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Roma: inquinamento urbano persistente? Piantate più alberi come fanno a Mantova…

Come risollevare le condizioni ambientali e la qualità dell’aria nella Capitale?  Da Mantova, la bellissima città famosa per i dipinti del Mantegna, giunge una risposta sensata che giriamo al sindaco di Roma Alemanno (una volta anche lui si interessava di alberi e mò?)…
(Paolo D’Arpini)

P.S. A Canneto dell’Oglio ci sono stato a cena in un vecchio mulino ad acqua,  una sera di quarant’anni fa…. con una ragazza tedesca che si chiamava Siegelinde (era alta un metro e novanta).

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Un database per studiare l’effetto delle specie vegetali sul micro-clima e pianificare quali alberi piantare: tigli, biancospini e orni i migliori per la provincia di Mantova
Per mitigare l’effetto delle emissioni di anidride carbonica nelle città, le piante sono tra le nostre migliori alleate. Ma non sono tutte ugualmente efficienti. Quali sono, allora, le più adatte?

La risposta la stanno cercando gli studiosi del Centro servizi per il florovivaismo e dell’Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr, che hanno inaugurato lo
scorso anno un progetto per studiare i benefici delle piante nella mitigazione del microclima urbano. I primi risultati dell’iniziativa stanno ora portando alla realizzazione di una banca dati per tredici piante del distretto di Canneto sull’Oglio, che contiene dettagliate indicazioni sul
loro impatto ambientale.

Gli studiosi hanno utilizzato particolari strumentazioni per misurare gli scambi gassosi che avvengono tramite le foglie: sia quanta CO2 le piante assorbono attraverso la fotosintesi, sia quanti composti organici volatili (Voc) vengono invece emessi. Queste particolari molecole, tra cui isoprene e
monoterpeni, possono facilitare o ostacolare la formazione di ozono, che può essere dannoso per l’essere umano.

I primi risultati mostrano che le specie più adatte a combattere l’inquinamento sono il tiglio selvatico (Tilia cordata), il biancospino (Crataegus) e l’orno (Fraxinus Ornus), con alti livelli di assorbimento di CO2 (in media quattro chilogrammi per metro quadro di copertura vegetale in
un anno) e bassa emissione di Voc (in media 0,2 microgrammi al metro quadro in un’ora). L’unica specie delle tredici che finora si è rivelata meno adatta è lo storace (Liquidambar), da non piantare in aree già inquinate a causa dell’alta produzione di Voc (circa 1,2 microgrammi al metro quadro in
un’ora).

“Le informazioni sull’interazione pianta-atmosfera”, sottolinea Rita Baraldi dell’Ibimet, “sono indispensabili per una scelta consapevole delle specie vegetali che meglio si prestano a strategie di mitigazione ambientale delle coperture verdi”. Il database è, in questa ottica, uno
strumento importante la progettazione del verde urbano ed extraurbano.

Fonte: Galileo, GIORNALE DI SCIENZA E PROBLEMI GLOBALI
<http://www.galileonet.it/> http://www.galileonet.it/
Agenzia Gevam: web http://www.gevam.it/http://www.cfa-monferrato.it/ -

Giornalisti tutti in piedi: raccomandata senza ricevuta di ritorno

“Anche i giornalisti italiani, con il loro Sindacato, parteciperanno alla giornata straordinaria di mobilitazione per la dignità del giornalismo che va sotto il nome: “Stand up for journalism”.
  Il 5 novembre, infatti, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, in contemporanea con tutti i sindacati di categoria europei, organizzerà una giornata straordinaria di dimostrazione e di riflessione che giunge quest’anno alla sua seconda edizione. Temi conduttori saranno: la protezione delle fonti dei giornalisti, l’affermazione della loro autonomia ed il contratto di lavoro”.
  Su osservatoriosullalegalita.org, leggo la notizia che domani sarà la loro Giornata di mobilitazione e rivendicazione. Andando avanti leggerete il resto del comunicato.

Ma chiedo: chi siamo noi? Autori, lettori, non iscritti all’Ordine e Grado, scrittori irrefrenabili, passatori di carte e denunce su cronaca local- nazionale ed internazionale, passaparola: chi siamo noi? Corpi stesi da questa Disinformazione, sonnambuli della Rete, sollecitatrici e sobillatori dell’unanime scontento, passatempo dei Troll, dei Virus Infiltrati, scocciatori, fannulloni del tasto…? Chi siamo noi e quale contratto non abbiamo mai pattuito o siamo solo ostinati e nullafecenti della Comunicazione, della domanda senza risposta, del Dissenso da eliminare? Fatecelo sapere, Redazioni e Governo e ci metteremo tutte e tutti in piedi, in nome dell’articolo 21, quello sulla libertà d’espressione, salvo il caso che ciò che scriviamo, non venga censurato-eliminato dalla stampa stessa per motivi di interesse nazionale e sicurezza nazionale.   Fatecelo sapere, con comodo, anche dopo l’ennesima Giornata…, per noi spam, ahimè, uguale a mille altre, distesi e sopraffatti dalle Vostre notizie e in archivio la Costituzione, con tutti gli articoli, incluso il 21. Poi ci metteremo in piedi, nel rispetto della Libertà d’espressione.

Doriana Goracci

Comunicato Stampa:
“In particolar modo in Italia l’iniziativa è molto sentita ed attesa giacché nei confronti del giornalismo italiano si stanno moltiplicando pericolose iniziative volte a ridurre l’autonomia della professione attraverso nuove norme, come il disegno di legge Alfano che prevede anche il carcere per i giornalisti, contro la pubblicazione di informazioni di importante interesse per l’opinione pubblica che siano rilevate da atti di indagini giudiziarie.

Su questi temi, e contro i palesi tentativi di ridurre lo spazio costituzionalmente riconosciuto dell’attività giornalistica, la Federazione nazionale della stampa italiana e l’Unione dei cronisti italiani hanno già avviato in queste settimane oltre venti dimostrazioni pubbliche, con distribuzione di volantini e materiale informativo, nelle più importanti città d’Italia alle quali hanno partecipato centinaia e centinaia di giornalisti, coinvolgendo migliaia e migliaia di cittadini.

Il 5 novembre prossimo una manifestazione nazionale si svolgerà dentro e fuori il cinema Capranichetta a Roma dalle 10 alle 13. Successivamente i giornalisti si dirigeranno in corteo davanti a Palazzo Monte Citorio indossando magliette bianche con slogan come “No alle notizie sotto chiave”, “No alla censura, no ai bavagli” e i loghi della Fnsi e della iniziativa Stand up for journalism. Gli stessi simboli saranno riprodotti anche su centinaia di bandiere, mentre i colleghi dell’Unione cronisti porteranno striscioni e cappellini colorati sui quali campeggeranno le scritte: “Liberi di informare”, “Liberi di sapere”, “Stampa libera”".

 

Roma: fra gli altri incontri spirituali che ricordo….. quella volta con Uppaluri Gopala Krishnamurti !

Poems and Reflections ilaria 3 novembre 2008

Sto cercando di rimettere in sesto e riorganizzare la memoria che ho di Roma.

Questo perché ritengo che -essendo nato e vissuto per lunghi anni in questa città- sia doveroso per me  fissarne le immagini. Non dispongo di alcun album fotografico, solo i miei ricordi ed ovviamente i ricordi che più facilmente vengono a galla son quelli che mi riportano in linea con la spiritualità laica….

Mi considero fortunato di aver potuto conoscere negli anni trascorsi alcuni dei maestri che oggi sono universalmente riconosciuti come Mahatma ovvero i  “grandi dello spirito”.   Di qualcuno ho già raccontato le sensazioni vissute durante l’incontro, come ad esempio  quella volta con il 16° Karmapa, di altri debbo ancora meditare sul significato ed il valore.  Oggi vorrei però raccontare un’importante “tete à tete” che  ebbi con un “personaggio” anomalo della conoscenza, un maestro -non maestro. Un saggio che rifiutava la saggezza come percorso  affermando che  “è la vita stessa che si prende cura di tutto, non c’è bisogno di interferire con l’intenzione di raggiungere la conoscenza, la conoscenza è la nostra vera natura e non può essere ottenuta attraverso processi mentali od una volontaria (ipoteticamente volontaria) ricerca…”. Insomma si trattava di un saggio che secondo i nostri canoni potremmo chiamare “nichilista”, ma anche  Buddha fu definito tale e tanti altri “conoscitori del Sé”  che oggi son rispettati come maestri dell’umanità….

L’incontro con questo “ribelle della saggezza”  avvenne chiaramente nel modo più banale possibile, nel tran tran di una normalissima giornata a Roma, una giornata tiepida d’autunno, com’è oggi, con il sole in cielo e  la città sbrilluccicante di specchi e vetrate riflettenti la luce.   Anche Uppaluri Gopala Krishnamuti (questo il nome canonico del “saggio”) rifulge ora nella mia mente come quel giorno di sole…..

   

Ecco,  U.G. ( per gli amici)….

La mia sadhana (pratica spirituale) procedeva  retta, vivevo a Roma,  la mia vita leggera e scandita da molteplici esperienze. Nel corso del tempo avviai una sorta di comunione sincretica con  altri cercatori sul cammino, avevo frequentato e conosciuto tutti i gruppi che  operavano a quel tempo in città. Incontrai Baktivedanta Prabupada (il fondatore degli Hare Krishna), Raphael Lacquiniti (fondatore dell’Ashram Vidya),  Satyananda (discepolo di Ananda Moy Ma)  e diversi altri luminari dello spirito, oltre  a conoscere i vari devoti e seguaci di Maharishi Mahesh Yogi, Guru Maharaji, Bagawan Rajneesh, Ananda Marga, etc.  ed anche vari maestri anomali  e cultori di strane sette, come i  “rinomati” Bambini di Dio… etc.

Insomma facevo come Narada che andava da un ashram all’altro a cantare i nomi del Signore (nelle varie forme) confrontandosi con i devoti di diverse  religioni, demoni e dei. Ovviamente avevo notato come ognuno dei “religiosi” incontrati cercasse di tirare l’acqua al proprio mulino.  Quasi tutti  volevano convincermi del loro credo, alcuni arrivando  a dirmi che se non avessi accettato la loro fede era inutile che li frequentassi.  Mi restavano pochi amici laici, liberi e seriamente consapevoli dell’Unità dietro il nome la  forma, una di questi era Marisa Saetti, persona squisita che di tanto in tanto andavo a visitare nella  sua casa antica, vicino alla sede del Partito Radicale, in pieno centro storico di Roma.

Un giorno Marisa mi disse: “Sai viene a trovarmi un Jnani (uomo di conoscenza), che vive in Svizzera ma di tanto in tanto passa  da queste parti, si chiama Krishnamurti – ma non è quell’anti maestro dei teosofi-   è  Upalluri Gopala Krishnamurti, detto U.G.  uno che sta per conto suo, sarà qui a pranzo da me domani, perché non vieni anche tu a farci compagnia?”.

Accettai l’invito e l’indomani mi ritrovai sulla  grande terrazza, noi tre soli, Marisa, U.G. ed io, come ad un incontro fra persone  qualsiasi, magari un po’ borghesi.  Osservavo U.G. con la coda dell’occhio,  un uomo di mezza età che poteva  essere un impiegato di Bombay, vestito come un indiano occidentalizzato, pantaloni scuri, camicia bianca sbottonata sul collo e  mi pare anche una giacca.  Dopo le presentazioni alquanto formali ognuno pareva interessato agli affari suoi, io gironzolavo sulla terrazza, Marisa preparava il pranzo, U.G. se ne stava seduto in silenzio. Non volevo assolutamente affrontare alcun discorso spirituale   e perciò mi guardavo bene dall’attaccar bottone, ma con mia meraviglia mi avvidi che U.G. sembrava ancor meno di me interessato a chiacchierare, anzi non mi guardava nemmeno. Ad un certo momento notai persino che sparì all’interno della casa. Memore di come fossi stato importunato in passato da tutti quei “maestri” e discepoli incontrati, che volevano trasmettermi i loro sublimi messaggi, restai un po’ perplesso dall’atteggiamento di Uppaluri Gopala.

Nel frattempo Marisa annunciò che il pranzo era pronto, chiedo di lavarmi le mani e Marisa mi indica il bagno,  vi entro e mi accorgo che era già occupato da Uppaluri Gopala, mi sento un po’ in imbarazzo e faccio per uscire, vedo però che  lui resta immobile, come in catalessi… Non avevo suscitato in lui  alcuna reazione,  non stava facendo nulla di speciale, era lì in piedi che guardava fissamente la vasca da bagno…  a quel punto  ritorno verso il lavello e mi lavo le mani con noncuranza, nel frattempo anch’egli  sembrò uscire da quello  “stato di sconnessione”  e viene a sedersi a tavola. 

Pranzo molto inglese, non per il cibo -ottimo- cucinato da Marisa,  ma per l’aria distaccata di tutti noi che mangiavamo con sussiego scambiando solo parole necessarie, tipo “vuoi ancora? – qui c’è l’acqua, etc.”. Decisamente sembrava che U.G. non volesse  “convertirmi”  a nulla, la mia curiosità  verso quest’insolito maestro era stata risvegliata ma non “abbastanza”  da fargli qualsivoglia domanda “spirituale”. In fondo di fronte ad un Jnani (un saggio) cosa si può dire se non parole vuote per lui e fuorvianti per noi?   Solo anni dopo, leggendo la sua biografia mi accorsi che quello era esattamente ciò che aveva voluto comunicarmi:

“Sto parlando? Sto dicendo qualche cosa? E’ come l’ululato dello sciacallo, l’abbaiare di un cane o il raglio di un asino. Se riuscite a porre quello che dico allo stesso livello e sentire solo le vibrazioni  siete fuori dall’inganno e  non andrete mai più a sentire nessuno. Finito. Non si dovrebbe parlare di autorealizzazione. Voi realizzerete che non c’è la realizzazione, questo è tutto.  Non  esiste un centro, giusto c’è  la vita che sta lavorando in un modo straordinario…”. 

    

Paolo D’Arpini

Antonello Palieri ed il testo lungamente atteso…. (mai giunto a causa di interferenze “ideologiche”)

Questa è una strana storia… è la storia di un testo lungamente atteso, mai giunto, forse sempre presente… Si tratta di  un’attestazione contributiva, una memoria in sospensione, sollecitata da me ad Antonello Palieri.

Antonello è un giornalista, uno dei pochi nati e rimasto liberi, che potrebbe e può testimoniare una parte sostanziale della nostra storia del Circolo VV.TT. (ma anche mia personale). Lui conosce i retroscena (avendo ad essi contribuito) degli anni ruggenti che ci hanno contraddistinto (diciamo dal 1990 al 2000), quegli anni “gloriosi” o “vanesi” (dipende dalle visioni) che hanno visto il Circolo (e questa persona D’Arpini) protagonista della politica e del costume in Italia.

Con i messaggi di “ingegneria sociale” rilanciati in quegli anni il Circolo VV.TT.  ha contribuito alla formazione delle mode e dei modelli culturali vigenti (nel bene e nel male). Ma Antonello non vuole mollare l’osso, lo tiene ben stretto in bocca, “per motivi ideologici (?)” o  forse perché non sta bene confermare,  né è possibile negare, chissà…!

Non mi resta dunque che trascrivere le due ultime sue lettere (inviatemi in risposta alla mia domanda)  e in calce inserire l’ultimo “articolo” ricevuto da Antonello (la cui pubblicazione era prevista per la stesura di un numero speciale di Bullettin/Quaderni in occasione del “ventennale” del 2004 (specifico che Bullettin era ed è l’organo cartaceo del Circolo Vegetariano VV.TT. e Quaderni è la rivista delle Due Città diretta da Antonello Palieri).

Missive:

Caro Paolo,
il (mio) testo che aspetti è stato già scritto già centinaia di volte.  E’  un testo da prima linea editoriale che può aprire il primo numero di una  nuova pubblicazione o chiuderla per sempre. Ritengo che tu abbia  realizzato una rete telematica (il citato Portale) che va portata avanti.  Ne riparleremo. Ho  una fitta corrispondenza con vecchi e nuovi  amici, ma tu resti al centro del discorso.Un abbraccio fraterno.
Antonello.    

Roma 1.11.08

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Caro Paolo, il testo che aspettavi poteva essere più o meno speciale,  comunque molto interessante, e poteva/doveva riferirsi a nostre future  attivitàeditoriali.

Dal punto di vista operativo doveva essere un programma di lavoro (sull’esperienza, pur breve, del Bullettin-Quaderni) lasciando ai  temi della nostra diversa religiosità, certamente fondamentali, lo spazio
del confronto costante. Altro non so dirti. Siamo di fronte ad un “conflitto  di interessi”, di ordine ideologico? Certamente un conflitto di interessi
non venali. Aspettiamo che il sole sorga sull’antica Rocca di Calcata ?….

Un  caro saluto, Antonello. 

Roma, 2.11.08

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Articolo “speciale”  per Bullettin/Quaderni.
Un Osservatorio sul Monte Soratte. Il mio sogno di un tempo: realizzare sul Monte Soratte un “Avamposto Tibetano” dedicato alle religioni del mondo, alle filosofie, all’estetica o meglio all’estetica della spiritualità.

 Un sogno quanto mai realizzabile se si riuscisse a sostituire il gusto dell’esotico e tanto   provincialismo con l’amore per le diversità e per il pensiero.

A Calcata ho parlato spesso con Paolo d’Arpini di questo progetto, necessariamente legato  ad una fondazione in grado di raccogliere le somme necessarie per realizzare un piccolo albergo, annesso all’Osservatorio, in grado di ospitare degnamente pellegrini, artisti, pensatori, studiosi – a turno, ma almeno per una settimana – assicurando di che  vivere ai custodi: “frati” laici o frati veri, volontari selezionati in base alle loro reali aspirazioni.
Nell’Osservatorio del Monte Soratte uno spazio particolare dovrebbero avere le medicine alternative, la scienza della nutrizione, il vegetarianismo, le arti ginniche in grado di favorire l’equilibrio psichico e la valorizzazione delle facoltà intellettuali.  Dovrebbe esservi attivato un laboratorio di estetica in grado di ricostruire, attraverso le testimonianze artistiche e letterarie,  l’influsso del paesaggio sulla vita e il pensiero, progetto utile anche a fissare dei nuovi, seri criteri di vivibilità ambientale.
Questa estrema difesa dei luoghi in cui l’intelligenza e la forza dell’uomo si sono esercitate e sviluppate a diretto contatto con la natura suscita, lo sappiamo, quel certo istinto della cancellazione. Infatti chi si è reso colpevole di precedenti attentati al territorio vuole eliminare tutto ciò che può rappresentare un’inversione di tendenza e che potrebbe portare ad un’indagine sui precedenti reati territoriali. Non è infatti soltanto un problema di cancellazione psicologica della colpa (la psicologia della seconda parte del Novecento e le false pietà del relativismo etico hanno davvero generato mostri e bambocci) ma, anche e soprattutto, un problema squisitamente giuridico e di responsabilità.  Non è un caso che in alcuni splendidi luoghi del territorio romano e laziale e, soprattutto, in quelli dove si agitano maggiormente sparuti gruppi di ambientalisti e vegetariani le Amministrazioni locali abbiano tentato e tentino di cancellare ogni progetto di riedificazione ambientale:…

”Vicino a  Calcata un maxi-impianto per lo smaltimento dei rifiuti; a Campagnano un mega-autodromo rumoroso; a Civitacastellana la decisione di non far proseguire, quando sarà rimodernata, la nuova linea ferroviaria Roma-nord. Se questa è
valorizzazione dei piccoli centri storici e delle loro risorse paesaggistiche figuriamoci che cosa sarebbe mai stata una pianificazione territoriale cinica e di destra!” .

(Paolo d’Arpini all’AdnKronos il 17 febbraio 1998).
Attorno all’Osservatorio del Monte Soratte dovrebbero avere libero pascolo ed assistenza gli animali domestici abbandonati: si darebbe in tal modo continuità ad una delle più costruttive iniziative del Circolo Vegetariano di Calcata: ”L’adozione della mucca pazza”.  Inoltre l’Osservatorio  del Monte Soratte dovrebbe esercitare un controllo territoriale sull’ambiente laziale più affine, per caratteristiche, al modello bioregionale proposto da Paolo D’Arpini, in modo da scongiurare nuove aggressioni dettate dalle speculazioni e da una sottocultura locale alleata con un sempre più agguerrito provincialismo internazionale.

Paroloni? Si veda il progetto, nei pressi di Calcata, di un “mega Luna Parck” sponsorizzato da Michael Jackson e da Al Walid (emirati arabi), progetto combattuto e sconfitto da Paolo d’Arpini, grazie alle agenzie di stampa ed ai  maggiori quotidiani.
Traguardo finale 2004: fare dell’Osservatorio un avamposto tibetano   luogo di preghiera e riflessione, di studi estetici e spirituali, ma anche di scienza “socialmente e seriamente finalizzata” capace di unire Paesi dell’anima d’ogni  parte del mondo. Mi rendo conto dei rischi: quello più probabile è la trasformazione di tanti luoghi segreti di Calcata, esterni all’Osservatorio, in altarini esotici di una profana Via Crucis per ricchi. D’altro canto continuare a vivere per episodi – pur splendidi – non è più consentito.
Continuare ad irradiare idee senza raccoglierne i frutti, ad alimentare quel bisogno di pittoresco e di esotico dell’informazione – “comoda via di scorrimento” di fronte alla disintegrazione delle coscienze e alla guerra- ci renderebbe complici dell’Apocalisse non programmata che il male  vuole scatenare.
Antonello Palieri

“Prodotti OGM anticancro?” – Ovvero la storia di Cappuccetto Rosso e del lupo….

Comunicati Stampa ilaria 1 novembre 2008

“Che orecchie lunghe nonna che hai..”  

“è per ascoltarti meglio nipotina bella..”

 ”che braccia pelose nonna che hai …” 

“è per accarezzarti meglio nipotina cara..” 

“che denti lunghi nonna che hai…” 

“è per mangiarti meglio Cappuccetta mia..!”    

Ecco che il lupastro MOG si traveste da nonnina benevola  e cerca di fregare l’ingenua Cappuccetto Rosso.             La multinazionale Frankestein pronta a divorare i creduloni  cappuccetti-consumisti, racconta sfacciatamente la storia dell’asino volante, a mezzo stampa e televisione tanto i mezzi non mancano…. “Non temere  quel cancraccio, mia cara, la nonna ha preparato per te questi bei  pomidorini  neri neri, sono garantiti MOG, vedrai che con questi il cancro brutto e cattivo non ti farà alcun male, mangia, mangia…. Che poi ci penso io a sistemarti….”

Per fortuna le  bufale medianiche e millantatorie, le bugie del lupo Nonsanto, vengono facilmente svelate se si ha un minimo di buon senso…. E questo buon senso l’ho anche trovato sulle pagine del sito Spiritual  in cui si legge a chiare lettere la verità lapalissiana: I pomodori anticancro sono solo chimere…. Polemico il presidente dell’Anmfit sui risultati del progetto europeo Flora: “Perché sprecare risorse per produrre vegetali OGM con proprietà già presenti in natura?”.  (leggi tutto: http://www.spiritual.it/notizie/i-pomodori-anticancro-sono-solo-chimere,4,103771 ).

La semplice e pura verità fa male agli occhi dei millantatori e truffaldini manipolatori genetici che utilizzando la “paura” del cancro (instillata astutamente nella menti umane) vogliono  implementare i loro guadagni sulla morte altrui. I becchini economici non si accontentano di affamare ed ammalare il mondo, vogliono pure guadagnarci in sovrappiù…..

Per svelare tante mistificazioni sui presunti vantaggi degli OGM è in preparazione per l’8 novembre 2008 a Calcata,  presso il Palazzo Baronale, una tavola rotonda dal titolo “la Vita Continua” in cui un gruppo di esperti del settore salutistico, agronomo e scientifico  spiegherà per filo e per segno la vera natura delle manipolazioni genetiche e del tentativo di affamare il mondo con la vendita di piante “chimera” ibride e attraverso la cancellazione del patrimonio genetico naturale.

(vedi introduzione al discorso: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/10/23/introduzione-a-  )

L’intera manifestazione de Il Ciclo della Vita  è curata dal Circolo vegetariano di Calcata, l’evento  è iniziato il 31 ottobre e si conclude il 9 novembre 2008 in cui si terrà l’ultimo incontro sul tema degli “Stati di coscienza altri”.   (vedi  programma: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/10/29/ ).Durante l’intera periodo al Palazzo Baronale si tiene una mostra d’arte  dal titolo “Morte e Rinascita” curata da Laura Lucibello.

Grazie per aver letto sin qui e per l’aiuto che vorrete dare a promuovere l’iniziativa.

  Paolo D’Arpini

circolo.vegetariano@libero.it