Il vegetarismo mantiene in salute l’uomo, l’ambiente e l’economia…
Alcuni sostengono che il sistema vegetariano lascerebbe senza lavoro molte persone impiegate nel settore zootecnico: coltivazioni di monocolture, allevamenti, macellazione, concerie ecc.
Il processo vegetariano sarà lento e senza traumi per il comparto lavorativo: al diminuire del consumo dei prodotti animali aumenteranno simmetricamente i nuovi settori lavorativi a compenso di quelli che chiuderanno i battenti. In sostanza, a mano a mano che una parte di umanità cessa di consumare carne aumenta inevitabilmente il consumo di prodotti vegetali.
Quando gli esseri umani non mangiano più carne (considerata a torto un alimento), indirizzano le loro scelte alimentari su prodotti alternativi, vegetali, con enormi benefici per se stessi, l’ambiente, l’economia, la civiltà del rispetto per gli altri esseri viventi. Coloro che attualmente vivono allevando animali, o coltivando mangimi per animali, o macellando animali ecc. invece di lavorare nei mattatoi lavoreranno nei campi, invece di lavorare nelle centrali nucleari lavoreranno nei sistemi di energia alternativa; chi ora costruisce armi costruirà trattori, trebbiatrici; chi produce fertilizzanti chimici produrrà concimi organici ecc. e lo Stato si dovrà attivare affinché il tutto funzioni armonicamente, senza lasciare alcuno senza lavoro.
Anche il mercato della droga, della criminalità organizzata, della mafia, delle armi, della prostituzione ecc. dà lavoro ad un numero enorme di individui, ma non per questo dovremmo sostenere l’esistenza di tali deviazioni per non lasciare senza lavoro chi trae guadagni in questi settori. La guerra permette il rinnovo degli arsenali bellici e attraverso la produzione di armi dà lavoro a 60 milioni di persone nel mondo, oltre alle opere di ricostruzione di tutto ciò che è stato distrutto dal conflitto.
Se la preoccupazione principale è quella del posto di lavoro, indipendentemente dal fatto che un determinato settore lavorativo sia o meno dannoso per la salute, l’ambiente, l’economia, la civiltà, la coscienza degli individui, allora si renderebbe giustificabile qualunque attività criminosa purché rimunerativa, che è come tenere in vita gli Enti inutili per non far perdere il posto di lavoro ai dipendenti. E questo è semplicemente inaccettabile. Tra tutti i grandi illuminati della terra nessuno mai si è preoccupato del posto di lavoro che sarebbe venuto a mancare ai carcerieri o ai boia qualora gli esseri umani sarebbero divenuti più giusti e fraterni.
Il consumo di carne non può giustificare il proliferare della malattie che stanno minando la salute umana, non può giustificare l’aria malsana, le alluvioni, la morte di 50 milioni di persone ogni anno nel mondo, le sostanze chimiche cui vengono trattati gli alimenti ecc. e che causa, non solo, danni alla salute, all’ambiente, all’economia, la fame nel mondo, lo sperpero di risorse energetiche e di acqua potabile; non può giustificare l’insensibilità della coscienza umana assuefatta alla uccisione sistematica di miliardi di esseri senzienti nei mattatoi (veri e propria campi di sterminio), negli stabulari della vivisezione (vere e proprie camere di tortura), con la caccia, (vera e propria esercitazione alla guerra e all’omicidio) ecc.
Molti hanno fatto la scelta di convertire il loro prodotto con altri prodotti incruenti e compatibili con una scelta etica. Sono forse falliti? Sono forse finiti in miseria, sono forse stati ridotti alla fame? No di certo: si sono semplicemente inseriti in altre attività. Se uno non mangia carne o pesce semplicemente mangia qualcos’altro e questo il mercato deve produrlo e l’individuo è impiegato nell’uno o nell’altro settore lavorativo. Inoltre è da considerare che il settore del biologico richiede manodopera maggiore del settore meccanizzato.
Considerando che almeno un terzo della popolazione mondiale è per vari motivi vegetariana fa capire che chi non esercita il mestiere di macellaio fa un altro mestiere.
Nel 1853 fu istituita a Boston la prima società antischiavista, contemporaneamente fu innalzata l’età dei ragazzi utilizzati nelle fabbriche. Vi fu una grande protesta da parte dei latifondisti, schiavisti, negrieri, costruttori di catene e fruste perché l’innovazione impediva loro di lucrare su settori così infamanti. Questo dovrebbe pur insegnarci qualcosa.
Franco Libero Manco