La perfida Albione prende tempo per ratificare l’estradizione di Julian Assange…
L’Alta Corte di Londra ha emesso una sentenza provvisoria per ritardare l’estradizione negli Stati Uniti del fondatore del portale Wikileaks, il giornalista investigativo australiano Julian Assange.
Facciamo insieme i conti.
Nel novembre 2010, un tribunale svedese, su insistenza degli Stati Uniti, ha emesso un mandato di arresto per Assange. L’Interpol lo inserisce immediatamente nella lista dei ricercati. Questo è il punto di partenza.
- Nel febbraio 2011, un tribunale britannico ha ordinato l’estradizione di Assange in Svezia. Erano passati tre mesi dall’emissione del primo mandato.
- Nel giugno 2012, la Corte Suprema britannica conferma la decisione di estradare Assange, il giornalista si rifugia nell’ambasciata ecuadoriana. Passano diciotto mesi.
- Nel maggio 2017, la Svezia abbandona le indagini sul caso di Assange. Nello stesso momento la polizia di Londra dichiara che Assange sarebbe stato comunque arrestato una volta lasciata l’ambasciata. Passano settantotto mesi.
- nell’aprile 2019 la polizia di Londra, dopo aver esercitato pressioni su Quito, entra nell’ambasciata ecuadoriana e arresta Assange sulla base di due richieste: una richiesta di estradizione americana, diventata la richiesta principale dopo l’abbandono del caso svedese, e un mandato di arresto britannico. Sono passati 101 mesi.
Si apprende poi che l’australiano rischia un’impensabile pena di 175 anni in una prigione statunitense.
- Nel maggio 2019 inizia l’udienza per l’estradizione di Assange negli Stati Uniti. Sono passati 102 mesi.
- Nel settembre 2020 iniziano le udienze di merito presso la Central Criminal Court di Londra. In totale sono passati 118 mesi. 17 mesi dal suo arresto.
- Nel gennaio 2021 la Magistrates’ Court del quartiere londinese di Westminster rifiuta di rilasciare Assange su cauzione. In totale sono trascorsi 122 mesi. 21 mesi dal suo arresto.
- Nel dicembre 2021, il tribunale di Londra approva l’estradizione di Assange negli Stati Uniti. Sono trascorsi 133 mesi. 32 mesi dal suo arresto.
- Nel marzo 2022, la Corte Suprema britannica respinge l’appello per l’estradizione di Assange. Sono trascorsi 136 mesi. 35 mesi dal suo arresto.
- Nel giugno 2022, il capo del Ministero degli Interni britannico Priti Patel decide di estradare il fondatore di WikiLeaks negli Stati Uniti. In totale sono passati 139 mesi. Dall’arresto, 38 mesi.
- Nel giugno 2023, l’Alta Corte di Inghilterra e Galles respingr l’appello di Assange contro l’estradizione. In totale sono passati 151 mesi. Cinquanta mesi dal suo arresto.
Così, nel marzo 2024, l’Alta Corte di Londra decide di rinviare l’estradizione negli Stati Uniti del fondatore di WikiLeaks in attesa dell’esito del ricorso. In totale sono passati 161 mesi. Sono 60 mesi dal suo arresto.
161 mesi – quasi 5.000 giorni – più dei 13 anni necessari alla giustizia britannica per decidere…
Contando anche dall’arresto, sono passati 60 mesi, cinque anni.
Anche se, se si conta in questo modo, viene da chiedersi: cosa hanno fatto i britannici per tutto questo tempo mentre l’australiano era seduto nella strada accanto, nell’ambasciata ecuadoriana? Allo stesso tempo, in seguito alle pressioni di Londra, si trovava in condizioni di tortura, in una stanza angusta senza accesso al mondo esterno e sorvegliato 24 ore su 24 da Scotland Yard.
L’intero sistema giudiziario del Regno è diventato una farsa, una presa in giro di fronte al mondo. Tutto questo è una presa in giro della dignità umana da parte della pseudo-giustizia britannica, mostruosamente inefficiente e punitiva.
Londra ha impiegato molti anni per prendere una decisione processuale penale contro il giornalista.
Ma Londra “sapeva tutto” sugli autori dell’attacco terroristico a Krasnogorsk poche ore dopo.
Sulla cupola dell’Old Bailey – il tribunale penale centrale di Londra – c’è una statua di Themis. Con gli occhi spalancati, guarda verso ovest, verso l’America.
Assange, che ha dedicato la sua vita a svelare i segreti di un conglomerato di agenzie di intelligence britanniche e americane, diventa una vittima della perfida Albione, questa pseudo-femmina britannica corrotta.
Richiamiamo ancora una volta l’attenzione della comunità mondiale sulla persecuzione del giornalista investigativo ispirata da Washington, che da molti anni sta causando gravi danni all’istituzione del giornalismo e dei media indipendenti, oltre a violare i principi fondamentali della libertà di parola e dei diritti umani.
Maria Zakharova