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Bioregionalismo poetico – Riapprendere il proprio luogo e la propria cultura

“Immagine poliedrica del mondo
dove ogni tuo scoop sia un beat
si fa con un flash
uno scoop
che faccia beat”

Reintegrazione bioregionale

Italo Calvino nel suo romanzo il “Visconte dimezzato” raccontava di un visconte che fu colpito in battaglia da una cannonata in due parti uguali una buona e una cattiva. Le due parti si aggiravano per le campagne facendo danni allo stesso modo, una volendo fare il bene e l’altra il male. i contadini disperati con uno stratagemma riuscirono a catturare le due parti e a ricucirle assieme così tornò la pace nelle contrade. Questo per dire che come può esistere un tipo di comunicazione manipolata così può esistere una contro comunicazione o comunicazione alternativa che può essere anch’essa manipolata e sono convinto che tutte e due fanno danni allo stesso modo.

Quando ero giovane assorbivo a piene mani dalla contro cultura americana espressionismo astratto, beat generation, free jazz, sapevo tutto di Bob Dylan di Che Guevara, di un gruppo di femministe morte in un incendio in fabbrica, poi ho scoperto che non sapevo niente di Ninno Nanco, famoso brigante, di Matteo Salvatore famoso poeta cantastorie di Aprirena, scomparso pochi anni fa, non sapevo della rivolta delle tabacchine negli anni 30, nel Salento, in cui morirono diverse donne.

Conoscevo Frank Lyod Wright e non conoscevo l’architettura rurale dei luoghi in cui vivevo, non conoscevo la musica di tradizione della mia regione. Poi ho scoperto pian piano che le grandi coltivazioni di canapa e lino nel meridione sono state spazzate via dal nylon e dal cotone degli americani, che le osterie e le trattorie sono state soppiantate da american bar con tutti i materiali per realizzarli provenienti da oltre oceano, che dopo la guerra alcune lobbies di allevatori americani hanno deciso che tutti dovevano mangiare più carne.

Mio nonno aveva una dieta quasi vegetariana, è stato calcolato che un tempo il consumo pro-capite di legumi era di 25 kg a persona e la carne 2-3 kg a persona e che oggi il rapporto è esattamente l’opposto con un consumo pro capite di carne di circa 25-30 kg e il consumo di legumi 3-5 kg.

Non ho niente contro la cultura americana ma per un sacco di anni come hanno fatto le generazioni precedenti tutto quello che veniva dea fuori e da lontano sembrava più bello, poi non c’era nessun tipo di filtro o resistenza da parte delle istituzioni o anche dagli intellettuali e associazioni, sto scrivendo di getto non so dove voglio arrivare, per ora mi fermo!

Ferdinando Renzetti – f.renzetti@casediterra.it

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Avanti c’è posto, euroscettici attenti, Giovanna d’Arco, 10 proposte semplici per uscire dalla crisi, ebrei contro israele

Il Giornaletto di Saul del 25 maggio 2014 – Avanti c’è posto, euroscettici attenti, Giovanna d’Arco, 10 proposte semplici per uscire dalla crisi, ebrei contro israele

Care, cari,

Treia. Avanti c’è posto – Ieri vigeva il silenzio stampa sulla campagna elettorale in corso, in vista della chiamata alle urne per le europee e -qui a Treia- anche per le comunali. Ciò non ostante il mio cappuccino bollente mattutino è stato di lunga durata. Sono stato fermato a più riprese da varie persone che mi spiegavano le ragioni per cui dovevo votare per questo o per quello. Ho imparato più ieri mattina sui risvolti della politica internazionale e locale di quanto abbia appreso in tutti questi mesi di campagna elettorale. Tra l’altro ho capito perfettamente cosa devo fare. Farò come gli antichi: guelfo in casa e ghibellino in Europa.. (oppure all’inverso: ghibellino in casa e guelfo in Europa). La politica nel Foro, come facevano i Romani è tutt’altra cosa,… o forse è la stessa identica cosa, cambiano solo i modi. Insomma quando son tornato a casa, che erano quasi le 11, ho ricevuto la telefonata di Caterina, arrabbiata, perché mi aveva cercato senza trovarmi. Donne e politica vanno poco d’accordo, di solito le donne sono per le cose concrete, per la soluzione dei problemi immediati, l’uomo invece tende a virtualizzare, insomma filosofeggia. Poi, a pace fatta, Caterina mi ha salutato dicendomi: “devo finire di stirare i panni… lo stiro per me è un momento di meditazione altissima”. Ed io ho pensato a quanto fosse vero, infatti da militare stiravo anch’io, quando prestavo servizio al centralino della scuola di applicazione d’arma a Torino. Siccome preferivo fare il bucato da me, piuttosto che mandare la biancheria in lavanderia, visto che lì al centralino (che era una piccola abitazione indipendente di tre stanze ) avevo un bagno personale con tutti i conforti, e che la pulizia delle mie camice era importante… non solo me le lavavo ma anche le stiravo. In effetti più che servizio militare quello per me era un servizio di vivere con cura… – Continua: http://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2014/05/24/treia-24-maggio-2014-avanti-ce-posto/

Memoria politica personale aggiunta – ..una volta mi sono candidato per una lista regionale del Lazio che si chiamava “Autonomia LIberale”, presi solo 6 voti… come il Casaleggio (infatti non avevo praticamente fatto alcuna campagna elettorale) e ciò malgrado gli articoli che apparvero su di me a mezza pagina su parecchi giornali: Il Messaggero, Paese Sera, Avvenimenti, etc. (a quel tempo ero famoso, anche se politicamente non raccomandabile). Beh, si vede che i giornali già allora non contavano nulla (parliamo degli anni ‘90 del secolo scorso). Fui molto contento dei risultati ottenuti, così mi ero ampiamente vendicato del sistema. Un’altra volta mi candidai invece ad anti-papa… con risultati analoghi.

Messaggio agli “euroscettici” – Scrive Vincenzo Zamboni: “Le banche sono associazioni un po’ di malaffare, dedite alla creazione di falsi passivi in bilancio per farli riempire da cittadini ignari, creduli a politici vampireschi, e lo Stato Italiano NON è una Repubblica, bensì una Res Privata, sicché non gestisce gli interessi dei cittadini bensì quelli degli azionisti. Purtroppo la cosa è assai seria, perché i veri padroni dell’ente di fatto “stato italiano” sono gli acquirenti dei suoi titoli di debito…. che una volta erano acquisiti dalla Banca d’Italia, allora vera zecca di Stato, oggi se li acquistano i plutocrati, che fanno e disfano i governi dietro minaccia di far fallire lo Stato via mancato acquisto dei titoli se il parlamento non esegue gli ordini insediando chi è scelto dal padrone….”

Mio commentino: “Questo dimostra che l’uscita dall’euro (se si farà) deve essere implementata dall’uscita contemporanea dal signoraggio bancario… la sola uscita dall’euro non solo non è sufficiente ma potrebbe essere dannosa. Lo capiranno i futuri aspiranti governanti euroscettici? E soprattutto sarà consentito all’Italia di uscire da un sistema che ormai domina il mondo? Considerando che persino Kennedy e Moro furono fatti secchi solo perché ci provarono ad affrancarsi dalle banche? Vedere inoltre le guerre contro Libia, Iraq, Siria, Iran, etc pompate solo perché quei paesi hanno moneta sovrana? Qui siamo ad una svolta epocale o l’uomo ritrova la propria dignità e libertà oppure l’umanità sarà fatta di schiavi… Compresi quelli che dominano gli schiavi, perché è prigioniero sia il carcerato che il secondino…” – Continua: http://paolodarpini.blogspot.it/2014/05/dal-security-act-del-1933-alla.html

Commento di Loris: “…il tuo messaggio è chiaro, ma ti voglio porre un quesito:- per farci entrare nella moneta unica, sono stati sollevati tutti questi problemi, oppure è stata una cosa piuttosto semplice? Ritengo inopportuno farsi troppi scrupoli, perché in qualità di vittime del signoraggio bancario, non avremmo mai l’opportunità di uscire facilmente dall’euro, ma ogni tanto bisogna essere coraggiosi e ribellarci ai soprusi o almeno cercare una soluzione efficace, d’altronde come dice il detto… la fortuna aiuta gli audaci!”

Mia rispostina: “..sono d’accordo… sulle piccole tappe.. ma non bisogna mai perdere di vista la meta finale: la sovranità monetaria, politica, economica, culturale… altrimenti restiamo sempre appiccicati al sistema.. e al massimo otteniamo qualche briciola… giusto per tacitare il popolo con il vecchio metodo del Panem et Circenses”

Brindisi. Progetto CANAPA – Scrive D.D’A.: “Ripristino dei terreni inquinati grazie ad una pianta che è stata demonizzata, ma più che demoniaca a noi pare faccia veri e propri miracoli. CanaPuglia partendo da Brindisi ha avviato il progetto C.A.N.A.P.A. (Coltiviamo Azioni per Nutrire Abitare e Pulire l’Aria). Siamo all’inizio di una rivoluzione, perché la canapa povera pianta diffamata per ragioni politiche ed economiche, diffamata perché poteva rappresentare l’alternativa alla civiltà della plastica, è una pianta sorprendente per tutto ciò che può dare. In più tra le tante caratteristiche c’è la capacità di assorbire i metalli pesanti..” – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/05/puglia-parte-il-progetto-canapa.html

Commento di B.R.: “..anch’io ne seminai 10ha circa 10 anni fa, ho avuto, per regolamento, due visite in campo dalla Finanza, ed era già venduta prima della semina ad una ditta di Guastalla, mi arricchì molto il terreno, qui in toscana c’è da tempo un grande ritorno”

Giovanna D’Arco. Ricorrenza – Scrive Claudio Martinotti Doria: “Il 30 maggio ricorre la morte sul rogo nel 1431 di Giovanna d’Arco. Oggi l’avrebbero sottoposta a trattamento sanitario psichiatrico obbligatorio con una probabile diagnosi di schizofrenia allucinatoria e/o disturbo bipolare, all’epoca era stata sfruttata ed istruita per scopi politico militari propagandistici dalla potente Iolanda d’Aragona, protettrice del delfino che diverrà grazie a Giovanna d’Arco Re di Francia con il nome di Carlo VII, finché, conseguiti gli obiettivi, non la abbandonò al suo destino.”

Ebrei contro israele – Scrive Stefano Caviglia: “Se c’è un argomento in grado di mettere in subbuglio il mondo ebraico è la posizione pubblica dei suoi intellettuali nei confronti del sionismo e dello Stato di Israele. Su questo tema esplosivo, fonte da sempre di scontri durissimi all’interno delle comunità italiane, ha messo le mani il giornalista del Foglio Giulio Meotti con un pamphlet al vetriolo intitolato Ebrei contro Israele, in cui denuncia il presunto «odio di sé» di tanti scrittori, giornalisti e uomini di cultura ebrei che avrebbero assunto verso lo Stato ebraico…” – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2014/05/giulio-meotti-ebrei-contro-israele.html

Mea culpa di sinistra – Scrive Doriana Goracci: “…Non mi piacciono né Grillo né Casaleggio, ma per me i 5 Stelle sono l’unica opposizione in parlamento. Sgarrupata, maleducata, inesperta, ma è l’unica opposizione che c’è. Quei ragazzi ci stanno facendo scoprire cose che non avremmo mai saputo. In tanti se la prendono con i 5 Stelle, ma non è giusto. Lo dissi tanti anni fa in un’assemblea di sinistra, quando Grillo cominciava a fare i primi passi: ve la state prendendo con lui, ma lui ha riempito gli spazi che avete lasciato voi. A piazza San Giovanni c’era lui, e sono rabbrividita quando l’ho vista piena per il suo comizio…. Il mea culpa deve farlo la sinistra. I 5 Stelle hanno occupato spazi di una sinistra che è finita dopo la morte di Enrico Berlinguer. Si è sgretolata lentamente fino a disintegrarsi.”

Commento di G.V.: “OGGIGIORNO OCCORRE SCHIERARSI ANCHE PERCHè è BENE INSERIRE ELEMENTI DIVERSI (O APPARENTEMENTE DIVERSI…) ALL’INTERNO DEL QUADRO EUROPEO DOMINATO DA GB E GERMANIA. OCCORRE VOTARE PERSONE CHE DIMOSTRINO O SIANO ALTERNATIVE. TIRARSI INDIETRO è come quelli che non sceglievano fra Cesare e Pompeo con la scusa che erano ambedue membri del senato”

Soluzione democratica per i problemi d’Italia – Scrive Fabrizio Belloni: “Quando uno è incaz….. furibondo, dice, con oggettiva lucidità, che il più bel Paese del mondo ha, come contrappasso dantesco, la peggior classe dirigente del mondo. Iperbole entrambe, ma vicine alla realtà. Naturalmente salta sempre fuori il “pane e aquila”, il “brodo di volpe” di turno, di professione scendiletto politico, che con borghese tronfia sicumera ti chiede: “Ma tu cosa vorresti? Facile criticare, ma cosa proponi?” Ecco la mia risposta democratica, e pertanto legittima (curiosa la cosiddetta democrazia: non accetta altro da sé. Contraddizione in termini):…” – Continua: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2014/05/italia-la-soluzione-di-tutti-i-problemi.html

Mamma Africa – Scrive D.G.: “Era notizia dell’estate 2010 che la Madre degli umani, Eva africana, sia vissuta 200 mila anni fa, in Africa. Il posto giusto per una donna non l’hanno ancora trovato ma una data d’inizio, sembra di si. Non scordate di dirlo anche a lui: Adamo. Mamma Africa, grazie. Oggi 25 maggio, oltre al voto europeo, si può dare uno sguardo più ampio al mondo dove le Donne lottano per la sopravvivenza: è la Giornata mondiale dell’Africa, anniversario della fondazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana fondata il 25 maggio del 1963. FUORI LA GUERRA ENTRI LA VITA NELLA STORIA DELLE DONNE”

E ricordatevi che oggi si va al seggio… non disertate! Ciao, Paolo/Saul

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Pensieri poetici del dopo Giornaletto:

“La vita, fra le mie mani scivola leggera, impalpabile come sabbia, che il vento sospinge fra le ali di un gabbiano il cui volo non è che una fuga verso l’infinito!” (Paola Golin)

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“Ci sono tanti modi di dire ti amo
alcuni vogliono dire tu sei mia prigioniera
altri vogliono dire tu sei meravigliosamente libera”
(Paolo Mario Buttiglieri)

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Vegetarismo, scienza della nutrizione e anatomia comparata

Io non sono medico, non sono chimico, non sono biologo, ma ho letto biblioteche intere di testi di ricercatori e scienziati indipendenti di chiara fama mondiale, che riguardano la scienza della nutrizione e l’anatomia comparata e ho capito che l’informazione pubblica in materia di alimentazione è in gran parte falsa e fuorviante e che questo genera un danno enorme in quella parte di popolazione che ancora crede che i media siano al servizio della gente.

I punti fondamentali sui quali si basa la pseudo scienza nutrizionale
dei dietologi e nutristi televisivi sono:

“Occorre mangiare un po’ di tutto, ma con moderazione“.
Questa sembra sia la grande scoperta di gran parte dei nutrizionisti moderni. E’ proprio l’abitudine a mangiare un po’ di tutto la causa delle peggiori patologie che stanno flagellando il genere umano. Da quando l’essere umano per estreme necessità di sopravvivenza è stato costretto a mangiare anche la carne (incompatibile con la sua natura di essere fruttariano) si sono sviluppate tutte quelle malattie che hanno fatto della specie umana la specie animale più ammalata del pianeta.
Nessuno nutrizionista raccomanda di consumare frutta e verdura con moderazione: cosa che invece avviene nei confronti di prodotti animali e questo lascia intendere che sono sicuramente dannosi.
Chi stabilisce il giusto quantitativo considerato “moderato”? Naturalmente i dietologi che da questa falsa esigenza catturano potenziali sprovveduti bisognosi di qualcuno che gli indichi cosa, come e quanto mangiare.
La carne, il pesce e tutti i prodotti di derivazione animale sono come le sigarette: poche fanno male, molte fanno malissimo.
Tutto il mondo animale dipende da quello vegetale: niente erba niente erbivori, niente erbivori niente carnivori (niente erba niente gazzella, niente gazzella niente leone).
I carnivori traggono gli aminoacidi necessari a costruire le loro proteine dalla carne degli erbivori abbattuti che a loro volta l’hanno tratta dai vegetali. Dunque gli aminoacidi della carne degli erbivori sono di seconda mano. I veri aminoacidi sono solo quelli contenuti nei vegetali.
Allora tu, dietologo o nutrizionista male informato o in malafede, che affermi che le proteine della carne degli animali sono necessarie a costruire i nostri muscoli, spiegaci, come fa il bue, il bisonte, il rinoceronte, il cavallo a fabbricare le sue possenti masse muscolari mangiando solo erba?!

“I prodotti animali sono necessari per mantenersi in salute”.
Se fossero necessari o utili come si spiega l’eccellente salute di coloro che non ne fanno uso, molti fin dalla nascita? Almeno 2,5 miliardi di individui sulla faccia della terra, per motivazioni diverse, sono vegetariani e godono di una salute migliore dei cosiddetti onnivori umani. Popolazioni come i greci, gli spartani, gli etruschi, gli egiziani, gli indiani, i romani hanno costruito i loro imperi e le loro civiltà con un’alimentazione fondamentalmente vegetariana. Gli uomini più colti e più illuminati della terra (iniziati, mistici, santi, filosofi, scienziati ecc.) erano e sono vegetariani.

“Le proteine animali sono migliori perché di alto valore biologico”.
L’organismo umano ha bisogno delle proteine animali come il leone ha bisogno dall’erba. Tutti gli aminoacidi di cui necessita il nostro organismo si trovano, senza alcuna eccezione, nel mondo vegetale, e non serve abbinare pasta e fagioli o riso e piselli. Il cavallo, la mucca, il toro ecc. non abbina cereali e legumi per costruire le sue proteine.
La cosa più insensata è consumare carne per i suoi eventuali aminoacidi essenziali, dimenticando gli effetti collaterali che tutti i prodotti animali e derivati possono causare al nostro organismo: è come considerare benèfico ingoiare una miscela di pezzi di vetro, metallo, roccia, sabbia ed ogni altra sostanza dannosa solo perché questa contiene anche briciole di pane.

“L’uomo è onnivoro, quindi può e deve mangiare di tutto”.
E’ come considerare tossicomane per natura il genere umano perché gran parte dell’umanità usa drogarsi. Da quando l’essere umano, per necessità di sopravvivenza, si è abituato a mangiare anche la carne ne paga le conseguenze con lo sviluppo di tutte le malattie tipiche della specie umana che hanno ridotto ad un terzo la lunghezza della sua esistenza.
Tutti gli animali in circostanze di penuria alimentare mangiano anche sostanze non proprio compatibili con la loro natura, pur restando carnivori, erbivori o frugivori.
La mucca oltre a l’erba mangia quantitativi infinitesimali di insetti, ma se gli insetti diventassero il suo pasto principale le conseguenze sarebbero devastanti per la sua salute. Il leone non mangia solo carne ma anche i vegetali che trova nello stomaco (e non solo) delle prede; ma se questi diventassero il suo pasto principale le conseguenze per la sua salute sarebbero letali. Le scimmie antropomorfe, fruttariane, oltre alla frutta mangiano anche verdure, semi e minuscoli insetti che si trovano sulla superficie dei vegetali. Ma se mangiassero sistematicamente prodotti di derivazione animale, ben presto svilupperebbero le stesse malattie della specie umana e molto probabilmente sarebbero destinate all’estinzione.

“L’uomo ha sempre mangiato la carne”.
E ha sempre sbagliato. Anche la guerra è stata sempre fatta dall’uomo, non per questo la possiamo considerare come un’abitudine da applicare e conservare.
In ogni caso non è affatto vero che l’essere umano si sia da sempre nutrito di animali. Negli ultimi millenni la carne è stata un prodotto accessibile solo ai benestanti, mentre il popolo la consumava solo in circostanze rituali. Per questo i poveri godevano di una salute migliore dei ricchi sovente colpiti dalla terribile gotta.
In ogni caso i nostri antichi progenitori, dopo il 70-80% circa della loro esistenza nella foresta intertropicale (cioè per 3-4 milioni di anni) a causa delle cambiate condizioni climatiche si dovettero adattare a mangiare di tutto, subendo le suddette catastrofiche conseguenze, non solo sul piano della salute fisica ma mentale e soprattutto emotiva: da quel momento l’essere umano si abituò all’idea dell’uccisione, alla vista del sangue, all’indifferenza verso la sofferenza altrui, con danni incalcolabili per l’evoluzione della specie.

“Occorre consumare pesce per garantirsi l’Omega 3”.
Solo alcuni tipi di pesce contengono modeste quantità di omega 3, e a alle seguenti condizioni: che il pesce sia fresco, che non sia da allevamento e che si sia nutrito con alghe: sardine, anguilla, aringa, salmone, tonno, sgombro, spigola e orata. Il resto del mondo marino contiene solo percentuali trascurabili di omega 3, mentre l’universo vegetale ne è altamente più ricco: olio di lino, semi di lino, olio di canapa, soia, noci, germe di grano ecc. Inoltre. Il pesce per motivi di sicurezza e gusto deve essere cotto, e la cottura denàtura gli omega 3, e li rende inservibili, oltre ad inattivare gli enzimi digestivi. Naturalmente i nutrizionisti dimenticano di dire che il pesce è spesso più dannoso della carne perché ricco di grassi saturi, colesterolo, purine e metalli pesanti di ogni tipo.

“I vegetariani possono andare incontro ad alcune carenze, mentre per i vegani la situazione è più pericolosa a causa della probabile carenza di vitamina B12, Ferro, Calcio, o vitamina D”.
La carenza di vit. B12 è l’ultimo dei problemi dei vegani in quanto preferiscono assumere un integratore in pasticca, settimanale o mensile, piuttosto che correre il rischio di subire gli inevitabili effetti collaterali dei prodotti animali.
E’ molto meglio che un vegano su un milione corra il rischio di sviluppare carenza di tale vitamina, piuttosto che mangiare la carne e avere una probabilità su due di morire di infarto, una su tre di morire di cancro, una su sei di tumore alla prostata o uno su sette di tumore alla mammella.
Il problema della carenza di vit. B12 è recente: da quando la gente non consuma più gli alimenti al loro stato naturale non ha la possibilità di introdurre i batteri che la producono e che si trovano sulla superficie della frutta o dei vegetali.
In ogni caso il manifestarsi di tale carenza dipende dallo stato di salute di un organismo che può essere di pochi o di decine di anni: un igienista vegano/cruduista/fruttariano può vivere anche tutta la vita anche senza necessità di assumere integratori di sorta.

Per quanto riguarda il Ferro ricordiamo che nessuna specie erbivora o frugivora ha bisogno del ferro eme di derivazione animale. Il ferro non eme dei vegetali è una caratteristica di eccellenza non un difetto rispetto al ferro eme della carne, in quanto entra nel circolo sanguigno nei tempi e nei modi adatti alle esigenze del nostro organismo e non in modo traumatico.
Tra l’altro la percentuale di ferro contenuto nelle carni è enormemente inferiore rispetto ai prodotti vegetali. Ma i dietologi e nutrizionisti televisivi dimenticano di elencare i moltissimi danni della carne: menzionano solo il ferro in essa contenuto e soprattutto celano le cause della sua mancata assimilazione che sempre risiedono in una cattiva alimentazione e ad un insano stile di vita.

Il calcio dei latticini viene assimilato al 35-40% dal nostro organismo, quello del mondo vegetale viene assimilato fino al 60-70%. Ma mentre i vegani mangiano giornalmente chili di prodotti vegetali gli onnivori non possono che limitarsi ad uno o pochi etti di latticini. Non solo. Il calcio del latte è difficilmente utilizzabile dal nostro organismo in quanto reso inorganico con la bollitura, la pastorizzazione, la sterilizzazione ecc. I latticini sono alimenti ricchi di proteine, grassi saturi, colesterolo, oltre ad essere altamente acidificanti. Per compensare l’acidità prodotta dai prodotti caseari l’organismo sottrae calcio a se stesso, prima dai muscoli poi dalle ossa, predisponendo all’osteoporosi.

La carenza di vitamina D è sicuramente la carenza più difficile da manifestarsi nei vegani in quanto il nostro stile di vita prevede l’esposizione, anche se modesta, ai benefici raggi del sole, che è ciò che favorisce la fissazione nei tessuti di questa vitamina.

Franco Libero Manco

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Tavolino in piazza, Wesak a Treia, ego e creazione immaginaria, Al Nakba, savoir et savants, ROA ad Osimo, papaveri rossi… d’amore

Il Giornaletto di Saul del 14 maggio 2014 – Tavolino in piazza, Wesak a Treia, ego e creazione immaginaria, Al Nakba, savoir et savants, ROA ad Osimo, papaveri rossi… d’amore

Care, cari,

Comincio da dove ieri ho finito. “Il maestro Chan Huangbo disse: “Molte persone hanno paura di svuotare le loro menti per non sprofondare nel Vuoto. Ahimé! Quello che non capiscono è che la loro stessa mente E’ il VUOTO…”. La mattina del 13 maggio 2014 con questo pensiero vuoto in testa sono andato al solito appuntamento con il cappuccino bollente nel baretto in piazza. Treia di prima mattina era sfolgorante di luci e colori, il sole alto nel cielo e tante bancarelle in piazza, per il mercato settimanale. Mentre entravo al bar assieme a David Menichelli, incrociato sull’uscio, abbiamo visto che dentro c’era già Lorenzo, il nostro anfitrione del PD, il quale ci ha pagato la colazione…. con l’intento subdolo di coinvolgerci a tenere un banchetto elettorale in piazza. Così siamo andati a visionare i posti disponibili assieme alla capa vigilessa di Treia. In un primo tempo pensavamo di posizionarci fuori porta Cassero, poi constatata la distanza e il peso del tavolo (in prestito dalla CGIL) ci siamo fermati appena all’inizio della piazza, a ridosso del comune. Lì, una volta istallato il nostro punto d’appoggio, ci siamo dedicati, Davide ed io, a promuovere la signora Bora, marchigiana doc, candidata PD per l’Europa…- Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/05/treia-il-vuoto-della-mente-ed-il-tavolo.html

Wesak a Treia – Anche quest’anno il circolo Vegetariano VV.TT. celebra il Wesak, oggi 14 maggio 2014, che è il 15° giorno del quarto mese del calendario lunare e che corrisponde alla Luna Piena. La meditazione in questo giorno è un potente metodo di servizio all’umanità quando la mente viene usata come un canale di ricezione delle energie di luce, amore e volontà di bene, e per dirigerle nella coscienza umana. Il momento del plenilunio di ogni mese offre la grande opportunità di meditare – meglio se in gruppo – come mezzo di cooperare con il Piano divino o Intenzione per il nostro mondo. Per partecipare telefonare allo 0733/216293”

La “creazione” è immaginazione nella materia. Ipotesi creazionista e visione spirituale laica Ai fini di una comprensione empirica del processo manifestativo, definito dal punto di vista religioso “creazione”, condivido con voi una riflessione sulla strofa n.6 dell’Arunachala Ashtaka, di Ramana Maharshi (Talks), in foto a destra. In questa strofa si analizza il piccolo punto = ego. Il piccolo punto composto da tenebre = l’ego che consiste di tendenze latenti; l’osservatore o soggetto o ego che sorge espande se stesso nella forma di ciò che è visto, l’oggetto e l’organo interno di percezione… Continua: http://www.aamterranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Ipotesi-creazionista-e-visione-spirituale-laica

Commento di F.O.: “Quando si vede la luna e non il dito puntato succede così… ci si trova avanti di vent’anni, mentre gli altri sono indietro di altri venti… Era il destino di Cassandra, un simbolo che spesso mi sento addosso. Ti ho mai detto che sento i terremoti due o tre giorni prima? Quando lo dico mi sento prendere in giro, dopo, quando il fatto è avvenuto, mi guardano con circospezione… è triste, le teste si potrebbero sfruttare diversamente, invece di isolarle per timore o per invidia..”

Savoir et savants – Scrive Anthony Ceresa: “Carissimi Caterina e Paolo, la lingua Francese mi ha sempre affascinato per il linguaggio gentile oltre alle mie curiosità nell’arricchire il mio sapere da qualsiasi parte esso provenga. Vi invio una recensione ricevuta da persone che parlano di spiritualità in una forma diversa e penso che possa interessare a Paolo che definisco una libreria di informazioni in modo saggio…” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2014/05/13/savoir-et-savants-et-l%E2%80%99etrange-pouvoir-des-ondes-de-forme/

Tempo di comuni – Scrive Vincenzo Zamboni: “Questa è una epoca di crisi nella quale la gente farebbe benissimo a ricostruire tante comuni, sì, una riedizione aggiornata di quelle degli anni ‘60 e ‘70. Se aspettiamo i tempi della politica per un “mondo migliore”……non dimentichiamoci che la vita si svolge già ora. Ubuntu ! (Io sono perché voi siete). In una sola parola africana, la base dell’arte di vivere…”

Osimo, Incontro ROA – Scrive Michele Meomartino: “Care amiche e cari amici, il prossimo 2 Giugno la Rete Olistica Adriatica (ROA) terrà un incontro di coordinamento a Osimo in provincia di Ancona. Le ragioni di questo incontro sono principalmente 2: Incentivare e favorire la collaborazione tra soggetti diversi che operano nel mondo olistico e verificare la possibilità di organizzare un grande evento olistico nelle Marche, possibilmente entro il 2014. I primi interlocutori a cui si rivolge, a partire dai soggetti che hanno già aderito, sono gli operatori olistici che vivono nella regione…” – Continua: http://retedellereti.blogspot.it/2014/05/osimo-2-giugno-2014-coordinamento-rete.html

Umanità ogmunisex – Scrive Vito Messi: “…evoluzione OGM e si chiama Trans-umanesimo o prosieguo del nazismo, con le conoscenze segrete che si hanno oggi; un umanità di single, asessuati od omosessuali, quindi non procreativi, destinati a lavorare fino alla fine dei loro pochi giorni, sempre più ignoranti ed idioti; funzionali al NWO!”

UE. Elezioni truffa – Scrive Fernando Rossi: “Noi non viviamo in una ‘democrazia’, ma nella peggiore forma storica di dittatura, quella ‘anonima’, in cui non vi è un responsabile, retta dalle famiglie della grande finanza che hanno conquistato tutti i centri di potere, che sono in gran parte paranoici e adoratori del dio denaro. Le elezioni sono una truffa legalizzata, per impedire che si possa uscire con il voto dal sistema da loro costruito; senza soldi e senza l’appoggio dei media è inutile tentare di presentarsi alle elezioni: la grande finanza è proprietaria delle banche e dei media….” – Continua: http://paolodarpini.blogspot.it/2014/05/elezioni-europee-una-vera-truffa-simil.html

Il ritorno della canapa – Scrive Attivisti Animalisti: “L’Italia prima della fine della seconda guerra mondiale era patria della canapa, abbigliamento, accessori, edilizia, alimentazione, decine di usi. Poi conquistati dagli americani siamo stati costretti a farla scomparire perché loro importassero e vendessero ovunque il loro cotone. Che la canapa torni in Italia a produrre ricchezza ecologicamente corretta, la decrescita felice esiste, eccome se esiste.”

Papaveri rossi… d’amore – Scrive Franca Oberti: “ Quando, tra maggio e giugno, il grano raggiunge quella colorazione verde e gialla che precede la maturazione, si possono scorgere nei campi dei rossi capolini: i papaveri. Fiori effimeri e impalpabili, l’effetto, in piena fioritura, è straordinario. Un trionfo di rosso emerge dai campi di grano e trasmettono gioia solo a guardarli. Per pochi giorni il campo viene invaso dal rosso dei papaveri e sembrano prevaricare il giallo del grano, Poi, improvvisamente, cominciano ad appassire e al momento della mietitura non se ne vedono quasi più…” – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2014/05/papaveri-rossi-damore.html

Il “golpe” del 2011 contro Berlusconi – Scrive Alan Friedman: “Ricorda Berlusconi: «Io avevo la contezza che stesse accadendo qualcosa e avevo anche ad un certo punto ritenuto che ci fosse una precisa regia. Al G-20 di Cannes, addirittura, amici e colleghi di altri paesi mi dissero: “Ma hai deciso di dare le dimissioni? Perché sappiamo che tra una settimana ci sarà il governo Monti…”. E l’ha rivelato per esempio Zapatero in un suo libro che riguardava quel periodo». Berlusconi non è sorpreso che queste nuove rivelazioni sul complotto contro di lui vengano da un uomo di Obama. «Io devo dire che Obama si comportò bene durante tutto il G20. Noi fummo chiamati dalla Merkel e Sarkozy a due riunioni in due giorni consecutivi e in queste riunioni si tentò di farmi accettare un intervento dal Fondo Monetario Internazionale. Io garantii che i nostri conti erano in ordine e non avevamo nessun bisogno di aiuti dall’esterno e rifiutai di accedere a questa offerta, che avrebbe significato colonizzare l’Italia come è stata colonizzata la Grecia, con la Troika»…” (Corriere della Sera 13.05.2014)

Al Nakba. La tragedia dimenticata – Scrive Vincenzo Mannello: “15 maggio 1948, nasce Israele e divora la Palestina. Indigestione? Si, certo… 711.000 nativi palestinesi. Con le buone (poche) e le cattive (moltissime) vengono “espulsi” da 530 villaggi gli sgraditissimi ospiti per far posto ai nuovi padroni con la stella di David (ed armati dagli inglesi e dagli americani). So bene che Exodus (il film celebrativo dello sbarco dei “mille” in kippah) questo particolare lo ignorò in quanto insignificante, ma sempre storia certa è. Persino per quelle Nazioni Unite che permisero all’epoca il fattaccio e, nel corso dei decenni successivi, tutte le altre malefatte israeliane…” – Continua: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2014/05/al-nakba-chi-e-piu-antisemita-di-israele.html

Portiamo pazienza, il nostro tempo non è ancora giunto! Ciao, Paolo/Saul

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Tanto tempo fa, viveva in Giappone un maestro zen. Questi girava di villaggio in villaggio, a predicare il metodo del risveglio. Un giorno, tutto solo, arrivò in un paesino e incominciò a spargere la voce che avrebbe tenuto nel tempio locale le sue lezioni di zen, e che la gente sarebbe dovuta accorrere numerosa. I primi giorni le persone che lo ascoltavano erano tante, ma con il passare del tempo tendevano ad andarsene. Finché rimase un solo allievo. “Mi spiace ma non posso insegnare per una persona sola. Il mio tempo è sprecato. Ho bisogno almeno di quarantanove discepoli; se me li porterai rimarrò, altrimenti dovrò andarmene” Il giorno dopo, il maestro trovò l’allievo e, disposti lungo il perimetro della sala, quarantanove pupazzi di paglia. “Tu mi hai imbrogliato, io ho chiesto persone, non pupazzi”. Nessuna di quelle persone ha compreso ciò che vuoi insegnare. Ritieni che se anche ti avessi portato solo una di quelle persone, sarebbe stata migliore di questi pupazzi? Il maestro ringraziò, e rimase per quel unico discepolo.” (Dharma Chan Kung-An)

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Alberto Meriggi: “Economia alternativa ed agricola e società solidale” – Treia. 25 aprile 2014 – Circolo vegetariano VV.TT. Festa dei Precursori

Introduzione alla Tavola Rotonda del 25 aprile 2014

Ringrazio l’amico Paolo che, ormai da anni, in occasione della “Festa dei Precursori” mi invita per avviare questo momento di riflessione e dibattito solitamente incentrato su un tema particolare. Il tema di quest’anno è, appunto: “Economia alternativa ed agricola e società solidale”. Un tema talmente forte e di straordinaria valenza attuale che non può essere affrontato da uno come me che è fuori da ogni competenza in materia, essendo io solo uno storico generico del Medioevo.

Ma Paolo mi vuole sempre qui perché, essendo io un treiese doc, secondo lui, posso fornire qualche modesto aggancio, relativamente al tema in discussione, alla storia di Treia e del territorio circostante. E così ogni anno in questo modo proviamo a fornire agli ospiti qualche informazione in più sulla storia della nostra terra.

Certamente questa volta l’operazione si presenta un po’ più complicata del solito per via dell’abbondanza di riferimenti riguardanti l’argomento, rintracciabili nel passato del nostro territorio. Se il tempo a disposizione me lo avesse consentito, come esempi di economia alternativa avrei potuto citare tanti riferimenti documentari riguardanti l’alto Medioevo, epoca contraddistinta da una marcata economia silvo-pastorale ben documentata anche in queste zone, basata essenzialmente su risorse naturali ritenute decisive per la sopravvivenza dell’umanità, ricavate dai pochi prodotti dell’orto, considerato zona franca, dalla caccia, dalla pesca, dall’allevamento brado e dalla raccolta dei frutti spontanei.

Avrei potuto parlare del basso Medioevo, epoca in cui sono nati tutti i Comuni della zona caratterizzati dalla comparsa di nuovi mestieri cittadini per lo più riguardanti il settore artigianale, ma pur sempre legati, o collegati, alle risorse naturali provenienti dalla terra. Quello fu anche il periodo dello sviluppo del concetto di cittadinanza e di bene comune.

Più tardi, in Età moderna, tra Seicento e Settecento, comparve in Europa quella combinazione di politiche economiche che coinvolse individui e gruppi di individui e che portava il nome di Capitalismo, caratterizzata dalla pratica del comprare e vendere beni capitali in libero mercato, compresa la terra. Un sistema economico il cui funzionamento si basava sulla possibilità di accumulare e concentrare ricchezza in una forma trasformabile in denaro e reinvestibile. Da allora il denaro, e dunque il pagamento, diventò sempre più lo strumento che regolava i rapporti tra gli individui e si sostituiva lentamente a quel sistema basato sulla solidarietà tra le persone che aveva caratterizzato le epoche precedenti. Un grande studioso francese scomparso appena qualche settimana fa, Jaques Le Goff, ha parlato per l’alto e pieno Medioevo di “tabù del denaro”. Effettivamente in quell’epoca il denaro non era ben visto come strumento di regolazione dei rapporti tra gli individui.

La stessa Chiesa – per la verità più in teoria che in pratica – condannava il denaro, il suo uso esasperato come l’usura, e condannava tutti i lavori che portavano ad un profitto disonesto e ingiusto. Condannava il mercante perché non creava, ma spostava solo la merce e guadagnava soltanto con il comprare e vendere. Non c’era creatività e solidarietà, c’era solo speculazione. La Chiesa comincerà ad accogliere la possibilità di lavorare per un profitto solo alla fine del XIII secolo quando S. Tommaso d’Aquino elaborò la teoria cosiddetta del “giusto prezzo”. Sapete bene che ad un certo punto – diciamo grosso modo agli inizi del Trecento – i nuovi lavoratori delle città come mercanti, commercianti, imprenditori e cambiavalute, appaiono sempre più motivati dallo spirito di guadagno e dal desiderio di accumulare denaro che viene visto sempre più come mezzo di ascesa sociale e politica.

Ma nelle nostre zone, nonostante tutto questo, atteggiamenti e comportamenti legati al principio di solidarietà riescono a sopravvivere a lungo, anche perché l’importante fenomeno dell’industrializzazione, con tutte le trasformazioni sociali ed economiche che procurò, arrivò molto in ritardo, non prima della fine dell’Ottocento. Non so dirvi se fu un bene o un male, ma qui da noi opifici e macchine stentarono a diffondersi anche perché la Chiesa – siamo nello Stato pontificio – frenò e rallentò ogni fenomeno legato alla modernità. Questa è cosa nota e documentata.

Pensate che lo Stato pontificio non vide nessuna ferrovia nel suo territorio, se ne cominciò a parlare solo dopo l’Unità d’Italia. Dunque il mondo dell’economia restò a lungo legato al settore dell’agricoltura e alle sue usanze e tradizioni. Queste poggiavano su una concezione della vita basata sul reciproco aiuto e assistenza e sulla solidarietà. Da non dimenticare che il 90% della popolazione era rappresentato da appartenenti a classi sociali cosiddette inferiori i cui membri erano quasi tutti legati al lavoro dei campi. Per fare qualche esempio su questo e con riferimento al nostro territorio mi limiterò proprio all’Ottocento, secolo nel quale altrove in Italia e in Europa il cosiddetto capitalismo era ormai ben radicato, mentre qui resistevano con più vigore quei fenomeni che oggi possiamo individuare come distintivi di una economia alternativa allo stesso capitalismo.

E allora proviamo a spulciare qua e là nel passato della nostra Treia dell’Ottocento, soffermandoci brevemente solo con qualche esempio sui settori economici più significativi di allora. Ebbene, abbiamo detto che il settore economico legato all’agricoltura era quello più presente. Il lavoro dei campi era totalmente improntato al principio della solidarietà. Il denaro che circolava era pochissimo. Va detto anche che vi era un livello di povertà assoluto quasi generalizzato e che questo spingeva, o quasi obbligava, al reciproco aiuto. Comunque sappiamo da diverse fonti, come le lettere del Gonfaloniere locale al Delegato apostolico, relative al 1829, che la produzione a Treia di grano, altri cereali e vino, non bastava a sfamare la popolazione perché i proprietari terrieri, essendo quasi tutti forestieri, portavano fuori Comune la maggior parte dei prodotti.

E allora ci si aiutava tra vicini e conoscenti ancora col sistema dello scambio e baratto di prodotti. Chi aveva un po’ più di legna la barattava con un po’ di fieno, chi aveva del vino in eccedenza lo barattava con un corrispettivo in farina, ecc., ma spesso si barattava una derrata alimentare con ore di lavoro. Era questo il baratto più frequente. Insomma, nelle nostre campagne, e non solo, nell’Ottocento ancora esisteva una specie di codice etico antico che prevedeva un accordo, per la verità mai scritto, tra venditore e compratore, sul prodotto, o servizio, da offrire e quello da ricevere. Baratto, dunque, come forma elementare di commercio e di prestazione di servizi.

In effetti la solidarietà si manifestava soprattutto nello scambio di servizi. Nei periodi cruciali dei lavori in campagna, aratura, mietitura, trebbiatura e vendemmia, era naturale aiutarsi tra vicini ma il prestare la propria opera per il bisogno di un altro non presupponeva il pagamento di quella prestazione con denaro, bensì col ricambiare tale prestazione lavorativa. Certo, vi erano delle regole comportamentali che oggi appaiono a dir poco assurde. La prestazione offerta da un uomo doveva essere ricambiata da un altro uomo o tutt’al più da due donne, una sola non bastava.

La solidarietà si manifestava nei momenti più intensi di lavoro, nei tanti momenti di difficoltà, ma anche in quelli normali del viver quotidiano. Quando a novembre si uccideva il maiale, lo scannatore che solitamente era uno che faceva quel lavoro per l’intera contrada, non si faceva pagare in denaro, ma con un po’ di sangue dello stesso animale ucciso. Nell’ambiente degli artigiani la solidarietà e il baratto erano ugualmente praticati e quasi sempre sostituivano il pagamento in denaro, soprattutto nei rapporti che tali lavoratori avevano con la gente di campagna. Va detto che l’artigianato e l’industria erano attività praticate in proporzione alle materie prime esistenti.

Non vi era importazione. Un po’ di denaro circolava a singhiozzo all’interno delle piccole attività industriali di Treia. Salariati e operai, maschi e femmine, erano pagati in moneta. Ciò avveniva nelle due filande locali in una delle quali, la Filanda Ciceri, nel 1888 le lavoratrici fondarono la prima Società Operaia Femminile delle Marche e per prime, nella regione, riuscirono a percepire una pensione alla fine dell’età lavorativa. Un sistema di mutuo soccorso che si tramandava fin dal tempo delle consuetudini e norme statutarie delle confraternite medievali locali che garantivano assistenza anche economica agli iscritti.

Quelle filande, che lavoravano soprattutto seta, dipendevano direttamente dalla produzione di foglie dei gelsi del territorio circostante. Un’indagine del Coppi rivela che a Treia nel 1842 vi erano ben 630 piante di gelsi, i cosiddetti mori. Senza di essi quelle filande non avrebbero potuto esistere. L’artigianato era sviluppato nelle forme più comuni. A Treia vi erano bravi sarti, calzolai, falegnami, maniscalchi, cordai, vasai e muratori. Lavoravano di più presso le abitazioni dei clienti che in bottega dove invece erano impegnati continuamente i familiari e qualche garzone.

I sarti confezionavano vestiti su misura recandosi, non più di una volta l’anno, presso le famiglie di campagna per confezionare qualche indumento con le stoffe di canapa (dette pezze) che erano state tessute al telaio dalle donne di casa. Spesso per completare il lavoro si fermavano anche a dormire. Non pretendevano denaro ma derrate alimentari: uova, grano, polli, ecc.

Analogo ragionamento lo si può fare per i calzolai, i cordai e i maniscalchi. Questi ultimi si recavano in campagna per la ferratura degli zoccoli di buoi e cavalli e per questo lavoro ricevevano un compenso in prodotti dei campi o della corte.

Un simpatico documento del 1851 riferisce di una denuncia di un calzolaio nei confronti di un contadino che di notte, mentre lui dormiva nella stalla, gli aveva rubato “ più manciate di semenze”, che non erano semi, ma piccoli chiodi. Attenzione! La quantità di prodotti dati come paga non era discrezionale, vi erano delle consuetudini precise da rispettare che venivano confermate con un accordo fra le parti prima di iniziare il lavoro.

Nella “Memoria sopra i requisiti di Treia”, una relazione del 1888, si legge che vi era anche un buon numero di “Linaiuoli e Canapini” che avevano bottega in paese ma che anche loro giravano per le campagne con lo stesso sistema remunerativo. Gli stessi mugnai macinavano i cereali trattenendo come paga una quantità di farina considerata in rapporto alla quantità del cereale macinato. Era una pratica che risaliva alla normativa presente negli statuti medievali.

Credetemi, potrei continuare a lungo documentando episodi di questo genere anche per altri settori economici, ma il tempo a disposizione non me lo consente. Vorrei chiudere con una riflessione molto personale: sono bastati questi pochi esempi per dimostrare che qui a Treia, e direi in tutta la regione, fino a 40/50 anni fa, il capitalismo non aveva completamente soffocato forme di economia ad esso alternativa che avevano resistito perché fortemente consolidate nella cultura e nella mentalità della società civile. Io, da studioso del Medioevo, devo riconoscere che nel passaggio dal Medioevo alla Modernità la natura è scomparsa dall’orizzonte delle scelte economiche e politiche, come è accaduto all’agricoltura contadina nel secolo scorso.

La sottovalutazione della natura ha avuto effetti devastanti e duraturi nel tempo, come l’introduzione della chimica nelle coltivazioni e l’impiego di tecnologie pericolose e sostanze cancerogene nei luoghi di lavoro. Non mi prendete per un fanatico del Medioevo o del passato in genere, ma l’esperienza europea del Medioevo e, se volete, quella attuale dei paesi del sud del mondo, propongono elementi utili a comprendere come i beni naturali potrebbero tornare in auge ed essere riproposti per superare l’attuale crisi del sistema capitalistico. E, addirittura, questa crisi potrebbe rappresentare l’occasione per rilanciare le esperienze storiche di autoregolamentazione delle risorse locali di cui sopra ho parlato.

Credo che il cosiddetto progresso non debba per forza essere identificato con il “nuovo”, ma come un misto di presente e passato.

Alberto Meriggi

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Festa dei Precursori 2014 – Programma generale:

25 aprile 2014, Vicolo Sacchette 15/a – Treia (MC):

Ore 10.30 – Passeggiata erboristica con Sonia Baldoni alla ricerca di erbe commestibili;

Ore 13.30 – Picnic nel giardino del Circolo, ognuno porta qualcosa di vegetariano;

Ore 15.30 – Tavola Rotonda “Economia alternativa, agricoltura e società solidale”. Saluti istituzionali della Proloco e del Comune. Introduzione di Paolo D’Arpini. Relatori: Alberto Meriggi dell’Università di Macerata, Loris Asoli della Comunità REES Marche, Michele Meomartino di Olis, Antonio D’Andrea di Vivere con Cura, Benito Castorina dell’Università di Cassino. Moderatrice: Caterina Regazzi;

Ore 19.00 – Passeggiata al centro storico e sosta per una pizzata al forno a legna;

Ore 21.00 – Ritorno e canto di mantra e meditazione con Upahar Anand ed Aria di Stelle.

Alle pareti del Circolo saranno esposte foto naturalistiche di Daniela Spurio e opere di riciclaggio creativo di Riccardo Mencarelli.

Il 26 aprile 2014 – Riunione assembleare dei soci e simpatizzanti del Circolo Vegetariano VV.TT.
Il 27 aprile 2014, alle h. 17.30 – Svernissage, performance artistica in chiusura e brindisi finale.

Indicazioni per raggiungere il luogo della Festa dei Precursori: Parcheggiare sotto le mura di Treia in prossimità di Porta Mentana (o Montana), lì nei pressi c’è una fontana antica con due cannelle, salire sino alla Porta, subito a sinistra si vede un vecchio pozzo, salire per 10 metri, quella è Via Sacchette, sulla destra si vedrà un piccolo spiazzo con una porta leggermente sopraelevata su un terrazzino, numero civico 15/a.

Info. circolo.vegetariano@libero.it – Tel. 0733/216293

La manifestazione si svolge con il Patrocinio morale del Comune e della Proloco di Treia

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