Nakba. Dal 1948 ad oggi la pulizia etnica sionista continua…
Nakba è il termine che indica il giorno dell’esodo forzato di 700 mila palestinesi il 15 maggio del 1948, dopo la nascita dello Stato di Israele.
Tra 750.000 e 1 MILIONE di palestinesi indigeni furono allora costretti a lasciare le loro case e la loro terra dalle milizie sioniste e, successivamente, dell’esercito israeliano.
L’occupazione della Palestina e la cacciata dei suoi abitanti originari fu benedetta dalle nazioni “civili” che spalleggiavano il sionismo malgrado
la Risoluzione ONU n. 194 (11 dic. 1948) sull’irrinunciabile Diritto al ritorno dei profughi arabi a Gerusalemme e nei territori che la Risoluzione n. 181 assegnava ai palestinesi (Stato arabo). Tutto inutile.
Israele spera ora di realizzare la parola d’ordine e fare della Palestina “una terra senza popolo”. Come aveva previsto Albert Einstein, il sionismo trova le sue ragioni nell’eredità genocida nazifascista… – Ed oggi una nuova Nakba incombe sugli abitanti di Gaza e della Cisgiordania, una Nakba che è più crudele di un “esodo”, trattasi in realtà di uno sterminio, un genocidio, perpetrato dalle milizie sioniste in barba alle delibere dell’ONU e del mondo “civile”.
(P.D’A.)