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Biennale d’Arte Creativa di Viterbo: “Sul significato di Creatività nel pensiero umano e nell’espressione vitale”
Ho ricevuto una lettera di commento alla presentazione “morale e filosofica” della Biennale. Mirna Manni di Tuscania ha scritto: “..ho ricevuto con interesse la comunicazione relativa alla Biennale d’Arte Creativa di Viterbo… Mi entusiasmano le parole di presentazione con le quali viene posto l’evento. Celebrazione di creatività e primavera, riconoscendo l’Uno in noi tutti e l’opera assunta come esemplificazione della capacità creativa di quell’Uno. Mi riporta il pensiero ad una mia mostra “Nature”, dove io ho tentato di svelare, dare materia e forma ai mondi invisibili, alle fioriture, alle corrispondenze nascoste tra il regno minerale, il regno vegetale e il regno animale. Il fiorire è allegoria della coscienza. Il fiorire non è una metafora ma il ritmo stesso della natura, il suo modo di rivolgersi alla nostra dimenticanza. Natura. Naturale, ovvero lo stare dalla parte della nascita, nei pressi del suo respiro, dalla parte di ciò che, aprendosi, diviene…”
Quanto detto dalla gentile Mirna mi invoglia ad ulteriormente approfondire la similitudine fra creatività umana, in quanto caratteristica insita nel nostro bagaglio genetico, e la manifestazione creativa frutto dell’immensa creatività divina.
Non possiamo scindere quel che viene infuso dal creatore dalle qualità espresse nella “creatura”… Ma c’è un punto, nel profondo della coscienza, in cui la distinzione cessa di esistere. Infatti Dio è immanente e trascendente, ovvero è presente in ogni aspetto della creazione, avendola prodotta da se stesso, e non da altra sostanza che altrimenti si prefigurerebbe una sua limitazione, ed è quindi sia latente che manifesto in ognuno di noi. Ognuno, che abbia realizzato la profonda presenza di Dio nel Sé è Dio stesso. Come disse Gesù: “Io ed il padre mio siamo Uno” e questa affermazione è universale e non può essere limitata ad una specifica forma altrimenti, come detto sopra, si potrebbe intendere una menomazione nell’espressione divina.
Riconoscere questa presenza, la scintilla creatrice del Divino, all’interno di noi non è solo il compito dei religiosi, dei filosofi, degli spiritualisti, etc. tutti siamo in grado di poterlo fare poiché “quella” è la nostra vera natura. Ma come giustamente affermava Giordano Bruno, filosofi, poeti ed artisti hanno qualcosa in comune.. un raggio di luce che illumina la loro opera. Da dove sorge l’ispirazione? Non viene dal “profondo” dell’anima?
Ed in verità un vero artista non produce con la mente razionale ma è in grado di osservarsi mentre l’ispirazione si manifesta. La Coscienza stessa –come affermava Nisargadatta- è la più grande artista. L’intero mondo è la sua opera. E la pittura che appare nell’occhio interno dell’artista è solo il riflesso di quanto proiettato nel duplice specchio della mente e dell’io da quella Coscienza. Cercare cause e fini personali in questo processo è sminuente per il processo creativo stesso, infatti solo artisti con una forte carica spirituale sono in grado di esprimere bellezza ed armonia.. mentre coloro che “producono” arte come risultato di una professione… al massimo possono venir definiti “esperti copiatori”.
Ma non si può comunque dividere ciò che viene osservato nel mondo, che serve oltretutto all’artista come base di riflessione, dalla “presenza” creatrice dell’Uno. Non si può vedere Dio se non attraverso la Natura, la sua creazione. Oltre la creazione “vedere” Dio significa “essere” Dio, cioè aver sciolto in Lui l’identità separata… come avvenne a quella statua di sale che voleva misurare la profondità del mare… finché non si sciolse completamente in esso.
E qual’è la scintilla divina presente nell’uomo? Attraverso la quale poter far ritorno all’Origine? Essa è quel piccolo lumicino “Io sono”, quella consapevolezza che da sola illumina la mente e l’ego di ognuno di noi. Quell’”Io sono” è il,ponte fra il manifesto e l’immanifesto, la porta di accesso alla nostra vera natura. Ma attenzione l’”Io sono” una volta che viene qualificato non è più adatto a fungere da ponte, dicendo “io sono questo, io sono quello” abbiamo sminuito la scintilla di luce al fine di produrre un filmetto immaginario…
E qui vorrei specificare la differenza sostanziale che c’è fra “esistere” ed “essere”. Esistere s’intende sempre essere un qualcosa un qualcuno. Tutta l’esistenza è particolare. Solo l’Essere è universale. Ogni essere è compatibile con l’Essere mentre l’esistente si scontra con altro esistente. Esistenza significa, cambiamento, divenire, nascita, morte… Nell’Essere c’è solo silenzio e pace. L’Essere è stabile, senza inizio né fine, sempre nuovo, sempre fresco.. fonte di ogni ispirazione!
Per questo si dice che l’artista in certi aspetti è simile a Dio, purché sia libero da desideri di ottenimento personale e paure….
Paolo D’Arpini
Per aderire alla Biennale d’Arte Creativa di Viterbo, che si svolge dal 29 maggio al 6 giugno 2010, ci si può rivolgere a Laura Lucibello: info.apai@virgilio.it - Cell. 333.5994451
Oppure a Paolo D’Arpini: circolo.vegetariano@libero.it – Tel. 0761/587200