Quando Israele mostrò la sua vera faccia… era il 4 novembre 1995
In quella fetta di Palestina ora occupata dal colonialismo sionista/nordamericano, detta Israele, una volta c’era un partito socialdemocratico. La differenza con gli altri partiti sionisti (perché anche il partito socialdemocratico era sionista) consisteva in una sua specie di laicità e in una sua patina di cultura politica che gli permetteva di presentarsi tale anche all’estero.
Tutto ciò collassò un sabato 4 novembre 1995 quando i più sinceri esponenti del sionismo vollero chiarire senza infingimenti al mondo intero cos’erano e cosa intendevano fare.
Cosa fecero?
Molto pragmaticamente assassinarono l’ultimo socialdemocratico delle file sioniste: il capo del governo di Tel Aviv, Itzak Rabin e lo assassinarono soprattutto perché aveva accettato di accordarsi con i palestinesi.
Se ne liberarono con tre colpi di pistola abbattendolo davanti a decine di migliaia di suoi sostenitori.
Da allora i “sionisti e basta” dominarono quasi indisturbati.
Oggi i “sionisti e basta” (intendo quelli veri, da David Grün alias “Ben Gurion” a Netanyahu) dominano indisturbati senza più il “quasi”.
Le cronache elettorali di oggi informano che l’ultima sembianza socialdemocratica il partito Meretz, il citato “quasi”, non esiste più. Non che tale presenza avesse influito in qualche misura nell’oppressione e nell’apartheid inflitta ai Palestinesi. Era solo simbolica, ma oggi la brutalità non ha più bisogno di simboli/alibi.
Ora basta la semplice e cruda dominazione. Esplicita, sincera e gioiosa (come la tv ci ha fatto vedere con i balli e i canti per le strade di tali figuri) sicura dell’appoggio politico militare dei suoi soci/padroni d’oltreatlantico e dei suoi soci/servi dell’Unione Europea.
Giorgio Stern