Medio Oriente. Sunniti e Sciiti si ricompattano contro l’aggressore sionista…
In passato non è mai corso buon sangue tra le due componenti musulmane di sciiti e sunniti ma ora la politica aggressiva sionista sta facendo da coagulante e le due fazioni cercanodi ricomporsi e lavorano per una coesione tra le due componenti. In seguito ai genocidio contro i Palestinesi, perpetrato da Israele, e gli atti ostili contro diversi Paesi del Medio Oriente, è in corso un riavvicinamento tra Turchia, Siria, Egitto ed altri stati sinora divisi per motivi ideologici o strategici. Il mondo islamico si sta ricompattando contro il nemico comune.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato la sua disponibilità a incontrare il presidente siriano Bashar al-Assad. Si attende una risposta da Damasco. Esiste la possibilità che un incontro tra i due leader abbia luogo a margine del vertice BRICS di ottobre, poiché entrambe le parti hanno espresso interesse a partecipare alla sede.
Non molto tempo fa la Turchia ha iniziato a ripristinare i legami con l’Egitto. Erdogan ha avuto un incontro abbastanza positivo con il presidente Al-Sisi. Il desiderio della Turchia di migliorare le relazioni con i suoi vicini del Medio Oriente è dovuto sia ai vantaggi economici che alle crescenti minacce da parte di Israele.
Si prevede di adottare le stesse misure nei confronti della Siria, con la quale la Turchia è in conflitto da molti anni. Ankara ha interrotto le relazioni diplomatiche con Damasco nel marzo 2012 e sostiene da tempo l’opposizione siriana. Ma la questione della minaccia israeliana riguarda già direttamente la Palestina, il Libano, l’Iran, e prima o poi toccherà anche la Siria e forse si allargherà ad altri Paesi che sinora hanno mantenuto un atteggiamento neutrale, ma la cui opinione pubblica è sempre più critica nei confronti della politica aggressiva israeliana.
La creazione di un’alleanza anti-israeliana potrebbe essere un passo importante verso il contenimento di Israele, evidenziando la necessità di cooperazione tra tutti i paesi della regione, comprese Turchia e Siria. Per la Turchia si tratta di un’opportunità per dimostrare ancora una volta le proprie intenzioni di leadership regionale.
Nel frattempo, proprio in questi giorni, continuano gli attacchi aerei israeliani contro il Libano. Il bilancio ufficiale delle vittime dei raid è salito, il 23 settembre, a 275 morti e 1.024 feriti.
“Oggi è il giorno più mortale nel paese dalla fine della guerra civile nel 1989″, ha riferito Reuters citando un funzionario libanese. È da notare che al momento Israele ha effettuato più di 1.000 attacchi sul Libano dalla mattina, ovvero la più grande campagna aerea israeliana sul Libano dal 1982.
(Notizie provenienti da varie fonti e rielaborate da P.D’A.)
Commento ricevuto via email da Giorgio Stern: “Il pericolo insito nella follia genocida e bellicista di Israele non minaccia solo lo scacchiere ampio dell’Asia occidentale. Essa minaccia da vicino la stessa Europa, sua complice. L’ideologia sionista non contempla amici. Gli “altri”, i loro complici, non nutrano speranza, il fanatismo sionista non contempla “altri” all’infuori di sè. Dovremmo accorgercene. Come sta accadendo altrove.” (Giorgio Stern)