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Enel e Berlusconi riportano il nucleare a Montalto di Castro…. Un “regalo” alla Tuscia per l’equinozio autunnale 2008 – Leggi tutto!

Comunicazioni di servizio ilaria 21 settembre 2008

“A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca..” diceva  zio Giulio, mio conterraneo, quando sentiva puzza di bruciato nei movimenti di Palazzo. E stavolta mi riconosco pienamente in quello spirito ciociaro. Anche se non mi aggrada assumere la parte di Cassandra ma son già alcuni anni che continuo a denunciare la possibilità del ritorno al nucleare a Montalto di Castro e stavolta la frittata è stata bell’e servita….. 

Così la notizia riportata in prima pagina dal Nuovo Corriere Viterbese del 21 settembre 2008, un quotidiano locale ben informato:  “A Montalto ritorna il nucleare! Annuncio dell’Enel: lavori entro il 2012. Centrale operativa nel 2017. -e segue- Entro la prossima primavera il governo presenterà il piano energetico nazionale  che prevede anche l’avvio del nucleare. Lo ha annunciato il premier Berlusconi e lo conferma Giancarlo Aquilani, responsabile dell’area tecnica per il lavori dell’Enel. Nel piano è inserita la centrale di Montalto di Castro, dove i lavori  per la riconversione inizieranno entro il 2012….”

Va beh non voglio riportare l’intero articolo, il senso è chiaro: Berlusconi ha intenzioni “serie”, meglio dire  “drammatiche”, non bastava il carbone “pulito”  a Civitavecchia ora si passa al nucleare “salubre” di Montalto,  un modo simpatico di regalare alla Tuscia  il  “premio di sudditanza”.

Gli abitanti della Tuscia devono accettare i regali del premier, accettare in silenzio e gratitudine che il loro territorio venga utilizzato  per i servizi sporchi. Non bastava il progetto del mega aeroporto low cost da istallarsi a Viterbo città (per accontentare gli abitanti di Ciampino e soprattutto Alemanno che non può più giustificare  quel casino sopra i cieli di Roma), non bastavano le discariche di rifiuti tossici nell’Agro Falisco, né il pompaggio costante e continuo delle acque minerali (con conseguente abbassamento e inquinamento delle falde acquifere), né il rapace allargamento della banlieu metropolitana con sempre nuovi casermoni a Nepi, Monterosi, Magliano Romano, Oriolo, Bracciano, Trevignano, etc. etc., Tutto ciò ed altro ancora non bastava per sancire che la Tuscia è la “sciaccuina” del Lazio, anzi d’Italia, e magari anche un po’ prostituta, visto che i suoi amministratori  spesso accettano le prebende “risarcitorie”  che il governo, la Regione, e l’Enel di tanto offrono per tacitare lo scontento.

Peccato che gli abitanti della Tuscia (forse troppo impegnati in sagre,  concorsi di bellezza e scaldaletti erotici)  siano così disattenti da non accorgersi che sono stati messi in vendita, loro, le loro terre ed il loro futuro. 

A Montalto ora torna anche il nucleare, un referendum è passato impunemente!

E le date? Avete notato le date? “Entro il 2012… ripartono i lavori per il nucleare” cioè la stessa data in cui si annuncia la “fine del mondo” nel calendario Maya. Ed il 2017? Magari porta pure sfiga ma forse  per quel periodo il governo Berlusconi sarà già caduto od almeno lo spero! 

Paolo D’Arpini  -  Referente per la Tuscia  della Rete Bioregionale Italiana.

  circolovegetariano at gmail.com Tel. 0761-587200

“Roma, a piedi nella città verde…” – Apello al sindaco Alemanno per la riscoperta dei sentieri pedonali interni della capitale.

Spesso gli amici mi dicono “beato te che vivi a Calcata” ed ogni volta rispondo loro “ogni luogo è paese, basta saperci vivere”. Ed è proprio così, infatti se pensassimo che si può essere ecologisti e bioregionalisti solo se stiamo in campagna, od in un paesino alternativo come Calcata, allora non riusciremo mai a cogliere il punto dell’abitare il luogo in cui siamo come se fosse tutta la terra. La Terra è una e non ha cantoni, è una palla rotonda ed omogenea, tutto corrisponde al tutto, il vento spira ovunque, l’acqua scorre ovunque e la vegetazione e gli animali e l’uomo sono presenti ovunque. Certo, in città abbiamo la sensazione che la natura non esista ma è solo una distrazione, una mancanza di attenzione a quel che ci circonda, tanto siamo avvezzi alla virtualità, impigriti dai percorsi obbligati della civiltà metropolitana: mezzi di trasporto, locali chiusi, atmosfere condizionate, luoghi d’incontro in cui non ci si incontra, luoghi di ascolto in cui non si ascolta, insomma ci siamo viziati nell’assenza di presenza. Ed è solo per questo che non percepiamo la bellezza di una città “bioregionale” come Roma. 

Quando abitavo a Roma facevo lunghissime passeggiate,  ultimamente abitavo in Via Emanuele Filiberto (Piazza Vittorio) e da lì andavo tutti i giorni a piedi a Trinità dei Monti o Piazza Navona. Dovete sapere che conoscevo così bene i percorsi pedonali che  in 30 minuti arrivavo  in centro, passando quasi sempre in mezzo al verde di cui Roma è ricca. Infatti Roma è una città verde ma uno se ne rende conto solo se  cammina nei posti giusti… Se ti muovi  in macchina od in autobus allora stai sempre imbottigliato nel traffico e nello smog. Un giorno vi racconterò meglio di questi miei percorsi, durante i quali trovavo anche frutta e verdura. Sì avete letto bene, proprio frutta e verdura, giacché Roma è ricca di alberi da frutto e di tante erbe che crescono spontanee nei parchi e nei diversi giardinetti. Credetemi è meglio degli “orti di guerra” di mussoliniana memoria!

Alemanno, il sindaco di Roma, dovrebbe incentivare l’uso di questi percorsi pedonali bellissimi, una cosa pubblica ancora misconosciuta. E colgo l’occasione di questa lettera proprio per rivolgergli un  appello, affinché mappi e valorizzi i sentieri e le viuzze interne di Roma.  A piedi Roma è più bella!

Paolo D’Arpini

Doriana Goracci é tornata a casa…. Ecco la storia del suo viaggio “dalla Maremma alla Tuscia”

Arrivando nella metà del mese di settembre, in Maremma, capita che fa ancora caldo, che è piovuto assai pochino e la vendemmia appena iniziata, subisce un arresto. Il giorno dopo piove violentemente e si allagano gli stabilimenti della costa, cadono pini e si sfascia qualche incauta macchina. E´ per poco. Le scuole riaprono, i tardivi vacanzieri ne approfittano per prendersi l´idromassaggio gratuito delle cascatelle di Saturnia, la spiaggia del Parco dell’Uccellina è magnifica, come una regina nomade: la vedi di giorno accessibile a tutti gli sguardi, la notte è sola tra le capanne naturali della macchia mediterranea, le conchiglie e le bacche. Ci si fa una schiacciata di pane, fritto o al forno, a volte con un po’ di rosmarino, che consola qualsiasi gola da quelle parti, cominciano i rossi e i marroni in tutte le gamme nella terra del fiume Albegna, degli Etruschi e delle loro vie Cave, delle case in tufo e in pietra: si degusta il vino, come il morellino di Scansano o il bianco di Pitigliano. E pecore e mucche, libere di stravaccare, a dare latte che fa un formaggio da sogno e campi ancora con rovi di more e cardi secchi, come alcuni girasoli e le pannocchie e gli ultimi fichi dolcissimi.

A Pitigliano si trova anche “lo sfratto”, un tipico dolce ebraico che risale ai primi del `600, quando gli ebrei che lì abitavano, furono costretti a sfrattare e concentrarsi in un ghetto, vicino alla sinagoga del paese: l´ufficiale giudiziario e il messo notificatore avevano battuto lo sfratto con un bastone alla loro casa e dopo cent´anni, l´imposizione subita, diventò un dolce-bastone, fatto di miele e noci e una cialda del colore di pane. Verdura e frutta si comprano alla Despar o alla Coop: niente costa meno di 2 euro, neanche certe zucchine o palle di verza. Se ti fanno la grazia di mettere una cassetta con frutta da marmellata, cioè pesta, quasi del tutto andata, va a ruba, per quell’euro al chilo, che sono quasi 2mila lire, come fossero regalate, roba per cittadini e forestieri che si dilettano a cercare l´affare… Eppure li vedi asciutti a farsi la partita di carte alla sera, le chiacchiere al bar, con la risposta pronta e arguta. Sembra non costi fatica mantenere quei chilomentri di boschi e centinaia di agriturismi, case con gli orti dietro e siepi ferme nel tempo di rose che ancora profumano e lavanda già potata…

Se si accende la tv, chissà se ancora appare il maestro Manzi…No: appaiono sfasci di borse, prefiche editoriali, sfide e battute tra una preporta, un postballarò, un blob cortissimo tra telenovele di Napoli e del Sud, torna la Carrà, l´Isola dei Famosi, ma anche un po’ di Iacona, mentre la pizzeria ristorante qui vicino è piena, così le cantine…dove sarà la crisi? Come campano, questi toscani della Maremma, oltre le galline i conigli le pecore il grano il vino l´olio la casa il trattore …? Eppure tutta roba buona anche per il tedesco l´inglese l´americano il francese, il cittadino… Anche loro smadonnano e brontolano e bestemmiano ma intanto vanno avanti come meglio non si può e fanno mangiare a scuola ai loro figli e nipoti, il biologico dei terreni loro, chiedono aiuto per le vigne e per i campi, anche a quelli delle “altre terre” e fanno feste e sagre, magari senza santi, ma santo fagiolo salame e cacio, con un po’ di editoria alternativa e pittura e scultura con riciclo di rifiuti, con recupero minuzioso dell’etrusco, dei suoi morti e dei suoi vivi.

Qui la patria dell’Ombra che non ne aveva più bisogno alla sua Festa, finita sotto l´acqua con un Casini che su Rai Tre, pareva l´esponente di spicco del Centro Ombroso. Tornando a casa, ti raccontano dal televisore o dal pc, di Sfasci Autunnali a botte di manifestazioni organizzate da mesi, di denunce e appelli stesi nella stagione estiva ad asciugare, come fosse un bucato gigante o una provvista di legna, di bastoni che finiranno bruciati, per scaldare i corpi e fermare le menti: tutto previsto e controllato. Si entra ufficialmente nell’autunno, dopo un´estate dove tutto è successo, massacri dentro e fuori , dentro e fuori quello che è rimasto sbrindellato dei Diritti Civili e della Costituzione, tra una febbrile caccia al posto, alla riconferma del proprio precariato, a mettere in fila le centinaia di euro per libri di testo e scarpe nuove, a prenotare una visita medica, a contare le decine di migliaia di licenziati: sembrano esondare solo i fiumi, franare i confini delle colline e sciogliersi i ghiacci e morire le api, per i veleni nel polline. Ma chi se ne frega del miele…
Tornando nel paese-città, si ritorna in attesa di un treno o di un pullman che fa un´ultima corsa verso Roma, poco dopo le 19, con tasse da pagare se circoli in macchina, non solo con le gambe e benzina che scende mentre il petrolio risale, e il mutuo che sale come il costo della vita e tutto si riapre : la scuola l´università la fabbrica lo sportello la pratica la trattativa e ti accorgi che sono rimasti gli anziani e gli stranieri ad accumulare legna nelle cantine, a raccogliere nocciole, a mettere sotto l´olio le verdure scartate, in vasetto le marmellate e in bottiglia i pomodori e il vino, al buio patate aglio e cipolla e sono pronti a raccogliere castagne, hanno piantato finocchi e broccoli, coccolano galline ovarole e portano a casa i ricordi, mai stati così vicini ad un clima da guerra che non unisce ma divide e fa diffidare del proprio vicino, quello che ruba e non ti offre neanche un sorriso. I conti li fanno in televisione, una splendida cabina di regia che non ha ancora trovato neanche il suo pupazzo garante a muovere i fili della famiglia italiana, in marcia non si sa dove.
Come nelle Favole di Libertà di Antonio Gramsci, i fedeli cortigiani gioiscono per il risveglio del castello addormentato e l´arrosto ritorna a cuocersi a puntino , le principesse ad amare il loro liberatore e qualche volta, rara assai, i capretti a gioire che il lupo cattivo è steso morto, per sempre e non ci sarà incantesimo che lo risvegli. Ma queste si sa, sono favole di libertà, metafore di streghe e contadini, soldati e cortigiane, serve e signori, cacciatori e banditi, novelline di Grimm che solo uno in carcere, pensava di poterle sistematicamente ridisporre con un paziente lavoro, per farne regalo ai bambini, per sviluppare la loro fantasia…Era il 6 ottobre del 1930 e scriveva:  “Carissima Giulia, ricordo una novellina popolare scandinava: tre giganti abitano nella Scandinavia, lontani uno dall´altro come le grandi montagne. Dopo migliaia di anni di silenzio, il primo gigante grida agli altri due: – “Sento muggire un´armento di vacche!”- dopo trecento anni il secondo interviene: “Ho sentito anche io il mugghio!” e dopo altri 300 anni il terzo gigante intima: ” Se continuate a fare chiasso così, io me ne vado!”.
Il destino delle mandrie si ripete… e quello dei giganti?

Doriana Goracci

“Mediterraneo Terre e Popoli” – Mostra itinerante nell’antico Lazzaretto di Faleria. Via di San Giuliano, dal 3 al 5 ottobre 2008.

Comunicazioni di servizio ilaria 19 settembre 2008

Nell’ambito della manifestazione “Città, Regione, Bioregione”, patrocinata dalla Provincia di Viterbo e dal Comune di Faleria,  si svolge una mostra  sull’ambiente e sulla cultura mediterranea. L’esposizione itinerante dal titolo “Mediterraneo terre e popoli” è curata dall’Associazione per la Promozione delle Arti in Italia, diretta da Laura Lucibello.

Presentazione:

Le città cosmopolitane  bioregionali sono un tentativo della  civiltà umana di riorganizzare la comunità urbana non  partendo dal clan od etnia di  appartenenza ma dalla capacità di dispiegare integrazioni culturali e sinergie possibili fra abitanti e territorio.  Il primo esperimento mediterraneo di città cosmopolita fu Roma che unì al suo interno,  facendoli propri,  diversi valori e gruppi di popolazioni che allora  abitavano il Mediterraneo.  Quell’esperimento nasceva dall’esigenza di “far sentire a casa propria” ogni singolo abitante di Roma, sia che venisse dalla Grecia, dall’Asia, dall’Africa o dalla Gallia.

Il Mediterraneo era il cerchio e Roma il punto centrale nel quale tutti i  raggi confluivano. Uno degli aspetti più evidenti della struttura sociale

interna della città di Roma fu il sincretismo religioso. Tutti i culti avevano dignità espressiva nella capitale, tant’è che  il tempio più importante era  il Pantheon.

Il sincretismo culturale e religioso fu un tentativo iniziato nel Mediterraneo stesso, sull’isola di Creta,  che non essendo propriamente uno stato di cultura ellenica cercò di porsi come ponte fra i vari modi di pensiero: dal matrismo al patriarcato, dall’Occidente e all’Oriente,  dal Nord al  Sud del mondo allora conosciuto.

Roma riconobbe l’importanza  di questo modello culturale dell’accoglienza  e pari dignità,  e quivi nacque il primo tentativo  di universalizzazione, questo metodo ovviamente  è alla base del successo della civiltà romana che ampiamente dimostrò la sua capacità di sopravvivenza nei secoli.

Solo con l’avvento del cristianesimo e dell’islamismo il sincretismo fu eliminato dalle due sponde mediterranee, ma la conseguenza fu la morte  della civiltà variopinta  dei diversi valori  condivisi,   sostituita dall’adozione di meriti monocromatici   (grigi corpi di pensiero)

fondati sull’unico credo,  un  processo  che si concluse  con l’affermazione dei blocchi monoteisti e culturalmente avversi.

Nel tentativo di riportare l’attenzione alla cultura variopinta e sincretica  ed alla comune appartenenza all’ambito bioregionale da tutti condiviso -il Mediterraneo- l’associazione per la Promozione delle Arti in Italia organizza   questa esposizione collettiva sul tema  “Mediterraneo Terre e Popoli”  che dopo aver toccato punti importanti del  territorio Etrusco (Assisi)  e Sabino (Farfa), giunge finalmente nel cuore dell’Agro Falisco,  a Faleria, rendendo così evidente l’integrazione fra questi  territori e culture,  tutte di origine e svolgimento mediterraneo.   (Paolo D’Arpini)

La mostra si tiene nell’antico Lazzaretto di Faleria con  apertura dal mattino del  3 ottobre,   presentazione ufficiale il 4 ottobre 2008 alle h. 15.00, chiusura la sera del 5 ottobre con rinfresco e assaggio di varie

specialità culinarie mediterranee da ognuno portate.

Per  informazioni.

Laura Lucibello:  info.apai@virgilio.it

Tel. 333.5994451

Paolo D’Arpini: spirito.laico@libero.it

Tel. 0761-587200

Relazione del Dr. Giuseppe Nacci al Convegno SANA Bologna 2008, 13 settembre – Promosso da: AAM Terra Nuova – Coordinamento Scientifico. Studio Agernova

 ”La minaccia OGM  (Organismi Geneticamente Modificati)  sui modelli alimentari di accompagnamento alla terapia immunitaria e disintossicante” 
 

Il Cancro è una malattia degenerativa dovuta a carenze di vitamine e a intossicazione da sostanze chimiche presenti nei cibi.  

Le vitamine e le sostanze pro-vitaminiche presenti nelle piante naturali di comune alimentazione umana possono essere stimate in numero superiore a 13.000-15.000 tipi.  
 

L’introduzione nell’agricoltura moderna degli Organismi Geneticamente Modificati (O.G.M.) è una ingiustificata e pericolosissima alterazione di ciò che l’Evoluzione ha prodotto nelle piante in centinaia di milioni di anni:  piante sulle quali si è basata la successiva evoluzione biochimica dei complessi organismi animali superiori, culminati con l’avvento dei Mammiferi negli ultimi 65 milioni di anni e quindi con la comparsa dell’Uomo;  
 

Pertanto il delicato equilibrio biochimico della specie umana dipende dall’integrità delle specie vegetali così come l’Evoluzione le ha condotte fino a noi, poiché la Salute di ciascuno di noi è basata sulla Biochimica cellulare umana, e questa dipende, nella propria complessità genomica (DNA), dall’utilizzo di migliaia di vitamine e di complessi fitochimici presenti in Natura. 

La pianta è anch’essa un organismo complesso, frutto dell’evoluzione biologica avvenuta in centinaia di milioni di anni:

ogni modificazione genetica provocata in essa dall’Uomo (con radiazioni come a Chernobyl, o con retro-virus come attualmente compiuto con gli OGM), produrrà comunque un danno, un danno irreparabile che spesso non potrà essere riconosciuto, poiché l’Uomo conosce con sicurezza soltanto poche decine di vitamine e di altre sostanze pro-vitaminiche.

Viceversa, le vitamine e le altre sostanze contenute nelle piante sono decine di migliaia, e sono queste le responsabili del corretto funzionamento della complessa biochimica umana e del genoma umano (DNA).

Oggi, per ottenere il vantaggio di una (supposta) maggiore produzione agricola, si ricorre al metodo di modificare il patrimonio genetico delle piante naturali, allo scopo di: 

1) modificarne la struttura,  

2) renderle sterili (per obbligare gli agricoltori a comprare nuovi semi ogni anno),  

3) brevettarne la trasformazione indotta, 

4) rivendere in tutto il mondo il prodotto così ottenuto.  
 

In realtà non è mai stato dimostrato che le coltivazioni OGM producano maggiori quantità di prodotti, tutt’altro, come riportato dai lavori scientifici indipendenti dell’ISIS 
 

Si afferma inoltre che esista sostanziale equivalenza tra: 

1) il prodotto geneticamente modificato (OGM)  

2) e quello ottenuto con la selezione dei caratteri genetici (cioè tramite incrocio naturale di piante come da sempre fatto dall’umanità nel corso di migliaia di anni).  

Da parte nostra si afferma invece che tale “sostanziale equivalenza” è assolutamente insostenibile, perché: 

  • 1. l’incrocio naturale di piante avviene con semi naturali della stessa specie, mentre la manipolazione genetica (OGM) avviene superando le barriere di specie vegetali, mediante introduzione di geni di altre specie vegetali, o addirittura di batteri, virus o animali.
  • 2. Infatti la maggior parte dei geni usati dall’ingegneria genetica provengono da specie viventi che non hanno mai fatto parte dell’alimentazione umana e, addirittura, sono provenienti da DNA non appartenenti a piante ma ad animali, batteri o virus e/o retrovirus transgenici.

 

Si possono così ravvisare OTTO minacce immediate:

PRIMO: Perdita  dei complessi pro-vitaminici e vitaminici delle piante

SECONDO: mutazioni genetiche delle piante e conseguente alterazione della Biochimica umana

TERZO: fallimento della dieta-anti-cancro 

QUARTO : malattie indotte da virus transgenici

QUINTO : intossicazione da veleni sintetizzati da piante transgeniche

SESTO: possibili carestie a livello mondiale a causa della tecnologia “TERMINATOR”

SETTIMO:  modificazione transgenica di piante naturali

OTTAVO : scomparsa irreversibile del patrimonio genetico delle piante naturali

  

PRIMO PUNTO DELLA MINACCIA OGM:

Perdita dei complessi pro-vitaminici e vitaminici delle piante

 Gravissimo è infatti  il deliberato tentativo di disattivare le sostanze naturali contenute nelle piante, allo scopo di rendere possibile il trasporto su lunghe distanze e per tempi molto lunghi, di frutta e verdura fresche, in realtà fortemente impoverite delle tante vitamine, la cui assenza permette così di evitare l’ossidazione di tali cibi.  

Ma queste vitamine entrano in complessi meccanismi enzimatici nel DNA dei mammiferi, e inducenti il fenomeno di APOPTOSI (suicidio) in queste cellule di mammifero se ammalate da cause infettive o, soprattutto, di CANCRO o LEUCEMIA  

Tale fenomeno di deliberato impoverimento vitaminico, a scopo di mero sfruttamento commerciale è un gravissimo atto di danno deliberato inflitto all’Ecosistema tramite gli O.G.M.. 

Migliaia di vitamine, contenute in piante fresche, sono in grado di indurre fenomeni di attivazione delle difese immunitarie contro germi, virus o cellule tumorali, o addirittura di provocare fenomeni di apoptosi (suicidio cellulare o morte programmata) nelle stesse cellule tumorali.

Le quantità di vitamine necessarie per provocare, in laboratorio, l’apoptosi di un certa quantità di cellule tumorali, senza provocare alcun danno in cellule umane sane, è veramente minima.

In molti lavori, quasi tutti in PDF, tratti da letteratura medico-scientifica ufficiale, sono indicate le quantità di vitamine capaci d’indurre il fenomeno di APOPTOSI sulla specifica linea cellulare neoplastica considerata, quantità che viene espressa in: micro-Moli (cioè micro-moli /Litro, cioè nano-moli/ milliLitro, cioè pico-moli/micro-Litro).

SECONDO PUNTO DELLA MINACCIA OGM:

Mutazioni genetiche delle piante e conseguente alterazione della Biochimica umana

A causa dell’introduzione di geni estranei (es. di animali, batteri, virus, retrovirus)  nel DNA della pianta, si verifica in essa l’alterazione della normale sequenza genomica, con la comparsa di nuove proteine e/o la perdita di altre proteine di sequenza genomica.  

Di qui la comparsa di nuove sostanze simili alle vitamine naturali, ma in realtà con caratteristiche di reattività enzimatica e biochimica diverse da quelle naturali, con induzione pertanto di modifica della loro componente di attività biochimica sul genoma umano, una volta introdotte con l’alimentazione. 

Di qui la comparsa potenziale di nuove malattie insorte “artificialmente” a causa di manipolazione genetica (OGM) di organismi vegetali, inquinati geneticamente da nuove molecole simil-vitaminiche dagli effetti induttivi sul DNA umano e sulla sua complessa biochimica del tutto sconosciuta, ma probabilmente foriera di gravi danni data l’estrema complessità e quindi vulnerabilità del DNA umano  
 

Ad esempio, l’unico test a lungo termine (24 mesi), condotto da un gruppo italiano ha dimostrato che gli OGM possono modificare alcuni organi interni. La nutrizione di topi con il famoso mais Roundup Ready ha cambiato la struttura e il funzionamento delle cellule del fegato, del pancreas e dei testicoli. (Malatesta M.,.: Fine structural analyses of pancreatic acinar cell nuclei from mice fed on GM soybean. Eur. J. Histochem., 47:385-388, 2003;  

Un secondo lavoro riportato è quello di Pusztai: egli scoprì che i topi nutriti con patate transgeniche mostravano segni di danni agli organi, ispessimento dell’intestino tenue e scarso sviluppo cerebrale. Le patate erano state geneticamente modificate per contenere lectina, per rendere le piante resistenti ai pesticidi. (Pusztai : Effect of diets containing genetically modified potatoes expressing Galanthus nivalis lectin on rat small intestine, The Lancet Vol. 354, October 16, 1999)  

Un terzo lavoro è quello di Prescott sui Piselli-OGM (Prescott: Transgenic expression of bean-amylase inhibitor in peas results in altered structure and immunogenicity, J. Agric. Food Chem., 53, (23), pp.: 9023-9030, 2005. 

Un quarto lavoro è quello fatto in Russia dalla dott.ssa Ermakova dott.ssa Irina Ermakova, Institute of Higher Nervous Activity and Neurophysiology della Russian Academy of Sciences (RAS).- Mosca.

TERZO  PUNTO DELLA MINACCIA OGM:

Fallimento della dieta-anti-cancro 

Come già dimostrato da Gerson, sia da altri medici, moltissime sostanze contenute solo in frutta e verdura cruda e biologica sono in grado d’indurre CASCATA IMMUNITARIA contro il tumore, detossificazione e il particolare fenomeno dell’apoptosi (suicidio) delle cellule malate, senza quindi necessità di laboriose e costosissime ricerche.  

Così, nella Dieta anti-cancro del dott.Gerson applicata a 153 pazienti sofferenti del caso del peggior cancro conosciuto (Melanoma) si giungeva, dopo 5 anni di Dieta-Gerson, a percentuali di guarigione variabili da: 

70-90% (se tumore ancora localizzato)  

a percentuali di guarigione del 40-70% (se tumore già metastatizzato),  

purchè in pazienti non sottoposti precedentemente a Chemio-Terapia.  
 

Hildebrand, G.L.: Five year survival rates of melanoma patients treated by diet therapy after the manner of Gerson: a retrospective review, in Alternative Therapies, vol.1[4], september1995, pp.29-37).  
 

Viceversa, con la Chemio-Terapia, la percentuale di guarigione da Melanoma a 5 anni è del 6% , valore che secondo altre fonti è invece dello zero per cento,

Morgan G.: The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies, Clinical Oncol., 2004, 16, pp.: 549-560 

Una sopravvivenza dello ZERO % che, in questo recentissimo studio australiano di MORGAN, eseguito su oltre 270.000 pazienti sottoposti a CHEMIO , è confermato anche nel caso di: 

cancro del pancreas,

sarcoma,

cancro dell’utero,

cancro della prostata,

cancro della vescica,

cancro del rene,

mieloma multiplo, 

tale percentuale  sale poi all’1% nel caso di:

cancro dello stomaco e del colon,  

sale al 2% circa nel caso della mammella e del polmone,  

sale al 3-5% nel caso del cancro del retto,  

sale al 4-5% nel caso dei tumori al cervello,  

salre al 5% nel caso del cancro dell’esofago, 

sale  al 9% nel caso del cancro dell’ovaio,  

sale al 10% nel caso del linfoma NON Hodgkin,  

sale al 12% nel caso del cancro della cervice uterina, 

sale  al 40% circa nel caso del seminoma del testicolo e del Linfoma di Hodgkin.  
 

La chiave di spiegazione di tale efficacia curativa di queste particolari diete vegetariane risiede nel fatto di:  non assimilare mai cibi contenenti tutti i potenziali fattori di crescita cellulare,   in particolare  

EVITARE 

l’assimilazione contemporanea (1-3 ore)  

di TUTTI e 9 gli aminoacidi essenziali 

(Valina, Isoleucina, Leucina, Lisina, Metionina, Istidina, Triptofano, Fenilalanina, Treonina), 
 
 

Perché solo con essi le cellule del cancro possono costruire PROTEINE, cioè altre cellule malate 

Bisogna anche evitare l’assimilazione di:

acidi nucleici,

vitamina B12,

acido folico 

(perché determinano la replicazione del DNA della cellula del cancro) 
 

una volta,

…prima dell’ERA dei cibi OGM,

questa regola era semplicissima da mettere in pratica: 
 

i cibi che contenevano tutto ciò erano unicamente i cibi di origine animale

(carne, pesce, uova, lievito, latte, formaggio, burro..)   

che sia Gerson, sia altri Autori (compresa anche la medicina cinese e indiana) proibivano di assumere per almeno 1 anno.  

Risultava così vincente la sola alimentazione vegetariana, cioè a base di sola frutta e di verdura, compresi i cereali e i legumi.  

Questi ultimi cibi (cereali e i legumi) sono però ricchi di AMINOACIDI ESSENZIALI, 

e ciò può stupire che venissero comunque impiegati nella terapia del Cancro da molte altre scuole di medicina naturale occidentale, indiana e cinese.  

Il successo di queste terapie così lontane fra loro come TEORIA, ma così simili come efficacia pratica contro il CANCRO , potrebbe essere spiegato dalla moderna BIOCHIMICA , in base al fatto che: 

NESSUN CEREALE e NESSUN LEGUME

conteneva da solo TUTTI e 9 gli Aminoacidi Essenziali. 
 
 

Questi alimenti però, se uniti insieme nello stesso pasto, determinano l’assimilazione di tutti e 9 gli Aminoacidi Essenziali.  

E il corpo umano può così sintetizzare PROTEINE, e costruire quindi cellule (…del cancro). 
 

Confrontando queste vecchie terapie, quindi, emerge, 

il DIVIETO ASSOLUTO

di mangiare assieme CEREALI + LEGUMI  

cioè Pasta (o Polenta, o  Pane [anche se azimo] o Riso) + Legumi,  

poiché, con la moderna BIOCHIMICA, oggi sappiamo che si provoca l’integrazione dei nove Aminoacidi Essenziali  

(solo 8 contenuti nei cereali, ma quello mancante [Lisina] è nei legumi ) 

(solo 8 contenuti nei legumi, ma quello mancante [Metionina] è nei cereali),  

con effetto nutrizionale, quindi, simile a quello ottenuto dalla Carne  

(in fondo, una volta , un piatto di Pasta (cereale) e Fagioli (legume) era anche chiamato ….la carne dei poveri….) 
 

Oggi, però, tramite l’introduzione in commercio di cereali, legumi e altri vegetali modificati geneticamente (O.G.M.) in molti di questi alimenti sono contenuti TUTTI gli Aminoacidi Essenziali (DIAPOSITIVA 104), rendendo in tal modo effettivamente NON più curabile il Cancro secondo quanto descritto in questo lavoro, nella terapia Gerson, e da molti altri autori. 

QUARTO PUNTO DELLA MINACCIA OGM:

Malattie indotte da virus transgenici

I virus transgenici con cui oggi si fanno gli Organismi Geneticamente Modificati (O.G.M.) entrano nel DNA della pianta, modificandola in maniera a noi sconosciuta.  
 

Questi virus dovrebbero restare latenti, ma nulla può escludere che possano anche riattivarsi in maniera analoga ai ben noti virus tumorali a RNA (Oncornavirus) o come i virus tumorali a DNA (entrambi induttori di leucemie, sarcomi, carcinomi, gliomi…).  
 

Questi virus possono anche essere portatori di malattie nuove o di malattie abbastanza simili a ben note sindromi purtroppo ancora poco comprese nella loro dinamica (AIDS, Mucca Pazza, etc…), e di cui è ancora molto vaga l’origine (forse virus trangenici ?).  
 

In merito a virus impiegati per costruire O.G.M. vi è un’ampia bibliografia. 

E’ ben noto che il CaMV (Cauliflower Mosaic Virus) è usato oggi per guidare la replicazione di retrovirus introdotti delle piante dalle Multinazionali OGM per modificare il DNA delle piante (piante OGM).

Questo virus è attivo sia nelle piante definite “Angiosperme” che nelle piante definite “Gimnosperme”, cioè in pratica in tutte le piante. 

L’utilizzo di questo particolare virus dalle Multinazionali OGM per modificare geneticamente le piante è dovuto ai suoi particolari promoters (”motori” di attivazione genetica) contenuti in esso. 

Il CaMV ha due di questi promoters: il 19S e il 35S.

Di questi due, il 35S è il promoter più usato dalle Multinazionali .  

Il promoter 35S è una sequenza di DNA di circa 400 basi (unità di sequenza genica, caratterizzata da 4 diverse molecole : Adenina, Citosina, Guanina o Timina) 

Il promoter CaMV è il preferito fra tutti i promoters impiegati dalle Multinazionali OGM per modificare le piante, perché non è influenzato dalle diverse condizioni dei tipi di tessuto cellulare vegetale, e dove ha così modo di agire. 
 

Purtroppo, esso è in grado di penetrare e di replicarsi anche nelle cellule degli animali, comprese quelle dei mammiferi e anche quelle umane, come ben dimostrato dal lavoro di Vlasak, del 2003 Vlasak J.: Comparison of hCMV immediate early and CaMV 35S promoters in both plant and human cells, Journal of Biotechnology No. 103, pp.: 197-202, 2003). 

Questi para-retrovirus artificiali, così creati e così impiegati dalle Multinazionali per modificare il DNA delle piante, sono simili ai retrovirus già presenti in natura come: 

il retrovirus HIV dell’AIDS,

quello della LEUCEMIA UMANA,

o quello dell’Epatite  B umana  

(Bonneville : Retrovirus, Viroids and RNA recombination, RNA Genetics, Vol. 11, pp: 23-42, 1988). 
 
 Si sa infatti, sempre dalla letteratura scientifica, che il CaMV è strettamente correlato al virus dell’Epatite B umana e a quello dell’AIDS  

(Doolitte: Quart.Rev.Biol. 64, 2, 1989) ; (Xiong and Eickbush, EMBO Journal 9, pp. 3353, 1990) 
 

Il grande e rischioso azzardo dell’utilizzo del CaMV in piante da utilizzo per l’alimentazione animale e/o umana è caratterizzato dalla RICOMBINAZIONE GENETICA dei cromosomi (DNA) delle piante, ma questo determina la possibile ricombinazione dello stesso promoter 35S anche con il DNA dell’animale o della persona che ha ingerito il frutto, la verdura, la pasta o la soia OGM e contenenti appunto tali para-retrovirus artificiali

I virus possono anche incorporare, nella RICOMBINAZIONE GENETICA, dei geni cellulari presenti nella pianta o nell’animale che si è nutrito precedentemente di tale pianta OGM, per passare poi all’uomo (che si era nutrito dell’animale), con effetti genetici assolutamente sconosciuti. 
 

Una delle conseguenze più probabili è l’insorgenza di cancri e di leucemie
Un’altra conseguenza è quella delle modificazioni genetiche sulla discendenza.

In entrambi i casi, il sistema del DNA “salterebbe” in maniera analoga all’esposizione alle radiazioni ionizzanti 
 

A differenza però delle radiazioni ionizzanti, vi sarebbe anche la minaccia dell’insorgenza di nuove malattie infettive 
  

NUOVE MALATTIE INFETTIVE: è stato dimostrato che i geni del CaMV incorporati nei cromosomi di piante (Canola) si ricombinano con virus infettivi per produrre malattie virali molto più virulente. 
 

Tale modello sperimentale sulla questione della sicurezza delle piante transgeniche contenenti geni virali transgenici come il CaMV è riportato da GAL, in un lavoro del 1992  

Gal S.: Agroinfection of transgenic plants leads to viable Cauliflower Mosaic Virus by intermolecular recombination, Virology, No.187, pp.: 525-533, 1992 
 

Sulla ricombinazione tra CaMV e vari virus coinvolgenti il promoter vedi anche il lavoro del 1990 di Vaden  

Ray Vaden: Recombination sites in Cauliflower Mosaic Virus DNAs; implications for Mechanisms of recombination, Virology, No.177, pp: 717-726, 1990 
 

Altri studi scientifici hanno dimostrato che questi retrovirus possono scambiare fra loro catene di DNA con altro DNA ed RNA con altro RNA, creando nuove infezioni virali

(Mol.Plant-Microbe Interactions 5, 48, 1992). 
 

Esperimenti simili suggeriscono che le alterazioni delle piante possono provocare malattie mortali come riportato nel lavoro di Greene del 1994

Greene A.e.: Recombination between viral RNA and transgenic plant transcripts, Science, Vol. 263, 11 march 1994 
 

Pericolosissime catene di DNA virale prodotte da normali virus a RNA sono così frequentemente propagati nell’ambiente vegetale (piante OGM) usando CaMV 35S promoter per guidare la produzione di virus ad RNA che altrimenti non potrebbero propagarsi nel DNA delle piante. Ma da qui possono anche passare nel DNA di animali (compreso l’uomo) o in quello di batteri e/o virus. 

Boyer J.C.: Infectious transcripts and cDNA clones of RNA Viruses, Virology, No. 198, pp.: 415-426, 1994 
 
 

In conclusione: il CaMV promoter si ricombina con i virus infettivi per produrre nuove malattie virulenti. 

IL CaMV virus e i suoi promoters 19S e 35S possono incorporare geni del DNA della pianta-ospite, dell’animale-ospite, o di un batterio-ospite,  o di un altro virus (purchè a DNA), creando nuove malattie virulente. 

In quest’ultimo caso (virus a DNA), il CaMV si può ricombinare con i virus a DNA degli insetti, e propagarsi così nelle cellule degli insetti

(Zuidema D.: J.Gen.Vir. 71, pp.312, 1990). 
 

E’ così plausibile che una larga parte della popolazione umana, consumando pomodori modificati geneticamente con il CaMV (ricombinato ad esempio con virus dell’Epatite umana B), possa creare un SUPER-VIRUS capace di propagarsi così nelle piante ad uso alimentare, negli insetti (es.: zanzare) e quindi da essi arrivare all’uomo.

Allison R.F.: Recombination in plants expressing viral transgenes, Seminars in Virology, Vol. 7, pp.: 417-422, 1996 
 

Wintermantel W.M.: Isolation of recombinant viruses between Culiflower Mosaic Virus and a viral gene in transgenic plants under conditions of moderate selection pressure, Virology, No. 223, pp.: 156-164, 1996 
 

Latham J.: GM Gene Flow (B): Horizontal gene transfer of viral inserts from GM plants to viruses, Technical paper, February 2004 
 

J.T.Dessens : Cauliflower mosaic virus 35S promoter-controlled DNA copies of cowpea mosaic virus RNAs are infectious on plants, Journal of General Virology, No.74, pp.: 889-892, 1993 
 

Esistono retro-virus naturali che negli animali o nell’uomo provocano la Leucemia, i Linfomi, i Sarcomi o il cancro della Mammella (tratto dal capitolo 8 del libro “Diventa Medico di te stesso“. 

Essi sono molto pericolosi, e una ricombinazione casuale con il promter 35S del Cauliflower Mosaic Virus dev’essere considerata come altamente probabile, una volta introdotte le piante OGM nell’alimentazione animale e/o umana  

Ricerca di Retro-virus OGM nei tumori umani 

Si ritiene necessaria la ricerca in pazienti malati di tumore della verifica di eventuale ibridazione tra RNA polisomiale (di sospetta origine virale OGM, da Oncorna-virus modificato per produrre piante OGM ad uso alimentare) ottenuto da tumori umani di pazienti alimentatisi con cibo OGM, e DNA sintetizzato in laboratorio per trascriptasi inversa dagli stessi Oncorna-virus modificati per produrre OGM.  

Nota: tutto ciò richiede però l’accesso ad informazioni riservate, forse coperte da brevetto, in merito ai modelli di retrovirus impiegati dalle multinazionali OGM, e alle modifiche apportate loro dalle stesse aziende prima della immissione in commercio delle stesse piante OGM. 
 

Molto più difficile rintracciare virus tumorigeni a DNA impiegati dalle multinazionali OGM per modificare il DNA delle piante ad uso alimentare, poiché questi virus (Pox-virus, Herpes-virus, Papova-virus, Adeno-virus), a differenza degli Oncorna-virus, non sono rilevabili nel siero o nelle urine del paziente.  

E’ però dimostrato che nel citoplasma di cellule tumorali di mammifero infettate e modificate da questi virus a DNA permane una piccola frazione, altamente specifica, di RNA messaggero, che non si trova né in cellule normali, né in cellule tumorali infettate da altri tipi di virus oncogenici a DNA.  

Si tratta quindi di verificare l’eventuale ibridazione tra questo RNA messaggero (di sospetta origine virale OGM, cioè da virus a DNA modificato per produrre piante OGM ad uso alimentare) ottenuto dal citoplasma di cellule tumorali di pazienti alimentatisi con cibo OGM, e DNA sintetizzato in laboratorio dagli stessi virus a DNA modificati per produrre OGM.  

Anche qui si richiede però l’accesso ad informazioni riservate, forse coperte da brevetto, in merito ai modelli di virus a DNA impiegati dalle multinazionali OGM, e alle modifiche apportate loro dalle stesse aziende prima della immissione in commercio delle stesse piante OGM.  

Un’ibridazione positiva, rivelata dalla formazione di DNA ibrido radioattivo (32P) indica la presenza si sequenze di DNA virale nelle cellule trasformate (Green, Perspect Biol. Med., 1978). 
 

La copertura di informazioni 

le Multinazionali stanno invadendo il mondo con Ogm “segretati”, ovvero di cui non si conosce la modifica apportata in quanto coperta da segreto industriale.  

Ciò significa che, non avendo a disposizione l’informazione di base, non possiamo neanche allestire dei metodi di analisi e controllo.
La cosa è estremamente grave in quanto tali ogm sono prodotti in USA ed altri paesi dove non vengono separate le filiere OGM free e le esportazioni possono risultare contaminate.
Cosa fare?  
Innanzitutto chiedere informazioni all’Ist. Superiore di Sanità, all’Ist. Zooprofilattico di Roma, al Ministero dell’Agricoltura e alla Commissione Europea ed attivare un’interrogazione e un’indagine Parlamentare.

La Commissione Europea sollecita però l’autorizzazione a scopo alimentare di tali OGM in Europa, minacciando altrimenti una chiusura completa delle importazioni dagli USA…
come dire, visto che gli OGM ce li mandano di nascosto, approviamoli… così forse potremmo controllarli…  

Ma è molto probabile che un’azione politica forte, in virtù del principio di precauzione del trattato di Maastricht, possa far saltare la Brevettabilità degli OGM ed ogni forma di “segreto” industriale sulle manipolazioni genetiche.

Anche perché tali “segreti” potrebbero interessare oltre che gli alimenti importati, anche le sementi… avviando una contaminazione irreversibile e indiscriminata dell’agricoltura europea.

  
 

QUINTO  PUNTO DELLA MINACCIA OGM:

Intossicazione da veleni sintetizzati da piante transgeniche

Intossicazione cronica di cibi a causa di sostanze tossiche insetticide contenute nelle piante per renderle resistenti ai parassiti come il Bacillus touringiensis, con conseguente possibile incremento di Cancri, Aborti spontanei, Mutazioni genetiche sulla discendenza, Sindromi da Immunodeficienze acquisite, malattie degenerative e da sostanze tossiche, etc…. 
 

Ad esempio, è stato dimostrato che il Mais OGM provoca lesioni alla cavità orale di pecore e di ruminanti 

Questo Studio, del 2003, dimostrò che il consumo di OGM danneggia la parete della cavità orale ed è associato con le morti inspiegabili di animali da esperimento: pecore e ruminanti  
 

Duggan et al, Fate of genetically modified maize DNA in the oral cavity and rumen of sheep, British Journal of Nutrition, 89(2): 159-166, 2003  
 

SESTO  PUNTO DELLA MINACCIA OGM:

Pericolo di carestie a livello mondiale a causa della tecnologia “TERMINATOR”
 

Passaggio a specie “indigene” naturali di grano, riso, mais, patate, legumi, della incapacità da parte delle piante stesse di riprodursi normalmente a causa della tecnologia “TERMINATOR”, provocata da impollinazione incrociata, con perdita irreversibile anche per le piante naturali ad uso alimentare, oggi impiegate nell’alimentazione umana, poiché queste ultime saranno state inquinate dai geni transgenici provenienti dalle zone agricole a coltura transgenica (OGM) di tipo “TERMINATOR”.

Di qui la potenziale minaccia di future carestie a livello globale, di tipo incontrollato, non essendo più disponibili nel mondo quantità sufficienti di grano, riso, mais, legumi, di tipo “naturale”, o comunque NON-TERMINATOR.  

SETTIMO  PUNTO DELLA MINACCIA OGM:

Modificazione transgenica di piante naturali 

Passaggio a specie “indigene” naturali delle sostanze tossiche artificiali, come ad esempio il “Bacillus thuringiensis” o di altro tipo, tramite impollinazione incrociata, con potenziale minaccia anche per le piante e le erbe mediche oggi impiegate in Fito-Terapia poiché queste ultime saranno inquinate dai geni transgenici provenienti dalle zone agricole a coltura transgenica (OGM). 

OTTAVO PUNTO DELLA MINACCIA OGM:

Scomparsa irreversibile del patrimonio genetico delle piante naturali 

Graduale ed irreversibile scomparsa delle diversità biologiche, cioè della normale flora naturale: fenomeno che si sta già evidenziando in U.S.A. a causa delle moderne pratiche di coltivazione che enfatizzano la monocoltura transgenica (OGM) rispetto ai metodi di coltivazione differenziati. Le coltivazioni transgeniche arrecheranno infatti una gravissima minaccia alle zone ricche di bio-diversità (genomi naturali): il flusso transgenico che andrà dalle piante modificate alle piante naturali sarà inevitabile quando il rapporto numerico fra aree coltivate con piante artificiali supererà le superfici delle piante naturali, determinando così la perdita irreversibile di gran parte del patrimonio genetico naturale di tutte le piante esistenti al mondo, attualmente pari a circa 442.000 specie già classificate, su un totale stimato di circa 600.000-800.000 specie. 
 

In sostanza:

Numerose piante sono già scomparse nel corso di questi ultimi anni perché gli agricoltori hanno abbandonato le piante naturali, per adottare invece varietà di piante artificiali, cioè geneticamente modificate, poiché rese uniformi nel proprio genoma, ad alto rendimento di produzione (ma povere di vitamine), intrinsecamente malate (poiché incapaci di sopravvivere in assenza di pesticidi), rese sterili per ragioni di mercato, e infine manipolate geneticamente per essere rese resistenti agli insetti e ad altri animali poiché capaci di produrre esse stesse dei veleni, cioè delle sostanze tossiche che verranno infine mangiate dagli animali di allevamento e dall’uomo stesso.      

Persino nelle foreste la varietà genetica è oggi minacciata dalle perdite di habitat, non solo da pratiche di deforestazione scorrette, ma persino dalla contaminazione del patrimonio genetico adattatosi a situazioni locali da parte di ibridi creati dalle grandi ditte sementiere produttrici degli OGM. 
 

I prodotti transgenici rappresentano quindi, proprio per come sono concepiti, una formidabile spinta per accentuare le caratteristiche di unilateralità delle monocolture, e quindi di scomparsa del patrimonio genetico naturale esistente da centinaia di milioni di anni.

Non avremo quindi più, nel futuro più o meno prossimo, tutte quelle varietà di piante (alimentari e non) caratteristiche di ogni particolare regione nazionale o locale.  

La contaminazione genetica ambientale indotta da parte di ibridi creati dalle grandi ditte sementiere degli OGM, che inevitabilmente s’incroceranno con le varietà presenti in natura, porterà ad una perdita del patrimonio genetico naturale (non recuperabile in alcun modo), di tutte quelle particolari caratteristiche che sono entrate nel genoma delle piante nel corso dei lunghi processi di adattamento alle varie situazioni ambientali.  

Tale perdita è oggi gravissima persino per gli ambienti naturali come le foreste. Sostanzialmente, la base stessa della Biochimica umana è oggi minacciata nella sua più intima essenza (DNA umano) dall’impiego sconsiderato di queste piante artificiali, senza alcuna possibilità di recuperare un patrimonio genetico di oltre 440.000 specie di piante classificate (su un totale 600.000- 800.000 stimate), di cui una buona parte scompariranno nel giro di poche centinaia di anni, minate alla base dai danni genetici introdotti dall’Uomo. 
 

Multinazionali agro-alimentari (Biotech, OGM) 

Da alcuni anni si sta verificando la nascita di multinazionali che si definiscono “multinazionali di scienze della vita” attive sul mercato farmaceutico, dell’agro business (sementiero e pesticidi) e veterinario.  

Sono settori tra loro diversi, ma che sono legati insieme dall’utilizzo delle biotecnologie (OGM) per la realizzazione dei loro prodotti.  

Queste multinazionali stanno utilizzando delle strategie economiche molto spregiudicate ed aggressive: dai primi anni ‘90 stanno operando per acquistare aziende anche di grande dimensioni.  

Una di queste, la Monsanto, ha acquisito nel termine di pochi anni Asgrov, Agracetus, De Calb, Cargill, con un investimento di 10 miliardi di Euro attuali. 

La Dupont, altro grande gruppo, ha acquistato la Pioneer con un investimento di circa 8 miliardi di Euro attuali.  

Questi investimenti sembrano avere una logica anti-economica: esse pagano le aziende che rilevano molto più del loro reale valore, come se cercassero di eliminare un potenziale concorrente piuttosto che ottenere un risultato economico a breve termine.  
 

Accanto alle acquisizioni abbiamo anche le fusioni: Ciba Geigy e Sandoz creano Novartis (fatturato di 20 miliardi di Euro attuali nel 1997-98).  

Dalla fusione della francese Rhone Poulenc e della tedesca Hoechst nasce Aventis

È sempre in questo contesto che nasce, nell’ottobre 2000, il primo gruppo mondiale di agrochimica, Syngenta, – risultato della fusione della svizzera Novartis (Azienda ben nota come produttrice di farmaci per Chemioterapia) con l’anglo-svedese Astra-Zeneca (anch’essa azienda ben nota come produttrice di farmaci per Chemioterapia) che realizzerà un giro d’affari di circa otto miliardi di euro. Monsanto, dopo la fusione con Pharmacia & Upjohn, una grande ditta farmaceutica (anch’essa azienda ben nota come produttrice di farmaci per Chemioterapia), si occupa ormai solo di agricoltura, con un giro d’affari che nel 2000 ha raggiunto i 5,5 miliardi di dollari. 

La situazione attuale è la seguente: pochissime multinazionali (Syngenta, Monsanto, Novartis, Dupont, Aventis) detengono il 25-30% del mercato sementiero (ma oltre il 90% del mercato delle sementi transgeniche) e dietro questi grandi gruppi si nota una tale polverizzazione da indurre a pensare che questo andamento non potrà che rafforzarsi in futuro non potendo delle aziende di medie dimensioni contrastare la concorrenza di grandi gruppi economici, e l’obiettivo sembra chiaro: riconvertire il settore sementiero tradizionale in biotecnologico (cioè OGM). Ma il dato impressionante è che ritroviamo gli stessi nomi nel settore dei pesticidi, dove le stesse aziende detengono il 55% del mercato, e soprattutto nel settore farmaceutico, dove le stesse multinazionali hanno una posizione dominante. 
 
  

Multinazionali chimico-farmaceutiche (Big-Farma) 

La storia delle multinazionali chimico-farmaceutiche è incredibile per il loro sviluppo vertiginoso, oggi saldatosi in maniera estremamente pericolosa con il mondo agro-alimentare: 

L’industria chimico-farmaceutica nacque in Europa nella seconda metà dell’Ottocento: in molti casi si trattava dell’industria dei coloranti che, staccatasi dalla chimica di base si indirizzava verso quei nuovi e più promettenti settori della Chimica specializzata in settori chiave dell’economia. 

Negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale, si formò un cartello internazionale dei farmaci, con sede in Germania, che dominava le industrie chimiche e farmaceutiche di tutto il mondo. Esso aveva diffuso le sue attività in 93 paesi, in ognuno dei quali rappresentava una potente forza economica e politica. Era conosciuta come IG. Farben..  

Essa sarebbe divenuta il pilastro di sostegno della produzione chimica di Hitler durante gli anni della guerra, fornendo prodotti che comprendevano potenti esplosivi, gas tossici e l’ignominioso Zyklon-B, la sostanza mortale usata dai nazisti nei campi di sterminio.  

Tuttavia, prima della guerra, nel 1928, l’industriale monopolista americano John D. Rockfeller aveva stabilito una concentrazione industriale tra il suo impero internazionale con sede in America e la IG Farben, dando così origine al più grande e più potente cartello farmaceutico che il mondo avesse mai conosciuto.  

Il Tribunale militare di Norimberga nel 1946/47 stabilì che la Seconda Guerra Mondiale non sarebbe stata possibile senza questo cartello petrolchimico chiamato I.G. Farben.  

In conseguenza della sentenza emessa dal tribunale, la I.G. Farben fu divisa in Bayer, BASF e Hoechst e alcuni dei suoi dirigenti furono condannati per aver iniziato una guerra contraria al diritto internazionale, genocidio, sfruttamento e saccheggio di proprietà pubblica e privata in paesi stranieri e altri crimini contro l’umanità.  

La storia degli antefatti aziendali dietro la seconda guerra mondiale è documentata da un libro di Joseph Borkin “The Crime and Punishment of IG Farben” (Delitto e castigo della I.G. Farben),  

Dopo la guerra, la Germania, con i suoi tre giganti Bayer, Hoechst, BASF ebbe comunque un ruolo importante assieme anche alla Svizzera che, a Basilea, vide nascere e svilupparsi  Ciba, Sandoz, Roche: tutte aziende che si sono poi affermate nel mondo. 

Ma è negli anni Novanta che sono cominciate le grandi fusioni: nel Regno Unito, nel 1989 due grosse aziende frmaceutiche si fondono nella Smith Kline-Beecham: in seguito si fonderanno anche con la American Home (circa 25 miliardi di Euro di fatturato annuale). 

Nel 1993 la svedese Pharmacia compra l’italiana Farmitalia-Carlo Erba, poi si fonde con l’americana Upjon nel 1995, e poi ancora con la Monsanto, prima di venir comprata dalla Pfizer, che in precedenza aveva acquistato l’americana Parke Davis

Nel 1995 avviene la fusione Glaxo- Wellcome (circa 14 miliardi di Euro di fatturato annuale). 

Nel 1998 la Smith Kline – Beecham ( circa 62 miliardi di Euro di fatturato annuale) si fonde con Glaxo-Wellcome, per un capitale risultante di oltre 90 miliardi di Euro di fatturato annuale. 

Nel frattempo, l’inglese Imperial Chemical Industries si è fusa con la svedese Astra, dando origine alla Astra-Zeneca

Le fusioni sono continuate ad avvenire tra le stesse aziende farmaceutiche presenti sullo stesso tipo di mercato: Sandoz e Ciba Geigy (Novartis, 1996), Astra- Zeneca (1998). 

Questi colossi non nascono dall’esigenza dei pazienti, ma dall’esigenza di creare monopolio e quindi profitti sempre maggiori. 
 

Ultimi dati :

Giugno 2002 : acquisto della Aventis da parte della Bayer; l’accordo ha così permesso alla Bayer di fare il proprio ingresso nel campo delle sementi OGM. La fusione ha portato alla creazione della Bayer CropScience che si compone ora di tre gruppi commerciali principali: Crop Protection, Bio Science ed Environmental Science
 

Giugno 2005: acquisto della Sementis da parte della Monsanto

Il Connubio 

Si può pertanto affermare che i due cardini dell’economia e della vita di ciascun individuo, l’agricoltura e la farmaceutica, sono controllate in una situazione di sostanziale oligopolio da pochissimi gruppi multinazionali. 
 

CONCLUSIONE 

Siamo di fronte al bivio fra l’accettazione delle modifiche bio-chimiche delle piante, con danni immensi alla salute dell’umanità, oppure la ferma presa di posizione delle Istituzioni democratiche della nostra società contro le Multinazionali OGM e Chemio-farmaceutiche che, nel loro connubio, stanno dietro all’invasione irresponsabile del mondo tramite OGM. 

La soluzione è semplice, ma abbiamo solo 4 mesi di tempo per fermare gli OGM da quella che giustamente il Prof. Altieri ha definito un evento IRREVERSIBILE: 

  • 1. Divieto assoluto di permettere la coltivazione di piante OGM
  • 2. Divieto assoluto di sperimentazione nei campi (pericolo di trasferimento genico orizzontale)
  • 3. Rivalutazione dell’Agricoltura Biologica (ha inoltre una resa maggiore).
  • 4. Difesa della bio-diversità, in particolare con ripristino della libertà di scambio dei semi contadini.

Se tutto ciò non avverrà, bisognerà allora pensare ad una SECONDA NORIMBERGA, ma questa volta, al posto dei 4 giudici alleati (un americano, un inglese, un francese e un russo) costituita invece da 4 giudici tedeschi….. 
 

Grazie, Giuseppe Nacci.
 
FINE