L’Agricoltura Naturale di Kutluhan Ozdemir raccontata da Caterina Regazzi

Sabato 25 e domenica 26 marzo 2023, si è tenuto un corso di Agricoltura naturale, organizzato a Bosco Albergati (Cavazzona di Castelfranco Emilia), dalla Città degli Alberi, un’associazione che gestisce il parco e vi organizza, al suo interno, eventi di educazione e contatto con la Natura.

Gli insegnamenti, le idee, le proposte sono state portate dalla RAN, Rete di Agricoltura Naturale, nelle persone di Rubina e altri, ma soprattutto di Kutluhan Ozdemir, un giovane agricoltore, che dalla Turchia si è trasferito prima in Sud America, poi in Grecia e, per ora, in Italia, nelle Marche, a Pergola, in provincia di Pesaro, dove, nella fattoria che custodisce che si chiama Shizen, assieme al suo gruppo, applica il sistema dell’agricoltura naturale o “agricoltura del non-fare”, secondo i principi e la filosofia di Masanobu Fukuoka, l’autore del famosissimo libro “La rivoluzione del filo di paglia”.

Fukuoka venne in Italia nel 1981, invitato da Giannozzo Pucci, l’illuminato editore della Libreria Editrice Fiorentina, che poi pubblicò il libro in Italia, tra i Quaderni di Ontignano. Kutluhan è stato in Giappone ed ha visitato diverse fattorie che vengono condotte con questo atteggiamento del lasciar fare alla Natura.

Una delle frasi più belle che gli ho sentito dire è “L’agricoltura naturale sta nella considerazione che la natura, così com’è, è perfetta. Non c’è niente da migliorare…”.

E, a parte le numerose e straordinarie, ma scarne notizie tecniche sulla conduzione dei terreni, siano essi, boschi, campi coltivati o orti, partiamo dalla consapevolezza che l’agricoltura, in Italia, e in molti paesi del Mondo “civilizzato”, non è fatta per procurarsi il cibo, ma per l’economia. Gli agricoltori, almeno i professionisti, ormai, non coltivano più il loro cibo, come potrebbero fare… ma vanno al supermercato.

Abbiamo sorriso riguardo al detto tipico italiano, che “l’orto vuole l’uomo morto”. Ma in realtà è il contrario, è l’uomo che vuole l’orto morto, e così fa di tutto: ara, zappa, vanga, pota, concima, irriga ed estirpa ogni tipo di erba spontanea rompendosi la schiena (buone notizie per la mia!) Invece, a proposito di cosa fare o non fare, a parte appunto alcune semplici indicazioni, spesso ho sentito Kut rispondere a tante domande con un laconico: “Vai nel campo (o nell’orto, nel bosco, ecc.) e guardati attorno e “senti” cosa sia meglio fare (o non fare).

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Il sistema di coltivazione dell’agricoltura intensiva depaupera il terreno, per cui necessita di utilizzare prodotti chimici di ogni sorta, diserbanti, pesticidi, concimi chimici, che finiscono nel terreno, nelle falde acquifere, negli alimenti. Per non parlare del discorso delle sementi (OGM, ibridi o standard, che non conoscevo e che lascia allibiti). Con l’agricoltura naturale si fa in modo di far sì che il sistema si autorigeneri senza bisogno di usare la chimica, rendendo quindi l’ambiente più sano, più naturale e, dopo alcuni anni di rigenerazione, senza dover portare niente da fuori, a parte i semi e, anche questi, magari solo in parte.

Sono grata di aver potuto partecipare a questo incontro, pieno di gioia e di belle persone, in un bell’ambiente, come quello di Bosco Albergati. Credo abbia contribuito a “svegliarmi” e a far sì che possa guardare la Natura, la campagna, l’agricoltura e i due pezzetti di terra che custodisco con occhi nuovi.

Grazie alla RAN e a Kutluhan.

Caterina Regazzi – Circolo Vegetariano VV.TT.

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