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Piansano (Viterbo) – Scempio ambientale con la scusa dell’energia pulita… Ecco quel che accade nel bacino lacustre di Bolsena…

Piansano(Vt): La fine di un habitat un tempo rigoglioso

L’area d’impianto è la caldera del Lago di Bolsena, già Geoparco, d’importanza vitale quale specchio d’acqua potabile per le rotte migratorie, e candidato Unesco. La strategia per il montaggio dei primi pali è volta ad evitare le zone di maggior impatto visivo, il primo montaggio sta avvenendo in una zona “nascosta”, lontana dal Lago di Bolsena e dal paese di Piansano. Da cui è chiaramente visibile Montefiascone.

Nottetempo la trasformazione della Tuscia prosegue a ritmi serrati.
Quando gli interessi dei pochi cambiano per sempre la vita di tutti.

Dopo la lunga sosta del periodo estivo, i più credono ad una strategia per evitare una ricaduta negativa a livello turistico e mediatico, i lavori all’industria di produzione energetica da eolico di Piansano ripartono con uno slancio sorprendente.

Si lavora di notte, per lo più. Le lunghe processioni con mezzi ultrapesanti si muovono lente lungo le statali e poi si inerpicano faticosamente nei reticolati di sterrato. Le carreggiate nuove vengono continuamente allargate a danno di alberi centenari che costeggiavano i reticolati originari, e si notano comunque i segni delle strisciate delle carrozzerie dei camion lungo i costoni scavati nella terra, segno evidente di errori grossolani nella fase progettuale. I mezzi per issare questi mostri eolici alti 130 metri arrivano dalla Puglia e dalla Sardegna, la manodopera è esigua ma ci si sorprende di continuo nel vedere sempre più velocemente assemblati i pezzi del fusto, entro breve si potranno vedere le prime tre torri del tutto ultimate.

Da Montefiascone e perfino da Tuscania sembrerà di toccarle e, quando anche quelle poste più direttamente vista lago saranno montate, tutta la Tuscia viterbese non sarà più immune dall’impatto paesaggistico.

Nel tempo abbiamo pubblicato diversi articoli a carattere scientifico sull’impatto sulla salute umana ed animale e sulla compromissione degli habitat naturali, con ripercussioni tangibili a breve e lungo termine su un’area di territorio di diverse centinaia di chilometri. Da Montefiascone sono ben visibili perfino le pale eoliche di Scansano, di misura e numero minore rispetto alla selva di pale che si sta realizzando nella caldera del Lago di Bolsena. Il contributo alla produzione energetica dell’eolico in Italia è assolutamente risibile e come contraltare c’è un sacrificio territoriale enorme. I dati ufficiali sono disponibili sul sito ufficiale del GSE, l’unica vera forza trainante delle rinnovabili è l’idroelettrico, nulla di nuovo quindi sotto il sole. Abbiamo immolato migliaia di ettari al fotovoltaico ed all’eolico, in aree di pregio agricolo-naturalistico e paesaggistico per la miseria dell’11% di produzione sul fabbisogno nazionale. La stessa percentuale oltre ad essere raggiungibile è anche superabile con una politica di risparmio energetico ed efficenza degli edifici e soprattutto della Rete Elettrica Nazionale, che invece di essere continuamente ampliata ha vitale urgenza di ammodernamento e manutenzione.

L’impatto sul comparto del turismo agricolo ed alberghiero si potrà verificare già dai mesi primaverili e tutti coloro che vivono ed investono nel turismo dovranno fare i conti con questo nuovo aspetto dominante del paesaggio. Per ora un piccolo microturismo locale si sta sviluppando in una lunga e continuata via crucis della popolazione di Piansano, che ancora non si capacita di ciò che sta accadendo alle sue campagne, ad appena un chilometro dall’abitato. Resta poi la scure pendente del nuovo impianto di Cellere-Canino che, se approvato, ridurrebbe Piansano in una gabbia di pale eoliche.

Ad oggi il montaggio è a circa 1/3 ma a 2 km in linea d’aria questo è ciò che si vede

L’iter autorizzativo del 2008 di questo impianto, e di conseguenza anche l’accordo sottoscritto dalla Provincia di Viterbo, in seduta segreta, hanno avallato, tra mille omissioni ed abusi, un sito industriale di produzione di energia in un luogo che non doveva essere compromesso e vincolato per 25 anni, senza alcuna possibilità di ripristino ante-operam, ad una tecnologia altamente impattante. Il Lago di Bolsena è un luogo di transito e meta di migrazioni da millenni, habitat ideale per uomini ed animali, ricco di storia ed opere d’arte, la più importante ed universalmente conosciuta ed amata è il paesaggio.

Questo mondo è in via d’estinzione

Elena Hagi – stilehagi@alice.it
www.retesalvaguardiaterritorio.it

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Altri articoli su eolico pesante a Piansano
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=eolico+piansano

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Marco Della Luna: “Come il signoraggio bancario ed i monopoli privati dominano il mondo”

MONOPOLIO: IL PROBLEMA DI FONDO

L’attuale malandare finanziario ed economico non è correggibile con i mezzi sinora attivati dai governi perché è dovuto al fatto che un “bene” indispensabile come la liquidità è oggetto di monopolio privato da parte del cartello bancario, il quale produce liquidità a costo zero per sé e la cede a interesse composto, creando una spirale di indebitamento inarrestabile che porta matematicamente l’economia al collasso e conferisce a quel monopolio il potere politico sulle nazioni. La soluzione starebbe nel sostituire il monopolio privato con un monopolio pubblico che emettesse una moneta non indebitante.

Il mondo è dominato e regolato dai monopoli, dai cartelli. Si decanta il libero mercato, ma il libero mercato praticamente non esiste, perché ne mancano presupposti fondamentali: la trasparenza dei patrimoni e delle attività delle imprese, la parità di informazione, la neutralità delle istituzioni, e altri. Per contro, esiste una rete mondiale dei monopoli delle cose fondamentali: materie prime, energia, informazione, tecnologie strategiche, ma anche e soprattutto monopolio di credito e moneta. Questo fatto imprime ai mercati, al mondo e al suo divenire sociale, economico e politico, un andamento prevedibile, di cui oggi osserviamo una fase culminante, e che in effetti avevo predetto (in Euroschiavi, Arianna 2005-2007 e in La Moneta Copernicana, Nexus 2008).

Che cosa implica il regime di monopolio? Implica che il monopolista – singolo o cartello (trust) -, non avendo concorrenza, può applicare un sovrapprezzo monopolistico, ossia farsi pagare un prezzo superiore a quello che sarebbe il prezzo di libero mercato. In un mercato competitivo, se il costo di produzione di un litro di benzina è 1, e io produttore lo metto in vendita a 1,5 più le tasse, tu, mio concorrente, potrai portarmi via il mercato mettendolo in vendita a 1,3, e così mi obbligherai a scendere anch’io a 1,3. Il prezzo tenderà a livellarsi al costo di produzione, e il costo di produzione a ridursi grazie a migliorie tecnologiche e aziendali, stimolate dalla competizione.

Non così in un mercato monopolista. Se noi tutti produttori di benzina ci mettiamo d’accordo, facendo cartello, di non vendere a meno di 1,5, o di 1,7, o di 2 al litro, e impediamo in qualche modo ad altri di entrare nel mercato e farci concorrenza, allora i consumatori dovranno pagare ciò che noi pretendiamo, e noi tutti guadagneremo moltissimo.

Altro esempio: se vi è un monopolio della telefonia fissa, o dei treni, o dell’energia elettrica in una determinata area, il monopolista potrà imporre tariffe molto superiori ai suoi costi di produzione, perché chi ha bisogno del suo servizio non ha scelta: se vuole servirsi del treno, del telefono, dell’elettricità, deve comperare da lui. Può però decidere di servirsi di beni concorrenti, alternativi a quelli erogati dal monopolista, ossia dell’automobile invece che del treno, del telefono cellulare invece che del fisso, e di un generatore privato di elettricità. Può anche decidere di consumare meno, di risparmiare, su treno, telefono ed elettricità. Il limite della possibilità per il monopolista di sfruttare la sua posizione di vantaggio per spremere sempre più denaro dal mercato, è dato dalla elasticità della domanda, ossia dal fatto che, oltre certi livelli di prezzo, la domanda si riduce e tende a cessare. Ma che succede se non esistono beni alternativi, e se il suo bisogno non è riducibile, anzi aumenta col tempo? Se il monopolista riesce a impedire che la domanda cali al crescere del prezzo? Lo vedremo presto.

I monopoli possono avere dimensioni locali o globali, possono avere natura legale, ossia essere costituiti per legge (ad es. il monopolio dei tabacchi, o delle poste, o del gioco d’azzardo on line); oppure possono essere fattuali, cioè dovuti al semplice fatto che un determinato soggetto o trust di soggetti si è impadronito interamente del mercato grazie alla sua forza finanziaria o al possesso di tecnologie esclusive, o mediante la violenza e l’intimidazione.

Il monopolista, non avendo concorrenti, non è motivato a migliorare la qualità dei suoi prodotti o servizi, né a ingegnarsi per diminuirne il costo di produzione. Può permettersi di essere inefficiente. Non è nemmeno motivato a cercare di massimizzare la produzione, perché punta più a guadagnare sul sovrapprezzo, che sulla quantità. In generale, un regime monopolista del mercato di un certo bene o servizio genera minore produzione e maggiori prezzi rispetto a un regime di concorrenza.
Per tali ragioni, molti paesi fanno leggi contro i monopoli, i cartelli, i trust, a tutela della concorrenza, che invece, in teoria, spinge le imprese a migliorare la produzione e ad abbassare i prezzi. Però, di fatto, i mercati più importanti – materie prime, energia, informazione e altri – sono dominati da cartelli. Cartelli sovra-nazionali.

La strategia del mettersi d’accordo per guadagnare di più e con più stabilità è una scelta frequente e razionale per gli imprenditori, perciò non è buona per la loro immagine e per il buon funzionamento del cartello. Perciò essi tenderanno a nascondere i loro accordi e le loro trattative, oppure – nel caso dei grandi monopoli mondiali – a presentarli come consultazioni e coordinamento nell’interesse globale della stabilità economica. Orienteranno i mass media a non parlarne o a parlarne in termini aggiustati, e a screditare agli occhi dell’opinione pubblica la corretta analisi economico-imprenditoriale dell’esistenza e dell’azione del cartello come teorie complottiste o dietrologiche.

Il monopolista può decidere di privare dei suoi prodotti, per un certo periodo di tempo, un determinato territorio o un determinato paese, ad es. per far accettare prezzi significativamente più alti, o come mezzo di pressione sul governo del paese in questione, finalizzata ad ottenere un vantaggio (privilegi fiscali o contributivi, una grossa commessa, la costituzione di un monopolio legale) o un mutamento legislativo o politico.

Quanto più il bene o servizio oggetto di monopolio è importante, vitale, indispensabile, tanto più caro il monopolista può farlo pagare, guadagnando maggiormente. Il petrolio è un esempio notissimo di ciò. Il cartello petroliero ne regola sia il prezzo che la quantità estratta – cioè il prezzo, come pure l’offerta, non è regolato dal rapporto di domanda e di offerta, ma dalla decisione del cartello: il mercato diviene così un mercato contingentato.

La possibilità, per i monopolisti (per es., i petrolieri, i cementieri), di aumentare il prezzo di loro beni e servizi, e la impossibilità di fare altrettanto per i fornitori di beni e servizi che non hanno il vantaggio del monopolio, fa sì che la società aumenti tendenzialmente la spesa (la quota di reddito) che destina agli acquisti di beni e servizi dei monopolisti, riducendo di conseguenza la spesa che destina agli acquisti di beni e servizi di non monopolisti (ristoratori, artigiani, lavoratori, professionisti); quindi il reddito di questi tenderà a diminuire a vantaggio dei monopolisti. Insomma, i margini di utile, il reddito, delle categorie che non dispongono di una posizione monopolistica tende a ridursi in favore di quelle che dispongono di una tale posizione.

Orbene, come dicevo, praticamente tutti i principali beni e servizi sono oggetto di monopolio cartellistico. Lo sono anche il denaro e il credito: tutto il denaro legale (cartamoneta) e il credito è creato da soggetti a ciò abilitati dal sistema bancario, ossia dalle banche: banche di emissione (come la BCE e la Fed) che emettono il denaro legale, la cartamoneta. E banche di credito, che emettono mezzi monetari, quali attivi di conti correnti, assegni circolari, bonifici, lettere di credito, promissory notes, consistenti in promesse di pagare cartamoneta al loro presentatore (se tu hai un assegno circolare o un attivo di conto corrente, puoi andare dalla relativa banca ed esigere che te li paghi in cartamoneta, in valuta legale).

Quanto costa alle banche creare denaro o credito? Nella storia, sono esistiti sistemi monetari in cui la moneta era di carta, ma la banca emittente teneva nei suoi forzieri il controvalore in oro, sicché per emetterla doveva acquisire oro, quindi l’emetterla, il prestarla, aveva un costo, e il portatore poteva presentarsi alla banca emittente e richiedere di cambiare la carta-moneta in oro. Però perlopiù la banca emittente deteneva una riserva frazionaria, diciamo un 10% del valore della cartamoneta o del credito emesso. Quindi per prestare 100 sosteneva un costo di 10 e realizzava, sul capitale, un utile di 90 – meno i costi fissi e la percentuale di sofferenze. In più lucrava gli interessi.

Nel sistema contemporaneo, creare moneta o credito non costa nulla al sistema bancario, perché esso li crea senza garantirli con una copertura aurea o di altro bene a valore proprio; e perché il portatore di denaro o di credito non può esigere dalla banca la loro conversione in oro o altro valore. Le banche hanno sì riserve, ma queste sono, a loro volta, costituite da cartamoneta o denaro creditizio, privi di costo e di valore propri. Hanno anche riserve in oro, ma queste non hanno la funzione di garantire le emissioni di denaro o credito.

La liquidità si compone di monete metalliche, emesse dallo stato, per un valore trascurabile; di valuta legale (cartacea ed elettronica) emessa dalle banche centrali di emissione), che costituisce l’8% circa del totale; e da moneta creditizia (o bancaria o contabile o virtuale) emessa dalle banche di credito sotto forma di promesse di pagamento (assegni circolari, attivi di conti correnti, lettere di credito, etc.) denominate in valuta legale.

Tutta la liquidità (tranne le monetine) è nata, ultimamente, da un indebitamento verso il sistema bancario del soggetto che richiede liquidità ad esso. Lo stato ottiene liquidità cedendo in cambio i suoi buoni del tesoro, che sono promesse di pagamento, ossia debito; oppure la prende a prestito. Gli altri soggetti ottengono credito promettendo il pagamento di capitale e interesse. Vi sono altre operazioni di creazione monetaria interbancaria, che ho spiegato altrove (dark pool finance).

Bisogna anche chiarire che l’erogazione del credito da parte delle banche deriva solo in minima parte dalla raccolta, ossia il denaro che la gente deposita presso di esse percependo un interesse, seppur minimo. Esse non hanno bisogno di tale denaro. Innanzitutto, i depositi, i versamenti, i bonifici, gli assegni circolari, etc., consistono essi stessi , quasi interamente, in liquidità creata dal sistema bancario senza copertura, a costo zero, priva di valore proprio. Inoltre, quando la banca di credito crea liquidità emettendo un assegno circolare e consegnandolo al cliente che ha chiesto un prestito, per emettere l’assegno circolare non ha che da compilarlo, non attingendo da una sua cassa, ma imputando l”uscita, nei suoi conti, come una partita che non è necessariamente corrispondente a valori reali, dato l’effetto leva che viene usato nel moltiplicare la base monetaria. Peraltro la leva o moltiplicatore parte non da oro o denaro reale, bensì da altro denaro contabile, creditizio. In aggiunta, il calcolo della riserva obbligatoria non comprende alla base alcuni aggregati ( ad esempio i PCT ed i titoli del debito – quale debito? – con scadenza originaria superiore ai due anni etc. ) e, per meglio tutelare il sistema bancario in caso d’improvviso shock di mercato, la rilevazione degli aggregati viene differita di due mesi.
Analogamente, la banca di emissione, quando emette banconote, non ha bisogno di garantirle con qualcosa, non sostiene costi. La differenza tra l’assegno circolare emesso dalla banca di credito e la cartamoneta emessa dalla banca, è che il portatore dell’assegno circolare può esigere che la banca di credito emittente glielo cambi in cartamoneta (valuta legale – non in oro o altro bene reale, dotato di valore proprio), mentre il portatore di cartamoneta non può esigere alcunché dalla banca centrale emittente della cartamoneta.

Il denaro e il credito – che chiameremo, nell’insieme, “liquidità” – sono un fattore, un “bene” assolutamente necessario e indispensabile. Quindi la comunità bancaria, detentrice del monopolio della loro creazione e della fissazione del tasso di interesse, può realizzare sulla cessione della liquidità un profitto altissimo, praticamente del 100%, dato che il costo di produzione è nullo.
Però la liquidità è tutta creata a debito di chi la domanda – stato o consumatore o imprenditore che sia – e il debito è soggetto ad interesse composto. Il che implica, matematicamente, che se io, sistema bancario, creo liquidità totale per 100 che cedo a prestito all’insieme della società, col tasso del 10% annuo composto, dopo un anno l’insieme della società mi deve 110, dopo due 121, dopo tre 133,10, dopo quattro 146,41, dopo cinque 161,05, dopo sei 177,16, dopo sette 194,88, dopo otto 214,37, dopo nove 235,81, dopo dieci 259,39. Però in tutto io ho creato 100, quindi l’insieme della società non ha il denaro con cui pagarmi, con cui estinguere il debito, perché esso non esiste. Qualcuno più bravo può riuscire a pagare ed estinguere i propri debiti, prendendo il denaro di altri; ma, nel suo insieme, la società non può farlo.

In alternativa, immaginiamo ora che, ogni anno, la società mi paghi l’interesse, prendendolo dai 100 che io ho creato: dopo un anno la liquidità da 100 scenderà a 90, dopo due a 80, dopo tre a 70, dopo quattro a 60… e dopo dieci a zero, però la società dovrà ancora il capitale, ossia 100. In realtà, però la società non può privarsi della liquidità per pagare gli interessi annualmente maturanti, perché la liquidità le serve per i suoi pagamenti e investimenti. Una società che si priva della liquidità per pagare i debiti si demonetizza, taglia gli investimenti, la spesa sociale, vede moltiplicarsi le insolvenze, va in recessione.

Perciò quello che di fatto avviene è che la società nel suo complesso (settore pubblico, settore privato) non rimborsa, non estingue mai il suo debito verso il sistema bancario, derivante dall’ottenimento della liquidità, bensì richiede continuamente ulteriore denaro al sistema bancario per pagare gli interessi sul debito per il denaro già ottenuto, e per aumentare la sua dotazione di denaro, come richiede l’aumento del valore nominale degli scambi, offrendo ulteriori beni in garanzia. Ma ogni volta che la società ottiene ulteriore denaro dal sistema bancario, aumenta il proprio indebitamento complessivo verso di esso, e la quantità di interessi che deve pagare ad esso. E’ una spirale espansiva, riscontrabile nelle curve storiche dell’indebitamento e del pil.

Quando l’insieme della società non riesce più a ottenere dal sistema bancario il rinnovo dell’intero credito-liquidità, anzi l’ ampliamento de credito-liquidità (richiesto sia per pagare il crescente ammontare di interessi passivi, che il crescente ammontare nominale delle transazioni dovuto alla crescita economica e all’aumento dei prezzi), esso scivola o precipita nella recessione-deflazione, con ondate di insolvenze, disinvestimenti, licenziamenti – ciò che avviene oggi.

Quindi, grazie al suddescritto sistema di liquidità creata mediante accensione di debito soggetto a interesse composto, la comunità bancaria, come cartello, si procura non solo un guadagno del 100% sul capitale creato, ma pure un guadagno pari agli interessi percepiti. E, cosa ancora più importante, mediante il meccanismo dell’interesse composto, quindi mediante lo stesso atto di erogare liquidità a interesse composto, essa crea nella società il bisogno, crescente nel tempo, di ottenere ulteriore liquidità per pagare gli interessi passivi. Quindi il sistema bancario eroga un bene che soddisfa sì la domanda nel presente, ma crea automaticamente maggiore domanda nel futuro – maggiore e più impellente, meno elastica. Essa trascende, di tal guisa, il limite tipico del profitto del monopolista, quello posto dall’elasticità della domanda, ossia, che se il monopolista fissa prezzi troppo alti, la gente, le imprese, comperano sempre meno il suo prodotto. Ne consegue che il profitto del sistema bancario non può che continuare a crescere.
E cresce non linearmente, ossia 100, 110, 120, 130, 140. bensì, per effetto dell’interesse composto, esponenzialmente: 100, 110, 121, 133,10. cioè secondo una curva che, quanto più passa il tempo, tanto più si impenna, tanto più accelera.

Ciò comporta, matematicamente, alcune ovvie conseguenze, che sono oggi tutte empiricamente constatabili:
-La quantità di debito è sempre superiore alla quantità di liquidità;
-Più passa il tempo, più tale differenza aumenta;
-Più passa il tempo, più rapidamente cresce questa differenza;
-Più passa il tempo, più aumenta l’indebitamento della società verso il sistema bancario;
-Questa differenza, questo eccesso di credito, viene cartolarizzato, cioè trasformato in titoli finanziari offerti a risparmiatori e speculatori; la maggior parte dei grandi redditi e patrimoni è collocata, assorbita, in tali titoli;
-Questi titoli possono essere usati come collaterali o pegni per ottenere ulteriore credito;
-Più passa il tempo, maggiore è la quantità di denaro in termini assoluti, e la percentuale di reddito in termini relativi, che la società (settore pubblico, imprese, famiglie) devono destinare al pagamento degli interessi passivi, e che le banche lucrano;
-Ossia, più passa il tempo, maggiore è la quota del valore prodotto dalla società, che il sistema bancario lucra;
-Più passa il tempo, più è necessario che il pil cresca, per tener dietro al crescere degli interessi passivi che la società deve pagare;
-Le banche vendono in parte (dopo averli coriandolizzati, ossia ridotti in piccoli pezzi) i loro crediti, anche quelli verso gli stati, a risparmiatori, fondi pensione, fondi comuni, imprese, facendoseli pagare;
-Poiché il sistema bancario realizza il suo profitto nel rivendere i suoi crediti cartolarizzati, ha interesse a far credito anche a soggetti che sa che non pagheranno (mutui subprime), perché scaricherà il rischio, la perdita, sui compratori di tali crediti cartolarizzati;
-Le autorità monetarie di controllo, essendo controllate dal sistema bancario, non impediscono tali pratiche; né le impediscono i governi, essendo dipendenti dal sistema bancario per il proprio rating e finanziamento;
-Anche attraverso il ricorso a contratti derivati, a indici, a futures, si gonfia una mole di titoli finanziari denominati in valuta legale; questa mole è multipla di decine di volte del valore aggregato di tutti i beni reali esistenti e del prodotto lordo mondiale; essa assorbe la gran parte dei redditi disponibili e dei grandi patrimoni; offrendo una redditività superiore a quella degli investimenti nel settore produttivo, contribuisce a sottrarre liquidità a questo (agli investimenti e ai consumi) e a mandarlo in contrazione;
-Col passar del tempo, il crescente peso degli interessi passivi, il crescente peso dei costi finanziari per l’impresa, la diminuente redditività netta degli investimenti, l’erosione dei margini di profitto, la riduzione della liquidità disponibile in quanto assorbita dal pagamento degli interessi passivi, spingono l’economia reale a rallentare progressivamente, e a fermarsi, poi a contrarsi, quando il costo finanziario (interessi passivi) diviene maggiore dei ricavi (se devo pagare 10 di interesse per aumentare i miei ricavi di 9, mi conviene non solo non investire ulteriormente, ma disinvestire e ridurre la produzione e l’impiego);
-Se la crescita del pil rallenta a lungo o si ferma o si inverte, il sistema monetario, creditizio, bancario, entra in crisi per il venir meno del reddito necessario a pagare gli interessi; singole banche possono fallire; i titoli finanziari derivati da crediti divenuti insolventi, divengono per conseguenza privi di valore, non sono più liquidi (vendibili contro denaro), non danno più reddito (interessi attivi, cedole) e non sono nemmeno più accettati come garanzie; di conseguenza, si ha una brusca contrazione del credito e della liquidità, ondate di insolvenze, licenziamenti e recessione; la mole della ricchezza finanziaria teorica tende a esplodere in bolle;
-Il mondo finanziario, per difendere il suo business, ossia per mantenere gli investitori nonostante tali scoppi, fornisce attraverso i mass media e le istituzioni, anche scolastiche, spiegazioni delle crisi come di accidenti evitabili, e annuncia l’istituzione di misure di prevenzione e contenimento di crisi future;
-Tale scoppio di bolle finanziarie distrugge (titoli di) credito, quindi va a ridurre la differenza, l’eccesso di credito-debito sulla liquidità esistente, sul reddito; in tal modo tende a sbloccare l’economia; esso è dunque inevitabile, è un fenomeno fisiologico e ricorrente;
-Quando però la frequenza degli scoppi aumenta, quando essi si succedono quasi ininterrottamente e tuttavia non riescono a sbloccare l’economia liberandola dall’eccesso di credito-debito, ossia di interessi passivi, allora si approssima la rottura del sistema e questo non è più riequilibrabile o riparabile, e la recessione è inevitabile;
-I capitali tendono a lasciare gli investimenti produttivi e a collocarsi in beni-rifugio, come immobili, oro fisico, titoli aurei; ma gli immobili sono minacciati dalla svalutazione e dall’imposizione fiscale, l’oro fisico è minacciato dalla requisizione statale (già avvenuto nella storia); i titoli aurei sono insicuri per il crescente rischio di insolvenza delle banche emittenti e per il fatto che il loro ammontare è un multiplo dell’oro realmente esistente;
-La recessione, diminuendo il pil e (tendenzialmente) il gettito fiscale, diminuisce le risorse con cui gli stati dovrebbero pagare interessi e capitale del loro debito pubblico; quindi aumenta il rischio di default e aumentano i tassi di interesse che gli stati devono pagare sul loro debito pubblico; e ciò accresce ulteriormente la recessione e il rischio di default, quindi i tassi di interesse del debito pubblico e privato, in una spirale distruttiva;
-I titoli del debito pubblico dei paesi più avanti in questa spirale vengono comperati forzatamente, a condizioni fuori mercato, dalle banche centrali di emissione (o da agenzie finanziate con soldi dei contribuenti) al fine di sostenerli e calmierare i tassi; i capi di dette banche acquisiscono quindi un potere di condizionamento e direzionamento politico degli stati in difficoltà: finanziarizzazione della politica;
-vengono tagliati gli investimenti per infrastrutture, sviluppo, ricerca; ciò deprime ulteriormente il pil, soprattutto a medio termine, rendendo tendenzialmente impossibile il rimborso, o anche il servizio, del debito pubblico;
-Il potere politico si concentra così nelle mani dei direttori delle banche centrali di emissione, le quali sono a guida privata, non soggette a controllo o responsabilità democratiche, non soggette a revisione contabile e non trasparenti nelle loro attività (diritto alla segretezza e alla criptazione), e in larga parte sono per giunta di proprietà privata (Bankitalia lo è alò 95%),
-L’audit, o verifica contabile, della Fed, eseguito nell’Agosto 2011 per la prima volta, ha in effetti scoperto che la Fed aveva speso 13.000 miliardi di Dollari per il bailout di numerosi soggetti finanziari stranieri negli ultimi 6 anni, senza approvazione né informazione del Congresso e del Presidente; ovviamente tali erogazioni hanno avuto contropartite politico-economiche esse pure tenute segrete e non ancora disvelate;
-(in tal senso si spiega perché è stata fatta un’unica banca centrale europea senza fare un’integrazione politica europea, e senza unificare i debiti pubblici: si sapeva che l’integrazione delle politiche dell’Eurozona sarebbe stata fatta dal direttorio della BCE via via che i paesi euro sarebbero entrati in crisi e avrebbero avuto necessità che la BCE comperasse i loro titoli; allora il direttorio della BCE sarebbe divenuto, come oggi è divenuto, il supergoverno dei paesi in crisi);
-In questo modo il cartello monopolista della moneta e del credito raggiunge non solo lo scopo connaturale e ideale del monopolista, ossia di accaparrarsi tutto il reddito pubblico e privato come corrispettivo per l’erogazione di ulteriore credito, non solo tutti gli assets pubblici e privati come garanzie, ma raggiunge anche l’ulteriore scopo di accaparrarsi il potere politico, istituzionale, governativo, lasciando agli organi pubblici costituzionali il ruolo di esecutori e di esattori in favore del monopolista, e di capri espiatori responsabili verso la società;
-Le misure di risparmio, rigore, i tagli, le maggiori tasse, la lotta all’evasione, non hanno effetto sulle cause del male, perché non le toccano: falliscono non perché siano di quantità insufficiente, ma perché sono di natura inidonea (come curare una gamba rotta con un purgante);
-L’Italia e buona parte del mondo si trovano o stano entrando in questa fase; la recessione evolve in depressione, mentre, come condizione per ricevere il necessario, ulteriore credito, crescente quota del reddito viene destinata al servizio del debito, e crescente parte dei patrimoni a sua garanzia; il potere politico viene assunto dal cartello monopolista;
-Tutto ciò è la automatica conseguenza di un monopolio che usa moneta e credito come strumenti per aumentare il proprio potere e non per l’economia o la società; era perfettamente prevedibile ed è stato in effetti previsto; governi, ministri, governatori di banche centrali che non lo hanno previsto e che insistono per rimedi inefficaci sono o incompetenti o mentitori interessati; in ambo i casi, essi sono oramai stati smascherati e delegittimati dai fatti, assieme alle loro analisi, raccomandazioni, prescrizioni e misure legislative.

La via d’uscita da questa situazione distruttiva esiste e si basa su principi semplici. Peraltro è una via di uscita teorica, e che presuppone che il potere effettivo sia assunto da integerrimi rappresentanti dell’interesse collettivo. Inoltre, avrebbe l’effetto di portare a uno sviluppo economico-industriale tanto intenso, da esaurire rapidamente le materie prime e da precipitare il mondo in una crisi ecologica.

Una prima considerazione è già risolutiva: chi crea il valore reale, la ricchezza reale, che a loro volta danno valore alla moneta e al credito, non è il sistema bancario o finanziario, ma quello produttivo. La liquidità è solo uno strumento per gli scambi. Se il sistema che produce la liquidità, ossia il sistema bancario, funziona male, vuole espropriare la ricchezza reale e i diritti politici ai suoi produttori, allora si può sostituirlo, insieme con la sua moneta. E sostituirlo non costa nulla, non comporta danno, appunto perché la sua moneta non ha valore proprio (è pezzi di carta o insieme di registrazioni telematiche), e può essere sostituita con una nuova moneta, prodotta a costo zero, con cui si estinguerà il debito pubblico.

In altre parole: la ricchezza reale, i beni, i servizi, i redditi – in una parola, tutto ciò che è utile, che serve – sono creati dal settore produttivo della società, non dal sistema bancario. Quindi è assurdo, illogico e ingiustificato che il settore bancario si ritrovi a credito verso le società e in condizione di dettare le sue politiche. Esso, non producendo ricchezza reale, non dovrebbe avere alcun diritto e alcuna pretesa sui beni e sui redditi della società. La cartamoneta non ha valore proprio, e il denaro creditizio nemmeno, perché consiste in promesse di cartamoneta. L’una e l’altro possono essere creati a costo zero dallo stato. Le banche private non possiedono alcuna qualità o, alcuna dotazione esclusiva, che sia richiesta per crearli, e che lo stato non possegga.

Quindi il monopolista privato della moneta e del credito, ossia la comunità dei banchieri, che assurdamente si sta impadronendo di tutto il reddito e di tutto il patrimonio e di tutto il potere politico della società senza produrre alcun bene, può essere semplicemente eliminato e sostituito con un organo pubblico che emetta il denaro – denaro creato direttamente dallo stato, a costo zero, senza indebitarsi, e immesso dallo stato in circolazione in diversi modi: spese dirette, investimenti, prestiti, etc.;

Tale denaro può essere usato per realizzare la condizione necessaria e indispensabile per il risanamento, ossia per estinguere il debito pubblico pagando i crediti di coloro che, in buona fede, hanno comperato dalle banche titoli del debito pubblico – salva la rivalsa verso le banche cedenti e i loro azionisti, amministratori, collaboratori;
Per far propria concretamente questa possibilità, attuata in effetti da diversi ordinamenti nel passato e nel presente, vi sono altri punti da capire.

Immaginiamo di essere un’associazione culturale che organizza un concerto pubblico, a cui si assiste pagando un biglietto di 10 Euro. Avendo 1.000 posti a sedere, io, presidente dell’associazione, vado in tipografia e chiedo un preventivo per stampare 1.000 biglietti. Il tipografo mi dice: “Volete 1.000 biglietti . ogni biglietto vale 10 Euro. quindi 1.000 per 10 fa 10.000. ve li stampo per 10.000 Euro. Oppure ve li do a prestito e voi mi pagate il 6% annuo sul capitale di 10.000″. Ovviamente, gli dirò che vuole truffarmi, perché è vero che i biglietti li produce il tipografo, ma il valore dei biglietti, ossia il concerto, lo produciamo noi, l’associazione culturale. Ebbene, i biglietti stampati dalla banca sono come quelli stampati dalla tipografia: non hanno valore in sé, non costano praticamente nulla di produzione, il corrispettivo del loro valore è dato dalla società che crea, offre e compera beni e servizi; ma lo stato, a spese della società (dei contribuenti) li paga coi titoli del debito pubblico, gravati di interesse. Il tipografo, in tal modo, si sta impadronendo di tutto il reddito disponibile e dello stesso potere pubblico.

La banca centrale di emissione segna, nello stato patrimoniale del proprio bilancio, il denaro circolante come “passività”, come se esso rappresentasse un debito. In realtà, come molti economisti riconoscono, esso non costituisce una passività per la banca, perché le banconote in circolazione non danno alcun diritto verso la banca al loro portatore. E’ come se la Fiat segnasse al proprio passivo le automobili circolanti che essa ha venduto. Chiaramente è un abuso, è qualcosa di contrario alla realtà giuridica ed economica, che però consente alle banche centrali di occultare un forte componente attivo del patrimonio e del reddito.
Pensate anche a questa assurdità: se il denaro circolante emesso dalla banca di emissione è una passività, ha un valore patrimonialmente negativo, perché lo stato deve pagarlo con le nostre tasse? Chi mai paga per caricarsi di un debito? E’ palese che qui si sta mentendo per truffare il contribuente, e per costruire un enorme debito pubblico, attraverso il quale i banchieri poi potranno – anzi, adesso già possono – governare la società politicamente.

Immaginiamo ora che tu sia un imprenditore bisognoso di un finanziamento di 1.000.000 per comperare un capannone da Tizio, e che ti rivolga a me, banca Alfa, per un mutuo. Io ti richiedo molte cose, tra cui un’ipoteca sui tuoi beni per 2.000.000, 5.000 per spese e una promessa scritta di pagarmi 100 rate mensili di 15.000 l’una per capitali e interessi. Emetto un assegno circolare di 1.000.000 intestato a Tizio, Tizio lo riceve nel venderti il capannone, lo porta alla sua banca Beta, la quale glielo accredita sul conto corrente, che era in rosso di 200.000 e adesso va in attivo di 800.000. Da tale attivo Tizio ordina alla sua banca Beta di mandare un bonifico di 300.000 all’impresa che gli ha finito i lavori di costruzione; la banca Gamma dell’impresa accredita all’impresa i 300.000. La tua banca registra contabilmente un’uscita di cassa di 1.000.000 (assegno circolare) e un’entrata di un credito di 1.500.000, attualizzato a 1.200.000 – utile 200.000, su cui paga le tasse.

Apparentemente, niente di strano. Ma l’apparenza inganna. La banca Alfa che costi ha sostenuto per emettere quell’assegno, che le ha fruttato il credito di 1.500.000? Ha prelevato 1.000.000 dai propri forzieri? No, si è limitata a emettere un assegno circolare, un pezzo di carta stampata. Quindi l’utile non è 200.000, ma 1.200.000. C’è un milione in più, che è un profitto occulto e sottratto al fisco, a disposizione dei dirigenti della banca.

Perché quel pezzo di carta stampata vale, anche se è solo un pezzo di carta, sprovvisto di copertura? Vale perché è accettato dalle altre banche. E siccome le banche sono indispensabili, tutto ciò che la tua banca accetta come denaro accreditandotelo sul tuo conto corrente, tu lo accetti come denaro. Quindi il valore della moneta bancaria, creata a costo zero e senza copertura, è dato dal fatto che il cartello della banche, monopolista del servizio bancario-monetario-creditizio, lo accetta come denaro. La creazione del denaro bancario o creditizio è un gioco interno, di sponda, della comunità bancaria, che le consente di realizzare immensi profitti senza nulla rischiare, senza dichiararli, senza subire tassazione.

Aggiungiamo poi che, come già detto, se l’importo totale della liquidità esistente (money supply) è 100, esso è composto per 8 da denaro vero, legale, emesso dalle banche centrali di emissione, e per 92 da moneta creditizia emessa dalle banche di credito, e consistente in promesse di pagamento (assegni circolari, attivi di conti correnti, lettere di credito, etc.) di denaro vero (cartamoneta). Quindi queste promesse di denaro vero sono tutte scoperte, perché ovviamente promettono 92 ciò che invece esiste in misura di 8. E per giunta questo 8 si trova perlopiù nelle tasche e nei cassetti dei privati. In sostanza, la moneta bancaria è coperta solo per il 2 per mille circa. Il che vuol dire che gli assegni circolari sono tutti scoperti, nell’insieme. Che se tutti andassimo a richiedere il pagamento in contanti dei nostri attivi verso le banche (conti correnti, libretti, assegni circolari), otterremmo circa il 2 per mille in media. Quindi le banche sono tutte, per loro stessa natura, non solvibili.

Torniamo all’acquisto del capannone. Tizio di vende il suo capannone, che ha un valore reale, contro l’assegno circolare emesso da me, banca Alfa, privo di valore proprio e persino scoperto (come ora sappiamo), e la banca di Tizio, Beta, lo accetta come denaro buono. Quindi il mio assegno circolare, anche se è un pezzo di carta stampata, una promessa scoperta, ha nondimeno un potere d’acquisto: compera il capannone. E io, banca Alfa, posso dire a te che giustamente di mi pagare gli interessi sul milione, anche se io ti ho dato solo un pezzo di carta e non denaro vero, perché il mio pezzo di carta ha potere di acquisto. Ciò è vero. Ma il punto è un altro: come mai io banca, che non creo valore reale, ho il potere di emettere qualcosa che, pur essendo privo di valore proprio, pur essendo sostanzialmente un assegno scoperto, ha potere di acquisto? Quel potere d’acquisto io banca non lo creo, perché non creo valore. Io lo prelevo dal resto della società, che crea valore. Lo sottraggo, grazie al fatto che tu e Tizio lo accettate in cambio di qualcosa che ha valore. Se non lo accettaste, se lo trattaste per quello che patrimonialmente e giuridicamente è, ossia per un pezzo di carta privo di valore, io banca finirei di esistere. Il sistema bancario riesce ad impadronirsi di gran parte del valore reale prodotto dal resto della società grazie al fatto che il resto della società attribuisce ai pezzi di carta bancari un valore che essi non hanno oggettivamente, e paga su di essi gli interessi.

Il sistema bancario poggia quindi sull’illogicità del comportamento collettivo.

L’esercizio del credito bancario privato è, insomma, un’attività di appropriazione unilaterale e surrettizia, del potere d’acquisto, della ricchezza reale prodotta dal resto della società – qualcosa di analogo a una tassa. Ne consegue che, contabilmente, la banca dovrebbe, nell’atto di erogazione del mutuo di 1.000.000, registrare in contemporanea un prelievo di potere d’acquisto di 1.000.000 a carico della società (addebitati al corpo sociale), un’uscita di cassa di 1.000.000 per l’rogazione del mutuo, un ricavo di un credito di 1.000.000 capitale più interessi attualizzati. L’utile, su cui dovrebbe pagare le tasse, sarebbe quindi di 1.000.000 oltre interessi.
Analogo discorso vale per la banca centrale di emissione, che, quando scambia cartamoneta per 1.000.000 contro buoni del tesoro di pari importo, dovrebbe segnare 1.000.000 di ricavi a carico della società, 1.000.000 di uscita di cassa a favore dello stato, 1.000.000 di crediti (oltre interessi attualizzati) di ricavo a debito dello stato, quindi utile 1.000.000 (oltre interessi). L’utile dovrebbe girarlo allo stato quasi interamente, in base al suo statuto. Il grosso dell’utile, però, non viene dichiarato e rimane, come fondo nero, nella privata disponibilità dei vertici della banca centrale.

Gli enormi fondi neri generati nei modi sud descritti dalle banche commerciali e dalle banche centrali di emissione possono essere trasferiti segretamente nel mondo grazie a circuiti bancari come Euroclear e Clearstream e anche attraverso la Banca dei Regolamenti Internazionali, cui trattati internazionali danno la facoltà di fare ciò, ed essere trasferiti e usati in paradisi bancari come le Cayman Islands, per agire sui mercati in via di aggiotaggio e altro.

Una revisione sia degli ingannevoli principi contabili utilizzati dalle banche ci credito e di emissione, sia della contabilità delle une e delle altre, consentirebbe l’azzeramento del debito pubblico verso di esse, la riduzione di quello privato, un fortissimo recupero di tasse evase o eluse, la nazionalizzazione per confisca a costo zero delle quote di controllo delle banche stesse, l’arresto dei loro vertici, la creazione di un sistema monetario e creditizio basato sulla realtà e sulla trasparenza, anche contabile (la contabilità deve riflettere la realtà giuridico-economica, non stravolgerla) in cui il denaro sia emesso dallo stato, che accredita a se stesso il potere d’acquisto che esso incorpora, registrando questa emissione per ciò che essa è, ossia una tassa prelevata dalla società. L’alternativa a questo è ciò a cui siamo diretti ora. Ma se l’unica alternativa all’utopia è l’inferno… stiamo freschi!

Mantova, agosto 2011, Marco Della Luna

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Risultato della ricerca:

Vegetarismo per l’infanzia… ecco come mantenere i bambini in buona salute!

Ciao Paolo D’Arpini, oggi ti mando un documento che scrissi perchè mi fu chiesto da alcuni nonni e genitori, di descrivere le misure che abbiamo adottato per crescere nostro figlio senza alcun farmaco né vaccino. Il documento comprende il periodo dall’inizio della gravidanza fino terzo anno di vita del bimbo. Ora mio figlio Alfred va per i 10 anni e non ha mai visto una aspirina, un antibiotico, un vaccino in vita sua. Con i nostri migliori auguri che tutti i bimbi possano godere della medesima salute e gioia di vivere di cui tutti hanno diritto e di cui tutti hanno potenzialità, ma purtroppo scelleratamente ridotte dal sistema dominante, Daniele Bricchi

……..

Crescere bimbi sani senza farmaci e chirurgia.

La preparazione, la gravidanza, il parto non violento, vaccini o non vaccini, allattamento, lo svezzamento igienista, le attenzioni generali in base agli insegnamenti del Sistema Igienista Naturale, la vera prevenzione.

Di Michela Bianchini e Daniele Bricchi

Alcuni genitori ci hanno chiesto di scrivere tappe e modalità di questo particolare tipo di scienza di salute, di svezzamento e nutrizione, in quanto tale pratica è probabilmente una delle ragioni per cui il piccolo Alfred (nato il 10/04/2002) gode di una salute ottima. In effetti dall’igienismo abbiamo avuto molte delle risposte che non trovavamo altrove, e il bimbo non ha mai avuto bisogno di alcun tipo di terapia. Quindi nessun ricorso a vaccini, antibiotici, o altri farmaci chimici, ma neppure nessun ricorso a rimedi tradizionali alternativi, quali quelli omeopatici, fitoterapici, ayurvedici ecc.. Ci siamo decisi a scrivere la nostra esperienza perché potrebbe essere utile a tantissimi altri genitori e a chiunque sia interessato all’argomento bambini e salute. Siamo convinti che, se messo a disposizione del grande pubblico, l‘Igienismo, ovvero la scienza della salute, risolverebbe i problemi di milioni di persone e riteniamo sia profondamente ingiusto e crudele che tale scienza non venga divulgata.

Prima di parlare dello svezzamento, vorremmo brevemente fare alcune considerazioni. E’ necessario sottolineare che la salute di un individuo non dipende solamente dal suo modo di alimentarsi e dal suo modo di comportarsi dalla nascita in poi, ma anche dal tipo di nascita (vedi i problemi causati dalla medicalizzazione del parto), da come è vissuta la gravidanza, e ancora prima, da come vivevano i nostri genitori e, ancora più indietro i nonni, ecc.. Insomma noi dipendiamo da un plasma germinale, da un patrimonio genetico da cui possiamo ereditare pregi o difetti, un buon livello di energia o tare. Ne consegue che il futuro genitore che si vuole bene, che ha cura di se stesso, adottando uno stile di vita intelligente, non otterrà solo benefici personali, ma eviterà anche di arrecare danni ai propri geni, che sono le basi di partenza dei suoi futuri figli. Per contro abitudini, per esempio, come quella di fumare, di bere alcolici, l’uso di eccitanti come cacao e caffè, droghe, farmaci e vaccini, l’eccesso di stress, l’eccesso di pensieri e sentimenti negativi, l’ eccesso o la carenza di attività fisica, l’insufficienza di riposo e sonno, l’alimentarsi in eccesso (in particolare quello proteico e amidaceo) e con poca cura, passare troppo tempo in luoghi chiusi, inquinati e irradiati, danneggiano seriamente noi e intaccano i nostri geni, per cui è più probabile che predisponiamo i nostri figli a delle tare. Tali abitudini sono tra le cause dell’indebolimento dell’individuo nonché della razza umana. L’incapacità di procreare e l‘infertilità crescente presso uomini e donne sono solo alcuni dei segni di questo “indebolimento della specie”.
Si configura qui una responsabilità individuale non solo nei confronti della nostra salute e dei nostri figli, ma anche nei confronti della collettività e del sistema nel suo insieme, in funzione del fatto che siamo tante entità facenti parte di un tutto.
Rimandiamo il lettore, che vuole approfondire il discorso delle cause dei disturbi, delle basi della salute e di quanto serve per autogestire la salute senza farmaci, allo studio della letteratura igienista naturale e affine. Tale studio servirà anche a comprendere meglio a cosa è dovuta la scelta di questo tipo di approccio, di svezzamento e i risultati ottenibili.

Premettiamo che, anche all’interno dello stesso metodo, le tappe, i tempi e i modi possono variare notevolmente a seconda degli individui, delle sue condizioni, delle situazioni e della preparazione fatta durante un dato percorso. Per cui la storia che vi presentiamo non è esposta con l’intento che venga copiata alla lettera, ma è offerta con il vivo e sincero augurio che faccia sorgere il desiderio di approfondire, che facciate vostre certe consapevolezze, e che, unite al vostro vissuto (unico ed irripetibile), possa dare altrettanti risultati positivi e anche migliori di quelli da noi ottenuti. E’ importante informarsi e sperimentare in modo da poter scegliere consapevolmente in prima persona, senza delegare ad altri.

Premesso che la preparazione al parto è di notevole importanza, arriviamo al momento della nascita.
Prima due care amiche e poi due brave ostetriche dell’ospedale di Porretta Terme, centro nel quale si pratica il parto naturale, hanno assistito alla nascita di Alfred: senza fretta, senza imposizioni, ne interventismi di alcun genere. Abbiamo lasciato che il cordone ombelicale smettesse di pulsare, prima di tagliarlo. Daniele, dopo aver tagliato il cordone ombelicale, ha pulito gli occhi del piccolino con un batuffolo di cotone e acqua pulita. Abbiamo rifiutato che al bimbo venisse applicata la pomata di antibiotico negli occhi e praticata l’iniezione di vitamina k. Abbiamo evitato di lavare i bimbo per non togliere quella sua pellicola protettiva naturale. Abbiamo evitato che il piccolino venisse separato da sua madre per qualsiasi ragione. Ci siamo accertati che non gli venisse propinato acqua e zucchero, né qualsiasi altro tipo di aggiunta. Il giorno dopo ci siamo dimessi dall’ospedale.

Michela durante il periodo di gravidanza e di allattamento ha continuato con la sua alimentazione prevalentemente vegetariana, senza carne e latticini, ma ricca di: tutti i tipi di frutta e verdura cruda, semi crudi (sesamo, girasole), frutta secca (datteri, uva passa, fichi secchi, albicocche secche), noci (noci, mandorle, nocciole, pistacchi non tostati-non salati), verdura cotta ( zucche, patate, biete, finocchi), un po’ di legumi, in particolare lenticchie, cereali integrali quali riso, miglio, grano saraceno, farro. Qualche uovo a settimana.

Ogni donna se opportunamente informata, sostenuta e incoraggiata può allattare i propri bimbi.
Alfred è stato allattato al seno da mamy Michela, come alimento esclusivo per i primi sei mesi. L’unica eccezione fu quando la sera del suo terzo giorno di vita piangeva forte e pareva non avere nessuna intenzione di dormire (fu la volta che ci immaginammo la difficile situazione di quei genitori di bimbi insonni anche per lunghi periodi). Non vi era ancora la montata lattea (avvenuta in quinta giornata) e ci pareva proprio che in quel momento Alfred non volesse accontentarsi del colostro. Decidemmo allora di tagliare in due un’arancia dolce e matura, di spremerne metà e di offrirne il succo con il biberon al bimbo, che dimostrò di gradire tantissimo tale pensiero: smise subito di piangere, divorando quel nettare, per poi appisolarsi dormendo profondamente tutta la notte.

Allattamento
Frequenza delle poppate, richieste da Alfred: 5 al giorno (a volte solo 4 ).
Distribuite in questo modo: la 1^ cadeva tra le 6:00 e le 8:00; la 2^ tra le 9:00 e le 11:00; la 3^ tra le 12:00 e le 14:00; la 4^ tra le 15:00 e le 17:00; e la 5^ tra le 19:00 e le 21:00.
Alfred manteneva dalle 3 alle 4 ore tra una poppata e l’altra. Tale spazio di tempo permetteva al cibo di essere digerito, prima che altro latte raggiungesse il tratto digestivo. Questo preveniva in sostanza piccole indigestioni, che, se ripetute, alla fine avrebbero creato una infiammazione e uno stato cronico di putrefazione gastrointestinale, quindi “tossiemia”, da cui avrebbero avuto origine non solo i rigurgiti e le coliche, ma tutti i più comuni disturbi dell’infanzia (tanto frequenti da essere ritenuti ineluttabili e normali!).
In base ai nostri studi sull’igienismo ci siamo convinti dell’inopportunità e dannosità sia per il bimbo che per la madre dei pasti troppo frequenti e dell’allattamento notturno. Abbiamo quindi favorito quelle condizioni psicologiche e ambientali che hanno permesso ad Alfred di dormire tutta la notte per tutti i primi 6 mesi.

Al sesto mese Michela decideva che era arrivato i momento di iniziare il divezzamento (ad Alfred erano cresciuti i due incisivi superiori ed inferiori e manifestava vistosamente il suo interesse per la frutta), sicché si decise di sospendere la poppata delle 10:00 e sostituirla con del succo d’arancia. A questo punto il bimbo iniziò a chiedere una poppata notturna.

E’ importante non aggiungere mai zucchero o altro dolcificante alla frutta, ed è bene consumare i succhi subito dopo averli preparati, perché l’aria e la luce ne danneggiano velocemente i preziosi nutrienti. Evitate la frutta acerba, ma preferite quella ben matura e possibilmente coltivata in modo naturale. Offrite la frutta da sola e lontana dai pasti di latte. Siamo contrari alle poppate ad orario stabilite dai genitori: il bimbo non deve mangiare se non ha fame, ed è importante comprendere che il pianto è il modo in cui i neonati possono esprimere diversi tipi di stati e bisogni. Siamo convinti che spesso il pianto viene scambiato per bisogno di cibo, anche quando è dovuto ad altre cause e ciò porta ad una ipernutrizione da cui prima o poi l’organismo si dovrà difendere con vari sintomi.

Un mese più tardi decidemmo di sospendere la poppata delle 16:00 per introdurre un pasto di succo d’uva, naturalmente sempre fresco, fatto in casa e crudo. Arancia al mattino e succo d’uva al pomeriggio fino all’ottavo mese.
Fino al primo anno abbiamo continuato in questo modo: 4 pasti di latte al seno e due di frutta. Mattino latte al seno, mezza mattina succo d’arancia, per pranzo latte al seno, metà pomeriggio frutta dolce, la sera di nuovo latte al seno, ed infine una poppata notturna. Ogni nuovo alimento introdotto, viene dato inizialmente in quantità ridotta e poi crescente.
La frutta utilizzata fino al primo anno consisteva in agrumi, in particolare arance al mattino, mentre al pomeriggio davamo uva, prima in succo e poi a pezzettini, o mele grattugiate o frullate, o cachi, in genere come monopiatto.
Il latte è un alimento specie specifico, per cui non vi è nulla di più adatto e prezioso al bambino del latte umano. Il contenuto proteico di quest’ultimo si aggira attorno all’ 1%, mentre il suo contenuto di zucchero è piuttosto elevato; tra i latti dei mammiferi risulta essere il più povero di proteine, il più ricco di carboidrati, ed il più dolce.
Anche per questi motivi la frutta in particolare quella ricca d’acqua, quindi poco concentrata, è risultata il cibo migliore per iniziare lo svezzamento.
Nei primi mesi della vita, l’animale uomo costruisce muscoli, ossa, cartilagini, etc. ad un tasso di crescita così rapido, che non lo eguaglierà in nessun altro periodo della vita. Raddoppia il suo peso della nascita mediamente in 5 – 6 mesi. E realizza ciò con il latte materno, un alimento che contiene l’1% – l’1,5% di proteine! La frutta oltre a contenere preziose vitamine e minerali è l’alimento che la natura offre con il contenuto proteico più vicino al latte umano e quindi il più profittevole per il bambino, da alternare al latte materno almeno fin quando non ci si avvicina al completamento della dentizione. Altro argomento a favore della frutta consiste nel fatto che non contiene amidi. Noi igienisti, consigliamo di ritardare l’introduzione degli amidi (in particolare dei cereali) e di moderarsi con essi, in quanto principalmente nel bimbo piccolo non c’è sufficiente produzione di amilasi, l’enzima necessario per scindere gli amidi, e non ci sono ancora neppure abbastanza denti per masticare ed insalivare bene i grani, mentre con i primi incisivi i bambini possono masticare la frutta tenera senza problemi. Consideriamo i cereali non adatti allo svezzamento dei bambini.

Attorno al 12° mese si è sospesa la poppata della sera e abbiamo iniziato ad introdurre banane schiacciate (così l’amido si trasforma in zucchero rendendo questo frutto più digeribile), latte di mandorla fatto in casa e un po’ di frutta secca (datteri, fichi secchi, uva passa) frullate assieme alle mandorle o alle mele.
Fino al secondo anno la cena di Alfred era costituita prevalentemente da latte di mandorle, integrato da una banana e 3 datteri, che il bimbo consumava con il biberon.
Fare in casa e in pochi minuti il latte di mandorle è semplice.

Preparazione del latte di mandorle
Ingredienti:
1/3 di tazza di mandorle sgusciate e preventivamente sbucciate (per sbucciare le mandorle è necessario lasciarle a mollo nell’acqua tiepida per qualche ora, oppure immergerle 30 secondi in acqua bollente, a fuoco spento – si lasciano nell’acqua bollente solo il tempo necessario affinché la pellicina si tolga agevolmente e poi si tolgono subito, altrimenti cuociono – poi sciacquarle subito con acqua fredda e procedere a rimuovere le bucce).
1 tazza d’acqua
1 banana
3 datteri denocciolati e tagliati a pezzetti
Procedimento:
Frullate le mandorle con l’acqua per 5 minuti, quando il tutto è ben frullato aggiungete la banana e i datteri e frullate per un poco, finché il composto è omogeneo.

Fino a 15 mesi abbiamo continuato nel modo descritto utilizzando esclusivamente alimenti crudi, poi è stato introdotto gradualmente un pasto di cibo cotto al giorno (all’inizio non tutti i giorni), alternandolo con la poppata di mezzogiorno. Il pasto di cibo cotto consisteva in verdure cotte (patate, zucca comune, fagiolini). Niente cereali fino ai 2 anni di età.
Quindi, fino ai 21 mesi circa lo schema era: una poppata di giorno (mattino o mezzogiorno) a seconda dei turni di lavoro. Frutta a metà mattina, pasto di cotto eventualmente a mezzogiorno preceduto da verdura cruda. Pomeriggio frutta. La sera, latte di mandorle. Di notte, una poppata al seno.
Dai 21 ai 23 mesi il bimbo prendeva una poppata di latte materno al mattino, oppure di notte.
1 o 2 pasti di frutta acida nella mattinata. A mezzogiorno un pasto di cibo cotto preceduto da verdura cruda (cetriolo o carota o finocchio). Merenda nel pomeriggio con frutta dolce intera o frullata. Cena con latte di mandorle.
Dai 23 ai 24 mesi l’allattamento consisteva in una poppata un giorno sì e due no. Alfred non richiedeva più la poppata notturna.
Dai 2 anni, l’allattamento al seno è stato interrotto e sono stati introdotti i cereali senza glutine a pranzo (miglio, riso, grano saraceno, mais) preceduti da un po’ di verdura cruda (cetrioli, carote, finocchi, pomodori, insalata, zucchine). Talvolta, si trattava anche solo di un pezzettino di cibo crudo, ma è bene iniziare sempre i pasti con delle crudità prima di servirsi di cibo cotto, in quanto, ciò aiuta a contrastare la leucocitosi digestiva che produciamo quando assumiamo alimenti sottoposti a cottura, ma ciò aiuta anche a mantenere una buona quota di alimenti crudi, giornalieri, che sono quelli più importanti nell’alimentazione umana.
La mattina: frutta acida o semi acida. Al pomeriggio frutta e la sera verdure cotte. Qualche volta legumi, in particolare lenticchie, ma più spesso patate anche perché Alfred le adora. E’ stato introdotto l’avogado e un uovo alla settimana, in particolare il tuorlo, qualche volta crudo e a volte cotto. Usiamo solamente uova da coltivazione biologica e, quando è possibile, da piccolo pollaio, meglio se non gallate.

Alfred è vegetariano dalla nascita, totalmente vegano fino ai 2 anni e poi ovovegetaliano in seguito.
Gli alimenti di origine animale non sono adatti all’alimentazione umana perché l’uomo è vegetariano (frugivoro e raccoglitore) per costituzione naturale anatomofisiologica.
I dati riguardanti i gravi danni alla salute umana causati dall’uso di carni e latticini tracimano dalla letteratura scientifica. Bisogna anche ricordare che il carnivorismo, oltre ad essere causa di grandi dolori per l’uomo e sfruttamento indegno degli animali, è anche all’origine di gravi sconvolgimenti ambientali, considerato che per produrre proteine animali sono necessarie da 6 a 10 vote le risorse necessarie per produrre la stessa quantità di alimenti di origine vegetale. Vi è una stretta e documentatissima relazione tra carnivorismo, grave danno ambientale e fame nel mondo.
Crediamo che non sia in alcun modo possibile disgiungere le questioni di salute da quelle relative alla situazione socioeconomica e ambientale.

Le tappe in sintesi

-I primi sei mesi solo latte materno; 5 pasti al giorno.
-Dal 6° mese si inizia lo svezzamento con un pasto di succo d’arancia e una poppata notturna;
6 pasti al giorno, di cui 5 al seno e 1 di agrumi (mezza mattinata).
-Dal 7° mese si è sospesa la poppata del pomeriggio per introdurre il succo d’uva; 6 pasti al giorno, di cui 4 al seno e 2 di frutta (arance al mattino e uva il pomeriggio).
-Dall’ 8° mese al 12° abbiamo continuato allo stesso modo aggiungendo altre varietà di frutta nel pasto del pomeriggio, da alternare all’uva, in particolare mele, ma anche cachi; 6 pasti al giorno, di cui 4 al seno e 2 di frutta.
-Dal 12° mese abbiamo sospeso la poppata della cena, introducendo il latte di mandorle (frullate in casa con banana e frutta dolce concentrata); 6 pasti al giorno, di cui 3 di latte al seno 2 di frutta e 1 di latte di mandorla con frutta. Questo tipo di cena continuerà fino al secondo anno.
-Al 15° mese il bimbo consuma il suo primo pasto di cibo cotto; così si inizia, gradualmente e non tutti i giorni, ad introdurre vegetali cotti nel pasto del mezzogiorno, alternandolo con la poppata al seno; 6 pasti al giorno, di cui 2-3 di latte al seno, 2 di frutta (mezza mattina e merenda), 1 di vegetali cotti (non tutti i giorni), 1 di latte di mandorle (sera).
-Dal 21° mese la poppata al seno è una sola, ed è assunta al mattino o alla notte; 5 o 6 pasti al giorno, di cui 1 di latte materno, 2 o 3 di frutta, 1 di verdura cotta (oramai fisso), 1 di latte di mandorla.
-Dal 23° mese la poppata al seno è assunta a giorni alterni, e il bimbo non richiede più la poppata notturna.
-Alla fine del 2° anno si conclude l’allattamento materno. Si introducono gradualmente i primi cereali, rigorosamente senza glutine. Si introduce l’avogado e una o due uova biologiche a settimana; 5 pasti al giorno, di cui 2 o 3 di cibo crudo in prevalenza frutta, 1 o 2 di cibo cotto
( verdura e/o cereali).
-A 2 anni e 6 mesi si introduce un uso saltuario e molto moderato di cereali che contengono glutine, quali farro e kamut, mentre la segale, l’orzo e in particolare il grano comune (Triticum vulgare) sono utilizzati ancora più raramente. 4 o 5 pasti al giorno, di cui 2 o 3 di cibo crudo e 1 o 2 di cibo cotto. Ci sono giorni in cui consumiamo esclusivamente alimenti interi, crudi, vivi.

Il sale (cloruro di sodio) non è stato dato prima del 3° anno e in seguito molto moderatamente. Consideriamo questo sale inorganico nocivo per l’uomo. I sali di cui abbiamo bisogno sono contenuti negli alimenti e sono organici, quindi adatti ad essere assorbiti dagli animali. Fortunatamente il ritorno ad abitudini sane permette alle papille gustative di ritrovare la propria sensibilità, capace di percepire il vero sapore degli alimenti naturali, che risultano così molto gustosi senza bisogno di riempirli di condimenti. E’ bene evitare la frutta trattata col conservante in superficie e quella solforata, perché tossica, a causa di questo trattamento che serve a sbiancare la frutta secca.
Abbiamo evitato l’utilizzo di soia e tutti i suoi derivati. Il Seitan, e i vari prodotti a base di glutine, non sono stati inclusi nel programma, né durante né dopo lo svezzamento. I prodotti alimentari per l’infanzia, quali latte in polvere, omogeneizzati, liofilizzati, preparati per pappine di qualsiasi genere, non sono stati minimamente presi in considerazione, né utilizzati in alcuna misura in quanto oltre ad essere devitalizzati, non rispondono adeguatamente ai reali bisogni nutrizionali dei bambini. Abbiamo preparato ogni pasto in casa partendo da alimenti freschi, interi e crudi.
La frutta non andrebbe mai consumata dopo i pasti amidacei o proteici, mentre gli alimenti molto proteici e molto amidacei non andrebbero assunti nello stesso pasto. Per rendersi conto dell’importanza di tali misure è consigliabile leggere un buon libro di combinazioni alimentari.
L’aceto di qualsiasi tipo è bandito perché ostacola la nutrizione nell’assimilazione (anche del ferro).
I nostri condimenti preferiti sono l‘olio extravergine d’oliva biologico e possibilmente pressato a freddo di provenienza il più possibile certa, il limone, l’avogado maturo.
Spesso prepariamo in casa pane, biscotti, focacce, pizze con o senza glutine, con farina di riso, grano saraceno, miglio, farro, macinando i semi sul momento con un piccolo mulino a pietra, di cui ci siamo dotati per essere autosufficienti e avere farina non ossidata.

Orientamenti generali
Le vaccinazioni sono un serio pericolo per la salute. I genitori che vincendo pigrizia e indugi, decidono di informarsi e andare veramente a fondo alla questione, alla fine si liberano da ansie e timori e sanno bene quali sono le scelte da fare. Chi si vaccina rischia di più e i bambini non vaccinati sono più sani di quelli vaccinati.
Crediamo che debba essere considerata, il prima possibile, la necessità di rimuovere in situazione protetta e da persona competente, le eventuali amalgame dentarie: il mercurio rilasciato da questo tipo di otturazione oltre ad intossicare la madre, può raggiungere il feto attraverso la membrana placentare e poi il lattante con il latte materno.
Abbiamo scelto di non fare alcun ricorso al ciuccio e al girello. Non abbiamo utilizzato i comuni pannolini, ma quelli lavabili riutilizzabili e quelli ecologici compostabili. I classici pannolini usa e getta non sono raccomandabili per due motivi: la percentuale di rifiuti solidi urbani che essi rappresentano ne fanno un considerevole problema ecologico, mentre i gel per aumentare la capacità assorbente che contengono, sono sostanze innaturali e danneggiano chi li usa. Un’altro risultato negativo, che secondo noi procurano questi pannolini industriali, è che proprio per la loro super assorbenza, i bimbi si sentono meno bagnati e di conseguenza meno stimolati ad assumere il controllo degli sfinteri. Vanno così avanti anni senza diventare autonomi dai pannolini, mentre, con le dovute misure, potrebbero imparare molto prima a farne a meno, risparmiando alla loro pelle anche parecchie irritazioni. Dobbiamo dire che quando Alfred è nato, noi non conoscevamo ancora il metodo descritto nel libro “Senza pannolino” edito da Aam Terra Nuova, altrimenti lo avremmo sicuramente adottato.
E’ essenziale che almeno il luogo dove il bimbo riposa e dorme sia libero da rumori che lo disturbano (anche se potrebbe non apparire così evidente). Questo luogo dovrebbe essere libero da inquinamento elettromagnetico, esalazioni di detersivi, vernici e profumi. Evitiamo il fumo passivo ovunque.
Non parleremo in questa sede della programmazione negativa che la televisione assicura e della necessità di regolare con attenzione questo tipo di ricreazione, ma se malauguratamente, nella stanza dove il bimbo dorme, ci sono strumenti elettrici come il computer e la televisione, è necessario staccare la presa della linea elettrica e dell’antenna. Questi strumenti irradiano anche quando spenti, se ancora collegati alla linea, quindi irradierebbero tutta la notte chi dorme in quella stanza.
Alcune ricerche hanno messo in evidenza che le radiazioni dei telefoni cellulari permettono alle neurotossine di attraversare la membrana encefalica e di uccidere i neuroni. Ancora più interessante e preoccupante è il fatto che in una certa misura tale effetto è stato riscontrato anche ad una distanza di 180 cm. dal cellulare. Gli autori di tale ricerca raccomandano di proteggere i bambini da tali irraggiamenti poiché il loro cervello è particolarmente vulnerabile. Da recenti studi, sembra che anche l’uso del cellulare in gravidanza sia responsabile di significative alterazioni del feto.
Madre e bimbo traggono notevole profitto da quotidiani bagni d’aria e di sole, anche integrale, quando il clima lo permette. Un po’ di buon senso e semplici nozioni, mettono al sicuro dai danni che gli eccessi potrebbero causare. Assicurarsi di passare del tempo all’aria aperta.

Bisognerebbe evitare gli indumenti sintetici, in particolar modo quelli a diretto contatto con la pelle. Evitare di vestire troppo i bambini. Gli indumenti in eccesso ed i tessuti sintetici ostacolano la normale traspirazione.
E’ bene creare le condizioni in piena sicurezza perché il bimbo possa soddisfare il suo bisogno di movimento e gioco.

Abbiamo scelto di ritardare il più possibile il ritorno al lavoro fuori casa, di contenerne gli impegni. Abbiamo ricorso all’asilo nido e alla scuola d’infanzia con parsimonia. Tali scelte sono dovute alla convinzione che faccia molto bene ai bimbi passare molto tempo con i propri genitori, in particolare con la madre, e che almeno nei primi anni di vita separazioni troppo marcate non giovino al loro sviluppo emotivo.

Tanto amore, coccole e gioco sono le condizioni più importanti per lo sviluppo psicofisico dei bambini.

Il periodo prenatale e i primi anni di vita, per certi versi, decidono l’intero futuro di un individuo, per cui sono momenti importanti per gettare buona fondamenta.

Propinare ai bimbi piccoli, alimenti di basso valore nutritivo, corrompe facilmente i loro gusti traviandone l’istinto. Cibi spazzatura come ad es. lo zucchero comune, rendono i nostri bimbi facilmente assuefatti e dipendenti, in una età in cui non hanno modo di attuare alcuna difesa razionale. Riteniamo pericolosi e sconsigliabili tali alimenti, che denominiamo “degenerativi”, anche ad un uso saltuario. Inversamente, il proporre cibi sani fin da subito, crea un gusto ed una confidenza con tali alimenti, che non abbandoneranno tanto facilmente e ne risulteranno ghiotti perché le loro papille gustative avranno mantenuto la sensibilità necessaria per apprezzare il vero sapore del cibo naturale. Così facendo faremo a questi bimbi un grande regalo.

Il bimbo è influenzato anche dallo stile di vita di chi gli vive accanto. Si può dire che quando il bimbo è piccolissimo pare non vi siano grossi problemi, ma i mesi passano ed egli è presto in grado di notare e prendere d’esempio il comportamento di coloro che gli sono accanto, i loro punti di riferimento, i genitori e conviventi, esserne influenzati e volerli imitare. E’ ovvio che non si può far seguire al bambino un’alimentazione sana, quando coloro che siedono alla sua tavola tutti i giorni al suo fianco, si alimentano di cibo spazzatura. Un’alimentazione abbastanza sana dovrebbe essere adottata da tutto il nucleo familiare.

L’argomento è molto vasto ed evidentemente in questa sede non si poteva che farne una sintesi. Tuttavia, quanto finora esposto si riferisce al concetto di vera prevenzione, che può basarsi solamente sul riconoscimento e rispetto di leggi naturali che governano la vita.

La prevenzione che ci viene propinata dagli “organi competenti” basata su vaccini, farmaci, test di routine e integratori risponde fondamentalmente a fattori di ordine commerciale.

Grazie a questo stile di vita il nostro Alfred non ha mai assunto sostanze terapeutiche di alcun tipo dall’esterno. Non sono mancate le affermazioni di persone che attribuirono la evidente salute del bimbo al caso e alla fortuna. Il metodo si avvale della naturale capacità di autoriparazione dell’organismo, che in realtà è tanto meravigliosamente organizzato quanto largamente sottostimato.
I lievi disturbi e sintomi che occasionalmente Alfred ha manifestato quali: tosse, raffreddore, febbre, varicella sono quelli che noi chiamiamo “crisi eliminative”, linguaggio e lavoro del corpo iniziati e condotti dallo stesso per ricuperare la salute. E’ una capacità naturale propria delle forme di vita tanto quanto è naturale la capacità di digerire, metabolizzare, eliminare le scorie, respirare ecc.. Il processo è condotto dall’intelligenza somatica per mezzo dell’energia nervosa. Un processo positivo a tutto vantaggio dell’organismo che lo produce.
La comune pratica di trattare i sintomi con farmaci o rimedi, rivela la totale incapacità di comprendere i meccanismi naturali sommariamente sopra descritti. Ci è stato inculcato che i sintomi sono negativi e vanno combattuti. La loro sparizione, quando è ottenuta con l’assunzione di rimedi, viene vissuta come guarigione. Noi diciamo che è un’illusione. In realtà, tali pratiche, sottomettono l’organismo e tendono a cronicizzare i problemi. I sintomi sono attenuati dall’organismo perché chiamato a fronteggiare un’altra emergenza, ovvero una vera e propria intrusione attuata da trattamenti e farmaci, che in definitiva sopprimono i sintomi e non rimuovono mai le vere cause. Alla fine, le cosiddette “complicanze”, regolarmente attribuite alla malattia, non sono altro che il risultato del trattamento illogico della stessa.
I piccoli problemi e disagi di Alfred sono stati fronteggiati cercando di rimuovere le cause, correggendo quelle che si identificavano nello stile di vita a tutti i livelli, permettendo e incoraggiando il riposo in ogni senso, facendo eventualmente ricorso ad una dieta più leggera, e, se necessario, ad un breve digiuno. Questo è quanto serve per favorire lo spontaneo processo di guarigione e sopratutto per non intralciarlo. A volte, è sufficiente sospendere l’assunzione dei cereali o del cibo cotto uno o due giorni per osservare l’immediato ritorno alla normalità. E’ impressionante la rapidità di recupero che i bambini dimostrano quando sono assisiti in modo adeguato.

Consideriamo l’abitudine di alimentare i bambini anche quando si ammalano, un errore evidente quanto frequente. Per fortuna, essi conservano un sano istinto e quando indisposti rifiutano il cibo.
Diverse persone che conosciamo ci assicurarono che, anche seguendo il nostro sistema, non avremmo in alcun modo potuto evitare le malattie trasmissibili da bambino a bambino, quando Alfred avrebbe fatto accesso alle comunità dei bambini. Tuttavia, oramai da anni il bimbo frequenta questi posti. Iniziammo con la casa aperta, il corso di acquaticità, l’asilo nido, poi con la scuola d’infanzia e ora con le elementari, senza che si siano registrati problemi di sorta.
Lo sapevamo e lo ribadiamo, il vero problema non è costituito dal contagio, né dai virus, né dai batteri.

Alfred si è retto seduto al 3° mese, al 4° aveva raddoppiato il suo peso della nascita, a 10 mesi e 20 giorni iniziava a camminare autonomamente.
Abbiamo potuto osservare in Alfred le seguenti caratteristiche di buona salute:

Prontezza mentale ed intelligenza brillante.
Carattere allegro e contento.
Occhi ben aperti, lucenti e ridenti.
Assenza di vomito e rigurgito di cibo.
Movimenti intestinali normali, feci di colore e consistenza normali.
Assenza quasi totale di manifestazioni di pianto.
Aumento regolare di peso dovuto ad un modo di crescere sano e non ad accumulo di grasso.
Tessuti elastici, ma fermi con muscoli scattanti.
Sonno profondo tutta la notte.
Pelle rosea.
Assenza di dimagrimento.

Vi sono segni di un indebolimento della salute che dovrebbero mettere in allerta i genitori. Purtroppo questi sintomi sono così frequenti, che, per ignoranza, vengono spesso accettati e considerati naturali o normali. Ecco un elenco di sintomi iniziali che indicano un disagio o un indebolimento dei neonati.

Ottusità mentale.
Irritabilità, malumore, scontentezza.
Occhi con palpebre abbassate e con espressione poco vivace.
Costituzione molle e opaca.
Mancanza di appetito, indifferenza verso i cibi.
Vomito e rigurgito di cibo.
Singhiozzo.
Flatulenza con eruttazione di gas e con emissione di gas dall’intestino, in genere di odore sgradevole.
Stitichezza.
Diarrea; feci acquose di colore verde o di altro colore anormale, contenenti grumi di latte. Feci di odore molto sgradevole.
Coliche.
Raffreddori, naso otturato, catarro nasale.
Stati di pianto e di lamenti frequenti.
Perdita di peso, indebolimento.
Eccesso di grasso.
Sonno disturbato. Sonno poco profondo ed interrotto. Sonno che non perdura fino al mattino. Pianti e lamenti durante il sonno. Difficoltà nell’addormentarsi.
Disturbi e dolori.
Congestioni alle guance. (eccesso di colore rosso).
Bocca aperta durante il sonno.
Respirazione attraverso la bocca.
Muscoli deboli e molli.
Eruzioni cutanee.

La salute è una condizione normale, che viene meno quando vengono meno le condizioni indispensabili perché questa rimanga tale. Influire su queste condizioni è in larga misura alla nostra portata, sempre che ci venga riconosciuto il diritto ad una informazione corretta e completa. Sappiamo che, purtroppo, le autorità e quindi le scuole di ogni ordine e grado ed i media, non provvedono adeguatamente in tal senso; di conseguenza spesso tutto è lasciato alla determinazione dei singoli ad andare a fondo alle questioni. Queste persone tendono a formare piccole associazioni, che sono rette da ideali di verità, il che li protegge in certa misura da condizionamenti “esterni”, di tipo commerciale o dogmatico religioso. Attualmente però, questi movimenti, non raggiungono ancora la massa delle persone, che, inconsapevolmente rimangono tagliate fuori. Il principale motivo di ciò è da attribuire al preciso volere del potere politico economico, che non aderisce quasi mai ad un agire etico, per cui, invece di favorire questi movimenti, li ostacola.

Il Dott. Herbert Shelton nell’introduzione del suo libro “Assistenza Igienica ai Bambini” afferma: “Tutti amano i bambini; siamo tutti così gentili verso i più piccoli e così male informati su ciò di cui hanno veramente bisogno, che “con tutto il cuore”, spesso favoriamo lo spegnersi delle loro vite in maniera perfettamente legittima e “regolare”. Non c’è niente di più bello al mondo che un bambino in piena salute ben sviluppato, felice e contento. Niente ci muove più a compassione di un bambino che soffre….Si potrebbe avere una nazione di bambini sani e ben sviluppati se si ponessero i loro interessi al primo posto e si relegassero all’ultimo le motivazioni commerciali”.

Quello che sinteticamente si voleva spiegare è che siamo più che certi che potenzialmente la salute media dei bambini potrebbe essere decisamente migliore. Naturalmente la cosa non differisce neppure per quanto riguarda gli adulti.
Sappiamo che ci sono molti bambini che soffrono dei più svariati disturbi quali coliche, epilessia, A.D.H.D. (iperattività con deficit attentivo), autismo, allergia, asma, tumori, leucemia, diabete infantile, S.I.D.S. (sindrome da morte infantile improvvisa), pubertà precoce ecc.. e che l’aumento di molti disturbi sembra non arrestarsi. Chi, come noi è convinto che ciò è evitabile, non si rassegna.

Siamo disposti a stringere collaborazioni e magari creare un gruppo di lavoro e di mutuo aiuto.

Bibliografia di base:
Dr. Herbert M. Shelton – Assistenza Igienica ai bambini
“ “ – Introduzione all’Igiene Naturale”
“ “ – Il Sistema Igienistico
“ “ – Nutrizione superiore
Dr. John.H.Tilden – La tossiemia – causa primaria di malattia
AAVV – Il digiuno terapeutico
Dr. Nicole Boudreau – Il Digiuno per la propria Salute – uno straordinario metodo
per disintossicarsi e ringiovanire
Dottori Harvey
e Marilyn Diamond – A tutta salute
Dr. Désiré Mérien – Le compatibilità alimentari
Dr. Valerio Pignatta – Vaccinazioni Perché? L’indebolimento della salute e
dell’eredità genetica umana
Dr. Gerhard Buchwald – Vaccinazioni – Il business della paura – Quello che ogni
genitore dovrebbe sapere
La leche league international – L’arte dell’allattamento al seno
Proff. Armando D’Elia – Miti e realtà dell’alimentazione umana. Le ragioni del vegetarismo
in un’analisi scientifica del rapporto tra alimentazione e salute
Janet Balaskas – Manuale del parto attivo
Dr. Lorenzo Acerra – Denti Tossici – le otturazioni dentali che rilasciano mercurio
. “ “ – Fluoro – pericolo per i denti veleno per l’organismo
- Sugar Blues 2 nuovi veleni senza calorie aggiunte
William Dufty – Sugarblues – il mal di zucchero – lo zucchero nuoce
gravemente alla salute
Jan-Uwe Rogge – Quando dire no – Perché i bambini hanno bisogno di limiti
Lee Carroll e Jan Tober – I Bambini Indaco – THE INDIGO CHILDREN – una nuova
evoluzione del razza umana
Dr. P. Kouchakoff – La leucocitosi digestiva – nuove leggi sull’alimentazione umana
basate sulla leucocitosi digestiva

Per avere informazioni potete contattarci ai seguenti numeri:
Daniele Bricchi Tel. 0523 – 913142
danielebricchi@hotmail.com
Michela Bianchini Tel. 0523 – 073590
alcet@libero.it
Visita il sito: http://igienismo-igienenaturale.blogspot.com

(Da quanto scritto può sembrare che Alfred abbia subito tutto ciò che abbiamo narrato, frutto dello studio dell’igienismo. In realtà tutto è avvenuto naturalmente ed è Alfred che ci ha orientato per quali erano le scelte migliori da prendere e i momenti in cui prenderle).

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Risultato della ricerca:

Batti Quorum Referendum! Tutto quel che bisogna sapere sui quesiti referendari del 12 e 13 giugno 2011

Ante Scriptum

Analizzando uno per uno i quesiti referendari scopriamo perché bisogna votare “Sì” a tutti e 4:
(Paolo D’Arpini)

……………

2 SI’ PER “SORELLA ACQUA”

a) LA PRIMA DOMANDA CHE TROVEREMO SCRITTA sulla scheda rossa chiede l’abrogazione di quella parte del Decreto Ronchi che costringe a indire entro il 2011 le gare che metteranno sul mercato almeno il 40% di quote di tutte le società di gestione attualmente ancora detenute da enti pubblici. La vittoria al referendum bloccherebbe di fatto il procedimento di privatizzazione dei servizi idrici avviato dal Governo Berlusconi.

b) LA SECONDA DOMANDA CHE TROVEREMO SCRITTA sulla scheda gialla chiede l’abrogazione della norma che permette ai gestori privati di ottenere un guadagno dal capitale investito. In questo modo verrebbe impedito alle aziende di realizzare profitti caricando sulla bolletta dei cittadini un 7%, e di conseguenza si renderebbe non conveniente alle aziende stesse di occuparsi di acqua.

c) PERCHÉ 2 SÌ: l’acqua è l’insostituibile principio della vita sulla terra ma anche un dono di Dio, per chi crede. Comunque è un bene comune, il che vuol dire che appartiene di diritto all’intera umanità. Dunque il diritto all’acqua deve essere garantito a ogni persona e nessuno deve appropriarsi dell’acqua per farci profitti, neppure gli Enti locali devono consegnare la gestione dei servizi nelle mani degli speculatori, delle multinazionali e della mafia: le fonti, gli acquedotti e i servizi idrici e di depurazione sono un bene pubblico essenziale, appartengono a tutti e devono essere invendibili.

d) LA GESTIONE PRIVATA DELL’ACQUA FINORA È ANDATA DI PARI PASSO CON L’IMPENNATA NEL COSTO DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI:

1) Gli affidamenti degli Ato (Ambiti territoriali ottimali, cioè i bacini idrografici) ad aziende miste o private hanno comportato un balzo secco della bolletta. Nel 2002 ogni italiano pagava in media 182 euro l’anno per il servizio idrico. Oggi siamo a 301 euro, il 65% in più.

2) Un caso emblematico di questo sciacallaggio è avvenuto a Latina, dove il Comune è affiancato dalla multinazionale francese Veolia Water: i costi sono schizzati tra il 300 e il 3000% . Un altro esempio del salasso è Agrigento dove si registra la bolletta più alta d’Italia nonostante che l’acqua arrivi solo due volte la settimana e solo in due terzi della città. Nella città siciliana il gestore privato che ha sestuplicato la bolletta è Girgenti Acque e si è scoperto che vende la preziosa risorsa vitale alla Coca-Cola per farne una bevanda gassata. Un altro esempio è Arezzo, e l’elenco potrebbe continuare….

3) Le regioni dove il processo di privatizzazione è più avanti sono quelli che hanno i prezzi più elevati: gli abitanti di Umbria (412 euro di spesa l’anno), Emilia (383 euro) e Liguria (367 euro), Toscana (462 euro). In Toscana, dove l’acqua è privata da 15 anni e le tariffe sono le più alte d’Italia

e) ALLA GESTIONE PRIVATA DELL’ACQUA E ALL’AUMENTO DELLE BOLLETTE NON È CORRISPOSTO UN MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ACQUA, DELLA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI E DELLE INFRASTRUTTURE

1) da quando è entrata in vigore la legge Galli, la norma che ha dato il via al processo di liberalizzazione del servizio idrico, gli investimenti sono diminuiti di circa due terzi, le tariffe sono aumentate del 60% circa, si è verificata una dispersione/cattivo utilizzo delle risorse pari a circa 60 – 65%, e una riduzione importante del personale (anche di quello specializzato per fare i controlli) con esternalizzazioni e proliferazione di tante micro società, provocando cosi problemi sociali, economici e anche occupazionali

2) Un esempio è l’Ato3 sarnese-vesuviano e il relativo acquedotto che da quando è stato consegnato nelle mani del consorzio di imprese Gori Spa è diventato come l’autostrada Napoli-Salerno, lavori perenni, fatti male apposta, interruzioni improvvise del servizio, cosche all’assalto dei subappalti, controlli zero.

3) del resto un privato non ha interesse a raggiungere zone isolate o difficili da collegare e quindi ci saranno discriminazioni

4) le grandi società francesi sono già pronte a spartirsi il bottino “Italia”. Altro che vantaggi da libera concorrenza!

5) se i privati inseguono solo i profitti chi li obbligherà a investire nelle infrastrutture?

6) Il sogno dei malfattori è che l’Italia divenga una immensa Società per azioni, con Consigli di amministrazione composti da politici o loro prestanomi, da prenditori di soldi pubblici, borghesia mafiosa e criminalità organizzata dei colletti bianchi. Numerose inchieste giudiziarie hanno evidenziato gli interessi criminali che ruotano nella gestione dell’acqua, dove operano spesso le solite società miste pubblico-private del tipo di quelle che nel settore dei rifiuti hanno coinvolto per fatti di mafia il Sottosegretario PDL Cosentino. L’acqua è pubblica, è nostra, non è cosa loro, non va inquinata dal denaro.

7) l’acqua pubblica è garanzia per tutti, in ogni angolo del paese, di un servizio della massima qualità e a tariffe eque. Il miglioramento della situazione si avrà cacciando – anche a pedate – quegli amministratori pubblici che tradiscono le nostre buone aspettative e gestiscono male la nostra proprietà.

f) LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA È SEGNO DELL’INVOLUZIONE CULTURALE OGGI IN ATTO, CON LA PREVALENZA DEL PROFITTO SULLA PERSONA, DELL’AVERE SULL’ESSERE, DEGLI AFFARI PRIMA DEL DIRITTO, DEL CRIMINE AL POSTO DELLA TRASPARENZA

UN SI’ PER FERMARE IL NUCLEARE

a) LA DOMANDA CHE TROVEREMO SCRITTA sulla scheda grigia chiede l’abrogazione dell’art. 5, commi 1 e 8 della legge Omnibus n. 75 del 2011, come ha deciso la Cassazione settimana scorsa, e in pratica porterebbe a escludere la produzione di energia nucleare nel territorio italiano.

b) PERCHÉ SÌ CONTRO IL NUCLEARE:

Il nucleare è pericoloso per la nostra salute:
1) Più lontani si vive da una centrale, minore è il rischio di radiazioni. Nelle zone vicinissime il normale funzionamento di una centrale rilascia radioattività e causa tumori, aborti, leucemie, inquinamento delle falde acquifere

2) rischi di incidenti anche su grandi aree del mondo

3) il reattore nucleare EPR che vorrebbero portare in Italia è stato bocciato per la sicurezza dalle Agenzie nazionali di Gran Bretagna, Finlandia e Francia.

4) pericolo emissioni provocate dalle scorie radioattive

5) l’Italia è un territorio a rischio terremoti, quindi inadatta alla costruzione di centrali nucleari

6) ogni centrale può essere un obiettivo terroristico

7) una centrale nucleare compromette l’equilibrio idrogeologico della zona utilizzando enormi quantità d’acqua

8) le centrali restano contaminate per tempi lunghissimi

Il nucleare è troppo costoso:

1) spendere in Italia 30 miliardi per costruire centrali che saranno pronte fra 20 anni e avranno tecnologia superata e assolutamente insicura, è assurdo!

2) l’elettricità da nucleare costerà il 20 per cento in più di quella prodotta dalle centrali tradizionali, sicchè dovremo incentivare il nucleare pagando di più la bolletta elettrica

3) le stime più recenti del governo statunitense (Energy Outlook 2010) indicano che nel 2020 l’elettricità nucleare (86 €/MWh) sarà più costosa dell’eolico, del gas e del carbone

4) Le centrali nucleari non risolvono il nostro problema petrolio, che continueremo a importare

5) il nucleare ci renderà dipendenti dall’uranio, il cui prezzo e’ decuplicato

6) Per i costi occorre considerare anche lo smaltimento delle scorie e lo smantellamento di fine esercizio della centrale, che pagheranno comunque i cittadini

7) Nuovi reattori nucleari già in fase di costruzione in altri Paesi stanno subendo enormi ritardi e importanti lievitazioni dei prezzi

8) le centrali nucleari richiedono una sorveglianza “h 24” militare molto costosa perchè obiettivi terroristici

9) la Germania entro il 2022 chiuderà per sempre col nucleare, e afferma che dal 2050 sarà possibile produrre elettricità dalle sole energie rinnovabili Il solare è più pulito e meno costoso del nucleare, come affermano studi americani (“Solar and Nuclear Costs — The Historic Crossover”, e studio della Duke University )

10) L’Unione europea ha in programma un piano specifico di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2020. Il raggiungimento di questo obiettivo attraverso il potenziamento delle energie rinnovabili creerebbe almeno 200mila nuovi posti di lavoro “verdi”, 10-15 volte l’occupazione che invece può creare il nucleare

Il nucleare è mafioso e criminogeno:

1) Dietro alla costruzione di centrali nucleari girano anche mazzette e lucrosi contratti di appalto che fanno gola alla mafia

2) Lo smaltimento delle scorie radioattive è stato affidato alla ‘ndrangheta per affondarle nei mari di casa nostra: negli ultimi anni sono state identificate almeno dieci navi con rifiuti tossici e radioattivi affondate di proposito lungo le coste della nostra penisola, mentre scorie radioattive sono massicciamente presenti nelle discariche, come quella di Pianura a Napoli, ma anche nell’asfalto delle strade, nel cemento dei palazzi e persino, a cielo aperto, sui campi coltivati.

UN SI CONTRO IL LEGITTIMO IMPEDIMENTO

a) LA DOMANDA CHE TROVEREMO SCRITTA sulla scheda verde chiede di eliminare la legge che permette al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri di non comparire in udienza penale durante la loro carica previa giustificazione presa……dallo stesso Consiglio dei Ministri!

La Corte costituzionale a gennaio ha già ridimensionato l’applicabilità della norma, ma una vittoria dei SÌ la cancellerebbe del tutto.

È la 37esima legge ad personam varata dal 1994 ad oggi dal centrodestra per favorire la posizione processuale del premier Silvio Berlusconi, delle sue aziende e dei suoi stretti collaboratori: una vergogna assoluta che non ha riscontro in nessun Paese civile.

b) CON IL SÌ GLI ITALIANI DIRANNO:

1) che assumere cariche pubbliche è una responsabilità che impone comportamenti trasparenti, non un privilegio che regala l’impunità ai potenti.

2) che la legge è uguale per tutti, anche per Berlusconi, e non ci sono zone d’ombra nell’ordinamento giuridico italiano.

3) che non potrà invocare la scusa del diavolo per non comparire davanti ai giudici: gli altri impegni mondani che Berlusconi prende non gli impediscono di governare, come mai i processi si?

4) che si vuole aprire una seria prospettiva di cambiamento rispetto all’attuale Governo che tiene immobilizzato il Parlamento e l’intero Paese per risolvere le questioni giudiziarie del Premier, senza alcun interesse per le emergenze che drammaticamente affliggono la maggioranza dei cittadini italiani

5) che se uno è un delinquente gli italiani lo voglio sapere prima che governi, non dopo.

6) che vogliamo schierarci dalla parte della legalità, della Magistratura milanese e dei Giudici antimafia sottoposti ogni giorno ad offese, aggressioni e minacce che hanno come obiettivo finale il vecchio programma della P2: cioè la sottomissione della Magistratura al Governo.

………………..

OLTRE AI GRANDI REFERENDUM NAZIONALI, A MILANO CI SARANNO DA VOTARE ALTRI 5 REFERENDUM COMUNALI CONSULTIVI PER L’AMBIENTE E LA QUALITÀ DELLA VITA:

Questi i temi:
1) Potenziamento dei mezzi pubblici, estensione dell’ecopass e pedonalzzazione del centro.
2) Raddoppio degli alberi e del verde pubblico, riduzione del consumo del suolo (la terra resti terra, un freno a cemento e asfalto)
3) Conservazione del futuro parco agro-alimentare dell’Expo.
4) Risparmio energetico e riduzione del gas serra, interventi per edifici e loro riscaldamento.
5) Risistemazione della Darsena come porto della città e graduale riapertura dei Navigli

I promotori sono un gruppo trasversale di cittadini ed associazioni impegnati per una Milano più sana e vivibile. La consultazione comunale sarà valida solo se saranno andati a votare più del 30% degli aventi diritto

Franco Pinerolo

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Risultato della ricerca:

Proposta per l’Agricoltura Contadina inviata a Paolo Petrini, Assessore per L’agricoltura della Regione Marche

All’Assessore Per l’Agricoltura
On. Paolo Petrini
Regione Marche

Addì, 29 maggio 2011
Oggetto: Proposta per l’Agricoltura Contadina

Gentile Assessore, On. Paolo Petrini,

l’epoca d’Internet aiuta a superare le difficoltà di contatto e facilita l’approccio con le Istituzioni. Questa possibilità che viene offerta ai cittadini di essere più vicini ai loro Amministratori mi spinge a raggiungerLa così, a mezzo Email, per prospettarLe un’iniziativa che potrebbe interessare codesto Assessorato.

Innanzi tutto mi presento, il mio nome é Paolo D’Arpini e da alcuni mesi ho traferito la mia residenza in Provincia di Macerata, a Treia. Sono il presidente dell’Associazione Circolo Vegetariano VV.TT. che qui in Treia ha stabilito la nuova sede (in Via Sacchette, 15/a), inoltre sono il referente alle Pubbliche Relazioni della Rete Bioregionale Italiana (presso la stessa sede).

Lo scorso anno, il 30 e 31 ottobre 2010, si è tenuto un convegno nazionale della Rete Bioregionale Italiana in quel di San Severino Marche (Macerata), durante l’incontro è stata discussa la proposta di Legge avanzata in parlamento per favorire l’Agricoltura Contadina (Il Testo segue in Link). Anche quest’anno, durante l’incontro nazionale, previsto in Emilia Romagna, verrà discussa ed illustrata tale proposta. Nel Lazio (regione di mia precedente residenza), in data 1 luglio 2010, ho inviato al Suo omologo, Dr.ssa Angela Birindelli, una richiesta di studio per l’eventuale trasposizione a livello regionale delle norme previste a livello nazionale, pur che la Proposta di Legge nazionale non ha ancora fatto sostanziali passi, non avendo trovato in ambito governativo adeguata attenzione, forse per motivi “politici” (e conseguentemente nemmeno a livello regionale).

Testo introduttivo.

“Appello per l’agricoltura contadina”

Considerando che non si può fare a meno della biodiversità, ovvero i sistemi naturali che sostengono la sopravvivenza di noi tutti. Osserviamo che anche qui nelle Marche avanza la desertificazione (non soltanto siccità bensì perdita dell’humus in seguito al dilavamento dei terreni di superficie), la deforestazione, l’utilizzo improprio dei terreni per produzione elettrica, l’impoverimento dei suoli dovuti a monoculture, la modifica dell’ambiente e, in generale, la dispersione del patrimonio biologico delle specie animali e vegetali, tutti aspetti che dederminano una perdita economica considerevole nell´economia regionale.

Sorge quindi la necessità di agevolare ed incentivare la lavorazione biologica ed estensiva dei piccoli appezzamenti, con sistemi naturali, quella che è stata definità da sempre “economia spicciola della realtà contadina”. L’agricoltura contadina é l’unica che può garantire il mantenimento della biodiversità nell’habitat e la produzione di cibo bioregionale idoneo alla dieta integrata degli abitanti della Regione Marche.

Purtroppo le pesanti norme burocratiche poste sull’agricoltura facilitano di fatto i grossi coltivatori ed allevatori, gli unici che possono soddisfare le spesso inique sanzioni e richieste di ottemperamento tecnico. Sempre più difficile é mantenersi vivi per quei piccoli produttori che, oltre al soddisfacimento delle proprie necessità familiari, dispongono di un leggero “surplus” da poter immettere in commercio. E non solo i contadini sono penalizzati ma pure i piccoli allevatori ed i raccoglitori di erbe spontanee.

A livello nazionale (dal 20 gennaio 2009) è partita ufficialmente una nuova campagna con 6000 firme raccolte per rendere possibile la rinascita della figura del contadino e della contadina. La decisione di promuovere questa campagna è stata presa collegialmente da varie associazioni, fra cui la Rete Bioregionale Italiana, con l’adesione del Circolo Vegetariano VV.TT., ed ora chiediamo che alla Regione Marche venga studiata una specifica Legge REGIONALE per facilitare lo sviluppo dell’agricoltura contadina.

Il testo della Proposta di Legge Nazionale è qui al Link: http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/2011/05/24/bioregionalismo_e_proposta_di.html

Mi chiedevo ora se Ella, avendo analizzato quanto qui espresso, non volesse prospettare ai suoi colleghi di Giunta ed al Presidente On. Gianmario Spacca (la cui Segreteria riceve copia di questa lettera), l’ipotesi di una regolamentazione o Legge Regionale sul tema proposto.

Faccio presente che su questo argomento è stata da noi organizzata il 7 maggio 2011, con il Patrocinio del Comune e della Proloco di Treia, una specifica tavola rotonda dal titolo: “Cure naturali, alimentazione bioregionale, agricoltura biologica, arte e spiritualità della natura”, nell’ambito delle celebrazioni del 27° anniversario del Circolo Vegetariano V.TT. (Festa dei Precursori).

Resto quindi in attesa di un Suo gradito cenno di riscontro e mi farà piacere visitarLa, all’occasione propizia, unitamente alla Dr.ssa Caterina Regazzi ed al Prof. Benito Castorina che sono i referenti tematici rispettivamente per: zootecnia e agricoltura biologica, della Rete Bioregionale Italiana.

Distinti saluti, Paolo D’Arpini

Via Mazzini, 27 – Treia (Macerata)
Tel. 0733/216293
Email: circolovegetariano@gmail.com
Sito web: http://www.circolovegetarianocalcata.it/alimentazione-ed-ecologia/

Link utili di riferimento per gli eventi e gli argomenti menzionati:

http://www.google.it/search?hl=it&source=hp&biw=771&bih=416&q=incontro+bioregionale+san+severino+ottobre+2010&btnG=Cerca+con+Google&aq=f&aqi=&aql=&oq=

http://www.google.it/search?hl=it&biw=771&bih=399&q=treia+festa+dei+precursori+maggio+2011&btnG=Cerca&aq=f&aqi=&aql=&oq=

Carta degli intenti R.B.I.: http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/?r=28856

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