NPCI: “E’ tempo di lotta per far avanzare la rivoluzione socialista in Italia…”

Con il fallimento del tentativo di inglobare l’Ucraina nella NATO come hanno fatto con altri dei primi paesi socialisti, con l’intervento militare della Federazione Russa in Ucraina, con il moltiplicarsi della concorrenza di altri gruppi imperialisti e con lo sviluppo economico e l’influenza politica della Repubblica Popolare Cinese naufraga il tentativo dei gruppi imperialisti USA di sottomettere al proprio dominio il mondo intero. In tutti i paesi l’eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere strappate dalle masse popolari alla borghesia nel corso della grande ondata di rivoluzioni socialiste o di nuova democrazia sollevata nel mondo dalla vittoria nel 1917 in Russia della Rivoluzione d’Ottobre, si scontra con la resistenza e il crescente malcontento delle masse popolari.

In sintesi, volge al termine l’epoca di nera e sfrenata reazione succeduta alla dissoluzione nel 1991 dell’Unione Sovietica.

All’inizio del secolo scorso il movimento rivoluzionario contro la prima guerra mondiale (1914-1918) ha messo in luce l’incapacità di tutti i partiti del movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) dei paesi imperialisti, tolto quello russo, di prendere stabilmente il potere e instaurare il socialismo nei rispettivi paesi. Il corso delle cose pone nuovamente i comunisti dei paesi imperialisti di fronte al loro compito storico. Dopo aver preso il potere in Russia il partito comunista di Lenin dichiarò chiaramente che lo aveva preso non perché convinto che la Russia fosse in grado di porsi alla testa della rivoluzione socialista nel mondo, ma nella fiducia che la vittoria in Russia avrebbe reso meno difficile ai comunisti dei paesi più avanzati lo svolgimento del loro compito. Tuttavia i comunisti russi non si lasciarono scoraggiare dal ritardo dei comunisti dei paesi più avanzati. Con alla sua testa Stalin il Partito Comunista dell’Unione Sovietica non solo ha fatto fronte con successo alle rinnovate e multiformi aggressioni dei gruppi imperialisti di tutto il mondo fino alla grande vittoria del 1945, ma ha guidato i popoli sovietici a sviluppare un sistema di forze produttive moderne all’altezza se non più avanti di quelle dei paesi imperialisti e ha favorito la fine del vecchio sistema coloniale e la nascita dei primi paesi socialisti, tra cui la Repubblica Popolare Cinese.

Oggi dobbiamo prendere atto che non solo il MCCO dei paesi imperialisti non ha superato l’arretratezza che già Engels aveva messo in luce nel 1895, quando la società borghese entrava nella sua fase imperialista che è anche la fase della rivoluzione socialista, ma che l’inadeguata comprensione della lotta di classe nei paesi socialisti e della lotta tra le due linee nel partito comunista (due dei sei campi in cui Mao ha dato i maggiori apporti al patrimonio scientifico del MCCO) ha permesso che i revisionisti moderni prendessero con il XX Congresso (1956) la direzione del PCUS, mettessero l’Unione Sovietica sulla via della decadenza che l’ha portata alla dissoluzione del 1991 e avviassero la prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) all’esaurimento che la Rivoluzione Culturale Proletaria del Popolo Cinese (1966-1976) non è riuscito a impedire.

Da questa grande esperienza storica i comunisti hanno tratto insegnamenti di cui hanno bisogno per la rinascita del MCCO nel mondo. Uno di essi riguarda la natura della fase socialista della nuova società umana, la società comunista che Marx ed Engels avevano illustrato in termini generali alla fine del capitolo 2 del Manifesto del partito comunista del 1848. Tre sono i tratti principali del socialismo: 1. gli organismi operai e popolari, cioè le masse popolari organizzate, hanno la direzione politica del paese; 2. l’apparato produttivo è in ogni paese un’istituzione pubblica che svolge attività pianificate per soddisfare i bisogni della popolazione residente e delle sue relazioni di solidarietà, collaborazione e scambio con altri paesi; 3. e principale tra le tre, tutte le risorse del paese sono dedicate ad accrescere la partecipazione della popolazione alle attività specificamente umane dalle quali le classi dominanti hanno da sempre escluso la massa degli esseri umani e li escludono ancora oggi nonostante l’alta produttività del lavoro che, se l’attività economica non fosse ancora governata dai capitalisti, rende possibile che l’intera popolazione dedichi al lavoro solo una piccola parte del proprio tempo e delle proprie energie. Il socialismo è la fase della creazione di una umanità nuova, quale non è ancora mai esistita proprio perché la grande maggioranza degli esseri umani doveva dedicare tempo ed energie a produrre le condizioni materiali dell’esistenza e per di più i membri delle classi dominanti da sempre, come ancora oggi, si appropriavano di gran parte di quelle che i lavoratori producevano.

È da più di un secolo che lo sviluppo delle forze produttive ha reso possibile l’instaurazione del socialismo. Oggi essa è addirittura resa necessaria dal dominio che gli uomini hanno raggiunto sulla natura e dalla catastrofe (dalle malattie alla crisi climatica) che proprio questo dominio, stante il perdurare del sistema capitalista, fa incombere sul Terra e sull’umanità. Sono le masse popolari con alla loro testa il proletariato e in particolare la classe operaia che instaurano e compiono la trasformazione socialista, ma esse sono in grado di farlo solo se il MCCO, loro avanguardia, ha una comprensione abbastanza avanzata delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta tra le classi. Non è l’arretratezza della masse popolari che ostacola la rivoluzione socialista: l’ostacolo è l’arretratezza intellettuale e morale del MCCO.

Questa è la lezione che l’esperienza storica della rivoluzione socialista ha dato ai comunisti di tutto il mondo. Sono del tutto fuori strada non solo quelli che accampano l’arretratezza delle masse popolari, ma ancora più gli esponenti della sinistra che, a fronte alla catastrofe che incombe sull’umanità, fanno loro compito l’elaborare soluzioni che i gruppi imperialisti e le loro autorità dovrebbero applicare. I gruppi imperialisti fanno quello che la natura del sistema sociale che essi impersonano rende necessario: chi di essi non lo fa, viene rimpiazzato da altri.

Sta ai comunisti tradurre la lezione generale dell’esperienza nelle condizioni particolari del loro paese e applicarla.

A noi comunisti italiani sta l’onore e il dovere di compiere la nostra parte dell’opera di cui l’umanità intera ha bisogno.

Nuovo Partito Comunista Italiano – delegazione.npci@riseup.net

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