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“Vorrei tornare a casa….!”

Compagni di viaggio ilaria 25 agosto 2008

Riflessioni  per l’incontro di ecologia sociale e profonda  “il ritorno a casa” che si tiene a Capranica (Vt) il 18 e 19 ottobre 2008.

La Terra è rotonda,  Oriente ed Occidente da che parte stanno?

Come fai a vedere dov’è la destra e la sinistra, l’oriente e l’occidente, in una palla che gira a forte velocità nello spazio, attorno ad un sole,  e  contemporaneamente si sposta verso un ulteriore vuoto allontanandosi dal big bang primordiale?

Eppure su questa piccola palla  l’uomo  ragiona come se la Terra fosse divisibile in settori, come se veramente avesse senso la  separazione (sic) in stati e nazioni, in aree e sub aree….

Ecco,  mentre in Polonia si montano le rampe di lancio dei nuovi missili antimissile (verso chi?), in Georgia la guerra va avanti a singhiozzo, in Irak ed in Afganistan si muore in silenzio, in Africa le notizie non arrivano e non partono più ormai è terra di nessuno, in America settentrionale e meridionale ci si prepara al grande salto,  in Cina, in Tibet, al polo nord… al polo sud….. 

Chi fa queste differenze, chi decide le ubicazioni e gli interessi strategici, di chi è questa Terra che tutti abitiamo….?

La Terra gira, gira…  e non cambia la sua natura di pianeta  che non conosce frontiere e difformità interne nella sua struttura unificata, anche se fosse una palla da football  con le pezze di diverso colore questo non impedirebbe alla palla di essere un omogeneo tondo di caucciù.

Sulla terra l’acqua è acqua e sta dappertutto. L’aria è aria e spira in tutti i venti.  Il suolo in cui gli alberi crescono, e che gli animali e gli uomini calpestano  è lo stesso suolo. L’umanità è la stessa ovunque e comunque.

Un’esquimese si accoppia con un aborigeno australiano e prolificano, mica muli… sono esseri umani identici. L’unica cosa che cambia è la bandierina degli interessi, delle religioni, delle ideologie, insomma cose finte, cose di cui si può fare benissimo a meno e che invece determinano i comportamenti sino al punto di spingere l’uomo ad uccidere, distruggere, dissociare….

Poveri beoti…  mettono i missili antimissile, prevaricano le etnie più povere,  sparano giaculatorie e cazzate nei templi  e  nelle assemblee, nelle camere e nei senati  ed  ingabbiano i recalcitranti…   bravi!

Ma ditemi come può essere un motivo di disuguaglianza abitare in un luogo piuttosto che in un altro, credere in una illusione piuttosto che un’altra, non vi siete accorti, umani, che il pianeta è uno solo?  E tra l’altro è pure malandato in seguito ai bistrattamenti subiti negli ultimi  anni?

I mali  che impediscono la consapevolezza di abitare lo stesso luogo, di essere  membri della stessa famiglia e di abitare la stessa casa, hanno un solo nome: ignoranza!

Ignoranza che poi diventa rapacità ed egoismo, conflitto fra individui e nazioni, disparità economica e razziale,  divisione in classi,   violenza  verso gli “altri”,  stupida arroganza di ritenersi nel bene,  da una parte una bisteccona sanguinolenta e dall’altra un  minuto chicco di riso,  da una parte la furbizia e dall’altra l’ingenuità, da una parte il valore aggiunto e dall’altra la carenza.

Osservando bene le cose scopriamo però che…..

Paolo D’Arpini  

Doriana Goracci: una testimonianza letteraria

Non è stata davvero una “corsa a vuoto” essere andata il 22 agosto a Ronciglione, per la XV edizione  del Premio  Letterario “Roncio D’oro”, promosso dalla Città di Ronciglione e anche 60esimo anniversario del Centro Ricerche e Studi di Ronciglione, promotore con il Comune.
Conoscevo già Flaviano Feliciano Fabbri, infaticabile e sereno animatore del Centro e di decine di altre attività sociali e culturali ma è stato con vivo piacere, è l’unico termine che mi viene in mente, trovare una pausa nel semplice e magnifico retro del Duomo per ascoltare musica, poesia e racconti in dialetto e lingua italiana e così, con molta semplicità come accade tra amici, ho conosciuto Silvano Boldrini , quello che narra “Il Fiato dei Borghi”, che ci racconta l’impegno comune, i poeti impensati: braccianti, commercianti, contadini, insegnanti, intellettuali, impiegati… con le loro tracce ed emozioni di vita chiuse nel cassetto, i racconti dell’infanzia e si appella perché l’incuria e la stupidità non mortifichino tanto impegno, profuso in decenni. Ci sono stati Premi speciali riservati ai ragazzi di età non superione a 15 anni ed erano bambini quelli che li hanno ricevuti, con le loro magnifiche Maestre e poi ancora poesie o racconti inediti in lingua italiana e in dialetto.
Confesso: ho accompagnato a ritirare il suo premio, l’amica Christa Efkemann, traduttrice ed artista tedesca, residente io dico come un ponte tra Capranica e Ronciglione, lei me l’ha fatta conoscere ed amare , “una che viene da lontano ma che offre però spunti interessanti di coinvolgimento solidale alla sua sensazione d’aver toccato finalmente l’ultima stazione del suo viaggio”, come cita la motivazione del premio e non conoscevo affatto la sua poesia… Ed eravamo lì, “forestiere ” per niente, tra persone di tutte le età, in un clima non provinciale ma quello che respira alto, come la città sulla rupe, che ha i boschi ancora intorno e un futuro di amore e cura per la cultura, di rispetto e curiosità per l’altro, merce così rara e preziosa. C’erano anche le “istituzioni”…mai così comuni tra le cittadine e cittadini tutti che hanno partecipato, nel senso più vero del termine, da una bimba di pochi mesi, fino a…  Una piccola nota: ho avuto il piacere di conoscere l’assessore Renzo Trappolini, interlocutore ironico e gentile, che mi aveva risposto su un quotidiano locale on line: La tua voce. La politica era e sarà sempre fuori: sono emerse le nostri voci, abitanti del territorio senza distinzione e la loro straordinaria testimonianza. Grazie!

Doriana Goracci

Barocco in Tuscia, fino al 17 ottobre 2008

Il 38° Festival della musica barocca

Nel calendario di 13  appuntamenti, che terminano il 17 ottobre 2008, oggi 22 agosto 2008  si svolge a Castel Sant’Elia, nell’Agro Falisco, il 3° rendez-vous  per gli spettacoli del Festival Barocco,  Cinzia Pennesi  dirige un trio che esegue tre sonate di Alessandro Scarlatti, riproposte per la prima volta in tempi moderni, si tratta de Il genio di Partenope, il Piacere di Mergellina e la Gloria di Sebeto.   La performance viene eseguita nella magica basilica romanica di  Sant’Elia, a fianco dell’antico cimitero e sotto le grotte rupestri dei romiti medioevali.  Per via di tutti questi elementi di grande importanza simbolica (legati al 3) e soprattutto per la direzione  femminile dell’affascinante  Cinzia Pennesi ho deciso stamattina di occuparmi di questo Festival che ritengo  la manifestazione più importante dell’autunno in Tuscia.   C’è bisogno oggigiorno di un alto livello culturale  e questo  Festival Barocco ha tutti i requisiti per descrivere la bellezza dei luoghi della Tuscia con una serie di interessanti esibizioni, e di questo va ringraziata la  Provincia di Viterbo in quanto ente  patrocinante. I concerti sono iniziati a Tuscania il 17 agosto e pian piano proseguiranno in  importanti centri, come Caprarola, Tarquinia, Ronciglione e Viterbo ed eseguiti nei monumenti storici più significativi di queste città. 

  “Abbiamo accolto con dedizione la sfida  di organizzare questa XXXVIII edizione  – afferma Mara Ciambella  dell’Assessorato Turismo- consapevoli di accostare una offerta artistica di livello alla nota bellezza dei luoghi della nostra Tuscia”.    Questo è vero,  esprimo però un  rammarico e cioè che non sia stato possibile inserire la nostra Calcata nel calendario dei concerti, infatti sarebbe stato estremamente auspicioso se le note barocche fossero entrate nelle orecchie calcatesi, purtroppo assordate dai rumori molesti del rock and roll che, invero, poco si coniuga con la vetustà e naturalezza del luogo (spero comunque in un’altra edizione).     Fra i prossimi appuntamenti vorrei segnalare quello di Capranica del  30 agosto al quale  intendo assistere io stesso (essendo lì invitato ad un contemporaneo incontro bioregionale), che si terrà nella chiesa di San Francesco sotto la direzione della bella e brava Susanne Kelling che dirige l’Ensamble Barocco della Tuscia.   L’ultimo concerto è previsto al Teatro dell’Unione di Viterbo il 17 ottobre con I Solisti Veneti (gruppo che ricordo tanti anni fa all’Arena di Verona), diretto dal romantico Claudio Sciamone. Il non critico d’arte: Paolo D’Arpini

Per informazioni sul Festival: www.provincia.vt.it/barocco

Nuovi razzismi e strumentalizzazione religiosa dell’accoglienza spuria e distinta.

Comunicati Stampa ilaria 21 agosto 2008

Per una  volta ragioniamo  e comportiamoci come persone con le palle…

Non avrei voluto impicciarmi delle note di Famiglia  Cristiana di cui già si è parlato a lungo ed anche a sproposito. Tra l’altro ritengo che l’azione di Famiglia Cristiana sia da porsi nel metodo furbesco di “una botta al cerchio ed una alla botte” con il quale le forze  vaticane cercano di far passare tutti gli aspetti idiosincraici della loro politica schizoide (ma la finalità in fondo sempre si evince in ritorni di conquibus).

Purtroppo quando in seguito ad un articolo “irrilevante” e strumentale

 -come appunto quello di Famiglia Cristiana- ne segue una fanfara di rimbombante riverbero, vedasi soprattutto i commenti sulla stampa nazionale che di fatto hanno consentito al Ratzinger di benedire e dissociarsi allo stesso tempo,  salvando così capra e cavoli e contemporaneamente raccogliendo i frutti di un’ampia orchestrazione mediatica, non posso esimermi dal dipingere sul bel quadro alcuni schizzi per sottolineare le macchie  dell’opera in corso….

In Italia siamo giunti al punto in cui la società civile e laica non   sa più vedere le cose con lucidità ed ha smesso di difendere i propri valori,  dimostrando così di assoggettarsi alla chiusura mentale…  Questo “laissez faire” avviene  quando una comunità invecchia, si indebolisce, perde le forze e la virilità. Sì, anche la virilità che dal latino “Vir” sta a significare proprio la capacità umana di  difendere con forza e convinzione le proprie idee.  Questa perdita di “virilità”  avviene oggi  allorché, in conseguenza di fattori diversi, si accettano i modi funzionali della corruzione, degli agi, delle droghe,  della  pornografia  e delle distrazioni “religiose” o mistiche di varia provenienza, riempiendo così la società di “unisex” che non sono né donna né uomo, né carne né pesce, né sedano né finocchio.  Evidentemente  questi fattori,  sono del tutto naturali in una società in decadenza,  e qui la morale non c’entra e men che meno la morale del “porgi l’altra guancia” o “aiuta il prossimo tuo” che,  riferendoci  all’insegnamento di Santa Madre Chiesa e della Famiglia Cristiana, riguarda sempre gli altri… Ciò viene  ampiamente dimostrato dagli “affari”  delle associazioni di volontariato che lucrano assistendo proprio questo “prossimo” molto utile alle finanze vaticane (perennemente in fase di esproprio continuato).

“A ’sto punto -dice pittorescamente l’amico Giorgio Vitali- noi laici rifiutiamo questo “magistero spurio” e rivolgiamo reverenti il nostro anelito al Gran Dio Priapo, che con un batocco come un cannone protegge i nostri campi, le nostre messi ed i nostri raccolti”  e la nostra Ragione, aggiungo io.

E  ora ecco il contesto come lo nota il “Corriere della Sera” che scrive: “Nel pieno delle polemiche innescate dalle critiche alla politica sull’immigrazione del governo Berlusconi lanciate da Famiglia Cristiana (da cui hanno preso le distanze le gerarchie vaticane), Benedetto XVI si è detto preoccupato….” (18 u.s.) 

Ma a quanto pare Famiglia Cristiana non ha protestato e non protesta perché i soldati italiani vengono impiegati all’estero a supporto delle guerre atlantiche ma “solo” perché vengono impiegati nelle città italiane in supporto ai controlli sugli extracomunitari…. e dei clandestini. 

Mi  sono già espresso  criticamente sull’uso dell’esercito in servizi di polizia, che tra l’altro è contrario anche alla norma costituzionale. Ma come potrei ignorare l’ipocrisia servilista vaticana   dei due pesi e due misure…. Da una parte si critica e dall’altra si incoraggia. Ad esempio  nel chiarire che “Famiglia Cristiana non rappresenta la Santa Sede e la Conferenza Episcopale Italiana” – contemporaneamente assolvendo Famiglia Cristiana e corroborando “la sua  libertà  di fare le sue critiche”. E poi che dire dell’intervento di Ratzinger  “che invita a non cedere alle tentazioni del razzismo e a rispettare il dovere dell’accoglienza -aggiungendo- purtroppo però si registrano in diversi paesi nuove manifestazioni preoccupanti, legate spesso a problemi sociali ed economici, che tuttavia mai possono giustificare il disprezzo e la discriminazione razziale” ….. (sic!)

“Ma, diciamo la verità senza peli sulla lingua,   l’unico  distinguo  che si può  fare (e non certo su basi razziali) è  quello di vedere chiaramente  chi, abitando in Italia, vive di lavoro e chi, abitando in Italia, vive di ladrocinio, di prostituzione, di rapine e di spaccio di droga. -afferma Antonino Amato commentando il discorso papale-  Pertanto non va operata  nessuna distinzione legata al colore della pelle, ma una distinzione legata alle azioni dei singoli. Siano essi Italiani oppure stranieri”.

Ed ancora al proposito dell’ipocrita accoglienza che il vaticano reclama all’Italia ricordo quanto avvenne all’indomani dell’elezione di Alemanno a Roma, ovvero  furono immediatamente sgomberate le adiacenze del vaticano da ogni abusivo ed extracomunitario…. vediamo inoltre che nutrite forze di polizia sono perennemente impegnate ad impedire ogni accesso a zingari e simili entro il precinto vaticano… e come mai avviene ciò? Cos’è  st’accoglienza a due facce che il vaticano pretende? Bella l’accoglienza, ma mi chiedo come mai tanti spostati si accampano ai margini delle città italiane e non  vanno mai a Piazza San Pietro….

In nome della “libertà” di espressione se  nei media viene dato spazio alle opinioni di  Ratzinger chiedo che altrettanto spazio venga dato anche a me che sono laico e  non ho gli “occhialetti” da prete. Altrimenti come potrà la gente comune,  bombardata da opinioni asservite,  riflettere sui fatti e sulla congruità delle parole, ancorché  la maggior parte delle persone son distratte dal calcio, dalle olimpiadi, etc. oppure dubitano di  potersi esprimere   perché magari hanno fatto solo la terza media  (come me d’altronde).  Come troveranno altrimenti il coraggio  di dire quello che pensano   senza un minimo input di libertà e di voglia di affrancamento   dalle panzane dell’ufficialità?

Ho ricevuto ieri una lettera molto incoraggiante da un’amica “virile”, 

che  non nomino per non metterla in imbarazzo, in cui mi incoraggia dicendomi: “ciao caro Paolo, la tua letterina sull’uno quantico l’ho postata sul blog di BXL, stiamo a vedere chi risponde, se rispondono bene, altrimenti vorrà dire che l’hanno letta ma non interessa, l’hanno letta e non sanno che dire, l’hanno letta e ci stanno pensando, oppure l’hanno letta e non ci hanno capito nulla…… ti abbraccio dal profondo, nulla é perduto a questo mondo, e si semina sempre…. il più delle volte le persone non ti ringraziano ma  non  importa, ciò che conta é che vadano avanti, crescano e si elevino spiritualmente”.

Ecco anche stavolta ho sparato il mio “scud” e così mi sono sfogato, ora fate di me ciò che volete!

Vostro affezionato, Paolo D’Arpini

Dei e veicoli…. Uomini e topi.

Il dono di un veicolo è uno degli omaggi  rituali che vengono fatti al maestro spirituale, questo perché il veicolo è riconosciuto come un mezzo simbolico di trasmissione della sua grazia,  regalare   un carro, un elefante, un cavallo o -in tempi moderni- un’automobile significa che  ci si aspetta che il favore del maestro venga trasferito insomma “veicolato” all’offerente attraverso quel mezzo simbolico. Proprio seguendo questa tradizione capitò  -ad esempio- che Osho Rajneesh (ma non solo lui)  collezionasse  30 e più Rolls Royce…

Chi ha qualche dimestichezza con l’iconografia indiana ricorderà che ogni divinità ha un suo mezzo di trasporto,  che sta a significare il modo in cui l’energia del Dio viene trasmessa.  Vediamo che  Vishnu, il preservatore,  ha per cavalcatura una grande aquila, essa simboleggia la capacità del Dio di scorgere nei minuti dettagli ciò che avviene nel mondo per scendere giù a velocità stratosferica  a punire i malvagi e sollevare le sorti dei devoti in difficoltà. Brhama, il creatore, ha invece per “mount” un cigno bianco che rispecchia la capacità del cigno di dividere il latte (la saggezza) dall’acqua  nell’oceano primordiale della creazione. 

Ma qui potremmo già cominciare a porci dei dubbi… infatti si può pure immaginare una grande aquila hymalayana, con apertura alare che raggiunge i dieci metri, trasportare un Dio nelle sue missioni del dharma (giustizia) ma un cigno… come fa a trasportare un Dio che -essendo creatore-  già ce lo immaginiamo un po’ pesante??  I punti interrogativi aumentano e la necessità di un chiarimento  si fa  impellente quando infine osserviamo l’immagine di Ganesh, Dio di pesante stazza  con la testa da elefante, che è preposto a rimuovere gli ostacoli, sia in senso spirituale che materiale, che si frappongono sul nostro cammino. Il Dio Ganesh è dipinto con ai piedi la sua cavalcatura, un piccolo topo che sgranocchia beato un laddu (dolce di riso a palla).

Ebbene a questo punto ci è praticamente impossibile visualizzare l’enorme Ganesh che monta sul topolino, eppure leggiamo che il topo è il suo veicolo, come può succedere!?  E qui è necessario fare ulteriore chiarezza sulla simbologia del “veicolo” e soprattutto di quel che sta a significare il topo nella tradizione orientale, e questo non solo in India ma anche in Cina…. 

Allora l’immagine del topo serve a “veicolare” le qualità che vengono riconosciute a questo animale, che è anche un archetipo primordiale.  Se pensiamo bene alle capacità miracolose del topo scopriamo che egli è un vero genio della sopravvivenza,  un maestro in se stesso nella rimozione di ogni ostacolo che si frappone fra lui e la vita.  Un topo sa come arrampicarsi su una superficie verticale, purché vi sia la minima asperità,  persino meglio di una lucertola, di un geco od altri animali arrampicatori.  Se precipita da una grande altezza, anche mille volte superiore alla sua, ne esce perfettamente indenne, è un vero planatore in caduta libera.  Che dire poi della sua preveggenza che gli fa capire quando è ora di abbandonare la nave che affonda?  Egli è un ottimo nuotatore e sa come  salvarsi meglio di qualsiasi naufrago, ed infatti in ogni angolo del mondo prima degli umani sono arrivati i topi.  Anche nella sua vita sociale  è ben attrezzato, chi non conosce l’astuzia del topo nello sfuggire alle trappole? I sistemi di anti-rattizzazione sono impotenti contro le orde di roditori cittadini che dispongono di appositi assaggiatori,  vecchi e malandati elementi che fungono da cavie per testare i cibi sospetti, così la tribù si salva sempre.

Non basterebbe una biblioteca di psicologia animale per descrivere i suoi sotterfugi e le sue furbizie che gli garantiscono la sopravvivenza in ogni occasione, persino in caso di esplosione nucleare i topi saprebbero cavarsela meglio di noi.  Inoltre occorre specificare che in verità il topo è stato l’iniziatore della stessa specie umana, il capostipite primo, non sto raccontando una balla (stavolta), state calmi…    Accadde proprio quando ci fu il grande cataclisma che distrusse tutti i grandi rettili, che a quel tempo dominavano il pianeta,  e già era nato un piccolo roditore, il primo mammifero, per correttezza chiamiamola “mammifera”  la quale aveva la taglia di una pantegana (un po’ più piccola della nutria), e mentre attorno a lei c’era solo morte e nubi nere,  la saggia topa di fogna campò benissimo sui cadaveri e sul marciume, e di lì a pochi millenni diede vita a tutte le specie di mammiferi sulla terra, ivi compreso l’uomo.  Che grande miracolo… in mezzo alla carneficina,  quella santa  pantegana  trasformò gli ostacoli della distruzione  del mondo in vittoria…  la supremazia della sua  capacità di adattamento. Mi sa che saprebbe ancora farlo questo gioco, se l’uomo andrà avanti a sfidare la vita sul pianeta… sappiamo già chi è in grado di resistere all’olocausto.   Ed allora perché meravigliarsi se il topo è stato scelto come veicolo di Ganesh?Paolo D’Arpini