USA. Dopo l’ennesima strage d’innocenti di Uvalde, per chi suona la campana?…
Dopo la strage di mercoledì 25 maggio 2022 a Uvalde (Texas – Stati Uniti d’America)
La strage che un ragazzo di 18 anni, Salvador Ramos, cittadino americano di origini ispaniche e famiglia povera, un ragazzo come tanti, ha compiuto mercoledì 25 maggio 2022 in una scuola elementare di Uvalde, nel Texas, si aggiunge a una lunga serie di stragi analoghe. La strage di Uvalde è solo l’ennesima tragedia che le cronache riportano da alcuni anni a questa parte, che si combinano con le stragi che le forze armate, quelle ufficiali e quelle operanti per procura delle potenze imperialiste, compiono in tante parti del mondo.
Colpa della diffusione di armi da fuoco il cui possesso negli USA è per tradizione storica un diritto universale? Certo, le stragi in questione negli USA sono state compiute con armi da fuoco, ma chi le ha usate erano ragazzi e persone come tanti, cresciuti in condizioni analoghe a quelle in cui un numero crescente di ragazzi e ragazze crescono anche da noi. I sentimenti e le relazioni che le circostanze in cui sono cresciuti hanno generato in essi, non è il possesso di armi che li ha generati. Se non avessero avuto armi da fuoco, li avrebbero manifestati con altro, in altri modi. Il problema di fondo è: come mai nel paese più ricco del mondo, e nei paesi più ricchi del mondo, le nuove generazioni delle masse popolari crescono con sentimenti e relazioni simili? Che sistema sociale esiste nei paesi imperialisti?
Che sistema è quello degli USA, dove il governo spende ufficialmente più di 700 miliardi di dollari all’anno di spese militari e manda miliardi di dollari al governo ucraino, ma scarseggia il latte in polvere per i neonati? La guerra in corso in Ucraina dal 2014, venuta all’onore delle cronache solo dopo che il 24 febbraio scorso le forze armate della Federazione Russa sono intervenute in Ucraina per porvi fine, suscitando la risposta armata del governo USA e dei governi di gran parte dei paesi NATO compreso quello italiano, pone la stessa domanda. La stessa è anche la risposta.
La società borghese è allo sbando e cresce le nuove generazioni allo sbando, sempre più allo sbando. A questo corso delle cose possiamo porre fine solo con la lotta per instaurare il socialismo: 1. la partecipazione crescente della massa della popolazione alle attività specificamente umane, 2. la gestione pubblica pianificata delle attività produttive di beni e servizi, 3. il governo della società in mano a chi vuole realizzare questi obiettivi. L’esperienza della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria 1917-1976 ha mostrato che questa trasformazione è possibile ed efficace e ha insegnato come evitare la sua interruzione e il ritorno al passato.
Delegazione del (nuovo)PCI – delegazione.npci@riseup.net