“Viterbo, coi piedi per terra” – Si è svolta il 25 giugno u.s. un’iniziativa pubblica contro il progettato mega aeroporto

Mentre da tutta Italia si aggiungono nuove adesioni all’appello per salvare l’area archeologica e termale del Bullicame dalla realizzazione di un nocivo, distruttivo ed illegale mega-aeroporto, si susseguono anche a Viterbo le iniziative di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza.

Nel pomeriggio di giovedì 25 giugno 2009 il “Centro di ricerca per la pace” ha effettuato una diffusione di documentazione nella zona tra la stazione di Porta Fiorentina e il quartiere dell’Ellera, iniziativa che è stata ancora una volta un’occasione interlocutoria con cittadine/i e di spiegazione ed approfondimento delle gravissime implicazioni e conseguenze dell’operazione speculativa del progettato mega-aeroporto.

Tra i materiali diffusi: un recente articolo apparso sul “Corriere della sera” della prestigiosa scrittrice Dacia Maraini, una approfondita “lettera ai medici” da parte dell’Associazione italiana dei medici per l’ambiente che documenta le gravissime conseguenze del mega-aeroporto per la salute di tutti, i documenti prodotti dal comitato degli agricoltori viterbesi che si oppongono al mega-aeroporto, e il recente appello promosso dal professor Osvaldo Ercoli, dalla dottoressa Antonella Litta, dal dottor Emanuele Petriglia e dal professor Alessandro Pizzi, appello che sta ottenendo numerosissime adesioni soprattutto da docenti universitari di tutta Italia.

Nel corso dell’iniziativa è stato ancora una volta sottolineato che “La realizzazione del mega-aeroporto avrebbe come immediate conseguenze: lo scempio dell’area del Bullicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; la devastazione dell’agricoltura della zona circostante; l’impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che sarà di grave nocumento per la salute e la qualità della vita della popolazione locale (l’area e’ peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta’); il collasso della rete infrastrutturale dell’Alto Lazio, territorio già gravato da pesanti servitù; uno sperpero colossale di soldi pubblici; una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio”.

Sempre più cittadini viterbesi sostengono l’impegno per salvare il Bullicame e i diritti di tutti; sempre piu’ cittadini si oppongono al mega-aeroporto distruttivo, avvelenatore e fuorilegge.

Lettera inviata dal Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo: nonviolenza@peacelink.it  

Sullo stesso tema leggere gli articoli in url:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=aeroporto+Viterbo+2009

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Biennale d’Arte Creativa per Viterbo e per la Tuscia – Proposta al Sindaco di Viterbo, Giulio Marini, ed al Presidente della Provincia, Alessandro Mazzoli

Già nel 1994 avevamo proposto alla Provincia ed al Comune di Viterbo, attraverso le pagine del “Bullettin” (notiziario di arte, ecologia, storia, cultura, suono e movimento edito dal Circolo Vegetariano VV.TT.), l’istituzione di una “Biennale d’arte”.

Negli anni ho frequentato spesso l’ambiente artistico viterbese, di cui apprezzo gli autori Paternesi, Cerica e diversi altri, e mi sono anche occupato dell’organizzazione di svariate mostre e manifestazioni culturali in quella città. Fra le attività recenti voglio menzionare la mostra organizzata nel marzo/aprile 2009, in stretta collaborazione con l’associazione per la promozione delle arti in Italia diretta da Laura Lucibello, sul tema della libertà di pensiero e di Giordano Bruno, che si è protratta per un mese nel Palazzo Santoro (con il patrocinio dell’Ente Biblioteche, della Provincia e del Comune di Viterbo).

In quella occasione dovetti constatare come diversi artisti locali si sono lamentati della scarsa considerazione in cui vien tenuta l’arte in quel di Viterbo. Questo mi è sembrato alquanto singolare poiché in tutte le guide turistiche si menziona la Città dei Papi come luogo d’arte e di cultura….. Eppure è vero che non viene adeguatamente promossa l’arte e gli artisti sia del capoluogo che della provincia debbono molto spesso arrabattarsi con eventi e mostre organizzate in proprio.

Per questo ritengo utile sottoporre nuovamente alle cariche istituzionali di Viterbo e Provincia la proposta di istituire una Biennale in cui poter esprimere le migliori energie creative della città e della Tuscia. “Le biennali d’arte – scriveva Pampallona- intendono soddisfare l’esigenza di mettere in relazione artisti, critici e pubblico, compiendo inoltre un repertorio cronologico delle tendenze, ed esperienze espressive, per un approfondimento della conoscenza della storia dell’arte locale”

Viterbo, in cui da sempre si parla di valorizzare le notevoli risorse culturali e storiche, manca però di questo necessario strumento che rinforzerebbe e manterrebbe la creatività contemporanea di alto livello artistico, perciò è giusto che essa divenga la sede di una Biennale, che possa attrarre e sostenere gli artisti che operano in tutta la provincia.

Vorrei aggiungere, fra le diverse arti, oltre a quelle prettamente visive (di genere grafico pittorico scultoreo e concettuale) anche l’arte dell’espressione scritta (poesia e prosa) e musicale (strumentazione, canto, composizione, etc.), dando così una chance a tutta la cultura viterbese di potersi esprimere al meglio.

In questo modo Viterbo riparerebbe alla sua posizione subalterna e “lontana” rispetto alle grandi rassegne di città limitrofe, penso non solo a Roma ma anche a Spoleto, Perugia ed altre. Certamente una tale “Biennale Creativa” dovrebbe avere i requisiti della freschezza e della novità, quindi non costituita in modo accademico tradizionale (e lottizzatorio) bensì dimostrazione concreta e vera della creatività viterbese, degli artisti “tutti” che meritano di essere riconosciuti come “creativi” in senso lato e difensori della cultura. Solo così la Biennale eviterà di essere una vuota rassegna, copia di altre più famose, bensì diverrà un esempio innovativo e rivoluzionario della concezione artistica.

Ricordo in tal senso, nel nostro piccolo chiaramente, la manifestazione denominata “Fiera delle Arti Creative di Calcata” che da tre anni organizziamo nel piccolo centro della Tuscia senza alcun aiuto né supporto sostanziale delle Istituzioni locali (abbiamo organizzato tutto a spese nostre e con i nostri mezzi Laura Lucibello ed io).

La cultura in ogni ambito va preservata e stimolata -afferma Laura Lucibello- e non solo per chi trova i soliti canali burocratici e asservitori, poichè tutte le arti sono espressione di se stessi e mi accorgo sempre di più che il genere umano ha un potenziale di inespresso da tirar fuori, ma troppo spesso non ne ha la possibilità e non trova lo spazio giusto al momento giusto.

Chiediamo perciò l’istituzione di una “Biennale d’Arte Creativa” che sia lo sbocco concreto di cognizioni, presenze, confronti che accorcino le distanze sociali dando consistenza ad una politica che sia “della conoscenza” per tutti!

Paolo D’Arpini – circolo.vegetariano@libero.it  - Tel. 0761/587200

Laura Lucibello – info.apai@virgilio.it  - Cell. 333.5994451

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Urcionio a Viterbo e Treja a Calcata – Da valle dell’Eden a parcheggio… – Con lettera al soprintendente Costantino Centroni

La bambina mi fissava curiosa mentre attonito contemplavo il panorama dal cortile alto del palazzo dei Priori. “Com’è strano visitare Viterbo con gli occhi di chi non la conosce..” dichiarò seriamente quasi rivolta a se stessa, mentre la madre, una giovane e bella signora di nome Barbara, mi indicava la sottostante piazza dei Caduti, dicendo “ecco lì sotto scorre l’Urcionio!”.

Aguzzai la vista e non scorgendo altro che la spianata di un ampio parcheggio, con alla sinistra i ruderi di una chiesa e a destra un monumento moderno, domandai “dove…. dove?” E lei “lì.. proprio lì sotto”. Compresi allora che doveva trattarsi di un corso d’acqua interrato, e parafrasando il nome dissi “ah, è stato riempito con gli orci (nome desueto per vasi)” – “può darsi..” commentò Barbara per nulla confusa dalla mia battuta. Ed io insistetti “eh sì, evidentemente il nome Urcionio deriva dagli orci che vi sono stati riempiti e svuotati nel passato”. Poi ce ne restammo in silenzio mentre cercavo d’immaginare il torrente che scorreva dabbasso….

E lo vidi, con gli occhi della fantasia. Quella piana in fondo sembrava fatta apposta affinché la percorresse un fiume. Notai allora come l’orografia del territorio ricordasse un ideale alveo, una valle dolce e rigogliosa – un tempo – ora un posteggio…!

Sulla costa, risalendo con lo sguardo dall’altro lato, diverse nuove costruzioni, nuove si fa per dire ovviamente, forse risalenti al Ventennio, e l’Urcionio scomparve dalla mia immaginazione e ridiventò un fiumiciattolo “intubato”.

Triste destino per il rio che vide sorgere l’antica Viterbo, ed infatti è risaputo che gli Etruschi costruissero le loro città presso i corsi d’acqua, utili per l’approvvigionamento idrico, per le coltivazioni, per la pesca, per i bagni estivi… poi rividi con gli occhi della mente uomini e donne intenti a risciacquarsi i panni, a riempirvi gli orci oppure a rinfrescare quelli usati per le deiezioni notturne. Infine vidi la Viterbo ottocentesca e quella degli inizi del secolo scorso, con le prime condotte fognarie scaricanti nel fiume, finché esso stesso divenuto una cloaca a cielo aperto fu occluso, alla vista ed all’olfatto.

“Povero Urcionio! Cancellato, ucciso, dopo aver dato la vita a Viterbo!”.

Così riflettevo fissando distrattamente le auto in sosta, e quelle che entravano ed uscivano dal “boulevard” Marconi, la continuazione dell’alveo interrato. Mi accorsi allora degli occhi grigi di Barbara puntati su di me, sentii la sua malinconia, ricordai quella volta in cui venne a trovarmi a Calcata e passeggiando sulle rive del Treja le raccontai leggende e storie di antichi riti, di lavacri sacri, del fatto che in tempi remotissimi Calcata fosse stata un’isola del proto-Tevere, del fossato che in epoca medioevale difendeva la “bocchetta” d’ingresso al paese, di come poi fosse stato riempito di come verso fine ottocento avessero innalzato il terrapieno che costituisce l’attuale piazza Roma, di come questa stessa piazza sia oggi ignominiosamente e volgarmente utilizzata come parcheggio per le auto delle orde turistiche, insomma di come Calcata e Viterbo avessero tradito le proprie origini…

Me voilà, credete ai miracoli? Oggi mentre nella mia capannuccia scrivevo questo racconto mi son ritrovato fra le mani un vecchio comunicato di alcuni anni fa, ha la stessa data odierna: 21 maggio.

Eccone uno stralcio:

Calcata hangar.

Ormai completato l’ultimo evento culturale nel Palazzo Baronale questo mentre si registra l’ennesimo atto vandalico perpetrato ai danni della comunità da un ignobile impunito. Da una parte le Istituzioni spendono miliardi per recuperare beni storici all’uso sociale e contemporaneamente qualcuno rema contro tappezzando le mura del paese di manifesti osceni, scritte con spray e vernici indelebili, e gettando rifiuti davanti alle abitazioni e nelle vie, divellendo paletti comunali, spaccando oggetti di pubblica proprietà ed intimorendo i passanti, etc. La causa di questi vandalismi mafiosi si fa risalire all’opposizione a veder Calcata pulita ordinata e svuotata dalle autovetture che la intasano, ma che “piacciono” ad alcuni commercianti che hanno interessi “speculativi”. Lo scopo di tale sordido “comitato” è quello di favorire un turismo rumoroso, non intelligente e disinteressato al luogo. La Calcata propugnata da questi affaristi è quella che ricava vantaggi economici prostituzionali, con vendita di ciarpami vari, insomma che soddisfa l’offerta di un turismo consumista metropolitano, essenzialmente notturno e fine settimanale.

Di fatto il consenso comunale a lasciar usare la piazza Roma come parcheggio incustodito ed abusivo va a vantaggio di questa politica ed aiuta una frequentazione irrispettosa e pigra. Che penalizza e disturba i residenti non collusi negli affari, e che inoltre crea intasamento e blocchi di traffico anche sulla via provinciale, ove le macchine che non hanno trovato posto nella piazza Roma parcheggiano in divieto di sosta. Di posteggi custoditi serviti da bus navetta e lontani dal centro abitato se ne parla da anni, ma non se vede nemmeno l’ombra perché il comitato d’affari vi si oppone e l’amministrazione è titubante.

Per restituire vivibilità al luogo e mantenere un atteggiamento di rispetto verso la natura che lo circonda è -secondo me- indispensabile pedonalizzare il perimetro del centro storico, riservando solo un numero limitato di posti ad uso dei residenti e per carico e scarico merci ad orari stabiliti. Altrimenti è inutile vivere in un parco ed in un paese denominato “ideale” se poi in pochi metri quadrati si condensano gli stessi problemi di una grande città, satura di smog e di sporcizia.

Il turismo usa e getta non aiuta assolutamente l’esistenza di Calcata e le prove sono davanti ai nostri occhi…. Per questa ragione ho scritto una lettera al soprintendente Costantino Centroni affinché svolga un’indagine conoscitiva sul tema sottoposto e solleciti l’amministrazione comunale a risolvere l’annoso problema. (Egli mi ha risposto ma le cose sono rimaste tali e quali… a tutt’oggi… N.d.R.)

Lettera aperta alle Istituzioni ed agli Organi di Stampa

Paolo D’Arpini – Circolo vegetariano VV.TT. di Calcata

21 maggio 2001

Viterbo 2009 – Nel 1991 Cassandra annunciava la fagocitazione metropolitana della Tuscia sul Settimanale dell’Ascom, ora realtà…

Roma Capoccia…

…. “La qualifica di ‘mostro’ -anzi un vero e proprio golem di materia inerte e spuria- è quanto risulterebbe essere Roma dopo essere passata attraverso l’incubazione e sviluppo della area metropolitana. Sento un gran vociferare sull’ampliamento della area metropolitana sino al porto di Civitavecchia…  mi sembra di riascoltare le ragioni di un passato regime che voleva per Roma una immensa crescita e sbocchi al mare. Probabilmente un’ampia area metropolitana risolverebbe solo i problemi di ampliamento e decentramento del contesto urbano, una cura provvisoria per questa crescita senza ipofisi di Roma, una città con vocazione fagocitatrice.

In effetti non mi sembra che Roma abbia bisogno di crescere e crescere, come un bubbone, come se dovesse contenere in toto ogni altra parte del Lazio. Secondo me Roma dovrebbe addirittura restringersi, lasciare spazio alla crescita della provincia, questo è vero decentramento. Questo potrebbe essere paragonato al sacrificio di una madre buona che preferisce nutrire i propri figli invece di satollarsi -essa stessa- all’inverosimile.

Le province ‘povere’ del Lazio guardano attonite.. Ed osservano la loro capitale crescere e crescere… in cambio ricevono proposte di autostrade (per essere al passo coi tempi) e di scomodi servizi. Miliardi per curarsi le ferite economiche del sottosviluppo, le ferite sociali ed ambientali di un grande sfacelo. Grazie, no!

…  Noi siamo un popolo di origine contadina che ha sempre vissuto nel rispetto della terra, nell’armonia naturale ecologica, quell’armonia che ci permette di sorridere ancora al canto di un uccello o di godere osservando lo scorrere di un ruscello. Abbiamo bisogno di città e paesi a misura d’uomo, di attività economiche che rispettino l’uomo e che non lo impoveriscano con miraggi di ricchezza e di benessere artificiale, che è anch’esso droga, stordimento.   Meglio per Roma che si tenga modesta, meglio per noi e per lei.

25.6.91 – Il Settimanale dell’Ascom di Viterbo  – Paolo D’Arpini del Circolo Vegetariano VV.TT.  

Calcata, Viterbo, Lazio, Europa – Sempre all’erta sto! Dal VV.TT. con furore: facebook, barzellette, liste elettorali, progetti aeroportuali, gente che va gente che viene…

Eccoci siamo giunti alla presentazione delle liste. Si prepara la campagna elettorale stretta stretta per conquistare gli scranni al sole. In Europa come in Tuscia le scelte sono tante. Le  più remunerative sono ovviamente le “deputanze” europee, i candidati italiani sono i più fortunati, chi avrà l’onore di salire a Bruxelles riceverà le onorificenze e le prebende più alte. I deputati italiani sono i più “rimborsati” d’Europa, tant’è che gli altri Stati ci ridono dietro per il cattivo esempio di servizio pubblico che diamo, si tratta infatti di solo “servizio privato”. In Europa, da noi, solitamente vanno quelli, trombati o sacrificati in Italia, che debbono avere qualcosa da questo o quel partito e che meritano quindi un’onorevole posizione “consolatoria” in Europa, posizione ovviamente ben pagata e rimborsata (le paghe sono le più alte in Europa). Per quanto riguarda le liste Comunali, invece, con esse si tratta di entrare nel “meccanismo” della politica amministrativa, chi entra nelle amministrazioni comunali, di maggioranza o minoranza, viene avviato ad una promettente carriera “pubblica” e può nutrire speranze per un florido futuro nella classe intermedia, quella che si pone fra chi comanda e chi deve per forza ubbidire….Anche a Calcata si vota il 6 e 7 giugno, tre liste in lizza: una tradizionalista futuribile “in linea con il passato, nel presente e verso il futuro”; un’altra di comodato mangereccio “chi c’è c’è e chi non c’è non c’è”, un’ultima del “vorremmo esserci anche noi e vediamo quanti siamo”. Ma di queste tre liste locali parlerò in un successivo notiziario. Passo ora alle notizie correnti, la prima riguarda Facebook.

………….

Da Foma Fomic,  nostro vice-presidente:

Facebook è la più grande cazzata che la mente umana aveva bisogno di progettare ed il sufflé si sgonfierà quando riusciremo a sostituirlo da una cazzata maggiore. su questo viene abusato il termine “Amicizia”, anche se ho constatato che con estrema facilità si può trovare da trombare, si abusa dell’illusione di partecipare ad una battaglia sociale e che si fa parte di un “gruppo”, io stesso ho creato un gruppo è di fans di un portantino (…). amico mio di Bracciano, in 3 giorni ho raccolto 80 soci… Con questo non ho da dimostrarti nulla…facci quello che vuoi. su Face si diventa fan di qualsiasi cosa e si esaltano quelli che hanno capito che se dici la cazzata più grossa più si parla di te.

Va benissimo se tu vuoi le fontane pulite …(url: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/05/12/viterbo-maggio-2009-notizie-recenti-utili-e-divertenti-dalla-citta-dei-papi-uno-piu-uno-meno-giovanni-faperdue-bruno-barra-antonella-litta-carlo-cipiciani-sri-krishna/ ).  Ma subito ci sarà qualcuno che sarà per la chiusura delle fontane e puntualmente uno che le vorrà usare per seppellirci l’ebrei e dopo esce quello che prima di seppellirli….. Al mare domenica c’era una ragazza che si prodigava a baciare un ramarro di 40 cm che alloggiava sulla sua spalla compiaciuta (la ragazza no la lucertolona) che tutta la spiaggia l’ammirasse, secondo te la ragazza ama gli animali…? Vabbè ho detto ovvietà, che vuoi farci non ho nessuna citazione colta indiana da fare, magari posso raccontarti una barza religiosa…

“Un coatto va in farmacia e chiede al dottore un preservativo non senza aver raccontato con ricchezza di dettagli quale uso ne avrebbe fatto con la tizia con cui avrebbe cenato… uscito felice dalla farmacia ha un ripensamento da esternare al farmacista, meglio due preservativi visto che la sorella della tizia ha una faccia da zoccola che promette bene, anzi meglio tre che la madre che ha organizzato la cena con quel suo scosciare….qualcosa significherà? Alla cena il giovane è in orario e siede tra le tre donne si attende solo il capo-famiglia che torni dal lavoro per iniziare la cena…ecco che arriva eeee…. il giovane subito inizia a pregare assorto con le mani in faccia snocciolando un mix dipaternostermantraavemariaealtro…la mamma è commossa a tale visione il padre dapprima compiaciuto poi un po’ spazientito perché la fame si fa sentire e allora fa cenno alla figlia se può dire al ragazzo che va bene va bene ma si può accelerare le orazioni..? La figlia anche lei stupita si avvicina con tatto al giovine ancora assorto con le mani congiunte in ginocchio…Amore non pensavo che fossi così …religioso… – Amò e io nun pensavo che tu padre fosse farmacista!-”    Infine… ho il dubbio che il papa venga a Viterbo per farci un dispetto.  Salutami l’asino. Abbracci, Foma Fomic

………………………………………..

Da Giovanni Bartoletti, assessore all’aeroporto di Viterbo:

Caro Paolo, ho molto apprezzato le parole che mi hai scritto (Url: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/05/09/l%e2%80%99aeroporto-di-viterbo-che-divide-ma-pure-unisce%e2%80%a6-scambio-di-lettere-fra-giovanni-bartoletti-e-paolo-d%e2%80%99arpini/ ).   Ho la sensazione che la nostra “amicizia” non rimanga confinata al solo mondo virtuale, ma a breve si concretizzerà in una condivisione di progetti comuni, che a parte l’aeroporto, potranno unirci per migliorare il nostro territorio migliorando, al contempo, noi stessi. In ogni caso, pur sapendo la battaglia persa, mi piacerebbe illustrarti il nostro progetto “rectius” battaglia per uno scalo eco-compatibile. Non si tratta di un ossimoro come qualcuno pensa, ma di una vera svolta mondiale nella realizzazione degli scali che potrebbe contribuire se applicata su larga scala, quanto meno a mitigare l’impatto degli aeroporti. Mi accorgo che forse ti sto annoiando, e pertanto ti saluto con l’auspicio di conoscerti presto di persona. Giovanni

Mia risposta all’assessore:

Forse, caro Giovanni, la tua intenzione è genuina ed onesta, e di questo parleremo senz’altro a voce, inoltre io sono un tipo sincretico che cerca di dar ascolto e tenere in considerazione tutte le voci (come fossero mie espresse però da altre bocche),  ma non sono un cerbero a tre teste che può essere tacitato da una mezza focaccia (ricorderai la visita all’ade di Psiche). Ho una testa sola e questa mi dice che a Viterbo l’unico aeroporto possibile potrebbe essere uno scalo locale per voli turistici interni…. per cui l’idea di un low cost in qualsiasi configurazione venga a porsi mi fa storcere il naso… Su questo argomento spesso concordo con Bruno Barra ed il saggio emerito senatore Michele Bonatesta da Viterbo.

Comunque, visto che mi scrivi pubblicamente, inserirò la tua lettera e questa mia risposta nel notiziario odierno che viene pubblicato sul nostro sito del VV.TT. in quanto ritengo che le opinioni siano comunque tutte degne di rispetto, se sincere….  Ciao, e buon lavoro e buona riflessione, Paolo

…………………………..

Dal sito dell’amico Mauro Galeotti.

(Bibliotecando ad Acquapendente. Sarà che ho un debole per Acquapendente, forse perché quivi fondammo la Rete Bioregionale Italiana nel 1996, o forse perché mi piace che venga promossa la scrittura in tutte le sue forme… Ho perciò rilevato questa notizia culturale da www.viterbotv.it )

“Giovedì 14 maggio alle ore 17.00 la Biblioteca Comunale di Acquapendente ospiterà l’”Incontro con i nuovi autori locali”, per presentare le ultime novità editoriali di scrittori aquesiani. L’appuntamento, che si inserisce nel programma della seconda edizione del Bibliolago Festival, vedrà la partecipazione di Gigliola Biagini autrice di “Profumo dell’anima”, Emanuela Colonnelli con il suo romanzo “The Crows – I Corvi” e Giuseppe Venturini autore di “Incontri”.  L’Assessore all’Istruzione del Comune di Acquapendente presenterà i testi e Cesare Cesarini leggerà alcuni brani e poesie tratti dalle opere in oggetto; inoltre, il Circolo di lettura L’Aleph interverrà per confrontarsi con gli autori sui temi trattati nei loro libri. Per informazioni rivolgersi alla Biblioteca Comunale di Acquapendente 0763/734776″.

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Da Vittorio Amedeo Marinelli, che ha inviato un messaggio agli amici. Oggetto: successo all’incontro con Antonio Di Pietro e Claudio Bucci

“Ringrazio tutti quanti per il successo dell’incontro del 12 maggio 2009 all’Hotel Palatino. In primis, però, Claudio Bucci, che mi ha dato l’onore di aprire i lavori con un intervento incentrato sulla fine del lavoro, come già affermato da RIFKIN nel 1995. Saremo state 500 persone e la cosa mi ha e ci ha inorgoglito. Grazie anche a chi non è potuto venire, appuntamento prossimo sabato 16 maggio 2009, dalla mattina alla sera, in via de Lollis, casa dello studente, all’incontro sulle free energy”.  Vittorio Amedeo Marinelli, European Consumers

…………………..

E qui termina questo notiziario spicciolo, grazie per aver letto sin qui, vostro affezionato, Paolo D’Arpini


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