Archivio della Categoria 'Testimonianze sul Circolo'

Treia, dal 19 al 26 agosto 2012 – Vacanzetta vegetariana agostana con i soci e gli amici del Circolo Vegetariano VV.TT.

Io e Paolo D’Arpini staremo insieme buona parte dell’estate, un po’ a Spilamberto e un po’ a Treia (e quelle saranno le mie vere vacanze), e vorremmo fare un esperimento, e lo vorremmo chiamare “la settimana della condivisione e del riposo”.

Gli eventi, gli incontri che solitamente Paolo organizza sono sempre molto interessanti, piacevoli, ma un po’ faticosi, frenetici, soprattutto per chi deve tenere le fila del tutto ed allora perché non provare a stare in compagnia prendendosela comoda, ritagliandosi spazi e tempi per approfondire la conoscenza godendosi i ritmi naturali della vita, come tutti la vorremmo?

Sarebbe una cosa semplice, una piccola vacanza in cui ci scambiamo anche idee, ma soprattutto si condividerebbero le cose che si fanno normalmente: la preparazione dei pasti, la sistemazione della casa, i canti, le passeggiate, magari anche una o due gite al mare o in montagna o in qualche bel paesino vicino (e ce ne sono tanti), sia tutti insieme, che in libertà.

Sappiamo tutti che per vivere bene non c’è bisogno di grandi cose, l’importante è la presenza e l’attenzione per sé, per gli altri, per il luogo, per l’ambiente.

Mangeremo cose più semplici possibile, locali e di stagione e vivremo secondo i ritmi della natura, quindi non dico che ci sveglieremo all’alba, ma di sicuro non andremo a letto alle due di notte e se farà molto caldo (ma non credo), dovremo come prevedono le buone abitudini fare la pennichella pomeridiana. Ognuno (meglio, a coppie di persone) avrà una stanza in cui ritirarsi quando vuole star solo/a. Le spese vive verrebbero anch’esse equamente divise.

Il periodo sarebbe la settimana dopo ferragosto, dal 19 al 26 agosto, a Treia. Le stanze non sono molte, per cui, se siete interessati, decidete per tempo.

Caterina Regazzi

Per accordi: 333.6023090 – Oppure scrivere alla voce “contatti” di questo sito.

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Non-resoconto dell’Incontro Collettivo Ecologista del solstizio estivo 2012 (prima parte)

Care, cari,

son qui sotto una tettoia di plastica e metallo del bus stand di Macerata. L’afa è tanta.. ma anche questa al fine è fatta: l’Incontro Collettivo Ecologista is over!

Mi sono liberato anche di questa karma pesante e gioioso allo stesso tempo. Il 22, 23 e 24 giugno sono stato ad Aprilia, in “culo al mondo”, nel campo del vetiver di Benito Castorina. Lo scopo? Mantenere una promessa e porgere i miei omaggi e saluti ad alcuni amici vecchi e nuovi. Fatalità, com’era prevedibile, si è parlato e si è praticato assieme il bioregionalismo, l’ecologia profonda e la spiritualità laica. Uffah!

State ora leggendo un non-resoconto poiché qui col caldo, ed una stanchezza che non provavo dalla notte dei tempi, non sento di voler scrivere alcunchè di sensato.. solo sensazioni e flash di immagini vissute.

Ho chiesto una penna in prestito a due ragazze punk maceratesi che come me aspettano un autobus, non so quale non so per dove…

Ad un certo punto per andare ad Aprilia sarei dovuto partire da Treia a ridosso della manifestazione in compagnia di Lucilla o di Umberto… ed invece no! Non sarebbero venuti anche se ancora non lo sapevo quando si manifestò il karma che mi competeva.

A volte bisogna far attenzione a ciò che si dice. Diversi mesi fa, eravamo ancora in inverno, avevo promesso agli amici di Agribio E.R. Che sarei stato con loro per festeggiare il solstizio estivo. Insomma è avvenuto che a metà giugno spinto da un irresistibile destino e dal desiderio impellente di riabbracciare la mia amata Caterina ecco che mi son trovato imbarcato su un treno per Bologna, per buona grazia di Valeria, e lì in piazza c’era Caterina ad attendermi per farsi abbracciare e per abbracciarmi.

Ovvio che a quel punto son rimasto in Emilia per aspettare la venuta di Sonia che doveva svolgere una perlustrazione erboristica in quel di Rastellino il 19 ed il 20 giugno sono stato a Vignola da Maria per festeggiare il giorno quasi più lungo, mangiare leccornie ed ascoltar musica popolare dal vivo. Bella festa!

L’indomani ce la siamo presa comoda, sapendo che io e Caterina saremmo partiti assieme per Aprilia. Invece no! La email di Daniele ha cambiato tutto… Lui partendo da Piacenza avrebbe potuto darmi in passaggio passando da Modena e voilà la mattina del 22 giugno mi son trovato catapultato su un furgonato a gas, in compagnia di Daniele, la sua non-compagna madre di suo figlio (con figlio al seguito), in lenta discesa verso il Lazio. Viaggio ben corroborato da discorsi spirituali e dietetici, caldo asfissiante e velocità ridotta. Usciti dall’autostrada a Roma gira che ti rigira ci siamo smarriti sul GRA, sommersi dal traffico dei pendolari che rientravano dal lavoro, cercando senza trovarla via Anagnina e cercando di interpretare le “precise” indicazioni forniteci da Benito, belli disperati, accaldati digiuni incazzati, senza darlo a vedere, insomma sotto sballo. Ma un santo, sicuramente San Giovanni, vegliava su di noi, gira che ti rigira ecco che riesco a scorgere una freccetta azzurra piccola piccola con su scritto “Anagnina”. Malgrado avessimo già superato il bivio Daniele impavido ha fatto un pezzo di marcia indietro e l’abbiamo imboccata…

Ci è sembrato di rivivere l’allegria nel furgonato era allle stelle…. e le difficoltà ulteriori degli ultimi 50 kilometri di viaggio ci sono sembrate quelle di una avventura a Disneyland. Ed accoci dopo peripezie e speranze di volta in volta nutrite e svanite alfine giungere dove dovevamo andare -“in tanta malora”- nel campo del vetiver.

Sole brillante e bollente malgrado il tardo pomeriggio, stralunati, vaganti, siamo entrati infine nel luogo dell’incontro (o meglio fuori dal cancello). Appiedati per gli ultimi duecento metri un po’ rasserenati per aver indovinato la strada abbiamo visto che lì ad attenderci c’erano già alcuni coraggiosi, guidati da Riccardo, maestri e maestre di arrivi, e di cui più avanti vi dirò…

Risaliti al cancello scaricati i bagagli a mano ed in carriola mi son ritrovato a guardarmi attorno per decidere sulla mia sistemazione notturna. Alcuni avevano già optato per la tenda, visto che la disponibilità di letti era modesta (due stanze un soppaco e una cucina) e molte le persone da ospitare, fra cui donne bambini ed anziani (nel senso più anziani di me) su due piedi ho deciso anch’io di montare la tenda che Caterina mi aveva prestato (per ultima ratio). Dopo 40 anni di incompatilità con le tende mi trovo alquanto impacciato nell’opera di edificazione. Per fortuna un volenteroso professore ed un bambino mi aiutano (pur anch’essi non avendo mai montato una tenda) e gli sforzi congiunti danno un buon risultato. La tenda è eretta ma lì mi avvedo del pezzo mancante, il telo di sopra, senza il quale l’igloo è una semplice zanzariera con fondo plasticato. Allora mi rendo conto di non poter trascorrere la notte in quel riparo così malsicuro. Anche perchè si è già alzato un forte vento e la temperatura è bella che scesa e si prevede che scenderà ancora e dal cielo stellato scenderà la benefica (per le piante) rugiada notturna.

Mi trovo alquanto stordito ed indeciso, poiché non ho nemmeno una coperta. Allora prendo a vagare nel compound in cerca di una ispirazione o di un riparo alternativo. Le stanze in casa sono già tutte sovraffollate, ci sarebbe un divano in cucina e decido che per me va bene e ne prenoto l’uso. Poi torno alla tenda per raccattare le mie cose ma mentre torno -miracolo- noto un piccolo garage magazzino laboratorio, per curiosità ci ficco il naso dentro, puzza di gasolio e simili, ma il pavimento è ben piastrellato e c’è spazio sufficiente per coricarsi a terra..

Immantinenti opto per questa nuova sistemazione, vado a cercare una stuoia ed un materassino, pulisco per terra, riordino e benedico, ed ecco che nel giro di un’oretta ho sistemato la mia reggia. Scopro che nello sgabuzzino interno c’è pure un minuscolo servizio, un po’ ingombro di gomme d’auto, attrezzi, bidoni, ed altre cianfrusaglie, e riesco a mettere a nudo un cesso, un lavandino ed un bidet con qualche rottura qui e lì, ma funzionanti. Sono proprio fortunato, non è più un garage magazzino laboratorio è una casetta romantica che tutti gli altri ospiti mi invidiano.

Nel frattempo -nel bus stand di Macerata, le ragazze punk debbono partire e mi fanno capire di aver bisogno della penna, che restituisco. Ma ormai ho cominciato a scrivere e non demordo mi faccio un giro finché riesco a farmene prestare un’altra da una signora caritatevole e posso continuare il racconto.

Finalmente sistemato posso dedicarmi alla mia toeletta personale, sudato e sporco come sono, sento il bisogno di una doccia che spero di poer fare nel bagno comune della casa. Ma debbo accontentarmi di lavarmi con il sistema indiano, con un secchiello, perché la manopola della doccia è rotta. Comunque rinfrescato e pulito….

Ma qui anche la seconda penna se ne va… e decido di continuare a scrivere con una pennetta di estrema riserva che avevo messo nella tasca della mia borsa, è un po’ scarica e la scrittura necessita di ricalcature ma funge… ho ancora da aspettare oltre un’ora e mezza per il bus che va a Treia… a da passà il pomeriggio e scrivendo passa meglio.

Tornando al campo del vetiver finalmente vado a salutare quelle persone a modo che aspettavano che io finissi tutti i miei preparativi. Ospiti eccezionali che hanno preparato ogni ben di dio per darci accoglienza. Tavoli apparecchiati all’ombra della sera con sopra torte e tortine, frittate, crostate, biscotti, acqua di sorgente frizzantina,albicocche, prugne, visciole a cui aggiungo i due boccioni di vino delle Marche che l’amore mio Caterina mia aveva dato come contributo per l’Incontro. Ma prima di passare alle gozzoviglie la maestra Lorella ci ha invitati tutti a partecipare alla cerimonia di fondazione del luogo, con il posizionamento del palo sacro per l’individuazione delle direzioni come insegnato nell’antico sistema romano.

Al termine del rito abbiamo pasteggiato al lume di candela in piedi, soddisfacendo così il nostro bisogno di cose concrete. Ed io mi sono bevuto almeno un litro d’acqua frizzantina naturale. Dopo il prasad bioregionale altra cerimonia per riconoscere le stelle ma il mio sguardo era fortemente attratto dalla falce rossa della luna crescente sulla quale mi sono soffermato lungamente. Con questo la prima giornata è ben terminata e soddisfatto mi sono ritirato nella rimessa, sdraiato sulla stuoia un po’ dura al lume del moccoletto antizanzare (anch’esso dono di Caterina) leggo mentalmente lo Shiva Manasa Puja.

Avvoltolato in una serie di magliette, camicia e maglioncino leggero (portato per ”un non si sa mai” altamente previdente) e coperto da tutti i miei scialli indiani. E mi addormento malgrado il freddo.
L’indomani mi desto arzillo di buon’ora e prendo confidenza con la cucina (che non abbandonerò mai per tutti i giorni di permanenza) facendomi un teuccio e sgranocchiando qualche trancetto di crostata della sera prima.

Pian piano anche gli altri si svegliano e la seconda giornata inizia per tutti. Dopo colazione ci si coordina sulle cose da fare. Alcuni si dedicano al lavoro di pulizia del campo ed al montaggio di un forno a legna, che purtroppo non sarà mai pronto… mentre altri decidono di fermarsi in cucina per preparare assieme a me il pranzo. Meglio che tutto sia pronto in modo che dopo lo sharing che inizia alle 10 e dura sino alle 13 non ci si debba affannare a preparare da mangiare. Menù: panzanella, dhal, patate e erbe di campo, insalata ed altre cosette sfiziose.

A questo punto forse qualcuno si interrogherà su quanto è stato detto durante l’incontro, a cominciare da questa prima sessione di condivisioni di esperienze e pareri sulla pratica bioregionale. Resterà deluso, non dirò nulla di ciò (almeno per ora) sperando che qualche anima pia lo faccia come pegno d’amore per il gruppo e per la causa (Aha aha ah). Continuando, nel pomeriggio del 23 giugno i più goliardici rinunciano al riposino e decidono di andare a fare un tuffo al mare ovviamente non mi sono unito al gruppo, anche perché devono arrivare nuovi ospiti, fra cui Luisa, Paola, Ciro, Giulietta, Carlo, Franco, Caterina mia figlia con nipotini.. e diverse altre persone che approfittano della mia discesa ad Aprilia per venirmi a salutare (ed a farmi gli auguri di compleanno). Inoltre c’è da preparare e pulire la spianata ove si farà il fuoco, sistemare il focolare, predisporre gli ingrediente per la preparazione dell’acqua di San Giovanni (con varie erbe aromatiche e fiori di stagione), raccogliere la legna secca, preparare la cena, oltre ovviamente a predisporre il cerchio per il secondo sharing pomeridiano.

Tutti intorno nel prato davanti al palo della fondazione siamo una trentina e forse più, molti venuti da parecchio distante, soprattutto ho notato la forte presenza di siciliani. La sera attorno al fuoco sacro danziamo in cerchio e cantiamo al suono del tamburo sciamanico suonato da Nevio e della chitarra suonata da Stefano. Il nostro spirito è indomito..

E qui giunge la corriera che mi porterà a Treia da Macerata, interrompo la narrazione, forse la riprenderò domani, chissà…?

Paolo D’Arpini (25 giugno 2012)

…………..

Comemnto di Luigi Crocco: “Caro Arpinio,

ho letto il viaggio , ma tra penne e pennini spuntati e al cancello affamato, disperato e assetato scrivere che hai scaricato dalla cariola i bagagli per trovar nel campo una tenda o nel rustico un posto per dormire con la doccia mal funzionante ecc. Mi sono preoccupato , ma a Vertier non vi era un albergo o anche una stella , che ti voleva disperatamente?

Anche per corregere quello che hai modificato sulla mia ” Mii sono perso a Verona sul educazione non solo di Monti ma pure del On. Borghesi vicepresidente de IDV docente di economia di sviluppo alla piccole e medie imprese , essendosi scusato in ritardo dopo un mese , anche per sottintendere che, il mio progetto a finanziar x milioni di piccole e medie imprese + medi salari a favore di x-n milioni di bassi salari a diminuirgli il costo del lavoro INPS .anche a lui per educazione , non gliene frega niente . Ma, mi sono arrabbiato e ho scritto al Europa Direct per sapere quando il mio progetto andrà al Esame della commissione , ma ho paura che l’abbiano archiviato non disponendo di un milione di cittadini che chiedono di applicarlo anche pechè non ho un partito di tanta forza che mi sostenga. Morale? A terra!

Ma nel prossimo anno consiglio per il tuo viaggio non nella bassa veronese tra il caldo le zanzare e l’afa , ieri sera a Verona 83 % bensì il parco della Lessinia o S. Giorgio di momtagna 1700 m.

E dalla vetta , la mia ultima speranza…” (luigi.crocco@gmail.com)

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Memoria bioregiona​le e intenti per l’attuazio​ne del bioregiona​lismo in Italia – Se ne parla all’Incont​ro Collettivo Ecologista 2012

Nei giorni del solstizio estivo, dal 22 al 24 giugno 2012, si tiene ad Aprilia l’Incontro Collettivo Ecologista.

Considerando che questi incontri, sul tema del bioregionalismo, dell’ecologia e della spiritualità della natura, sono iniziati dal 1984 fate un po’ voi il calcolo di quante edizioni sono trascorse. Però dal punto di vista ufficiale la Rete Bioregionale Italiana nacque ad Acquapendente (Vt), nel parco di Monte Rufeno, nella primavera del 1996. Quindi le proposte politiche e sociali relative all’attuazione bioregionale ebbero “inizio” in quell’anno.

Io fui uno dei fondatori del Movimento e sono rimasto nella Rete malgrado le correnti avverse che, come spesso accade, hanno suddiviso il gruppo iniziale in rivoli e rivoletti con varie etichette. Nel frattempo, a mano a mano che qualcuno usciva c’è stato anche qualcuno che entrava e tutto sommato possiamo dire che il movimento ecologista profondo, facente riferimento alla Rete Bioregionale Italiana, è tutt’ora vivo e vegeto e fortemente operativo.

Potrei segnalarvi tutte le battaglie portate avanti nel corso degli anni ma perchè farlo..? Chi sa sa e chi non sa non sa! Però una chicca storica ve la voglio sottoporre, si tratta di un comunicato stampa ripreso da Antonello Palieri dell’ADNkronos, risalente al 1996. Non so se ricordate che in quell’anno Umberto Bossi aveva iniziato il pattugliamento sul fiume Po, per promuovere il suo regionalismo separativo leghista. Noi partimmo da Calcata ed organizzammo un contro-presidio, sulle rive del Po. Potranno testimoniarlo Antonio D’Andrea, del Movimento Uomini Casalinghi, che era lì con me.. ed anche Lina Boner di Verona ed altri che ora non ricordo.. Ah, c’era pure Stefano Disegni, il vignettista, che aveva disegnato il logo del nostro Ostello per Erbivori.

Lì sul Po, in provincia di Mantova, vissi una esperienza mista.

Eravamo arrivati dal mattino presto, la natura era molto bella, passeggiai in lungo ed in largo sulle sponde del fiume, mentre i navigli della Lega facevano avanti ed indrè sull’acqua limacciosa, A contrastarli c’era una mongolfiera della Lega per l’Ambiente ormeggiata a terra, con tanti bei colori… Ma la lunga giornata al sole mi aveva proprio incocciato.. ed infatti ricordo che dovetti andare a rifugiarmi in un boschetto per sfuggire ai cocenti raggi e perciò non potei intervenire sul palco dove si tenevano gli interventi.. Ma Stefano Disegni disse qualcosa su di noi.. tanto per stabilire la nostra presenza. Sostanzialmente la proposta di attuazione del bioregionalismo è sotto riportata dall’Adnkronos. Ah ricordo che finimmo pure in prima pagina su Repubblica….

………..
Storico flash di agenzia: BIOREGIONALISMO LA PROPOSTA SARA’ RILANCIATA SUL PO IL 15SETTEMBRE

Roma, 30 ago. 1996 (Adnkronos)- ”Bossi faccia pure il suo raduno fluviale il 15 settembre, noi ci batteremo per il riconoscimento di un nuovo ordinamento regionale basato sul ”bioregionalismo” (luoghi riconoscibili per le affinita’ culturali, dialettali, della flora e della fauna) e su effettive automonie locali.”
Lo dichiara il Presidente del Circolo vegetariano VV.TT. di Calcata, Paolo D’Arpini che la settimana scorsa ha lanciato ”con grande successo” la proposta del bioregionalismo. ”Il 15 settembre, giorno dell’imbarazzante ‘uscita fluviale’ di Bossi, noi riproporremo l’Italia dei bioregionalismi e del federalismo effettivo che ci unisca nel nome d’Italia -ma nel rispetto autentico delle autonomie- e non separi quanto e’ stato unito attraverso drammatiche e secolari vicende.”
”Lo riproporremo in tre diverse sedi e manifestazioni: il primo sull’altra sponda del Po, davanti a Ponte di Legno (nell’ambito di una manifestazione dell’Unione italiana ed Europea), il secondo nell’incontro di San Benedetto del Po, organizzato dai verdi della Regione Lombarda ed infine il terzo a Calcata, nella Valle del Treja, per rilanciare il modello etrusco come metodo di aggregazione per una bioregione sperimentale dell’Etruria”.
Intanto ”giungono lettere di adesione alla nostra proposta” precisa Paolo d’Arpini” anche dagli abitanti della cosiddetta ‘Padania’. Dai confini di questa inesistente ‘regione federata’ M.F. di Gorizia ci comunica che chiede asilo politico a Calcata nell’evetualita’, sia pure remota, di una vittoria bossista. Lo chiede in qualita’ di ‘barbaro illirico simpatizzante’ con il bioregionalismo etrusco’”
………….

Purtroppo l’idea bioregionale non ha ancora attecchito, ed il sistema “regionalista politico” ha nel frattempo dimostrato tutte le sue pecche.. Le Regioni sono carrozzoni che appesantiscono il bilancio dello Stato e servono solo a mantenere una massa di corrotti e di scansafatiche. Dividendo inoltre gli ambiti omogenei e le comunità. Per quento riguarda la visione bioregionale e su quello che dovrebbe essere l’ordinamento e la riorganizzazione territoriale dello stato (secondo la nostra visione), vi rimando agli articoli: https://www.google.com/search?client=gmail&rls=gm&q=no%20regioni%20carrozzoni%20paolo%20d’arpini.

Beh, la nostra battaglia bioregionale continua, vi aspettiamo all’Incontro Collettivo Ecologista 2012, aperto a tutti coloro che si riconoscono nell’ecologia profonda e nella biospiritualità.

Paolo D’Arpini
Referente Rete Bioregionale Italiana – circolo.vegetariano@libero.it

Vedi programma: http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/post/2718386.html

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Commento di Rosario Borrelli: “Grati a Paolo per condividere in rete questa esperienza molto ‘territoriale’. Per un attimo prescindendo dai contenuti, citerò Ignazia, una mia amica ‘militante’ , che pure aveva posizioni piuttosto diverse dalle mie, per una sua frase in …merito alla politica : sosteneva che “ci vuole continuità”. E difatti pur avendo fatto e disfatto gruppi e associazioni, il risultato si stabilizza solo grazie a una struttura che resiste nel tempo. Ci vuole però un’”idea guida”, altrimenti la ’struttura’ sussume a sè. L’idea guida è il motore che resiste al tempo ed ai cambiamenti; può perdersi allora anche la struttura ma altri raccoglieranno il testimone dell’idea guida e le daranno, probabilmente, una sorta di continuità. Che poi la continuità possa divenire dis/continuità, rompendo gli schemi e adeguandosi ai cambiamenti in corso, ciò non cambia la sostanza, ma solo la forma. Nel merito della testimonianza del Circolo Vegetariano Calcata, e dell’articolo specialmente, mi piace rac/cogliere il testimone della rete Bioregionale, un’idea guida che porta con sè una forza di cambiamento e di trasformazione, preservando i caratteri che fanno d’ogni terra e popolazione un meraviglioso mosaico di biodiversità”

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26 maggio 2012 – Corre un anno senza Peter Boom, vivendo come sarebbe piaciuto a lui..

Francesco Uda, anch’egli amico di Peter Boom, mi scrive da Viterbo per informarmi che si sta organizzando la celebrazione del primo anniversario della sua dipartita: “Forza e coraggio ci vediamo il 26 maggio. Una Festa per ricordare l’amico PETER BOOM che il 26 maggio 2011 ci ha lasciato. Nella mattinata, chi vuole, autonomamente e senza cerimonie, potrà visitare i resti mortali dell’amico Peter nel cimitero di Viterbo. Ore 16:00 apertura della Sala dove si vedranno foto e video su PETER, chi vuole potrà parlare di Peter, narrare aneddoti, leggere, cantare, recitare.. Info. http://www.peterboom.it/arrivare.html”

Ho pensato perciò di scrivere anch’io qualcosa….

Ricordo la raccomandazione costante con la quale Peter mi salutava ogni volta che stavamo per lasciarci: “Mi raccomando, comportati male..”. Beh, debbo dire che ho sempre seguito il suo consiglio e soprattutto adesso che lui è salito oltre il “Cielo dei Giusti” mi impegno moltissimo a rompere i coglioni a tutti ed manifestare quel che sono senza remore, malgrado gli acciacchi dell’incipiente vecchiaia….

Ma, visto che siamo in tema di memoriali, vorrei fare una breve cronistoria del mio rapporto amicale con Peter Boom. Tutto cominciò quando lui ancora abitava a Nepi, durante una mostra d’arte su Dioniso e sull’edera del comune amico Gigetto. Diciamo che forse sarà stato nel 1991 o nel 1992, anno della Scimmia di Acqua molto adatta alla trasmissione culturale trasgressiva. Di lì a poco girammo assieme, sotto la macchina da presa di Felici, il documentario “Un barbaro a Nepi” in cui tra l’altro si chiedeva l’istituzione del matrimonio fra “innamorati dello stesso sesso” (il termine l’ha usato Obama in un suo recente discorso elettorale). Nel 1993 abbiamo corretto assieme le bozze del suo ultimo libro “Duemila e venti, il Nuovo Messia”. Per una decina di giorni dalla mattina alla sera, nel salone luminoso e comodo del piano nobile del Circolo vegetariano VV.TT., seduti al tavolone appositamente creato dalla Ciarla di Calcata, abbiamo trascorso il tempo a parlare di ecologia, di arte, di società in decadenza, della fine del mondo e del Nuovo Messia (che verrà..?). Poi nel gennaio del 1994 il libro usci per i piombi della Big di Gianfranco Paris, la stessa casa editrice che editava il nostro mensile Etruria. Ovvio che subito dopo il libro, in cui si parlava di rapporti pansessuali, sorgesse lo stimolo di fondare un Comitato per la Pansessualità, che fu registrato al comune di Viterbo (all’allora sindaco Gabbianelli) dallo stesso Peter Boom, che ne era il coordinatore.

Sul tema della Pansessualità Peter produsse una serie impressionante di documenti e ricerche, tant’è che negli anni realizzammo diverse manifestazioni sul tema, sia a Calcata che a Viterbo ed a Roma. Altro passo importante compiuto assieme fu quello della fondazione del comitato per la Spiritualità Laica, avvenuto a Calcata e successivamente esportato a Roma. Sulla spiritualità laica organizzammo vari convegni anche a Viterbo, di uno rammento un bellissimo manifesto realizzato dal suo ex compagno. Ma non voglio fare qui una cronistoria di tutti gli atti compiuti assieme al “fratello” Peter. Però debbo menzionare l’incoraggiamento che lui mi diede, in un particolare momento di difficoltà nella mia vita (dal 2004 al 2006) in cui stavo abbandonando ogni attività sociale ed informativa (vivevo senza luce elettrica in una specie di stamberga), a quel punto mi obbligò a ricevere l’aiuto tecnico di Francesco Uda, il quale mi rifornì di un computer da lui accroccato, e ripresi così a scrivere ed a organizzare eventi e incontri culturali.

Proprio su questa scia organizzammo a Bagnaia un meeting anti-papale, in previsione della visita di Ratzinger nel 2009 (ricordo che all’incontro in piazza noi eravamo tre o quattro, mentre Peter mi disse che lì ad osservarci c’erano almeno altrettanti agenti della Digos, che lui conosceva bene), in quella occasione Peter voleva che io andassi ad abitare nel suo orto di Bagnaia, ove c’era una piccola costruzione, ma io -pur ringraziandolo della sua offerta- declinai l’invito, non mi sentivo ancora pronto di abbandona Calcata.

L’ultimo dei nostri incontri fu anche un clou artistico finale, avvenne durante la prima biennale d’arte creativa di Viterbo, da me organizzata in collaborazione con l’APAI nel 2010, in cui Peter tenne una importante conferenza sul messaggio degli alberi alla ex chiesa di San Salvatore a San Carluccio. Dopodiché abbandonai Calcata e la Tuscia al loro destino e mi ritirai nel “buen retiro” di Treia, nella casa avita della mia compagna Caterina.

Ed è proprio a Treia, il 27 maggio 2011, che mi giunse la lettera di Giovanni: “Ciao Paolo, devo purtroppo comunicarti che ieri sera Peter è morto a casa sua a seguito di un arresto cardiaco. Tra oggi e domani eseguiranno un autopsia per accertarsi della causa del decesso. Ti chiedo cortesemente di diffondere a conoscenti e amici. Ti terrò aggiornato per i funerali civili…” Al che gli risposi: “Grazie per avermi informato… speriamo che la Sua Anima riposi in pace… Provvederò ad informare gli amici e conoscenti” E subito dopo scrissi questo comunicato: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2011/05/peter-boom-come-io-lho-conosciuto-di.html.

Ecco, con queste poche parole ho voluto ricordare vari momenti dell’amicizia profonda e della collaborazione culturale tra me e Peter Boom.

Paolo D’Arpini

………………….

Alcune frasi (prese a caso dal mio archivio) di Peter Boom:

“Proprio all’avvicinarsi del mio 75-esimo abbiamo deciso con il mio legale, l’avvocato Paolo Pirani, di avviare un processo civile nei confronti della ASL di Viterbo, in quanto il processo penale iniziato anni fa (non sto scherzando!) è stato archiviato il 16 febbraio del 2009. Non sono molto pratico di processi, anzi non ne capisco niente e molta gente mi ha detto che era meglio lasciar perdere perché non avrei preso un ragno dal buco…”

“Se continueranno testardamente a riempirci di crocifissi con attaccato quel povero Cristo che pensò di sacrificarsi per salvare tutti noi, allora mettessero almeno un’altra immagine accanto e cioè quella di un terribilmente torturato corpo di Giordano Bruno dato alle fiamme in piazza Campo de’ Fiori a Roma e … visto che sono un pansessuale ci metterei pure un bel quadruccio di Alfredo Ormando datosi alle fiamme proprio in piazza San Pietro in protesta contro la perfida e gravissima emarginazione perpetuata dai cosiddetti preti cristiani”

“Già una ventina di anni fa avevamo suggerito, assieme a Paolo D’Arpini, di aprire i Parchi dell’Amore e speriamo che da Bari questa iniziativa si spanda per tutti i comuni d’Italia preferendo la comodità, la sicurezza e l’igiene all’ipocrisia” (http://www.pansexuality.it)

“Notizia ferale: un’agguerrita organizzazione di gay atei americani ha creato un laboratorio segreto per contrastare la chiesa sottoponendo gli eterosessuali a tremende scariche elettriche per farli diventare omosessuali, un ottimo metodo -secondo loro- per evitare il pericolo di sovrappopolazione”

“…nella religione cattolica la parola “amore” viene spesso utilizzata in modo contorto ed alienante, ad esempio la gerontocrazia vaticana ha abusato della santissima parola amore della quale non conoscono il significato, compreso forse meglio duemila anni fa da un Cristo che certamente non avrebbe permesso quella pedofilia ed il plurifavoreggiamento di essa perpetrata senza amore, per puro sfruttamento sessuale di bambine e bambini da preti frustrati e senza scrupoli..”

“Nel settembre 2003 fui reso handicappato da una iniezione anestetica spinale (anzi due, perché alla prima il dottor Lepri non riuscì a penetrare con l’ago dentro la spina dorsale) all’ospedale Belcolle di Viterbo. Avevo firmato per l’anestesia totale spiegando al dottore le ragioni di questa mia esigenza. Quando uscì dall’ospedale dopo l’operazione (eseguita alla perfezione dal
chirurgo Massimo Fattorini) non sentivo più quando il piede della gamba destra mi arrivava a terra. Mi consigliarono di prendere il Neurontin, che non mi fece niente. Dopo sei mesi un medico mi disse che non sarei più guarito perché i nervi ancora non riescono a guarirli, in questo caso il nervo sciatico della mia gamba destra risultò lesionato”

“Mi chiamo Peter Boom e boom, nella mia lingua l’olandese, significa albero. Sono un alberello di media statura, molto più basso della maggior parte degli alberi. La quercia arriva a 40 metri di altezza, ma viene superata dal frassino e dal faggio. Nelle nostre zone climatiche l’abete può raggiungere i sessanta metri, giusto per far notare quanto sono piccolo io…”

“Come autore della Teoria e della Filosofia della Pansessualità ho sempre considerato che gli esseri umani in principio portano dentro di sé tutte le opzioni sessuali comprese quelle pedofile. Naturalmente le possibilità nocive della nostra sessualità devono venir evitate, soprattutto quelle violente e/o senza consenso, come si riscontra spesso nei confronti di minori. Inoltre un minore d’età il più delle volte non è ancora capace di discernere cosa sia dannoso o no e di dare il proprio consenso o meno.Più problematica si presenta la situazione di bambini poveri, subnormali, handicappati, come quelli sordomuti violentati sistematicamente in un istituto religioso nel nord Italia”

“Sarebbe ora che venisse fatta piena luce sulla morte di Papa Luciani il quale, sembra, volesse mettere fine alle illegalità commesse dallo IOR, istituto da mettere sotto stretto controllo internazionale in quanto il riciclaggio sporco è destabilizzante non solo per l’Italia ma per tutta l’Europa e probabilmente per tutto il mondo. Un poveraccio che non teme la verità, Peter Boom”

“…abbiamo pensato con Paolo D’Arpini di organizzare a Viterbo un Comitato per la cultura le pari opportunità ed i diritti civili, nel centro storico di Bagnaia, circoscrizione di Viterbo, in un locale di mia proprietà che potrebbe essere la sede di tale comitato… (settembre 2009)”

“La spinta (drive) sessuale può essere indirizzata verso infinite ed a volte anche incredibili manifestazioni. Non solo verso esseri umani, ma anche verso animali o con l’ausilio di svariati oggetti. Naturalmente non tutta la gamma di queste opzioni è consigliabile. E’ bellissimo se viene praticato con Amore verso gli Altri, verso la Natura e verso se Stessi”

“…grazie a politici (volutamente?) incompetenti, spesso corrotti, il sistema fiscale è inefficiente così come l’apparato giudiziario che a causa della farraginosità e la conseguente lunghezza dei processi dà ampia possibilità di sfuggire alle condanne a chi può permettersi buoni avvocati (frodi edilizie – terremoti – etcetera, etcetera). Ho sentito dire addirittura che quasi nessun imprenditore sia scampato al dover pagare tangenti o far comunque favori a trasversali politici nel caso di appalti pubblici”

Testimonianze riprese dai media: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/02/17/n%c2%b0-5-%e2%80%93-cronache-commenti-testimonianze-ufficiali%e2%80%a6-sul-circolo-vegetariano-di-calcata-e-sulla-teoria-della-pansessualita-descrizione-sincretica-delle-varie-espressioni-sessual/

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Riccardo Oliva: “…un libro aperto per dire grazie a Voi per quel che mi avete potuto trasmettere!” – Resoconto poetico degli ultimi due giorni della Festa dei Precursori 2012

Grazie Paolo, per aver invitato una persona spontanea, di spirito libero ma accorto, che dallo Zodiaco Cinese, risulta avere nella sua intima natura, un po’ di Scimmia, un po’ di Tigre ed un po’ di Cavallo, pur essendo però un Leone con un probabile dovere da compiere hic et nunc.

Grazie Paolo, per aver ospitato una persona con zaino e sacco a pelo, che sembrava dovesse andare a riposare in un rifugio di alta montagna e che invece si è ritrovato a dormire in una stanza grande come la propria abitazione, all’interno di una reggia antica, elevata in altezza e strutturata su tre livelli, che il tuo karma ti ha consegnato dopo che per molto tempo hai vissuto in una vera e propria baracca (parole non mie) viaggiando per il mondo quando ancora le tue gambe potevano mantenere la posizione del fiore di loto.

Grazie Paolo, perché alla tua sacrale ospitalità, non me la posso di certo cavare con due bottiglie di vino e una colazione offerta, ma ora forse ho scoperto il “dono” che potrò farti la prossima volta.

Grazie Paolo, per aver accettato al tuo formativo convivio, uno che forse si avvicina al tuo “sentire guerriero”, visto che tu sai, avendo conosciuto profondamente e da vicino la saggezza vedica, che sentirsi uno Kshatriya non vuol mai dire violenza fine a se stessa o il prevaricare sul più debole, ma vuol dire auto-disciplina marziale verso se stessi e dirittura interiore inequivocabile sulla Via prescelta.

Grazie Paolo, per avermi fatto assistere e partecipare al tuo rito quotidiano di Omkara, Arati Sadguru, dedicato al guru che accompagna ognuno di noi nel suo percorso, ma che si deve cercare di vedere brillare in un solo luogo, fuori dal tempo e dallo spazio, cioè all’interno del proprio cuore.

Grazie Paolo, per quel bagliore che hanno i tuoi occhi e che mi ricordano i Brahmana, i Babaji e i Rshi che ho visto nel mio brevissimo soggiorno in India, perché sono solo quegli occhi che possono dare la speranza a chi ha ormai solo occhi spenti nei confronti delle vicende della vita, o passivamente ha ceduto alle lusinghe di Mammona.

Grazie Paolo, per quello che con poche semplici azioni riesci a dimostrare di essere, un uomo di sintesi che cerca l’essenziale e ama l’immediatezza in un confronto.

Grazie Paolo, per il tuo saper mettere a frutto che i segreti di una sana alimentazione durante la propria vita, si sia vegetariano, vegano, frugivoro, onnivoro, crudista o fruttariano sono solo un cammino che deve condurre ad un punto di non ritorno, che è riscoprire il proprio essere.

Grazie Paolo, perché riesci a riportare vedute differenti di qualsiasi discorso incominciato, nella giusta direzione, trovando la sintesi e la ricerca dell’essenziale, tu che sai tanto e spazi dai pensieri di Ramana Maharshi alle storielle zen che conducono alla conoscenza del Tao, senza mai dimenticare il nostro retaggio del classico mondo antico, cui il sottoscritto si sente fortemente legato.

Grazie Paolo, perché tu sai, con grande naturalezza, cambiare i tuoi panni, passando da cuoco eccellente di gustosi piatti preparati con grande accuratezza, ad attento osservatore in grado di rispondere ai più importanti interrogativi legati a conoscenze in vari campi dello scibile.

Grazie Paolo, perché da saggio uomo Zen, non trascuri che alla base dell’Ecologia Profonda ci deve essere come condizione prioritaria, il vivere comunitario dove agli approfondimenti culturali deve accompagnarsi sempre l’agire nel pratico e l’atteggiamento giusto rivolto al quotidiano.

Grazie Paolo, perché pur non conoscendolo personalmente, ma solo dai suoi scritti, sei in sintonia e apprezzi colui che considero un po’ un mio maestro di vita, Rutilio Sermonti, uomo schietto, saggio e consapevole nelle idee come nelle azioni, un po’ come lo sai essere anche tu.

Grazie Paolo, per avermi fatto conoscere meglio Caterina, che sa differenziarsi come fanno le donne che hanno un loro stile nel farsi apprezzare, che sa essere una donna che non lascia sfuggire nessun particolare al suo sguardo attento, che sa comportarsi in maniera umile e silenziosa, che parla poco perché probabilmente sa tanto ma non ha bisogno di ostentarlo e soprattutto perché ha portato sulle sue spalle il proverbio della Tigre, a me così caro.

Grazie Paolo, per avermi fatto conoscere Franco, un simpatico milanese con cui mi sono confrontato apertamente parlando a ruota libera da Ezra Pound ai Mercati Finanziari, dalla II guerra mondiale alla cancrena partitocratica attuale, dalle multinazionali farmaceutiche che hanno dichiarato guerra senza confini alla vera medicina, alla mia BMW dell’83 e alla sua Gilera del ‘64 e a discorsi anche più leggeri, pur confidandogli che però se oggi la scelta è tra vivere da schiavi o morire da eroi, io scelgo sicuramente la seconda opzione, perché sono Romano e preferisco la nobile via del combattere piuttosto che il mercanteggiare la propria esistenza e perché, proprio come disse Furio Camillo, “Roma si riscatta con il ferro e non con l’oro”.

Grazie Paolo, perché è sempre Franco che sapendo leggere bene gli occhi di una persona prima di accompagnarla ad una introspezione interiorizzata, con la sua meditazione, mi ha fatto meglio comprendere quanto l’insegnamento di Plutarco afferma, cioè che abbiamo due orecchie ed una bocca perché dovremmo sapere prima ascoltare e solo dopo parlare, pratica zen che provo spesso ad applicare alla mia natura ma che essendo piuttosto egocentrico (anche se annullare o esaltare il proprio ego appare alquanto inutile essendo tutti noi persone, cioè maschere), molto irruento e, volontariamente o non, che si va a trovare quasi sempre al centro dell’attenzione; ma Franco ha anche voluto giustamente punire la mia favella, che si era presa troppe libertà, facendomi mancare letteralmente il respiro, o meglio il prana, attraverso una lunghissima vibrazione mantra, dopo che con la mente avevo creato una stanza con specchi neri e bianchi, passando dai colori perfettamente ordinati dei chakra.

Grazie Paolo, per Renzo, un contadino poco avvezzo a parlare ma semplice e genuino nel suo agire; per quell’umile ciclista ecologista che ha fatto 80 Km. per arrivare, che ci ha detto poco ma che ci ha invece lasciato molto; grazie per l’artista, rocciatore, apneista Nazzareno per la sua compagna e per la sua deliziosa creaturina ammaliata dai “suoi” tappi e dalle “sue” canzoni.

Grazie Paolo perché ho anche conosciuto Stefano, cantautore, geologo, responsabile ambientale dei Monti Lucretili, ceramista, artista del pane ed eco-pacifista, che va in giro per le città a far conoscere il suo vate preferito Gianni Rodari, che nonostante abbia una visione del mondo molto distante o addirittura opposta alla mia, come nella magia del Tao, dove il principio Yin si trova anche nello Yang e viceversa, abbiamo entrambi una complementarietà nell’obiettivo che cerchiamo di ottenere: il saper donare noi stessi a qualcuno o qualcosa!

Grazie Paolo, perché lui stesso portandosi in spalla le note di una chitarra ed una valigia piena, di libri, giochi e poesie, per far sognare i bambini di ogni colore e per dare speranza a tutti di poter creare un mondo migliore, rappresenta una persona bella e autentica che crede con tutte le forze nei valori suoi e della sua guida e anche se, a mio modo di vedere, sono utopiche per la società in cui viviamo, le accetto solo da chi è come lui, ma giammai dalle sedicenti democrazie che importano pace e solidarietà soffocando i popoli con missili o mercati, o sfruttano il razzismo per creare l’unica mono-razza che oggi esiste e che non è più bianca, nera rossa o gialla ma che alchemicamente è diventata “verde” come il Dio Denaro che sente di adorare.

Grazie Paolo, perché Stefano mi ha fatto conoscere Gianni Rodari, di cui alcune strofe delle sue filastrocche al di là di tutto, mi sono rimaste piacevolmente impresse, così come credo rimangano ben impresse ai bambini e alle bambine che ascoltano quel suo Orecchio Verde acerbo, quelli che vogliono far gli auguri ai gatti da Belluno a Siracusa; la frase che fa riflettere e dice “perché se il cielo è uno solo la terra è divisa in pezzetti”; la gomma (anti-nucleare) del Prof. Grammaticus da usare per cancellare le bombe H; o infine la canzone della lentezza che vuole ammonirci che la continua fretta va a discapito di quella calma interiore necessaria a porsi con uno sguardo diverso verso il Cosmo.

Grazie Paolo, perché è conoscendosi e con questi incontri, che si possono mettere a nudo le proprie maschere e liberare quel sè dagli infingimenti e dalle ipocrisie; ecco perché non sono guerrafondaio ma neppure pacifista, perché credo che la Pace sia solo una condizione temporale e mai duratura se non vi è come principio di fondo la Giustizia; ecco perché non mi riconosco nel matriarcato ma neppure in un becero maschilismo, visto che il mio bagaglio spirituale e culturale mi ha portato a far conoscere Uomini e Donne che hanno saputo Essere Esempio al di là della funzione rivestita in un particolare momento; ecco perché non credo nell’uguaglianza ma rispetto e difendo le diversità e le identità del Tutto, visto che nessuna cosa in Natura può essere mai identica ad un’altra e questo non vale certo solo per gli umani, ma vale per tutto ciò che è vita, per un animale, una pianta, una pietra, una foglia, un filo d’erba e perfino una goccia d’acqua; ecco perché condivido l’universalità ma non l’universalismo, perché considero gli ismi come un qualcosa che, nel bene o nel male, allontanano sempre un po’ dal centro; ecco perché preferisco avere più doveri che diritti, perché sono indicativi di un volersi assumere proprie responsabilità per sé e per il Creato, mentre ci dimentichiamo troppo spesso che l’unico diritto che l’uomo possiede su questa terra è: nessuno; ecco perché infine non mi sento di condividere il mio rapporto con quello splendido mistero che ci circonda, attraverso un anti-specismo di facciata, perché la soluzione va ricercata ben oltre il piano meramente biologico o specista.

Questi sono solo semplici input che mi piace lanciare perché ritengo che da uno incontro/confronto/ scontro ci siano le chiavi di lettura necessarie per avere un arricchimento da qualsiasi persona o elemento che ci si presenta di fronte alla nostra strada, che è sempre piena di pericoli ed in perenne mutamento.

Io solo una cosa veramente non saprò mai fare: fingere di essere quel che non sono, ma penso che chi mi ha conosciuto in questa o in altre occasioni, forse lo avrà già capito.

Grazie anche a chi c’era e che non ho citato, perché con loro non ho avuto modo di approfondire un discorso!

Grazie a Voi per quel poco o tanto, che mi avete potuto trasmettere!
Tutti, nessuno escluso!

Riccardo Oliva
Presidente Associazione Memento Naturae

Volontari a Difesa di Ciò che è Vita!!!

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