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Produzione energetica da fonti pulite e rinnovabili..? Va bene… ma non con metodi che incentivano il meccanismo consumista ed industriale

Ancora una volta debbo ritornare sul tema della produzione energetica pulita….

 

Mi spiace doverlo fare perché stavolta debbo partire lancia in resta contro “le finte produzioni energetiche pulite”. In questo momento d’attesa sclerotica del picco del petrolio l’opzione nucleare viene spacciata come una soluzione praticabile ed intanto il sistema industriale e tecnologico spinge contemporaneamente verso processi “alternativi” che soddisfano invece l’esigenza della continua “crescita”…

Ad esempio negli ultimi giorni son tornato spesso sull’argomento dell’impianto a colza di Monterosi (Viterbo) su cui ho ricevuto vari commenti. Sergio Baffoni, di Ecologia Peacelink, dice: “Bruciatore ad olio di colza di Monterosi…? Il problema aggiuntivo è che dato che l’olio di colza non ha una resa altissima, a meno di non  alimentare la centrale con forti sovvenzioni per sostenere qualche lobby agricola, sarà necessario passare all’olio di palma. Con tutte le conseguenze per la deforestazione, le violazioni dei diritti delle comunità locali e soprattutto il danno al clima (conversione delle torbiere in piantagioni e rilascio di massicce quantità di CO2 in atmosfera)”

 

Insomma la centrale ad olio di colza di Monterosi è un fulgido esempio di come l’industria pesante e la finanza continuino ad occupare ogni ambito di produzione energetica, anche quello delle rinnovabili. Vedasi il fiorire di mega torri eoliche nelle nostre campagne o la copertura di migliaia di ettari coltivabili con neri pannelli solari.

 

Infatti bisogna smetterla -afferma il prof. Benito Castorina-  di identificare le rinnovabili col fotovoltaico che sta invadendo le campagne con milioni di mc. di cemento armato, acciaio, silicio, per la produzione dei quali bisogna bruciare quantità enormi di petrolio, scavare gli inerti dalle montagne, inquinare l’aria e surriscaldarla per un beneficio illusorio se consideriamo che su un metro quadro di superficie il sole scarica più di un kw di energia che viene totalmente utilizzata dalle piante, cosa che i pannelli solari si sognano…”

 

Poi va considerato il costo dello smaltimento successivo di questi impianti solari a terra… – conclude Castorina- domani sarà un problema demolire e buttare in discarica questi pannelli per ripristinare i campi di grano e le vigne e gli aranceti che oggi sono fatti abbandonare perché non rendono al contadino quanto un impianto  fotovoltaico (grazie agli sproporzionati incentivi)”

 

L’Italia paga milioni di euro per l’inquinamento da gas serra ed è importante riuscire a spostare l’attenzione sulle fonti rinnovabili veramente pulite ed accessibili, come potrebbe essere la produzione energetica da biomassa..  Ma non quella con combustibili liquidi, come l’olio di colza o l’olio di palma, che richiedono una lavorazione industriale e una  produzione agricola intensiva e inquinante.  La biomassa è preferibile da colture dedicate che abbiano anche usi collaterali e non il solo scopo di produrre combustibile.

 

Una biomassa che produca energia, etanolo biodiesel, biogas, syngas, carta, polimeri, mobili, medicine e chi più ne ha più ne metta, compreso l’eliminazione dei rifiuti, riciclaggio e tutte le cose che hanno senso per una fase transitoria nell’era del dopo petrolio.

 

Anche European Consumers è tornata sull’argomento della centrale termoelettrica di Monterosi: “Il 7 aprile 2011  è stata inviata , una raccomandata RR. – Interrogazione – indirizzata al sindaco di Monterosi ed al presidente della Provincia di Viterbo – Afferma l’avv. Vittorio Marinelli, presidente dell’associazione – Questo passo a favore dei consumatori ed a tutela dell’ambiente non deve essere interpretato come una negazione a produrre energia elettrica da fonti alternative.. Anzi è proprio negli intendimenti di European Consumers dedicare la massima attenzione alle fonti rinnovabili (vedi le diverse azioni sulla Free Energy: http://www.google.com/search?client=gmail&rls=gm&q=european%20consumers%20free%20energy). 

 

E’ perciò assolutamente necessario che la produzione energetica non sia una scusa per continuare ad utilizzare metodi che vanno a nocumento dell’ambiente e della salute. Decrescere, decrescere e prendere coscienza della comune appartenenza all’evento vita… E per concludere.. una domanda: “Dove andranno a finire quei milioni di ettolitri di acqua super radioattiva riversati in mare a Fukushima…?”

 

Paolo D’Arpini

 

Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana

Presidente Circolo vegetariano VV.TT.

Via Mazzini, 27 – Treia (Macerata)

Tel. 0733/216293  

 

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Altri articoli:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=energia+rinnovabile

 

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Commento di Guido sull’articolo soprastante: “L’energia ‘pulita’ non esiste, se prima non ci rendiamo veramente conto che la crescita economica è una terribile patologia della Terra.
Per quanto riguarda i dettagli, lasciando perdere lìolio di colza e tutte le altre amenità che si basano comunque sulla combustione.  L’eolico: consuma territorio, uccide esseri altamente senzienti, come gli uccelli, poi quelle pale non sono gradevoli. Bisogna limitarsi a qualche elica per estrarre acqua dal pozzo, o per i mulini a vento: i consumi devono restare sul posto.
  Il fotovoltaico: i campi di pannelli consumano territorio, poi bisogna trasportare l’energia con una rete, strade e trasporti. Per avere le quantità richieste dalla crescita continua bisognerebbe ricoprire ben presto superfici immense, impensabili. Va bene, ma solo sui tetti.  Le centrali idroelettriche “grandi” sono anch’esse causa di problemi gravi: tolgono l’acqua per lunghi tratti, allagano bacini, consumano territorio. Restano i pannelli solari termici, e – per l’energia elettrica – qualche centralina mini-idro di potenza massima dell’ordine di 500-1000 kW con restituzione immediata dell’acqua e consumi sul posto…  guido1936@interfree.it

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Tutti i danni dell’energia nucleare…. la catastrofe incombe sul mondo, solo per accontentare i produttori di bombe..

 ”Radioattività  incontrollabile e fumate radioattive dalla centrale Fukushima. Ultime news…”

 

Dice bene Sergio Zabot quando afferma che l’elettricità ricavata dal nucleare serve a corroborare -pacificamente- gli scopi dei produttori di bombe: “Il nucleare civile francese è nato in simbiosi con il nucleare militare, per ripartire gli enormi costi per produrre l´uranio e soprattutto per arricchirlo al cosiddetto “weapon grade”. Lo sforzo civile e militare francese è stato imponente e la maggior parte dei costi, dalla Ricerca e Sviluppo fino al trattamento del combustibile esausto non sono mai entrati nel costo dei kWh che i cittadini pagano in tariffa, ma sono nascosti nelle tasse che pure i francesi pagano. Non dimentichiamo che EdF, la società elettrica che gestisce le centrali nucleari è statale e che anche gli arsenali militari e gli impianti di arricchimento e di ritrattamento dell’uranio sono statali”.

 

Infatti per fabbricare bombe atomiche serve uranio arricchito (o sporco secondo i casi), plutonio, ed altre cosette, e come meglio mascherare questa produzione se non giustificandola con la scusa della produzione energetica? E la cosa si evidenzia da sé quando osserviamo l’attenzione fissata sugli impianti nucleari dell’Iran o Nord Corea, così osteggiati da USA e Israele….

 

Ma l’energia atomica è cattiva sia in pace che in guerra… anzi forse è più cattiva in pace visto che in guerra sono state solo due le bombe utilizzate, quelle di Hiroshima e Nagasaki, nel 1945, e da allora sono trascorsi 66 anni. Mentre di incidenti nucleari ne sono avvenuti a iosa da quando l’uranio è diventato un “combustibile” energetico. Centinaia di incidenti, piccoli e grandi, che hanno lasciato una scia di morte e malattie non indicizzate… perché non conviene. Infatti i danni del nucleare è meglio tacerli, anche perché la maggior parte d’essi debbono ancora venire…

 

E verranno nel momento in cui le scorie stipate in varie parti del mondo cominceranno a rilasciare il loro contenuto venefico… è inevitabile che ciò accada perché i siti in cui dette scorie “riposano” saranno prima o poi distrutti da “incidenti” imprevisti. Poi ci sono tutti i residui radioattivi conservati in celle di contenimento, sarcofagi che non dureranno più a lungo… Polveri radioattive conservate in magazzini militari, in vasconi di contenimento o in casseforti a tenuta stagna (provvisoria), od in casseforti gettate nel mare, nei deserti, stipate in grotte, nelle paludi, e che aspettano solo di lasciar fuoriuscire i loro liquami radioattivi mortali.

 

L’uomo è stato bravissimo ad avvelenare il pianeta… eppure c’è ancora qualcuno in Italia, come una tale ministra dell’ambiente od un tal altro emerito oncologo, che assicurano la bontà del nucleare definendolo l’unica scelta per salvare l’economia. Ivi compresa quella mortuaria s’intende…. Essi asseriscono addirittura che l’energia atomica non inquina perché “Le centrali nucleari non emettono CO2″. Altra leggenda metropolitana alla quale sembrano crederci anche alcuni ambientalisti.

 

La produzione dell’uranio, è una attività mineraria e industriale piuttosto lunga e complessa che comporta tutta una serie di lavorazioni che richiedono l´utilizzo di combustibili fossili, di elettricità, di enormi quantità di acqua, di acido solforico e infine di fluoro, gas altamente velenoso e che provoca un effetto serra migliaia di volte più potente della CO2.

 

Tornando agli incidenti nucleari in tempo di pace ascoltiamo quanto riferisce Giorgio Nebbia: “…quello ai reattori di Fukushima è il terzo importante nella storia dell’energia nucleare commerciale, lunga circa 14.000 anni-reattore (il numero dei reattori in funzione moltiplicato per gli anni di funzionamento di ciascuno): un incidente ogni circa 4.500 anni-reattore, un incidente in media ogni dieci anni quando sono in funzione, come oggi nel mondo, circa 450 reattori; una probabilità di incidenti molto maggiore di quella assicurata dai solerti venditori di centrali nucleari”

 

E poi ancora vi sono i costi e i pericoli e gli incidenti del ciclo del ritrattamento del combustibile irraggiato per recuperare un po’ di plutonio da aggiungere all’uranio nelle centrali per trarne un po’ più di elettricità e di soldi; e poi i costi del ciclo di smaltimento delle centrali esaurite e della sistemazione del combustibile irraggiato e degli inevitabili rifiuti, la coda avvelenata delle centrali; si tratta, anche solo in Italia, di migliaia di tonnellate di prodotti radioattivi, tutti, sia pure in diverso grado, pericolosi, che continuano ad accumularsi anche quando è svanito e sarà svanito il sogno dell’elettricità abbondante a basso prezzo. Tutte operazioni che richiedono una vigilanza per secoli e decenni per evitare perdite di radioattività nell’ambiente”

 

Inoltre c’è da dire che la scarsità di uranio è altrettanto sentita come quella del petrolio e di altri combustibili fossili. La caccia all’uranio è ormai uno degli sport preferiti dei Capi di Stato. Il tema centrale della tournée di Nicolas Sarkozy in Africa nel marzo del 2009 è stato l´uranio. Accompagnato dal presidente di Areva, la più grande multinazionale dell’energia atomica, Sarkozy si è assicurato i diritti di esplorazione e di sfruttamento di tutti i giacimenti di uranio della Repubblica del Congo. Poi è volato a Niamey, in Niger, dove si è assicurato, battendo la concorrenza dei cinesi, i diritti di sfruttamento sul gigantesco giacimento di Imouraren, destinato a diventare una delle maggiori miniere di uranio del mondo.

 

Quello che è preoccupante del nostro Governo è che invece di rafforzare il sostegno all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili, stia stipulando patti “diabolici” con le lobby industriali e finanziarie, promettendo contratti miliardari per realizzare una filiera nucleare, estremamente rischiosa e costosa, garantita dallo Stato, quindi con i soldi dei contribuenti. Di fatto il Governo rallenta lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, le vere alternative pulite, per far spazio agli interessi delle lobby nucleari.

 

Se i fondi che sono stati investiti in Italia in passato, e quelli che rischiamo di dover spendere per i programmi nucleari governativi venissero risparmiati saremmo un paese con più posti di lavoro e veramente moderno.

 

Però dal punto di vista della laicità di pensiero e della libertà di ricerca scientifica affermo che sarebbe opportuno che il nucleare continuasse ad essere studiato, in modo da non fermare le eventuali scoperte sulla natura atomica degli elementi, in attesa di giungere ad un “nucleare pulito”, o fusione fredda, ma nella situazione presente non sono per nulla d’accordo di impiantare centrali nucleari in Italia.

 

In questo momento in Italia non resta perciò che fermare l’avventura nucleare governativa col referendum e col voto, impegnando contemporaneamente i futuri governanti ad investire nella ricerca di nuove fonti energetiche, valorizzando così le capacità scientifiche dei nostri scienziati che altrimenti vengono attratti dai laboratori di nazioni estere.

 

Paolo D’Arpini

Referente della Rete Bioregionale Italiana

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Simon Best: “Tutti i mali del forno a microonde… minuto per minuto..”

Esiste da dieci anni una prova, che il tribunale svizzero ha soppresso, che dimostra come il cibo trattato con le microonde possa danneggiare il sangue in modo rilevante. Studi più recenti hanno aggiunto prove evidenti che il forno a microonde è un rischio per la salute.

Nel 1989, un nutrizionista svizzero, il Dottor Hans-Urich Hertel fece delle scoperte allarmanti sull’uso del forno a microonde. Ma nonostante ciò per più di dieci anni ha dovuto lottare per avere il diritto di far sapere al mondo che cosa aveva scoperto.

Il punto che ha cercato in tutti i modi di rendere noto al pubblico è di interesse vitale per i consumatori : tutti i cibi che vengono cucinati o scongelati nel microonde possono causare dei cambiamenti del sangue che indicano lo sviluppo di un processo patologico presente anche nel cancro.
 
Nonostante ciò, Hertel per tutto questo tempo, è stato preso in giro dai fabbricanti di forni a microonde che hanno usato le leggi svizzere sul commercio per tappargli la bocca al punto di minacciare di rovinarlo.
 
Nel Marzo 1993, il Tribunale per il Commercio di Berna, a segui-to di una denunzia della Associazione Svizzera dei Produttori di Apparecchi Elettrici Domestici ed Industriali, ha fatto divieto al Dottor Hertel di dichiarare pubblicamente o per scritto, che i forni a micro-onde sono dannosi alla salute. Non ubbidire a questo ordine avrebbe potuto significare una multa di 5000 Franchi Svizzeri o addirittura un anno di prigione.
 
La Corte Federale di Losanna ha confermato questo verdetto nel 1994 giustificandolo sulla base della Legge Svizzera contro la Concorrenza Sleale che proibisce “dichiarazioni discriminanti, false, ingannevoli e dannose contro un produttore e i suoi prodotti” (Giornale delle Scienze Naturali, 1998;1: 2-7) una legge che prende esclusiva-mente in considerazione la facoltà di impedire il commercio in sé e non l’intento di nuocere.
 
Tale legge imbavaglia anche la stampa svizzera poiché qualsia-si osservazione che possa essere considerata una critica del forno a microonde può con facilità portare ad un processo. Le opinioni svizzere sulle scoperte del dottor Hertel non sono condivise dal resto dei paesi europei. Nell’Agosto del 1998, La Corte Europea dei Diritti Umani stabilì che l’ordine del silenzio emesso dalla corte svizzera contro il Dottor Hertel era contrario al diritto di libertà di espressione : La Corte Europea ordinò anche alla Corte Svizzera di pagare un com-penso di 40.000 franchi svizzeri come risarcimento.

Pur avendo vinto la causa da due anni, il Dottor Hertel è ancora in attesa che il Tribunale svizzero cambi la sentenza precedente e gli tolga la multa di 8000 franchi. Nel frattempo le sue scoperte sensaz-ionali sono state convalidate da testimonianze che spuntano qua e là in tutto il mondo.
 
DA DOVE E’ INIZIATO TUTTO QUESTO?
 
Si ritiene da parte di molti che i forni a microonde siano stati ideati durante la seconda guerra mondiale in Germania per facilitare la preparazione del cibo nei sottomarini; altri dicono che gli stessi scienziati svilupparono tale invenzione per facilitare le manovre durante l’invasione dell’Unione Sovietica. In ogni modo l’invenzione è databile dalla Seconda Guerra Mondiale.
 
Dopo la guerra, questa tecnologia fu importata negli USA dove fu sviluppa e come risultato il primo forno a microonde fu messo in commercio nel 1952 dalla Raytheon. Da quel momento in poi, questa tecnologia è stata adottata in tutto il mondo senza che venissero fatte ricerche sui possibili effetti dannosi da parte delle autorità di nessun paese.
 
Solo negli anni ‘70 cominciarono a comparire dei rapporti che mettevano in dubbio la sicurezza dei cibi cotti a microonde. Studi istologici sui broccoli e le carote cotti a microonde rilevarono che la struttura molecolare dei nutrimenti erano deformati a tal punto da distruggere le pareti cellulari quando, nella cucina tradizionale, la struttura cellulare rimane intatta (Journal of Food Science, 1975;  40 : 1025-9). 

 
IL FUNZIONAMENTO DI UN FORNO A MICROONDE

 Il forno a microonde usa un dispositivo chiamato magnetron, che fa oscillare un fascio elettronico ad una frequenza molto alta, producendo così una radiazione di microonde (MW). Gli apparecchi domestici o industriali usano una frequenza di 2.45 gigahertz (Ghz) ad una potenza di 400-900 watts per un forno domestico standard, la cui alimentazione è progettata per fornire 4000 impulsi al magnetron.

La frequenza di 2.45 Ghz si usa perché l’acqua assorbe l’energia elettromagnetica più velocemente e al massimo grado a questa frequenza, dando così modo al cibo che contiene acqua di riscaldarsi rapidamente.

Le molecole contenute nel cibo sono costrette a allinearsi con nil campo elettrico molto rapidamente e ad oscillare intorno al proprio asse. Il calore viene prodotto dalla notevole frizione intermolecolare.

Le microonde vengono proiettate dal magnetron all’interno del forno, dove riscaldano il cibo dall’interno verso l’esterno, a differenza dei forno tradizionali che fanno il contrario. Il riscaldamento dall’ interno cosa può lasciare delle zone fredde e da ciò la necessità di ruotare costantemente il piatto.
 
Il massimo livello di perdita permesso dalle norme attuali corris-ponde a una potenza di densità di 5 milliwatts per centimetro quadrato alla distanza di 5 centimetri dalla porta del forno. Questo valore si basa su misurazioni standard per radiazioni MW che sono oggetto di discussione fra coloro che sostengono che gli effetti atermici delle radiazioni MW dovrebbero essere tenuti in considerazione solo quan- do i livelli di radiazione registrati sono bassi (come ad esempio con i cellulari). Lo sportello del forno stesso dovrebbe essere controllata periodicamente per assicurarsi che non ci siano eccessive perdite.

 LA RICERCA DI HERTEL

Undici anni fa, il Dottor Hertel, un medico nutrizionista che ave-va già lavorato per diversi anni per una società alimentare svizzera, si mise in contatto con il Professor Bernard Blanc dell’ Istituto Federale di Tecnologia per sviluppare un programma di ricerca a largo raggio sull’effetto del cibo trattato con microonde negli esseri umani. I due scienziati decisero in seguito di ridurre la loro ricerca ad un livello più limitato, quando il Fondo Nazionale Svizzero non si dichiarò dispon-ibile a finanziare il loro progetto.

Selezionarono otto individui dell’Istituto di Macrobiotica di Kientel in Svizzera che seguivano una dieta strettamente macro-biotica, compreso anche il Dottor Hertel: questo per ridurre al minimo la presenza di elementi che avrebbero potuto essere considerati fuor-vianti per i loro effetti sull’analisi del sangue. Tutti i volontari avevano un’età compresa fra i 20 ed i 40 anni, tranne Hertel che aveva 64 anni.
 
Come ci racconta Hertel nel suo libro : “Ciò che i dottori non ci dicono” per otto settimane abbiamo vissuto tutti nello stesso albergo e non c’è stato ne fumo, né alcol, né sesso. Ad intervalli di 5 giorni, i volontari ricevevano uno degli otto tipi di cibo disponibili a stomaco vuoto : latte crudo biologico; lo stesso latte preparato in modo tradiz-ionale; lo stesso tipo di latte scaldato in forno a microonde; latte pastorizzato in forma tradizionale; verdura da cultura biologica cruda; la stessa verdura cucinata in forma tradizionale; la stessa verdura surgelata e scongelata in forno a microonde e la stessa verdura cucinata in forno a microonde.
 
Ai volontari fu prelevato il sangue immediatamente prima di mangiare e a intervalli fissi dopo avere mangiato i suddetti cibi.
 
Si poterono osservare dei cambiamenti significativi del sangue di coloro che avevano consumato cibo trattato con forno a microonde; mutamenti consistenti in una riduzione di tutti i valori dell’emoglobina e del colesterolo, sia delle lipoproteine ad alta densità (colesterolo “buono”) sia di quelle a bassa densità (colesterolo “cattivo”) (Nexus, 1995; Aprile / Maggio : 25-7).
 
I linfociti (globuli bianchi) mostravano una diminuzione a breve termine più evidente dopo che era stato consumato del cibo trattato a microonde che dopo avere consumato del cibo cucinato in maniera tradizionale. Inoltre, Hertel scoprì un’associazione altamente signifi-cativa fra la quantità di energia a microonde nel cibo preso in esame e la luminescenza di quei batteri che si illuminano, se esposti ad una luce speciale, nel sangue di coloro che ne avevano mangiato. Hertel concluse che tale energia poteva essere trasmessa a coloro che mangiavano cibo cucinato a microonde.
 
Oltre agli effetti suddetti, Hertel notò anche effetti non termici che, egli sostiene, alterano la permeabilità della membrana cellulare poiché cambiano i potenziali elettrici fra l’esterno e l’interno della cellula. Le cellule danneggiate diventano quindi facile preda dei virus, dei funghi e di altri microrganismi.
 
I meccanismi naturali di riparazione delle cellule vengono anch’ essi alterati, e ciò induce le cellule a ricorrere forzatamente alla riserva di energia in “stato di emergenza passando dalla respirazione aerobia (basata sull’ossigeno) a quella anaerobia (priva di ossigeno). Invece di produrre acqua e biossido di carbonio, producono perossido di idrogeno e monossido di carbonio.
 
In una situazione di questo tipo Hertel asserisce, le cellule passano da un processo generatore di energia di “corretta ossidaz-ione” ad uno di “fermentazione” malata. Hertel prosegue e constata che quando il cibo è trattato con microonde, il forno emette una potenza di 1000 watt o ancora di più. La distruzione e la trasformazione delle molecole del cibo che ne risulta produce dei nuovi composti che si chiamano “radiolitici”, sconosciuti in natura. E’ opinione corrente nei circoli scientifici che i cibi trattati a microonde non contengano livelli significativamente alti di composti radiolitici più dei cibi cucinati in maniera tradizionale, ma i risultati portati da Hertel suggeriscono il contrario.
 
Le analisi del sangue dei volontari hanno confermato che in coloro che consumavano cibo trattato a microonde non tutto andava bene. Campioni presi ogni mattina alle 7,45, 15 minuti dopo che avevano mangiato e due ore dopo, mostrarono che i valori degli eritrociti, dell’emoglobina degli ematocriti e leucociti erano al limite minimo della normalità in coloro che avevano mangiato del cibo trattato a microonde.
 
Tali risultati sono simili a quelli delle persone tendenti all’anem-ia; i risultati erano più evidenti e significativi statisticamente nel secondo mese della ricerca. Inoltre, in correlazione con la diminuz-ione dei valori, si erano innalzati i livelli di colesterolo. Non è difficile capire perché la pubblicazione dei risultati della ricerca nel 1992 abbia causato allarme in Svizzera. Comunque, la reazione delle autorità svizzere e dell’industria che lo portarono davanti ad un tribunale e lo accusarono e condannarono per Concorrenza Sleale, segna un capitolo vergognoso nella stia della Svizzera. Tale fu la pressione sul Professor Blanc che si sentì obbligato a dissociarsi pubblicamente dalla interpretazione data nella relazione congiunta che aveva seguito la loro ricerca, subito dopo la sua pubblicazione. Privatamente, egli ammise che con il Dottor Hertel che lo aveva fatto perché temeva per la sicurezza della propria famiglia (Journal of Natural Sciences,1998; 2-7).
 
Nonostante tutti i tentativi per metterlo a tacere, la ricerca del Dottor Hertel è disponibile fuori dalla Svizzera per posta o sul sito web (copie disponibili da World Foundation for Natural Science, Box 632, CH-3000, Bern, Switzerland; tel: 0041 33 4381158; fax 437 4816. Sito web :www.wffns.org).
 
 
I RUSSI VIETANO I FORNI A MICROONDE
 
Dopo la seconda guerra mondiale anche i Russi hanno sperimen-tato il forno a microonde. Dal 1957 fino ad oggi, le ricerche sonostate portate avanti dall’Istituto di Radiotecnologia di Klinsk, Bielorussia. Secondo il ricercatore americano William Kopp, che ha raccolto sia le ricerche tedesche che quelle russe, e che è stato inquisito per questo (Journal of Natural Sciences, 1998; 1: 42-3) – dal gruppo legale russo sono stati rilevati i seguenti effetti :
 
- La carne già cucinata e scaldata nel forno a microonde con calore sufficiente a distruggere un essere umano provoca :
 
- d-nitrosoditanolamine (un agente ben conosciuto fra le cause del cancro);
 

-         destabilizzazione dei composti biomolecolari della proteina attiva

 

- origine di un effetto binding della radioattività dell’atmosfera;
 
- origine di agenti che causano il cancro nelle proteine-idrolizzate del latte e dei cereali.
 
- L’emissione di microonde causava anche alterazioni nel comportamento catabolico (guasto) del glucoside – galattoside – elementi che si trovano nella frutta surgelata se viene scongelata in questo modo.
 
- Le microonde alteravano il comportamento catabolico degli alcaloidi delle piante se la verdura surgelata, cruda o cotta veniva esposta anche per tempi molto brevi.
 
 - I radicali liberi che causano il cancro si erano formati in alcune strutture molecolari con minerali in traccia nelle sostanze vegetali, specialmente nei tuberi crudi.

- Ingerire cibi trattati a microonde innalzava la percentuale di cellule cancerogene nel sangue.

- A causa delle alterazioni chimiche nelle sostanze alimentari, c’erano delle disfunzioni nel sistema linfatico che causavano una degenerazione della capacità del sistema immunitario di autodifesa contro la crescita del cancro.
 
- Il catabolismo instabile dei cibi trattati a microonde alterava le loro sostanze elementali, e ciò provocava disturbi della digestione.
 
- Coloro che avevano mangiato cibi trattati a microonde mostrarono un incidenza statisticamente maggiore di tumori allo stomaco e all’intestino, oltre a una degenerazione generale dei tessuti cellulari periferici ed una graduale perdita delle funzioni digestive e escretorie;
 
- L’esposizione alle microonde causò una diminuzione significativa dei valori nutrizionali di tutti i cibi studiati particolarmente :
 
- Una diminuzione della biodisponibilità delle vitamine del complesso B, della Vitamina C, vitamina E dei minerali essenziali e lipotropi;
 
- Distruzione del valore nutrizionali delle nucleoproteine della carne;
 
- Diminuzione dell’attività metabolica degli alcaloidi, glucosidi, galattosidi e netrilosidi (tutte sostanze base delle piante presenti nella frutta e nella verdura);
 
- Notevole accelerazione della disintegrazione strutturale dei cibi (Perceptions, 1996; Maggio / Giugno : 30-3).
 
- Come risultato di tali ricerche i forni a microonde furono vietati in Russia nel 1976 e questo divieto fu annullato dopo la Perestrojka.
 
  
RICERCHE RECENTI

Ancora alcune di queste teorie devono essere verificate, ma altre ricerche in Gran Bretagna e negli USA hanno messo in evidenza altri rischi. Nel 1990 all’Università di Leeds, due ricercatori del Diparti-mento di Microbiologia Medica hanno studiato il calore irregolare che i forni a microonde possono causare. Hanno scoperto che il contenuto di sale in una data porzione di purea di patate influiva sulla temperat-ura interna della vivanda- maggiore era il contenuto di sale, minore era la temperatura.

 

Da ciò i ricercatori hanno concluso che “la scarsa penetrazione di microonde nel cibo preso in esame ad alta concentrazione ionica può essere causato dalla induzione della corrente elettrica/ionica sulla superficie del cibo stesso. Questo spiegherebbe la ragione per cui il cibo confezionato scaldato a microonde di solito è bollente in super-ficie ma freddo all’interno (Nature,1990; 344 : 496). 
E’ riferito il caso di un paziente che nel 1991 in un ospedale di Tulsa, Oklahoma, è morto per crisi anafilattica dopo una trasfusione di sangue che era stato scaldato in forno a microonde. L’irradiazione sembra avere alterato il sangue in qualche modo e avere causato la  morte del paziente (Journal of Natural Sciences, 1998; 1: 2-7).

Nell’Agosto 1989, una ricerca del governo britannico ha dimost-rato che la Listeria ed altri batteri potenzialmente mortali possonosopravvivere nel cibo cucinato a microonde, anche se si seguono le istruzioni (Food Business, 1989; 20 :12).
 
Un’altra ricerca americana ha dimostrato che l’uso di riscaldare avanzi di cibo nel forno a microonde è potenzialmente pericoloso. I ricercatori che studiavano le cause di una serie di casi di Salmonell-osi fra le persone che facevano picnic nel 1992, scoprirono che delle  trenta persone che riportarono a casa della carne avanzata, i dieci che avevano usato il forno a microonde si erano tutti ammalati. Nessuno dei dieci che avevano usato un forno normale o una padella per riscaldare il maiale si era ammalato.

I ricercatori conclusero che, paragonando i metodi convenzionali di riscaldamento, il forno a microonde non dava nessuna protezione all’insorgere di salmonella (American Journal of Epidemiology, 1994; 139 : 903-9).

 
NON SCALDATE IL LATTE NEL FORNO A MICROONDE

Riscaldare o scongelare latte materno nel forno a microonde causa un diminuzione del livello di fattori anti infettivi del latte, anche se si usano basse temperature (20- 53 °c) ( Paediatrics,1992; 89 : 667 -9 ). In uno studio dell’Università di Stanford in California, il riscaldamento a microonde a più di 72°C si dimostrò come la causa di una sensibile diminuzione di tutti i fattori anti infettivi testati.

Un altro studio, fatto a Vienna, trovarono che cuocere a micro-onde causa cambiamenti notevoli delle proteine del cibo cosa che non si verificava dopo una cottura tradizionale. La D prolina e la cis D idrossidoprolina furono rinvenute in quantità significative nella formu-la del latte per neonati scaldato a microonde, mentre di solito solo la L prolina si trova nel materiale biologico. L sta per levogiro, D per destrogiro, riferendosi alla direzione di rotazione degli elettroni sul piano di polarizzazione ottica).
 
Lubec ed i suoi colleghi misero in guardia per il fatto che “la conversione di forme da trans a cis può essere pericolosa perché quando i cis-aminoacidi sono incorporati in peptidi e proteine invece che nei loro transisomeri, ciò può portare a cambiamenti strutturali, funzionali ed immunologici” (Lancet, 1989; 9 : 1392-3).
 
Altre ricerche hanno trovato che il latte per neonati trattato con microonde può causare cambiamenti molecolari degli aminoacidi delle proteine del latte, causando in tal modo tossicità o cambiando il valore nutritivo del latte stesso. Però la quantità di proteine cambiate era molto piccola (Journal of the American College of Nutrition, 1994; 13 : 209 -10 ).

Non tutte le testimonianze sono comunque negative. Gli scienz-iati di un laboratorio dell’Istituto di ricerca di Zeist, in Olanda, hanno svolto una ricerca di 13 settimane sugli effetti del cibo trattato a micro-onde, sulla composizione del sangue ed altri indicatori sanitari su topi e sembra che non abbiano riscontrato nessun effetto negativo (Food Chemical Toxic ,1995 ; 33: 245 -56 ). Comunque va tenuto presente che si tratta di studi su animali e non sempre si possono applicare ad essere umani.
 
ATTENZIONE ! PERDITA DI ADDITIVI
 
Un altro problema del cibo trattato a microonde è che esso ha un colore ed un sapore meno forte se paragonato al cibo cucinato in modo tradizionale soprattutto ciò si verifica nei cibi che contengono della pasta. Questo fatto ha sviluppato ed incoraggiato la produzione di additivi che possono essere usati nei cibi per forno a microonde e che riproducono artificialmente i colori ed i sapori che i consumatori si aspettano di trovare. Gli studiosi dell’università australiana degli stati di Lara e Ashton nel loro libro che raccomandiamo caldamente di leggere “I Pericoli del Progresso” (Zed Books, Londra, 1999) affermano :

“Un esempio di un nuovo tipo tecnologico di sapori special- mente destinati ai cibi da cucinare a microonde sono i recettori. Questi sono di solito incorporati nell’involucro dei cibi per microonde e sono usati per raggiungere delle aree ad alta temperatura; questo da un effetto di rosolatura al cibo durante la cottura a microonde. Un leggero effetto collaterale di alcuni di questi prodotti prima del 1992 significava anche che veniva emessa una piccola quantità di etere bisfenolo Aúdiclicide, una sostanza chimica tossica conosciuta come BADGE, che andava nel cibo durante la cottura a microonde. BADGE era un componente dell’adesivo antigelo usato per fissare i recettori all’involucro.”

Gli autori citano uno studio del 1992 su 52 campioni di pizza in cui nove recettori usati in una marca contenevano BADGE in una con-centrazione che andava da 0,2 -a 0,3%. La sostanza chimica passava nella pizza quando questa veniva cucinata nell’involucrocome da istruzioni (Food Additives and Contaminants, 1994; 11 : 231- 40).
 
Spesso pane e cereali vengono venduti in involucri cerati per poter facilmente essere scaldati a microonde. Ma uno studio recente ha dimostrato seguendo le istruzioni risultava che il 60% della cera passava nel cibo (Food Additives and Contaminants, 1994; 11 : 79 -89).

La pellicola in PVC che copre il cibo durante la cottura a micro-onde lascia particelle di plastica a tal punto che una ricerca del 1996 raccomandava di non usare plastica PVC a diretto contatto con il cibo durante la cottura (AB Badeka, MG Kontominas, 1996; citato da Ashton e Laura,1999, pag.68).
 
 
COME PROTEGGERSI DALLE RADIAZIONI SE SI DEVE
CONTINUARE AD USARE IL FORNO A MICROONDE
 
 Controllare periodicamente specialmente lo sportello di chiusura che è la parte più soggetta a perdite;
 
- Non aprire mai la porta quando il forno è in funzione;
 
- Stare ad una distanza di almeno circa 90 centimetri (specialmente i bambini); quando il forno è in funzione per evitare effetti cumulativi anche per esposizioni limitate. Il cristallino degli occhi è la parte a maggior rischio per una esposizione alle microonde perché non ha modo di disperdere l’energia termica o in altro modo;
 
- Evitare di cucinare a microonde cibi surgelati o preparati, specialmente se vanno cotti nel loro involucro;
 
- Non usare contenitori in PVC;
 
- Non incoraggiare gli adolescenti ad usare cibo scaldato a microonde o ad usare il forno in generale;
 
- Sappiate che la maggior parte dei ristoranti usa cibo da microonde in grandi forni industriali che risultano ancora avere maggiori rischi per i consumatori, e i clienti dovrebbero esserne informati;
 

 Il messaggio è abbastanza chiaro. Non cuocete cibi in forni a microonde, specialmente per i bambini, a meno che non ci sia una vera urgenza. Non date ascolto alla pubblicità ingannevole che vi offre “una preparazione veloce” per la vostra vita “piena di impegni”.  Rendetevi conto che il vostro corpo ha bisogno di cibi genuini preparati nel modo più genuino possibile in modo da farlo funzionare al massimo. Più vengono consumati cibi non genuini e sempre più gli organi del vostro corpo saranno colpiti negativamente verso la degen-erazione e la malattia. Trattate il vostro corpo come trattereste una Rolls-Royce non come un bidone della spazzatura.

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Scritto da Simon Best, direttore e produttore di “Electromagnetic Hazard Therapy”,
e-mail : Simon Best at website: Hazard Therapy
Tradotto dalla Signora Paola Macelloni.

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Risultato della ricerca:

Montalto di Castro ed il nucleare “impossibile” – Le ragioni tecniche di Giorgio Nebbia e Paolo D’Arpini

Ante scriptum

Riguardo all’ipotesi d’istallazione di un impianto nucleare a Montalto di Castro vorrei aggiungere, alle ragioni sollevate dal prof. Giorgio Nebbia (vedi più sotto), anche un paio di motivazioni “sociologiche” e “naturalistiche”.

a) La vicinanza con Roma, la capitale d’Italia, creerebbe un target molto interessante per il terrorismo internazionale. Con una bombetta da poco piazzata nell’ipotetica nuova centrale, si metterebbe a rischio la sopravvivenza di milioni di persone. Inoltre la vicinanza del Vaticano é una ulteriore ragione per l’aumento del rischio attentati, soprattutto oggi che la “guerra religiosa” fra islam e cristianesimo sta subendo un’impennata paurosa (vedi i continui eccidi in Africa ed in Asia, etc.).

b) Il raffreddamento tecnico dell’impianto che dovrebbe essere effettuato utilizzando le acque del Tirreno, porterebbe ad un eccessiva riscaldamento del biosistema costale, con conseguente sconvolgimento e distruzione della vita acquatica (pesci ed alghe).

c) La contemporanea presenza nell’area di Montalto di Castro e Civitavecchia di due preesistenti enormi impianti di produzione elettrica, di cui uno a carbone, i quali già sono fonte di un tremendo inquinamento dell’aria, della terra e dell’acqua,  sommandovi l’eventuale impianto nucleare (alcune fonti parlano di due nuovi impianti che andrebbero forse a sostituire quelli a policombustibile) l’equilibrio bio-sistemico già precario collasserebbe definitivamente, creando un deserto su tutta la costa tirrenica: Lazio, Toscana  sino alla Campania.  

Paolo D’Arpini

………..

A mio modesto parere un aspetto importante delle improponibilità del nucleare in Italia sta nella impossibilità di trovare una localizzazione accettabile ai sensi delle norme di sicurezza.

Un problema di geografia e geologia, quindi, una revisione critica dei caratteri dei “siti” proposti in passato per la localizzione sia delle centrali, sia dei depositi di scorie, alla luce dei vincoli indicati dal comma 1, articolo 8, del decreto legislativo 22-12-2009 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 55 del 08-03-2010, in relazione a:

“a) popolazione e fattori socio-economici;

b) idrologia e risorse idriche;

c) fattori meteorologici;

d) biodiversità;

e) geofisica e geologia;

f) valore paesaggistico;

g) valore architettonico-storico;

h) accessibilità;

i) sismo-tettonica;

l) distanza da aree abitate e da infrastrutture di trasporto;

m) strategicità dell’area per il sistema energetico e caratteristiche della rete elettrica;

n) rischi potenziali indotti da attività umane nel territorio circostante.”

Negli anni settanta e ottanta fu possibile sventare varie localizzazioni proprio mostrando la inadeguatezza dei caratteri geografici e geologici dei siti proposti (Puglia, Molise, Mantovano), andando a spiegare, paese per paese, che di lì passava una strada, che lì vicino c’era una fabbrica a rischio o un deposito militare, che si trattava di una golena, che la zona era esposta a frane, che non c’era sufficiente acqua di raffreddamento, eccetera. Nelle fondazioni della stessa centrale di Caorso, nella zona golenale del Po, ci sono sempre state infiltrazioni di acqua del fiume. Lo stesso sito di Montalto è a pochi chilometri dalla statale Aurelia e dalla linea ferroviaria che collega il centro-sud con Genova, Torino, la Francia, percorsa dal traffico passeggeri e merci, anche pericolose.

Giorgio Nebbia

………

Altri articoli sul nucleare:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=nucleare+uranio

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Risultato della ricerca:

Benito Castorina: “…non si parli di crisi energetica bensì di crisi del petrolio…” – Come le biomasse possono aiutare la terra a rigenerarsi producendo energia… e l’inganno dell’affare fotovoltaico secondo Franco Battaglia

Caro Paolo D’Arpini,

rientro oggi dalla campagna dove immani fatiche mi hanno rigenerato lo spirito e spezzato le ossa, che grazie alla forza vitale si ricompongono dopo una notte di riposo, suscitando stupore e meraviglia in me tesso per tanta rapidità!

Il fotovoltaico, rappresenta anche i problemi di smaltimento, surriscaldamento del pianeta, incremento di CO2, altro. Comunque le centrali turbogas rappresentano il piano strategico del Governo (che usa come elemento di distrazione le centrali nucleari, che non si faranno mai, mentre sono in esecuzione e in fase di completamento le turbogas) che sono appoggiate dagli “amici della terra”  oltre che dalle persone che ti hanno mandato la lettera. In particolare il fatto che il Segretario Nazionale del Comitato Italiano Rilancio del Nucleare firmi una lettera nella quale si afferma che il turbogas è più economico del nucleare, ci fa un po’ pensare! 

“Sono un disastro economico perché installare un impianto convenzionale che eroghi 1 GW-anno l´anno di energia elettrica richiede un impegno che va da € 1 miliardo a € 3 miliardi (dipende dalla tipologia specifica: il turbogas è il più economico e il nucleare il più caro). Installare un impianto fotovoltaico di pari capacità produttiva richiede un impegno economico superiore a € 50 miliardi!”

La scelta di chi non è condizionato da secondi fini e non subisce il fascino di chi li ha, oltre ad esaminare costi e benefici si pone l’aspetto della sostenibilità e infine quale ulteriore contributo può dare l’opera per la soluzione dei vari problemi che affliggono il pianeta, superando una visione settoriale verso una visione olistica.  Questi valori nel loro insieme trovano risposta nelle biomasse derivanti da piante non alimentari e dagli esiti delle future lavorazioni agroindustriali.

Si continua a spingere il dibattito verso la crisi energetica mentre il vero problema è la crisi del petrolio visto non solo come carburante ma soprattutto come materia prima per la produzione di presidi chimici e beni di consumo.Una visione più ampia suggerisce un cambiamento di rotta: la realizzazione di tutti i composti e i derivati del petrolio con le materie prime vegetali ed animali, scelta che rappresenta il piano strategico per un mondo senza rifiuti (con gli esiti biologici delle lavorazioni agroindustriali si produce energia pulita e concime e si risparmiano i costi del riciclaggio). Un mondo che si rigenera grazie alla forza vitale della natura, che produce nuovi equilibri e stati di coscienza dai quali potrebbe derivare l’alternativa a un sistema che ha messo la donna (con le norme o le religioni) sotto l’uomo e il Sud del Mondo (col plagio, col sotterfugio o con la forza) sotto il Nord.

Ad arte, sono state usate come biomassa per la produzione di energia elettrica o gas, piante alimentari, per dissuadere l’opinione pubblica, facendo leva sulla fame nel mondo, mentre le piante no-food come il vetiver, risolvono oltre al problema dell’energia, quello dell’acqua, della desertificazione, dell’inquinamento dell’aria, delle falde e dei terreni… Nell’insieme la natura, che non è facile, ti richiede uno scambio continuo, osservazione, attenzione, dedizione e talvolta sacrificio caratteristici di un amore profondo e reciproco.

L’amore per la natura fa rinascere questa madre delle madri e sarebe una valida alternativa a quella rabbia che trova tanti seguaci e promotori quando la prospettiva è di scagliarsi contro qualcosa o contro qualcuno, ma non mantiene la sua forza e perde di interesse difronte al fare qualcosa, o adirittura qualcosa per tutti. Perché limitarsi a fare qualcosa solo per qualcuno e lavarsi la coscienza (con un atto nobile?), se si può appoggiare, condividere e fare proprio un piano strategico verso un mondo sostenibile equo e solidale?

Ti ringrazio per avermi chiesto un parere, tra l’altro pare che i francesi ci vendano l’energia che producono la notte perché ovviamente una centrale nucleare non si può spegnere ed accendere come una lampadina, risolvendo così un loro grosso problema (il 75% del fabbisogno di energia elettrica francese è soddisfatto col nucleare), avendone di contro entrate economiche non indifferenti elargite dai nostri governi negli anni.

Ti saluto con affetto, Benito Castorina

……………

Il testo che avete appena letto é giunto in seguito alla mia richiesta  di un  consulto al prof. Benito Castorina in merito all’appello più sotto riprodotto:

Caro Benito, ho ricevuto copia di questa lettera aperta sul fotovoltaico.. non ho conoscenze tecniche sufficiente per giudicare la sua veridicità… puoi aiutarmi? Cari saluti, Paolo

………… Testo menzionato

Appello al Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio per fermare il bluff del fotovoltaico.

Illustrissimi Signori Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio, noi sottoscritti desideriamo segnalarVi ciò che riteniamo essere un colossale ingannevole abbaglio, preso ai danni dei contribuenti italiani: la cospicua installazione nel Paese di impianti fotovoltaici per la produzione elettrica; impianti che, come ora chiariremo, sono una inutilità tecnica ed un disastro economico. Sono una inutilità tecnica perché nessuna potenza installata fotovoltaica potrà sostituire alcuna potenza convenzionale.

Per farci capire: il nostro Paese assorbe, in media, una potenza di 40 GW elettrici e, nelle ore di picco, arriva ad assorbire anche 60 GW, i quali, quindi, devono essere disponibili, tutti, pena l´occorrenza di blackout. E, di fatto, sono senz´altro disponibili grazie alla potenza elettrica convenzionale installata, sia essa a gas, a carbone, idroelettrica o nucleare (installata, quest´ultima, Oltralpe).

Ora, a seconda delle convenienze e delle scelte, è senz´altro concepibile installare un impianto qualunque di una delle tipologie elencate e chiuderne un altro della stessa tipologia. Ad esempio, tecnicamente parlando, nulla vieta l´apertura di un impianto da 1 GW a carbone e la chiusura di un analogo impianto a gas.

Ma è concepibile la chiusura di anche un solo GW di questi impianti convenzionali in seguito all´apertura di 1, 10, 100 o 1000 GW fotovoltaici? La risposta è NO: quando il sole non brilla (e il sole non brilla fra il tramonto e l´alba!) questi impianti contano zero, come se non ci fossero; e tra l´alba e il tramonto la variabilità dell´insolazione impone che di essi non se ne tenga alcun conto e, ancora una volta, è come se non ci fossero.

Sono un disastro economico perché installare un impianto convenzionale che eroghi 1 GW-anno l´anno di energia elettrica richiede un impegno che va da € 1 miliardo a € 3 miliardi (dipende dalla tipologia specifica: il turbogas è il più economico e il nucleare il più caro). Installare un impianto fotovoltaico di pari capacità produttiva richiede un impegno economico superiore a € 50 miliardi!

Stando così le cose, è evidente che nessun buon padre di famiglia, per produrre energia elettrica, prenderebbe in alcuna considerazione l´eventualità di impegnare risorse nella tecnologia fotovoltaica. E, se nella gestione del denaro pubblico l´amministratore fosse animato, come ci pare dovrebbe essere, dalla diligenza del buon padre di famiglia, ai fini della produzione elettrica la tecnologia fotovoltaica sarebbe già bella e sepolta, come di fatto è: non a caso, infatti, nonostante il proliferare di sempre nuove installazioni, il suo contributo alla produzione elettrica mondiale è inferiore allo 0,001%.

E sono, infine, un inganno. Per aggirare il fallimento economico (quello tecnico non è aggirabile), si è predisposta in Italia una legge, nota come Conto-energia, che garantisce di avere remunerato il kWh da fotovoltaico anche oltre il 600% della quotazione del kWh alla Borsa elettrica. L´onere aggiuntivo è sottratto – grazie a questa legge – dalle tasche degli utenti elettrici, contribuendo essa ad elevare vieppiù il costo dell´energia elettrica che, nel nostro Paese, è già il più elevato al mondo. Circostanza, questa, che, peraltro, ha pesanti conseguenze sulla occupazione e sulla stabilità delle aziende più energivore, come alcuni casi di cronaca, recente e passata, ci hanno insegnato.

Purtroppo l´inganno dell´affare-fotovoltaico non si esaurisce qui, ma è aggravato da quanto abbiamo l´obbligo di aggiungere.

Siccome, malgrado il Conto-energia, il fotovoltaico continua ad essere un fallimento, non sono poche le amministrazioni locali che hanno predisposto, per legge, la sovvenzione con denaro pubblico di una buona percentuale – fino al 20% – del costo degli impianti. Infine a causa delle notevoli dimensioni dell´onere economico, non è raro che ad esso si faccia fronte con l´intervento di mutui bancari, il cui capitale viene alle Banche restituito – tipicamente raddoppiato dagli interessi

- tramite, appunto, il Conto-energia. Per farla breve, il Conto-energia è un “meraviglioso” meccanismo che consente di trasferire denaro dalle tasche degli utenti elettrici a quelle dei produttori/installatori di questi inutili impianti, per metà, e delle Banche, per l´altra metà.

Noi sottoscritti, cittadini e contribuenti, riteniamo che gli amministratori della cosa pubblica debbano esercitare quella diligenza del buon padre di famiglia sopra evocata che, in questo caso, mai avrebbe consentito l´approvazione di una legge quale è quella del Conto-energia e la cui soppressione auspicheremmo. E ci appelliamo pertanto a Voi, Signori Presidente

della Repubblica e Presidente del Consiglio, affinché vogliate esaminare più a fondo la questione che Vi stiamo sottoponendo e adoperarVi per evitare ai contribuenti italiani questo ulteriore colossale inganno.

Molto cordialmente, Franco Battaglia

(Co-fondatore Associazione Galileo 2001 per la libertà e dignità della scienza)

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