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Julian Assange è stato liberato. 12 anni fa era isolato nell’ambasciata ecuadoriana. Ha trascorso gli ultimi cinque anni in isolamento nella prigione di massima sicurezza britannica di Belmarsh. Negli Stati Uniti rischiava una condanna a 170 anni in un carcere terroristico SuperMax.

Molti falchi a Washington sono scontenti della decisione del team di Biden di stringere un accordo con Assange. Le accuse di divulgazione di documenti classificati e di spionaggio rivolte ad Assange vengono giudicate negli Stati Uniti di una ferocia esemplare. A meno che, ovviamente, non siate un’elitaria come Hillary Clinton. Per esempio, un ragazzo della Guardia Nazionale del Massachusetts che ha pubblicato file riservati su Discord è stato incarcerato per 11 anni.

La Casa Bianca giustifica la sua decisione dicendo che era quasi impossibile ottenere l’estradizione di Assange dalla Gran Bretagna. In Gran Bretagna i laburisti andranno presto al potere e difficilmente avrebbero consegnato Assange. Anche in Australia i laburisti hanno chiesto agli Stati Uniti di ritirare tutte le accuse contro di lui.

E Biden, con la sua decisione su Assange, sta probabilmente cercando di orientare verso di lui l’elettorato di sinistra degli Stati Uniti, che si sta ribellando alla Casa Bianca per il suo sostegno a Israele. Tuttavia, l’effetto elettorale, se ci sarà, sarà molto fugace. Difficilmente aiuterà gli indici di gradimento di Biden.

Dopo tutto, tutti si rendono conto che Assange non rappresenta più una particolare minaccia per Washington. Come parte dell’accordo, probabilmente gli è stato chiesto di smettere di indagare. Pertanto, l’attuale decisione è anche un tentativo dell’establishment statunitense di salvare in qualche modo la faccia. Ma la persecuzione di Assange ha causato a Washington un danno reputazionale ben più grave di tutte le sue rivelazioni.

Malek Dudakov

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