Siamo in piena Repubblica di Weimar.
Non vi sono poteri in grado di garantire la governabilità democratica in Italia, anzi la democrazia stessa é ormai solo un “nome” appiccicato ad un’oligarchia di fatto.
I partiti padroni ricevono soldi dallo stato (sotto forma di rimborsi elettorali) per nominare i rappresentanti parlamentari che andranno a “schiacciare il pulsante” nel nome dei partiti stessi. Ed i partiti sono diretti da un solo uomo ciascuno, oppure – come vediamo accadere sia a destra che a sinistra- si creano continue scissioni atte a creare nuovi partiti (che a loro volta parteciperanno alla spartizione della torta).
Però talvolta le ciambelle non riescono con il buco, l’abbiamo visto nel centrosinistra con l’uscita di Francesco Rutelli e forse fra un po’ lo vedremo nel centro destra con l’uscita ipotizzata di Gianfranco Fini… Però c’è una differenza sostanziale fra la figura e la forza di Rutelli e quella di Fini. Rutelli prima di entrare nel PD aveva alle spalle i margheritini, una compagine numerosa ma eterogenea, ed infatti nel momento della sua uscita nessuno lo ha seguito, nemmeno Giuseppe Fioroni. Fini invece era a capo di un partito storico consolidato, MSI prima ed Alleanza Nazionale dopo, ma osserviamo dai dati riferiti che se dovesse abbandonare il PDL non lo seguirebbe che una truppa sparuta di fedelissimi.
Il fatto é che ormai Silvio Berlusconi ha accaparrato a sé tutte le leve del potere, con le sue televisioni ed il controllo totale della Rai in caso di immediate elezioni otterrebbe un successo plebiscitario, e lui lo sa bene…. per questo si può permettere l’arroganza del comportamento nei confronti di Fini e di ogni dissenso interno al PDL. Ma questo suo potere assoluto gli viene anche per accordi sotterranei con l’opposizione (che ormai é solo un ventaglio cinese) la quale non é più capace di rappresentare quel che era una volta il numeroso e compatto popolo della sinistra. L’opposizione in verità é ormai una opposizione di comodo (vedi anche le posizioni dell’insurrezionalista istituzional-populista Di Pietro).
Da alcune fonti giornalistiche mi giunge la notizia che Gianfranco Fini sia pilotato da lobbyes ebraico americane che vedono di malocchio l’avvicinamento di Berlusconi alla Russia e puntano su Fini (con promesse di fondi elettori enormi messi a disposizione) come nuovo leader di un’Italia amica e prona alle loro volontà. Ed é pure vero che ultimamente Fini si é molto ricreduto sulla politica d’Israele e non ha mai nascosto le sue simpatie atlantiche… Ma ritengo che questa ipotesi sia non plausibile, in quanto per le dette lobbyes, già ampiamente coinvolte nello sfruttamento economico della Russia ed ex paesi URSS, sia più facile accordarsi con Berlusconi, che ha fatto dell’accumulo di denaro e potere uno scopo di vita. In fondo Fini é solo un illuso che ha sbagliato semplicemente a farsi fagocitare nel PDL e difficilmente riuscirà a coalizzare attorno a sé forze sufficienti per cambiare questo Governo.
A meno che… a meno che Gianfranco Fini non diventi il leader dell’opposizione tutta, cioè della diffusa opposizione al Berlusconi, che é variamente presente sia a destra che a sinistra. Ma allo stato attuale delle cose l’ipotesi appare remota… sia pur non fantascientifica… poiché contando gli elettori stanchi del sistema corrente, quelli delle schede bianche e quelli che non sono andati a votare per protesta, messi insieme farebbero una sostanziale maggioranza politica, sia pur multicolore. Ma ci vorrebbe un miracolo… od un colpo di stato!
Stamattina al baretto di Calcata nuova c’era la tv accesa, Canale 5 ovviamente, ed ho per la prima volta udito la voce e visto la faccia e la prosopopea di un Berlusconi Silvio che arringava i suoi sottoposti (sono quasi tutti al suo soldo) da un pulpito faraonico: lui bello, lucido, pulito, vigoroso, liftato, capelli al vento, sicuro di sé, anfetaminico e sfidante. Chi potrebbe resistergli? Persino la Meloni e la Mussolini lo guardano rapite. Egli non ha rivali… ma ha invece un nemico, terribile ed inesorabile, che lo attende al varco… Infatti, la vendita dell’anima al diavolo mai implica l’immortalità… ma solo un potere temporale momentaneo.
Consiglio perciò gli scontenti di affidarsi al metodo cinese, sempre valido, “siediti sulla riva del fiume ed aspetta.. che passi il cadavere del tuo nemico..”.
Paolo D’Arpini
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Post Scriptum
Mi sono divertito a rilevare alcuni commenti sulla querelle in corso, di accoliti Finiani e suoi oppositori, che qui riporto:
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“..Il caso vuole che noi conosciamo molto bene il ministro La Russa, ora schierato con Silvio Berlusconi, sin da quando a Milano era il segretario della formazione giovanile del M.S.I. e lo abbiamo ascoltato centinaia di volte parlare in pubblico ed in privato della resistenza (in modi e toni ben diversi da quelli di questa sera da Vespa) e del fascismo della R.S.I. in modi tanto elogiativi da rasentare il reato di “Apologia di Fascismo”! Ci dispiace solamente che, in costanza di questa legge elettorale in cui i parlamentari non sono eletti dal popolo, ma sono nominati dai capi dei partiti, il ministro La Russa abbia comunque il suo posto assicurato dal suo atteggiamento prono al padrone del PDL Silvio Berlusconi!” (Alessandro Mezzano)
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“Berlusconi te lo dico in faccia: il tradimento che è certamente poco dignitoso, viene spesso da chi alle spalle dice il contrario di ciò che dice pubblicamente, ma raramente il tradimento è nella coscienza di chi si assume la responsabilità di quello che pensa in privato e pubblicamente”. Gianfranco Fini con il suo discorso di ieri alla Direzione nazionale del Pdl ha sicuramente cambiato la politica italiana… Gianfranco Fini non vuole fare la fronda interna, non vuole sabotare il Pdl ma vuole un partito che si riunisca, discuta e alla fine decida sui temi che riguardano il futuro dell’Italia…” (Gianmario Mariniello)
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Vergognatevi!
“Gli interessa più il loro sedere che l’Italia”, “marciume”, “dovrebbero vergognarsi”: coloro che si riconoscono nel presidente della Camera si sentono traditi da Gasparri, La Russa, Matteoli, Alemanno e Meloni, gli ex An che oggi decidono di stare dalla parte di Silvio.
“Dove sarebbero,o meglio cosa sarebbero senza Fini? Che gentarella…. Fini, vai avanti così, con attenzione e passione. Fino a ieri cominciavo a vergognarmi di essere di destra…”. Gli elettori del centrodestra che si riconoscono in Gianfranco Fini non usano troppi giri di parole per scagliarsi contro gli esponenti di Alleanza Nazionale che oggi non sono disposti a seguire l’ex leader in un’eventuale scissione dal Pdl o nella formazione di gruppi parlamentari separati dal partito berlusconiano”. (Giornalettismo.com)
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La ballata del vil Gianfranco
Passa un giorno, passa l’altro,
vieppiù incalza il vil Gianfranco,
non sappiam se perché scaltro
o perché figlieul d’un can…
Ora è il primo della classe,
come aveva allor sognato
quando bischero a Bologna
l’avean da’ per ritardato.
Disquisisce, puntualizza,
sentenziando a tutto spiano.
E pensar che bene o male
ha fatto solo il Magistrale.
Volea far l’americano
e vedersi i “Mercenari”
ma a Bologna non è aria
di far tanto i temerari!
Da Bologna giunge a Roma,
smilzo, insipido ed afflitto,
chiuso in camera d’affitto
a studiarsi il manuale…
Eja, Eja, Alalà!
Para qua e piglia là,
stendi il braccio, apri la mano:
ha imparato il saluto romano!
Impara poi “Boia chi molla!”
E perché no? anche W il Duce!
A tenersi stretto il culo
è diventato un “paraculo”…
D’ingegnacci non è priva,
ben si sa la Capitale,
ma al furbastro è decisiva
la Repubblica Sociale…
Il sociale d’ora in poi
se lo ficca nel DNA
e con enfasi bestiale
lo ripete ovunque va.
E daje de tacco e daje de punta,
pranza assieme a Donna Assunta,
poi il sociale, tutto pimpante,
lo recita pure a Giorgio Almirante.
Il gioco è fatto: rien ne va plus!
Lo scilinguagnolo non gli difetta:
doppiopetto e cravatta blu,
la carriera già lo alletta…
Mai però in camicia nera:
porta sfiga alla carriera,
e prima o poi s’ha da rinnegare
’sta Repubblica Sociale.
Con D’Alema han fatto il patto
di non dirsi l’uno all’altro:
“Tu sei Questo” e “Tu sei Quello”,
non torniamo al manganello!
Ma Gianfranco al Quirinale,
folle di brama, vuole arrivare,
anche a costo di rinnegare
perfino la Repubblica Sociale…
Or D’Alema è triste e stanco,
non ce la fa con quel Gianfranco!
Vuoi veder che quel fetente
mi diventa Presidente?
Che burrasca, un temporale,
veder Fini al Quirinale!
Ma il Compagno non rinnega,
non rinnega il buon D’Alema…
Or se i vivi son fregnoni,
non puoi dirsi ciò dei morti:
“Non rompeteci i coglioni,
noi quassù siamo i più forti!”
“E’ da mo’ che in quest’Empireo
siamo già pacificati,
ora questo fregno buffo
ci vuol di nuovo abbaruffati…”
Morti rossi e morti neri
Si radunano a Congresso:
“Non vogliamo questo fesso,
non ci può rappresentare!”
“Che giustizia venga fatta
contro un verme di tal fatta!
Invochiamo il Padreterno
Che lo scagli giù all’Inferno…”
(Giuseppe A. Spadaro)