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Conflitto Osseto – Georgiano.

Comunicati Stampa ilaria 20 agosto 2008

Guardiamo oltre…. ma  guardiamo!

Proprio ieri parlavo con un amico giornalista (che non nomino per non metterlo in imbarazzo) della necessità di aprire un dialogo aperto sui conflitti in fieri od in corso alle porte di casa nostra.
Ed ora esprimo un commento cercando di vedere oltre il conflitto Osseto Georgiano (che è solo un tassello di una partita molto più ampia sull scacchiere internazionale), vorrei soprattutto prendere in esame  la pressione della Nato (leggi USA) verso la Russia…. e diversi paesi del sud est asiatico.
Molti di noi vegetariani del Circolo VV.TT. -ed io stesso- pensiamo infatti che  sia in corso un’accerchiamento  verso Est da parte dell’alleanza atlantica, per ovvi motivi economici (o di colonizzazione… visto che ormai i motivi ideologici sono esauriti…).
Personalmente ritengo che l’Italia dovrebbe essere più vicina alla Russia di quanto non lo sia agli USA, per due ragioni: la prima storica e di affinità culturale in quanto noi facciamo culturalmente e geograficamente parte dell’Eurasia (considerando anche i rapporti commerciali energetici con Russia e Cina); la seconda  di carattere politico ed etico,   per poter influire maggiormente sul processo di sviluppo ed integrazione democratica in corso nei paesi dell’ex URSS e la  Cina stessa. Ritengo inoltre che i nostri legami con gli USA sono (purtroppo) di “sudditanza”   e non possono assolutamente portare ad alcun interesse nazionale, mentre lo sviluppo dei rapporti con l’Est europeo e l’Asia restituirebbe all’Italia la sua dignità (e paritetica funzione umorale) in un’area fortemente omogenea, come è di fatto l’Eurasia. 
Ed ancora: i nostri rapporti ed interessi con i paesi islamici, sia quelli che si affacciano sul Mediterraneo che quelli del medio oriente (Iran, Irak, etc) sono diversi dagli interessi degli USA, per cui dovremmo adeguatamente prendere coscienza di ciò e fare in modo che l’Europa (in quanto non è credibile che l’Italia da sola possa farlo) assuma sempre più una posizione indipendente e distaccata dal patto Atlantico.

Nell’immediato è anche importante prendere coscienza dell’emergenza umanitaria in corso in Caucaso che -lo ricordo ancora una volta- è la patria originaria di tutte noi popolazioni di “origine caucasica” cioè gli europei stessi.

Riporto qui una dichiarazione di Massimo Bonfatti, in tema di solidarietà verso le popolazioni del Caucaso:  “Vorremo, nel corso della prossima missione di novembre dedicata all’incontro con i giovani delle tre etnie (osseta, inguscia e cecena) che saranno invitati in Italia per uno stage di formazione sulle metodologie della pacificazione interetnica ed interreligiosa, recarci nei campi profughi e portare il contributo raccolto per migliorare in parte le attuali condizioni di vita (soprattutto in vista dell’inverno) e per dare un segno di speranza (che speriamo sia costante) per il futuro. Massimo Bonfatti – http://www.mondoincammino.org/

Ecco ho detto la mia, e vi ringrazio di aver letto sin qui, dite anche voi la vostra….     Paolo D’Arpini
 

Il buco nero nella descrizione quantistica dell’inferenza e la realtà del “possibile”. Dove tutto é Uno.

Poems and Reflections ilaria 19 agosto 2008

Ricordate il film Rashomon di Kurosawa in cui la realtà viene descritta in vari modi ed in ogni caso la narrazione appare credibile, anzi “vera” ?   Ciò avviene perché ognuno di noi sa che la descrizione della realtà è un fatto puramente soggettivo e la sua accettazione o meno dipende dal livello o dalla capacità,  nel  rappresentare  il percepito, di avvicinarsi al modello condiviso e ritenuto reale.  Questa capacità non è obbligata  dalla sequenza fattuale, pur se ne tiene conto  per un riferimento… 

Ma non è come raccontare le bugie in cui c’è una volontaria distorsione dei fatti è piuttosto come l’evocazione di immagini tratte dal comune riconoscimento  e significato dato alle esperienze comuni,  nel senso di accettabile condivisione di un assioma  collettivo.  E’ in questo modo che si formano i credo, le filosofie e persino le teorie scientifiche e che la gente può riconoscersi “logicamente” in esse.

Pensate ad esempio alle fantasie speculative di Socrate che per essere accettate e divenire un sistema di pensiero hanno avuto bisogno della descrizione di Platone, senza di lui le storie raccontate da Socrate alla gente che passava per strada non sarebbero state più che fantasticherie di un mezzo pazzo e visionario (e infatti fu persino condannato a morte per quanto lo era). L’insensatezza del pensiero di Socrate, l’incongruenza da lui dipinta,  aveva bisogno dell’esposizione credibile di Platone per divenire un modello attinente la realtà…

Si può dire che la stessa cosa avvenne in tempi recenti con il “pensiero distratto” di Einstein, divenuto in seguito oggetto di profonda analisi scientifica  ed oggi descritto in forma di incontrovertibile verità, ma la sua teoria della relatività dello spazio tempo è ritenuta vera solo  per una capacità descrittiva formalistica, attraverso la quale  egli poté  dimostrare la sua intuizione e renderla circostanzialmente accettabile. La sua formula è stata -in questo caso- come la  spiegazione  per il filosofo.

Guardate ora l’enunciazione  nelle Upanishad della teoria del “Tutto è Uno” -già conosciuta diecimila anni fa-  ma non  ancora accettata  come descrizione fattuale, essa dice: “Dal tutto sorge il tutto, se dal tutto togli il tutto solo il tutto rimane” e sarebbe pure esprimibile in termini matematici (se questi termini non urtassero la sensibilità della logica matematica stessa), e cioè   1 – 1 = 1   oppure  coerentemente anche il suo contrario

1 + 1 = 1   giacché il tutto non è sommabile  e diverso dal tutto,  e nemmeno è detraibile dal tutto che esso stesso è….  Chiaro no?

Eppure questa semplice verità non è rappresentabile in termini di credibilità oggettiva e la teoria del “Tutto è Uno” continua ad essere considerata un’astrazione…. (ed è un vero peccato che sia così !).

Sorte diversa ha avuto invece la teoria dei “buchi neri” che almeno si basa su prove indirette, dimostrabili per indotto. Questo miracolo del mistero descrittivo è stato compiuto da una persona che trovo affascinante ed unica, il fisico Stephen Awaking, che malgrado il suo grave handicap fisico con un solo dito indice, che  fa muovere un computer di sua invenzione, è riuscito a “descrivere” la realtà dei buchi neri, pur essendo tali buchi neri aldilà di ogni condivisione  possibile nel livello fisico.  Il risultato ottenuto da Awaking (il re falco) è “fantastico” ed elevante. Rispetto ad ogni altro “inventore” di realtà egli è riuscito a descrivere in termini scientifici quello che è  pura magia inventiva della mente.  

Nei confini della narrazione  psico-storica anche io mi considero -nel mio piccolo-  un descrittore operativo della realtà possibile. La mia “verità” prende lo spunto da fatti inespressibili logicamente o addirittura “inesistenti”  (dal punto di vista cronologico o delle citazioni).  Compio questo trucco illusionistico in ogni mio scritto… ma difficilmente qualcuno se ne accorge e sapete perché…?

Paolo D’Arpini

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Perditi

Perditi ai piedi del Glorioso.

Quando ti perdi

Davanti all’Uno

Diventerai l’Uno.

Perditi, perditi.

Scappa dalla nera nube

Che ti circonda.

Allora vedrai la tua stessa luce

Radiosa come la luna piena.

Ora entra in quel silenzio.

E’ il modo più sicuro

Di perderti…

Che cos’è la tua vita, d’altronde?

Nient’altro che un lottare per essere qualcuno,

nient’altro che uno scappare via dal tuo stesso silenzio.

Rumi

Ipocondria in una mailing list… Ovvero quando comunicare diventa malattia!

Sì … lo ammetto, sono malato,  ho la mania della divulgazione…

Ogni mattina mi sveglio serenamente, la mia mente è vuota,  disbrigo le solite faccende domestiche in attesa di un orario decente per uscire e rivolgermi alle cose del mondo. Ben presto giunge l’ora e quindi salgo a piedi su al paese nuovo per andarmi a bere il mio cappuccino quotidiano, parlo per un minuto con il barista ed paio di minuti con il bottegaio dal quale acquisto il pane e l’acqua (purtroppo quella del rubinetto non è quasi mai potabile a Calcata ed in più ha uno strano sapore di varechina).   Poi dopo una breve puntata all’ufficio postale per recuperare la posta alla mia casella (ma ultimamente son poche le lettere e radi persino i volantini pubblicitari), indi  ridiscendo pimpante al paese vecchio (agli “sprofondi” come li chiamo io), se incontro qualcuno per strada (ma è raro perché  a Calcata vecchia   molti fanno orari da pub) lo saluto “buongiorno, buongiorno”. Rientro nella mia casupola,  dopo aver raccolto il cibo per gli animali  che reperisco vicino ai cassonetti, svolgo alcune funzioni biologiche ed  esco di nuovo per andare al tempio della Spiritualità della Natura  per “governare” le bestiole lì ospitate: la maiala vietnamita, le capre, la pecora, la cana, etc..   Talvolta mi accompagna in tali “errands” il mio nipotino Sava di due anni e mezzo,  con lui raccolgo noci e nocciole e legna secca da stipare per l’inverno.    Al ritorno  in totale mattinata avrò proferito una sessantina di frasi brevi, non di più.  E’ giunta l’ora di preparare il mio frugalissimo pranzo e,  mentre il riso cuoce da sé, canto un  inno al Guru  che dura circa dieci minuti (il tempo della cottura del riso), ovviamente continuo a restare in silenzio, le telefonate sono veramente rare,  e  son solo in casa con chi potrei dialogare?    Dopo pranzo, nel primo pomeriggio, salgo al centro storico, nella Stanzetta del Pastore, lo studiolo di  quattro metri per due che uso per le  mie ricerche esoteriche, qui rifletto e medito su alcuni testi (sempre gli stessi), talvolta resto in assorbimento (tandra) anzi diciamo che mi appisolo.   Più tardi nel pomeriggio, se non c’è troppa folla in giro o rumori elettronici molesti (il che succede solo il lunedì quando il baretto satanico che mette la musica a palla è chiuso, talvolta il rumore è sopportabile  sino al giovedì, non oltre giacché il fine settimana è un caos), vado a sedermi sui gradini della chiesa in piazza, per osservare i radi turisti e gli ancora più rari paesani che passano veloci, a volte ci sono dei bambini che giocano ed io gioco con loro.     Qualche parola qui è lì la scambio, “ciao..ciao,  prendi la palla, domani forse piove…” e cose simili.  Ed anche nell’apres midì un’altra sessantina di frasi brevi, prima di ritirarmi definitivamente con il crepuscolo, mi sono uscite di bocca.     Me voilà! Ancora nella mia casupola, mi lavo e mangio qualcosa, tanto per non perdere l’abitudine,  la mia giornata è finita, un altro giorno velocemente ed inaspettatamente  è stato consumato, “ed è subito sera…” come dice il poeta!Ma allora come è possibile che io mi definisca un logorroico con la mania comunicativa?  La verità è che inframmezzate a  quanto descritto vi sono delle puntate davanti al computer ed è qui che scrivo… scrivo… scrivo…

Per fortuna del mondo non salgo su un palco per arringare la folla in piazza, non ascolto né impongo agli altri l’ascolto di musicaccia, radio e televisione, non converso “piacevolmente” di cultura, politica o donne  (o perlomeno lo faccio molto di rado solo una o due o tre volte al mese durante gli incontri che organizzo per questo scopo),  non chiacchiero a vanvera con chi capita, non  faccio pettegolezzi, non discuto le notizie di cronaca (anche perché non leggo più nemmeno i giornali) insomma sono praticamente “muto”….

Una specie di Geppetto solitario e silente … ma, davanti al computer, prendo l’ascia ed intaglio il mio Pinocchio, invento una storia, un racconto che sembra vivo,  ecco perché affermo di esser malato di comunicazione,  parlo da solo davanti allo schermo…. Anzi, sotto lo scherno (leggete bene) dei destinatari delle mie mail.   Oggi infatti avevo chiesto ai membri della mailing list che ne pensassero della  mia “malattia” ed ecco   alcune delle risposte ricevute, le riporto incognite:  ————  Richiedo cortesemente al gestore della mailing list
di prevenire l’intasamento di messaggi provenienti dallo stesso soggetto
con regole opportune. Sarebbe bene che i messaggi fossero relativi a
iniziative, fatti, o brevi riferimenti a documenti o riflessioni;
messaggi brevi e orientati all’azione, alla condivisione di
iniziative. Chi vuole esporre filosofie di vita, lunghi documenti o
riflessioni dovrebbe dare solo i riferimenti ove chi lo desidera può
rivolgersi per approfondimenti. Non é accettabile infine che le
riflessioni e i documenti siano prodotti con frequenza giornaliera o
simili dallo stesso soggetto.
——————————

Caro Paolo, riguardo alle cancellazioni dalla tua mailing list: visto la
frequenza delle tue comunicazioni, il mio consiglio è quello che tu apra
un blog che puoi costantemente aggiornare invece di mandare email
collettive, in modo che chi è interessato può andare a leggerti quando
vuole. Perché molte persone – tra cui io – ricevono un sacco di email e a
volte si vedono costretti a fare una selezione anche tra le cose che
interessano. E’ meglio quindi riservare le email a comunicazioni personali
o importanti. Cosa dici? Un caro saluto dalla Grecia,

——————————————–

Caro Paolo, leggo sempre volentieri ogni tuo scritto, ciò non significa
che sia sempre d’accordo su tutto, ma penso che fra persone libere ci
sia uno scambio o uno scontro di idee in libertà senza per questo
ledere l’unicità della persona.
Mi sono accorta nel tempo che spesso è
più facile incanalarsi in percorsi (binari) già tracciati e
precostituiti, i deragliamenti o cambi di rotta mettono paura e la
paura è spesso cattiva consigliera.
Non so bene cosa volessi dire
neanche io, comunque continua a tenermi nel tuo indirizzario

Ringrazio  particolarmente queste tre persone che hanno voluto rispondermi compiutamente ed anche le altre che, con poche e brevi frasi,  mi hanno confermato di voler continuare a leggere le mie mail oppure mi hanno tranquillamente chiesto di rimuovere il loro indirizzo dalla mailing list, cosa che prontamente ho fatto…..

Grazie per la lettura sin qui accordata e se lo desiderate potete indirizzarmi un vostro commento.

Paolo D’Arpini

Spiritualità laica e libertà fondamentali: “dalla nascita alla morte”

Comunicati Stampa ilaria 18 agosto 2008

La libertà di espressione spirituale  inizia dalla nascita e finisce con la morte di ognuno.

  Questo indicherebbe la nostra natura, se ascoltata con rispetto. Purtroppo uno schema mentale è sovrapposto alla spontanea rivelazione dell’umano in noi, prima ancora di essere italiani, cristiani o buddisti, noi siamo “uomini” ma tale consapevolezza è talmente offuscata che le nostre intrinseche qualità  vengono sommerse da una pletora di idee, costrizioni e strutturazioni precostituite dalla società. Si potrebbe anche definire, con qualche eufemismo,  “cultura” ma sicuramente è un recinto che impedisce il libero pensiero.Non solo la “società civile” con le sue regole e le sue imposizioni di nazionalità e ceto costringe l’uomo ad un’esistenza etichettata, anche le religioni contribuiscono enormemente alla stratificazione sociale e differenziazione di quel che è  assolutamente indivisibile.

Dalla nascita alla morte entriamo in una gabbia ed uscirne sembra quasi impossibile. Vediamo cosa si potrebbe fare. Pian piano l’uomo si sta riconoscendo  sempre più abitante della Terra e non particolarmente di una nazione od etnia. Questa tendenza alla “globalità” va aiutata  attraverso  cambiamenti e riforme che portino la libertà personale dell’uomo alla sua originaria manifestazione.   Lasciando da parte il discorso della nazionalità che  può essere  superato il momento in cui le Istituzioni sopranazionali diverranno universalmente riconosciute e  l’identità nazionale verrà sostituita dall’idea della cittadinanza planetaria. Per questo occorre ancora attendere.   Ma c’è qualcosa che si potrebbe iniziare a fare, qui ed ora,  in Italia,  con questo stesso Governo in carica,  ed è l’ampliamento delle libertà laiche a partire dalla nascita dell’individuo sino alla sua dipartita.I bambini, i neonati, sono i primi sfruttati, in senso ideologico e religioso, obbligati dai loro stessi genitori  e dagli obblighi “sociali” a sottostare alle  strumentalizzazioni religiose.  Prima ancora che abbia potuto capire cosa significhi “religione”, un bambino innocente viene obbligato ad un percorso religioso, del tutto inconsapevolmente,  cominciando con il battesimo, poi  la cresima e poi ancora  la comunione. Il bambino incolpevole viene legato ai riti e ad una fede che non conosce e non ha l’età per capire se sia buona o cattiva.

L’adesione ad una religione può avvenire solo nell’età della ragione, come fatto personale, e non come costrizione  imposta dalla consuetudine o dalla paura.  Si va a votare a 18 anni? Anche per l’adesione religiosa bisogna avere almeno quell’età, altrimenti è violenza e prevaricazione su minori.

C’è poi il problema della libertà espressiva della morte. Queste libertà, che vengono invocate per il post.mortem, sono di attualità e di grande valore sociale, anche per sottrarre il cadavere alle “lobbyes mortuarie”. Anni fa fu presentata  alla Camera dei Deputati – dal sottoscritto ed altri membri del Circolo Vegetariano VV.TT.  – una petizione per un’idonea legge sulla libertà espressiva della morte, con  moltissime firme raccolte a Viterbo ed in tutta Italia, purtroppo ancora non si vedono risultati concreti, anzi abbiamo riscontrato una ritrosia permanente a trattare  questo tema.   Ci  rendiamo conto che gli interessi smossi dalla morte sono tanti ma questo voluto silenzio, su un argomento che tocca i sentimenti (e le saccocce) di buona parte della popolazione,  appare  una forma di evidente censura.  Nella laicità dello Stato è necessaria una normativa più liberale e democratica sulla gestione mortuaria. Non è giusto che la gerenza del cadavere pesi quanto una esosa tassa di ’successione’ (anche in forma di ricatto sociale): pompe funebri, esequie religiose, bare, tombe e loculi a prezzi stratosferici,  una vera e propria imposta sul decesso.In termini estremamente pratici  il Circolo Vegetariano VV.TT.  sta portando avanti la battaglia  della libertà di esprimere un commiato laico, della libertà di cremazione e dispersione delle ceneri, della libertà di inumazione nel terreno prescelto,  della libertà di astenersi dall’accanimento terapeutico. In tal senso già son pronte delle specifiche richieste (vedi sotto link della petizione presentata alla Camera dei Deputati) soprattutto riguardo alle facilitazioni di cremazione, alla necessità di un idoneo spazio per il commiato laico, la garanzia dell’inumazione  nella nuda terra ed altro ancora.  

Paolo D’Arpini – Tel. 0761-587200 

1.                       Sten. 579 s020

Paolo D’Arpini, e numerosi altri cittadini, da Calcata (Viterbo), chiedono un provvedimento legislativo per la libertà di sepoltura e cremazione ecologica
www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed579/s020.htm – 4k – Copia cachePagine similiSalva risultato

Informazioni, immagini, forme pensiero e leggende metropolitane nella comunicazione di rete.

Cari amici del web,   vorrei porvi una domanda:  è credibile la comunicazione su internet? Pensate realmente che essa possa influire sui costumi e sulla politica? Ritenete che questa marea di informazioni in continuo flusso che inviate e ricevete possa influenzare la vostra vita e quella delle persone alle quali vi rivolgete con il computer che avete davanti agli occhi?

Alcuni psicostorici ritengono che solo le forme pensiero che siano sostenute da immagini accompagnate da emozioni e sentimenti, oltre che da intelligenza, possano essere recepite nel subconscio e quindi entrare a far parte della cultura umana.

Infatti dal subconscio le forme pensiero vengono inizialmente  rielaborate in sogni, immaginazioni, invenzioni e  successivamente in credenze, filosofie, religioni, ideologie, etc. 

Il processo quindi della trasmissione  ed assimilazione  delle notizie ricevute, nel contesto culturale umano,  è alquanto complesso e può richiedere anni ed anni. In effetti le attuali forme pensiero, quelle consolidate nelle nostra società, sono il risultato di una lenta crescita all’interno della psiche collettiva, una crescita che è iniziata parecchie centinaia e migliaia di anni fa… Lo dimostra anche il fatto che le religioni -ad esempio- hanno durata millenaria e non parlo solo del Cristianesimo o Giudaismo o Islamismo che sono tutto sommato alquanto recenti, mi riferisco invece alle religioni matristiche ed animistiche che hanno avuto incubazioni di migliaia di anni…. e sono ancora presenti in vari modi nella nostra cultura attuale. Questo perché come avviene in natura e nel mondo della fisica   “nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma”.  La trasformazione comunicativa, sempre in corso perenne, ha subito una forte accelerazione con internet, una accelerazione che è iniziata prima in forma passiva con la radio e la televisione ed ora è diventata interattiva con il web.  Ma torniamo alla questione iniziale e vediamo se esiste una risposta, o più risposte alle domande, e qui inserisco alcune ipotesi.

“….le previsioni sono sempre difficili e qualsiasi previsione è ipotetica. Per quanto riguarda questo aspetto, dobbiamo riferirci alla documentazione  storica.

E la storia ci insegna che le grandi rivoluzioni sono in realtà trasformazione del sistema “comunicazionale”. Ad esempio come accadde con la invenzione della  stampa    oppure  nel modo in cui avvengono le trasformazioni  linguistiche (gli slang).  In passato abbiamo visto che il potere della chiesa, così come il  potere medico, è caduto in lenta e graduale decadenza con l’abbandono del latino e ciò non perché gli addetti ai lavori non capissero le  conseguenze di tale scelta ma perché  era inevitabile nel processo di modernizzazione… Con l’invenzione della stampa -ad esempio- il primo libro veicolato è stato la Bibbia, ma non quella controllata dalla Chiesa cattolica…. da qui la forza di Lutero e  gli altri riformisti. Il controllo del mezzo di comunicazione significa il controllo di tutto il resto”. (Giorgio Vitali)

Ma vediamo bene, è forse possibile un controllo sui modi espressivi della comunicazione?  In effetti anche l’ipotetico controllo deve tener conto delle mutazioni in cui l’informazione e la trasmissione del pensiero  si muove.   Succede così  una evoluzione fatale nella conquista elettronica, come sta avvenendo  proprio su internet, costruita inizialmente per motivi di supremazia militare e politica, che alla fine si è democratizzata per forza propria. La comunicazione interattiva, una volta avviata, ha preso il sopravvento ed  il numero di messaggi partiti ed arrivati è inestinguibile! La rincorsa del potere che cerca di correre ai ripari è perlomeno altrettanto caotica che l’immissione stessa su internet di notizie incontrollabili.Chi detiene ipotetici poteri di controllo cerca di controbilanciare quella messe di nuove idee come in passato fecero al Concilio di Trento…  creando  realtà paramassoniche, i gesuiti, i dottrinari, gli inquisitori mediatici ed altro ancora.  E di fronte all’affievolirsi della fede nei dogmi  ci provarono con l’Opus Dei, i cavalieri di Cristo, i Focolari, i Legionari di Cristo. Cercando cioè di rintuzzare  la fantasia con altrettanta fantasia. Alla fine  la diffusione del pensiero laico  ed il recupero di dottrine esoteriche, tenute “occulte” per ragioni di sicurezza, hanno preso il sopravvento sul dogmatismo religioso. Su internet  un nuovo processo informativo  (e siamo solo agli inizi!) è ormai avviato e sarà  difficilissimo bloccarlo… ed a poco serve  l’utilizzo di altre  indicazioni veicolate dai Media facenti parte del Sistema. Anzi, è proprio il gioco dell’ evasione, dell’inosservanza, che consente ai “violatori” di trionfare  su internet.

Ecco cosa ne pensa un internauta, Enrico Galoppini: “..internet è già sfuggito di mano agli apprendisti stregoni che lo hanno  inventato. Per loro era necessario alla logica della globalizzazione, per  spostare informazioni e miliardi (di dollari o di euro non importa) da  un capo all’altro del mondo con un click. E’ utile anche per  intorpidire la mente dei gonzi con il sesso facile su internet. Ma non  sospettavano il focolaio, in netta espansione, delle idee eterodosse.  In Canada avrebbero  trovato  una soluzione di controllo: se tu navighi su certi  siti (quelli dei padroni del vapore) hai tutto compreso nel pacchetto;  se navighi al di fuori paghi per il tempo di connessione tariffe  proibitive. I canadesi però si sono ribellati e la partita è aperta”.

Malgrado le varie visioni e strumentalizzazioni del  nuovo metodo di comunicazione globale,  abbiamo comunque visto che gli “argomenti” che  più coinvolgono gli utenti sono in fondo sempre gli stessi: religione, sesso, costume e qui aggiungerei anche “mito”, il mito è infatti un elemento  ricorrente in ogni modo comunicativo, è il ponte fra la realtà e la fantasia.

Su internet scorgiamo la sua presenza nelle cosiddette “leggende metropolitane” ovvero storie immesse nel web al limite della credibilità, storie che rappresentano quello che si vorrebbe  credere vero e che magari viene anche ritenuto vero in uno spazio della mente. Insomma attraverso queste cronache si ricrea il meccanismo della narrazione primitiva della tribù attorno al fuoco  e delle avventure raccontate che diedero origine alle immagini di draghi, chimere, fantasmi, dei, demoni ed eroi. Sono  quelle “forme pensiero” in grado di assumere una consistenza abbastanza forte da poter essere ritrasmesse e divenire parte integrante della cultura.

Anche questo articolo, ovviamente, rientra in questo processo formativo al limite del fantastico, in cui si dice e non si dice, si evoca ma si distingue, ed in cui la realtà del web viene comparata al sogno ed alla creazione onirica. Ecco siamo in piena leggenda letteraria metropolitana!

  

Vi ringrazio dell’attenzione prestata e  -se volete- inserite qui la vostra opinione e commento. Grazie!  

Paolo D’Arpini.