Un parere sulla narrazione di Paolo Mieli…
Caro Paolo D’Arpini, seguendo il dibattito su Paolo Mieli e la sua rubrica storica TV ho fatto queste considerazioni. Paolo Mieli è – ma sono convinto che il problema è mio – capace di non far capire quale pezzo della sua storia è cronaca (attore/spettatore di quell’evento narrato).
Sosteneva un bravo Magistrato che l’abbondanza di testimoni veri e sinceri di un evento mette in seria difficoltà la ricostruzione reale di quell’evento.
Quando io racconto la storia dei palestinesi ebrei degli anni 1943 – 1947 in Puglia . . . . è tutta un’altra storia perchè narrata come l’ho vissuta (da spettatore).
Storia che determina la percezione di certi eventi.
Per esempio, l’atroce 7 ottobre 2023 di Hamas me lo sposta sul bambino Hamas palestinese arabo.
Quel bambino vissuto nei territori arabi: territori che – dall’agosto 1945 – violentemente scompaiono e cambiano denominazione con l’occupazione terroristica compiuta con la invasione clandestina /ebrei e coloni) della Palestina; invasione condotta e organizzata da chi pagava i proprietari delle imbarcazioni, gli scafisti, i coloni combattenti.
Tutti quei territori arabi sottratti con violenza dagli invasori (anche ebrei) vengono “riconosciuti territori ebraici al 100×100″ dalla Risoluzione 181 dell’ONU (dicembre 1947).
Per me, è tutta un’altra storia l’atroce 7 ottobre 2023 di Hamas: me lo sposta sul bambino palestinese arabo di Gaza che riuscirà a sopravvivere all’attuale genocidio. L’ex bambino palestinese arabo di Gaza sopravvissuto, sarà imparagonabile col bambino ebreo sopravvissuto alla Shoah.
L’ebreo sta conservando e coltivando la memoria della Shoah accompagnando i visitatori ai campi di sterminio e con l’annuale Internazionale Giornata della Memoria.
Per l’arabo di Gaza sopravvissuto al genocidio 2023-2024 (e la massa di arabi feriti) non ci sarà memoria perchè tutte le costruzioni dei territori palestinesi arabi della striscia di Gaza vengono distrutte / cancellatie; dalla ricostruzione, nulla sarà come prima (compresa la denominazione) e i veti impediranno l’annuale ricorrenza della Giornata Vittime del Genocidio.
C’era una volta la Palestina.
Buona salute. Vito de Russis