Stop al riarmo senza freni ed alla sete di guerra della Ue e del governo Meloni…

Fondi europei destinati alla ripresa post pandemia dirottati su tank, mortai, sistemi puntamento missili, software bellici. Export ancora più massicci di elicotteri e navi da guerra made in Italy. Possibile invio di caccia e truppe di terra in scenari di conflitto al di fuori dei confini. Finanziamento di nuove “missioni di pace”. War games incessanti nei poligoni e nel mare della Sardegna, tra incubi di catastrofi nucleari.

- Distorsioni e manipolazione di notizie. Depistaggi e menzogne virali. Una propaganda tra i media nazionali prevalenti con elmetto e stellette degna di Mussolini e ministero della cultura popolare fascista. Attacchi indiscriminati verso chiunque contesti i manovratori dell’apocalisse. Messa all’angolo di giuristi, intellettuali, esponenti laici e cristiani della società civile e dei movimenti della Chiesa di base che rilevano le continue violazioni della Costituzione. Ridicolizzazioni degli appelli del Papa alla ragione. E ora perfino l’ipotesi di un ripristino del servizio di leva (“Ma su basi volontarie”, per carità, altrimenti vuoi mettere che Fratelli d’Italia cala nei sondaggi).

- Quanto durerà quest’autentico lavaggio di cervelli promosso dal governo Meloni sulla scia dell’Agenda Draghi? La risposta è semplice: sinché la democrazia militare statunitense riterrà di avere ritrovato un suo posto di predominio nel quadro geopolitico mondiale o fino a quando i popoli sovrani d’Europa faranno sentire la loro voce dissonante contro l’escalation di morte. Per bloccare i pifferai che ci portano verso il baratro basta fare smettere di suonare trombe e fanfare: pacificamente. Non è vero che tutto sia deciso e non si possa far nulla: le alternative esistono.

- Riprendiamoci il diritto di decidere sulle nostre vite. Ribelliamoci con la non violenza attiva. Ridiamo spazio a sit-in, marce, fiaccolate e a ogni altra iniziativa che possa unire e non dividere. Impegniamoci tutti per rafforzare chi ancora crede nella risoluzione diplomatica dei conflitti e in un immediato cessate il fuoco.

Oggi c’è un’unica parola d’ordine da seguire, e non è quella dei bollettini militari: fermiamo la guerra!

Pier Giorgio Pinna

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