Israele Vs. Palestina – La guerra divide l’Italia: 3 su 4 vogliono i due Stati…
Viviamo in tempi inquieti. Segnati e scossi da guerre che agitano il contesto globale. E indeboliscono il nostro senso di sicurezza. Ormai orientato, rapidamente, verso l’in-sicurezza. Il recente sondaggio condotto da Demos lascia pochi dubbi al proposito. Il 53% degli italiani si dice, infatti, “molto” preoccupato del conflitto, innescato, il mattino del 7 ottobre, dall’attacco lanciato da Hamas contro Israele. Mentre un ulteriore 36% si dichiara “abbastanza” preoccupato. Circa 9 italiani su 10, dunque, denunciano un senso di preoccupazione per questa guerra. Che sentono vicina, incombente. Anche se si combatte a circa 4.000 chilometri dall’Italia. Una distanza rilevante, ma non troppo. Perché le armi e gli strumenti di guerra agiscono e re-agiscono a distanze anche maggiori.
Inoltre, le tecnologie della comunicazione superano ogni distanza. E i media raccontano la guerra in diretta. In quanto “la paura fa spettacolo”. Attira e moltiplica l’attenzione delle persone. Alza gli indici di ascolto. Così lo spettacolo della guerra e della paura prosegue. Senza soluzione di continuità.
D’altronde, il conflitto che ha sconvolto l’area israelo-palestinese si affianca all’invasione della Russia in Ucraina nel febbraio 2022. Provocando una guerra che prosegue. In modo drammatico. Non lontano dai nostri confini. E continua a generare grande preoccupazione. In misura di poco inferiore rispetto a quanto avviene in Israele. Il sentimento degli italiani (e non solo…) è, quindi, attraversato da grandi tensioni. Provocate e alimentate da guerre che proseguono (e si inseguono). A conferma che viviamo una fase di instabilità globale.
D’altra parte, queste guerre vedono protagoniste, in diversa misura e con ruoli diversi, due grandi potenze globali. Gli Usa e la Russia. Mentre la Cina è presente, sullo sfondo. Anche l’Europa è attenta. Coinvolta. Necessariamente. Nel caso dell’Ucraina, in particolare, è il teatro di guerra. Ma non riesce ad imporre il proprio ruolo quanto dovrebbe. Proprio perché è parte in causa.
Così, gli italiani, come mostra il sondaggio di Demos, esprimono opinioni e (ri)sentimenti di segno diverso. Ma, inevitabilmente, di grande preoccupazione. Di fronte all’attacco di Hamas, la condanna appare pressoché unanime. Tuttavia, una parte molto ampia dei cittadini (il 44%) rileva e sottolinea come anche Israele abbia delle responsabilità. Questa opinione appare particolarmente estesa – e diviene maggioritaria – fra gli elettori di centrosinistra e del M5s. Mentre fra chi vota per i partiti di centro-destra, per quanto le responsabilità di Israele vengano denunciate con chiarezza, prevale la condanna di Hamas.
Appare comunque larghissima, fra i cittadini, la richiesta di sostenere il progetto dei due Stati indipendenti, che garantiscano al popolo israeliano e palestinese cittadinanza e legittimità. Una scelta, secondo gran parte di cittadini, da perseguire senza “prendere parte”. Per garantire diritti e poteri a entrambi i popoli. Questa soluzione viene indicata, come prioritaria, da circa 3 persone su 4. Mentre componenti molto più limitate, per quanto significative, ritengono più importante sostenere le ragioni specifiche del popolo palestinese e/o israeliano.
I due terzi del campione, comunque, auspicano che, per favorire la soluzione del conflitto, “il governo riconosca lo Stato indipendente paleestinese”. Mentre il 40% considera prioritario “sostenere Israele, insieme agli Usa e all’Occidente”. C’è, quindi, una quota significativa di cittadini, il 32%, che vorrebbe perseguire entrambe le soluzioni ritenendole “complementari”, o in grado di rafforzarsi reciprocamente.
Le posizioni principali, comunque, assumono un differente peso fra gli elettori, in base alla loro posizione nello spazio politico. A centro-sinistra si dà maggiore importanza al sostegno dello Stato palestinese, molto meno al sostegno di Israele. Una prospettiva che ottiene, invece, maggiore consenso fra gli elettori di centro-destra.
Il mondo, quindi, non appare più un’entità lontana e astratta. Al contrario, assume contorni e colori ben definiti. Utili a segnare i confini delle zone critiche. I contorni delle nostre paure. In questo modo, avvicina Paesi che, un tempo, poco tempo fa, apparivano lontani. Incolori. Mentre ora sono divenuti molto più vicini. E danno un colore e una posizione alle nostre paure.
Ilvo Diamanti