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Annotazioni del giorno dopo, dal diario di bordo di Paolo D’Arpini ed Antonello Palieri, su “Estetica, ecologia, etica e spiritualità laica”

21 marzo 2009 –  Partito da Calcata, in viaggio con Patrizia Peron verso Farfa, oltrepassato il Tevere, limaccioso ma placido e gonfio, immediatamente percepisco di stare in un altro mondo. Siamo entrati nel “deserto sabino”, dove l’ambiente naturale prende il sopravvento su quello urbanizzato. Le dolci colline, gli oliveti, le rade case circondate da un verde smeraldino, le strade che si intrecciano e curvano quasi sempre sgombre di traffico, siamo insomma nel paradiso terrestre, quel che è rimasto di un ambiente naturale che contraddistingueva l’intero Lazio, ora limitato a questo angolo della Provincia Reatina.

Mi sembra persino un miracolo, giunti all’abbazia di Farfa, notare come attorno non siano cresciuti, come in molti altri luoghi, casermoni e villette, autogrill e supermarket, tutto sembra fermo al medioevo, le botteghe –sia pur evidentemente commerciali- mantengono un decoro ed una aria di antichità nel borghetto intonso dalla modernità consumista.

L’ampia abbazia, ricca di monumenti e spazi coltivati che la circondano, con androni, chiostri, lunghi corridoi, sembra un alveare, suddiviso in reparti specializzati. A fianco dell’ingresso noto un’erboristeria con una ragazza che pare una maga, capelli ricci lunghi ed occhi neri neri, forse è un’anima antica che è tornata ad esercitare proprio a fianco dell’abbazia il cui motto è “ora et labora”, se non fosse per  questa sua forte presenza il luogo sembrerebbe abbandonato, i monaci sono radi e le suore “brigidine”, ove vi fossero, se ne stanno chiuse nel loro convento, in semi clausura.

Finalmente dopo lungo cercare riusciamo a rintracciare la biblioteca statale che sta all’interno dell’abbazia nella quale è prevista questa tavola rotonda su “Estetica, ecologia, etica e spiritualità laica”. Gli ospiti arrivano alla spicciolata, evidentemente anche loro spersi in quel mondo astruso a metà fra l’essere ed il non essere.

Infine giunge anche il priore, dom Eugenio Gargiulo, reduce dalla cerimonia religiosa in onore del fondatore San Benedetto, e cominciano i lavori…Introduco il discorso spiegando che quest’esperimento sinergico d’incontro fra materia e spirito può avvenire solo attraverso i piani sottili del pensiero, nell’osservazione della bellezza del creato, nella consapevolezza della sua unitarietà, nel percepire l’amore che lo compenetra e nella coscienza della presenza dello spirito in tutto ciò che è.Il priore porge il saluto dell’ordine benedettino, egli inneggia all’equilibrio, alla serenità ed alla pace.

Subito appresso viene cantata da Stefano Panzarasa una canzone dal senso inequivocabile “la luce è la stessa…” di Luciana Marinangeli.

Le relazioni iniziano con don Massimo Lapponi che si dilunga in un excursus sui concetti filosofici aristotelici e sulla morale cristiana tesa alle gioie soprasensibili, avvertendo il pericolo di “cadere vittime dell’ipertrofia tecnica che porta all’atrofizzazione della capacità di esprimere gioia, accontentandosi del godimento immediato empirico”. E qui viene  letta una poesia sull’amore di Mariagrazia Pelaia dalla brava attrice Francesca Spurio.

Aurelio Rizzacasa parla del messaggio universale francescano insito nel Cantico delle Creature, in cui sono descritti gli elementi naturali come manifestazione della gloria e impronta del divino, consentendo in tal modo l’incontro fra religiosità e spiritualità laica. Subito dopo è stata letta una poesia di Nanao Sakaki, poeta bioregionalista, che descrive con altre parole lo stesso concetto espresso da San Francesco.

Franco Libero Manco quindi inneggia al biocentrismo, ovvero “al riconoscimento che ogni qualità è presente in tutte le forme vitali e che quindi non ha senso suddividere gli esseri in una scala di valori egoistica, l’uomo compartecipa alla vita come le piante e gli animali, il biocentrismo è perciò un modo per superare l’antropocentrismo filosofico e religioso” egli descrive gli esseri viventi come portatori ognuno di una nota musicale, la sinfonia universale è il risultato della armonia fra tutte queste note.

Anche Paolo Piacentini, presidente del parco regionale dei Monti Lucretili, espone l’importanza dell’ecologia biocentrica per mantenere l’uomo aderente ai valori dell’ambiente. Per avvalorare questo concetto è stata cantata a questo punto una canzone di Gianni Rodari sul significato del “pane quotidiano” con offerta di pane cotto da  Stefano Panzarasa nel forno a legna di Moricone, subito dopo Stefano parla del messaggio di Teilhard de Chardin e Thomas Berry, che descrivono una nuova religiosità legata alla terra,  Stefano   ha voluto dar valore al messaggio matriarcale ed  ha coniugato il pensiero di due persone eccezionali (Teilhard de Chardin e Thomas Berry) con il bioregionalismo, la storia della Terra (sacra), il cristianesimo, il manifesto dell’era ecozoica, gli orti biologici con i bambini e bambine nelle scuole del Parco dei Monti Lucretili, Marija Gimbutas e i nativi europei…  contemporaneamente cantando le bellissime poesie di Rodari da lui magistralmente musicate. Il discorso è corroborato in chiave scientifica da Fabio Caporali, docente di ecologia all’Unitus, il quale ricorda la nascita di questa nuova scienza, nata nel 1935 per l’intuizione di Tasley e successivamente di Naess, in cui il “metodo di transdisciplinarietà e epistemologia ha portato al riconoscimento degli ambiti ecosistemici… ovvero di come la natura si organizza in un continuo processo evolutivo”.

A questo punto il vescovo della Sabina, Lino Fumagalli,  interviene con un semplice e leggero intervento sul senso del dialogo e sul riconoscimento dei valori espressi durante l’incontro. Per finire Laura Lucibello  parla dei lavori artistici sul tema “Affreschi ed affrescatori” esposti nel chiostro e da lei vengono consegnate le targhe ai primi classificati: Carlo Monopoli, Raffaella Tommasi, Valeria Macaluso. Fra gli  altri partecipanti  al concorso ricordo  anche le opere di:  L’Aura, Michela Mezzomo Stucchi, Felice Cibba, Vincenzo Illiano….

Subito dopo, finalmente rotti i ranghi,  tutti si affollano alla tavolata del rinfresco per godere degli squisiti pasticcini preparati con amore dalle suorine sabine. Il mio ritorno a casa, compiuto per grazia di Laura Lucibello, è stata un’occasione di rivisitazione e riflessione su tutte le esperienze vissute, ma queste considerazioni –forse di carattere eccessivamente personale- non vengono qui condivise….   Paolo D’Arpini, moderatore alla Tavola Rotonda

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Intervento scritto ricevuto:

Spiritualità Laica. Con questa definizione intendevo rivendicare, molti anni fa, i valori e i sentimenti di chi coglieva dalla storia e dalla letteratura – poesia e narrativa – con particolare riferimento all’800, grandi valori estetico-spirituali. Per un verso ero deluso, ma dovrei dire scandalizzato, dall’indifferenza della Chiesa ufficiale verso quei capolavori dell’arte letteraria che hanno di fatto sostenuto la sensibilità cristiana ispirata al Vangelo – o meglio alla Rivoluzione del comune sentire operata da Gesù – per un altro verso ero deluso, anzi scandalizzato, dall’ottusa crociata dei comunisti contro una spiritualità comunque dichiarata, crociata in pantofole, che ha sempre finito col negare le tre strutture portanti della spiritualità senza aggettivi: ispirazione (artistica e religiosa), intuizione oltre la soglia, capacità di pre-visioni.

Debbo oggi ammettere che il misterioso e luminoso arcobaleno realizzato dal passaggio di Giovanni XXIII° e confluito in quello di Giovanni Paolo II, fra i due tempi di un unico messaggio di pace e di felicità, ha reso in parte superflua la mia posizione critica, ma restano a negare sia questo Arcobaleno glorioso, sia la spiritualità laica un esercito di ignoranti portatori di una brutalità del pensiero cosiddetto positivo di cui, prima o poi, ne diventano vittime. Alla negazione della Spiritualità conducono, prendendoci per mano, alcune estreme strategie consumistiche, e una Chiesa che parla ancora di divieti, invece di insistere sulla potente gioia dell’illuminazione evangelica, una Chiesa che chiude invece di aprire. Quando accenno alla nuova massa di ignoranti non penso certo a quegli analfabeti per necessità che per grazia di Dio parlano e agiscono meglio di tanti dotti. Gesù scardina i rituali e le certezze di comodo.

Per un momento ho pensato di abbandonare la rivendicazione della spiritualità laica nel culmine dell’esperienza di Giovanni Paolo ed oggi ammirando l’ampiezza dei messaggi di Internet (Google) sia sulla spiritualità pura e semplice (e quanto mai complessa) sia sulla spiritualità laica. E proprio ammirandone la diffusione mi sono poi reso conto della necessità di coordinare o quanto meno di avvicinare i testi che possono dare lumi. Si tratta di un centinaio di volumi sull’estetica e la spiritualità, la cultura di confine, la grande letteratura dell’800, la scultura e la pittura di diversi secoli… Nella lettura di questi testi emerge quasi subito la sostanziale differenza tra la cultura creativa di alcuni geni del passato e la cultura statica del presente, l’insensata suddivisione delle discipline universitarie e delle materie di studio delle scuole medie e superiori sino a far riemergere la necessità di ripartire dal binomio estetica e spiritualità per ritrovare un ordine del discorso oltre l’effetto evocativo dei termini.   Antonello Palieri

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Poesia del giorno dopo:

Il cardellino dallo splendido manto

intona nell’aria un melodioso canto.

Solitario, volò tra spini di cardo

rubandone i semi senza riguardo

proprio a colui che gli diede nome.

Poi vinto, alfine stanco,

si isolò al mondo

ponendo il suo nido sul ramo più alto.

L’Aura

Risultato della ricerca:

“San Benedetto la rondine sotto al tetto..” – Equinozio di primavera all’Abbazia di Farfa in Sabina, incontro fra terra e cielo, fra spirito e materia…

Ecco la data fatidica che segna l’inizio della primavera, che tutti attendiamo con ansia visto il freddo che sin’ora ci ha intirizzito… Si dice “San Benedetto la rondine sotto al tetto..” e noi sappiamo che Benedetto è stato il fondatore delle abbazie “benedettine” fra le quali primeggia la celeberrima abbazia di Farfa in Sabina… e proprio lì saremo il 21 marzo 2009, per partecipare al convegno su “Estetica, ecologia, etica e spiritualità laica”… che si svolge nel contesto di una mostra-concorso annuale su “Affreschi ed affrescatori” organizzata da Laura Lucibello dell’APAI.

Alla manifestazione, in veste di membro della giuria, partecipa anche la nostra Patrizia Peron, storica dell’arte e bibliotecaria di Mazzano, che ricorderete presente a diverse manifestazioni organizzate durante l’anno, fra i partecipanti alla mostra ricordo qui il pittore Carlo Monopoli il cui “Arco di Quiete” fu il simbolo dell’ultima edizione di “Sistemi riproduttivi e sessualità tra natura e cultura” tenuta recentemente a Calcata, gli altri artisti sono: Alèteia decorazioni, Bottega Farnese, Annalisa Canella, Felice Cibba, Christa Efkemann, Ivano Fioravanti, Franca Giustozzi, Vincenzo Illiano, L’Aura, Valeria Macaluso, Michela Mezzomo Stucchi, Raffaella Tommasi.

Al convegno del 21 marzo 2009 sono previste le relazioni di: Aurelio Rizzacasa, dell’università di Perugia; Fabio Caporali, dell’Università di Viterbo; Franco Libero Manco, architetto; Stefano Panzarasa, geologo; D. Massimo Lapponi, del Pont. Ateneo S. Anselmo; precedute dall’introduzione del Priore dell’abbazia Dom Eugenio Gargiulo e seguite dai saluti dell’Assessore alla Cultura della Provincia di Rieti, avv. Giuseppe Rinaldi, e di S.E. monsignor Lino Fumagalli, vescovo di Sabina.

Al termine del convegno, come si conviene ad una festa di primavera, gli ospiti saranno intrattenuti convivialmente con un piccolo rinfresco. Questo è un invito a partecipare ed a divulgare la notizia, cari saluti.

Il moderatore: Paolo D’Arpini,  pres. Circolo Vegetariano Calcata

Leggete sul Convegno:  http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=Abbazia+di+Farfa+2009

E qui leggete il consiglio per questo periodo, tratto dal Lunario: http://www.circolovegetarianocalcata.it/category/lunario/

Risultato della ricerca:

“Estetica, ecologia, etica e spiritualità laica” – Abbazia di Farfa (Rieti): 21 marzo 2009 – h. 17.00

Quando Laura Lucibello, organizzatrice del concorso-mostra “Affreschi ed affrescatori” che annualmente si tiene all’abbazia di Farfa, mi propose di integrare l’esibizione con una tavola rotonda in sintonia artistica e culturale, immediatamente ricordai la prima volta in cui misi piede all’abbazia, accadde diversi anni fa nell’occasione di una conferenza organizzata da Angelica Tabac Mercuri in cui ero stato chiamato ad una relazione su “L’Aura della Terra”.Dovete sapere che solitamente Laura firma le sue opere con lo pseudonimo “L’Aura” e questo fatto mi ha aperto gli occhi sul compito al quale venivo chiamato. Visto che il tema parte dall’aura, che significa emanazione psichica della forma (in senso spirituale), ho sentito che questo è giusto il momento di tentare l’alchimia dell’incontro fra “spirito” e “materia”. Il punto di unione chiaramente può essere solo nella sottigliezza del pensiero che si manifesta nell’estetica, nell’ecologia, nell’etica e nella ricerca spirituale ampliata a tutti gli ambiti della vita. Perciò, d’accordo con Laura e con il benestare del priore dell’abbazia, Dom Eugenio Gargiulo, ho invitato alcuni relatori per tentare assieme l’esperimento…

Quelli che seguono sono gli “abstract” degli interventi previsti, li inserisco in questa introduzione per dare un “assaggio” degli argomenti trattati ed invitarvi a partecipare all’incontro con attenzione produttiva. Infatti anche questo giorno in cui si svolge la riunione, 21 marzo, è altamente significativo, essendo il momento dell’equinozio primaverile in cui le energie si uniscono e confluiscono nella miracolosa rinascita della vita… Coincide anche con l’anniversario della festa di San Benedetto, fondatore dell’abbazia di Farfa.

Paolo D’Arpini, moderatore alla Tavola Rotonda.

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La funzione sociale e religiosa della bellezza.

La bellezza, almeno nella misura in cui è opera dell’uomo, segue i destini dell’attività umana e delle sue sorgenti sensibili e intellettuali. Ora ad una considerazione rigorosa non può sfuggire la situazione di crisi in cui versa la vita e l’attività dell’uomo moderno, anche in relazione alla tradizione estetico-artistica. Una riflessione sulle cause di tale crisi porta riscoprire il messaggio di personaggi quali Chateaubriand, Ruskin, Eliot e altri, i quali già da gran tempo avevano messo in luce il significato storico della bellezza e delle condizioni favorevoli alla sua realizzazione per la salvaguardia di un clima sociale e spirituale sano.

D. Massimo Lapponi, docente presso la Facoltà di Filosofia del Pont. Ateneo S. Anselmo (Roma)

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Per una spiritualità estetica – Riflessioni sul Cantico delle creature di Francesco d’Assisi.

La natura, in una visione teocentrica, appare spiritualizzata attraverso l’immagine del creato. In questa configurazione, il meccanicismo matematizzato delle scienze della natura cede il posto ad una visione olistica della realtà in cui scompare la barriera che separa e contrappone lo spirito rispetto alla materia. Ciò è reso possibile da una utilizzazione dell’estetica nel quadro di un pensare poetico in cui l’immaginazione unifica la configurazione sistemica della realtà in una dinamica creativa nella quale l’uomo, la natura e Dio realizzano la dinamica della vita al di là di ogni condizionamento della finitezza esistenziale. L’esempio più evidente di una tale concezione è dato, nella letteratura religiosa medievale, dal Cantico delle creature di Francesco d’Assisi nel quale lo stupore e la meraviglia di fronte al mistero dei fenomeni naturali esprime l’atteggiamento di lode per l’ente divino e l’ammirazione per l’armonia ineffabile dell’ordine dei fenomeni. In queste riflessioni perciò vogliamo esprimere l’ecoetica dello spiritualismo cristiano attraverso un itinerario poetico che riesca a rendere visibile l’eterea impalpabilità del mistero.

Aurelio Rizzacasa, docente ordinario di Filosofia Morale all’Università di Perugia

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Biocentrismo ed antropocentrismo: due realtà a confronto.

La civiltà umana tende inevitabilmente verso l’etica universale della filosofia biocentrica: è nell’ordine naturale delle cose protese al superamento della lunga fase storica della violenza tra gli esseri umani e tra questi ed il resto del creato. II sentiero della giustizia di Zoroastro, la via della compassione del Buddha, la nonviolenza totale del Giainismo, la fratellanza universale dei Veda, la ricerca della purificazione del Tao attraverso l’alimentazione incruenta, l’amore francescano per il Creato, trovano perfetta attuazione nella visione sincretista del biocentrismo. Il sentimento di condivisione della cultura biocentrica, nella valorizzazione della sacralità della vita in tutte le sue multiformi espressioni, raggiunge il suo compimento negli individui della specie umana, questo sentire è una forza in grado di liberare l’essere umano dall’egoismo, dall’indifferenza e dall’insensibilità verso le altrui necessità vitali. La concezione antropocentrica, in gran parte responsabile della disumanizzazione della coscienza umana col suo tendenziale disprezzo verso tutto ciò che non è essere umano, è inevitabilmente condannata dall’evoluzione antropologica e biologica a cedere alla cultura della Vita del biocentrismo.

Franco Libero Manco, architetto e ricercatore olistico.

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Thomas Berry ed il manifesto dell’Era Ecozoica.

Bioregionalismo, pace, compassione, uguaglianza ed ecologia profonda nella visione del Padre Passionista Thomas Berry discepolo di Teillhard de Chardin che affronta il tema dell’attuale crisi ambientale in relazione alla storia sacra della Terra.Una visione ecologista nell’ottica bioregionale. Contestualmente saranno cantate durante l’incontro delle canzoni attinenti alle tematiche ecologico-spirituali trattate con canzoni eco-pacifiste tratte da testi di Gianni Rodari e altri poeti.

Stefano Panzarasa, geologo e membro della Rete Bioregionale Italiana

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Ecosistema come affresco della primavera ecologica

L’identità umana è caratterizzata dalla capacità di costruire idee. Le idee sono rappresentazioni della realtà, raffigurano cioè la realtà così come essa ci appare. Le idee, come mappe della realtà, aiutano ad orientarci in essa per vivere con soddisfazione fisica e psichica. L’attuazione delle idee dà luogo alle attività quotidiane della vita umana per soddisfare i bisogni del corpo e dello spirito. Più le idee che rappresentano la realtà sono fedeli alle sue caratteristiche, tanto più sono vere. Scienza e filosofia hanno il compito di ricercare razionalmente nuove idee e di accertarne la verità, ossia l’adesione al reale. L’ecosistema è una nuova idea, maturata durante lo sviluppo del pensiero filosofico e scientifico ed espressa formalmente nel XX secolo. E’ un idea totalizzante della realtà: è come un “affresco” che la rappresenta tutta nel suo divenire. L’idea di ecosistema è come una nuova “rivelazione”, poiché mostra come effettivamente la natura è organizzata e quali risultati consegue (biodiversità, servizi ecologici, sostenibilità). In questo nuovo quadro epistemologico, l’umanità può trovare il fondamento per una nuova stagione culturale, la “primavera” ecologica, prima tappa di un nuovo ciclo culturale di umanesimo ecologico. I nuovi significati emergenti sono quelli sistemici: il rispetto del limite, il riconoscimento della indispensabilità delle relazioni e dell’appartenenza cosmica, l’impegno responsabile per la sostenibilità della unicità della vita planetaria.

Fabio Caporali, professore ordinario di Ecologia Agraria, Università degli Studi della Tuscia

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L’incontro si svolge nel contesto di: “Affreschi ed affrescatori” organizzata da APAI – Associazione per la promozione delle arti in Italia, 4a edizione della mostra-concorso, presso l’Abbazia di Farfa dal 20 al 22 marzo 2009.

Informazioni – Laura Lucibello: info.apai@virgilio.it  - 333.5994451

Risultato della ricerca:

Abbazia di Farfa, 21 marzo 2009: Convegno su “Estetica, ecologia, etica e spiritualità laica” – Un esperimento per unire spirito e materia nella visione eco-centrica – Manifesto dell’Era Ecozoica di Thomas Berry e poesia di Jalaluddin M. Rumi

La bellezza del Creato è la traccia lungo la quale si muove l’esperimento su “estetica, ecologia e spiritualità laica” che si tiene all’Abbazia  benedettina di Farfa il 21 marzo 2009. Che tale incontro si tenga con l‘avvento della primavera non è casuale è anzi un “segno” come direbbe Teilhard de Chardin, ecologista, artista, geologo e filosofo gesuita del secolo scorso. Ed è proprio seguendo la traccia della riscoperta della bellezza, profusa ed infusa di Dio nel creato, e ripresa dall’uomo con l’arte, che tenteremo questo laboratorio di estetica in grado di ricostruire, attraverso le testimonianze artistiche e letterarie, l’influsso del paesaggio e dell’arte sulla vita e il pensiero, un progetto utile anche a fissare dei nuovi, seri, criteri di vivibilità ambientale. “Queste estrema difesa dei luoghi in cui l’intelligenza e la forza dell’uomo si sono esercitate e sviluppate a diretto contatto con la natura suscita, lo sappiamo, quel certo istinto della cancellazione. Infatti chi si è reso colpevole di precedenti attentati al territorio vuole eliminare tutto ciò che può rappresentare un’inversione di tendenza e che potrebbe portare ad un indagine sui precedenti reati territoriali” (Antonello Palieri).

Il traguardo morale dell’osservatorio è quello di inserire nella quotidianità lo stimolo alla ricerca ed alla riflessione spirituale integrandolo con gli aspetti laici della nostra esistenza. Quindi preghiera e riflessione su studi estetici e spirituali, ma anche sulle implicazioni della scienza “socialmente e seriamente finalizzata” capace di unire Paesi dell’anima d’ogni parte del mondo.

Un’altra considerazione da portare in luce, durante il convegno, è quella del riallineamento con i canoni della natura. Infatti malgrado la dovizia di doni benefici offerti alla vita di ognuno la Terra sta riflettendo il grande cataclisma di una umanità che vuole ribellarsi alla vita. Il riallacciarsi all’aura della Terra, e l’aiuto spontaneo offerto alla trasformazione spirituale, è il dovere al quale noi umani siamo chiamati in questo momento cruciale della storia dell’uomo.

C’è infine l’aspetto filosofico, in chiave attualità, poiché necessariamente, come evidenzia il filosofo Aurelio Rizzacasa: “…dopo varie forme concepite nella pluralità dei millenni del pensiero occidentale la filosofia deve tornare alle origini per farsi consapevole che la verità si svela e si occulta in una perenne ricerca che coinvolge l’uomo in un dialogo con se stesso e con gli altri. Quanto detto si produce in un’avventura nella quale l’umanità costruisce il suo futuro nel libero spazio della sua spiritualità interiore”.

Paolo D’Arpini,   moderatore della Tavola Rotonda: “Estetica, ecologia, etica e spiritualità laica”

L’incontro si svolge nel contesto di: “Affreschi ed affrescatori” organizzata da APAI – Associazione per la promozione delle arti in Italia, 4a edizione della mostra-concorso, presso l’Abbazia di Farfa dal 20 al 22 marzo 2009.

Informazioni generali: Laura Lucibello, info.apai@virgilio.it;  Cell. 333.5994451

Invocazione.

Ci sono così tante luci abbaglianti

nel negozio di lampade

del cervello morente;

dimenticati di loro.

Concentrati nell’essenza,

concentrati nella luce.

La luce fluisce verso di te da tutte le cose,

tutte le persone, tutte le possibili combinazioni

del bene e del male, tutti i pensieri

e tutte le passioni.

Le lampade sono diverse ma la luce è la stessa.

Una sostanza, un’energia, una luce, una mente-luce,

che emette tutte le cose, senza fine.

Un diamante rotante e bruciante,

uno, uno, uno.

Spogliati davanti al silenzio avvolgente ed amorevole.

Resta lì,

finché non vedi la luce con i suoi stessi occhi eterni.

Jallaluddin Mohammad Rumi   (poeta persiano del XIII° secolo)

IL MANIFESTO DELL’ERA ECOZOICA

Il pensiero di Thomas Berry

Thomas Berry, gesuita, ecoteologo, storico delle culture, bioregionalista e discepolo di Theilard de Chardin, è autore di importanti libri come The Dream of the Earth e il recente The Universe Story (insieme a Brian Swimme).

Berry propugna un cambiamento della società occidentale in chiave ecocentrica che riconosca la storia della Terra come unico testo sacro di una visione ecospirituale e olistica del mondo, in base alla quale ciascuno si impegna a vivere con consapevolezza nella propria bioregione.

The Universe Story riporta in un capitolo le condizioni necessarie all’ingresso in quella che Berry ha definito l’Era Ecozoica.

L’Era Ecozoica

1. L’Universo è una comunione di soggetti e non una collezione di oggetti.

2. La Terra esiste e può continuare a esistere solo in un funzionamento integrale. Essa non può sopravvivere frammentata, proprio come qualunque altro organismo. Tuttavia la Terra non possiede un’uniformità globale. Essa è un complesso differenziato di cui va sostenuta l’integrità e l’interrelazione delle varie espressioni bioregionali.

3. La Terra è un bene che ci è stato offerto in godimento soggetto a scadenza. å destinata a danni irreversibili nei suoi maggiori sistemi di funzionamento.

4. Gli esseri umani rappresentano un elemento derivato rispetto alla Terra, che è primaria. Ogni istituzione umana, professione, programma e attività, devono porla al centro dei propri interessi. Nella teoria economica, per esempio, la prima legge deve essere quella della tutela dell’economia terrestre. Un Prodotto Nazionale Lordo in crescita a cui si affianca un Prodotto Terrestre Lordo in deficit rivela l’assurdità della nostra attuale situazione. Per la categoria medica deve essere chiaro che non si può avere gente sana su un pianeta malato.

5. L’intero sistema di funzionamento della Terra si è alterato nella transizione dall’Era Cenozoica a quella Ecozoica. I principali sviluppi del Cenozoico avvennero interamente al di fuori di ogni intervento umano.

Nell’Ecozoico noi umani avremo invece un’influenza determinante in quasi tutti i processi evolutivi: anche se non sappiamo come produrre un filo d’erba, questo non potrà crescere se non è accettato, protetto e sostenuto da noi. Il potere costruttivo della nostra creatività nei sistemi naturali della vita è minimo, il nostro potere di negazione, immenso.

6. Per essere valido il “progresso” deve coinvolgere globalmente la Terra e tutti i suoi aspetti. Definire “progresso” lo sfruttamento umano del pianeta è una distorsione inaccettabile.

7. L’Ecozoico potrà diventare una realtà solo mediante il riconoscimento della dimensione femminile della Terra, mediante la la liberazione delle donne dall’oppressione e dalle costrizioni da loro sopportate in passato e mediante l’assunzione di una responsabilità comune, sia maschile che femminile, per stabilire una comunità terrestre integrata.

8. Nel periodo Ecozoico emerge un nuovo ruolo sia per la scienza che per la tecnologia. La scienza dovrebbe provvedere a una comprensione integrale del funzionamento della Terra e delle modalità in cui le attività umane e terrestri possono vicendevolmente potenziarsi. Le scienze biologiche dovrebbero sviluppare un “sentimento per tutto ciò che vive”, un rispetto più profondo della soggettività presente nei vari esseri viventi della Terra. Le tecnologie umane devono armonizzarsi con quelle del mondo naturale.

9. Nuovi principi etici devono emergere attraverso il riconoscimento del male assoluto del biocidio e del genocidio, come pure di tutti gli altri mali che riguardano più specificamente gli umani.

10. È necessaria una nuova sensibilità religiosa, una sensibilità che riconosca la dimensione sacra della Terra e accetti il mondo naturale come manifestazione primaria del mistero ultimo dell’esistenza.

11. È necessario un nuovo linguaggio ecozoico. Il nostro idioma cenozoico è radicalmente inadeguato. Si dovrebbe procedere alla compilazione di un nuovo dizionario che comprenda nuove definizioni dell’esistente e l’introduzione di neologismi per i nuovi modi di essere e per i comportamenti che stanno emergendo.

12. Psichicamente tutti gli archetipi dell’inconscio collettivo acquistano una nuova validità, come pure nuove vie di funzionamento; specialmente nella nostra comprensione simbolica del viaggio iniziatico, del mito della morte -rinascita, della Grande Madre e dell’albero della vita.

13. Si prevedono nuovi sviluppi nel rituale, in tutte le arti e nella letteratura. Specialmente il teatro può trovare straordinarie opportunità nelle tematiche grandiose che vengono elaborate in questi tempi. I conflitti, finora limitati alla semplice dimensione umana, acquisteranno risvolti impensati nella stupenda transizione tra la fine del Cenozoico e l’emergente Ecozoico: dimensioni epiche che superano ogni aspettativa.

14. La mitigazione dell’attuale rovinosa situazione (attraverso il riciclaggio di materiali, il contenimento dei consumi e la cura degli ecosistemi) sarà vana se il nostro intento è quello di limitarci a rendere accettabile il presente sistema. Queste attività indispensabili daranno i loro frutti solo se lo scopo è quello di costruire un nuovo ordine.

Traduzione di Paolo D’Arpini e Stefano Panzarasa, revisione di Mariagrazia Pelaia.