Trieste… bel suol d’amore!
A Trieste, sabato 3 settembre 2022, ho rivisto migliaia e migliaia di cittadini in strada per difendere qualcosa di sacrosanto, come il diritto al lavoro. Ma non c’era solo questo: c’era la preoccupazione della città per il futuro.
Ho visto operai, impiegati, ragazze e ragazzi, pensionati ecc.. Tanti, per fortuna!
Ho visto anche la Condindustria, il Comune di Muggia, il Comune di Trieste e CGIL/CISL/UIL.
Circolava tra la gente la parola “n a z i o n a l i z z a z i o n e”, la scrivevano su striscioni l’Unione Sindacale di Base. E giovani organizzati in gruppi comunisti.
Trieste ha messo un segno.
Ora aspetto i risultati.
La soluzione è una sola: “NAZIONALIZZAZIONE” della fabbrica e cacciata dei finlandesi.
Il resto sarà precario o nullo, comunque destinato alla perdita di posti di lavoro e al declino della città.
Aspettarsi qualcosa dalla Confindustria (seppur presente in piazza) mi fa da ridere. Aspettarsi qualcosa dai reponsabili dei Comuni presenti mi fa da piangere. Perchè da ridere o da piangere?
Perchè questi sono legati al carro del comandante in capo installato da Goldman&Sachs, incaricato di distruggere ogni parvenza di Stato nelle Repubblica Italiana.
Da ottimista invece, mi aspetto il ritorno dei sindacati storici alla lotta con i lavoratori e non ai “tavoli governativi”. Lo spero ancora!
Il confronto tra i lavoratori della Wartsila e la città trova sulla strada le barricate di Draghi deciso a trasformare il confronto in lotta aperta, di strada. Posso dirlo?
Certo, se a Trieste la fabbrica di grandi motori marini viene nazionalizzata, altri si batteranno per seguirne l’esempio. E Draghi dovrà tornarsene al mittente. E quelli che lo tengono per le redini, tutto vogliono meno che vederselo tornare con le pive nel sacco.
O si lotta, o subiamo la barbarie liberista con disoccupazione, precariato, caporalato, guerra e miseria.
Giorgio Stern