Lettera aperta di Adriano Colafrancesco ai vertici Rai
Gentili signori, per quanto tempo ancora dovremo subire le cronache inqualificabili che ci vengono servite a pranzo e a cena dai tiggì della Rai? Per quanto tempo il (presunto) servizio pubblico televisivo pensa di poter consumare crimini di depistaggio informativo e di omissione delle notizie, bombardando gli utenti con servizi allestiti da sempre più monotoni professionisti del tele-giornalismo di regime, grazie alla cui complicità, dopo essere stati rinchiusi in casa per mesi, veniamo
· tenuti in angoscia con quotidiano terrorismo mediatico a reti unificate,
· ammutoliti con il bombardamento sistematico di numeri indecifrabili,
· zittiti e colpevolizzati se dissidenti,
· oppressi col ricatto più vile e forte di tutti: la morte,
· convinti perfino della priorità del gel igienizzante sull’acqua benedetta in chiesa.
E ancora, come se tutto questo non fosse abbastanza,
· costretti alla “distanza sociale” per entrare in farmacia, al supermarket, o in qualsiasi luogo pubblico,
· controllati – e all’occorrenza bloccati – da poliziotti e guardie in divisa,
· ridotti a gregge che scarica l’applicazione “Immuni”, concepita per il pedinamento perenne ai fini del controllo da remoto in tutte le circostanze della vita, senza neanche capire a che serve e come funziona,
· minacciati con l’avvento autunnale di nuove pandemie e, con esse, di vaccini obbligatori di non sperimentata efficacia e effettiva necessità, peraltro realizzati da privati infiltrati nella gestione della salute pubblica di tutto il pianeta per il tramite dell’Organizzazione Mondiale della Sanità!
Manca all’appello – ma pure questo è nell’orizzonte degli orrori a venire! – solo la proposta del “marchio della bestia, il 666 dell’Apocalisse”, sotto forma di microchip, dopo di che siamo al completo!
Solo un cieco – in questo distopico scenario, inimmaginabile fino a pochi mesi fa – può non rendersi conto che siamo nel bel mezzo di un gigantesco esperimento che ha l’unico scopo di valutare fino a che punto è possibile mettere sotto controllo e irretire le masse per un più agevole governo delle nazioni. E, per dirla tutta, con buona pace dei miscredenti, che siamo in presenza dell’ultimo e più sfrenato attacco di tutti i tempi, sferrato dal Principe di questo mondo.
Scrivo ricordando e facendo mie affermazioni non troppo lontane nel tempo, pronunciate in occasione dell’ultimo Festival della TV e dei Nuovi Media a Dogliani in Piemonte….
“La voce cattolica ha un livello di rappresentanza che non rispetta l’identità culturale del Paese. Bisogna che il mondo Rai diventi più pluralista, è auspicabile più presenza cattolica in Rai. Su Internet ci sono blog, autori, opinionisti, uomini di cultura che rappresentano una varietà di opinioni molto alta. Anche cattolica. Mi stupisce il fatto che l’Italia che è un Paese cattolico abbia un po’ perso questa sua identificazione con la sua storia”.
….aiutandomi anche con parole non mie, più altisonanti delle mie, oltre che di più alta levatura morale e spirituale delle mie.
Dentro e dietro lo scambio epistolare che propongo di seguito – e che spero possa trovare spazio di riflessione, oltre che divulgazione, attraverso il potente canale di comunicazione che voi in questo momento rappresentate – non c’è una visione di parte o settaria. C’è la Visione della Scena Del Mondo di oggi com’è e a che cosa va incontro. E, senza girarci troppo intorno, è una Visione senza ammissione di sconti che ci riguarda tutti in prima persona, il cui occultamento, capirete bene, va assai oltre le semplici responsabilità di omissione del servizio pubblico.
Fiducioso in un prossimo vostro auspicabile ravvedimento, ringrazio dell’attenzione e saluto cordialmente, non senza auguri di buona lettura.
Adriano Colafrancesco
Di seguito: scambio epistolare (1-2) tra Mons. Luigi Negri e Mons. Carlo Maria Viganò, successivo all’Appello per la Chiesa e per il Mondo (3) promosso da quest’ultimo come primo firmatario, dell’8 maggio 2020
1 – Mons. Luigi Negri scrive a Mons. Carlo Maria Viganò
Eccellenza Carissima, man mano che le circostanze della vita tendono ad indicarci elementi di degrado sia nella vita ecclesiale che in quella sociale vorrei farle pervenire la mia adesione al suo messaggio che mi sembra abbia raccolto il cuore vivo della nostra esperienza ecclesiale. Questo cuore vivo dell’esperienza ecclesiale si connota sempre più per la quotidiana consapevolezza che il tempo che ci è dato fugge e che la nostra esistenza rimane fortemente condizionata dalla provvisorietà degli eventi e dei fatti.
Mi sembra che la Chiesa, a brani, secondo un ritmo spesso momentaneo, stia recuperando la coscienza della propria identità e il compito missionario che caratterizza la sua vita e la sua storia.
Noi sentiamo ogni giorno più viva la pressione degli eventi che chiedono di essere giudicati secondo la chiarezza della parola del Signore e vissuti come obbedienza alla Sua volontà. Di tutto questo siamo lieti, siamo lieti perché ci abbandoniamo ogni giorno al Signore con la consapevolezza profonda che la Sua presenza ci sostiene in ogni momento e che non esiste possibilità che la nostra esistenza sia scardinata dalla compagnia del Signore Gesù Cristo. La nostra forza è veramente l’abbandono della nostra vita alla Sua volontà e soprattutto il desiderio che la nostra vita viva la grande vibrazione della missione; che la nostra vita guardi al futuro come una realtà da investire ogni momento della consapevolezza della presenza di Cristo, chiedendo che questa presenza di Cristo corra ogni giorno l’avventura della missione. In questo e per questo la nostra vita si apre ogni mattino con un grande desiderio di sostenere la vita cristiana nostra e dei nostri fratelli uomini; si chiude ogni sera con la consapevolezza di aver contribuito poveramente, ma sempre sinceramente, al maturarsi della coscienza cristiana nel mondo.
Ci stringiamo a lei Eccellenza e vorremmo poter accompagnare come ultimi discepoli il suo passo sicuro sulla strada della verità, della bellezza e del bene. Il Signore renda la sua presenza nella Chiesa e fra gli uomini come una presenza carica di verità, di capacità di sacrificio e di volontà di bene verso tutti gli uomini; così ci sembra di corrispondere in modo povero, ma reale, al grande invito della liturgia di ogni momento, quello di non perdere il tempo ma restituirlo ogni giorno con piena volontà e con grande apertura al cuore stesso di Dio, perché nella vita di ogni giorno noi siamo proprio chiamati a sperimentare la grandezza di Dio e il desiderio di contribuire in qualche modo, realmente però, al farsi del Regno di Dio nel mondo.
Il Signore ci benedica e ci conforti nel cammino di ogni giorno.
Giugno 2020 – Luigi Negri
Arcivescovo emerito di Ferrara – Comacchio
2 – Mons. Carlo Maria Viganò risponde a Mons. Luigi Negri
Eccellenza Reverendissima,
ho letto con grande commozione le Sue parole, per me davvero toccanti. È una consolazione vedere che Vostra Eccellenza ha colto, con l’acume e la lucidità che sempre hanno contraddistinto il Suo giudizio, il cuore del problema.
Il tempo presente, specialmente per chi ha uno sguardo soprannaturale, ci riporta alle cose basilari della vita, alla semplicità del Bene e all’orrore del Male, alla necessità di scegliere lo schieramento nel quale combattere le nostre piccole e grandi battaglie quotidiane. Vi è chi vede in questo una banalizzazione, come se la chiarezza del Vangelo fosse ormai incapace di dare risposte esaurienti ad un’umanità complessa e articolata; eppure, mentre alcuni nostri confratelli Vescovi si preoccupano quasi ossessivamente per l’inclusività e la green theology auspicando il Nuovo Ordine Mondiale e una Casa comune per le religioni abramitiche, nel popolo e nei sacerdoti va facendosi spazio la persuasione di una lontananza dei propri Pastori – fortunatamente, non tutti – proprio nel momento dello scontro epocale.
È vero: il tempo ci sfugge di mano, Eccellenza, e con esso si sbriciolano i castelli di sabbia della retorica quasi iniziatica di chi nella provvisorietà del tempo e nella fragilità del contingente ha voluto costruire il proprio successo. Vi è qualcosa di inesorabile, in quanto accade oggi: i miraggi effimeri che avrebbero dovuto sostituirsi alle verità eterne ci appaiono, alla cruda luce della realtà, nel loro squallore artefatto e posticcio, nella loro ontologica e inesorabile falsità. Ci scopriamo bambini, secondo le parole di Nostro Signore; riconosciamo quasi istintivamente i buoni e i cattivi, il premio e la pena, il merito e la colpa. Ma si può considerare banale la serenità del fanciullo che riposa sul petto della madre, la fiducia fiera del bambino che si aggrappa alla mano del padre?
Quante parole fatue ci sono state dette, quanti palliativi inutili ci sono stati propinati, pensando che la Parola eterna del Padre fosse inadeguata, che occorresse aggiornarla per renderla più seducente alle sorde orecchie del mondo! Eppure sarebbe bastato farla nostra, quella Parola, per non aver bisogno d’altro. Se finora ci siamo lasciati confondere dallo strepito del secolo, ora possiamo abbandonarci con fiducia filiale e lasciarci guidare, perché riconosciamo la voce del divino Pastore e Lo seguiamo dove Egli ci vuole condurre. Anche quando altri, che pure dovrebbero parlare, tacciono.
La nostra povertà non è di ostacolo, ma anzi di aiuto in questi frangenti: quanto più saremo umili, tanto più risplenderà la maestria dell’Artista che ci impugna come uno strumento nelle Sue abili mani, come la penna con cui lo Scrivano verga sapientemente la pagina.
Chiedo a Vostra Eccellenza di pregare perché tutti noi, che nella pienezza del Sacerdozio il Signore chiama non servi ma amici, riusciamo a renderci docili strumenti della Sua Grazia, riscoprendo la semplicità divina della Fede che Egli ci ha comandato di predicare a tutte le genti.
Tutto ciò che per orgoglio vi aggiungeremo di nostro è un penoso orpello di cui dobbiamo imparare a disfarci sin d’ora, se non vogliamo che lo facciano le fiamme del Purgatorio, nelle quali le nostre poche pagliuzze d’oro saranno purificate dalle scorie per renderci degni della visione beatifica. Non sprechiamo i giorni preziosi nei quali la malattia e la vecchiaia ci danno l’opportunità di espiare le nostre e le altrui colpe: sono giorni benedetti che possiamo offrire alla Maestà di Dio per la Chiesa e i suoi Ministri.
Riceva, Eccellenza Carissima, l’espressione della mia profonda gratitudine per le Sue ispirate parole, con l’assicurazione del mio ricordo nel Santo Sacrificio dell’Altare. E preghi per me. “Nunc dimittis servum Tuum, Domine, secundum verbum Tuum in pace” e
Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
Nunzio apostolico emerito negli Stati Uniti d’America
3 – APPELLO PER LA CHIESA E PER IL MONDO Veritas liberabit vos. – Gv 8:32
In un momento di gravissima crisi, noi Pastori della Chiesa Cattolica, in virtù del nostro mandato, riteniamo nostro sacro dovere rivolgere un Appello ai nostri Confratelli nell’Episcopato, al Clero, ai Religiosi, al Popolo santo di Dio e a tutti gli uomini di buona volontà. Questo Appello è sottoscritto anche da intellettuali, medici, avvocati, giornalisti e professionisti che ne condividono il contenuto, ed è aperto alla sottoscrizione di quanti lo vogliono fare proprio.
I fatti hanno dimostrato che, con il pretesto dell’epidemia del Covid-19, si è giunti in molti casi a ledere i diritti inalienabili dei cittadini, limitando in modo sproporzionato e ingiustificato le loro libertà fondamentali, tra cui l’esercizio della libertà di culto, di espressione e di movimento. La salute pubblica non deve e non può diventare un alibi per conculcare i diritti di milioni di persone in tutto il mondo, e tantomeno per sottrarre l’Autorità civile al proprio dovere di agire con saggezza per il bene comune; questo è tanto più vero, quanto più crescenti sono i dubbi da più parti avanzati circa la effettiva contagiosità, pericolosità e resistenza del virus: molte voci autorevoli del mondo della scienza e della medicina confermano che l’allarmismo sul Covid-19 da parte dei media non pare assolutamente giustificato.
Abbiamo ragione di credere, sulla base dei dati ufficiali relativi all’incidenza dell’epidemia sul numero di decessi, che vi siano poteri interessati a creare il panico tra la popolazione con il solo scopo di imporre permanentemente forme di inaccettabile limitazione delle libertà, di controllo delle persone, di tracciamento dei loro spostamenti. Queste modalità di imposizione illiberali preludono in modo inquietante alla realizzazione di un Governo Mondiale fuori da ogni controllo.
Crediamo anche che in alcune situazioni le misure di contenimento adottate, ivi compresa la chiusura delle attività commerciali, abbiano determinato una crisi che ha prostrato interi settori dell’economia, favorendo interferenze di poteri esteri, con gravi ripercussioni sociali e politiche. Queste forme di ingegneria sociale devono esser impedite da chi ha responsabilità di governo, adottando le misure volte alla tutela dei propri cittadini, di cui essi sono rappresentanti e nel cui interesse hanno il grave obbligo di operare. Si aiuti parimenti la famiglia, cellula della società, evitando di penalizzare irragionevolmente le persone deboli e gli anziani, costringendoli a dolorose separazioni dai propri cari. La criminalizzazione dei rapporti personali e sociali deve essere inoltre giudicata come inaccettabile parte del progetto di chi promuove l’isolamento dei singoli per poterli meglio manipolare e controllare.
Chiediamo alla comunità scientifica di vigilare, affinché le cure per il Covid-19 siano promosse con onestà per il bene comune, evitando scrupolosamente che interessi iniqui influenzino le scelte dei governanti e degli organismi internazionali. Non è ragionevole penalizzare rimedi rivelatisi efficaci, spesso poco costosi, solo perché si vogliono privilegiare cure o vaccini non altrettanto validi ma che garantiscono alle case farmaceutiche guadagni ben maggiori, aggravando le spese della sanità pubblica. Ricordiamo parimenti, come Pastori, che per i Cattolici è moralmente inaccettabile farsi inoculare vaccini nei quali sia impiegato materiale proveniente da feti abortiti.
Chiediamo parimenti ai Governanti di vigilare perché siano evitate nella maniera più rigorosa forme di controllo delle persone, sia attraverso sistemi di tracciamento sia con qualsiasi altra forma di localizzazione: la lotta al Covid-19, per quanto grave, non deve essere il pretesto per assecondare intenti poco chiari di entità sovranazionali che hanno fortissimi interessi commerciali e politici in questo progetto. In particolare, deve essere data la possibilità ai cittadini di rifiutare queste limitazioni della libertà personale, senza imporre alcuna forma di penalizzazione per chi non intende avvalersi dei vaccini, dei metodi di tracciamento e di qualsiasi altro strumento analogo. Si consideri anche la palese contraddizione in cui si trova chi persegue politiche di riduzione drastica della popolazione e allo stesso tempo si presenta come salvatore dell’umanità senza avere alcuna legittimazione né politica né sociale. Infine, la responsabilità politica di chi rappresenta il popolo non può assolutamente esser demandata a tecnici che addirittura rivendicano per se stessi forme di immunità penale a dir poco inquietanti.
Richiamiamo con forza i mezzi di comunicazione ad impegnarsi attivamente per una corretta informazione che non penalizzi il dissenso ricorrendo a forme di censura, come sta ampiamente avvenendo sui social, sulla stampa e in televisione. La correttezza dell’informazione impone che si dia spazio alle voci non allineate al pensiero unico, consentendo ai cittadini di valutare consapevolmente la realtà, senza esser pesantemente influenzati da interventi di parte. Un confronto democratico e onesto è il migliore antidoto al rischio di imporre subdole forme di dittatura, presumibilmente peggiori di quelle che la nostra società ha visto nascere e morire nel recente passato.
Ricordiamo infine, come Pastori cui incombe la responsabilità del Gregge di Cristo, che la Chiesa rivendica fermamente la propria autonomia nel governo, nel culto, nella predicazione. Questa autonomia e libertà è un diritto nativo che il Signore Gesù Cristo le ha dato per il perseguimento delle finalità che le sono proprie. Per questo motivo, come Pastori rivendichiamo con fermezza il diritto di decidere autonomamente in merito alla celebrazione della Messa e dei Sacramenti, così come pretendiamo assoluta autonomia nelle materie che ricadono nella nostra immediata giurisdizione, come ad esempio le norme liturgiche e le modalità di amministrazione della Comunione e dei Sacramenti. Lo Stato non ha alcun diritto di interferire, per nessun motivo, nella sovranità della Chiesa. La collaborazione dell’Autorità Ecclesiastica, che mai è stata negata, non può implicare da parte dell’Autorità Civile forme di divieto o di limitazione del culto pubblico o del ministero sacerdotale. I diritti di Dio e dei fedeli sono suprema legge della Chiesa cui essa non intende, né può, abdicare. Chiediamo che siano tolte le limitazioni alla celebrazione delle funzioni pubbliche.
Invitiamo le persone di buona volontà a non sottrarsi al loro dovere di cooperare al bene comune, ciascuno secondo il proprio stato e le proprie possibilità e in spirito di fraterna Carità. Questa cooperazione, auspicata dalla Chiesa, non può però prescindere né dal rispetto della Legge naturale, né dalla garanzia delle libertà dei singoli. I doveri civili cui i cittadini sono tenuti implicano il riconoscimento da parte dello Stato dei loro diritti.
Siamo tutti chiamati ad una valutazione dei fatti presenti coerente con l’insegnamento del Vangelo. Questo comporta una scelta di campo: o con Cristo o contro Cristo. Non lasciamoci intimidire né spaventare da chi ci fa credere che siamo una minoranza: il Bene è molto più diffuso e potente di quello che il mondo vuole farci credere. Ci troviamo a combattere contro un nemico invisibile, che separa tra di loro i cittadini, i figli dai genitori, i nipoti dai nonni, i fedeli dai loro pastori, gli allievi dagli insegnanti, i clienti dai venditori. Non permettiamo che con il pretesto di un virus si cancellino secoli di civiltà cristiana, instaurando una odiosa tirannide tecnologica in cui persone senza nome e senza volto possono decidere le sorti del mondo confinandoci ad una realtà virtuale. Se questo è il progetto cui intendono piegarci i potenti della terra, sappiano che Gesù Cristo, Re e Signore della Storia, ha promesso che «le porte degli Inferi non prevarranno» (Mt 16:18).
Affidiamo i Governanti e quanti reggono le sorti delle Nazioni a Dio Onnipotente, affinché li illumini e li guidi in questi momenti di grande crisi. Si ricordino che, come il Signore giudicherà noi Pastori per il gregge che Egli ci ha affidato, così giudicherà anche i Governanti per i popoli che essi hanno il dovere di difendere e governare.
Preghiamo con fede il Signore perché protegga la Chiesa e il mondo. La Vergine Santissima, Aiuto dei Cristiani, possa schiacciare il capo dell’antico Serpente e sconfiggere i piani dei figli delle tenebre.
8 Maggio 2020
Madonna del Rosario di Pompei
Firmatari
Mons. Carlo Maria Viganò, Arcivescovo, Nunzio Apostolico
Card. Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong
Card. Janis Pujats, Arcivescovo emerito di Riga
Card. Gerhard Ludwig Mueller, Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede
Mons. Luigi Negri, Arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio
Mgr Joseph Strickland, Vescovo di Tyler, Texas
Mons. Thomas Peta, Arcivescovo Metropolita di Maria Santissima in Astana
Mons. Athanasius Schneider, Vescovo Ausiliare di Maria Santissima in Astana
Mons. Jan Pawel Lenga, Arcivescovo emerito di Karaganda
Mons. Rene Henry Gracida, Vescovo emerito di Corpus Christi
Mons. Andreas Laun, Vescovo Ausiliare emerito di Salisburgo
Mons. Robert Muetsaerts, Vescovo Ausiliare di Den Bosch
Padre Serafino Lanzetta, teologo
Don Alfredo Maria Morselli, teologo
Don Curzio Nitoglia, teologo
Don Guy Pagès
Don Frank Unterhalt, Communio Veritatis
Don Albert Engelmann, direttore editoriale Der Dreizehnte