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Michele Trimarchi: “Dal DNA il cervello. Dal cervello la coscienza..”

Il rispetto dell’intelligenza naturale per il prosieguo della vita sul nostro pianeta

Mi rivolgo fondamentalmente all’intelligenza umana prodotta dalla stessa genetica che ha dato e dà vita alla biodiversità sul nostro Pianeta: un unico linguaggio che comunica ininterrottamente, senza limiti di tempo e di spazio, un linguaggio energetico che non commette errori, dove ogni informazione, informando, trasforma e crea sempre e comunque evoluzione dei sistemi fisici e biologici.

Una spiegazione, in questo contesto, è necessaria per comprendere che tutte le informazioni sono di fatto energia, dove energia, materia e informazione sono sempre e comunque energia. L’atomo, la molecola, la cellula, le proteine, le vitamine, gli ormoni, i ferormoni scambiano continuamente energia comunicando tra loro in base all’utilizzazione di forze elettromagnetiche, per cui esiste un principio di equivalenza tra energia, materia e informazione che definiamo E=M=I; e questo è il postulato che ha dato vita alla Neuropsicofisiologia, che adotta il principio fisico di causa – effetto.

Per converso, vediamo che l’evoluzione culturale dell’umanità ha prodotto un linguaggio astratto convenzionale, simbolico, matematico, con il quale tenta di identificare e classificare la Logica della Natura, l’ambiente e le nostre stesse esperienze e questa è la logica razionale con cui sviluppiamo i vari modelli culturali, scientifici, politici, economici, religiosi.
Ma in che rapporto sta questa razionalità con quella che viene definita Intelligenza Genetica (obiettiva ed oggettiva) che è la Logica con cui la Natura ha prodotto sia la biodiversità che le memorie genetiche (Filogenesi ed Ontogenesi)?

Dai nostri Studi Neuropsicofisiologici sulle Funzioni Superiori del Cervello Umano abbiamo potuto accertare, sulla base degli stessi studi di Roger Sperry, che ha avuto il Nobel per la medicina nel 1981, che esistono due forme di intelligenza all’interno del cervello umano, in perenne conflitto tra di loro, l’intelligenza dell’emisfero destro, regolato da una percezione fisica obiettiva ed oggettiva della realtà, e quella dell’emisfero sinistro che accumula nozioni, regole e modelli, simboli, codici linguistici astratti con i quali razionalizza le esperienze producendo una pseudo-evoluzione delle conoscenze, spesso in conflitto e in contrasto con l’obiettività e l’oggettività dell’Intelligenza Naturale Genetica prodotta dall’emisfero destro.
A questo punto, possiamo definire la razionalità sviluppata dall’emisfero sinistro un’intelligenza artificiale e astratta che minaccia costantemente, con le sue azioni e informazioni, i perfetti equilibri della Logica della Natura e dell’intero ecosistema.

Le manipolazioni chimico-fisiche e genetiche, prodotte dall’intelligenza artificiale, determinano continue tempeste e confusione negli scambi informazionali evolutivi della Natura, creando un continuo stress energetico nel tentativo, da parte della Natura stessa, di recuperare i propri equilibri energetici regolati dalla Filogenesi a dall’Ontogenesi che, da migliaia di anni, operano costantemente per realizzare evolutivamente i loro specifici Progetti Genetici.

A dimostrazione di ciò, possiamo porre la stessa domanda sia all’intelligenza genetica dell’emisfero destro che all’intelligenza artificiale prodotta dall’emisfero sinistro: “Perché distinguiamo un prodotto “biologico” dal non biologico? Non è un paradosso?”
Qual è la risposta? Che abbiamo alterato talmente tanto la Natura avvelenandola, inquinandola, costringendola a fornirci i suoi prodotti adulterati che sono causa di gravi patologie organiche e di infinite forme di allergie e intolleranze alimentari, rendendoci la qualità della vita un vero e proprio schifo; e che, allo stesso tempo, si continuano a pubblicizzare vari cibi “raffinati” e bevande che sono dei veri “specchietti per le allodole”, su cui le persone, attratte da tali esche, si lanciano, ed anche se poi subiscono cefalee e malattie varie, tutto è risolvibile, apparentemente, con tante belle pillole create ad hoc per eliminare gli effetti collaterali di ciò che si nasconde dietro tanta “pseudo-bontà” e “bellezza”. E, nel frattempo, aumentano i malati di cancro, le malattie cardiovascolari, degenerative, auto-immuni e chi più ne ha più ne metta.

Vari studiosi, e soprattutto l’Ecologia Clinica, hanno classificato le reazioni avverse agli alimenti in allergie alimentari, pseudo-allergie, ipersensibilità, reazioni tossiche, intolleranze alimentari, le quali hanno creato serie difficoltà al sistema immunitario nell’identificare il self dal non-self; e per semplificare citiamo alcuni sintomi associati alle intolleranze alimentari: cefalee ricorrenti, scarsa concentrazione, equilibrio alterato, depressione, iperattività, umore variabile, astenia ricorrente, torpore mentale.E ciò riguarda solo il sistema nervoso centrale.

A livello genito-urinario abbiamo irritazioni vaginali, cistiti ricorrenti, enuresi; a livello respiratorio, congestioni nasali, riniti, sinusiti, catarro, asma,
bronchiti ricorrenti, otiti; per quanto riguarda la pelle, eczemi, eruzioni, orticarie, pallore facciale, psoriasi, acne; a livello dei muscoli scheletrici, abbiamo dolenzie articolari ricorrenti, artriti giovanili, crampi muscolari e mialgie; a livello gastrointestinale, nausea, aerofagia, meteorismo, diarrea, gastralgia, sindrome del colon irritabile e morbo di Chron; a livello generale, linfo-adenopatia tonsillare, obesità, anoressia, fatica cronica, attacchi di panico.
Tutti questi sintomi sono stati verificati dall’Ecologia Clinica in presenza di sostanze alimentari la cui eliminazione corrispondeva alla guarigione, in base al famoso principio di causa – effetto.

Se per un attimo ci soffermiamo a pensare a quanti tipi di veleni o di farmaci (considerando gli effetti collaterali di ogni singola sostanza chimica cosiddetta farmacologia) sono stati prodotti per tali sintomi, possiamo scoprire quale tragedia l’umanità, ignara, sta in questo momento vivendo: una reazione a catena di sintomi e fenomeni che porta verso l’autodistruzione.
Proviamo a dare una risposta alla domanda perché distinguiamo un prodotto “biologico” dal non biologico.

Il prodotto cosi detto non biologico, carico di veleni, di sostanze tossiche, eccetera, apparentemente è simile al biologico, ma all’interno dell’organismo porta il suo carico adulterato ed ecco perché gradualmente si acquisisce intolleranza al pomodoro, al grano, al lievito, al latte, alle uova, allo zucchero, addebitando la responsabilità alla Natura mentre, per certo, sappiamo che la responsabilità è solo e soltanto dell’uomo che usa pesticidi, insetticidi, erbicidi, fertilizzanti artificiali, eccetera.

L’intelligenza genetica dell’uomo non avrà difficoltà ad acquisire chiarezza di quanto affermato, mentre quella artificiale è pronta ad inventarsi diecimila giustificativi per negare la responsabilità dell’uomo stesso o della “scienza” che usa, con l’unico scopo di incrementare il profitto, l’esaltazione individuale e fantasie pseudo-scientifiche che, sul piano logico-formale, sono delle belle favole per chi ha fatto dell’intelligenza artificiale il proprio stile di vita.

Basta con le “belle favole tecnico-scientifiche”, con una “scienza” che utilizza la validazione statistica sulla quale è possibile addomesticare i risultati a proprio uso e consumo. Riappropriamoci di una scienza che ubbidisce al principio di causa – effetto, dove le statistiche non possono nulla, poiché i fatti dimostrano molto più di qualsiasi bel discorso.
Ecco perché si parla tanto, oggi, del ritorno al biologico, ovvero del ritorno al Dinamismo della Natura, della Sua Intelligenza e della biodiversità prodotta da Tale Intelligenza, dove non esiste pianta o insetto o microbo che non svolga il proprio lavoro per armonizzare e far evolvere l’intero sistema ecologico.

E‘ possibile recuperare la biodiversità con la sua Filogenesi?
E’ reversibile il processo o è troppo tardi?
Quanti insetti o piante vengono uccisi da erbicidi, insetticidi, disseccanti, si sta correndo ai ripari cercando di proteggere le api, ormai distrutte da tali veleni, poiché senza di loro l’impollinazione diventa assai difficile, per non parlare di tanti e tanti altri organismi biologici che collaborano per il successo di ogni elemento che costituisce la biodiversità.

Fermiamoci, finché siamo in tempo, e dedichiamo tutti i nostri sforzi, tutta la nostra scienza e tecnologia, nonché le risorse economiche per il recupero della biodiversità che prevede solo ed esclusivamente prodotti biologici, ovvero prodotti secondo le Leggi di Natura, che non sono leggi astratte ma che riconoscono il sacrosanto diritto alla vita, al benessere, all’armonia di ogni singolo organismo del mondo vegetale, animale e umano.

E, in questo contesto, acquista un grande valore l’affermazione del Convegno “Cibus in primis” poiché, come abbiamo potuto constatare, la qualità dei cibi favorisce la salute, il benessere e la qualità della vita.

Decondizionare i cervelli, facendo sì che la Logica Genetica e l’Intelligenza dell’emisfero destro possano integrare e trasformare obiettivamente ed oggettivamente la logica dell’emisfero sinistro, è la Via Maestra percorribile per rendere giustizia ai grandi sforzi compiuti dalla Natura e consentire una speranza etica di vita alle nuove generazioni, visto che è la Logica della Natura che produce saggezza e, allo stesso tempo, è solo la saggezza che rispetta le Leggi di Natura.
Il diritto alla vita è un diritto inalienabile, sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. E’ compito degli Stati tutelarlo e garantirlo in ogni sua forma e sostanza.

Forma e sostanza si integrano in quel Valore che è la Dignità della Memoria Genetica di ogni organismo esistente sul nostro Pianeta.
Il riconoscimento e il rispetto di Tale Valore è un imperativo per qualsiasi forma di intelligenza; negarlo non è più possibile senza incorrere in tutte le sanzioni previste dal Diritto Naturale.

Michele Trimarchi

Scienziato. Fondatore della Neuropsicofisiologia. Psicologo e formatore. Presidente ISN.
Candidato Premio Nobel per la Pace 1986 e
Premio UNESCO per l’Educazione ai Diritti Umani 2000

Relazione presentata al Convegno CIBUS IN PRIMIS
Todi, 9 giugno 2011, h. 8.45 – 18.00 Istituto Tecnico Agrario “A. Ciuffelli”

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Scienza & Moderna Inquisizione – Quando il “potere” condanna la libertà di scelta terapeutica e di ricerca

Sono oggi disponibili nuove scoperte scientifiche in grado di cambiare le nostre convinzioni secolarizzate, di farci vedere il funzionamento delle cose in modo completamente diverso, a volte opposto, a quello che abbiamo sempre dato per scontato, nuove teorie in grado di migliorare la vita di tutti.

Abbiamo vissuto per millenni con la convinzione che la Terra fosse piatta, che la Terra fosse il centro dell’Universo, che il sole girasse intorno alla Terra, che l’essere umano fosse stato creato così come lo vediamo oggi, che materia ed energia fossero cose diverse, che l’energia elettrica non potesse essere trasportata senza fili, che l’uomo non potesse condizionare clima e terremoti, e così via.

Se non ci fossero stati scienziati che hanno anche dato la loro stessa vita contro l’oscurantismo delle diverse forme di inquisizione, che sono stati isolati dalla comunità per le loro teorie, oggi vivremmo ancora nelle caverne! Ma se ci fosse stata più apertura e libertà per tutti noi oggi ci sarebbe stato un presente migliore.

OGGI E’ IL PRESENTE MA E’ ANCHE IL PASSATO DEL NOSTRO FUTURO.

E’ ad oggi che dobbiamo guardare, fare oggi qualcosa per realizzare il nostro futuro. Se possiamo fare qualcosa lo possiamo fare proprio adesso!

Oggi i più forti contrasti ci sono nel campo salute. Se qualcuno riuscisse a curare la maggior parte delle forme di cancro senza farmaci o senza chirurgia? Se qualcuno scoprisse che la malattia mentale in realtà non esiste e le persone possono risolvere problemi di natura psicologica senza psicofarmaci e senza psicoterapia ma con interventi psicoeducativi ed informazione? Saremmo contenti realmente? Finalmente liberi di scegliere?

Oppure le lobbyes di potere accademico, coloro che rivestono ruoli di potere decisionale, coloro che hanno basato il proprio potere sulle vecchie conoscenze cercherebbero di impedire l’emergere di tutto questo? Lo scenario sarebbe quello del dibattito scientifico a pari livello oppure sarebbe quello di un tentativo dei poteri istituzionalizzati di censurare?

Chi ha potere avrebbe sempre l’ultima parola e l’innovazione e lo scalpore finirebbero in un mutismo mediatico, in una omertà dei mezzi d’informazione oppure non emergerebbero affatto. Anche le riviste scientifiche non pubblicherebbero. Allora lo scienziato creerebbe libri, una propria rivista, utilizzerebbe il web e convegni per poter continuare a far vedere la verità, altri invece morirebbero civilmente sotto cumuli di silenzio. Nel dubbio poche persone quindi si prenderebbero a quel punto il “rischio” di scegliere diversamente da ciò che viene proposto da chi ha sempre detenuto il potere.

A questo punto il potere istituzionalizzato utilizzerebbe la classica frase “la comunità scientifica internazionale dice diversamente” oppure “non ci sono pubblicazioni su riviste accreditate”, ma accreditate sempre da chi detiene il potere!

Far emergere nuove scoperte per quei pochi che ancora hanno la voglia e la passione di dedicarsi allo studio e alla ricerca scientifica è davvero arduo in questo momento storico così fortemente condizionato da gruppi di potere accademico.

Oggi le “moderne inquisizioni” sono composte dagli stessi scienziati che però rivesto cariche di potere Accademico, politico, economico e decisionale. Oggi la lotta è tra gli “Accademici” con i loro protettori istituzionali e gli scienziati innovatori estranei a tali giochi di potere.

Gli innovatori sembrano tutti ciarlatani, come se nulla potesse essere scoperto, da professionisti e scienziati, al di fuori delle università, delle accademie!  Se qualcuno affermasse “nessuno può inventare nulla al di fuori di quello che noi diciamo” sarebbe un atteggiamento scientifico, aperto o una formula inquisitoria?

Se chiunque al di fuori delle accademie contrastasse scientificamente gli assiomi dominanti il potere istituzionalizzato oggi si vedrebbe accusato di non essere scientifico, di essere un ciarlatano, verrebbe censurato, sospeso o radiato dal proprio ordine professionale secondo la nota formula dell’inquisizione che recita più o meno così: “Dato che sui nostri testi di riferimento, c’è scritto Questo e i nostri testi dicono la verità, chiunque affermasse o cercasse di dimostrare il contrario, sarebbe un ciarlatano e condannabile” 

La formula dell’inquisizione parte dal presupposto che nulla si può dire o dimostrare al di fuori di quello che il conformismo scientifico ha stabilito. Questo non è soltanto un pericolo, è una realtà sotto i nostri occhi ma che la maggior parte di noi ignora o pensa sia un dibattito estraneo ai propri interessi. Ma quando dobbiamo scegliere la cura che crediamo più efficace, potremmo scegliere soltanto tra ciò che è rimasto, tra ciò che i “luminari” accademici dicono che sia scientifico. Di fatto avremmo soltanto l’illusione della libertà di scegliere perché di altro non ci viene data notizia.

Contro tale forma di “moderna inquisizione” in favore della libertà di scelta, c’è l’informazione, la comunicazione. L’informazione è la prima forma di tutela. Se su un miliardo di persone uno soltanto dicesse la verità? Sarebbe più facile credere ad un miliardo contro uno! Ma volgendo lo sguardo alla storia degli scienziati innovatori ricordiamo Nome e Cognome, perché era quell’uno su un miliardo! Questo ci dovrebbe insegnare una sola cosa, Che non possiamo distruggere o censurare a priori ma è necessario che ci sia libertà di scelta per tutti (per lo scienziato, per il professionista di applicare in scienza e coscienza ciò che ritiene utile al benessere, per ogni persona di scegliere a chi rivolgersi). Ciò che è utile lo decide il mercato nella sua libertà e autonomia ma chi mantiene il proprio potere su vecchi assiomi vedrebbe così la perdita del proprio dominio e, anziché mettersi sullo stesso livello dell’innovatore, censura quest’ultimo, lo mette a tacere minacciando di stessa sorte chiunque lo seguisse.

Questo incontro-dibattito, promosso dal movimento 68scientifico.org, è aperto a tutti coloro che vogliono conoscere, che vogliono essere liberi artefici della propria esperienza.

UN EVENTO UNICO

A Roma il 13 maggio 2010 ore 18.00 c/o il Caffè Letterario in via Ostiense, 95, si terrà l’incontro-dibattito “Scienza & Moderna Inquisizione. Quando il potere condanna la libertà di scelta”.

Interverranno (in ordine alfabetico per cognome) i relatori hanno offerto la propria disponibilità a titolo completamente gratuito in favore della scienza, del sapere e della libertà di scelta.

Marco Baranello, psicologo e scienziato fondatore della teoria emotocognitiva

Tullio Simoncini, medico e scienziato autore del libro “il cancro è un fungo”

Michele Trimarchi, psicologo e scienziato fondatore neuropsicofisiologia candidato Nobel per la pace 1986

Giorgio Vitali, chimico giornalista scrittore si occupa di “mercato della salute”

Per informazioni: www.68scientifico.org

Tel +39 068148055 (SRM Psicologia)

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La funzione della neuropsicofisiologia nella medicina integrata per lo sport – di Michele Trimarchi

Premessa

L´espressione delle potenzialità umane della donna e dell´uomo all´interno dello sport concretizza tutti gli aspetti emozionali, razionali e creativi capaci di superare continuamente i limiti evidenziati dalla stessa attività sportiva nell´evoluzione socio-culturale dei popoli.

Ogni disciplina sportiva utilizza alcuni aspetti dell´attività psicomotoria e metabolica dell´asse psico-neuro-endocrino che agisce costantemente sull´attività metabolica dell´intero organismo.

Non è  possibile separare muscoli, tendini, circolazione, e quindi cuore, fegato, reni e soprattutto cervello, per esprimere al meglio e al massimo le potenzialità dell´essere umano per il raggiungimento di qualsiasi attività sportiva e agonistica, poiché essi nell´organismo sono interdipendenti e svolgono il proprio ruolo con l´unico scopo di rendere efficace ogni espressione dell´intero organismo.

Creatività  e agonismo sportivo

Sulla competizione agonistica occorre puntualizzare che è necessario educare gli atleti ad una profonda conoscenza delle potenzialità del proprio corpo, onde evitare di richiedere ai propri tessuti, organi o metabolismo più di quanto essi possono dare.

Va precisato che gli atleti dovranno acquisire una consapevolezza capace di gestire  creativamente le proprie risorse psicofisiche, poiché è la creatività che deve competere nell´agonismo sportivo: uno sport fondato sulla creatività, che utilizza le potenzialità del corpo umano, sarà la vera cultura sportiva che può dare gioia e gratificazione sia agli atleti che a chi ama lo sport.

Una gara di creatività nella gestione delle proprie risorse psicofisiche in tutte le discipline sportive metterà in luce le immense potenzialità racchiuse nel cervello umano e nel soma; e soprattutto si ridurranno i gravi rischi non solo di traumi fisici ma anche di vere e proprie patologie che possono instaurarsi nel tempo.

Occorre ricordare che il corpo umano è regolato da leggi fisiche che non possono essere violate senza subire una “sanzione” in termini di danno o patologia. La conoscenza di tali leggi sarà un ulteriore aiuto per prevenire i danni che ogni giorno si producono all´interno di alcune discipline sportive

Scienza e coscienza nello sport

Scienza e coscienza sono indispensabili per un´educazione sportiva che porti al rispetto della Dignità come valore della propria esistenza e, di conseguenza, dell´altrui Dignità. La Pari Dignità va sempre tenuta in considerazione in qualsiasi attività competitiva per il raggiungimento del successo e ciò è possibile soltanto con la creatività nelle discipline sportive.

L´unicità della persona si esprime con l´originalità delle proprie azioni che, per definizione, possono essere prodotte solo dalla creatività 

A questo punto, è facile comprendere come una conoscenza fisiologica di tutti gli aspetti della realtà umana ci permette di dare coscienza all´Io, o al Pilota dell´individuo, di come gestire le proprie risorse bio-psicologiche; mentre l´integrazione delle scienze mediche può offrire gli strumenti agli operatori della salute per le terapie tendenti al recupero funzionale delle attività metaboliche e organiche dell´organismo in toto.

L´Integrazione delle Scienze e la nascita della Neuropsicofisiologia

Negli anni settanta-ottanta, io ed altri ci siamo dedicati all´Integrazione delle Scienze, al fine di dar vita ad “Una Scienza Integrata” propedeutica alla verifica e alla comprensione del continuum funzionale tra cervello e soma e tra cervello e ambiente, affinché si comprenda come l´Io, o il Pilota, deve gradualmente appropriarsi della gestione di tutta l´attività del proprio cervello e del proprio corpo: la Neuropsicofisiologia.

La Neuropsicofisiologia integra in sé tutte le potenzialità del corpo umano dove mente, cervello, soma sono interdipendenti e dinamici, riconoscibili e descrivibili come processi neuropsicofisiologici.

Le scienze psicologiche, biologiche e mediche richiedono un processo di integrazione, affinché i vari professionisti della salute possano usufruire di una conoscenza fisiologica che sia in grado di partecipare, in fase terapeutica, con l´opera fisiologica endogena che il “medico genetico” mette in atto per il recupero funzionale di tutta l´attività organica che ha subìto alterazione nel rapporto con l´ambiente circostante.

Il cervello è certamente la sede di controllo e di gestione di tutto ciò  che accade nella totalità dell´organismo.

Tutto avviene in un continuum funzionale dove istante per istante ogni parte del corpo informa del proprio funzionamento il cervello, comunicando qualsiasi alterazione si possa creare, affinché il cervello stesso provveda a intervenire per risanare la situazione.

Migliaia e migliaia di segnali raggiungono in ogni istante il cervello, monitorando l´equilibrio metabolico, omeostatico dell´attività scheletrica e muscolare, indicando inoltre la posizione corretta (ortostatica) nello spazio e nel tempo 

Ciò che contraddistingue il benessere psicofisico dell´individuo è il dinamismo della comunicazione tra cervello e soma e tra soma e cervello; la comunicazione va vista a livello intracellulare, intercellulare, organica.

Quel che è  certo è che la vita è comunicazione con uno scambio continuo e costante di energia che, in varie forme, acquisisce il ruolo di informazione.

L´informazione è dunque energia e materia. Esiste, quindi, un principio di equivalenza tra energia-materia-informazione: E=M=I.

La conoscenza di come il cervello mantiene il dinamismo del soma è fondamentale al fine di favorire (e non interferire) il riequilibrio costante dell´omeostasi intracellulare, intercellulare, dell´intero organismo.

A tale scopo, è di fondamentale importanza la nutrizione, che rifornisce di tutte le sostanze necessarie (che sono sempre e comunque energia, materia, informazione) indispensabili al buon funzionamento dell´intera “macchina” umana.

La “qualità” della nutrizione determina la qualità del buon funzionamento dell´intero organismo, cervello compreso.

Lo sport, nelle sue varie forme di competizione, mette in luce i limiti consentiti dalla fisiologia psicosomatica e qualsiasi tentativo di valicare tali confini rappresenta un rischio che può portare alla patologia funzionale organica.

Si richiede, al fine di evitare danni, una buona conoscenza educativa della gestione delle proprie potenzialità psicofisiche.

Un corretto equilibrio nutrizionale, un ottimo rapporto sonno-veglia, nonché  esercizi appropriati specifici per il tipo di sport esercitato, danno all´atleta e a tutti coloro che praticano sport una reale conoscenza delle proprie potenzialità psicofisiche.

L´intelligenza posta a servizio dell´Io Cosciente e consapevole della corretta utilizzazione delle proprie potenzialità è un buon indicatore, nel tempo e nello spazio, della salute e del benessere nel mondo dello sport.

Un breve cenno va dato sulle funzioni degli emisferi cerebrali che attraverso il corpo calloso, formato da circa duecento milioni di fibre che mettono in comunicazione le varie aree del cervello, sono fondamentali per comprendere come è possibile gestire al meglio le potenzialità creative dell´individuo, superando quelle forme di condizionamento che sin dalla nascita si sviluppano all´interno dell´emisfero sinistro del cervello, creando stili di vita, comportamenti e caratteri che riducono fortemente l´utilizzazione delle proprie risorse energetiche e delle stesse potenzialità cerebrali e somatiche.

La creatività  nello sport è possibile qualora l´individuo ha subìto pochi condizionamenti limitanti il sinergismo interemisferico; questi sono coloro che si distinguono per le loro prestazioni sportive proprio per la ridotta limitazione data da condizionamenti acquisiti.

Per tale ragione, occorre un intervento educativo per liberare gli atleti da tali condizionamenti, favorire il sinergismo interemisferico, riducendo l´ansia da prestazione e quindi per ottenere migliori prestazioni psicofisiche nell´ambito delle discipline sportive.

Conclusioni

L´argomento richiede grandi approfondimenti per far comprendere soprattutto che esistono in ogni essere umano enormi possibilità e potenzialità qualora il sinergismo interemisferico viene attivato dall´integrazione delle informazioni percepite e dalla rimozione di quei condizionamenti che deformano la percezione e portano a commettere errori nell´esecutività psicomotoria predeterminata dall´Io. La predeterminazione dell´obiettivo da parte dell´Io subisce una deformazione nell´esecuzione, a causa di specifici condizionamenti sviluppatisi nell´arco delle esperienze esistenziali che vanno rimossi al fine di migliorare il rapporto tra ideazione dell´azione ed esecutività 

Le emozioni, le pulsioni, legate spesso a condizionamenti, la paura di sbagliare, le memorie di precedenti errori, le pressioni psicologiche degli avversari, la suggestione indotta dalla disonestà poco sportiva di alcuni, producono troppo spesso gravi danni, non solo al mondo dello sport ma anche alla motivazione sportiva delle nuove generazioni a scapito della qualità della vita all´interno dell´evoluzione culturale e sociale del genere umano.

Tutto ciò  richiede un grande impegno, soprattutto educativo, scientifico e culturale, finalizzato a dare valore allo sport non come successo economico e di potere sugli altri, ma come capacità creative delle immense possibilità che il nostro cervello e il nostro corpo mettono a disposizione di tutti coloro che amano la vita anche attraverso lo sport.

Prof. Michele Trimarchi – isn.npf@gmail.com 

Lectio Magistralis tenuta al Corso teorico-pratico “La patologia tendinea nell’arto superiore: stato dell’arte” – Sabato, 24 aprile 2010 Museo del Calcio Centro Tecnico Federale F.I.G.C. Coverciano (FI)

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OGM, 2 marzo: “La patata Amflora, geneticamente modificata, è introdotta dalla CEE nelle coltivazioni comunitarie – Di chi è il vantaggio?” – Notizie di cronaca comunitaria ed un commento su Scienza e Coscienza di Michele Trimarchi

Sono solo sei gli stati europei che hanno coltivazioni Ogm, la superficie totale coltivata ad Ogm nel continente è diminuita del 12% in un anno. La Germania a fine 2008 ne ha vietato la coltivazione. L’Europa sembra schierarsi contro queste coltivazioni, nei Paesi in via di sviluppo, in Cina, in Brasile invece gli Ogm aumentano.

I sostenitori degli Ogm affermano che utilizzando semi Ogm aumenti la resa dei campi, il rovescio della medaglia è però che i contadini si ritrovano ad usare dei semi brevettati che devono acquistare di anno in anno, dalle Multinazionali. C’è poi il problema della contaminazione: chi decide di essere Ogm-free rischia di avere comunque un raccolto Ogm se nei campi limitrofi vi sono tali coltivazioni.

La sfida per il futuro non è facile, secondo stime delle Nazioni Unite la popolazione mondiale crescerà del 34% e nel 2050 il pianeta si troverà dover sfamare 9,1 miliardi di persone. Secondo alcuni solo gli Ogm possono soddisfare questo bisogno, secondo altri è necessario puntare sulla qualità e sul benessere alimentare di tutti, solo così il mondo potrà salvarsi.

Il 2 marzo u.s. la Commissione europea ha dato l’autorizzazione alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora, e all’importazione di alcune varietà di mais Gm.

In questo dibattito ci proponiamo di approfondire la questione attraverso dichiarazioni e interviste ad esperti, ricercatori, professori universitari e divulgatori scientifici.

Partecipano: Luca Marini, Il ministro Luca Zaia, Mario Tozzi, Gianni Tamino , Marcello Buiatti, Michele Trimarchi, Roberto Burdese, Pietro Perrino, Vandana Shiva, Fondazione diritti genetici

Fonte notizie citate:  Agricoltura Italiana Online
www.aiol.it

…………

 

Michele Trimarchi

Psicologo, fondatore della neuropsicofisiologia negli anni ’70-’80, presidente ISN (International society of neuropsychophysyology) di Roma.

Margherita Hack in un’intervista ha dichiarato che si tende a “demonizzare la scienza” e ha citato al riguardo la paura verso gli OGM. Lei crede che i cittadini abbiano “paura” degli organismi geneticamente modificati?

Prof. Trimarchi: ”Margherita Hack sa che non è la scienza che viene demonizzata ma l’uso improprio che si fa della scienza per scopi contrari ai fini della scienza stessa.

Gli organismi non vengono modificati dalla scienza, ma da tecnocrati che pensano di gestire la Natura a proprio uso e consumo con motivazioni che troppo spesso offendono la Logica e l’Evoluzione della Natura.

La Natura sa come modificare i geni; l’uomo, con il suo empirismo, tenta di farlo e aspetta di vedere i risultati; e tali risultati devono sempre e comunque dare profitto a chi investe danaro su tali manipolazioni.

Che c’entra la scienza con il profitto, con il potere dell’uomo sull’uomo, quando la scienza dovrebbe produrre conoscenza per tutti?

Come si fa a non avere paura di organismi geneticamente modificati che vengono resi sterili da tali modificazioni?

Il buonsenso, o il senso comune, ha in sé una “logica” che spesso sfugge all’intelligenza artificiale con la quale si vanno a modificare organismi evolutivamente perfetti.”

Lei ha dichiarato “mi viene da sorridere quando ascolto le affermazioni di grandi specialisti come genetisti, biologi, chimici, biochimici, infarciti di un sapere che nega a priori l’intelligenza della Natura e con tali affermazioni decidere il destino dell’ecosistema e dell’intera umanità”, tuttavia è innegabile che la scienza abbia, spesso, “aiutato” la natura stessa. Esiste un futuro possibile in cui la natura e la scienza collaborano senza danneggiarsi?

Auspico un futuro possibile in cui la scienza possa favorire la Natura senza danneggiarla; e ciò è possibile nel momento in cui gli scienziati scoprono la “sacralità” della memoria genetica di ogni organismo esistente, poiché ogni seme contiene in sé il progetto filogenetico ed ontogenetico della specificità del seme.

La scienza deve produrre conoscenza e, come tale, avere grande rispetto del Dinamismo e della Logica della Natura.

Ciò renderà possibile un “dialogo” con la Natura favorendola nella sua opera di fornire a noi umani tutto quello che ci occorre per vivere serenamente. Gli attuali modelli teorici non tengono conto di quella comunicazione dinamica e integrata della “tecnologia” della Natura. E’ per questo che mi viene da sorridere quando si fanno passare i modelli teorici come verità, quando sono soltanto brandelli di verità e non tutta la verità.

Il discorso è lungo e complesso e non è rispondendo a queste domande che posso esprimere la mia conoscenza di tali processi.

Io sono uno scienziato che non rompe i “giocattoli” per comprendere come sono fatti, ma li osserva nella loro espressione per comprendere le cause che li hanno prodotti.

Per il 2050 dovremmo sfamare più di 9 miliardi di persone. Qual è la soluzione?

Sono tanti anni, ormai che sento fare domande di questo genere. Adesso, addirittura, si ipotizza che nel 2050 dovremmo sfamare più di 9 miliardi di persone. Conosco bene i furbi che pongono questo tipo di domande. Ricordo, tanti anni fa, quando il Club di Roma fece fare una ricerca da cui venne fuori che nel 2000 saremmo stati 6 miliardi di persone e che bisognava ridurre le nascite per evitare la sovrappopolazione della Terra.

Quanta limitatezza c’è in queste affermazioni!

Anche attualmente ci sono milioni di persone che muoiono di fame e ce ne sono tante altre che muoiono per eccesso di cibo.

Invece di porci queste domande, dobbiamo chiederci come mai c’è ancora su questo Pianeta così tanto egoismo da distruggere derrate alimentari piuttosto che distribuirle a chi ne ha bisogno. Forse, perché le leggi di mercato, le organizzazioni nazionali pseudo-democratiche o le multinazionali impediscono il soddisfacimento dei bisogni fondamentali delle popolazioni.

Chi è che non si sente di affermare che sul nostro Pianeta non c’è abbastanza cibo per tutti? Perché anche quando eravamo 4 miliardi di persone c’erano milioni di persone che morivano di fame?

Bisogna rispondere a questo tipo di domande se vogliamo risolvere i problemi. Non si può continuare a inventare nuovi problemi, per giustificare azioni contrarie al rispetto per Dignità Umana, senza rispondere ai vecchi, senza rispondere a quelli già esistenti.

E la soluzione di tutto questo è a portata di mano: educare le coscienze alle Pari Dignità, affinché ognuno impari ad amare il prossimo come se stesso.

Questa non è una frase fatta, ma è qualcosa di molto importante su cui dobbiamo tutti riflettere, senza continuare a cercare soluzioni astratte che vìolano i diritti fondamentali, non solo degli esseri umani, ma anche della Natura e dell’ecosistema.

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Intervento di Michele Trimarchi: “Neuropsicofisiologia come terapia per la patologia oncologica e paragoni con il metodo Luigi Di Bella”

La patologia oncologica rappresenta per l’organismo in toto la più grave forma di “ribellione” a quelle leggi fisiche e fisiologiche che regolano l’integrità psicofisica della comunicazione intracellulare, intercellulare, organica, in sintesi neuropsicofisiologica.

Un postulato di base sostanzia la Neuropsicofisiologia: E = M = I (Energia = Materia = Informazione). Ciò significa che gli atomi, le molecole, le cellule, gli organi, l’intero organismo scambia costantemente materia, energia, informazione.

Tali scambi avvengono attraverso processi elettromagnetici, biochimici, biofisici da cui tutta la materia biologica (e non) è costituita.

Comprendere il “linguaggio” elettromagnetico degli atomi e delle molecole ci consente di ricercare le cause non solo della patologia oncologica ma di tutta la nomenclatura della patologia medica.

Occorre tenere presente che la fisiologia umana nei suoi processi filogenetici ed ontogenetici è regolata da leggi fisiche “perfette” e solo le violazioni di tali leggi sono causa, nel tempo, di squilibri metabolici che, se non rimossi, possono provocare gravi patologie e, in ultima istanza, anche la morte.

Dato che Luigi Di Bella era e rimane fisiologo e scienziato e fonda la sua terapia su principi fisiologici strettamente correlati a quelle leggi fisiche che consentono l’armonizzazione delle funzioni dell’intero organismo e che la patologia è certamente una risposta a violazioni delle stesse leggi fisiologiche, ci sembra ovvio che tale terapia contrasta con chi ritiene che è necessario aggredire l’organismo per curare.

Tale ragionamento non è scientifico perché esclude la profonda conoscenza fisiologica dell’integrità psicofisica nel suo dinamismo.

Per “assurdo”, nel primo caso la patologia altro non è che l’estensione dell’azione della fisiologia finalizzata alla sopravvivenza dell’organismo fino alla rimozione della causa che induce lo “stato patologico”.

L’oncologia, quindi, non va vista come malattia, ma come logica conseguenza di un’azione il cui “obiettivo” è sempre e comunque sopravvivenza.

Esempio: se l’ignoranza spinge l’essere a nutrirsi con sostanze tossiche che l’organismo non riesce a smaltire, non ci dovremmo sorprendere nel vedere neoplasie nel fegato o nel rene, poiché l’unica risposta che può dare l’organismo è quella di aumentare quelle cellule che dovrebbero smaltire tale tossicità; così come una carenza di ossigeno nel sangue potrebbe indurre una neoplasia polmonare e ciò sarebbe ancora tentativo da parte dell’organismo per prolungare la vita.

Ecco perché  l’intervento neuropsicofisiologico è in grado di verificare quanto l’individuo è capace di gestire il proprio rapporto con la nutrizione e con un’auto-educazione capace di favorire l’espressione fisiologica dell’intero organismo.

L’essere umano ignora le potenzialità del mezzo principi nel quale si esprime e ciò lo conduce in situazioni conflittuali con se stesso e con l’ambiente naturale e sociale in cui vive; quindi, è l’ignoranza la causa prima di tutte le malattie e soprattutto degli infiniti conflitti che egli vive nell’arco della sua esistenza.

La Neuropsicofisiologia educa l’individuo ad una profonda conoscenza delle proprie potenzialità psicofisiche spingendolo, di conseguenza, verso l’autostima e la consapevolezza di come prevenire qualsiasi forma di malattia e soprattutto insegna che non siamo nati per soffrire ma possiamo anche progettarci il nostro benessere.

Michele Trimarchi – isn.npf@gmail.com

Abstract dell’intervista su  radiotvsanmarino  tg del 16/01/2010 h. 19,30

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