Archivio della Categoria 'Testimonianze sul Circolo'

Alberto Pontillo, il primo animalista italiano, si è spento….

Dipartita di Alberto Pontillo

Mi scrive Franco Libero Manco annunciando la dipartita del primo animalista italiano, con il quale collaborai a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso. Si è spento a 87 anni l’architetto Alberto Pontillo, ideatore del termine Animalista. Tra i primi in Italia a denunciare e lottare contro la vivisezione, i circhi equestri, gli zoo, la caccia, l’uso delle pellicce, le corride, le feste patronali con animali, la pesca. Un uomo di grande coraggio e determinazione. Ha diretto una delle riviste più importanti di cultura animalista, King Kong (in cui furono pubblicati anche diversi miei articoli). Con lui nella sede operativa al centro di Roma, collaboravano la moglie Anna Angioino e l’infaticabile Liliana Rai.

Da allora le voci animaliste sono cresciute di tono e di numero, un tempo esistevano solo l’Unione Animalista di Alberto Pontillo (da una cui costola nacquero in seguito la LAV e gli Animalisti Italiani), l’AVI di Alberto D’Elia (da cui sorsero l’AVA e l’UVA), la LAC di Carlo Consiglio ed il solitario naturista Nico Valerio.

Ma fu soprattutto il compianto Pontillo, con la sua rivista King Kong, che fece della vera informazione animalista. Purtroppo la sua opera, come spesso accade ai precursori, non venne doverosamente riconosciuta e pur essendo stato lui il “primo animalista” in Italia i suoi successori tesero ad oscurarne la memoria. Ed il motivo è semplice… Pontillo lavorava esclusivamente per la “causa” i suoi successori invece entrarono -come suol dirsi- “in politica” e pur generalmente contribuendo alla causa animalista di fatto compirono una scalata all’interno della nicchia socio-ambientalista per occupare posti di potere e ricavarne finanziamenti. Mi duole dirlo ma è la verità….

Ad Alberto Pontillo, che si è mantenuto integro sino alla fine, va tutta la nostra gratitudine. Il modo migliore di ricordarlo è continuare ed ampliare la sua opera per il bene degli animali, della natura e dell’umanità intera.

Paolo D’Arpini – Circolo Vegetariano VV.TT.

———————————————

Al mattino nel granaio

dove biondeggiano le stuoie in fila,

una cagna figliò sette,

sette cuccioli rossicci.

Sino a sera li carezzava

pettinandoli con la lingua

e la neve disciolta colava

sotto il suo caldo ventre.

Ma a sera, quando le galline

si rannicchiavano sul focolare,

venne il padrone accigliato

e tutti e sette li mise in un sacco.

Essa correva sui mucchi di neve

durando fatica a seguirlo.

E così a lungo, a lungo tremolava

lo specchio dell’acqua non ghiacciata.

E quando tornò trascinandosi appena,

leccando il sudore dei fianchi,

la luna sulla capanna le parve

uno dei suoi cuccioli.

Guardava l’azzurro del cielo

con striduli guaiti,

ma la luna sottile scivolava

e si celò nei campi dietro il colle.

E sordamente, come quando in dono

le si butta la pietra per gioco,

la cagna rotolò i suoi occhi

come stelle d’oro nella neve.

di Sergej Esenin (1895-1925)

………………………

Precisazione ricevuta da UNA:

Tratto da “Imperatrice Nuda” del 1977: dopo la chiusura delle sezioni regionali della UAI nel 1976 sono nate:
la LAN di Firenze fondata da Luigi Macoschi, la LAV di Roma fondata da Alberto Pontillo, la LAI di Roma fondata da Giuseppe Perrelli. Più avanti negli anni sono avvenuti altri cambiamenti che non sto ad elencare, la segreteria Una – segreteria@unaecoanimali.it”

Commenti disabilitati

Lorenzo De Seta esce di scena dalla commedia chiamata Vita

Lorenzo De Seta

…si vede che, noi di una certa generazione, ci stiamo avviando sempre più verso l’uscita di scena da questa commedia chiamata vita. Il 23 ottobre 2015 ho appreso da Gianluca Aphel della dipartita di Lorenzo De Seta, un vecchio amico di Calcata che da anni ormai risiedeva in Senegal.

Lorenzo, un artista grafico e pittore, era il figlio di Vittorio De Seta il regista neorealista che parecchi anni fa visitò la sede del nostro Circolo per proiettarvi un suo documentario sulla mattanza dei tonni all’isola di San Pietro. Mai mi sentii così orripilato come in quella occasione in cui assistetti alla glaciale metodicità con la quale vengono uccisi centinaia di tonni. Affermò Vittorio De Seta in quella occasione: “Lo sguardo neutrale è una menzogna, specie nel mio lavoro, dove basta spostare la macchina da presa di pochi centimetri perché tutto cambi”.

Lorenzo, anch’egli, mai ebbe uno “sguardo neutrale” visse sempre con pieno sentimento. Risiedette a Calcata, assieme alla sua ragazza Concettina, per un periodo abbastanza lungo, quando il paese era ancora in fermento culturale ed innovativo. Poi come altri “precursori” preferì andarsene allorché scoprì che Calcata stava diventando una città degli specchi, un teatrino della domenica. E si trasferì in Africa dove continuò la sua attività artistica.

Ecco alcuni pensieri amichevoli di commiato: “Vola Alto e sii sereno nel Blu dipinto di Blu . E’ pieno di anime Buone come Te. Starai sicuramente bene anche se è un viaggio inatteso…. E’ ciò che mi conforta … Io, un po’ orientale oramai, vedo festeggiare le dipartite, il ricongiungimento col Sé . Quaggiù siamo di passaggio e da quaggiù ti saluto con umana sofferenza ma tanto Amore, che possa illuminare ancor di più il tuo nuovo cammino” (Teresa Artese).

“Ti ricordo con la maglia arancione che guardi verso l’alto, alla base delle scale… era il periodo delle nostre incursioni pomeridiane nella villa accanto a scuola… il periodo dei pomeriggi passati a via Val Gardena a casa tua (anche a spizzare tua sorella che era davvero molto bella)… a sentire le tue storie, eri un casinaro pazzesco già a 12 /13 anni…” (Giorgio De Vecchi).

“La vida está llena de momentos felices y sin duda está imagen representa uno de esos momentos. Lori, ha sido un placer conocerte, doy gracias por haber tenido la suerte de compartir contigo ratos de charla. En mi casa tengo dos de tus obras de arte que me acompañarán toda mi vida, también me acompañarán el recuerdo de un hombre entrañable, lleno de talento y amor. Gracias Lori por haberte cruzado en mi camino, espero que allá donde estés sigas repartiendo amor. Quizá algún día en otro plano volvamos a encontrarnos. Un fuerte abrazo querido Lori…” (Araceli Lopera).

“Ciao Lorenzo, sei sempre stato una persona serena, non ti ho mai visto incattivito contro la vita, accettavi con pazienza tutto quello che ti aveva rifilato e spero te ne sia andato con lo stesso spirito. Brinderemo al tuo ricordo come vorresti tu. Buon viaggio” (Debora Attanasio)…

Paolo D’Arpini

Commenti disabilitati

Treia – Pratiche di vita bioregionale raccontate davanti ad un caminetto acceso

Paolo attizza il fuoco a Treia

L’incontro sul bioregionalismo e l’identità locale, che doveva svolgersi alle Guglie di Passo Treia, per problemi tecnici all’ultimo minuto è stato spostato al Circolo Vegetariano VV.TT. di Treia. A dire il vero si è tenuto nella grande cucina della casa di Caterina, davanti al camino acceso, perché sentivamo il bisogno di un po’ di calore e di intimità per raccontarci le nostre “storie di vita bioregionale”. Così formando un gruppettino familiare, completato dalla presenza benedicente di Martino, il bambino di pochi mesi di Francesco e Francesca, che ha seguito il discorso senza dar noia anzi rallegrando l’incontro con la sua curiosità ed i suoi giochi.

Eravamo “solo” in 6, ma il 6 è un buon numero perché significa “esserci”, e la presenza è la cosa di prima importanza nella pratica bioregionale. E c’eravamo veramente tutti noi sei, presenti ed attenti, davanti al fuoco, con sulla tavola una ciotola di noci, nocelle e mandorle ed una zucchetta arancione, il colore dell’autunno. Prendo ispirazione, per continuare questo articolo, dagli appunti di Francesca su quel che è stato detto durante l’incontro.

15.10.2015, ore 21.30 circa, in Via Mazzini 27 al Centro Storico di Treia. Inizio: Facciamo conoscenza. Come ci siamo conosciuti con Fra + Fra nel 2010. Abbiamo avuto occasione di collaborare.

Nel libro Treia: storie di vita bioregionale, si parla delle cose da me vissute giorno per giorno. Bioregionalismo significa: vita “insieme”, il territorio va vissuto per essere condiviso insieme. Parliamo di persone, animali, piante ma anche rocce poiché anch’esse sono “vita in evoluzione”. Il libro è anche un compendio di apporti culturali di persone che hanno collaborato, come Meriggi, Catani, Borgiani, Pedicelli e soprattutto la mia compagna, Caterina Regazzi. I quali riportano quanto vissuto durante gli incontri tenuti al Circolo nel corso degli anni, in cui si risveglia una coscienza che si integra con una forza attuativa. Queste sono le energie dell’ecologia profonda, già presenti in natura, che trovano espressione per simpatia sincronica nelle menti e nelle azioni degli esseri viventi. Esistono vari tipi di ecologia: sociale, ambientale, politica, economica, sessuale… ed anche spirituale.

Per sperimentare la pratica bioregionale innanzitutto si richiede un’auto-analisi introspettiva e poi un confronto ed un allineamento con le persone che sono in sintonia con questo tipo di energia empatica per la vita. Occorre scoprire chi veramente noi siamo e l’auto-analisi serve per capire le nostre vere qualità intrinseche, non contaminate dagli influssi di una società che corrompe e modifica, per adattarci al sistema. Se ritroviamo noi stessi possiamo quindi influire positivamente alla crescita della coscienza collettiva. Il bene del singolo è il bene comune. Il vantaggio di questo processo non è per vanto personale ma per una evoluzione collettiva, in cui anche noi siamo compresi. Questi aspetti di consapevolezza erano presenti, ad esempio, anche nel taoismo, che è una forma antesignana di bioregionalismo. Il Tao è la Natura in cui tutto si manifesta: yin e yang, positivo e negativo, luce e buio.

Questi concetti ed intuizioni esistevano anche nella antica cultura europea, pur che successivamente furono offuscati ed emarginati da un sistema ideologico religioso contrario all’integrazione interno-esterno. Ma questa conoscenza del Tutto che si manifesta nel Tutto è presente anche oggi, anche qui. Perciò è necessario riscoprirla attraverso la riflessione ed un agire integrativo. Per stimolare questo processo è nata una aggregazione denominata “Treia Comunità Ideale”, che si prefigge varie attività per la riscoperta dell’identità locale in chiave bioregionale.

Ad esempio, per apprendere l’habitat in cui viviamo l’8 dicembre 2015, la mattina, si terrà una passeggiata con Sonia, esperta semplicista, per riconoscere le erbe spontanee. Poi mangeremo insieme convivialmente quel che ognuno avrà portato e nel pomeriggio si terrà sotto il mercato coperto di Treia una sorta di fiera della creatività paesana: artigianato, agricoltura, arte, pratiche olistiche, musica, poesie, etc. Il tutto per valorizzare e condividere l’espressività ecologica bioregionale.

Paolo D’Arpini

Commenti disabilitati

Il messaggio ecologista e spiritualista del Circolo Vegetariano VV.TT.

Cielo

Usando un termine un po’ inflazionato potremmo dire che la nostra è un’azione sulla memoria degli elementi: acqua, aria, terra, fuoco ed etere aggiungendovi l’essere umano in quanto componente della natura. Se si
perde il senso di appartenenza all’intera comunità dei viventi, infatti, si va verso l’annichilimento della nostra gloriosa specie umana.

Come dice l’amica Aurora Bussi: “Tutte le civiltà nascono e muoiono raggiungendo il limite di ciò che sfruttano”. In questo contesto occorre fare un parallelo fra elementi naturali e la presenza umana, nonché il rapporto fra i vari esseri.

Finché si continua a vedere l’uomo e la donna come separati dal resto del mondo non avviene quel processo alchemico trasmutativo della coscienza in termini di condivisione globale dell’uomo nella natura. Il nostro è un
viaggio verso ciò in cui siamo sempre stati: la casa Terra. Ed una volta realizzato che siamo già a casa possiamo cominciare a prendere in considerazione un ritmo diverso, uno stile di vita diverso della nostra
presenza sul pianeta. Possiamo definirlo Armonia?

“La flessibilità dell’ambiente ecologico e della civiltà umana, che risulta dalla combinazione di entrambi, è così un sistema ecologico che si definisce per ‘variabili interconnesse’ con soglie di tolleranza superiori ed
inferiori. L’adattamento si consegue con la modificazione delle variabili”.

L’obiettivo sociale del circolo vegetariano VV.TT. è quello di creare una rete fra i vegetariani, gli ecologisti e gli spiritualisti laici e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi trattati. Per questo realizza, nel corso dell’anno, numerose iniziative pubbliche, tra le quali segnaliamo quella del prossimo 9 Agosto 2015 che si svolge a Treia.

Escursione alla grotta di Santa Sperandia con accompagnamento della Sibilla delle Erbe, Sonia Baldoni. Partenza dalla sede del Circolo Vegetariano, Vicolo Sacchette 15/a, (Treia, in prossimità di Porta Mentana o Montegrappa) alle ore 9 e 30. Portare cibo vegetariano da condividere per un picnic che si terrà in prossimità delle grotta stessa. La manifestazione è libera e non è coperta da polizza assicurativa (ognuno partecipa a proprio rischio e pericolo).

Paolo D’Arpini – Circolo Vegetariano VV.TT.

Treia - passeggiata a Santa Sperandia

Per info 0733216293 – circolovegetariano@gmail.com

Commenti disabilitati

Molta voglia di stare insieme.. – Resoconto dell’Incontro Collettivo Ecologista del 20 e 21 giugno 2015 a Montecorone di Zocca

Montecorone di Zocca

Molta voglia di stare insieme, di ritrovare quello che c’è di comune tra di noi e che se ci pensiamo bene, è comune a tutti gli esseri viventi: l’amore per la Vita. Questo per me, è stato il leit-motiv dell’Incontro Collettivo Ecologista di quest’anno, a Montecorone di Zocca, a Ca’ Lamari per la precisione, casa di Pietro R. e di Monica C..

Pietro è stato un perfetto “padrone di casa” , anche se so che questa definizione non gli piacerà ed, in effetti, lui ha messo a disposizione i suoi spazi nella massima libertà, a partire dal terreno, alla casa, alle piante ed erbe, al forno davanti al quale abbiamo finito in bellezza con una pizzata in cui quasi tutti coloro che erano rimasti, abbiamo messo le mani, chi ad impastare, chi a stendere, chi ad affettare zucchine e cipolle appena raccolte, chi a versare l’olio, chi ad infornare e sfornare e chi semplicemente ad accompagnare il tutto con la sua presenza o con chiacchiere e canti e musica. Tutti a gustare l’ottimo risultato.

Mi viene da pensare a quel che Paolo aveva detto in macchina a Nelly (mentre salivamo verso Guiglia, Rocca Malatina e Montecorone) a proposito dei nostri resoconti e cioè che io butto giù qualcosa poi lui integra perché ad ognuno di noi saranno rimaste impresse cose, momenti, sensazioni, suoni, sapori, saperi diversi. Ed io ora mi ritrovo a cominciare a scrivere dalla fine, dal momento più intimo (per me): tutti attorno al forno e ad un tavolo a prepararci e a gustarci della buona pizza.

Ma a proposito di cibo non posso non sottolineare la bravura di Monica C. che in questi due giorni ci ha preparato delle vere e proprie prelibatezze. Utilizzando ingredienti semplici e freschi ha deliziato i nostri palati e riempito i nostri stomaci con generosità: dal pane integrale ai formaggini freschi fatti da lei, al tzaziki con lo yogurth autoprodotto, ai cipollotti con la curcuma, risotti, zuppe di lenticchie e di piselli e tanto altro, dolce compreso…

Ma non voglio sembrare troppo materiale… il contatto stretto con la Natura e con i 5 elementi è stato sempre presente e arrivava nel profondo; le sensazioni provate passavano, almeno per me, dalla meraviglia, allo stupore per l’abbondanza dei colori e dei profumi dei fiori e delle piante del luogo, alla sensazione di caldo durante il giorno e al freddo della sera, alla energia sprigionata dal fuoco alla quale andavamo ad attingere a piene mani, guidati da Pietro di Tolé, al fastidio per il fumo in gola che mi sono presa per voler stare vicino all’amato, al silenzio che regnava sotto le poche voci che cantavano il canto della sera, lo Shiva Manasa Puja e alcuni mantra, tra cui spiccava la voce profonda e calda di Paolo e la mia stentata e stridula (a causa del fumo in gola)…

Nei tre giri di condivisione (tenuti la sera del 20 e durante il 21 giugno) tutti abbiamo detto qualcosa, chi solo poche parole, chi fiumi di parole per trasmettere agli altri conoscenze, informazioni -anche crude- e che, come nel caso dell’esperienze in carcere di Karl non avremmo mai voluto sentire.

Prevaleva comunque la voglia di fare qualcosa assieme, condividere un sogno, un progetto, un’esperienza già in piedi o in divenire, ascoltando Pietro, Maurizia, Massimo, Monica F., Katia ed Ermanno, Mario e Cristina, Sergio e Silvana, Giorgio, Vittorio, Giuseppe, Vincenzo, Elena, Manuela, Nelly ecc. ecc. (mi scusino coloro che non sono stati nominati ma non posso fare una lista di 40 persone).

Ed io? Cosa ho trasmesso, se ho trasmesso qualcosa? Non lo so, so solo che dopo una prima giornata in cui sentivo quasi un po’ di disagio, alla domenica mi sono sciolta, sarà stato il racconto poco comprensibile ma che sorgeva dal cuore di Karl, sarà stato il sole, sarà stato l’esercizio fisico, la camminata nella natura, il mio cuore si è aperto.

Osservavo le persone attorno a me: sembravamo tutti bambini. Sembravamo tutti aver ritrovato la spontaneità e la gioia di vivere. Certo, molti di noi non l’avevano mai persa, ma a volte è necessario, per togliersi i tormenti dell’esistenza quotidiana (per cui siamo o almeno appariamo un po’ “bui”), poter vivere dei momenti così luminosi…

Caterina Regazzi

Vice-presidente del Circolo vegetariano VV.TT. e Referente del rapporto Uomo/Natura/Animali della Rete Bioregionale Italiana.

—————-

Materiale aggiunto – Pensieri di ecopsicologia. Questo che segue è uno scritto prodotto da una dei partecipanti all’esperienza di eco-psicologia condotta da Monica Ferrari durante l’Incontro Collettivo Ecologista 2015

Prima parte: “La passiflora è bella perché è particolare. Il fico è bello perché è esuberante. Il luogo è bello perché è selvaggio. La lavanda è bella perché è profumata. La calendula è bella perché è gioiosa. Il legno è bello perché è naturale. Nelly è bella perché è delicata. I sassi sono belli perché sono uguali. Il muro è bello perché è grezzo. Il cielo è bello perché è trasparente. Le nuvole sono belle perché sono vaporose. Giulietta è bella perché è piena di colori. Lo scacciafantasmi è bello perché autoprodotto. Il papavero è bello perché ha un bel frutto.”

Seconda parte: “Io sono bella perché sono particolare. Io sono bella perché sono esuberante. Io sono bella perché sono selvaggia. Io sono bella perché sono profumata. Io sono bella perché sono gioiosa. Io sono bella perché sono naturale. Io sono bella perché sono delicata. Io sono bella perché sono uguale. Io sono bella perché sono grezza. Io sono bella perché sono trasparente. Io sono bella perché sono vaporosa. Io sono bella perché sono piena di colori. Io sono bella perché sono autoprodotta. Io sono bella perché ho un bel frutto.”

———————

Nota esplicativa: Dal 2011 l’Incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana ha preso il nome di “Incontro Collettivo Ecologista”, considerando che vi partecipano esponenti di varie realtà ecologiste e spirituali: ecovillaggi, agricoltori contadini, spiritualisti laici, economisti alternativi, associazioni in difesa dei consumatori, vegetariani, etc… (P.D’A.)

Servizio fotografico completo: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10206489877316178&set=a.10206490902221800&type=3&theater

Commenti disabilitati