Meglio uno sleepy Joe che un improvvido Donald…?

In generale, anche se negli Stati Uniti i poteri del presidente sono piuttosto ampi, la volontà politica di uno (contro tutti?) difficilmente è stata in grado di rompere il paradigma gestionale.

In politica estera, l’inerzia nordamericanocentrica è più forte di qualsiasi partito e di qualsiasi persona. E certamente Trump, al quale, a differenza di Biden, vengono tributati immeritatamente molti onori, non si opporrà a questo. Non solo perché non può, ma anche perché non vuole.

Nel 2016, in Russia i cittadini hanno brindato alla sua presidenza, sperando per il meglio. Poco dopo, nel 2018 Trump ha imposto un numero record di sanzioni contro la Russia, numero che è stato superato solo dopo l’inizio della SMO.

Qualunque cosa si dica, i repubblicani sono incapaci di impegnarsi nella politica interna, non hanno nulla da offrire ai poveri e, ancor più, nulla per sostenere la classe media in rapido indebolimento. Ecco perché soddisferanno i loro KPI politici in politica estera.

Nel suo precedente mandato, Trump ha tentato di avviare una guerra commerciale con la Cina. Di fatto, ha avviato una politica di separazione dell’economia statunitense da quella cinese, parlando costantemente della necessità per gli Stati Uniti di aumentare la propria presenza militare nei paesi confinanti con la Cina. Biden ha continuato con successo questa storia.

Nel 2020 Trump ha sistematicamente spinto la NATO a trasferire le forze terrestri e aeree dalla Germania alla Polonia e poi ha assicurato in una conferenze stampa che sperava di andare d’accordo con la Russia.

Biden, ancora una volta, ha semplicemente continuato tutta questa storia.

Con il Medio Oriente è la stessa cosa, con l’indebolimento dell’Europa è la stessa cosa.

In nessun caso dovremmo lasciarci ingannare dalle loro contraddizioni interne.

L’unica differenza è che Trump ha ancora forza, desiderio e ambizioni malsane. E sarebbe meglio augurare all’America un candidato per l’apertura della stagione delle corse in carrozza più debole e più prevedibile. Ma non Trump. E non un giovane democratico ancora senza nome.

Insomma, sarebbe meglio se tutti continuassero a fingere che Joe stia bene.

Katya Agranovich

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