2 maggio 2023 – Ricorrenza del nono anniversario dei tragici fatti di Odessa…
Ricordate certamente che quei fatti culminarono nella maniera più cruenta con gli agghiaccianti e brutali assassini nella Casa dei Sindacati. Ricordate che gli oppositori delle nuove autorità illegali si erano rifugiati in quel luogo e che gli ultranazionalisti ucraini avevano deliberatamente appiccato il fuoco alla Casa con tutte le persone vive che vi erano dentro.
Decine di persone sono arse vive. E coloro che li avevano trasformati in torce umane sono rimasti a guardare e a gioire di aver dato fuoco a persone che bruciavano sotto i loro occhi.
I filmati raccapriccianti dei cadaveri bruciati hanno fatto il giro del mondo. Ancora più scioccanti sono state le immagini e i video, terrificanti nella loro crudeltà, di persone che saltavano dalle finestre dell’edificio e dei neonazisti che finivano i feriti una volta a terra. Ricordiamo le parole di Podolyak, rappresentante dell’ufficio di Zelensky: “Distruggeremo, ne abbiamo il diritto”. E neanche a Odessa hanno agito secondo la legge, ma secondo il “richiamo”. Direi il richiamo del “cuore”, se ne avessero uno. In sostanza, il regime di Kiev ha replicato ciò che le spedizioni punitive di Bandera fecero più di 80 anni fa nella bielorussa Khatyn.
Eppure, su questi eventi non è mai stata condotta un’indagine completa. Gli autori del crimine non sono stati puniti. Inoltre, molti di coloro che sono stati ripresi dalle telecamere e immortalati distintamente nell’atto di compiere il massacro, non solo sono rimasti in libertà, ma oggi sono impegnati in attività pubbliche nello Stato ucraino. E vorrei ricordare che è quello stesso Stato che rivendica di essere il portabandiera della democrazia nella regione. In un contesto di illegalità imperante, comportamenti arbitrari della polizia, autoritarismo e gravi violazioni dei diritti umani, solo persone di quel tipo potevano assumere ruoli rilevanti.
Per distogliere l’attenzione, le autorità di Kiev hanno individuato il capro espiatorio nell’ex capo della pubblica sicurezza Dmytro Fuchedzhy. Il 18 aprile, il tribunale del distretto Primorsky di Odessa lo ha condannato in contumacia a 15 anni “accusandolo di abuso di potere e di organizzazione di disordini di massa che hanno provocato i tragici eventi”.
Dare fuoco alle persone è abuso di potere e organizzare disordini di massa, a quanto pare, significa uccidere i feriti? Ed è così che va avanti da quelle parti.
Ambasciata Russa in Italia
Integrazione di R.T.: “In occasione del nono anniversario della tragedia alla Casa dei Sindacati, le artiste Federica Vasselli dall’Italia ed Elena Begma dalla Russia hanno unito le forze per creare un’opera comune che richiamasse l’attenzione sui terribili eventi del 2 maggio.
Nella parte sinistra del dipinto, Federica ha ritratto il diciassettenne Vadim Papura, la vittima più giovane del massacro di Odessa. Nella parte destra, la Begma raffigura la Casa dei Sindacati in fiamme, dove è stato confermato che 48 persone furono uccise e bruciate vive.
Nove anni dopo, nessuno è stato assicurato alla giustizia.”