Archivio della Categoria 'Testimonianze sul Circolo'

Attenzione si scivola. Lezione al baretto di Spilamberto sull’uso delle penne e del chewing gum

Ogni baretto è una scuola, che sia a Calcata, a Treia od a Spilamberto c’è sempre qualcosa da imparare e da conoscere. Qui a Spilamberto, ad esempio, con Caterina facciamo il giro dei bar, cambiando luogo quasi ogni mattina. In tal modo “accontentiamo tutti”… Certo dal punto di vista della soddisfazione personale alcuni baristi sono più affettuosi ed attenti alle nostre –soprattutto mie- richieste (vedi quella insindacabile di poter avere il cappuccino bollente con poca schiuma).

Stamattina toccava a Maria, la barista che sta nel centro storico, in un vecchio locale che ha visto tempi migliori ed ora è il ritrovo di vecchietti, disoccupati, immigrati dal meridione ed extracomunitari di ogni sorta: soprattutto marocchini e albanesi. Maria stessa è una donnona che viene dal sud, grassa e grande, mora e con gli occhi neri, e sa come trattare con i suoi clienti… Malgrado l’età matura ancora risulta appetibile (evidentemente per la sua stazza) soprattutto ai nord africani che adorano le donne “capienti”. Tempo fa assistetti alla corte alla quale un giovanotto prestante la sottoponeva: “Maria, in Marocco si sta bene, sai, perché non vieni anche tu lì?” E maria senza rispondere, serviva il caffè ed ammiccava. Maria ci sa fare con i maschi del sud… sa come gestire i suoi pollastri.

Ed una riprova lampante l’abbiamo avuta scoprendo gli avvisi affissi alle pareti del bar. In un angolo un po’ nascosto, solitamente occupato da extracomunitari, faceva bella mostra un cartello con su scritto a grandi lettere: “I chewing gum attaccateveli dove dico io… e non sotto i tavoli. Maria”.

Con Caterina ci siamo sbizzarriti ad immaginare quale fosse quel posto sottinteso dalla Maria, fra le p. oppure nel buco del c.?, Comunque il messaggio era forte e chiaro adatto a menti semplici. Altra ingiunzione, affissa a fianco del bancone, recitava: “Chi usa le penne x scrivere è pregato di chiedere al barista e restituire al medesimo”. Evidentemente c’è qualcuno che le penne le usa anche per scopi diversi, oltre che per la scrittura, ma la chiarificazione –sulla penna che deve essere restituita al barista- evidentemente era frutto dell’opera letteraria del marito di Maria, un omone par suo.

E la prova la ebbi giorni addietro allorché assistetti ad una scenetta fra un extracomunitario ed il barista stesso: “Vorrei una penna..” – “Che ci devi fare?” – “Ci devo scrivere un numero di telefono”.. Al che sbuffando e controllando la direzione che la penna prendeva l’omone gliela allungava, accertandosi (con occhio indagatore) sull’uso e sulla celere restituzione della stessa. Eh sì, di questi tempi anche una penna fa gola…. E poi si sa gli extracomunitari viaggiano al risparmio. Ad esempio il giorno del primo dell’anno, eravamo lì al bar di Maria, essendo l’unico aperto in tutta Spilamberto, la calca era tanta… Pareva che tutti si fossero dati appuntamento lì… Ad un certo punto, aspettando al bancone il nostro turno, assistetti all’ingresso in massa di una dozzina di albanesi (o forse romeni, non so), che si precipitarono a congiungersi ad altri di loro già seduti ad un tavolo (non vi dico la ressa attorno al tavolo), mentre un paio di loro ordinavano a Maria “tre caffè”. Proprio 3 caffè…

Ma torniamo al presente, qual è la lezione appresa oggi? Sono ben due: la prima è che sulle pagine dell’Unità e della Stampa campeggiavano i titoloni dei disaccordi fra il monti ed il bersani sull’uso delle uscite elettorali fatte in Rai… e l’altra, all’uscita dal bar, ultima avvertenza di Maria, che recitava: “Attenzione, si scivola!”.

Paolo D’Arpini

…………………………

Intervento chiarificatore sull’uso strumentale delle liti in corso:
Non fatevi fregare. Le finte baruffe tra Monti e i trinariciuti sono il normale copione elettorale. Monti recita la parte del Dott. Balanzone, ipocritamente misurato, per mantenere l’aplombe da professore, affidabile, sicuro. Bersani, l’Arlecchino di turno (Ricordate Moliere? “Arlecchino servitore di due padroni?”….), reagisce con la compostezza di un cavallo in un acquario: vorrebbe fare il benzinaio ed invece gli tocca fare il ragioniere. Vendola cerca di ritagliarsi il ruolo di Pulcinella, mormorando parole che in bocca ad un politico sembrerebbero feroci, ed invece in bocca sua sono solo patetiche frasi sussurrate da Colombina.
E’ tutto un teatrino, miserabile per fingere un distinguo che non c’è. Sanno che poi dovranno recitare Pinocchio: il Gatto e la Volpe, ai danni del cittadino Pinocchio, che andrà a sotterrare gli zecchini-voti per vederseli regolarmente fregare.
Dall’altra parte il Cai-nano Silvio afferma che l’accordo con la Lega è vicino. Prima considerazione: per il bene della Lega ricordo che Berlusconi è un bugiardo professionista. Poi ricordo Maroni, e perdo ogni speranza. La Lega dovrebbe, a mio avviso, per salvare un microscopico motivo di esistenza, chiamarsi fuori, correre da sola, aspettare un giro. Che sarà breve, brevissimo, oltretutto. Ma la brama, la sbavante voglia di una poltrona, quella che sia, potrebbe indurre a scelte “democristiane”. Tristezza galoppante, soprattutto guardando le facce della base leghista. Vedremo. Fabrizio Belloni

Commenti disabilitati

2013 Spilamberto: La notte senza tempo is over! Anche quest’anno l’abbiamo sfangata (nel senso che c’era poco fango lungo il percorso)

Resoconto di Caterina Regazzi:

Scrivo a penna, la mattina del 1 gennaio 2013, dvanti alla porta finestra del soggiorno; il sole fuori splende (anche se le previsioni di Aldo annunciano una perturbazione in arrivo), Paolo è al computer in camera che prepara il Giornaletto del 2 gennaio (cioè oggi per chi legge oggi), Viola dorme tranquilla (almeno si spera), nel suo lettuccio a castello, insomma è un buon inizio di anno.
La sera del 31 dicembre 2012 abbiamo rinnovato l’esperimento della Notte senza Tempo. E’ una tradizione di vecchia data per Paolo da Calcata ed ormai triennale per me e mi fa piacere lasciare una traccia, un piccolo resoconto.
Fino all’ultimo, come sempre, non si sapeva chi ci sarebbe stato e chi no. Chi, invitato, all’ultimo non sarebbe potuto venire; chi, neanche conosciuto oppure neanche mai incontrato, telefonava “prenotando” un posto per sé, chi telefonava pensando che Paolo fosse ancora a Calcata: “Sono Domenico, frequento Calcata e vorrei partecipare alla Notte senza Tempo….”.
Nel tardo pomeriggio ho preparato la tavola, una bella insalata e tagliato a pezzetti le buone focacce di Rosalba, che così, anche se assente, era un po’ con noi. Poi sono arrivati: Aldo da Savignano, con uova e marmellate di sua produzione (accompagnato da Maria che però non si è potuta trattenere a causa di un altro impegno di solidarietà); Regina da Vignola, con un misto di verdure cotte e crude e con le vesti spumeggianti ma con abiti e stivali di ricambio per la passeggiata; Dario, con pane fatto da lui con pasta madre e cotto al forno a legna, proveniente da Prignano sulla Secchia; Roberto di Budrio, nella bassa bolognese, amico del canapofilo Fuzzi, con una pentola di riso vegano integrale con verdure; per ultima, trafelata per i vari e numerosi brindisini che l’avevano tenuta occupata sino all’ultimo, Rosa da Modena con un intingolo di tofu e mele, dolci vari e prosecco.
Nell’attesa di Rosa c’eravamo seduti in salotto, come dei bravi borghesi, per conoscerci un po’ e così ognuno a rotazione ha detto qualcosa di sé.
Sono venuti fuori racconti interessanti di esperienze di vita, che io e Paolo non abbiamo esitato a “riconoscere” come bioregionali. Quel tipo di bioregionalismo che si manifesta nel ritorno ad una vita contadina, il più semplice possibile, senza inutili orpelli, in sintonia con la natura e la comunità locale. Interessante soprattutto il racconto di Dario sulla coltivazione condivisa di un ettaro di collina coltivato a grani antichi, senza aratura né uso di prodotti chimici.
Poi, finalmente, è iniziata la cena, abbondante ma naturale, condita di parole, sguardi e sorrisi, complimenti e brindisi. Di seguito il rito della scrittura dei pensierini buoni e cattivi. Quelli buoni (che seguono) per lanciarci /lasciarci un messaggio e gli per esprimere (più o meno segretamente) le cose che vorremmo abbandonare o cambiare nel nuovo anno.
Verso le ore 23 siamo partiti alla volta della passeggiata notturna, con la fedele cagnetta Magò, facendo all’andata un percorso un po’ diverso dal solito, per stradine anche asfaltate e campi aperti, cosa che ci ha fatto godere ed apprezzare maggiormente la presenza, alta in cielo, di una luna quasi piena, che creava ombre sul terreno. Il cielo era senza nubi e senza nebbia e proprio per questo la temperatura era alquanto rigida; l’erba e la terra umida scricchiolavano sotto i nostri piedi. Si andava benissimo senza la luce delle torce che comunque avevamo appresso (spente).
Arrivati al posto stabilito dove avevamo precedentemente preparato un cerchio di sassi abbiamo ammirato la luce della luna riflessa sull’acqua gorgogliante del Panaro e acceso il fuoco. Avevamo così tutti gli elementi: aria, acqua, terra, fuoco… e cielo.
Abbiamo bruciato i bigliettini (con i pensieri cattivi) e siamo rimasti in contemplazione delle fiamme finchè un po’ “imbarbagliati” ed un po’ infreddoliti ci siamo decisi a rientrare. La nottata si è conclusa con alcuni canti: Shiva Manasa Puja, Gurudeva Hamara Pyara e per finire il mantra cristiano Christus Vincit. Libagione di buon augurio, dolcetti e ultime chiacchiere prima di lasciarci ognuno per le proprie case (meno Aldo che si è coricato sul divano della tavernetta).
Al prossimo incontro e buon 2013 a Tutti!

…………………..

Relazione di Dario Vesprini:

Salve, mi chiamo Dario e sono eccezionalmente un contadino (per non dire un contadino eccezionale!?). Ieri sera ho partecipato alla camminata NOTTE SENZA TEMPO con altri sei amici e amiche mai visti prima (ed è straordinario come ci possa essere un sentimento di amicizia anche con persone che non si sono mai viste prima). E’ stata un’esperienza molto bella, nella sua semplicità (forse, bisognerebbe dire: archetipicità).
Quando ci siamo trovati intorno al fuoco, su una riva del fiume Panaro, le cui acque riflettevano la luce lunare (allo stesso modo che nostri volti le vampe del falò?!), dopo aver fatto il nostro rituale di purificazione (sotto la guida di Paolo), mi è venuta in mente, per una sorta di immedesimazione, una storiella ebraica, che ho pur cercato di riferire con qualche approssimazione; che, ora, qui di seguito posso riportare integralmente:
“(…) si narra come un Rabbi di celebrata saggezza, allorché gli toccava un compito difficile, si recava in un certo punto nel bosco, accendeva un fuoco propiziatorio, si raccoglieva in preghiera, e la cosa desiderata si adempiva. Alcune generazioni dopo un altro illuminato Rabbi, Mosé Leib, trovatosi di fronte allo stesso compito andò nel bosco e disse: ‘Non possiamo più accendere il fuoco, non conosciamo più le parole antiche, segrete preghiere, però sappiamo ancora dov’è questo punto del bosco’. E ottenne quanto chiedeva. Passarono altre generazioni e Rabbi Israel, nella medesima situazione, chiamò a sé i suoi e disse:‘I secoli sono trascorsi, non possiamo più accendere quel fuoco, non possiamo più dire quelle misteriose preghiere, non conosciamo più nemmeno il luogo nel bosco, ma possiamo raccontare di come la cosa si è adempiuta nel passato. E la cosa si adempì ugualmente anche quella volta per forza di commemorazione’.
Ecco, secondo me, noi abbiamo vissuto questo tipo di esperienza!
Buon Anno a tutti.

…………….

Pensierini di buon auspicio:

“Auguro per me e per tutti noi presenti ed assenti di sentirci sempre parte dell’Universo e di superare separazioni e settarismi, inglobando il diverso, per formare un tutto Uno.”

“Sia prosperità, abbondanza, creatività, in ogni luogo in ogni dove, in ogni tempo, per tutte le creature. Om Shanti Om.”

“Uomo e natura sono parti complementari ed equilibrate di un organismo sistemico.”

“Nel sentiero della notte senza tempo non c’è tempo e non c’è luogo, siamo sospesi”

“Scusate se dico “io”. Io credo fermamente nella pace. So di non essere all’altezza di ciò in cui credo. Tuttavia uguro PACE a tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Intorno a questa tavola sono sicuro che ce ne siano almeno 6, me escluso.”

“Arrivare alla consapevolezza che Madre Terra è un organismo vivente e siamo suoi ospiti.”

“Da qui all’eternità -dove c’è l’infinito presente- noi ci siamo ora! Grazie.”

……………

Considerazione di Paolo D’Arpini:

Questo rito che ormai mi accompagna da tanti anni è sempre una sorta di meraviglia. Non c’è traccia di comportamento codificato eppure tutto sempre si svolge allo stesso modo. Una cerimonia sacrale in cui si è consapevoli del momento vissuto e basta.
Divertente osservare come di volta in volta le variazioni sul tema appaiono come note in fila su una partitura in cui la musica si ripete – in un raga- impercettibilmente sempre diversa, ma riconoscibile.
In particolare questa Notte Senza Tempo, mi ha ricordato le serate trascorse a parlare di terra ed acqua e di cibo e di convivialità, parlare… No! Vivere insieme.

Commenti disabilitati

Lucia Guida: “Recensione di Vita Senza Tempo di Caterina Regazzi e Paolo D’Arpini”

Amore è il fatto che tu sei per me il coltello con cui frugo dentro me stesso”

‘Che tu sia per me il coltello’, David Grossman

Un amore “settembrino”, quasi “senza tempo”, quello narrato da Paolo D’Arpini e da Caterina Regazzi nel loro bel libro “Vita senza tempo”, raccolta epistolare della selezione di un nutritissimo carteggio virtuale che inizia il 24 aprile 2009 e si conclude il 7 luglio 2010.

Ne abbiamo parlato con passione e con sentimento domenica 9 dicembre 2012 a OliS in un’intervista a tre mani, caratterizzata anche dal pieno coinvolgimento empatico del pubblico presente.

Il libro si dispiega in maniera graduale, partendo dall’iniziale fase amichevole della conoscenza reciproca di Paolo e Caterina, nutrendosi di un corposo segmento intermedio di approfondimento e approdando, infine, a una relazione stabile sentimentale. Un ruscello che
convoglia le proprie acque in modo equilibrato prima di diventare fiume e sfociare in una conclusione ideale, quella di apertura verso il mare e verso la vita stessa, rivista da Caterina e Paolo in un’ottica di condivisione e comprensione l’una per i punti di forza e i punti di debolezza dell’altro e viceversa, come in un amore maturo e realmente fruibile dovrebbe sempre essere. Un sentimento forte e corposo ma non scevro da dubbi, piccole incertezze, sussulti dovuti alla frenesia del vivere quotidiano sperimentati da Caterina, veterinaria, accolta in un abbraccio ideale dalla disponibilità “appassionata/spassionata” di Paolo, spirito libero e pensionato, spesso ago della bilancia della quotidianità di entrambi.

Il dialogo procede secondo ritmi variabili, trattando moltissimi temi attuali e contemporanei: relazioni umane e loro spendibilità nel reale e nel web (quest’ultimo visto come modalità privilegiata e catalizzante di comunicazione, seguita tuttavia da un’indispensabile conoscenza “de visu” ); accettazione amorevole e consapevole di se stessi come premessa indispensabile per l’instaurazione di rapporti affettivo-sentimentali-relazionali positivi e durevoli di amicizia e amore; scelte esistenziali sentite con particolare riferimento alla salvaguardia dell’ambiente, alla tutela del benessere degli animali anche in rapporto a stili alimentari vegetariani o vegani. Accomunate sempre e comunque dal profondo rispetto di tutto ciò che ci circonda.

L’idea di vivere spensieratamente ma non superficialmente per arrivare gradualmente ma in modo maggiormente sentito e con naturalezza a determinate scelte di vita, senza forzare la mano a un processo che,
una volta innescato, porta inevitabilmente alle giuste conclusioni.

L’attribuzione, infine, di un peso rilevante al momento presente, da gustare intensamente scevro da ombre passate (o forse, meglio, non appesantito ma arricchito dalla positività di ciò che è stato) e di moderata propedeuticità verso un futuro ancora tutto da costruire con i piedi ben piantati per terra in un hic et nunc concreto e costruttivo.

Lucia Guida

……………..

Le citazioni

Ben amalgamate nella narrazione, le riflessioni di Caterina e Paolo
abbondano senza, tuttavia, il minimo sentore di pretenziosità. Una
sorta di corollario, fruibilissimo per tutti, di vita vissuta, agita.

Paolo D’Arpini:

“ Viviamo in una società che non tiene conto del valore della vita di
altre specie ed è per questo che una dieta vegetariana sarebbe
indicata sia per motivi etici, che tuttavia sono meno importanti, che
ecologici.”

“Le sensazioni più negative sono solo oscuramenti che sorgono nella
mente, tanto vale non tenerne conto e procedere risolutamente nel bene
… “

“Occorre accettare la propria solitudine e volersi bene come siamo,
senza aspettative né desideri, allora nel silenzio l’amore fiorisce e
non è più compensazione ma una semplice espressione di sé”

“Quando sono in viaggio mi muovo come se fossi in sogno, non so mai
quello che succede realmente e quali sono le cose da fare, anche se un
sottofondo di conoscenza o di ricordo dei percorsi e dei modi mi resta
nella memoria”

“Le cose accadono perché ce le cerchiamo ma anche a volte contro la
nostra volontà. Io, sinceramente, non credo che il nostro destino sia
segnato ma che “attiriamo” o “respingiamo” le persone, gli eventi, le
atmosfere a seconda di quello che siamo e che sentiamo e quindi di
come noi ci poniamo”

“Non è meglio immergersi nel tutto e accettare, vivendo e basta? Dove
per accettare voglio dire anche lottare, se necessario”

“La santità è una cosa diversa dalla saggezza”

“Ognuno di noi ha bisogno di essere addomesticato per poter risultare
consono in un rapporto ma questo non significa perdere le proprie
caratteristiche, anzi significa capire come accettarle e farle
accettare con dolcezza”

“Ama e non preoccuparti … ama e basta”

“Ricordiamo sempre che possiamo solo compiere ciò che è a noi
possibile, non ciò che riteniamo dovrebbe essere”

“L’amore è un gran livellatore dell’io”

“ (…) provo per te un infinito amore e cerco una fusione con te, uno
stato dell’anima in cui non abbia più “bisogno” di chiederti alcuna
spiegazione. Sciogliermi in te, restando me”

“Sii te stessa senza remore e non avrai mai da pentirti”.

………….

Caterina Regazzi:

“E’ più difficile fare di ogni scelta che ha risvolti commerciali una
scelta consapevole sui risvolti ecologici, etici, sociali che
comporta (…) Tutti dovremmo guardare un po’ di più alle implicazioni
che i nostri comportamenti sottendono … senza che il nostro ego ne
abbia a gonfiarsi troppo.”

“Ero felice anche prima, Paolo, finalmente dopo tanti anni passati a
subire la vita, ora ho imparato ad amarla incondizionatamente come si
ama un figlio e forse proprio per questo ho incontrato te”

“L’amore non si può pretendere, ma non solo l’amore tra uomo e donna,
tutti i tipi di amore (…) ti amo come sei senza chiedermi neanche più
di tanto come sei”

“ (…) siamo tutti un po’ “sciroccati” e tutti, chi più, chi meno, ci
attacchiamo a delle immagini, a delle esperienze fuori da noi, per
poter dare “un valore aggiunto” alla nostra vita”

“Se rinasco vorrei rinascere gabbiano, tanto lo so che dovrei
retrocedere nella scala evolutiva ma almeno forse, per una vita di
gabbiano mi sentirei più libera”

“Meravigliosi i momenti in cui non capisco dove finisci tu e dove comincio io”

“La ricerca della felicità è un istinto naturale (…) Per me la
felicità si raggiunge essendo in armonia con il creato, provando amore
per se stessi e per gli altri”

“ (…) sognando, ad occhi chiusi o aperti, a volte si scoprono energie
e scenari che ci fanno vedere al di là delle semplici consuetudini e
ci mettono in contatto con il nostro Sé”.

Presentazione di “Vita senza tempo” a OliS, Associazione Culturale di Montesilvano (PE) – 9 dicembre 2012

Commenti disabilitati

Ogni giovedì sera a Spilamberto canto dello Shiva Manasa Puja e mantra, segue condivisione prasad e convenevoli amicali

Durante il viaggio di ritorno da Treia a Spilamberto, e parlando con Caterina per tenerla “sveglia” durante la guida, abbiamo pensato di organizzare una serata di canti e meditazione da tenersi il giovedì sera a casa di Caterina a Spilamberto, con inizio verso le 19.30. Ci sarà la recitazione del Shiva Manasa Puja, Gurudeva Hamara Pyara e due o tre mantra. Il tutto dura una mezz’ora o poco più. Al termine condividiamo il prasad (cibo vegetariano) da ognuno portato.

E’ un bel po’ di tempo che pensavamo di stabilire questa nuova routine ed infine l’abbiamo deciso anche per soddisfare il nostro piacere personale di dedicarci al canto ed alla musica. Ricordo di aver letto in uno dei discorsi di Nisargadatta che qualcuno gli aveva chiesto -considerando che lui era un Jnani aldilà di ogni dualismo- perché dedicasse tanto tempo a cantare bhajan assieme a i suoi devoti. Infatti ricordo bene durante la mia visita al saggio che ci fu l’esecuzione di un bel mantra estatico, tutti in piedi quasi danzando e tutti assorti e pieni di emozione a cantare il nome di Dio, forse quello di Shiva od un altro che non ricordo.

Beh, Nisargadatta a tutti coloro che gli chiedevano perché e per come, sui canti, sul fatto che lui mangiasse carne, sul fatto che lui fumasse i beedies, o simili cose incongruenti con l’immagine che un realizzato dovrebbe avere secondo l’osservatore, egli rispondeva con un “Embeh, che c’è..?!” – come si dice a Roma.

Ogni persona ha le sue tendenze innate e non c’è impedimento tra lo svolgimento di queste e la realizzazione, che è un fatto che supera i concetti mentali. I canti o la meditazione non servono a concretizzare l’esperienza della realizzazione, come il fumare od il mangiar carne non la impediscono. Perciò i nostri canti del giovedì sera non hanno alcuno scopo se non quello di ammorbidire l’animo e lasciarci un cuore trepidante e fornirci l’occasione di un appuntamento conviviale.

Riporto qui di seguito alcune informazioni sull’inno che andremo a cantare il giovedì:

Lo Shiva Manasa Puja è l’inno che dal 1973 canto ogni sera prima di addormentarmi. Dicono che la sua potenza sia tale da purificare completamente la mente del recitante, e cancellare ogni peccato commesso volontariamente od involontariamente durante la giornata. Non so se sia vero ma credo di sì.. poiché appena recitato l’inno piombo in un sonno ristoratore e senza sforzo…

E’ un inno dalla musicalità molto delicata, è un elenco di azioni rituali, è una visione della Bhakti, il non-pensiero devozionale che ci rende Bacchi, secondo la fulminea intuizione di Danielou, il Bhakta è il Bacchos, colui che è posseduto dal divino entusiasmo. Più sereno e con dolcezza, Shankaracharya: Shiva Manasa Puja.

Di seguito parte del testo con traduzione.

Rathnai Kalpitham asanam, Himajalai snanam cha divyambaram,
Naana rathna vibhushitham mruga madha modhanvitham Chandanam,
Jathi champaka bilwa pathra rachitham, pushpam cha dupam thathaa,
Dipam deva dayanithe pasupathe, hrud kalpyatham gruhyatham.

Ti offro un trono immaginario adorno di preziosi, un bagno d’acqua delle nevi dell’Himalaya, paramenti di seta da indossare, e gioielli preziosi a profusione.
Ti offro muschio e sandalo, e fiori di Bilwa e Champaka, la lampada rituale, e questi doni li offro attraverso l’occhio della mente, Oh Dio misericordioso e Signore di tutti gli esseri. Accetta la mia offerta e concedimi la Tua benedizione.

Souvarne nava rathna Ganda Rachithe, pathre Grutham Payasam,
Bakshyam pancha vidam Payo dadhiyutham, rambha phalam panakam,
Saaka namayutham jalam ruchikaram, karpura gandojwalam,
Thamboolam manasa maya virachitham Bhakthyo prabho sweekuru

Ti offro il burro chiarificato e il dolce payasam in un vaso d’oro con nove gemme preziose, Ti offro cinque piatti diversi di cagliata e latte, banane, verdure, acqua e foglie di betel, Ti offro la canfora ardente e campanelli tintinnanti, questi doni nella mia mente sono offerti con devozione assoluta a Te, Signore, ti prego accettali e accordami la tua benedizione.

Chathram Chamarayoryugam vyajanagam, chaa darshakam nirmalam,
Vina bheri mrudanga kahala kala githa nruthyam thada,
Sasthangam pranthi sthuthir bahu vidha, hyethat samastham maya,
Sankalpena samapitham thava vibho, pujam gruhana prabho.

Ti offro il giusto altare e dei ventagli decorati, uno specchio lucente, Ti offro Vina, timpani, Mrudanga e un tamburo gigante, Ti offro canti, balli e grandi inchini, ogni tipo di preghiere, Tutti questi doni ti offro, mio Signore, mentalmente e Ti prego di accettare questa mia adorazione.

Aathma thwam Girija Mathi sahacharaa, prana sarreram gruham,
Puja they vishayopa bhoga rachana, nidhra samadhi sthithi,
Sanchara padayo pradakshina vidhi, sthothrani sarva giroh,
Yadyath karma karomi thathad akhilam, shambho thavaradhanam.

La mia anima è il tuo tempio, mio Signore. Le mie opere sono i tuoi servitori, il mio corpo è la tua casa. Le gratificazioni dei miei sensi sono atti di culto, il mio sonno è meditazione profonda su di Te, tutti i miei passi sono circumambulazioni di Te, ciò che esce dalla mia bocca sono preghiere per Te. Oh Signore, tutto quello che dico e faccio è una forma di devozione per Te.

Kara charana krutham vaak kayajam karmajam vaa,
Sravana nayanajam vaa maanasam vaa aparadham,
Vihithamavihitham vaa sarva methath Kshamaswa,
Jaya Jaya katunabdhe sri Mahadeva Shambho.

Oh Signore perdona tutto ciò che ho compiuto con le mani, con l’azione, con il corpo o l’udito, con la vista, o con la mente, ciò che è legittimo e ciò che non lo è stato. Oh Benevolo, Oceano di Misericordia, sia lode al più grande degli Dei, al Benevolo.

Matha cha Parvathy Devi,
Pitha devo Maheswara,
Bandhava Shiva Bakthamscha,
Swadeso Bhuvana thray.

Mia madre è la dea Parvati, mio padre è il Signore Shiva, i miei amici sono i devoti di Shiva e la mia terra natale si estende sui tre mondi.
(traduzione di Beatrice Polidori)

Vi aspettiamo, Paolo e Caterina

Commenti disabilitati

Montesilvano (Pe), 9 dicembre 2012 – Lucia Guida presenta: “Vita senza tempo” di Caterina Regazzi e Paolo D’Arpini

OLIS : Via Toscanini, 14 – Montesilvano (Pe): Domenica 9 Dicembre, ore 18.00

Programma:

● Canto dei Mantra: Gayatri Mantra e Om Namah Shivaya

Presentazioni d’autore a cura di Lucia Guida di:
Vita senza Tempo di Paolo D’Arpini e Caterina Regazzi

Segue: Pianeta coppia: dalla crisi all’armonia Raffaello Caiano, Aspic Pescara

Ingresso Libero – Info: 393.2362091

Note sul libro “Vita senza tempo” (edito da Vivere Altrimenti):

Caterina e Paolo sono due anime che si sono incontrate e subito riconosciute e così, per gioco e seriamente, con dedizione e senza aspettative, hanno cominciato a camminare insieme senza recedere dal loro “impegno mondo”.

Le loro vite, fino a quel momento, erano state molto diverse, come se il destino avesse aspettato a far convergere le loro strade quando fossero realmente pronti ad accogliersi e ad amarsi.

Questo libro descrive, con parole intime, la storia di un amore “settembrino”, un coinvolgimento quasi sorprendentemente “adolescenziale”, senz’altro inusitato per le rispettive fasi anagrafico-esistenziali e che dunque, come tale, “abolisce il tempo”. Un momento di profonda ispirazione per le persone mature, per imparare ad amare nell’età di mezzo e per i più giovani, per imparare ad invecchiare amando. In breve: un testo sull’universalità e l’atemporalità dell’amore più autentico.

Breve biografia:

Caterina Regazzi (classe 1959), veterinaria, è il referente della Rete Bioregionale Italiana per il rapporto uomo-animali. Vive a Spilamberto (MO) dal 2000 dove lavora e “si prende cura del proprio sé”.

Paolo D’Arpini (classe 1944), pensionato, è stato uno dei primi ri-abitanti della comunità di sperimentazione artistica, politica, sociale e spirituale di Calcata, alle porte di Roma.Dagli anni ’70 agli anni ’90 ha ripetutamente soggiornato in India ed in Africa. Ha collaborato in qualità di free lance con numerose testate, televisioni e radio. Vive attualmente a Treia (Mc) dove si dedica soprattutto alla sua attività di blogger.

Commenti disabilitati