2 giugno 2022 – Liberare l’Italia dal governissimo Draghi, dal controllo della NATO, dalla guerra e dai ricatti dei gruppi imperialisti USA, europei e sionisti!
No alla prostituzione del nostro paese agli USA e alla NATO! Nessun sacrificio per arricchire chi specula sui prezzi del petrolio, del gas e dei minerali! Nessuna tolleranza e contributi per chi usa la crisi ucraina per espandere il nucleare, le trivellazioni, l’uso del carbone!
In aperta violazione dell’articolo 11 della Costituzione, il governo Draghi trascina l’Italia nella guerra voluta dalla NATO e dal complesso militare-industriale-finanziario USA. L’Italia partecipa direttamente attraverso il rifornimento di materiale bellico alle forze armate ucraine (a quelle ufficiali e alle milizie naziste ad esse aggregate), l’intervento di truppe italiane in vari paesi della zona (dalla Romania alle repubblica baltiche), con le operazioni condotte dalle basi NATO e USA installate in Italia; attraverso il sostegno finanziario e politico del governo fantoccio ucraino e la partecipazione alle sanzioni economiche e finanziare imposte alla Federazione Russa (ma che danneggiano principalmente l’economia del nostro Paese).
Il P.CARC partecipa e chiama a partecipare alle manifestazioni contro la guerra, la NATO e l’economia di guerra che ci saranno in occasione del 2 giugno 2022 (76° anniversario della proclamazione della Repubblica) e nei giorni successivi.
Le denunce e la mobilitazione contro la politica guerrafondaia del governo Draghi e dei partiti che lo sostengono, contro le esercitazioni militari e l’ampliamento delle basi militari USA, NATO e italiane, contro l’aumento delle spese militari, sono la migliore e più efficace lotta per difendere gli interessi delle masse popolari e per difendere e attuare le parti progressiste della Costituzione antifascista del 1948, continuamente eluse o violate.
La mobilitazione nazionale del 2 giugno “Nessuna base per nessuna guerra” contro la costruzione di una nuova base militare a Coltano (PI), la lotta decennale del comitato No Camp Darby (PI), del movimento NO MUOS in Sicilia, del movimento a Foras in Sardegna; la lotta del CALP di Genova che ha bloccato il porto al traffico di armi per le guerre degli imperialisti, quella dell’USB che ha bloccato l’invio di armi in Ucraina dall’aeroporto di Pisa e lo sciopero generale unitario dei sindacati di base del 20 maggio sono esempi rilevanti della lotta del movimento popolare contro la partecipazione del nostro paese alle guerre degli imperialisti USA. Sono gli esempi da imitare nella lotta contro la militarizzazione dei territori e la politica guerrafondaia degli USA-NATO e dei governi italiani che da 70 anni sono loro vassalli.
Questa diffusa mobilitazione inciderà sulla guerra che USA, NATO, UE conducono e sarà un’altra via per farla finita con il governo Draghi e gli altri governi delle Larghe Intese (polo PD, M5S e gregari e polo Berlusconi-Salvini-Meloni). Occorre costituire un governo alternativo, il governo di emergenza delle masse popolari organizzate, composto da esponenti politici e sindacali e sinceramente democratici, che inizia ad attuare le misure urgenti e necessarie per invertire la china del Paese, a partire dalla fine della partecipazione del nostro Paese alle guerre degli USA-NATO e dello smantellamento dell’apparato produttivo.
La Comunità Internazionale sovverte e colpisce su scala crescente ogni Stato che non si piega alla sua volontà e che non apre le frontiere alle sue scorrerie, ai suoi traffici, ai suoi affari e alle sue sopraffazioni. Tutti i gruppi imperialisti hanno bisogno di fare traffici e affari nei paesi oppressi e negli ex paesi socialisti dell’Europa dell’Est, per rapinare materie prime, gestire rete e servizi, delocalizzarvi aziende, vendere armi e fare speculazioni e commerci di ogni genere.
La crisi generale del capitalismo si trasforma in una guerra sempre più larga e sanguinosa. La guerra è una necessità per la borghesia alle prese con una crisi generale che investe tutti i campi (economico, politico, sociale e ambientale). Per questo non è possibile porre fine alla guerra senza rovesciare il sistema capitalista almeno in alcuni dei maggiori paesi imperialisti, cioè senza un salto della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti, senza che almeno uno dei grandi paesi imperialisti rompa le catene della Comunità Internazionale e in questo modo apra la via anche alle masse popolari degli altri paesi.
Gli imperialisti USA non hanno alcuna intenzione di mettere fine alla guerra in Ucraina. Anzi, dopo averne creato le condizioni e favorito le premesse, continuano a condurre provocazioni e ricatti per alimentarla e allargarla. Essi cercano di contrastare il loro declino economico e politico, ricorrendo alle “guerre ibride” (operazioni militari e complotti e attraverso l’articolato sistema di controrivoluzione preventiva con la manipolazione e l’intossicazione dei cuori e delle menti) e alle guerre finanziarie e commerciali in ogni angolo del mondo. Solo la mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari può fermare questa escalation di morte e devastazione…
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo – carc@riseup.net