Archivio della Categoria 'Compagni di viaggio'

“Un ‘68 lungo una vita” di Fulvio Grimaldi – Presentazione

“UN SESSANTOTTO LUNGO UNA VITA”, DA FASCIO E SVASTICA A GLOBALISMO BIO-TECNO-FASCISTA
Dopo la prima edizione, esaurita in 15 giorni, escono la seconda edizione italiana e la prima tedesca, onorate dalla prefazione di Vladimiro Giacchè e tormentate dal mio disordine cronologico, geografico e tematico, di un racconto di vita tra rivoluzione, controrivoluzione, stagnazione, combattenti, amici del giaguaro e utili idioti.

In Italia sul cinquantenario del ‘68 si sono buttati a pesce pochi titolati e molti abusivi. Forse, se per il ’68 italiano hanno scelto me, anziché un Sofri, un Bologna, un Fofi, una Castellina, un Viale, un Mordenti, un Capanna, un Boato, un Erri De Luca che, insieme alle Alpi, scala le vette del sionismo, oppure altri, fasulli e millantatori, promossisi militanti o esperti ex-post per approfittare dell’ondata editoriale, è dovuto al fatto che, forse, qualcuno della “Bundeszentrale” è incappato in una delle trasmissioni, interviste, tavole rotonde, del popolare giornalista e politologo Ken Jebsen. Jebsen, odiatissimo dalle truppe radical-trendy, russofobe e di complemento al sistema capital-globalista, è giornalista di riferimento in Germania per l’opinione antimperialista, antiliberista e sovranista. Ne sono stato ripetutamente ospite. E i vagliatori dei reduci del ’68 si saranno resi conto che, diversamente da molti dei sopra citati e di tanti altri, il sottoscritto non aveva cambiato casacca, trincea, amici e nemici, e che questa continuità poteva perciò essere più aderente a un progetto storico obiettivo, rispetto a chi da eversore si era fatto grillo parlante, da incendiario pompiere e perfino manganello dell’establishment.

Chi c’era e chi ci faceva
Rapidamente. Dall’intesa tra la “Bundeszentrale” e Zambon, editore di altri miei libri, il contributo alla raccolta dei vari sessantottini si evolve in libro: ““68 ein Leben lang”. Dal quale, visto la superfetazione di pubblicazioni, seminari, convegni, inserti, raduni vintage, abbiamo pensato, Zambon, il suo collaboratore Fabio ed io, non sarebbe stato inopportuno trarre anche un’edizione italiana. Più lunga di quella tedesca, visto anche che per caratteristiche di durata, molteplicità dei soggetti, spessore dell’elaborazione teorica e ricchezza di quella pratica, il Movimento in Italia supera per importanza storica e politica quello più effimero di Francia, Germania, paesi anglosassoni e, semmai, trova paralleli nelle resistenze latinoamericane, nelle lotte anticoloniali del Terzo Mondo, in Palestina e nel nazionalismo arabo, nell’antimperialismo del Vietnam, nelle rivolte civili. Dove perlopiù, tra le varie organizzazioni italiane, eravamo presenti da comunicatori e partecipanti. Nostri fratelli erano i Tupamaros, l’ERP, i fedayin, l’Ira, Irlanda del Nord, Palestina e Libano, Che Guevara, il Portogallo dei Garofani. Il PCI su queste cose si ingarbugliava e poi bloccava. L’onesto Berlinguer, scegliendo Nato e DC, gli aveva sparato la pera tossica finale. Il “manifesto” di Rossanda, Castellina e altri della tribù, ciurlava nel manico, calmierava, obnubilava il proletariato con una sovracultura astrusa e inaccessibile, destinata a farci sentire tutti inadeguati, cretini.

Quando Sofri e la sua conventicola presero a blaterare di socialimperialismo, concetto balordo e infondato, vollero inserire nella nostra galleria pure i Solidarnosc polacchi, mobilitati dal Papa guerrafondaio in Jugoslavia e finanziati da italiani, europei e americani embedded con la Cia, checchè si volesse dire del generale Jaruzelzki e dei sovietici, la crepa aperta nel movimento prese a sanguinare e si sarebbe allargata fino al dissanguamento. Il PCI su queste cose si ingarbugliava e poi bloccava. L’onesto Berlinguer, scegliendo Nato e DC, gli aveva sparato la pera tossica finale. Il “manifesto” di Rossanda, Castellina e altri della tribù, ciurlava nel manico, calmierava, obnubilava il proletariato con una sovracultura astrusa e inaccessibile, destinata a farci sentire tutti inadeguati, cretini.

Con i detriti di Solidarnosc il Nostro allestisce oggi rievocazioni spurie del ’68, dipanando un filo che, fin dal salto della quaglia da Lotta Continua a Pannella e Craxi, ai jihadisti ceceni, lo ha reso cantore, sulla pubblicistica berlusconiana e debenedettiana, di ogni operazione imperialista made in globalizzazione e russofobia. Altri del suo “giro”, si sono inguattati nelle alcove di lusso delle presstitute, con ovunque quell’esposizione e rilevanza che premia i venduti e offre soddisfazioni ai loro acquirenti

Noterete che non c’è campagna di distrazione di massa dai temi che dovrebbero mobilitare quelli che stanno sotto, perlopiù gestite e finanziate da Soros e dai suoi apparati, che non veda in prima fila un “ex”: identificazione di paesi da radere al suolo perché guidati da “dittatori”; migranti da accogliere purchè sguarniscano di forze i paesi d’origine, si prestino alle nuove forme di schiavitù e abbattano i diritti dei lavoratori in quelli d’arrivo; tutta l’ossessiva panoplia dei cosiddetti diritti civili, dai matrimoni unisex alle adozioni da uteri in affitto, alla criminalizzazione di un genere in quanto tale e la divinizzazione dell’altro in quanto tale, a fini di frammentazione sociale e di ostilità indotte tra gruppi che perdono di vista il nemico comune.

Fin dalle prime battute il decennio insurrezionale ha visto chi, più che esserci, ci faceva. Serpeggiavano tra le file dei nostri soggetti rivoluzionari: operai, studenti, intellettuali, precari, sottoproletari, inquadrati in strutture autoritarie come esercito e polizia, combattenti contro la devastazione del patrimonio ambientale. Spesso mandati a estremizzare. Al momento giusto sparivano. Un’infima minoranza, ma di gente molto in vista, anche perché fatta emergere apposta e bene attrezzata. Parte del merito della vittoria della controrivoluzione e della “restaurazione progressista”, le va riconosciuto. Insieme alla militarizzazione dello scontro affidato agli apparati dello Stato, a cominciare dal mai defunto Gladio, dai servizi esteri, dagli infiltrati che oggi il Sistema manda a imbrogliarci dagli schermi con versioni degne di quelle rifilateci sull’11 settembre.

Stralcio di un articolo di Fulvio Grimaldi


(da www.fulviogrimaldicontroblog.info)

Il libro di Fulvio Grimaldi “Un ‘68 lungo una vita” chiedetelo in libreria, o consultate www.zambon.net

Commenti disabilitati

Camminare scalzi aiuta il corpo e la mente

Secondo un articolo di una professoressa dell’Università di Madrid, i bambini che camminano scalzi sarebbero più “intelligenti”. Ma quali sono le basi scientifiche a sostegno di questa teoria? Innanzitutto, il sistema nervoso del bambino ha uno sviluppo di tipo progressivo, ovvero inizia dal quinto mese di gravidanza e si può dire completato solo intorno ai dieci anni. Sebbene le sinapsi che collegano i neuroni vadano formandosi durante tutto il corso della vita, nel bambino questo processo avviene ad un ritmo davvero rapidissimo. Quando parliamo dello sviluppo neuronale infantile, inoltre, consideriamo soprattutto la mielinizzazione, cioè la formazione di una guaina mielinica che ricopre gli assoni e che serve per impermeabilizzare gli stessi in modo tale da renderli capaci di inviare e ricevere i messaggi neuronali dalla periferia al centro e viceversa.

Tutto ciò supporta il bambino nel movimento e nella percezione. Ecco, la mielinizzazione è un processo naturale che però si potenzia attraverso le esperienze che il bambino fa nel mondo. Pertanto, più conoscenza empirica il bambino fa, più rapido sarà il processo di mielinizzazione e pertanto più solidi e numerosi collegamenti sinaptici formerà.

Molto spesso è il bambino stesso a dimostrare la curiosità di conoscere il mondo attraverso i piedi. Avete presente quando il bebè, col piedino nudo, esplora la superficie del pavimento, o del tappeto, o magari di un oggetto che gli è vicino? Questa è la scoperta di un oggetto o di una caratteristica di un oggetto esterno da sé attraverso l’uso del piedino, cosa che, oltre a inviare messaggi sull’oggetto in questione, comunica un’informazione anche su di sé, sul proprio piede e sull’uso che si può fare di esso per percepire sensazioni dal mondo esterno.

I vantaggi del camminare scalzi sono molteplici, sia per i bambini che per gli adulti. Camminare sui terreni propriocettivi, come l’erba, la terra e la sabbia, in altre parole tutti quei terreni che hanno delle asperità, sono cedevoli, e pertanto mettono in difficoltà il piede, serve ad agevolare uno sviluppo corretto del piede, poiché potenzia i muscoli della gamba che favoriscono, a loro volta, il corretto sviluppo del piede. In questi terreni, così come in casa, il consiglio è di lasciare, quando possibile, il bambino con i piedi scalzi, sempre pensando che la calzatura è una forzatura, e non è sempre indispensabile costringerli a indossarla.

Martina Valente – Biologa

(Fonte: https://viveresostenibile.wordpress.com/sfoglia-il-mensile/selezione-articoli-ok/camminare-scalzi-un-toccasana-per-grandi-e-piccini/)

Commenti disabilitati

NWO. L’orrore e la vergogna della menzogna americana…

Non c’è nulla di più triste e patetico di un famigerato bugiardo che urla, sputa, insulta persone normali a destra e sinistra, mentre terrorizza chi dice la verità. Ultimamente, l’occidente è diventato chiaramente furioso. Quanto più ha paura di perdere il controllo sul cervello di miliardi di persone in tutti gli angoli del mondo, tanto più aggressivamente urla, tira calci e ridicolizza se stesso. Non nasconde nemmeno più le intenzioni, che sono chiare: distruggere tutti gli avversari, siano Russia, Cina, Iran o qualsiasi altro Stato patriottico e indipendente. Silenziare tutti i media che dicono la verità; non la verità come definita a Londra, Washington, Parigi o Berlino, ma la verità percepita a Mosca, Pechino, Caracas o Teheran; la verità che al servizio della gente, non la falsa pseudo-verità inventata per sostenere la supremazia dell’impero occidentale. Sono stati stanziati enormi fondi per l’assalto mortale della propaganda nata a Londra e Washington.

Milioni di sterline e dollari sono stati assegnati e spesi, ufficialmente e apertamente, per “contrastare” le voci di russi, cinesi, arabi, iraniani e latinoamericani; voci che finalmente arrivano agli “Altri”, gli abitanti desolati del “sud globale”, delle colonie e delle neo-colonie; gli schiavi moderni che vivono negli Stati “clienti”. La maschera cade e la faccia cancerosa della propaganda occidentale si svela. È terribile, spaventosa, ma almeno è ciò che è, perché tutti possano vederlo. Niente più suspense, sorprese. All’improvviso è tutto allo scoperto. È spaventoso ma onesto. Questo è il nostro mondo. Questo è come s’è ridotta la nostra umanità. Questo è il cosiddetto ordine mondiale, o più precisamente, neocolonialismo.

L’occidente sa come massacrare milioni di persone e manipolare le masse. La sua propaganda è sempre stata dura (e ripetuta mille volte, non diversamente dalle pubblicità aziendali o dalle campagne d’indottrinamento fascista della Seconda Guerra Mondiale) quando proviene dagli Stati Uniti, o brillantemente machiavellica e letale se proviene dal Regno Unito. Non dimentichiamolo mai: il Regno Unito ha assassinato e ridotto in schiavitù centinaia di milioni di esseri umani inermi e molto più avanzati, per secoli in tutto il mondo. A causa del talento nel lavaggio del cervello e nella manipolazione delle masse, il Regno Unito ha commesso innumerevoli genocidi, rapine riuscendo a convincere il mondo che va rispettato e autorizzato a mantenere mandato morale e seggio al Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Il regime occidentale sa mentire, spudoratamente ma professionalmente, e soprattutto, sempre. Ci sono migliaia di menzogne accumulatesi, consegnate con perfetti accenti “educati” dalla classe superiore: bugie su Salisbury, comunismo, Russia, Cina, Iran, Venezuela, Cuba, Corea democratica, Siria, Jugoslavia, Ruanda, Sud Africa, Libia, rifugiati. Ci sono bugie su passato, presente e persino futuro. Nessuno ride, vedendo questi teppisti imperialisti come Regno Unito e Francia predicare, nel mondo e con faccia di bronzo, libertà e diritti umani. Non fa ridere, ancora. Ma molti lentamente s’indignano. I popoli di Medio Oriente, Africa, Asia e America Latina cominciano a capire di essere stati ingannati e raggirati; che le cosiddette ‘istruzione’ e ‘informazione’ provenienti dall’occidente non sono altro che spudorato indottrinamento.

Per anni ho lavorato in tutti i continenti, compilando storie e testimonianze sui crimini dell’imperialismo e sul risveglio del mondo, “riassunti” nel mio libro di 840 pagine: “Exposing Lies Of The Empire“. Milioni ora possono vedere, per la prima volta, che i media, come BBC, DW, CNN, Voice of America, Radio Free Europe/Radio Liberty, li hanno ingannati sfacciatamente per anni e anni. Reuters, AP, AFP e diverse altre agenzie di stampa occidentali sono riuscite a creare una narrativa uniforme nel pianeta, con giornali locali che in tutto il mondo pubblicano fabbricazioni identiche provenienti da Washington, Londra, Parigi e altre capitali occidentali. Immagini totalmente false su argomenti importanti come Unione Sovietica, Comunismo, Cina, ma anche libertà e democrazia sono state incise in miliardi di cervelli umani. La ragione principale del risveglio dei popoli nel mondo d’essere ancora oppressi dall’imperialismo occidentale, è il lavoro incessante di media come New Eastern Outlook (NEO), RT e Sputnik, in Russia, CGTN, China Radio International e China Daily in Cina, TeleSur in Venezuela, al-Mayadin in Libano e Press TV iraniana.

Certo, ci sono molti altri media anti-imperialisti orgogliosi e decisi in varie parti del mondo, ma quelli citati sono i più importanti vettori della contro-propaganda proveniente da Paesi che hanno combattuto per la loro libertà e che hanno semplicemente rifiutato di essere conquistati, colonizzati, prostituiti e soggiogati dall’occidente. Una potente coalizione anti-imperialista di Stati veramente indipendenti si è formata e solidificata. Ora ispira miliardi di esseri umani oppressi ovunque sulla Terra, dandogli speranza, promettendo un futuro migliore, ottimista e giusto. Essere all’avanguardia di molti cambiamenti positivi ed aspettative è il “nuovo media”. E l’occidente guarda, inorridito, disperato e sempre più al vetriolo. È disposto a distruggere, uccidere e schiacciare, solo per fermare quest’ondata di “ottimismo pericoloso” e lottare per vere indipendenza e libertà.

Ora ci sono attacchi continui ai nuovi media del mondo libero. In occidente, RT è minacciata d’espulsione, il brillante e sempre più popolare New Eastern Outlook (NEO), è finito sotto un malvagio attacco informatico da parte, molto probabilmente, hacker occidentali professionisti. TeleSur viene periodicamente paralizzato da sanzioni vergognose scatenate contro il Venezuela, e lo stesso banditismo si rivolge a PressTV iraniano. Vedete, l’occidente sarà responsabile di miliardi di vite in rovina nel mondo, ma non subisce sanzioni ed azioni punitive. Mentre Paesi come Russia, Iran, Cina, Cuba, Corea democratica e Venezuela devono “affrontare le conseguenze” principalmente sotto forma di embargo, sanzioni, propaganda, intimidazione diretta, persino bullismo militare, semplicemente per aver rifiutato di accettare la folle dittatura globale occidentale, e per aver scelto una propria forma del governo e sistema politico oltre che economico.

L’occidente semplicemente non sembra capace di tollerare il dissenso. Richiede obbedienza piena e incondizionata, una sottomissione assoluta. Agisce da fondamentalista religioso e teppista globale. E per peggiorare le cose, i suoi cittadini sembrano essere così programmati od indifferenti o entrambi, che non capiscono ciò che i loro Paesi e “cultura” fanno al resto del mondo.

Quando sono intervistato, mi viene spesso chiesto: “il mondo affronta il vero pericolo della Terza Guerra Mondiale?” Rispondo sempre “sì”. È perché sembra che Nord America ed Europa non sappiano smettere di costringere il mondo ad obbedienza e schiavitù di fatto. Sembrano non voler accettare alcun accordo razionale e democratico sul nostro Pianeta. Sacrificherebbero uno, decine o centinaia di milioni di esseri umani solo per mantenere il controllo sull’universo? Sicuramente lo farebbero!

L’hanno già fatto in diverse occasioni e senza pensarci due volte, senza rimpianti e senza pietà. La scommessa dei fondamentalisti occidentali è che il resto del mondo sia molto più decente e assai meno brutale da non poter sopportare un’altra guerra, un’altra carneficina, un altro bagno di sangue; che piuttosto si arrenda, rinunci ai propri sogni su un futuro migliore, invece di combattere e difendersi da ciò che appare sempre l’inevitabile aggressione militare occidentale.
Tali calcoli e “speranze” dei fanatici occidentali sono falsi. I Paesi che ora vengono minacciati ed intimiditi sono ben consapevoli di cosa aspettarsi se si arrendono alla pazzia occidentale e agli imperialisti.

La gente sa, si ricorda cosa vuol dire essere schiavi. La Russia di Eltsin, crollata, fu saccheggiata dalle multinazionali occidentali, sputata faccia dai governi europeo e nordamericano; ebbe l’aspettativa di vita scesa ai livelli dell’Africa sub-sahariana. La Cina sopravvisse a un’agonia inimmaginabile del “periodo di umiliazione”, saccheggiata e spartita da invasori francesi, inglesi e statunitensi. L’Iran derubato del governo legittimo e socialista, dovette vivere sotto un maniaco sadico, il burattino occidentale scià. L’intera America “latina”, con le sue vene aperte, con la cultura in rovina, la religione occidentale che gli chiudeva la bocca; con letteralmente tutti i governi e leader socialisti e comunisti democraticamente eletti rovesciati o assassinati, o quantomeno manipolati dal potere di Washington e dai suoi lacchè. La Corea democratica, sopravvissuta a un genocidio bestiale contro i propri civili, commesso da Stati Uniti ed alleati nella cosiddetta guerra coreana. Vietnam e Laos, violentati e umiliati dai francesi, e poi bombardati da Stati Uniti e loro alleati. Sud Africa… Timor Est… Cambogia…

Ci sono carceri viventi, relitti in decomposizione, abbandonati dopo gli attacchi mortali occidentali “liberatori”: Libia e Iraq, Afghanistan e Honduras, Indonesia e Repubblica Democratica del Congo, solo per citarne alcuni. Servono d’avvertimento per chi ha ancora delle illusioni su “buona volontà” e spirito di giustizia occidentali! Siria… Oh, Siria! Guardate cosa ha fatto l’occidente in un Paese orgoglioso e bello che si è rifiutato di piegarsi e leccare i piedi di Washington e Londra. Ma guardate anche quanto è forte, quanto determinato può essere chi ama veramente il proprio Paese. Contro ogni previsione, la Siria si è opposta, combattendo e vincendo i terroristi stranieri circondata e sostenuta dalla grande coalizione internazionalista! L’occidente pensava di scatenare un altro scenario libico, ma invece si scontrò con un pugno di ferro dai nervi d’acciaio, un’altra Stalingrado. Il fascismo fu visto, affrontato e fermato. Ad un costo enorme, ma fermato! Il Medio Oriente guarda. Il mondo guarda. I popoli ora vedono e ricordano. Cominciano a ricordare chiaramente cosa gli è successo. Iniziano a capire. Sono incoraggiati. Comprendono chiaramente che la schiavitù non è l’unico modo di vivere.

La coalizione anti-occidentale o più precisamente anti-imperialista è ora solida come l’acciaio. Perché è una grande coalizione di vittime, di popoli che sanno cos’è lo stupro e il saccheggio, cosa sia la distruzione completa. Sanno esattamente cosa infliggono gli autoproclamati sostenitori della libertà e della democrazia, il fondamentalismo culturale ed economico occidentale. Questa coalizione di nazioni indipendenti e orgogliose è qui per proteggersi, proteggere se stesse così come il resto del mondo. Non arrendersi mai, mai indietreggiare.

Perché i popoli hanno parlato e inviano messaggi chiari ai loro leader: “Mai più! Mai capitolare. Non cedere alle intimidazioni occidentali. Combatteremo se attaccati. E resisteremo, orgogliosamente, qualunque cosa, non importa quale forza brutale vada affrontata. Mai piegarsi, compagni! Non cederemo mai di fronte a chi diffonde il terrore!” E i media in questi meravigliosi Paesi che resistono all’imperialismo e al terrore occidentali diffondono innumerevoli messaggi ottimistici e coraggiosi. E la dirigenza occidentale osserva, agitandosi e sporcandosi i pantaloni. Sa che la fine del suo brutale dominio sul mondo si avvicina. Sa che i giorni dell’impunità stanno finendo. Sa che il mondo giudicherà presto l’occidente, per i secoli di crimini che ha commesso contro l’umanità. Sa che la guerra dei media sarà vinta da “noi”, non da “loro”. Il campo di battaglia è in via di definizione. Con alcune brillanti eccezioni, gli occidentali e i loro media serrano le fila, attenendosi ai loro padroni.

Come molti altri scrittori, ero stato senza tante cerimonie cacciato da Counterpunch, una delle pubblicazioni sempre più anticomuniste, anti-russe, anti-siriane e anti-cinesi degli Stati Uniti. Dal loro punto di vista, scrivevo per diverse pubblicazioni “sbagliate”. Sono davvero orgoglioso che abbiano smesso di pubblicarmi. Sto bene dove sono: contro loro, e contro altri media occidentali. L’estensione del controllo ideologico occidentale del mondo è degenerata, veramente perversa. I suoi media e sbocchi “istruttivi” sono pienamente al servizio del regime. Ma il mondo si sveglia e affronta tale fondamentalismo culturale e politico mortale. È in corso una grande battaglia ideologica. Questi sono tempi eccitanti e luminosi.

Niente potrebbe essere peggio della schiavitù. Le catene si spezzano. D’ora in poi, non ci sarà impunità per chi ha torturato il mondo per secoli. Le loro bugie, così come i loro carri armati, saranno affrontate e fermato!

Andre Vltchek *

* Filosofo, romanziere, regista e giornalista investigativo. È un creatore di Vltchek’s World in Word and Images, autore del romanzo rivoluzionario Aurora e diversi altri libri. Scrive in particolare per la rivista online “New Eastern Outlook“:
https://journal-neo.org/2018/04/08/degeneracy-and-fundamentalism-of-western-media-control/

Traduzione di Alessandro Lattanzio – Sito Aurora

Commenti disabilitati

Appello per l’uscita dell’Italia dalla NATO – Portare l’Italia fuori dal sistema di guerra – Attuare l’articolo 11 della Costituzione

L’Italia, facendo parte della Nato, deve destinare alla spesa militare in media 52 milioni di euro al giorno secondo i dati ufficiali della stessa Nato, cifra in realtà superiore che l’Istituto Internazionale di Stoccolma per la Ricerca sulla Pace quantifica in 80 milioni di euro al giorno.

Secondo gli impegni assunti dal governo nel quadro dell’Alleanza, la spesa militare italiana dovrà essere portata a oltre 100 milioni di euro al giorno.

È un colossale esborso di denaro pubblico, sottratto alle spese sociali, per un’alleanza la cui strategia non è difensiva, come essa proclama, ma offensiva.

Già il 7 novembre del 1991, subito dopo la prima guerra del Golfo (cui la NATO aveva partecipato non ufficialmente, ma con sue forze e strutture) il Consiglio Atlantico approvò il Nuovo Concetto Strategico, ribadito ed ufficializzato nel vertice dell’aprile 1999 a Washington, che impegna i paesi membri a condurre operazioni militari in “risposta alle crisi non previste dall’articolo 5, al di fuori del territorio dell’Alleanza”, per ragioni di sicurezza globale, economica, energetica, e migratoria. Da alleanza che impegna i paesi membri ad assistere anche con la forza armata il paese membro che sia attaccato nell’area nord-atlantica, la Nato viene trasformata in alleanza che prevede l’aggressione militare.

La nuova strategia è stata messa in atto con le guerre in Jugoslavia (1994-1995 e 1999), in Afghanistan (2001-2015), in Libia (2011) e le azioni di destabilizzazione in Ucraina, in alleanza con forze fasciste locali, ed in Siria. Il Nuovo concetto strategico viola i principi della Carta delle Nazioni unite.

Uscendo dalla Nato, l’Italia si sgancerebbe da questa strategia di guerra permanente, che viola la nostra Costituzione, in particolare l’articolo 11, e danneggia i nostri reali interessi nazionali.

L’appartenenza alla Nato priva la Repubblica italiana della capacità di effettuare scelte autonome di politica estera e militare, decise democraticamente dal Parlamento sulla base dei principi costituzionali.

La più alta carica militare della Nato, quella di Comandante supremo alleato in Europa, spetta sempre a un generale statunitense nominato dal presidente degli Stati uniti. E anche gli altri comandi chiave della Nato sono affidati ad alti ufficiali statunitensi. La Nato è perciò, di fatto, sotto il comando degli Stati uniti che la usano per i loro fini militari, politici ed economici.

L’appartenenza alla Nato rafforza quindi la sudditanza dell’Italia agli Stati Uniti, esemplificata dalla rete di basi militari Usa/Nato sul nostro territorio che ha trasformato il nostro paese in una sorta di portaerei statunitense nel Mediterraneo.

Particolarmente grave è il fatto che, in alcune di queste basi, vi sono bombe nucleari statunitensi e che anche piloti italiani vengono addestrati al loro uso. L’Italia viola in tal modo il Trattato di non-proliferazione nucleare, che ha sottoscritto e ratificato.

L’Italia, uscendo dalla Nato e diventando neutrale, riacquisterebbe una parte sostanziale della propria sovranità: sarebbe così in grado di svolgere la funzione di ponte di pace sia verso Sud che verso Est.

Per l’uscita dell’Italia dalla Nato e per un’Italia neutrale. Firmate l’Appello qui: https://www.change.org/p/la-campagna-per-l-uscita-dell-italia-dalla-nato-per-un-italia-neutrale

Commenti disabilitati

I nostri antenati erano vegetariani e vivevano di erbe spontanee – A Treia, il 29 aprile 2018, riconoscimento delle erbe spontanee

I riflettori della scienza si accendono sulla paleodieta. Un
team di scienziati aggiunge nuove verità sui pasti consumati dai nostri
antenati. E se il ritorno alla preistoria, riportato in auge da diversi
studiosi del passato e nutrizionisti, è diventato un trend molto stimato
dai salutisti, uno studio condotto in Israele getta una nuova luce
sull’alimentazione paleolitica, molto più varia e ricca rispetto a
quella riportata nei libri di oggi, ai quali potrebbero mancare diverse
pagine di ingredienti.

Primo dato da sfatare: la tavola preistorica non era così sbilanciata
verso le proteine come si crede. Anzi, gli scienziati che hanno mappato
gli ‘avanzi nel piatto’ dei nostri antenati parlano di un tripudio
vegetariano. Il sito israeliano ha invece rivelato appieno la vera dieta
preistorica, con un’abbondanza di informazioni sul suo lato ‘vegano’,
che sono state preservate dagli allagamenti.

Yoel Melamed e Naama Goren-Inbar della Bar-Ilan University di Ramat Gan
(Israele), con i loro team hanno compilato dati sulla diversità e
abbondanza di resti vegetali nei periodi in cui vi è evidenza di
attività umana. Hanno inoltre esaminato i resti di piante nei lassi
temporali in cui non risultava presenza umana. Confrontando le due serie
di dati, sono arrivati a farsi una ragionevole idea dei vegetali che
deliberatamente gli uomini del passato avevano radunato dal loro
ambiente.

Nonostante le diverse varietà di piante raccolte a Gesher Benot Yàaqov,
aggiunge però Henry, è molto improbabile che le persone che vivevano lì
avrebbero potuto rimanere in buona salute con un’alimentazione
rigorosamente vegetariana. Ma forse era loro necessaria “solo una
quantità molto piccola di proteine animali e grassi per integrare una
dieta prevalentemente a base vegetale”.

Qualunque sia la verità, la squadra di esperti ora suggerisce che una
grande varietà di piante sarebbe stata una caratteristica importante
dell’alimentazione molto prima dagli albori dell’agricoltura. Il sito di
Gesher Benot Yàaqov conserva anche alcune delle prime prove di un
utilizzo del fuoco controllato, e di strumenti che avrebbero permesso di
trattare gli alimenti prima di cuocerli. La conoscenza dell’ambiente ha
permesso agli ominidi di sfruttare le piante stagionali, permettendo
potenzialmente loro di abitare nella stessa posizione durante l’anno.
Gli esperti hanno così scoperto che avevano un gusto straordinariamente
ampio e spaziavano su un vasto range di sapori. Sul fronte ‘green’ è
emerso che avevano raccolto non meno di 55 diversi tipi di piante –
noci, frutta, semi e gambi sotterranei – che mangiavano come verdure.
“La dieta umana moderna è chiaramente limitata rispetto a quella.

(Fonte: http://www.repubblica.it/scienze/2016/12/11/news/0626/)

………………………….

A Treia, il 29 aprile 2018, ultimo giorno della Festa dei Precursori, accompagnati da Aurora Severini, faremo un esperimento di ricerca e raccolta di erbe spontanee che integreranno il nostro pranzo. Partenza alle ore 10.30 dalla sede del Circolo Vegetariano VV.TT. in Vicolo Sacchette 15/a (vicino Porta Montegrappa). Il pic nic collettivo che segue si tiene alle ore 13.30 nel giardino del Circolo, ognuno porta qualcosa. Partecipazione gratuita. Prenotazioni: 0733/216293 – circolovegetariano@gmail.com

Articolo collegato: http://treiacomunitaideale.blogspot.it/2018/02/treia-festa-dei-precursori-2018-in.html

…………………..

Commento di Maurizio Di Gregorio: “…penso che la memoria ancestrale sia onnivora, con una netta prevalenza vegetariana. Nei tempi antichi si mangiava quel che c’era e la scelta era sia limitata che relativa. L’apporto proteico è legato al concetto di surplus, sia alimentare che patrimoniale, non per niente era considerato benedetto e sacrificale e riservato alle occasioni festive. I dati dell’antropologia materiale rivelano concordi questo dato attraverso innumerevoli culture. Dopo tanti anni sono arrivato a pensare che la netta contrapposizione onnivorismo/ vegetarianesimo sia figlio dell’epoca odierna troppo e insanamente sbilanciata in senso carnivoro. Ed abbia un valore rieducativo piuttosto che essenziale…”

Commenti disabilitati