L’Uccidente si scopre difensore “coatto” di chi realmente comanda…
Che l’influenza dei banchieri e finanzieri della cricca guerrrafondaia apolide nella politica nordamericana fosse dominante lo si sapeva da tempo ma ora con la crisi in Medio Oriente, la ribellione dei palestinesi ghettizzati di Gaza e l’alzata di scudi del mondo islamico contro il possibile genocidio dei loro confratelli, si scopre che la finta grande potenza USA e la stessa Europa non sono altro che il braccio armato agli ordini della lobby sionista.
Lo si deduce da tanti fatti intercorsi nel tempo e che non sto qui ad elencare per non annoiarvi ma almeno una traccia voglio lasciarla riportando alcune delle conseguenze immediate della crisi nel Vicino Oriente sulla geopolitica mondiale.
In primis ricordo che il 16 ottobre 2023 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha rifiutato di adottare la bozza di risoluzione russa sull’immediato cessate il fuoco nella zona di conflitto israelo-palestinese con il voto contrario di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Giappone (tutti stretti scherani dell’Uccidente), ciò mentre portaerei e altri mezzi militari e dell’aviazione si posizionano nel Mediterraneo orientale e nelle basi occupate dagli USA in Medio Oriente. In aggiunta apprendo che il 17 ottobre anche il comandante del Centcom, il generale statunitense Michael Kurilla, con la sua truppa di marines è arrivato in Israele. “Sono qui per garantire che Israele abbia ciò di cui ha bisogno per difendersi”, ha detto il generale Kurilla.
Infine, dopo il presidente della Commissione Europea von der Leyen, il capo del Parlamento Europeo Metsola, il segretario di Stato nordamericano Blinken, il segretario alla Difesa nordamericano Austin, il ministro degli Esteri tedesco Baerbock, il ministro degli Esteri britannico Cleverley, il ministro degli Esteri francese Colonna, anche Biden ha deciso obtorto collo di recarsi in Israele. All’inizio cercava di scantonare, non volendo essere associato a una guerra improvvisa o alla distruzione di Gaza, ma la chiamata a rapporto non si può rifiutare.
Però non vuole presentarsi a mani vuote davanti al Padrino dei Padrini e Biden sta disperatamente supplicando il presidente della Camera, Jim Jordan, che sta per essere eletto, di stanziare una tranche di aiuti per Israele (che ha chiesto allo Zio Sam di pagare 10 miliardi dollari per le spese immediate) ma senza successo, serve ancora qualche parolina più convincente…
Tutto ciò mentre gli attivisti pro-palestinesi circondano la Casa Bianca in massa ogni giorno, ed ecco che a sorpresa arriva in soccorso del “bovero” Biden il suo grande antagonista, The Donald Trump, il quale si dichiara assolutamente pro israele (non dimentichiamo che la figlia è sposata ad un ashkenazita e che lei stessa afferma di essersi “convertita” all’ebraismo, cosa inammissibile per i veri ebrei). In extremis il vecchio Donald non nasconde la sua sudditanza a chi veramente comanda (qui ricordo che fu lui stesso, da presidente, a riconoscere Gerusalemme capitale indivisa di Israele) ed ha già promesso di imporre un bando sui palestinesi e di deportare tutti gli stranieri che negli USA protestano e si oppongono al dominio sionista.
Insomma, ogni giorno che passa, la situazione si fa più chiara (o più oscura, dipende dai punti di vista)
Paolo D’Arpini