Questa è una strana storia… è la storia di un testo lungamente atteso, mai giunto, forse sempre presente… Si tratta di un’attestazione contributiva, una memoria in sospensione, sollecitata da me ad Antonello Palieri.
Antonello è un giornalista, uno dei pochi nati e rimasto liberi, che potrebbe e può testimoniare una parte sostanziale della nostra storia del Circolo VV.TT. (ma anche mia personale). Lui conosce i retroscena (avendo ad essi contribuito) degli anni ruggenti che ci hanno contraddistinto (diciamo dal 1990 al 2000), quegli anni “gloriosi” o “vanesi” (dipende dalle visioni) che hanno visto il Circolo (e questa persona D’Arpini) protagonista della politica e del costume in Italia.
Con i messaggi di “ingegneria sociale” rilanciati in quegli anni il Circolo VV.TT. ha contribuito alla formazione delle mode e dei modelli culturali vigenti (nel bene e nel male). Ma Antonello non vuole mollare l’osso, lo tiene ben stretto in bocca, “per motivi ideologici (?)” o forse perché non sta bene confermare, né è possibile negare, chissà…!
Non mi resta dunque che trascrivere le due ultime sue lettere (inviatemi in risposta alla mia domanda) e in calce inserire l’ultimo “articolo” ricevuto da Antonello (la cui pubblicazione era prevista per la stesura di un numero speciale di Bullettin/Quaderni in occasione del “ventennale” del 2004 (specifico che Bullettin era ed è l’organo cartaceo del Circolo Vegetariano VV.TT. e Quaderni è la rivista delle Due Città diretta da Antonello Palieri).
Missive:
Caro Paolo,
il (mio) testo che aspetti è stato già scritto già centinaia di volte. E’ un testo da prima linea editoriale che può aprire il primo numero di una nuova pubblicazione o chiuderla per sempre. Ritengo che tu abbia realizzato una rete telematica (il citato Portale) che va portata avanti. Ne riparleremo. Ho una fitta corrispondenza con vecchi e nuovi amici, ma tu resti al centro del discorso.Un abbraccio fraterno.
Antonello.
Roma 1.11.08
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Caro Paolo, il testo che aspettavi poteva essere più o meno speciale, comunque molto interessante, e poteva/doveva riferirsi a nostre future attivitàeditoriali.
Dal punto di vista operativo doveva essere un programma di lavoro (sull’esperienza, pur breve, del Bullettin-Quaderni) lasciando ai temi della nostra diversa religiosità, certamente fondamentali, lo spazio
del confronto costante. Altro non so dirti. Siamo di fronte ad un “conflitto di interessi”, di ordine ideologico? Certamente un conflitto di interessi
non venali. Aspettiamo che il sole sorga sull’antica Rocca di Calcata ?….
Un caro saluto, Antonello.
Roma, 2.11.08
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Articolo “speciale” per Bullettin/Quaderni.
Un Osservatorio sul Monte Soratte. Il mio sogno di un tempo: realizzare sul Monte Soratte un “Avamposto Tibetano” dedicato alle religioni del mondo, alle filosofie, all’estetica o meglio all’estetica della spiritualità.
Un sogno quanto mai realizzabile se si riuscisse a sostituire il gusto dell’esotico e tanto provincialismo con l’amore per le diversità e per il pensiero.
A Calcata ho parlato spesso con Paolo d’Arpini di questo progetto, necessariamente legato ad una fondazione in grado di raccogliere le somme necessarie per realizzare un piccolo albergo, annesso all’Osservatorio, in grado di ospitare degnamente pellegrini, artisti, pensatori, studiosi – a turno, ma almeno per una settimana – assicurando di che vivere ai custodi: “frati” laici o frati veri, volontari selezionati in base alle loro reali aspirazioni.
Nell’Osservatorio del Monte Soratte uno spazio particolare dovrebbero avere le medicine alternative, la scienza della nutrizione, il vegetarianismo, le arti ginniche in grado di favorire l’equilibrio psichico e la valorizzazione delle facoltà intellettuali. Dovrebbe esservi attivato un laboratorio di estetica in grado di ricostruire, attraverso le testimonianze artistiche e letterarie, l’influsso del paesaggio sulla vita e il pensiero, progetto utile anche a fissare dei nuovi, seri criteri di vivibilità ambientale.
Questa estrema difesa dei luoghi in cui l’intelligenza e la forza dell’uomo si sono esercitate e sviluppate a diretto contatto con la natura suscita, lo sappiamo, quel certo istinto della cancellazione. Infatti chi si è reso colpevole di precedenti attentati al territorio vuole eliminare tutto ciò che può rappresentare un’inversione di tendenza e che potrebbe portare ad un’indagine sui precedenti reati territoriali. Non è infatti soltanto un problema di cancellazione psicologica della colpa (la psicologia della seconda parte del Novecento e le false pietà del relativismo etico hanno davvero generato mostri e bambocci) ma, anche e soprattutto, un problema squisitamente giuridico e di responsabilità. Non è un caso che in alcuni splendidi luoghi del territorio romano e laziale e, soprattutto, in quelli dove si agitano maggiormente sparuti gruppi di ambientalisti e vegetariani le Amministrazioni locali abbiano tentato e tentino di cancellare ogni progetto di riedificazione ambientale:…
”Vicino a Calcata un maxi-impianto per lo smaltimento dei rifiuti; a Campagnano un mega-autodromo rumoroso; a Civitacastellana la decisione di non far proseguire, quando sarà rimodernata, la nuova linea ferroviaria Roma-nord. Se questa è
valorizzazione dei piccoli centri storici e delle loro risorse paesaggistiche figuriamoci che cosa sarebbe mai stata una pianificazione territoriale cinica e di destra!” .
(Paolo d’Arpini all’AdnKronos il 17 febbraio 1998).
Attorno all’Osservatorio del Monte Soratte dovrebbero avere libero pascolo ed assistenza gli animali domestici abbandonati: si darebbe in tal modo continuità ad una delle più costruttive iniziative del Circolo Vegetariano di Calcata: ”L’adozione della mucca pazza”. Inoltre l’Osservatorio del Monte Soratte dovrebbe esercitare un controllo territoriale sull’ambiente laziale più affine, per caratteristiche, al modello bioregionale proposto da Paolo D’Arpini, in modo da scongiurare nuove aggressioni dettate dalle speculazioni e da una sottocultura locale alleata con un sempre più agguerrito provincialismo internazionale.
Paroloni? Si veda il progetto, nei pressi di Calcata, di un “mega Luna Parck” sponsorizzato da Michael Jackson e da Al Walid (emirati arabi), progetto combattuto e sconfitto da Paolo d’Arpini, grazie alle agenzie di stampa ed ai maggiori quotidiani.
Traguardo finale 2004: fare dell’Osservatorio un avamposto tibetano luogo di preghiera e riflessione, di studi estetici e spirituali, ma anche di scienza “socialmente e seriamente finalizzata” capace di unire Paesi dell’anima d’ogni parte del mondo. Mi rendo conto dei rischi: quello più probabile è la trasformazione di tanti luoghi segreti di Calcata, esterni all’Osservatorio, in altarini esotici di una profana Via Crucis per ricchi. D’altro canto continuare a vivere per episodi – pur splendidi – non è più consentito.
Continuare ad irradiare idee senza raccoglierne i frutti, ad alimentare quel bisogno di pittoresco e di esotico dell’informazione – “comoda via di scorrimento” di fronte alla disintegrazione delle coscienze e alla guerra- ci renderebbe complici dell’Apocalisse non programmata che il male vuole scatenare.
Antonello Palieri