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DNA sotto attacco, freddo e caldo estremo, Bonino = Monsanto, banca che ti magna, il nemico necessario, matrismo

Care, cari,

ieri sera sono andato a conoscere i 5 Stelle di Treia. C’è stato un pubblico incontro per presentare la nascita di un gruppo di lavoro in modo da essere pronti per una nuova presenza politica locale. L’impressione che ho avuto è stata fondamentalmente positiva. C’erano una cinquantina di persone di tutte le fasce d’età, molti i giovani, come è giusto che sia… Forse la presenza femminile era carente ma essendo Treia un paese tradizionalista c’era da aspettarselo.. Poi forse cambierà… Oltre i grandi temi della politica sono stati discussi anche i problemi locali ed io sono intervenuto sottoponendo all’assemblea il rischio che corre il territorio treiese con il progetto di elettrodotto Fano Teramo, che dovrebbe passare proprio da qui. Ho invitato i presenti a partecipare alla riunione prevista il 27 aprile 2013, al Circolo vegetariano, propedeutica per la formazione di un apposito comitato che si occupi delle incidenze ambientali connesse alla produzione elettrica, ivi compreso -ovviamente- il grande impatto e deturpamento degli impianti fotovoltaici a terra.

Il DNA è sotto attacco – Scrive Corrado Penna: “Il DNA è sotto molteplice attacco: energia nucleare e continui fall-out, prodotti chimici che danneggiano il DNA, vaccini al DNA ricombinante, hanno persino ideato dei farmaci di sintesi che inibiscono la funzionalità del DNA e li spacciano per “cura”. Quanti esempi come questi ci vorranno perché l’uomo comprenda che le élite  stanno pianificando intenzionalmente un crimine senza precedenti?..” – Continua:
http://retedellereti.blogspot.it/2013/04/il-dna-e-sotto-attacco-lo-conferma.html

La Spezia contro l’inquinamento – Scrive Miura: “Domenica 7 aprile, dalle 10,30 alle 12.00, ci sarà un sit-in davanti alla scuola e alla chiesa di Fossamastra (La Spezia) per sensibilizzare i cittadini residenti e le mamme dei bambini sui rischi che corrono i loro figli, nonostante i filtri messi alle finestre della scuola. Info. miura7@libero.it”

Vignola. Incontro Collettivo Ecologista del Solstizio Estivo – Procedono i preparativi per la Tavola Rotonda “Bioregionalismo, ecologia profonda e spiritualità laica per la riscoperta dell’identità locale” che si tiene a Vignola il 22 giugno 2013 unitamente all’Incontro Collettivo Ecologista del 23 giugno 2013 da tenersi nell’azienda agricola “La Bifolca”. Per quanto riguarda l’ospitalità a Vignola è possibile campeggiare con tenda propria nel terreno di Maria Miani (La Bifolca), oppure con sacco a pelo nel centro yoga che andremo ad affittare per i due giorni dell’incontro (il 22 ed il 23 giugno 2013)…” – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2013/04/vignola-22-e-23-giugno-2013.html

Piansano. Impianto eolico – Scrive Dafne: “Sono una studentessa di Economia e Commercio e sto elaborando una tesi sugli impianti eolici. Sarei orientata a rappresentare le problematiche dell’impianto eolico di Piansano. Ho letto sul sito del Circolo vegetariano un articolo “Scempio ambientale con la scusa dell’energia pulita….” e vorrei approfondire l’argomento con Voi. Se foste disponibili Vi prego di contattarmi anche per un eventuale incontro”

Mia rispostina: “Cara Dafne, da tre anni non abito più nella Tuscia, se vuoi avere notizie fresche sull’impianto di Piansano ed altri impianti simili in provincia di Viterbo faresti meglio a contattare Elena o Luca di cui ti segnalo gli indirizzi. Se per caso sei nelle vicinanze delle Marche, abbiamo un incontro per parlare dell’impatto ambientale della produzione elettrica, sia tradizionale che cosiddetta “verde”, che si tiene il 27 aprile nell’ambito della Festa dei Precursori a Treia”

Le ragioni (che gli scienziati tacciono) del freddo e del caldo estremo – Scrive M.B.: “Le ragioni del clima pazzerello saranno pure quelle dette dal Postdam Institute, ma al solito non dicono perché queste onde hanno cambiato comportamento e, magari, stanno anche studiando qualcosa per ristabilizzarle. Come fa la medicina allopatica: ti dà una medicina che sopisce la malattia ma non cura, anzi, fa venire altre malattie che richiedono altre medicine e così via all’infinito, cioè fino a che il paziente (non a caso si chiama così) muore. La vera ragione del surriscaldamento terrestre è semplice e intuitiva….” – Continua: http://paolodarpini.blogspot.it/2013/04/le-ragioni-del-freddo-e-del-caldo.html

Sentire il sensibile – Scrive Caterina: “Ho sentito una tipa che ha una gatta da sistemare, una gatta adulta, bianca e molto buona e oggi andiamo con Viola a vederla e se è ok, la portiamo a casa. Ieri sera ho pensato e “sentito” che devo continuare a lasciarmi andare e fare o non fare le cose così come si presentano. Aspetto il bel tempo per fare qualcosa in giardino, togliere un po’ di erbe un po’ troppo invadenti, travasare piantine (la stevia e l’incenso) e seminare i semi della pianta che fa le bacche di goji, le hai mai viste o ne hai sentito parlare? E’ una pianta orientale (Cina, Himalaya) e pare che le sue bacche (una via di mezzo tra pomodorini e peperoncini, è una solanacea) abbiano proprietà quasi miracolose.”

Trento. Ecologia e ambiente – Scrive Boato: “Sabato 6 aprile 2013, nella Sala Rosa della Regione a Trento, dalle ore 15 alle ore 18.30, si tiene il nuovo incontro Ecologia e ambiente: politiche e reti per le aree protette. Info. boato@pedrotti.org”

Informazione vegana – Scrive Daniele Bricchi: “Noi non discendiamo dai frugivori, noi SIAMO frugivori. Questo è quanto sosteneva il Prof. Armando D’Elia che tu citi. Armando fu uno dei miei maestri, quasi un padre per me, Uno dei massimi studiosi di nutrizione umana e mai lo sentii dire che l’uomo è fatto per assumere anche una quota di alimenti di origine animale. Il D’Elia ci riferisce invece che il fondatore di quella disciplina scientifica che si descrive col nome di anatomia e fisiologia comparate, il prof. di anatomia Josh Cruvier, concludeva ogni lezione dicendo che l’uomo non è un animale onnivoro, ma è un animale…” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2013/04/05/daniele-bricchi-ecco-perche-sono-diventato-vegano-stretto/

Il nemico necessario – Scrive Giorgio Quarantotto: “Conservo un libro di Massimo Coppetti che fu direttore dell’Ansa e fu anche in contatto con i servizi segreti americani, intitolato “UFO Arma Segreta” In Russia hanno sperimentato le stesse tecniche occulte del plagio (poi abbandonate) e per un certo periodo si parlò per Tv anche dello Yeti …di chi lo aveva visto, chi lo aveva fotografato, con tanto di spedizione in Himalaya. Il problema consiste che la pace per certi versi non è un bene desiderabile e  il potere alla lunga ha bisogno di avere un nemico per incanalare la frustrazione all’esterno per non esserne corroso; per questo si ricorre agli integratori della paura che devono essere sempre disponibili ove questi lavorano nel sub-conscio della gente, ecco perché “il principe” si serve del sostituto della guerra, od anche un qualcosa che generi mistero e paura ecc.”

Emma filo OGM. Not for president – Scrive Giuseppe Altieri: “Con grande preoccupazione abbiamo ascoltato della candidatura di Emma Bonino a Presidente della repubblica Italiana. Rammento che Emma Bonino, nel periodo alla Commissione Europea e non solo si impegnò molto a favore degli OGM: 1. introduzione delle soglie di tolleranza di OGM negli alimenti, senza etichettatura, che avviarono la contaminazione e commistione delle derrate alimentari nei supermercati italiani e dell’ambiente, attraverso il Trasferimento Genico Orizzontale delle particelle di DNA transgenico nei batteri e nell’ambiente…” – Continua: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2013/04/emma-bonino-ama-monsanto-come-monti-ama.html

Cazzeggiatori – Scrive Vincenzo Mannello: “Ma quanti ce ne ritroviamo oggi….! Dalla Presidenza della Repubblica ai “Saggi”. Passando per tutti i politici, i politologi, i giornalisti della partitocrazia, i rappresentanti della “società civile”, gli economisti, i professoroni e, per quota, pure quelli che di tutti costoro ce ne freghiamo altamente. A 40 giorni dalle elezioni l’Italia si ritrova in un casino maggiore di quello pre-voto. Complimenti a tutti!”

Banca che ti magna – Scrive Marco Canestrari: “Quale è la causa all’origine del caos finanziario che ha portato il mondo ad una crisi così sistemica? Perché gli stati sono arrivati a essere così sudditi e dipendenti della finanza mondiale? Una delle maggiori cause è che gran parte degli altri Stati Sovrani nel Mondo, come ad esempio l’Italia e gli USA, non sono proprietari della loro moneta. La moneta italiana e americana, ad esempio, è proprietà di gruppi privati. Anni fa la moneta Italiana era della Repubblica Italiana, poi è diventata proprietà della Banca d’Italia e ora tutti i nostri soldi sono della Banca Centrale Europea. I partecipanti al capitale di queste banche sono in gran parte dei gruppi privati. La moneta Italiana viene presa in prestito dalla BCE e poi restituita con un interesse. Gli stati le cui leggi aderiscono a questo giochetto, di fatto, dovranno essere in debito perenne con le banche centrali, perché devono restituire più soldi di quanti ne prendono e, non potendo crearseli da soli, saranno costretti a farsi prestare altri soldi per coprire gli interessi in un circolo che si autoalimenta…..” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2013/04/05/cera-una-volta-la-sovranita-monetaria-ora-non-piu-tutti-i-nostri-soldi-vanno-a-finire-in-banca-e-li-restano/

Bambini palestinesi non buoni – Scrive Lu Vera: “Oggi ho visto la mappa di Save the Children. Mancava la Palestina, ho chiesto perché, non han saputo rispondere. Li ho mandati a cagare.”

Profezie – Commento di Marco Bracci all’articolo http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2013/04/atlantide-sodoma-e-gomorra-stati-uniti.html -: “Le profezie. Secondo me sono semplicemente degli avvertimenti per dirci che, continuando a comportarci come ci comportiamo, arriveremo a dover sopportare quelle certe conseguenze. Ma le Cassandre non sono mai piaciute, preferendo l’uomo vivere spensieratamente e senza limitazioni e disciplina, come invece sarebbe giusto, dato che tutto, nella Creazione, si comporta secondo certe Leggi stabilite e immutabili nel tempo. continua nel link indicato.

Matrismo mutato – …oggi osserviamo che il cambiamento nelle relazioni fra il maschile ed il femminile può essere considerato un termometro per misurare il decorso della malattia nella specie umana. Tale malattia prese origine con l’avvento dell’era oscura, definita in India Kali Yuga, che si fa risalire a circa 5000 anni fa. L’inizio di qust’era, che corrisponde al termine della guerra descritta nel Mahabarata, diede avvio ad un lento processo di degrado che portò la società egualitaria e sacrale, fino allora vigente in quasi tutto il mondo conosciuto, a deteriorarsi sotto l’influsso sempre più pressante del patriarcato e dell’affermazione del senso del possesso…. – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2013/04/matrismo-la-donna-come-punto-dincontro.html

Sarà ora di salutarci, immagino… Ciao, Paolo/Saul

………………

Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Oggi o fra cento secoli,
non sai quando avverrà la confisca dei beni.
In mano hai solo il momento presente.
Mente, oh mente mia,
affrettati a produrre il raccolto!
Spargi ora il seme che i tuoi maestri ti hanno dato
ed innaffialo con l’acqua dell’amore”

(Ramprasad)

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Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi – Lettera alle Istituzioni

Più di 60 associazioni nazionali e da ogni parte d’Italia scrivono al Governo: “Sostegno al Ministro dell’Agricoltura che ha chiesto lo stop degli assurdi incentivi pubblici al fotovoltaico nelle aree agricole e naturali”.

Più di 60 associazioni nazionali e (comitati e sezioni territoriali) da ogni parte d’Italia hanno inviato al Governo una lettera aperta-documento volta a esprimere piena condivisione e massimo appoggio alle recenti ragionevoli e sagge dichiarazioni del Ministro Catania in merito all’AZZERAMENTO degli incentivi per il fotovoltaico sulle aree agricole, nonché a segnalare ulteriori urgenti prioritarie istanze, il cui accoglimento da parte del Governo nei suoi prossimi decreti permetterà davvero di rendere definitivamente acquisita la salvezza delle aree agricole e verdi minacciate dalla speculazione fotovoltaica e, più in generale, dalla speculazione delle energie rinnovabili industriali (eolico, ecc.).

Si lancia, inoltre, l’allarme contro alcune recenti insidie e trovate strumentali, come l’agrofotovoltaico e il fotovoltaico galleggiante, che non solo minacciano il paesaggio ma anche direttamente la qualità dei prodotti e l’integrità delle aree lacustri.
Aberrazioni che si sommano ai tentativi strumentali di dichiarare alcune aree agricole come “degradate” o “abbandonate”, per permettere l’ubicazione lì degli impianti fotovoltaici, quando invece è notorio che non esiste area degradata in Italia che con adeguate politiche non si possa bonificare e rinaturalizzare, e che i terreni agricoli abbandonati da anni sono generalmente i più fertili poiché naturalmente arricchitisi di humus.

Il degrado del paesaggio ai fini dell’industrializzazione selvaggia diventa fattore pericoloso che può ulteriormente spingere gli speculatori a degradare le aree integre al fine di poter insediare così ancora più impianti rinnovabili industriali – nel sud Italia questi impianti stanno divenendo fattore di vera e propria desertificazione artificiale!

Si chiede di sostituire, nelle aree agricole e naturali, alle produzioni industriali di energia da fonte eolica e fotovoltaica le azioni di rimboschimento con piante autoctone, allargando l’accesso ai benefici per i rimboschimenti e le rinaturalizzazioni a favore del clima (Protocollo di Kyoto, Durban) e della biodiversità (Conferenza di Rio).

I firmatari del documento hanno esposto le seguenti richieste al Governo:

1. Moratoria immediata delle installazioni fotovoltaiche a terra, su serra o altre impalcature ubicate in aree agricole.

2. Eliminazione totale e definitiva degli incentivi per gli impianti fotovoltaici industriali in aree agricole, verdi o comunque naturali.

3. No all’agrofotovoltaico, no ai pannelli fotovoltaici galleggianti sulle acque.

4. Smantellamento degli impianti fotovoltaici affetti da irregolarità o che arrechino danni paesaggistici gravi ed evidenti. Al fine di tutelare i cittadini nel caso di installazioni già esistenti o future si chiede che siano introdotte fasce di rispetto e distanze minime di almeno 500 m.

5. Siano banditi i pannelli al Telloruro di Cadmio dagli impianti fotovoltaici data l’alta nocività per la salute umana del Cadmio..

6. Le aree agricole o verdi su cui siano stati realizzati già impianti fotovoltaici devono ritornare “agricole” o “verdi” nel più breve tempo possibile.

……………………..

Sintesi del documento per sua Eccellenza il Signor Ministro.

Il documento che segue, sottoscritto da numerose associazioni nazionali e comitati locali, è volto a esprimere piena condivisione e massimo appoggio alle recenti dichiarazioni del Ministro delle
Politiche Agricole Mario Catania in merito all’AZZERAMENTO degli incentivi per il fotovoltaico sulle aree agricole, nonché a segnalare ulteriori urgenti prioritarie istanze il cui accoglimento da
parte del Governo nei suoi prossimi decreti permetterà davvero di rendere definitivamente acquisita la salvezza delle aree agricole e verdi minacciate dalla speculazione fotovoltaica, (aree la cui naturalità e fertilità è fattore strategico prioritario per il paese), e più in generale, dalla speculazione delle energie rinnovabili industriali (eolico, ecc.) su aree agricole e verdi.
Si lancia qui inoltre l’allarme contro anche alcune recenti insidie e trovate strumentali, come l’aberrazione dell’agrofotovoltaico e il fotovoltaico galleggiante, che non solo minacciano il paesaggio ma anche direttamente la qualità dei prodotti e l’integrità delle aree lacustri.
Si chiede di sostituire nelle aree agricole e naturali alle produzioni industriali di energia da fonte eolica e fotovoltaica le azioni di rimboschimento con piante autoctone, allargando l’accesso ai
benefici per i rimboschimenti e le rinaturalizzazioni a favore del clima (Protocollo di Kyoto, Durban) e della biodiversità (Conferenza di Rio).
Ci permettiamo di avanzare al Signor Ministro, e ai suoi colleghi di Governo le seguenti proposte.
1. Moratoria immediata delle installazioni fotovoltaiche a terra o su serra o altre impalcature ubicate in aree agricole.
2. Eliminazione totale e definitiva degli incentivi per gli impianti fotovoltaici industriali in aree agricole, verdi o comunque naturali.
3. No all’agrofotovoltaico, no ai pannelli fotovoltaici galleggianti sulle acque.
4. Smantellamento degli impianti fotovoltaici affetti da qualsiasi irregolarità, omissione, falsità.
Smantellamento con bonifica dei siti e ripristino dello status naturale-rurale originario, a partire con urgenza da quelle realtà in cui gli impianti hanno arrecato danni paesaggistici gravi ed evidenti.
Smantellamento degli impianti industriali fotovoltaici realizzati in prossimità di case di civile abitazione. Al fine di tutelare i cittadini nel caso di installazioni già esistenti o future chiediamo che
siano introdotte nelle linee guida nazionali fasce di rispetto e distanze minime, con valenza retroattiva laddove già realizzati, tra questi impianti e le abitazioni di almeno 500 m., a salvaguardia
della salute delle persone e a tutela dei coni visuali.
5. Per misura precauzionale riteniamo che debbano essere banditi i pannelli al Telloruro di Cadmio dagli impianti fotovoltaici, di qualsiasi tipo e ubicazione, data l’alta nocività per la salute umana del
Cadmio.
6. Le aree agricole o verdi su cui siano stati realizzati già impianti fotovoltaici devono ritornare “agricole” o “verdi” nel più breve tempo possibile.
Le sottoscritte Associazioni Nazionali, Associazioni e Comitati locali – Sezioni territoriali di associazioni nazionali (Si prega di andare alla lista al fondo della lettera che segue )

Alla cortese attenzione del Ministro alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Mario Catania e del
-) Primo Ministro e Ministro all’Economia e alle Finanze, Professor Mario Monti,
-) Ministro all’Ambiente e alla Tutela del Territorio e del Mare, Corrado Clini,
-) Ministro ai Beni e Attività Culturali, Lorenzo Ornaghi,
-) Ministro alla Salute, Renato Balduzzi,
-) Ministro alla Coesione territoriale, Fabrizio Barca,
-) Ministro allo Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera,
e per conoscenza a tutti gli altri rappresentanti delle istituzioni della Repubblica Italiana e ai mass media nazionali

Roma, 16 gennaio 2012

OGGETTO: Condivisione e appoggio alle recenti dichiarazioni del Ministro Catania in merito all’AZZERAMENTO degli incentivi per il fotovoltaico sulle aree agricole nonché ulteriori urgenti,
prioritarie, istanze per rendere definitivamente acquisita la salvezza delle aree agricole e verdi minacciate dalla speculazione fotovoltaica, e più in generale, dalla speculazione delle energie rinnovabili industriali. In sintesi: la moratoria di tutti gli impianti fotovoltaici industriali in aree
agricole, l’avvio di politiche di smantellamento per tutti gli impianti affetti da irregolarità, opposizione all’agrofotovoltaico e fotovoltaico lacustre, incentivazione delle politiche di rimboschimento e rinaturalizzazione dei territori.

Signori Ministri,
Il “Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi” (e più in generale naturali) e i sottoscritti Comitati e Associazioni, firmatari del presente documento, portavoce di un malessere
generalizzato e quotidianamente crescente nel nostro Bel-Paese contro i soprusi di una Green Economy sempre più selvaggia ed irrispettosa, accolgono con estremo favore le sue dichiarazioni in
merito allo STOP AGLI INCENTIVI AL FOTOVOLTAICO SUI TERRENI AGRICOLI.
Lei ha affermato che “gli impianti fotovoltaici sottraggono superfici destinate a produrre beni alimentari e hanno una ricaduta negativa sugli affitti.” L’effetto di questa dissennata incentivazione
di impianti industriali fotovoltaici a terra è sotto gli occhi di tutti. In Puglia, secondo i dati 2010 diffusi dal GSE sono oltre 14mila gli ettari occupati dai soli impianti fotovoltaici, superfici molto estese sono state “occupate” in Emilia Romagna e nel Lazio. Complessivamente, in Italia 33mila ettari coltivabili hanno cambiato destinazione. Numeri che vanno ulteriormente rivisti al rialzo dopo l’exploit del fotovoltaico a terra nel 2011: ci troviamo in una situazione da Allarme Rosso.
Questo disordine agroenergetico ha causato, oltre che lo spreco di risorse agricole preziose, anche l’impennata dei costi degli affitti: in Puglia, gli operatori del fotovoltaico hanno pagato fino a 6mila
euro all’ettaro per i diritti di superficie di un terreno agricolo; questa impennata ha sfavorito, a favore della speculazione fotovoltaica, tutte le consuete pratiche del mercato agricolo del sistema rurale in intere regioni. E per la Puglia, travagliata anche dagli scandali della schiavizzazione in condizioni disumane di sfruttamento di masse lavorative extracomunitarie sottopagate nei cantieri del fotovoltaico nel brindisino e nel leccese, echeggia ancora la denuncia lanciata nel dicembre 2010 a Bari dalla Commissione Bicamerale Antimafia, lì riunitasi fuori sede in trasferta d’emergenza, che ha denunciato, dopo aver audito di procuratori pugliesi, per bocca del suo presidente il Senatore Beppe Pisanu, ex-ministro degli interni, come questo settore della “Green Economy Industriale” sia fortemente inquinato in Puglia dalla malavita e dalle mafie, anche nella fase ricerca e dell’accaparramento dei terreni da destinare al fotovoltaico e all’eolico. Si aggiunga il rischio desertificazione naturale del nostro meridione, e il contributo di desertificazione invece artificiale che la vetrificazione fotovoltaica industriale di campi e pascoli comporta.
Purtroppo altri gravi pericoli si profilano all’orizzonte. Denunciamo in maniera forte, a beneficio dell’intervento preventivo del Governo, il rischio dell’agrofotovoltaico, ovvero dei tentativi strumentali di promuovere, da parte di speculatori per nulla interessati al bene paesaggio difeso dalla nostra Carta Costituzionale, forme miste di agricoltura e di fotovoltaico industriale nel medesimo sito, soluzioni miste con pannelli fotovoltaici distanziati tra loro, o sopraelevati su
impalcature o addirittura su serre. Si tratta di tentativi mistificatori assurdi che tentano di bypassare la fermezza dei cittadini italiani che stanno chiedendo in maniera crescente, e noi con loro, di autorizzare l’ubicazione dei pannelli solari e fotovoltaici solo sui tetti degli edifici recenti, tantissimi ed inutilizzati in tutto il paese, a favore della salvezza dell’ambiente e del paesaggio (che rappresenta un valore aggiunto non indifferente per il brand dei prodotti del settore silvo-agropastorale italiano nel mondo), ma anche di una maggiore qualità biologica dei prodotti agroalimentari, e più in generale agricoli.
Siamo preoccupati per la strumentalizzazione delle aree rurali definite da taluni strumentalmente “degradate” o “abbandonate” per favorirvi lì le istallazioni fotovoltaiche industriali. Si tratta di una grave mistificazione; nel senso che praticamente non esistono aree agricole “degradate” nel nostro paese, aree cioè danneggiate irreversibilmente che non potrebbero essere risanate e rinaturalizzate.
Se si vuole forzatamente vederle sotto questo attributo allora vuol dire semplicemente che si tratta di aree vilipese che implicano più urgenti interventi di loro bonifica dagli inquinanti, da decementificare, ecc., da rimboschire, da rinaturalizzare, da restaurare paesaggisticamente in storia e natura, o da far tornare fertili, non certo da affossare per decenni sotto una coltre di vetro fotovoltaico industriale. Inoltre quei terreni agricoli che si definiscono “abbandonati”, poiché da
diversi anni non coltivati, sono, come tutti gli agronomi sanno, i più ricchi di humus, e dunque i più fertili.
Denunciamo inoltre i tentativi pericolosi portati avanti da taluni, interessati al sotteso potenziale business, di diffondere e favorire l’assurdo “fotovoltaico galleggiante” su laghi e acquitrini,
un’aberrazione assurda che distrugge un bene paesaggistico prioritario quale l’elemento “lago”, d’acqua salmastra, salata o dolce che sia, in un’Italia, dove laghi e acquitrini son anche delle preziose rarità, poli di richiamo fondamentali per la vita, per la biodiversità, e per l’appeal turistico dei territori, e la qualità di vita delle persone che in quei territori vivono. Denunciamo la gravità dei tentativi di declassare, come si tenta di fare con certe aree agricole definite “abbandonate” o
“degradata” strumentalmente, anche certe aree lacustri, i bacini definiti “abbandonati” o “degradati” per favorire queste assurde istallazioni fotovoltaiche, queste si, reali gravi fattori di degrado,
ambientale, paesaggistico del BelPaese, ma anche morale. Il concetto di “degrado” di un’area è un concetto pericoloso, che se acconsentito legislativamente innescherebbe tutta una serie di comportamenti a monte preparatori di degrado ad hoc, per favorire in quelle aree declassate la speculazione delle energie rinnovabili industriali. Un “circolo vizioso” di degrado che deve essere spezzato ed impedito, invertito in un “circolo virtuoso di rinaturalizzazione” invece.
Per tali ragioni noi appoggiamo la sua proposta di totale azzeramento degli incentivi per gli impianti fotovoltaici a terra sulle aree agricole e verdi.
Chiediamo a Lei e al suo Governo di sostituire nelle aree agricole e naturali alle produzioni industriali di energia da fonte eolica e industriale fotovoltaica, (fisiologicamente altamente impattanti da punto di vista ambientale e paesaggistico), le azioni di RIMBOSCHIMENTO
rigorosamente con piante autoctone e non OGM, tanto pubbliche su suoli pubblici, quanto incentivate ai proprietari terrieri, abbassando a mezzo ettaro i tetti minimi di suoli rimboschibili/rinaturalizzabili in maniera incentivata dal pubblico, prevedendo forme di incentivazione anche per chi realizza e cura bordure alberate con essenze autoctone, in modo da permettere a tutti l’accesso ai benefici economici per i rimboschimenti/rinaturalizzazioni a favore del clima (Protocollo di Kyoto, Durban), e della biodiversità (Conferenza di Rio). In modo da creare così una rete ecologica di boschi e micro boschi mista all’ agricoltura in tutto il paese, e dove poter sviluppare anche economie silvicole, (funghi, tartufi, castagne, sughero, ecc.), e spezzare i circuiti
viziosi che oggi hanno permesso il degrado della ruralità ad opera del fotovoltaico e dell’ eolico industriali. Vi chiediamo di far sì che l’Italia contribuisca al Protocollo di Kyoto e ai futuri accordi sul clima attraverso politiche quindi estesissime di rimboschimento e RIFORESTAZIONE, rigorosamente con l’uso di piante autoctone non OGM. Ne beneficeranno la qualità dell’ambiente, dell’aria e del paesaggio fattore strategico per l’economia turistica, uno degli indiscussi motori economici del nostro Paese, la fertilità dei suoli, e la prevenzione del dissesto idrogeologico.
Nella valutazione e considerazione dell’estensione dei campi agricoli d’Italia, il primato da assegnare alla garanzia dell’autarchia alimentare deve essere innalzato al di sopra della loro potenziale valutazione dal punto di vista dell’autarchia energetica. I nostri campi agricoli e naturali, prima di ogni possibile valutazione in termini di produzione di energia elettrica da fonti definite rinnovabili, devono essere considerati e protetti, incrementati persino con politiche di bonifica di siti inquinati, e di decementificazione, per garantire la produzione di beni alimentari di vitale importanza per la vita. E’ questo un elemento fattore strategico prioritario, anche alla luce dell’esistenza delle superfici tetto di edifici recenti, biologicamente morte ed inutilizzate ed
inutilizzabili dal punto di vista agricolo, inoltre di nessun particolare pregio estetico poiché di edifici recenti, per le ubicazioni di impianti per la produzione di energia dalla fonte solare.
Ci permettiamo infine di avanzare a Lei, Signor Ministro, e ai suoi colleghi di governo le seguenti proposte.
1. MORATORIA IMMEDIATA delle installazioni fotovoltaiche a terra o su serra o altre impalcature ubicate in aree agricole o verdi, estesa a tutti gli impianti ancora in fase di cantiere o in via di autorizzazione indipendentemente dalla fase dell’iter, o autorizzati ma non ancora
cantierizzati (nel caso Puglia, ad esempio, nella malaugurata ipotesi di una non-moratoria, questi impianti in progetto basterebbero per una devastazioni senza pari, “apocalittica”, dell’intera regione).
2. Eliminazione totale e definitiva degli incentivi per gli impianti fotovoltaici industriali in aree agricole, verdi o comunque naturali (pascoli rocciosi, incolti, laghi, ecc.); preghiamo il Governo di
valutare attentamente e accogliere la possibilità di estendere in maniera retroattiva e con urgenza anche agli impianti fotovoltaici già realizzati su aree verdi o agricole, come ben fatto in Europa dalla Spagna, non solo per il fotovoltaico ma anche per l’eolico, dopo l’assurda bolla speculativa della Green Economy Industriale eolico-fotovoltaica che ha quasi messo in ginocchio le finanze del paese. Un intervento retroattivo auspicabile anche al fine di ridurre l’enorme carico in bolletta che si profila negli anni futuri a carico degli utenti finali.
3. No all’agrofotovoltaico; No ai pannelli fotovoltaici galleggianti sulle acque; No ai pannelli sulle aree “abbandonate”.
4. Smantellamento degli impianti fotovoltaici affetti da qualsiasi irregolarità, omissioni, falsità, sia nei progetti presentati per l’approvazione, nell’iter autorizzativo o nell’installazione, vietando alcuna possibilità di sanatoria a tutti gli enti coinvolti o di giustizia, e chiedendo anche, attraverso i prefetti, in collaborazione stretta con la magistratura, alle autorità di indagine preposte di estendere le
indagini in maniera sempre più accurata presso gli uffici tecnici dei vari enti autorizzanti e sul campo.
Smantellamenti con bonifica dei siti e ripristino dello status naturale-rurale originario, a partire con urgenza da quelle realtà in cui gli impianti hanno arrecato danni paesaggistici gravi ed evidenti
poiché ubicati in contesti rurali, naturali, o storici poiché connessi visivamente a beni culturali (antiche masserie, borghi antichi, ecc.). L’elemento “pittoresco” naturale e storico-naturale del paesaggio italiano, in ogni sua direzione possibile di osservazione deve essere innalzato a elemento di prioritaria importanza etica per la qualità della vita in Italia, nonché di importanza economica strategica per il nostro paese, il BelPaese per antonomasia, e deve essere tutelato, e restaurato scrupolosamente e paesaggisticamente appunto laddove alterato. Si pensi in primis ad esempio agli impianti industriali fotovoltaici ed eolici realizzati senza VIA (Valutazione di impatto Ambientale)
– tipico il caso di “piccoli” impianti realizzati uno vicino all’altro che vengono a costituire un unico grande impianto; così come gli impianti singoli al disotto del Mw che soprattutto prima delle linee guida nazionali sono stati installati spesso in modo selvaggio, creando danni sui territori e ai cittadini.
Smantellamento degli impianti industriali fotovoltaici, (ma identicamente per quelli eolici cui si aggiungono ulteriori danni, inquinamenti anche acustici e visivi diurni e notturni notevoli, e rischi
da distacco di frammenti di pala), realizzati in prossimità di case di civile abitazione. In questi casi deve essere riconosciuto prevalente il diritto alla salute dei cittadini (messo in pericolo dall’esposizione prolungata ai campi magnetici per decine di anni, e non solo) e deve essere più seriamente valutato l’impatto ambientale. (Le leggi sull’impatto ambientale e sulle procedure nella presentazione dei progetti spesso non sono state rispettate. Deve essere garantita l’informazione dei cittadini e nei progetti devono essere valutati gli effetti diretti e indiretti sull’uomo. La Legislazione nazionale sulla VIA, dlgs 16 gennaio 2008, n.4 Art. 4, così detta: la valutazione ambientale dei progetti ha la finalità di proteggere la salute umana, contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, oltre alla direttiva CEE dove vengono illustrati i fattori di disturbo all’equilibrio ambientale preesistente.)
Al fine di tutelare i cittadini nel caso di installazioni già esistenti o future chiediamo che siano introdotte nelle linee guida nazionali fasce di rispetto e distanze minime, con valenza retroattiva laddove già realizzati, tra questi impianti e le abitazioni di almeno 500 m., a salvaguardia della salute delle persone e a tutela dei coni visuali.
5. Per misura precauzionale riteniamo che debbano essere banditi i pannelli al Telloruro di Cadmio dagli impianti fotovoltaici, di qualsiasi tipo e ubicazione, data l’alta nocività per la salute umana del
Cadmio. Lo stesso dicasi per pannelli costruiti utilizzando altri elementi o sostanze nocive per la salute umana. Rischiamo un potenziale nuovo dramma sanitario nazionale legato al Cadmio, dopo quello amianto, e non possiamo consentirlo. Sebbene i substrati contenenti sostanze nocive possano essere incapsulati adeguatamente nei pannelli, gli elevati rischi di contaminazione dell’ambiente a seguito di rottura ed incendio, incidentalità queste incrementate dall’immensa estensione delle superifici fotovoltaicizzate nel paese, implica un’immediata applicazione legislativa del principio di prevenzione e precauzione previsto dall’Unione Europea. Il “Trattato di Maastricht” ha introdotto il
principio di precauzione (poi ripreso dalla “Costituzione Europea” art. III-233) attualmente enunciato all’art. 191 del “Trattato sul funzionamento dell’Unione europea”, dove si sostiene che la politica dell’Unione in materia ambientale mira a un elevato livello di tutela ed «è fondata sui principi della precauzione e dell’azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente e sul principio “chi inquina paga”».
6. Le aree agricole o verdi su cui siano stati realizzati già impianti fotovoltaici devono, in ogni caso e senza esclusione alcuna, ritornare “agricole” o “verdi” nel più breve tempo possibile senza
proroghe e pertanto rendendo nulla la facoltà di rinnovo eventualmente prescritta nelle autorizzazioni rilasciate. Il Governo individui gli strumenti legali per rendere certa e irreversibile la
restituzione alla loro naturale funzione dei terreni inopinatamente sottratti all’agricoltura o alla natura.

Cordiali saluti

Sottoscrivono

Associazioni Nazionali

Accademia Kronos, presidente Ennio La Malfa
AIDA&A – Associazione Italiana Difesa Animali & Ambiente, Presidente Lorenzo Croce
ALTURA, Associazione per la Tutela dei Rapaci e dei loro Ambienti, Presidente Stefano
Allavena
Centro Internazionale di Cooperazione Culturale e Scientifica, Presidente Giulio C. Giordano
Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle Aree Verdi, Nadia Bartoli
Franco Zunino, Segretario Generale AIW in rappresentanza dell’Associazione Italiana Wilderness
Mountain Wilderness Italia, Presidente Carlo Alberto Pinelli
Movimento di Opinione Stop al Consumo di Territorio, Domenico Finiguerra
Rete Bioregionale Italiana, Paolo D’Arpini
CNP – Comitato Nazionale Paesaggio, Presidente Carlo Ripa di Meana

Associazioni e Comitati locali – Sezioni territoriali di associazioni nazionali Accademia Kronos – Umbria, Roberto Minervini
Altra Città – Orvieto -Terni, Mauro Corba
Associazione Albegna Viva, (Gr), Presidente Arabella Bedini Rodriguez
Associazione Ardeola, Anita di Argenta (FE), Fabrizio Borghesi
Associazione CasoleNostra (Siena), Vice Presidente Roberto Dautilia
Associazione Noi per Cesano, Cesano Maderno (MB), Salvatore Colombo
Associazione Nuova Messapia. Soleto (LE), Francesco Manni
Associazione TerraRossa – Mesagne e San Pancrazio (BR), Giulia Litti
Associazione Cittadini per il Parco Ferrari e il Verde Urbano – Modena, Nicoletta Uzzielli
Assotuscania, Tuscania (VT), Maria Rita Fiasco
Bio Masseria Santa Lucia – Azienda Agrituristica Biologica, Alessano (Le)
C N P, Comitato Nazionale del Paesaggio – Sezione del Molise, Gianluigi Ciamarra
CIA – Confederazione Italiana Agricoltori di Lecce, presidente Giulio Sparascio
Circolo vegetariano VV.TT. – Calcata (VT)
CISA, Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina,Orvieto -Terni , Vittorio Fagioli
Comitato “Difendiamo la Garfagnana. No agli scempi ambientali”, Patrizia Morosini,
Comitato Ambiente Paesaggio Salute Sicurezza, Lavello (PZ), Viatantonio Iacoviello
Comitato Ambiente Sano, Veglie (LE), Presidente Dario Ciccarese
Comitato Ariacheta di San Godenzo ( FI), Luca Vitali
Comitato Civico IO CONTO, Ugento (LE), Vito Rizzo
Comitato contro il Mega progetto Poggio Malconsiglio, Riparbella (PI), Presidente Alessandro
Aringhieri
Comitato di Difesa dal Fotovoltaico Selvaggio di Castel Giorgio, Fausto Carotenuto
Comitato di Piansano (VT), Paolo De Rocchi
Comitato di Via Don Luigi Sturzo, Seveso (MB), Emanuele Maronese
Comitato GEO – Ambiente & Territorio Monterotondo Marittimo (GR), Presidente Graziano
Bianchi
Comitato in Difesa del Paesaggio di Camugnano (Bo), Paola Campori
Comitato per Campiglia, Campiglia Mrittima (LI), Simona Lecchini Giovannoni
Comitato Sabino, (aderente al Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il paesaggio), Lazio,
Cristiana Mancinelli Scotti
Comitato vivere le Crete di Asciano (SI), Presidente Giovanni Cecconi
Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del
Cittadino – rete d’azione apartitica coordinativa di associazioni, comitati e movimenti locali e non,
ambientalisti, culturali e socio-assistenziali; sua area prioritaria di impegno il Grande Salento, la Puglia
Salentina (province di Lecce, Brindisi e Taranto)
Coordinamento Comitati e associazioni ambientaliste di Grosseto, Presidente Lamberto Meschinelli
Elio Lanzillotti, Responsabile del dipartimento ambiente IDV Puglia.
Fondazione Popoli & Costituzioni – Salento, Tony Tundo
Forum Ambiente e Salute del Grande Salento, rete apartitica coordinativa di movimenti, comitati ed
associazioni a difesa del territorio e della salute delle persone
Francesco De Carli, EX Presidente del Circolo Legambiente Milano Ovest
Italia Nostra Firenze, Vice Presidente Mariarita Signorini
Italia Nostra Siena, Presidente Lucilla Tozzi
Italia Nostra Grosseto, Presidente Michele Scola
Italia Nostra Apuo-lunense, Presidente Mario Venutelli
Italia Nostra Prato, Presidente Andrea Abati
Italia Nostra Castiglion Fiorentino, Presidente Liliane Buffaut Mungo
Italia Nostra Castiglione della Pescaia, Vice Presidente Guido Orlandini
Italia Nostra Pisa, Presidente Giuseppe Macchi
Italia Nostra sezione di Debeduse e Cinque Terre, Responsabile Giovanni Gabriele
Italia Nostra Caltanisetta, Presidente Leandro Janni
Italia Nostra Crotone, Presidente Teresa Liguori
Italia Nostra Consiglio Regionale del Lazio, Presidente Cesare Crova
Italia Nostra Roma, Responsabile Energia Ebe Giacometti
Italia Nostra – Consiglio Regionale della Sardegna, Maria Paola Morittu
Italia Nostra Sant’Antioco, Sardegna, Graziano Bullegas
La Renara per l’ecosviluppo del territorio, Castel Giorgio (TR), Anna Puglisi
LIPUAbruzzo
LIPU Basilicata
LIPU Molise
LIPU Puglia, Enzo Cripezzi
Lista Civica Bagnacavallo Insieme, Bagnacavallo (RA), Pier Giorgio Costa,
Oreste Rutigliano, membro gruppo energia Italia Nostra Nazionale e del Lazio
Rete della Resistenza sui Crinali, Toscana – Emilia Romagna, Alberto Cuppini
Save Salento – Associazione Salviamo il Salento, Antonio Bonatesta
WWF – sezione di Orvieto (TR), Filippo Belisario

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Piansano (Viterbo) – Scempio ambientale con la scusa dell’energia pulita… Ecco quel che accade nel bacino lacustre di Bolsena…

Piansano(Vt): La fine di un habitat un tempo rigoglioso

L’area d’impianto è la caldera del Lago di Bolsena, già Geoparco, d’importanza vitale quale specchio d’acqua potabile per le rotte migratorie, e candidato Unesco. La strategia per il montaggio dei primi pali è volta ad evitare le zone di maggior impatto visivo, il primo montaggio sta avvenendo in una zona “nascosta”, lontana dal Lago di Bolsena e dal paese di Piansano. Da cui è chiaramente visibile Montefiascone.

Nottetempo la trasformazione della Tuscia prosegue a ritmi serrati.
Quando gli interessi dei pochi cambiano per sempre la vita di tutti.

Dopo la lunga sosta del periodo estivo, i più credono ad una strategia per evitare una ricaduta negativa a livello turistico e mediatico, i lavori all’industria di produzione energetica da eolico di Piansano ripartono con uno slancio sorprendente.

Si lavora di notte, per lo più. Le lunghe processioni con mezzi ultrapesanti si muovono lente lungo le statali e poi si inerpicano faticosamente nei reticolati di sterrato. Le carreggiate nuove vengono continuamente allargate a danno di alberi centenari che costeggiavano i reticolati originari, e si notano comunque i segni delle strisciate delle carrozzerie dei camion lungo i costoni scavati nella terra, segno evidente di errori grossolani nella fase progettuale. I mezzi per issare questi mostri eolici alti 130 metri arrivano dalla Puglia e dalla Sardegna, la manodopera è esigua ma ci si sorprende di continuo nel vedere sempre più velocemente assemblati i pezzi del fusto, entro breve si potranno vedere le prime tre torri del tutto ultimate.

Da Montefiascone e perfino da Tuscania sembrerà di toccarle e, quando anche quelle poste più direttamente vista lago saranno montate, tutta la Tuscia viterbese non sarà più immune dall’impatto paesaggistico.

Nel tempo abbiamo pubblicato diversi articoli a carattere scientifico sull’impatto sulla salute umana ed animale e sulla compromissione degli habitat naturali, con ripercussioni tangibili a breve e lungo termine su un’area di territorio di diverse centinaia di chilometri. Da Montefiascone sono ben visibili perfino le pale eoliche di Scansano, di misura e numero minore rispetto alla selva di pale che si sta realizzando nella caldera del Lago di Bolsena. Il contributo alla produzione energetica dell’eolico in Italia è assolutamente risibile e come contraltare c’è un sacrificio territoriale enorme. I dati ufficiali sono disponibili sul sito ufficiale del GSE, l’unica vera forza trainante delle rinnovabili è l’idroelettrico, nulla di nuovo quindi sotto il sole. Abbiamo immolato migliaia di ettari al fotovoltaico ed all’eolico, in aree di pregio agricolo-naturalistico e paesaggistico per la miseria dell’11% di produzione sul fabbisogno nazionale. La stessa percentuale oltre ad essere raggiungibile è anche superabile con una politica di risparmio energetico ed efficenza degli edifici e soprattutto della Rete Elettrica Nazionale, che invece di essere continuamente ampliata ha vitale urgenza di ammodernamento e manutenzione.

L’impatto sul comparto del turismo agricolo ed alberghiero si potrà verificare già dai mesi primaverili e tutti coloro che vivono ed investono nel turismo dovranno fare i conti con questo nuovo aspetto dominante del paesaggio. Per ora un piccolo microturismo locale si sta sviluppando in una lunga e continuata via crucis della popolazione di Piansano, che ancora non si capacita di ciò che sta accadendo alle sue campagne, ad appena un chilometro dall’abitato. Resta poi la scure pendente del nuovo impianto di Cellere-Canino che, se approvato, ridurrebbe Piansano in una gabbia di pale eoliche.

Ad oggi il montaggio è a circa 1/3 ma a 2 km in linea d’aria questo è ciò che si vede

L’iter autorizzativo del 2008 di questo impianto, e di conseguenza anche l’accordo sottoscritto dalla Provincia di Viterbo, in seduta segreta, hanno avallato, tra mille omissioni ed abusi, un sito industriale di produzione di energia in un luogo che non doveva essere compromesso e vincolato per 25 anni, senza alcuna possibilità di ripristino ante-operam, ad una tecnologia altamente impattante. Il Lago di Bolsena è un luogo di transito e meta di migrazioni da millenni, habitat ideale per uomini ed animali, ricco di storia ed opere d’arte, la più importante ed universalmente conosciuta ed amata è il paesaggio.

Questo mondo è in via d’estinzione

Elena Hagi – stilehagi@alice.it
www.retesalvaguardiaterritorio.it

………..

Altri articoli su eolico pesante a Piansano
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=eolico+piansano

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Alto Lazio: “La battaglia contro il nucleare, l’eolico pesante ed il fotovoltaico a terra.. continua!”

Nasce il Coordinamento Alto Lazio per le energie pulite e la difesa del paesaggio

Si sta formando un coordinamento fra tutte le associazioni e le persone che si oppongono allo scempio del territorio dell’Alto Lazio. Per evitare che amministrazioni sconsiderate e malconsigliate possano distruggere l’ambiente e il pasesaggio con la scusa della produzione energetica. Non mi riferisco solo ai vari bruciatori e inceneritori (vedi il recente caso di Monterosi) ma anche all’eolico pesante ed al fotovoltaico a terra..

A Piansano e nel compresorio vulsinate la battaglia contro l’eolico industriale sembra quasi persa, ecco cosa scrive Massimo del locale comitato antieolico: “Per Piansano ormai le speranze sono svanite, non c’è nulla da fare, i lavori procedono spediti e tra poco le torri faranno “bella” mostra di se’. Cerchiamo comunque di fermare la proliferazione.Un abbraccio a tutti”.. Però non sono convinto che il sindaco -novello Brenno- di Piansano riuscirà a completare il suo piano di distruzione sistenmatica dell’habitat.. ritengo che una volta che la popolazione capirà a quali rischi e quali danni verranno inflitti alla casa in cui dimorano essi saranno in grado di opporsi e scacceranno con il ferro colui che vuole guadagnare l’oro sulla pelle dei cittadini… Diamo tempo al tempo….

Comunque l’amico Oreste Rutigliano di Italia Nostra si sta muovendo per un coordinamento efficace, ecco cosa scrive: “Cari amici, la questione eolico nella Tuscia e nell’alto Lazio è ora nella mani di Italia Nostra ed in particolare dell’ing Paolo De Rocchi e di Luciano Meloni, che si muovono con grande abilità nei meandri della regione Lazio. Il gruppo di lavoro della Tuscia lavora a tutto campo e promuove anche la tutela del parco archeologico termale di Viterbo. Si lavoro su di un progetto di circa 5000ettari. Il cui valore è moltiplicato dal tracciato della Francigena che lo attraversa. Il tutto fa capo ad un lancio di Italia Nostra in questo territorio, dove i temi da affrontare sono specifici della Associazione. Che insieme al Comitato Nazionale del Paesaggio è laeder della battaglia contro la ” porcata” dell’eolico, voluto e sostenuto da Legambiente e dallo stesso WWF a livello centrale. Si lavora per un convegno alla Provincia di Viterbo su eolico e fotovoltaico ina aree agricole al quale siete tutti invitati!”

Quindi le speranze non sono perse ovunque e comunque… occorre rinsaldare le fila e non demordere.. soprattutto ora che dobbiamo anche combattere contro l’ipotesi del ritorno al nucleare… Vorrei qui ricordare che la produzione energetica -per essere veramente ecologica- dovrebbe essere il più possibile limitata al territorio bioregioanle, si parla insomma di autoproduzione, basata solo su fonti energetiche rinnovabili ma n non comprendenti impianti mastodontici e tecnologicamnte complessi. Insomma un moderato ritorno all’idroelettrico, un eolico compatibile, lungo le autostrade e nelle aree industriali, un fotoviltaico su nuove costruzioni e su capannoni, un biogas da liquami, un ricorso alle biomasse con colture dedicate, etc. ma soprattutto occorre una diminuzione massiccia dei consumi… questa la chiave per uscire fuori dal meccanismo stritolante consumista che rischia di trasformare la Terra in un deserto…

Ritornando al tema dell’eolico pesante scrive Fabio Tinelli Roncalli dell’ass. Via Dal Vento: “Continuano ad arrivare molte richieste di aiuto per l’assalto eolico che sta subendo il Lazio e la Tuscia. Ovviamente noi non possiamo fare molto se non denunciare la situazione, ma forse sarebbe il caso che chi è interessato pensi ad una specie di coordinamento ed azione comune come fatto sull’Appennino dalla Rete di Resistenza sui Crinali”

Insomma le persone di buona volontà non mancano… Sursum corda!

Paolo D’Arpini

P.S. Coloro che vogliono far parte del coordinamento per l’energia alternativa e la tutela del paesaggio possono contattare i numeri:
3355300760 (Fabio) e 336 606009 (Oreste)

Articoli pubblicati contro eolico pesante:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=eolico+pesante

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Piansano (Vt), 20 marzo 2011: “Per dire no al pesante scempio ambientale di 270 torri eoliche nei comuni di Tuscania, Canino, Cellere, Arlena di Castro, Tessennano…” E nota aggiunta di Paolo D’Arpini

Lettera aperta ai Cittadini, Massmedia, Associazioni Protezioniste, Istituzioni Preposte,

è a tutti noto che i lavori per la realizzazione dell’impianto eolico industriale nel nostro territorio dell’alta Tuscia stanno proseguendo a ritmo serrato e a breve il devastante impatto paesaggistico ed ambientale sarà sotto gli occhi di tutti.

 

Noi riteniamo che tale opera sia un attentato senza precedenti alla nostra terra, perché pregiudicherà irreparabilmente ogni ipotesi di sviluppo sostenibile e quindi il futuro delle generazioni avvenire. Per di più, l’intero procedimento di autorizzazione è stato condotto da una ristrettissima cerchia di amministratori che in pratica hanno messo la popolazione di fronte al fatto compiuto, ponendo in essere atti e decisioni che sono al vaglio dell’autorità giudiziaria.

 

Abbiamo lottato con ogni mezzo democratico per scongiurarlo, ma, al momento, una sentenza davvero singolare del TAR Lazio ci costringe ad intensificare l’opposizione con i mezzi legali consentiti: è stato avviato un ricorso al Consiglio di Stato avverso la citata sentenza del TAR del 2 dicembre 2010, e sono tuttora in corso delle istruttorie presso la procura della Repubblica di Viterbo (fascicolo n. 3940/09).

 

Mentre seguiremo con tutta l’attenzione possibile l’iter giudiziario, chiediamo a tutti di partecipare ad una grande dimostrazione pacifica di dissenso, fissata nel nostro paese per domenica 20 marzo 2011. Una dimostrazione che vale per Piansano come per l’intero comprensorio, perché Piansano è in realtà la punta d’iceberg di un progetto che prevede complessivamente  270 torri eoliche in cinque comuni confinanti: Tuscania, Canino, Cellere, Arlena di Castro, Tessennano.

 

Le popolazioni, come al solito, ne sono state tenute quasi completamente all’oscuro e solo qualcuno ne va prendendo coscienza ora. La manifestazione dovrà essere dunque la voce delle popolazioni contro l’aggressione dissennata a uno dei territori più belli e incontaminati del Paese.

 

Pensiamo che una grande mobilitazione della società civile possa costituire un segnale importante, sia per una più vasta e capillare presa di coscienza, sia come “incoraggiamento” per istituzioni, forze politiche e magistratura. In ogni caso, sarà un gesto di dignità al quale sentiamo di non poterci sottrarre.

 

Piansanesi, non abbiate paura di partecipare all’iniziativa. Essa è al di fuori di ogni schieramento partitico e nasce solo dall’attaccamento alla nostra terra, che abbiamo il dovere di lasciare in eredità ai nostri figli con tutte le sue meravigliose potenzialità. Se non lo facessimo, li avremmo semplicemente traditi.

Comitato “No eolico” – programma della giornata

- ore 9,30: incontro dei partecipanti in Piazzale Lucia Burlini

- ore 10,00: corteo per le vie del paese

- ore 11,30: relazione pubblica

 

Durante tutta la manifestazione rappresentanti del Comitato “No eolico” raccoglieranno firme di adesione

La Loggetta, Piazza dell’Indipendenza 15-16 – 01010 Piansano VT

 

…….

 

Post Scriptum

Sono costretto a tornare al problema dell’eolico pesante, un argomento che qui nella provincia di Viterbo fa molto discutere, soprattutto per la tignosità con cui alcuni sindaci insistono nel voler creare “parchi eolici” industriali. Avviene a Piansano, nella zona lacuale di Bolsena… e dobbiamo attivarci per fermare lo scempio… .

Siamo messi molto male…. Purtroppo come avete letto nella lettera soprastante il progetto va avanti alla grande… Ma, forse, sul piano dell’eolico pesante,  una piccola mano può venire dalla comunicazione relativa ai danni fisiologici che deriverebbero per la salute umana in seguito alla vicinanza alle mega-pale… Il rischio per la salute riguarda soprattutto i bambini: attacchi di panico, cardiopatie ed anomalie dello sviluppo cerebrale sono le conseguenze dell’eolico industriale ravvicinato.

Per chi vive vicino a una centrale eolica aumentano le probabilità di malattie cardiovascolari, attacchi di panico ed emicrania…”  Lo rivelano ricercatori americani, che hanno anche ‘battezzato una nuova malattia: la sindrome da turbina eolica, che annovera fra i sintomi ronzii continui nelle orecchie, vertigini, insonnia.

Non solo. Secondo Nina Pierpoint, pediatra newyorkese che ha coordinato l’equipe di ricercatori, i bimbi che vivono vicino a questi impianti affrontano notti popolate da incubi, ma soprattutto rischiano ritardi e anomalie nello sviluppo cerebrale. Lo studio, durato 5 anni, ha analizzato i rischi per la salute degli abitanti vicino a centrali eoliche in Usa, Gran Bretagna, Canada, Irlanda e Italia. Nel nostro Paese è il Centro-Sud la terra dell’eolico: degli oltre 1.700 MW di energia dal vento installati in Italia, più di 1.200 MW, con 2.300 turbine eoliche, sono prodotti in Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia… ed ora arrivano anche nel Lazio.

Ebbene, secondo l’equipe Usa, le turbine che trasformano il vento in energia elettrica hanno effetti nocivi perché i suoni a bassa frequenza emessi interferiscono con il sistema vestibolare dell’orecchio, che controlla il nostro senso d’equilibrio. Queste frequenze, troppo basse per essere percepite dall’orecchio umano, causano un insieme di sintomi che la pediatra definisce “disturbi vestibolari vibratori visceralì” (Vvvd). Le conseguenze sono tremore, nervosismo, paura, impulso incontrollato a scappare, senso di costrizione al petto, tachicardia.

Il rumore può anche danneggiare lo sviluppo cognitivo di bambini e ragazzi. Non tutti gli abitanti vicini a un parco del vento sono suscettibili alla sindrome delle turbine eoliche, precisa Pierpoint, aggiungendo però: «Non c’è dubbio che infrasuoni, ultrasuoni e vibrazioni causino i sintomi evidenziati da questa ricerca, anche se l’industria eolica tenterà di screditare i risultati. Per anni i colossi del tabacco hanno negato i danni alla salute». La ricercatrice chiede che i nuovi parchi del vento vengano costruiti ad almeno 2 chilometri di distanza dalle abitazioni.

Lo studio sarà pubblicato da K-Selected Books”.

Spero che i sindaci della Tuscia abbiano il tempo di leggerselo prima di progettare impianti devastanti e contro la salute pubblica… Tra l’altro trovo che l’unico modo per soddisfare le esigenze  prospettate nello studio statunitense sarebbe di istallare le mega-pale lungo i percorsi autostradali dove le abitazioni sono pressoché inesistenti, oppure nelle aree industriali  non in prossimità degli abitati.

Paolo D’Arpini – circolo.vegetariano@libero.it

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