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“Lasciate una traccia del vostro passaggio” – Idee e filosofia di Anna Maria Gaglioli

Ante scriptum

Durante la trascorsa  Biennale d’Arte Creativa di Viterbo anch’io ho lasciato una piccola traccia del mio passaggio… e l’ho lasciata proprio sull’allestimento “speculare” di Anna Maria Gaglioli, esposto nella ex chiesa di San Salvatore a piazza San Carluccio. Sotto uno specchio dipinto di rosa c’era un foglio di carta con alcuni ghirigori, con su scritto “lasciate una traccia del vostro passaggio” ed anch’io ci ho scritto sopra “anch’io.. anch’io”. Insomma mi sono divertito! Paolo D’Arpini

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Ciao Paolo D’Arpini,  vorrei lanciare un messaggio se ti sarà possibile pubblicarlo,  il messaggio in questione è lo stesso che ho presentato alla biennale di Viterbo. Lasciate una traccia del vostro passaggio l’idea è di proporlo come buon augurio mattutino è un idea semplice che fa sorridere le tematiche su cui lasciare la traccia firmata per tutti coloro che lo desiderino sono  gioia, poesia, armonia, sincerità, uguaglianza, fratellanza e serenità in un mondo dove i problemi traboccano una scintilla di luce positiva nel quotidiano darebbe vita ad un raggio di sole continuativo  che potrebbe squarciare le tenebre e  scaldare  in tutta la sua fulgida e trasparente positività a partire da oggi l’intera umanità.

Ho chiesto  a Laura con la sua associazione e le persone a lei più vicine di fare da madrina all’iniziativa il 29 giugno 2010 nella Tavola Rotonda su le stagioni come  metro sociale sessuale e riproduttivo nella società umana e in natura l’integrazione all’argomento è sita nel messaggi libero e universale che porta nel tutto cosmico l’essenza della luce divina sulle ali di un destino di luce voluto  in piena libertà da ogni singola persona che vorrà aderire all’iniziativa.

Lasciate una traccia della vostro passaggio è una richiesta libera sarebbe bello  ricevere  commenti su questa storia di vite che si trovano unite nell’esprimere il proprio pensiero su un foglio di carta o di word  fatto di gioia poesia armonia sincerità uguaglianza fratellanza e serenità che si chiama Arte scrittura e si trova nel cuore della gente di tutto il mondo un messaggio ancestrale antropologico  il mio che viaggia libero nell’universo sulle ali del destino a testimonianza che l’unità dei popoli  è nell’unicità di ogni essere vivente che abita il pianeta terra . L’arte in questo senso non può essere condizionata ma deve potersi manifestare   per il bene comune su  canali di informazione futuristici e  alternativi quali l’arte scritture al fine di poter divenire un’unica voce scritta capace di parlare attraverso il dna alle generazioni future.

Il messaggio

Lasciate la vostra firma all’universo creando una buona armonia nel cosmo scrivendo pensieri positivi sulla gioia poesia armonia sincerità uguaglianza fratellanza e serenità in questo spazio attraverso Arte scrittura lasciate una traccia del vostro passaggio

Lasciate una traccia del vostro passaggio

Nel cuore della gente 

Lasciate una traccia della vostro passaggio è una richiesta libera sarebbe bello  ricevere  commenti su questa storia di vite che si trovano unite nell’esprimere il proprio pensiero su un foglio di carta o di word  fatto di gioia poesia armonia sincerità uguaglianza fratellanza e serenità che si chiama Arte scrittura e si trova nel cuore della gente di tutto il mondo un messaggio ancestrale antropologico il mio che viaggia libero nell’universo sulle ali del destino a testimonianza che l’unità dei popoli è nell’unicità di ogni essere vivente che abita il pianeta terra. L’arte in questo senso non può essere condizionata ma deve poter viaggiare  per il bene comune su  canali di informazione futuristici e  alternativi liberi da vincoli e ideologie al fine di poter divenire un’unica voce scritta  che parla dell’amore puro.

Lasciate la vostra firma all’universo creando una buona armonia nel cosmo scrivendo a info@annamariagaglioli.com 

Anna Maria Gaglioli

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Viterbo, Tavola Rotonda sul tema: ”Laicità diritti umani e nonviolenza” – Relazione di Osvaldo Ercoli dell’ass. Libero Pensiero Giordano Bruno

Parole di accompagnamento: “Caro Paolo ti invio la relazione che mi hai richiesto. Il tuo impegno è estremamente utile ala società e fa piacere a tutti coloro che lo sanno apprezzare. Saluti cari, Osvaldo”

Mia rispostina: “Caro Osvaldo, ti sono molto riconoscente… tu sei la persona più nobile che io abbia conosciuta a Viterbo. Ti auguro sempre ogni bene ed ogni realizzazione. Con affetto, Paolo”

Ed ora ecco la relazione del prof. Osvaldo Ercoli alla tavola rotonda su “Laicità, Diritti Umani e Nonviolenza” tenuta a Viterbo in chiusura della Biennale d’Arte Creativa, nella Sala Gatti il 6 giugno 2010:

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Il mio nome é  Ercoli Osvaldo, e sono il  Presidente dell’associazione nazionale “Libero Pensiero Giordano Bruno” sez. di Viterbo e Rieti.

Ringrazio con piacere e riconoscenza Paolo D’arpini e Laura Lucibello quali promotori ed animatori di questa manifestazione, la Biennale d’Arte Creativa, che offre a questa città una boccata di aria fresca che evoca ed auspica un futuro migliore e più giusto per la società tutta.

Giordano Bruno fu brutalmente ucciso, bruciato vivo, perché non voleva conformarsi, sottomettersi, a verità presupposte ed assolute.

La sua caparbietà e la sua ostinazione si rivelarono nei secoli a venire la forza della ragione ed il coraggio della libertà, che oggi sono i valori della laicità degli Stati democratici.

Sono i valori per costruire nel rispetto delle libertà e delle autodeterminazioni di ciascuno la civile convivenza.

In un momento storico dove troppo spesso domina l’ignavia del conformismo ed il narcotico del pensiero unico, la filosofia di Giordano Bruno costituisce un formidabile scrigno per riscoprire la dignità degli esseri umani liberi e pensanti, che vigilano e si battono per l’affermazione e l’estensione della libertà e della giustizia.

Sta a noi e alla nostra intelligenza vincere l’ignavia del conformismo che troppo spesso ci attanaglia, farci coraggio, aprire lo scrigno, e convincerci che tutti gli esseri umani hanno un valore intrinseco, che sono soggetti dotati d’intelligenza, che non possono essere ridotti al ruolo di proprietà privata, che costituiscono una famiglia terrena uniti gli uni agli altri da principi di convivenza civile e democratica, che ha come spazio vitale il l’intero pianeta terra, e che hanno diritto al cibo e all’acqua ed ad un ambiente pulito e sicuro da conservare e difendere.

Pertanto è nostro dovere assumere comportamenti che non compromettano l’equilibrio ecologico della terra nonché i diritti fondamentali e la sopravvivenza delle altre specie e di tutta l’umanità.

Nessun essere umano ha il dritto di invadere lo spazio ecologico di altre specie o di altri individui, né trattarli con crudeltà e violenza.

Le biodiversità sono ricchezze da mantenere e difendere.

La democrazia della comunità  terrena unisce tutti i popoli e i singoli individui sostenendo valori quali la cooperazione e l’impegno disinteressato, anziché separarli attraverso la competizione, il conflitto, l’odio ed il terrore.

In alternativa ad un mondo fondato sull’avidità, sulla disuguaglianza   e sul consumismo sfrenato, questa democrazia si propone di globalizzare la solidarietà, la giustizia e la sostenibilità.

Possono sembrare allarmistiche ed utopiche queste considerazioni ma non è così, la terra,  per le scoperte della scienza e della tecnica è diventata sempre più piccola, le risorse che stiamo consumando ci siamo resi conto che non sono infinite, che l’inquinamento non è più circoscritto a piccole zone, che le violenze che abbiamo inferto alla natura negli ultimi cento anni sono inconfrontabili con quanto ha prodotto l’uomo sapiens in milioni di anni della sua esistenza sulla terra, si aggiunga inoltre che non ci siamo ancora convinti che siamo  passeggeri su una navicella chiamata terra che naviga in un mare infinito, che può solo fidare sulle proprie forze e risorse senza possibili soccorsi esterni da ipotetici extra terrestri.

Non vorrei che i passeggeri della navicella Terra avessero lo stesso atteggiamento di quei passeggeri di una barchetta in balia dei flussi in un mare in tempesta,  pregati  di aiutare a togliere l’acqua che s’imbarcava, risposero “..e la barca è mica nostra…!”

Osvaldo Ercoli

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“Spiritualità laica, diritti umani e non violenza” – Tavola rotonda in chiusura della Biennale d’Arte Creativa di Viterbo e premiazione degli artisti in concorso

category Eventi Paolo D'Arpini 4 giugno 2010

“Spirito-materia? Spirito-natura? Spirito-laico?” (Saul Arpino)

Il 6 giugno 2010 in chiusura della Prima edizione della Biennale d’Arte Creativa si tiene a Viterbo, nella Sala Gatti alle h. 15.15, un incontro sul tema della laicità, diritti umani e non violenza,  un’assemblea laica pubblica per testimoniare nuovi percorsi di vita e ampliare l’angolo della nostra visuale. L’esperienza di ognuno dei partecipanti è indicativa di un percorso non solo teorico ma anche di trasformazione culturale continua e di pratica conseguente. Ma l’incontro non è semplicemente una tavola rotonda bensì un circolo di condivisione esperenziale, in cui ognuno potrà esprimersi e proporre le sue iniziative a favore della laicità.

L’assemblea si svolge in spirito sincretico  (sin dove è possibile naturalmente) infatti se ampliamo il raggio della nostra compartecipazione troviamo spunti per ulteriore crescita in tolleranza ed equanimità. E cos’è laicità se non questo? 

“La laicità, sul piano etico, indica rispetto ed accoglienza per se stessi e per gli altri; è questa un’etica per un mondo migliore, sicuramente improntato ad una pacificazione universale. Si tratta di un’utopia di speranza che ci permette di vivere meglio nell’orizzonte storico, troppo tormentato e troppo deluso, del nostro tempo. In questa prospettiva, prende forma un’aspirazione epocale, orientata ad uscire dal ciclo della negatività che spesso rischia di sommergerci.  Il presupposto irrinunciabile di questa laicità è quello di un pluralismo capace di unirci in una fratellanza che ci permetta di camminare insieme, nella persuasione di arricchire gli altri con la nostra diversità” (Aurelio Rizzacasa).

E’ bene che il nostro spartire le esperienze e le sollecitazioni culturali si manifesti in “periferia” -a Viterbo, dove ancora esiste lo Spiritus Loci-  e proprio per manifestare una concretezza e coerenza, invitiamo i partecipanti, la mattina che precede l’incontro,  a visitare con noi la parte storica della Città dei Papi, nei luoghi che vedono la presenza culturale della Biennale, in particolare a Palazzo Santoro dov’é la mostra su Santa Rosa curata da Mauro Galeotti, e nella ex chiesa di San Salvatore in piazza  San Carluccio dove ci sono le opere grafiche in concorso e le sculture di vari autori aderenti alla Biennale.

Paolo D’Arpini

 

Ecco il programma completo della giornata:

h 11.00 Visita guidata ai monumenti di Viterbo con Paolo D’Arpini – appuntamento Sala Gatti (vicino alla Piazza Erbe)

h 13.00 Pausa pranzo

h 15.15 Tavola Rotonda “Laicità, diritti umani e non violenza”. Moderatore: Paolo D’Arpini. Interventi di: Aurelio Rizzacasa, Ciro Aurigemma, Bettina Corke, Anna Maria Gaglioli, Vittorio Marinelli, Osvaldo Ercoli, Laura Lucibello, Michele Trimarchi, Giorgio Vitali  (si svolge nella Sala Gatti).

h 17.30 Marcia Theophilo poetessa candidata al Nobel declama poesie e premia gli artisti in Concorso, articoli offerti da Nero Grafite, V.Garibaldi 36

h 18.00 Chiusura 1a Biennale d’Arte con performance di Spirit Dance Download, Compagnia di Teatro e Danza, Libera Espressione Artistica Creativa.

Degustazione finale offerta da Enoteca  Provinciale Tuscia Viterbese

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Altri articoli sulla Spiritualità Laica:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=spiritualit%C3%A0+laica

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Agenzia Fregoli a Viterbo: “Noleggiasi uomini e donne per ogni bisogna…” – Recita a soggetto del teatro Cinabro (entrata gratis… uscita a pagamento)

Il 30 maggio 2010 alle h. 19, nella chiesa sconsacrata di San Salvatore, in piazza San Carluccio (Quartiere San Pellegrino) si compie un rito pagano farsesco, una commedia degna della più classica Commedia dell’Arte:  “L’Agenzia Fregoli”  sbarca a Viterbo!

L’ultima creazione del Teatro Cinabro Calcata va in scena nell’ambito della Biennale d’Arte Creativa e sarà una sorpresa per tutti… E’ stata una sorpresa del trasformismo scenico persino per i suoi ideatori, infatti l’Agenzia Fregoli,  nel corso delle prove ha visto ripetutamente  cambiare i suoi attori…  Gente che va, gente che viene, uno resta e l’altra se ne parte,  maschi che diventane femmine e femmine che diventano maschi. Tutti alla mercé del fato  (e della richiesta-offerta di “Uomini a nolo…”). Con questa piece, liberamente tratta da brani di rivista anteguerra del principe Antonio De Curtis, si solletica il pubblico con sane battute “purgate” dalla censura.

“La censura esiste anche oggi!” qualcuno potrebbe obiettare.. -magari a ragione- ed esiste anche la crisi economica e la fame, motivo di più per ridere della fervida fantasia creativa di un Totò che aveva immaginato i Co.co.co, i call-center e la necessità di arabattarsi per vivere, con oltre settant’anni di anticipo…

Alcune notizie sulla fonte ispirativa:

Nato nel 1898, Antonio De Curtis, in arte Totò, ha fatto la sua “Università” recitando a Napoli nelle farse a soggetto, di origine ottocentesca e pulcinellesca. Le sollecitazioni per un giovane comico erano tante.  Da una parte la farsa urbana e sottoproletaria di Pulcinella, la farsa cafona e grassa della tradizione cavaiola, la farsa piccolo borghese di Don Feliciello Sciosciammocca, i pasticci linguistici di Don Antonio Tartaglia.

Dall’altra l’esplosione del varietà, erede del Cafè Chantant.

Da questo calderone emersero, insieme a lui, due altri grandi comici, il Viviani ed Edoardo, ambedue tesi al rifiuto della prigionia della maschera a favore del carattere e del personaggio.

Totò, al contrario, trovò la sua libertà espressiva proprio diventando maschera, esaltandola con il suo volto disossato, la disarticolazione del corpo e con le sue fulminanti invenzioni linguistiche.

Abbiamo liberamente tratto i due tempi della nostra farsa dalla Rivista “Uomini a Nolo”, scritta nel 1937 da Totò in collaborazione con Bel Ami (Anacleto Francini).

Questo testo, come tutti gli altri degli anni ’30, è segnato dalla ricerca di nuove diramazioni del linguaggio comico, principalmente il travestimento e una palese “lunarità” quasi surreale delle battute.

Nella nostra messa in scena ci siamo sforzati di impiegare le tecniche interpretative di quell’epoca, senza per questo tentare l’impossibile imitazione di quell’inimitabile “mostro comico” che fu Totò. Siete tutti invitati a “soffrire” con noi un sacco di felicità e di risate.

Battute finali:

“Così, gentile pubblico beneamato, finisce questa farsa un po’ arronzata.. e se qualche risata alfine c’é scappata… forse il nostro dover l’abbiam compiuto, perciò donateci un applauso di saluto… (applauso auspicabile).. Ed ora gentile pubblico beneamato non vogliamo farvi mancare il momento più amato della serata, il momento che tutti ci invidiano… (omissis)…”  Si chiude il velario con la  danza dei pompieri (forse).

Grazie per l’accoglienza che vorrete riservare alla nostra “fatica” teatrale e per la vostra auspicata presenza allo spettacolo!

Paolo D’Arpini

Personaggi, interpreti e foto di scena su:

http://teatrocinabrocalcata.blogspot.com/

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Presentazione di Patrizia Pellegrini del Coro della Pastorella di Faleria, che partecipa all’inaugurazione della Biennale d’Arte Creativa di Viterbo

Caro Paolo, siamo pronti per l’inaugurazione… Credo che avremo la partecipazione anche di una fisarmonica, suonata da uno dei pochi  vecchi fisarmonicisti del paese che l’hanno suonata per anni. Ciao, Patrizia

“LA PASTORELLA: POESIA E CANTO”

Il Comitato per la Pastorella di Faleria nasce  circa quattro anni fa con lo scopo di tramandare un’antica  tradizione popolare religiosa del mio paese: Faleria un paesino di 2.200 abitanti circa ali piedi del Monte Soratte, nella Valle del Treja.

Sicuramente vi domanderete : “che cos’è la Pastorella?”. E’ un canto che i pastori di questo paese solevano cantare la sera del cinque gennaio prima dell’imbrunire, per le vie del paese cantando la nascita di nostro Signore il Salvatore del mondo.

Il termine deriva da pastori ovvero da coloro che hanno avuto per primi il privilegio di diffondere questo armonioso canto, suonando con l’organetto prima e con la fisarmonica poi e bussando di casa in casa, di porta in porta annunciando la nascita di Gesù e ricevendo in cambio offerte e doni da donare ai poveri.

La tradizione vuole che il tema della Pastorella sia la Natività di Gesù ogni anno reinterpretata alla luce di fatti e accadimenti  quotidiani carichi di fede, cristianità e valori morali. La melodia, invece, è rigorosamente la stessa cantata da voci soliste e da un coro con l’accompagnamento dell’organetto o della fisarmonica.

La Pastorella è  anche “Metrica” in quanto tradizione vuole che venga scritta secondo alcune regole ben precise della poesia. Il testo si compone di 3 parti:   strofe;   ritornelli;  versi terminali ed è elaborato,   in “strofe” (ottave, quartine e distico) e “versi” endecasillabi ed ottonari 

In sintesi la Pastorella è arte in quanto POESIA del testo, che viene scritto ogni anno dall’autore, e MUSICA interpretata dai cantori del Coro della Pastorella.   

Il Presidente del Comitato per la Pastorella  di Faleria  - 

 Patrizia Pellegrini

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