuncia a mezzo stampa ogni genere di frodi alimentari, riuscendo a provocare interventi di controllo. Nel 1978 è fra i promotori del referendum contro la caccia – che non raggiunge il quorum.

E’ in nome della necessità di un «grande movimento di liberazione per sconfiggere le ingiustizie portate dalle merci, fra gli esseri umani e la natura», per ispirare le merci ai valori, che Giorgio Nebbia diventa parte attiva in molti conflitti ambientali, rispetto ai quali egli individua quattro categorie di soggetti: inquinatori, inquinato, Stato, scienziati. Partecipa alle mobilitazioni nell’alta valle Bormida, avvelenata dall’Acna di Cengio, la fabbrica chimica in provincia di Savona. Anche l’impegno dei cittadini e degli enti locali contro il polo chimico Farmoplant lo vede protagonista, da consigliere comunale a Massa Carrara fra il 1985 e il 1987. Nebbia sostiene fortemente la lunga causa ambientalista contro lo scarico in Adriatico dei fanghi al fosforo da parte del petrolchimico di Porto Marghera, proponendo alternative che contribuiscono a spostare parte dello stesso sindacato. Lo ricorda Michele Boato nel suo libro di storia contemporanea Arcipelago verde (2020).

Da parlamentare per due legislature, nel gruppo Sinistra indipendente, «sempre all’opposizione e quindi perdevamo quasi sempre», si impegna sui temi più svariati (e non sempre perdendo): la legge per la difesa del suolo varata in quegli anni, l’inquinamento da concimi, pesticidi, detersivi, piombo tetraetile, la sicurezza nelle fabbriche…

Aveva ben chiare le priorità, anche nel campo delle risorse, troppo spesso sprecate per merci e servizi disuguali. Nel suo saggio Sete, del 1992, enuncia un chiaro concetto: «Una tonnellata di acqua pro capite all’anno si può ritenere indispensabile per bere, lavarsi e cucinare. Oltre, inizia la discriminazione fra le classi». E fra i paesi. In Sahel il presidente Thomas Sankara lottava per garantire «dieci litri di acqua pulita per ogni persona ogni giorno»; in Italia la media nazionale è di oltre 200 litri – ma a seconda delle aree si va dalla penuria fino alle piscine private e ai praticelli british. Sul tema dell’acqua, Giorgio partecipa a diversi gruppi di lavoro, scegliendo come asse l’ecosistema bacino idrografico.

Ma Giorgio nel 2018 ha anche messo su carta il suo sogno, con il saggio fantascientifico (ricco di dati, percorsi dettagliati e grande speranza) «Lettera dal 2100. La società post-capitalistica comunitaria», nel libro di vari autori Alle frontiere del capitale (Jaca Book e Fondazione Micheletti, 2018). «Siamo alle soglie del XXII secolo; ci lasciamo alle spalle un secolo di grandi rivoluzionarie transizioni, un mondo a lungo violento, dominato dal potere economico e finanziario, sostenuto da eserciti sempre più potenti e armi sempre più devastanti. L’umanità è stata più volte, nel secolo passato, alle soglie di conflitti fra paesi e popoli che avrebbero potuto spazzare via la vita umana e vasti territori della biosfera. Vittima della paura e del sospetto, è stata esposta ad eventi meteorologici estremi che si sono manifestati con tempeste, alluvioni, siccità. […] Con fatica è stato realizzato un mondo in cui le unità comunitarie sono state costruite sulla base dell’affinità fra popoli, in cui città diffuse nel territorio sono integrate con attività agricole, in cui l’agricoltura è stata di nuovo riconosciuta come la fonte primaria di lavoro, di cibo e di materie prime, un mondo di popoli solidali e indipendenti, in cui la circolazione di beni e di persone non è più dominata dal denaro, ma dal diritto di ciascuna persona ad una vita dignitosa e decente».

Con le merci, con gli oggetti, dovremo sempre fare i conti perché anche i servizi dipendono dall’acquisto e uso di cose; una totale smaterializzazione è impossibile. Ma, spiega Giorgio Nebbia, «in futuro dovremo sempre più affrontare un confronto fra una merceologia che progetta merci e oggetti standardizzati, a lunga durata, facilmente riparabili, e una merceologia che progetta merci e oggetti continuamente variabili, destinati dopo breve vita a essere gettati via».

Occorrono nuove regole, per ispirare le merci ai valori. Riassumendo: «La salvezza va cercata nel cambiamento del rapporto fra gli esseri umani e le cose materiali, con la revisione critica dei nostri modi di produzione, la contestazione – una vera obiezione di coscienza – della società dei consumi, la pianificazione dei bisogni fondamentali, il potenziamento dei servizi e dei beni collettivi, l’identificazione di nuovi modi di vita per noi, abitanti del Nord del mondo, e di nuovi modi per risolvere i problemi della povertà degli abitanti del Sud del mondo, la lotta contro la struttura militare—industriale che è la più alta espressione della violenza e dello spreco».

Marinella Correggia *

* Intervento al convegno “Il contributo di Giorgio Nebbia alla ricerca e alla divulgazione dell’ecologia scientifica” del 16 settembre 2022, nella Sala di lettura della Fondazione “Luigi Micheletti”, in via Cairoli 9 a Brescia.

Fonte notizia: La Bottega del Barbieri

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