La “comunità internazionale” euroatlantica non riconosce la secessione del Donbass

Il Mondo è grande, la sedicente “comunità internazionale” piccolina.

Mosca, 30 settembre 2022 – Putin: nulla sarà più come prima – Nella Sala Georgievsky del Cremlino si è tenuta la cerimonia della firma degli accordi sull’ammissione in Russia, come da essi richiesto, della Repubblica popolare di Donetsk, della Repubblica popolare di Lugansk, della regione di Zaporizhia e della regione di Kherson, a seguito dell’esito dei referendum che hanno visto una larga maggioranza delle popolazioni votare a favore della loro integrazione alla Russia, con la formazione di quattro nuove regioni, quattro nuovi soggetti costitutivi della Federazione Russa.

La consultazione referendaria si è tenuta sotto il controllo di osservatori internazionali, non riconosciuti dalla sedicente “comunità internazionale” euroatlantica – Nato e dai Paesi suoi vassalli. La stessa che ha affermato che i risultati della consultazione non saranno, “ovviamente”, riconosciuti, così come già avvenuto per la Crimea nel 2014 (mentre nulla di ciò è stato detto per la secessione terroristica ad opera Nato del Kosovo e Metohija dalla Serbia).
Jure Eler

I dati dei referendum:

AFFLUENZA ALLE URNE (23-27/09):
DNR – 97,51%
LNR – 92,60%
Regione di Zaporož’e – 85,40%
Regione di Cherson – 76,86%
RISULTATI FINALI: I “SI”

DNR – 99,23%
LNR – 98,42%
Regione di Zaporož’e – 93,11%
Regione di Cherson – 87,05%
https://ria.ru/20220927/referendum-1819941990.html

Il discorso di Putin: “Una sfida per tutti”- (sintesi di Casa del Sole)
Nella sala San Giorgio del Cremlino, venerdì 30 settembre 2022, si è tenuta la cerimonia di unione dei territori del Donbass alla Federazione russa. Sotto gli occhi delle telecamere, in diretta tv, il presidente russo, Vladimir Vladimirovic Putin, ha firmato i decreti con i quali le Repubbliche popolari di Donetsk e di Lugansk e le regioni di Zaporizhzhya e di Kherson, passano sotto il diretto controllo di Mosca. Il capo del Cremlino ha toccato tre punti fondamentali: «I territori conquistati diventeranno russi per sempre»; «Kiev cessi le ostilità, noi siamo pronti a negoziare»; «L’egemonia dell’Occidente è finita per sempre».
Traduzione a cura della redazione de La Casa Del Sole TV. Voce di Massimo Mazzucco.
Estratto del discorso.
https://www.youtube.com/watch?v=C-jtHeM9lG8

PUTIN: “Nulla sarà più come prima” – L’intervento

“Cari cittadini russi, cittadini delle Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk, cittadini delle regioni Zaporizhzhya e Kherson, deputati della Duma di Stato e senatori della Federazione Russa!
Come sapete, si sono svolti i referendum nelle Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk, nelle regioni di Zaporizhzhya e di Kherson. Sono stati raccolti i dati e i risultati sono noti. La gente ha fatto la propria scelta, una scelta inequivocabile”.
Oggi firmiamo i trattati di adesione alla Russia della Repubblica Popolare di Donetsk, della Repubblica Popolare di Lugansk, della Regione di Zaporizhzhya e della Regione di Kherson. Sono sicuro che l’Assemblea federale sosterrà le leggi costituzionali sull’adesione e la formazione di quattro nuove regioni, quattro nuovi soggetti costitutivi della Federazione Russa, poiché tale è la volontà di milioni di persone. E questo, ovviamente, è un loro diritto, un diritto inalienabile, sancito dal primo articolo della Carta delle Nazioni Unite, che afferma esplicitamente il principio dell’uguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei popoli”.

STRALCI:
“Per otto lunghi anni, la popolazione del Donbass ha subìto un genocidio, bombardamenti e assedi, mentre a Kherson e a Zaporizhzhya si è cercato in modo criminale di instillare l’odio per la Russia, per tutto ciò che è russo. Anche ora, durante i referendum, il regime di Kiev ha minacciato di rappresaglie gli insegnanti e le donne che lavoravano nelle commissioni elettorali, intimidendo milioni di persone che erano venute a esprimere la propria volontà. Ma le indomite genti del Donbass, di Zaporizhzhya e di Kherson hanno detto la loro.
Voglio che le autorità di Kiev e i loro veri padroni in Occidente mi ascoltino affinché tutti ricordino questo: gli abitanti di Lugansk e di Donetsk, di Kherson e di Zaporizhzhya diventano nostri cittadini per sempre.
Invitiamo il regime di Kiev a cessare immediatamente il fuoco e tutte le ostilità, la guerra che ha scatenato nel 2014 e a tornare al tavolo dei negoziati. Noi siamo pronti, è stato detto più di una volta. Ma la scelta del popolo di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhya e Kherson non sarà messa in discussione, è stata fatta e la Russia non la tradirà. E le attuali autorità di Kiev dovrebbero trattare questa libera espressione della volontà popolare in nessun altro modo se non con rispetto. Questa è l’unica via per la pace.
Difenderemo la nostra terra con tutte le nostre forze e i nostri mezzi e faremo tutto il possibile per garantire la sicurezza della nostra gente. Questa è la grande missione di liberazione del nostro popolo”.
“L’Occidente ha cercato e continua a cercare nuove occasioni per attaccarci, per indebolire e distruggere la Russia – ciò che ha sempre sognato di fare – per frammentare il nostro Stato, per mettere i nostri popoli gli uni contro gli altri, e condannarli alla povertà e all’estinzione. Non riescono a sopportare il fatto che al mondo esista un paese così grande, enorme, con il proprio territorio, le proprie ricchezze naturali, le proprie risorse, con un popolo che non può e non potrà mai vivere secondo gli ordini di qualcun altro.
L’Occidente è pronto a passare sopra a qualsiasi cosa pur di preservare quel sistema neocoloniale che gli permette di fagocitare, in sostanza, di saccheggiare il mondo grazie al potere del dollaro e al diktat tecnologico, di raccogliere un vero e proprio tributo dall’umanità, di sottrarre le principali fonti di ricchezza immeritata, di ottenere la rendita dell’egemone. Il mantenimento di questa rendita è il loro motivo chiave, reale e del tutto egoistico. Ecco perché una totale de-sovranizzazione è nel loro interesse. Da qui la loro aggressione contro gli stati indipendenti, contro i valori e le culture tradizionali e i loro tentativi di minare i processi internazionali e di integrazione che sfuggano al loro controllo, [contro] nuove valute mondiali e centri di sviluppo tecnologico. Per loro è fondamentale che tutti i paesi cedano la propria sovranità agli Stati Uniti.
Le élite al potere di alcuni stati accettano volontariamente di farlo, accettano volontariamente di diventare vassalli; altri vengono corrotti, intimiditi. E se non ci riescono, allora distruggono interi stati, lasciandosi dietro catastrofi umanitarie, disastri, rovine, milioni di vite umane rovinate e mutilate, enclavi terroristiche, zone disastrate, protettorati, colonie e semi-colonie. A loro non importa, basta che ottengano i loro profitti.
Ci tengo a sottolineare ancora una volta: è proprio nell’avidità, nell’intenzione di preservare il proprio potere illimitato, che ci sono le vere ragioni della guerra ibrida che l’“Occidente collettivo” sta conducendo contro la Russia. Non vogliono la nostra libertà, ma vogliono vederci come una colonia. Non vogliono cooperare in modo paritario, ma piuttosto derubarci. Vogliono vederci non come una società libera, ma come una folla di schiavi senz’anima”.
“Vorrei ricordarvi che le pretese di dominio sul mondo in passato sono state infrante più di una volta dal coraggio e dalla resistenza del nostro popolo. La Russia sarà sempre la Russia. Continueremo a difendere sia i nostri valori che la nostra Patria”.
“Vale la pena ricordare all’Occidente che iniziò la propria politica coloniale nel Medioevo, per proseguire la tratta mondiale degli schiavi fino al genocidio delle tribù indiane in America, al saccheggio dell’India, dell’Africa, e alle guerre di Inghilterra e Francia contro la Cina, a causa delle quali fu costretta ad aprire i propri porti al commercio di oppio. Quello che hanno fatto è stato drogare intere nazioni, sterminare di proposito interi gruppi etnici per la terra e per le risorse, inscenare una vera e propria caccia alle persone come fossero animali. Tutto ciò è contrario alla natura stessa dell’uomo, alla verità, alla libertà e alla giustizia.
E noi siamo orgogliosi che nel XX secolo sia stato il nostro Paese a guidare il movimento anticolonialista, dando a molti popoli del mondo l’opportunità di svilupparsi, ridurre la povertà e la disuguaglianza, vincere la fame e le malattie.
Sottolineo che uno dei motivi della secolare russofobia, della malcelata rabbia di queste élite occidentali nei confronti della Russia, è proprio che non ci siamo lasciati derubare durante il periodo delle conquiste coloniali e abbiamo costretto gli europei a commerciare con reciproco vantaggio. Ciò è stato possibile grazie alla creazione di un forte Stato centralizzato in Russia, che si è sviluppato ed è stato rafforzato dai grandi valori morali dell’Ortodossia, dell’Islam, dell’Ebraismo e del Buddismo, nonché dalla cultura e dalla lingua russa, aperte a tutti”.
“Da secoli i Paesi occidentali affermano di portare libertà e democrazia alle altre nazioni. È esattamente il contrario: invece della democrazia [portano] repressione e sfruttamento; invece della libertà [portano] schiavitù e violenza. L’intero ordine mondiale unipolare è intrinsecamente antidemocratico e non-libero, è ingannevole ed ipocrita in tutto e per tutto.
Gli Stati Uniti sono l’unico paese al mondo ad aver usato due volte le armi nucleari, distruggendo le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. Tra l’altro, creando un precedente.
Lasciate che vi ricordi anche che gli Stati Uniti, insieme agli inglesi, durante la Seconda Guerra Mondiale hanno ridotto in rovina Dresda, Amburgo, Colonia e molte altre città tedesche senza alcun obiettivo militare. Ed è stato fatto in modo dimostrativo, senza, ripeto, obiettivi militari. C’era un solo obiettivo: proprio come nel caso dei bombardamenti nucleari in Giappone, intimidire sia il nostro Paese che il mondo intero”.
“Il diktat statunitense si basa sulla forza bruta, sulla legge del primato. A volte è ben confezionata, altre volte non lo è, ma l’essenza è la stessa: la legge del pugno. Da qui il dispiegamento e il mantenimento di centinaia di basi militari in ogni angolo del mondo, l’espansionismo della NATO, i tentativi di formare nuove alleanze militari come AUKUS e simili. Si sta inoltre lavorando attivamente per creare un collegamento politico-militare tra Washington-Seoul-Tokyo. Tutti gli stati che possiedono o aspirano a possedere un’autentica sovranità strategica e sono in grado di sfidare l’egemonia occidentale sono automaticamente inclusi nella categoria dei nemici.
È su questi princìpi che si fondano le dottrine militari degli Stati Uniti e della NATO, che vogliono nientemeno che il dominio totale. Le élite occidentali presentano i propri piani neocoloniali nello stesso modo ipocrita, persino con pretese di pace, parlano di una sorta di contenimento, una parola così subdola che, in realtà, significa solo una cosa: minare qualsiasi centro sovrano di sviluppo.
Abbiamo già sentito parlare del contenimento di Russia, Cina, Iran. Credo che altri paesi dell’Asia, dell’America Latina, dell’Africa, del Medio Oriente, così come gli attuali partner e gli alleati degli Stati Uniti, siano i prossimi. Sappiamo che quando qualcosa non è di loro gradimento, impongono sanzioni anche contro gli alleati: prima contro una banca, poi contro un’altra; ora contro una società, ora contro un’altra. È una pratica che verrà ampliata. Prendono di mira tutti, compresi i nostri vicini più prossimi: i paesi della comunità degli Stati indipendenti (CSI).
È evidente che l’Occidente desidera questo da molto tempo. Così, avviando un corpo di sanzioni contro la Russia, credevano che sarebbero stati ancora una volta in grado di compattare il mondo intero attorno ai loro comandi. Ma, come si è scoperto, una prospettiva così rosea non entusiasma tutti, tranne i veri masochisti politici e gli ammiratori di altre forme non convenzionali di relazioni internazionali. La maggior parte degli stati si rifiuta di “seguire la strada maestra” e opta invece per un modo ragionevole di cooperare con la Russia.
L’Occidente chiaramente non si aspettava una tale recalcitranza. Sono così abituati a prendere tutto con la forza, il ricatto, la corruzione e l’intimidazione che si convincono che questi metodi funzioneranno per sempre, come se fossero congelati nel passato.
Tale presunzione è una conseguenza diretta non solo del famigerato concetto della propria esclusività – e anche questa è davvero stupefacente – ma anche di una vera e propria “fame di informazioni” in Occidente. Hanno annegato la verità in un oceano di miti, illusioni e falsità per mezzo di una propaganda estremamente aggressiva, mentendo incautamente, come Goebbels. Più incredibile è la bugia, più velocemente la gente ci crederà: è così che agiscono, secondo questo principio.
Ma le persone non possono essere nutrite con dollari ed euro stampati. È impossibile nutrirsi con questi pezzi di carta, ed è impossibile riscaldare una casa con la capitalizzazione virtuale e gonfiata dei social network occidentali. Tutto ciò che sto dicendo è importante. Ma non meno importante è ciò che ho appena detto: i soldi stampati non sfamano nessuno – serve cibo; queste inflazioni gonfiate non scaldano nessuno – serve energia.
Ecco perché i politici europei devono convincere i propri concittadini a mangiare meno, lavarsi meno spesso e vestirsi più caldi a casa. E quelli che iniziano a fare domande giuste: “Perché è così?” – vengono subito dichiarati nemici, estremisti e radicali. [I politici europei] girano le carte in tavola e puntano il dito contro la Russia, dicendo: ecco chi è la fonte di tutti i vostri problemi. Mentono, di nuovo.
Quello che voglio sottolineare è che ci sono tutte le ragioni per credere che le élite occidentali non cercheranno vie d’uscita costruttive alla crisi alimentare ed energetica globale che si è creata. Altrimenti dovrebbero ammettere che è stata colpa loro, e della loro politica di lunga data, [avviata] già molto prima della nostra Operazione Militare Speciale in Ucraina, nel Donbass. Non intendono risolvere i problemi dell’ingiustizia e della disuguaglianza. C’è il timore che siano pronti ad usare altre ricette a loro familiari.
E qui vale la pena di ricordare che l’Occidente è uscito dalle contraddizioni del primo Novecento attraverso la Prima Guerra Mondiale. I profitti della Seconda Guerra Mondiale hanno permesso agli Stati Uniti di superare finalmente le conseguenze della Grande Depressione e di diventare la più grande economia del mondo, imporre al pianeta il potere del dollaro come valuta di riserva globale. L’Occidente ha ampiamente superato la crisi degli anni ’80 – che si è aggravata negli anni ’90 – appropriandosi dell’eredità e delle risorse dell’Unione Sovietica, che alla fine è crollata. Questo è un dato di fatto.
Ora, per districarsi da un altro groviglio di contraddizioni, hanno bisogno a tutti i costi di spezzare la Russia e gli altri Stati che scelgono la via dello sviluppo sovrano per depredare ancora di più le ricchezze altrui e grazie a queste mettere una pezza sopra ciò di cui sono responsabili. Se ciò non dovesse accadere, non escludo che cercheranno di far crollare il sistema, a cui potranno dare la colpa di tutto, oppure, Dio non voglia, decideranno di usare la nota formula “la guerra cancellerà tutto”.
La Russia comprende la propria responsabilità nei confronti della comunità mondiale e farà di tutto per far rinsavire queste teste calde.
È chiaro che l’attuale modello neocoloniale è definitivamente spacciato. Ma ancora una volta i suoi veri padroni si aggrapperanno ad esso fino alla fine. Semplicemente, non hanno nulla da offrire al mondo se non lo stesso sistema di rapina e di brigantaggio”.
“Il mondo è entrato in un periodo di trasformazioni rivoluzionarie, che sono di natura fondamentale. Si stanno formando nuovi centri di sviluppo, che rappresentano la maggioranza – la maggioranza! – della comunità mondiale e che sono pronti non solo a dichiarare i propri interessi, ma anche a proteggerli, e che vedono nella multipolarità un’opportunità per rafforzare la propria sovranità, e quindi per ottenere una vera libertà, una prospettiva storica, il proprio diritto ad uno sviluppo indipendente, creativo e originale, ad una vita armoniosa.
In tutto il mondo, compresi Europa e Stati Uniti, come ho detto, ci sono molte persone che la pensano come noi e sentiamo, vediamo il loro sostegno. In diversi Paesi e società si sta sviluppando un movimento di liberazione anticoloniale contro l’egemonia unipolare. La sua presenza soggettiva non potrà che aumentare. È questa forza che determinerà la futura realtà geopolitica”.
“Oggi lottiamo per un percorso giusto e libero, prima di tutto per noi stessi, per la Russia, affinché la dittatura, il dispotismo diventino per sempre un ricordo del passato. Sono convinto che i Paesi e i popoli capiscano che una politica basata sull’esclusività di qualcuno, sulla soppressione di altre culture e popoli, è intrinsecamente criminale, [che capiscano] che dobbiamo voltare questa pagina vergognosa. Il crollo dell’egemonia occidentale che è iniziato è irreversibile. E lo ripeto ancora: nulla sarà più come prima!”.

TESTO INTEGRALE:
https://casadelsole.tv/putin-una-sfida-per-tutti-discorso-integrale-30-settembre-2022/

Commento integrazione di Piero Pagliani: “A me il discorso di Putin sembra una fredda e razionale analisi dello stato delle cose presenti. Mi sembra un aggiornamento alla data de “Il lungo XX secolo” di Giovanni Arrighi, l’illustrazione di dove si è giunti nello show down della lunga crisi sistemica iniziata nel 1971.
Arrighi nella prima metà degli anni Novanta, mentre tutti erano ubriacati dalla “globalizzazione” avvertì che si sarebbe entrati in un lungo periodo di conflitti armati man mano che il monocentrismo statunitense entrava in crisi e in rotta di collisione coi competitor strategici Cina e Russia. Pochissimi lo ascoltarono (più negli USA dove insegnava, a Baltimora, che in Europa, men che meno in Italia, pur essendo lui un “bocconiano”). Chiudendo il suo lavoro, Arrighi descriveva cosa sarebbe successo al culmine della finanziarizzazione:

“Prima di soffocare (o respirare) nella prigione (o nel paradiso) di un impero mondiale postcapitalistico o di una società mondiale di mercato postcapitalistica, l’umanità potrebbe bruciare negli orrori (o nelle glorie) della crescente violenza che ha accompagnato la liquidazione dell’ordine mondiale della guerra fredda. Anche in questo caso la storia del capitalismo giungerebbe al termine, ma questa volta attraverso un ritorno stabile al caos sistemico dal quale ebbe origine seicento anni fa e che si è riprodotto su scala crescente a ogni transizione. Se questo significherà la conclusione della storia del capitalismo o la fine dell’intera storia dell’umanità, non è dato sapere”.

Il discorso di Putin da questo punto di vista non è altro che una nota a margine dal punto di vista di una Russia che vuole essere punta di diamante del Sud globale nel suo scontro con la potenza egemone mondiale. Non ci vedo nulla di reazionario o di fascista.
Gli esiti dello scontro attuale sono due: 1) Guerra nucleare, e quindi non vince nessuno. 2) Guerra convenzionale, e allora vince la Russia e con lei il blocco del Sud globale.
In prospettiva dell’ipotesi 1 è inutile stare a parlare ulteriormente. Nella prospettiva dell’ipotesi 2 occorrerà iniziare a domandarsi come si configurerà la “società mondiale di mercato postcapitalistica”, se può essere garantita dal mondo multipolare che nascerà (o, viceversa, se il mondo multipolare che nascerà dovrà essere necessariamente postcapitalistico) o se si finirà comunque al caos sistemico.” (P.P.)

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