Non sono siriani, quei tagliagole chiamati “ribelli democratici” che combattono contro il governo legittimo siriano e che si fanno notare in continuazione per i loro atti schizofrenici di gratuita violenza. Sono mercenari reclutati ovunque e foraggiati da USA, NATO, Turchia e paesi del Golfo.
Eppure i media main stream continuano a elogiarli ed a incensarli per le loro “opere meritorie”. E persino delle ONG pseudo pacifiste aggiungono i loro lai per tesserne le lodi e chiedere la loro “protezione” (vedi l’ultima boutade di Amnesty International: http://paolodarpini.blogspot.it/2016/08/siria-quel-che-i-giornali-non-dicono.html) ed ora che i tagliagole -come sembra dalle ultime notizie sul campo- stanno per essere sconfitti, finalmente, e sradicati dal territorio siriano le pseudo associazioni pacifiste inneggiano alla tregua, alla pace, alla cessazione delle ostilità. Roma, Piazza Santi Apostoli, il posto migliore per scendere in piazza e versare lacrime di coccodrillo: venerdì 2 settembre 2016 si terrà un Sit-In di “pacifisti”, che hanno sostenuto i “ribelli” ed ora manifestano per la pace in Siria e chiedono “Stop bombe in Siria”.
Comunicato Stampa:
IL 2 SETTEMBRE LE “SOLITE” ORGANIZZAZIONI CHE FIN DALL’INIZIO HANNO SOSTENUTO LA CAUSA DEI COSIDDETTI “RIBELLI” CHE DA 5 ANNI CERCANO DI DESTABILIZZARE UN PAESE CIVILE, LAICO E SOVRANO, COME LA SIRIA, CONTRIBUENDO AD INSANGUINARLO E A RIDURLO ALLO STREMO, ORA MANIFESTANO PER LA “PACE”.
C’E’ UNA SOLA STRADA PER RIPORTARE LA PACE IN QUEL MARTORIATO PAESE:
-PORRE FINE ALLE DURISSIME SANZIONI CON CUI L’ITALIA E ALTRI PAESI OCCIDENTALI STANNO AFFAMANDO LA SIRIA PER RENDERE IMPOSSIBILE LA VITA ALLA POPOLAZIONE; CHE INFATTI E’ COSTRETTA AD EMIGRARE IN MASSA.
-PORRE FINE AL CONTINUO AFFLUSSO DI FINANZIAMENTI, ARMI E MERCENARI CHE ALIMENTANO LE BANDE TERRORISTE E JIHADISTE CHE OPPRIMONO IL PAESE CON LA COMPLICITA’ DI MOLTI PAESI OCCIDENTALI, E DEI LORO ALLEATI, COME LA TURCHIA, L’ARABIA SAUDITA ED IL QATAR.
-PORRE FINE ALLA CONTINUA CAMPAGNA MEDIATICA DI FALSITA’ AMMANTATE DA FINTE MOTIVAZIONI UMANITARIE NEI CONFRONTI DELLA SIRIA.
-LASCIARE CHE I SIRIANI DECIDANO DA SOLI IL LORO DESTINO E DA CHI VOGLIONO ESSERE GOVERNATI.
(Vincenzo Brandi della lista Comitato No Nato e lista NO WAR)
Chi ha sostenuto (e forse sostiene ancora?) la guerra in Siria, può chiedere la pace senza ammettere l’errore?
Chi non si oppone alle sanzioni economiche ai siriani può chiedere l’ assistenza umanitaria ai siriani ?
L’ Italia con l’alleanza USA, Arabia saudita, Turchia, Egitto, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Francia, Gran Bretagna, Germania, ha sostenuto la guerra dell’opposizione armata al governo siriano, l’Unione Europea e gli USA da 5 anni fanno un embargo economico alla Siria e ai siriani. Si può essere per la pace in Siria senza essersi opposti (opporsi) alle attività belliche degli autodefinitisi “Amici della Siria”?
Si può essere per l’assistenza umanitaria ai siriani, senza essere contro le sanzioni economiche ai siriani?
(Marco Palombo, Lista No Nato)
Noi vegetariani del Circolo VV.TT. siamo dubbiosi sulle ragioni del Sit-In del 2 settembre 2016 a Roma, ma questa iniziativa avrà una grossa copertura da parte dell’informazione, quindi dobbiamo intervenire anche noi che abbiamo condiviso una lettura diversa della guerra siriana, perciò se qualcuno dei nostri volesse esserci lo invitiamo a farsi portatore del nostro dissenso per la politica estera dissennata ed ipocrita che l’Italia persegue in Medio Oriente.
Paolo D’Arpini – Circolo vegetariano VV.TT.
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Integrazione – commento ricevuto via Email:
Il 2 settembre si terrà un sit-in “umanitarista” per la pace in Siria. Questa manifestazione è stata indetta da organizzazioni che in tutti questi anni, apertamente o obliquamente, hanno sostenuto gli attacchi dei tagliagole alla Siria laica e indipendente, con continue accuse sostenute da patenti e spudorate menzogne contro Assad e l’Esercito Arabo Siriano, come Amnesty, Tavola della Pace, Amici di Padre Paolo Dall’Oglio, o con immotivati silenzi, come Un Ponte per … .
Stupisce però l’adesione della rivista “Confronti” che finora era stata una notevole voce fuori da questo coro ipocrita.
Nel propagandare questa iniziativa, ancora si fa ricorso all’immagine del piccolo Omran fotografato sporco di polvere sul seggiolino di un’ambulanza. Un’immagine che ha fatto il giro del mondo grazie all’informazione mainstream.
E’ stato ormai stabilito che quell’immagine è stata una messa in scena organizzata da un gruppo di tagliagole affiliati ad al-Nusra/al-Qaida (filiale “Zenki”) e specializzati, quelli sì, nell’uccisione di bambini, tra cui un dodicenne palestinese da loro decapitato. Una messa in scena subito utilizzata dai propagandisti di guerra occidentali nell’ambito di una campagna orchestrata internazionalmente.
A stabilirlo non sono stati organismi governativi siriani, né i servizi di intelligence russi ma, state bene a sentire, l’Associated Press. Nonostante cotanta fonte d’informazione, i media occidentali non hanno riportato la notizia: ovviamente non potevano auto-smerdarsi e venir meno alla consegna propagandistica dei loro “azionisti di riferimento”, cioè dei centri di potere occidentali e mediorientali che foraggiano e armano i tagliagole (in senso letterale).
Meno che meno potevano far girare la foto che ho allegato, perché in questo caso si tratta di una piccola vera vittima dei bombardamenti dei “ribelli” asserragliati in alcuni quartieri di Aleppo:
Ecco la storia di Mahmoud riassunta dal dottor Nabil Antaki, medico di Aleppo Ovest, in francese, inglese e arabo (https://it-it.facebook.com/nabil.antaki.14/posts/692872734198237): «Mahmoud, 6 anni, è nato senza braccia. Otto mesi fa un colpo di mortaio tirato dai “ribelli” ha centrato l’appartamento della sua famiglia e lo ha colpito alle gambe. All’ospedale al Razi hanno dovuto amputargliele. Le ferite non si stavano rimarginando bene ed è stato trasferito da noi.Speriamo che un giorno potrà avere delle protesi e camminare. Lo curiamo nel programma “Civili feriti di guerra”. La storia vera di Mahmoud va raccontata a tutti. Lui dovrebbe essere l’icona delle sofferenze dei bambini siriani. Ne ho visti tanti, feriti da proiettili e mortai, alla testa, al petto…».
(Ringrazio Marinella Correggia, coraggiosa giornalista, per aver condiviso questa straziante testimonianza: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2016/08/29/aleppo-se-e-lecito-mostrare-il-dolore-infantile-per-sensibilizzare-contro-una-guerra/ -).
Aleppo è stata assediata per anni dai tagliagole foraggiatti da USA, Qatar, Arabia Saudita e Turchia senza che nessuna organizzazione umanitarista abbia sentito il dovere di mobilitarsi, nonostante i ripetuti appelli dei più prestigiosi esponenti di tutte le confessioni cristiane presenti nella città. Ora che le sorti stanno cambiando ed è l’Esercito Arabo Siriano che assedia i pochissimi quartieri che erano caduti in mano ai tagliagole, si parla di “nuova Sarajevo”. Prima, evidentemente, quando era la lealista Aleppo ad essere assediata e martoriata con accanimento, il nome “Sarajevo” non poteva essere speso (e le vittime dei tagliagole assedianti venivano imputate ai difensori della città, con ripetute menzogne sostenute dalle organizzazioni “umanitariste”).
Ma in realtà, Aleppo non è una “nuova Sarajevo”, bensì una nuova Stalingrado.
Le scelte sono allora ineludibili. E sono per forza chiare anche se si cerca di mascherarle in ogni modo.
Chi come me è stato in Siria poco prima che venisse attaccata, ha il cuore spezzato a vedere come una nazione civilissima che stava progredendo, che stava risolvendo i suoi problemi, anche politici, coi propri tempi e viveva in pace da decenni (anche con Israele, nonostante tutto), sia stata deliberatamente e di punto in bianco cacciata in un incubo il cui orrore è sopra ogni immaginazione, per un semplice motivo: contenere la Russia e la Cina (e, in the process, venire incontro alle mene neocoloniali di Francia e Inghilterra, in affanno per la crisi sistemica).
Gli Dei della “nazione eccezionale” dalla loro dimora lungo il fiume Potomac a 9.434 km di distanza avevano deciso che o la Siria si faceva inglobare nel sistema imperiale di potere, oppure doveva grondare sangue dalla testa ai piedi. Questo è quanto. Questo è il punto. Questo è tutto l’essenziale.
Mi dispiace, ma il 2 settembre a Roma me ne starò ben alla larga da quel sit-in.
Piotr
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Commento ricevuto:
“Ho ascoltato la sera del 2 settembre il TG2 delle 8,30. Come previsto, la squallida manifestazione dei SS. Apostoli (organizzata dai finti “pacifisti” dell’ARCI, Amnesty, Un Ponte Per, FNSI, Tavola della Pace, ed – ahimè – anche S.Egidio) ha avuto vasta eco alla RAI con tanto di accuse al “regime” di Assad di bombardamenti indiscriminati sui civili e sparizione di decine di migliaia di persone. Ha concluso degnamente l’orribile Gentiloni che ha ribadito la necessità di un “governo di transizione” che mandi via Assad.
Benché fosse tutto previsto e scontato (l’ipocrita manifestazione serviva proprio a questo), ho sentito ugualmente un senso di disgusto e di vomito” (Vincenzo Brandi)
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Commento di Francesco: “Finora l’unica documentazione sulla consistenza della manifestazione di oggi l’ho trovata su Radio Radicale. https://www.radioradicale.it/scheda/485113/articolo-21-sit-in-per-sostenere-lappello-alla-tregua-e-il-rispetto-dei-corridoi
Mi sembrava ci fossero quattro gatti”
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Integrazione commento di Marinella Correggia:
Come spiega benissimo e sinteticamente Francesco qui
http://pecorarossa.tumblr.com/post/149888601289/un-consiglio-ai-ribelli-siriani-moderati
c’erano 18 persone in piazza “per la pace in Siria”, il 2 settembre, in realtà funzionale a quei gruppi di “ribelli moderati” che lo Shadi Hamadi relatore finale sostiene da sempre. Credo che i 18 fossero tutti dipendenti salariati – ben salariati – delle rispettive organizzazioni (quanto all’Hamadi, grazie alla tragedia siriana ha trovato Dio nell’orto – per dire di una fortuna insperata).
Insomma: zero militanti; un lavoro come un altro, nelle ore d’ufficio. “Una media di 0,72 persone per associazione”.
Siccome queste associazioni sanno anche fare benissimo la lobby (sempre in ore ufficio), la manif era perfettamenbte inutile: sono già ricevuti da governo e parlamento tutti i giorni. Del resto, come mi pare qualcuno degli impiegati abbia spiegato, “è una conferenza stampa non una manifestazione” (excusatio non petita…).
Le 18 persone sono state riprese infatti da tivù e media.
Allora, a rigor di logica politica, è molto più “manifestazione” una delle tante con magari otto persone che su Siria, Libia, Yemen, negli scorsi 5 anni abbiamo fatto a Roma, Napoli, Milano e altrove. Perché quelle persone non erano in piazza per lavoro ma per militanza. Per non parlare di quando si sono organizzate manif contro la guerra con alcune centinaia o migliaia…a partire da Napoli sulla Libia il 16 aprile 2011, per poi ricordare le manif a Roma e, il 12 marzo, in tutta Italia quest’ultimo anno.
INVECE NIENTE nel nostro caso. ZERO COPERTURA MEDIATICA, ZERO INTERESSE (o meglio: molte ingiurie) DA PARTE DELLE ASSOCIAZIONI TANTO INTERESSATE ALLA SIRIA; e ZERO OVVIAMENTE INTERESSE DA PARTE DEL GOVERNO.
Voi mi direte: ma lì’Arci ha milioni di iscritti (ai suoi bar), Amnesty decine di milioni…
Già. Allora vuol dire che LE MANIFESTAZIONI NON SERVONO A NULLA SE CHI LE FA NON HA ALLE SPALLE MILIONI DI ISCRITTI AL PROPRIO GRUPPO. E SERVONO SEMPRE ANCHE SE CHI LE FA PORTA IN PIAZZA SOLO L’IMPIEGATO.
QUALI CONCLUSIONI DOBBIAMO TRARNE IN TERMINI DI METODI DI AZIONE?
Marinella
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Integrazione di Fulvio Grimaldi:
Manifestazione sporca. Manifestazione pulita (Marinella Correggia). Vermi contro Stalingrado
Poco da scherzare c’è sui quattro gatti spelacchiati che si sono radunati il 2 settembre ai Santi Apostoli di Roma per celebrare Siria delenda est, obiettivo fatto passare per manifestazione per la pace. Erano più numerose le sigle dei rispettivi attivisti, ma quel che conta è che nell’Istituto di formazione di infiltrati, spie, provocatori e inquinatori, qualche credito in vista del diploma se lo sono guadagnati. Nomino solo le sigle più collaudate, quelle in cima al registro dei buoni: Amnesty, Arci, Tavola della Pace, Un ponte per, Amici di Padre Paolo Dall’Oglio…. Tutta gente che da anni si fa valere sui banchi della Buona Scuola Imperiale. L’oggetto sociale di questo florilegio di amici del giaguaro essendo la riproposizione della guerra d’aggressione e del colonialismo genocida che vi prospera, in termini di diritti umani, pacifismo, nonviolenza e democrazia, svolto tale compito nei confronti dell’Egitto delendum est con l’operazione Giulio Regeni, la convocazione successiva è stata per “Aleppo, la nuova Sarajevo”.
Come nel caso della Sarajevo dei pellegrini Nato, preti, tutine bianche, traffichini Ong, cianfrusaglia nonviolenta varia, dove, per la gioia di Madeleine Albright e del Clinton maschio, un assedio e una cacciata della popolazione serba diventavano il martirio dei bosniaci (armati e addestrati per conto Cia da Osama bin Laden), pianti e lamentazioni occultavano le metaforiche pugnalate che, nel contempo, si infilavano nella schiena del popolo siriano. Ovviamente, nella chiassata si sono osservati rigorosamente tutti i punti dell’ordine di servizio Nato. Una cifra a cazzo di cane, ma terrorizzante, sulle vittime dei quasi 6 anni di conflitto; la riproposizione, a dispetto dello sputtanamento consolidato, dell’immagine del bambino Omran, provata costruita e oscenamente falsa; le tonnellate di cenere sulla testa (di Assad) per l’infanticidio di massa in corso e sul quale si strappano con particolare foga i capelli la lobby nazisionista e quella dell’accoglienza UE (entrambi corresponsabili di quei bambini morti o in fuga); tortura, sparizioni forzate, bombe sugli ospedali (implicitamente attribuiti ad Assad); e, immancabile, l’invocazione di corridoi umanitari (esistenti, ma gestiti da russi e siriani) e della tregua (per consentire agli invasori di riprendersi dalle mazzate), mai di una fine all’aggressione.Tutti temi in cima alle priorità delle veline Nato-Golfo-Israele-curdi-jihadisti distribuite ai collaborazionisti italioti. Insomma, il mandato è stato eseguito, magari con ridicola consistenza numerica, ma con formidabile spirito di servizio.
Potrebbe apparire incongrua, sul piano della deontologia giornalistica come su quello della pura logica la presenza di certi partecpanti. Aleppo è difesa dalle truppe patriottiche e assediata, per un terzo, da terroristi mercenari. E’ libera e colpita dai mortai e dall’artiglieria di al Nusra per gli altri due terzi. Gli unici corridoi umanitari sono quelli garantiti dai russi e gli unici soccorsi arrivano grazie a questi corridoi. Aleppo è la Stalingrado della Siria, altro che Sarajevo, come intesa a suo tempo dalle spie pellegrine. Avrebbe poco senso, anzi nessuno, la partecipazione a una manifestazione di chiaro segno di parte – e di quale parte poi! – di organismi deputati alla nostra informazione: Articolo 21 e Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Il primo, associazione che si pone come custode del sacro principio “Stampa cane da guardia del potere”, la seconda, sindacato, cui spetta garantire ai giornalisti la libertà da condizionamenti ed asservimenti. Come questi due istituti intendano la loro missione statutaria, a Piazza Santi Apostoli l’abbiamo visto ribadito e perfezionato.
A proposito, questi due dioscuri del giornalismo libero e onesto stavano anche alle caciare per l’adepto di John Negroponte, Giulio Regeni. Noblesse oblige. – Fulvio Grimaldi