I frutti amari del sionismo… (in sintesi)
Verso la fine dell’Ottocento, il “sionismo”, associazione nazionalistica a carattere coloniale sorta fra alcuni gruppi ebrei in reazione all’antisemitismo europeo (l’Europa è il solo continente affetto da tale morbo di cui il caso Dreyfus è l’esempio) si propose di ottenere una terra “per soli ebrei” in Africa o in Argentina.
Qui si apre una parentesi, perchè a cavallo tra il XIX e il XX Secolo l’ammiraglio Fischer, della Flotta di Sua Maestà, previde che l’energia del petrolio avrebbe permesso alla Gran Bretagna di mantenere un decisivo vantaggio strategico nel futuro dei controllo dei mari. Concomitante e complementare all’interesse strategico britannico per il petrolio, nel 1897, al Congresso di Basilea i sionisti mutano d’avviso, non in Africa o in Argentina, ma in Medio Oriente sarà la Palestina ad “essere evacuata per gli ebrei”
E proprio nel 1912 L’interesse britannico per il petrolio si manifestò appieno allorché la Germania iniziò ad allestire una flotta di corazzate veloci e Gottlieb Daimler aveva ben che sviluppato il suo motore a benzina. E in quel 1912 gli inglesi avevano messo in cantiere la Queen Elisabeth, prima nave da battaglia con propulsione a nafta.
Il disegno britannico di assumere il sionismo al servizio dell’Impero per sostituirsi al declinante Impero Ottomano, assoggettare la Palestina, mettere saldamente i piedi in Medio Oriente e le mani sul petrolio, si perfezionò diventando realtà il 2 novembre 1917. Fu quel venerdì che il ministro degli esteri inglese, Lord Balfour, consegnò al barone Lord Rothschild, referente del club sionista e membro della potente famiglia di banchieri inglesi, la lettera con la quale il governo di Sua Maestà delegava la Palestina ai sionisti, sionisti britannici, beninteso, per farne la “patria degli ebrei”.
E’ la famosa “dichiarazione Balfour”, che segue di pochi mesi l’accordo segreto Sykes Picot di spartizione anglo francese del Medio Oriente.
La Gran Bretagna, che non ha possedimenti in Palestina, quaranta giorni dopo occupa Gerusalemme: l’11 dicembre il corpo di spedizione inglese al comando dal generale visconte Edmund Allenby prende possesso della Palestina. The Holy City in British Hands, titolano a Londra quel giorno.
Senza scomodare le religioni, anzi, nel rispetto delle diverse fedi è la Storia a dirci che il sionismo altro non è che il complemento del colonialismo. Prima di quello imperiale britannico, oggi di quello statunitense. Motivo per cui ad esso si opposero e si oppongono tanti ebrei, figure illustri, come già nel passato respinsero il sionismo Sigmund Freud, Albert Einstein, Hannah Arendt.
Motivo per cui la Palestina ha lottato e tuttora lotta per continuare ad esistere.
Giorgio Stern
Leggi anche: Neturei Karta: https://it.wikipedia.org/wiki/Neturei_Karta
Commento di José Saramago: “ Vivere nell’ombra dell’olocausto ed aspettarsi di essere perdonati di ogni cosa che fanno, a motivo della loro sofferenza passata, mi sembra un eccesso di pretese. Evidentemente non hanno imparato molto dalla sofferenza dei loro genitori e dei loro nonni. “
Articolo di approfondimento.
Intervista di Shlomo Sand, noto storico israeliano: “Il concetto di Popolo ebraico – a partire dai tempi biblici sino ai nostri giorni – è una costruzione dei sionisti. Ma non sono riusciti a trasformare il concetto di “popolo ebraico” in realtà. E’ composto da due persone: palestinesi e israeliani…” – Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2013/03/popolo-ebraico-non-esiste-lo-afferma.html
Nota: Mi scuso per il testo italiano poco fluente, ricavato da un traduttore telematico, comunque il senso delle parole di Shlomo Sand, intervistato da Dmitry Dubov a Tel Aviv, è abbastanza chiaro, malgrado i numerosi errori di forma e di grammatica… (P.D’A.)