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“Spiritualità Naturalista” – Da Nico Valerio un commento al proposito della spiritualità laica e della mistificazione vaticana sull’uso del termine “laico”.

    Carissimo Paolo, premetto che non sono spiritualista né religioso, ma avendo un bellissimo e significativo anagramma perfetto (Nico Valerio = Invero Laico) non posso essere contrario al tuo uso del termine “laico” in questo caso. Che è ben diverso da quello machiavellico e truffaldino dei clericali, Papa in testa (”ed è subito Pera”, scriverebbe Quasimodo), per cui i “laici” sarebbero loro, nientemeno… ?
Non so che cosa è, ma posso ammettere che esista una “spiritualità laica”.  L’espressione suona bene ed è analoga alla famosa “religiosità laica” di cui erano animati i grandi liberali del passato, da Benedetto Croce a Parri, da  Omodeo a Nathan, a tutti quelli di “Giustizia e Libertà” e del Partito  d’Azione e poi del settimanale Il Mondo, da Ernesto Rossi ad Aldo Capitini  (tra l’altro grande vegetariano e teorico della non-violenza gandhiana).
Grande generazione, l’ultima ad aver dato dignità e onore all’Italia. Che  era una forte esigenza morale, una intransigenza ideale che aveva del  religioso, e che accomunava anche quelli che tra loro erano atei ai grandi  Riformatori, ai Calvinisti e comunque ai protestanti del passato. Che, non  dimentichiamo, ripulirono la Chiesa di Roma delle sue corruzioni, dalle  vendita delle indulgenze, dalla simonia, dall’ipocrisia, dal “perdonismo”  ambiguo e complice. Ma così, certo, apparvero molto più severi, e quindi  impopolari nel corrotto mondo cattolico italiano. Ma da naturista mi chiedo, essendo anche tu immerso totalmente nella Natura come me, se non sia forse il caso di definire questo genere di  trascendenza morale, questa urgenza etico-naturalistica, questo immanentismo etico, appunto, come “spiritualità naturalistica”. Sarebbe un bel nome.
Attento, però, se fai una ricerca scopri che qualche matto emarginato  tedesco lo ha già usato per collegare, nientemeno, la cultura ecologica alla presunta e aberrante “spiritualità” del Superuomo nazista. Fatti loro,  dirai: se qualcuno, come la Chiesa o i nazisti si appropria di termini  elevati e seducenti per nascondere il proprio vero messaggio, noi che  c’entriamo?  Eh, no…. Le parole sono semantemi – o dovrebbero esserlo – da cui  si dovrebbe in teoria poter risalire alla personalità di chi le usa. Se  scegli questa espressione, perciò, stai bene attento a mettere le mani  avanti e a distinguerti da coloro che approfittando dell’altrui ignoranza,  senza avere nessuna spiritualità (proprio loro, figuriamoci), si definiscono  ”spiritualisti naturalisti”. Però, l’espressione è talmente bella che potreste riappropriarvene. Anzi, il  termine esatto dovrebbe essere “spiritualità naturista”. Deriva da Naturismo  o filosofia della Natura. Com’è noto, per gli antropologi e storici le  religioni antiche, tutte immanentistiche e naturalistiche perché dalla  pianta, dall’animale o dalla Luna arrivavano a ipotizzare un Ente superiore,  quando non adoravano direttamente la pianta, l’animale o la Luna, erano una  forma di Naturismo.   Nei dizionari migliori Naturismo ha anche questo antico significato religioso. Il grande Gabrielli (in 2 volumi), secondo me  il migliore vocabolario italiano, alla voce “Naturismo”, come terzo  significato scrive: “Nella storia delle religioni, la dottrina che considera certe particolari forme di religioni primitive come la divinizzazione degli elementi e delle forze naturali, personificati spesso in figure di dèi”.
Ma sì,  religiosità naturista. E così non avrete imitatori o concorrenti.
  Saluti naturisti, appunto. Nico Valerio

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Risposta:

Sì Nico, sono  d’accordo sul termine Spiritualità Naturale, infatti il luogo di raccoglimento in cui ospito gli animali erbivori “salvati” e lascio che l’ambiente si manifesti, più o meno come natura vuole, l’ho denominato Tempio della Spiritualità della Natura. Per favore – con il tuo commento o come ti pare- pubblica comunque il testo inglese su “Lay Spirituality”  per i motivi già detti.

Ciao, Paolo

I mali morali e fisici della televisione

Televisione…. ?

Ricevo una lettera di European Consumers e dell’Aduc, due associazioni a tutela dei consumatori, con l’invito a disdire il canone TV Rai (entro il 31 dicembre 2008), un abbonamento che viene considerato illegittimo sulla base di varie considerazioni tecnico-giuridiche.

Concordo, ma vorrei superare questo problema saltando a piè pari oltre la televisione. Soprattutto vorrei chiedere “ma chi ce lo fa  fare a restare schiavi della televisione?”  Inutile e frustrante è chiedere il miglioramento dei programmi, quando è evidente che i programmi sono solo influenzati dalla pubblicità. La televisione e tutto l’accrocco ad essa connesso è solo una grossa speculazione finanziaria a danno degli allocchi che ci cascano.   L’apparecchio in se stesso è pure inquinante con le sue emissioni catodiche, è un passatempo passivo e impigrente che rende lo spettatore deficiente e debole di pensiero.  Inoltre il consumo elettrico per far funzionare questo apparecchio è  il più sprecato di qualsiasi altro, come  avviene  per  tutti gli altri elettrodomestici inutili. 

Dico agli amici  che mi leggono non solo  di  non pagare il canone   ma perché continuare a farsi del male, perché restare masochisti così a lungo, perché intristirsi con una droga così futile, come è la televisione? Veramente  propongo di andare  al fondo del problema…. consiglio l’evizione del mezzo inquinante… (sia per il corpo che per la mente),  consiglio a tutti la rinuncia alla televisione ed alle sue pompe…. Vorrei che la televisione venisse completamente eliminata come oggetto casalingo dalle abitazioni degli italiani (che finalmente potranno gustare un po’ di silenzio e quiete). Non solo per protestare contro la Rai  ma  per come viene utilizzata da tutte le altre  emittenti:  mediaste montecarlo bbc vattelapesca  e  via cavo comprese.  La televisione è un mezzo di comunicazione assolutamente  passivo, vi viene trasmesso solo quello che ha deciso il gestore, come mezzo di informazione è obsoleto e parziale (molto meglio internet), inoltre è diseducativo e volgare (basta vedere i risultati di trasmissioni ridicole come l’isola dei famosi, etc).

  Debbo confessarvi che non ho mai acquistato in vita mia un apparecchio televisivo, al massimo assisto (contro la mia volontà) a qualche breve spezzone di stupidità mediatica quando vado al bar per il rito del cappuccino. Non sento assolutamente la mancanza della televisione ed invito tutti voi che leggete a rinunciare a questo apparecchio per bambini viziati e pigri. Ne trarrete enormi vantaggi in intelligenza ed equanimità, ve lo assicuro….Vostro affezionato, Paolo D’Arpini

Stralcio di un’intervista non intervista con Paolo D’Arpini a Radio Alma Brussellando, l’emittente multilingue della Comunità Europea

Cari amici quella che segue è la trascrizione di uno stralcio una “intervista” per interposta persona che è andata in onda il 14 ottobre u.s su Radio Alma Brussellando, l’emittente multilingue della Comunità Europea, emessa nell’etere a Bruxelles.  La storia di questa intervista è alquanto complicata da raccontare, nasce tutto dall’idea di uno scherzo radiofonico alla Orson Wells… Nel giorno in cui erano attesi gli extraterresti ecco che qualcuno per un’ora ha recitato la parte di  qualcun altro, un “chi è chi”  complicato sul personaggio Paolo D’Arpini.
Oltre il testo dell’intervista che segue, per capire meglio di cosa si tratti occorrerà andare sul nostro sito dove si spiegano i retroscena dell’intervista non intervista (vedi in fondo).

Ciao a tutti e buona lettura.

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Ecco, per cominciare, una lettera introduttiva  di Mari D.

“Le persone coinvolte sono Mari D e Massimiliano Bonne. In regia Dani M. In radio  Mari D.  ( e non Marilena, le due immagini corrispondono ma non i loro spiriti… sono due anime che appartengono alla stessa persona ma in qualche modo differiscono… l’una è proiezione dell’altra, l’altra trova in essa conforto, a volte scontro spesso anche ribellione… convivono in un sottile equilibrio di momenti ora colorati, ora tristi, ora intensi, ora folli o irosi… ebbene si, s’alimentano anche di sentimenti di cui spesso si tende a dimenticare, come l’ira non “funesta”, ma creativa… fonte di
analisi e riflessione). Potremmo coordinarci e presentare il materiale in contemporanea sul sito della radio e il tuo. Che ne dici? Poi io e Massimiliano (il poeta che ti ha interpretato alla radio) ti telefoniamo insieme. Così vi conoscete almeno telefonicamente. Ho evitato di farlo prima per rendere la recita più credibile. Ho preferito che tu andassi in onda quando il mio collega in radio, Georges Laurand non era con noi, per avviare un dialogo a due voci, il più vicino possibile alla tua intervista…”.
Mari D

Stralcio  dell’intervista:

*Intervista a Paolo D’Arpini* -  *Brussellando 14 ottobre 2008*

1. Raccontaci di te

Giusto oggi scrivevo ad un’amica spiegandole “..lavoro per un mezzo sderenato che si chiama Paolo D’Arpini, lo conosci?”.
In verità identificarsi con uno specifico nome forma non corrisponde assolutamente al vero ed inoltre se ci si identifica con la “persona” non si può fare a meno di assumerne i pregi ed i difetti, di accogliere le sue
sfumature e macchie, ma siamo noi Arlecchino e Pulcinella? Per questo dicevo che “io” (in quanto coscienza) lavoro per quel personaggio “Paolo D’Arpini” il quale solo attraverso la mia osservazione consapevole  può manifestarsi e compiere le nefandezze a cui è avvezzo. Allo stesso tempo gli voglio bene
come voglio bene a chiunque mi si presenti davanti, che entra nella mia sfera cosciente.

2.Questa è realizzazione?  

L’esperienza dello stato ultimo, della coscienza libera da identificazione, è esposta in varie scuole spirituali come: Satori, Spirito Santo, Samadhi, Shaktipat, etc.
Di solito si intende che questa “esperienza” del Sé sia conseguente ad una particolare condizione di apertura in cui la “grazia” può manifestarsi ed impartire la conoscenza di quel che sempre siamo stati e sempre saremo. Purtroppo dovuto all’accumulo di tendenze mentali  “vasana” non sempre
l’esperienza vissuta si stabilizza in permanente realizzazione. Il risveglio quindi non corrisponde alla realizzazione (oppure solo in rari casi di piena
maturità spirituale).  E qui ci troviamo di fronte ad un paradosso, da un lato c’è la consapevolezza inequivocabile dello stato ultimo che non può mai più essere cancellata, dall’altro un oscuramento parziale di tale verità in
seguito all’attività residua delle vasana che continuano ad operare nella mente del cercatore…

3.”Può la conoscenza essere persa una volta che è stata ottenuta?”

“La conoscenza una volta rivelata prende tempo per  stabilizzarsi. Il Sé è certamente  all’interno dell’esperienza diretta  di ognuno, ma non come uno può immaginare, è semplicemente quello che è. Questa “esperienza” è chiamata samadhi. Ma dovuto alla fluttuazione delle vasana, la conoscenza richiede pratica per stabilirsi perpetuamente. La conoscenza impermanente non può impedire la rinascita. Quindi il lavoro del cercatore consiste nell’annichilazione delle vasana.  E’ vero che in prossimità di un santo realizzato le vasana cessano di essere attive, la mente diventa quieta e sopravviene il samadhi. In questo modo il cercatore ottiene una corretta esperienza alla presenza del maestro.  Per  mantenere stabilmente questa esperienza un ulteriore sforzo è necessario. Infine egli conoscerà la sua vera natura anche nel mezzo della vita di tutti i giorni. C’è uno stato che sta oltre il nostro sforzo o la mancanza di sforzo ma finché esso non viene realizzato lo sforzo è necessario.  Ma una volta assaggiata la “gioia del Sé”  il cercatore non potrà fare a meno di rivolgersi a questa ripetutamente cercando di riconquistarla. Una volta sperimentata la gioia della pace nessuno vorrà indirizzarsi verso qualche altra ricerca”

I belong to everyone

No one can own me

The whole world is my home

All are my family

(Neem Karoli Baba)

7. Paolo e le sue donne

Ho sempre amato le donne da quando son nato, cominciando ovviamente da mia madre, poi le ho amate come sorelle (ne ho due) poi le ho amate come amiche (a scuola e nella vita in generale) e finalmente le amate come amanti e da esse ho avuto anche due figlie, che senza dubbio amo. Insomma il mio amore per le donne è totale, infatti amo anche la Shakti, l’energia divina  o Madre Divina che tutti ci compenetra  (maschi e femmine), tant’è che una volta a Viterbo un amico ateo un po’ misogino,  mi definì “adoratore di Kali”, quando io gli parlavo di spiritualità laica, pensando così di
offendermi in modo “bestiale”… io gli risposi con una bestemmia ma l’accusa di essere un seguace di Kali non la rinnegai, anzi mi fece piacere, anche perché è la verità!  

8. Libertà di amare e di essere amati

La coppia monogamica che noi conosciamo non è un riscontro dell’amore o perlomeno non lo è nel modo in cui essa viene oggi vissuta. E qui dobbiamo iniziare un  percorso per capire cos’è il libero amore ed in quali modi esso si manifesta.  Cominciamo ad esaminare la  propensione evolutiva che  dall’inizio della specie spinse le donne in età feconda
spontaneamente e liberamente ad  unirsi con quei maschi che ritenevano più idonei alla sopravvivenza, tali maschi erano molto probabilmente i più intelligenti, cioè quelli che  mostravano di possedere un patrimonio di conoscenze ed una maggiore adattabilità all’ambiente ed alle condizioni
sociali, in grado  di far progredire la specie. Mai un maschio sceglieva una donna se  non contemporaneamente all’accettazione di lei. La selezione, sino a circa cinquemila anni fa (siamo in pieno periodo matrista) veniva
sempre sancita dalle femmine ed è per questo che l’umanità ha mantenuto una costante spinta evolutiva, lenta ma consona alla propagazione sul pianeta. Questa qualità “elettiva” è stata una risposta evolutiva nonché afflato emozionale endemico.
Forse con l’avvento dell’allevamento e dell’agricoltura (e del surplus produttivo conseguente)  pian piano questo approccio fra i sessi  fu corrotto dal modello utilitaristico e possessivo patriarcale in cui  alcuni maschi furono in grado di “acquistare” una femmina (matrimonio) per  fini
riproduttivi. Questa tendenza divenne sempre più forte con l’affermazione delle religioni monoteiste che sancirono la sudditanza femminile in forma definitiva e la consuetudine del matrimonio divenne una regola sociale obbligatoria. Da quel  momento scomparve -o quasi- l’amore ed  apparve la
prostituzione e la “infedeltà”. Ma cosa vuol dire prostituzione? Non è forse una forma di “matrimonio”  limitato ad un  breve lasso di tempo per la mera soddisfazione sessuale? E cos’è l’infedeltà se non la spontanea aggiustatura, lo sfogo,  per un rapporto  coniugale obbligato? Insomma  la conseguenza dello sposalizio sancito per legge. E ove si manifestano prostituzione ed infedeltà vuol dire che l’amore  non è più sincero e schietto ma solo una comoda formula sociale ed economica,  insomma un commercio… un gioco di potere.
Il libero amore è la riscoperta della piena libertà espressiva è quindi la sola riposta alla condizione corrente in cui l’anormalità è diventata norma. Ma il libero amore presuppone il rapporto fra persone libere, un rapporto
non preconfezionato, né legato ad interessi altri se non l’amore stesso quindi non può esser mercenario in alcuna forma, né -ovviamente-   il risultato di prevaricazione o plagio fisico o psichico. Libero amore  è l’incontro fra  esseri umani consenzienti che durante un percorso di vita
scelgono spontaneamente di sostenersi reciprocamente e condividere esistenza intelligenza e sessualità. 

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*Ringrazio Danielita per avermi presentato   Mari D. che ovviamente ringrazio per  aver creduto in questa intervista non intervista.  Ringrazio Massimiliano per essersi prestato al gioco di interpretarmi. Ringrazio lo staff di Brussellando e ringrazio Cristina De Simone per aver pazientato sino all’ultimo con questo testo da inserire nel sito.

Ciao a  tutti, Paolo D’Arpini

P.S. Leggete la prima parte della storia  su:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/10/15/

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Per chi volesse ascoltare il parlato integrale della non intervista  è possibile collegandosi  sul podcast:
 
http://radioalma.blogspot.com/2008/10/brussellando-del-14-ottobre-2008.html

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Ciao e grazie per aver letto sin qui!

Inizio d’inverno – Dal 23 ottobre al 21 novembre

Lunario ilaria 20 ottobre 2008

Il  momento.

  Scende la brina ed inizia l’inverno. Più che il freddo è l’umidità a farsi avanti con le sue nebbie… Il tempo ideale per lo Scorpione.Durante questo periodo  nell’antica tradizione celtica si manifestava la lotta fra la luce e l’obra ed in questo periodo si aprivano delle fessure spazio temporali in cui l’aldilà era contemporaneamente presente con l’aldiqua. Morte e rinascita.  In questa stagione l’uomo preistorico, soprattutto nei climi più freddi del nord Europa,  integrava la sua dieta frugivora con mitili, vermi e lumache. In tempi più recenti si è sostituita questa integrazione alimentare con  la carne di porco, di cui si mangia tutto,  che viene conservata in vari modi durante l’inverno. Oggi la sola idea di mangiar vermi e lumache farebbe ribrezzo a molte persone e questo dimostra come l’alimentazione sia spesso solo un fatto culturale. Forse fra pochi anni ‘uomo avrà ribrezzo di nutrirsi di qualsiasi carne e ciò segnerà una importante tappa evolutiva nell’umanità ed allo stesso tempo un ritorno alla dieta naturale.       

Muoversi con la luna.

  Possibilmente in luna calante, poiché son giorni di forza discendente,  è molto favorevole a piantagione  ma anche a raccolta ed essiccazione di vari tipi di erbe e frutti. Favorevoli anche il trapianto e la semina di verdure  a foglia, sfavorevole invece il taglio degli alberi. In questa stagione di fine autunno è importante immagazzinare il massimo di frutti eduli, castagne, noci, nocciole, etc. 

  Tradizioni.  

Nel calendario Atzeco dal 20 ottobre al 9 novembre ricorre il mese della caccia, è il momento dell’anno che segna la fine dei raccolti e l’inizio di caccia e pesca. In questo periodo ci si dedicava allo spettacolo ed all’occulto (vedasi quante similitudine vi sono con le tradizioni dell’antica Europa). Dal punto di vista esoterico in varie civiltà questo è il momento dell’espiazione e delle prove. L’antico dio germanico, Odino, dice di se stesso: “Restai appeso all’albero per nove lunghe notti ventose, ferito dalla lancia, io di me stesso vittima sacrale..”.  Il mito di Odino è collegato a quello di Dioniso, anch’egli iniziato ai misteri della vita dopo 9 giorni di prove e di dolori.  Il mito di Morte e Rinascita è ricorrente in tutte le culture inogni parte del mondo ed è un vero peccato che  tale momento magico e sacrale sia stato imbarbarito dalla consuetudine consumista americana (halloween). In verità questo momento è particolarmente indicato alla meditazione ed alla purificazione, entrambe necessarie per affrontare il lungo inverno….      

Cura del mese e ricetta consolatoria.

  In caso di scottature e bruciature, applicare un velo di yogurt e lasciar assorbire per cinque minuti, risciacquare con acqua fresca ed eventualmente ripetere l’operazione. In cucina possiamo soddisfare il desiderio di una buona zuppa calda a base di pane. Tritate una manciata di spinaci aggiungendo  poca acqua e sale, cuocere a fuoco lento aggiungendo alla fine un po’ di parmigiano ed olio d’oliva, nel frattempo fate tostare in padella alcuni tocchetti di pan secco ed  infine gustate la zappetta.      Pensieri edificanti.

“Più presto se ami più legno,  più tardi se ami più frutto” (Detto popolare)”Per San Martino nespole e buon vino”

“Metterei al muro colui che rovina l’onore della nostra gioventù proletaria, che osa affermare che il proletariato soffre disturbi nella capacità di amare proprio come la borghesia” (Wihelm Reich, perseguitato dai nazisti, espulso dall’albo degli psicanalisti, cacciato dal partito comunista, lasciato morire in carcere  negli USA).

Spiegazioni sulla comunicazione telematica di Alba Montori

Caro Paolo, mi dispiace per la tua “frustrazione” ma non ti parlo della mia… ho sempre un’infinità di cose da fare e anche quando sono sul web (anche quello è  un optional non dipendente quasi mai dalla mia volontà) vado a tutta velocità a inserire notizie e cose degli altri, accantonando (troppo) spesso gli amici perchè spero sempre di riuscire a trovare un momento tranquillo da dedicargli e dedicarmi.
Vivere in coppia con qualcuno che è metodico e ripetitivo solo negli orari del cibo e che ha il cervello in ebollizione perenne peggio del mio ti assicuro che non è semplice. Per giunta se alcuni dei nostri interessi coincidono altri sono in universi totalmente differenti e d entrambi siamo estremamente gelosi delle nostre individualità..
Un bell’esercizio di convivenza in nonviolenza, credimi, che per parte mia cerco di svolgere con estrema attenzione, perchè sono assolutamente consapevole che è nel karma di questo mio cammino e anche nel suo, che è collegato col mio almeno da altri quattro o cinque percorsi precedenti.
Spero intenderai le mie parole, ti scrivo questo perché mi auguro che tu riesca a intendermi senza sconvolgerti come invece mi succede di solito quando dico queste cose.
In compenso ho sviluppato da molto tempo la capacità di tenermi in contatto in spirito con chi è in grado e vuole condividere le mie emozioni e tutto sommato credo che sia molto più semplice ed efficace della parola scritta o parlata.
Perciò non te la prendere se non rispondo alle tue email come se sparissi per un po’. In realtà è solo dovuto al fatto che ho troppe cose contingenti che me lo impediscono, ma cervello e cuore sono sempre collegati e disponibili a ricevere e a trasmettere.
Quanto a Brass non mi meraviglia che tu non riesca ad apprezzarlo, secondo me è troppo cerebrale nelle sue forme di rappresentazione dell’erotismo , tentando di utilizzare linguaggi volgari ( popolari).
Come potresti tentare di comprendere il messaggio di Picasso ( faccio un esempio pittorico che forse può farti capire più facilmente) se vedessi solo pezzi, particolari slegati dal contesto complessivo della composizione  da Guernica o da  Le Demoiselles d’Avignon senza mai vedere il tutto da cui sono stati enucleati ?
Penso che sai risponderti da solo.
Come mai poi per i films Brass succeda questo e come questo influenzi la gente riguardo al valore del suo lavoro, considera che la nostra cosiddetta informazione (compresa quella “culturale”) è solo vera ed autentica propaganda, illibertaria, illiberale, bacchettona e ossequiosa del’autoritarismo più ipocrita e bieco….
Insomma, spero di averti risposto, un abbraccio
Alba Montori
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Spegazione: Questa letterina di Alba mi è stata inviata dopo una serie di appunti che le andavo facendo sul fatto che su internet ognuno continua a mandare le sue cose, informazioni, proposte, programmi, etc. in chiave stereotipata ed in veste multipla, mentre si dà poco spazio o nulla alle risposte personali ed ai pareri chit to chit… Insomma la corrispondenza telematica  è poco personalizzata. Avevo perciò invitato Alba  a darmi  riposte precise ai miei commenti che le inviavo sulle iniziative di cui mi informava. Alla fine sono riuscito a strapparle questa mail che avete appena letto… Siccome l’ho trovata molto soddisfacente ed esauriente la pubblico qui nella categoria delle Lettere ma non esprimo ulteriori commenti per non “rovinare” la magia dell’incontro… Paolo