2 giugno 2023 – Mobilitazione generale contro la guerra USA-NATO in Ucraina
Il 2 giugno diciamo no all’economia di guerra e al governo della guerra e della prostituzione del nostro Paese agli imperialisti USA!
Denunciare capillarmente con articoli di giornale, con locandine e volantini, attraverso i social network ogni base militare, agenzia e installazione NATO e USA: che la presenza di ognuna di esse risalti in ogni località! Denunciare ogni servitù e operazione militare! Per aggirare la persistente contrarietà alla guerra del grosso della popolazione italiana, il governo Meloni ammanta il più possibile di segreto le servitù e operazioni militari: spezzare questo velo di segreto è uno degli strumenti per farle saltare! Organizzare il controllo e la mobilitazione popolare per impedire la decisione del governo Meloni di far addestrare piloti ucraini per i caccia F-16 da parte dall’Aeronautica militare italiana nelle sedi di Galatina (Lecce) o di Decimomannu (Cagliari). Denunciare e rendere pubbliche le operazioni sporche (legalizzate o illegali che siano) degli affaristi della guerra.
Promuovere manifestazioni e iniziative contro la partecipazione alla guerra e contro ogni singola operazione in cui la partecipazione si concretizza: dall’invio di armi all’acquisto di nuovi armamenti, come le nuove bombe atomiche “tattiche” B61-12 in arrivo a Ghedi (BS) e che fanno dell’Italia un bersaglio prioritario in caso di guerra atomica, all’avvio della produzione di due nuovi sottomarini ordinati dal ministro della guerra Guido Crosetto, in ottemperanza agli ordini degli USA.
Contrastare e denunciare l’invio e il trasporto di armi verso l’Ucraina, ogni convoglio ferroviario e stradale e ogni caricamento di navi e aerei: generalizzare iniziative come quelle del Comitato Autonomo Lavoratori Portuali (CALP) di Genova contro l’invio di armi dai porti italiani e dei lavoratori aero-portuali di Pisa. Porto Canale di Cagliari, i porti di Livorno, Trieste, gli aeroporti di Trapani e Pisa sono oggi tra le strutture civili più utilizzate per il traffico di armi. A questi si aggiungono gli aeroporti militari di Amendola (FG), Pratica di Mare (Roma), Decimomannu (CA), Ghedi (BS), Aviano (PN) e porti militari di Augusta, La Spezia, Taranto e altri.
Estendere l’organizzazione e l’opposizione contro la militarizzazione della scuola pubblica: diffondere le denunce del neonato Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, sviluppare il boicottaggio delle iniziative di propaganda di guerra nelle scuole e università, denunciare il ruolo delle istituzioni scolastiche e universitarie nella ricerca scientifica bellica ordinata dagli USA e Israele e promuovere la mobilitazione di docenti, ricercatori, studenti.
Stralcio di un comunicato del Comitato Centrale del (n)PCI http://www.nuovopci.it