Il destino delle cicche per terra…
I tempi moderni cambiano gli uomini e le abitudini. Arrivato all’età di 78 anni me ne accorgo sempre di più. Quando ero ancora un ragazzo di belle speranze ma povero in canna avevo preso il vizio del fumo. Potendo permettermi raramente di acquistare sigarette, anche delle “peggiori” marche (come ad esempio le Nazionali, le Alfa, le Sax…) tutte regolarmente senza filtro, mi ero ridotto ad andare in giro per strada a raccogliere cicche che poi riciclavo fumandole in una pipa oppure arrotolando il tabacco recuperato in “nuove” sigarette. A quel tempo le cicche gettate per strada non portavano grandi danni all’ambiente, erano solo mozziconi di tabacco che alle prime piogge si scioglievano e si mescolavano alla terra (un po’ come succedeva con le deiezioni dei cavalli che ancora numerosi circolavano in città e che contribuivano a “fertilizzare”). Insomma le cicche che raccoglievo erano “ecologiche”, poiché erano tutte senza filtro datosi che in quegli anni non era ancora scoppiata la moda di “salvaguardare” la salute dei fumatori munendo le sigarette di filtri sintetici non biodegradabili, per quello scopo si usavano i bocchini. Con le nuove mode “salutiste” e consumiste pian piano tutte le sigarette (e non solo quelle americane) vennero munite di filtri non biodegradabili e l’abitudine di gettarle per strada ha contribuito ad aumentare l’inquinamento della terra e del mare. Sì perché i filtri vanno a finire nei tombini e da qui ai fiumi a poi al mare (per non parlare di rischi di rovinosi incendi).
Consapevole di tutti questi danni ad un certo punto smisi completamente di fumare. Inoltre quando ancora abitavo a Calcata, visitata da migliaia di turisti fumatori ogni fine settimana, il lunedì mattina mi dedicavo alla raccolta di cicche sulla piazzetta del paese che nessuno altrimenti provvedeva a rimuovere… Stamattina mi è capitato di leggere un articolo postato da un amico su FB che parla proprio del danno delle cicche buttate per terra…
(ANSA) – ROMA, 19 MAG – Ogni anno 4,5 trilioni di mozziconi di sigaretta finiscono nell’ambiente, di questi 14 miliardi se ne contano solo in Italia, mentre nel Mediterraneo rappresentano il 40% dei rifiuti complessivi.
Una vera e propria emergenza contro la quale Marevivo e British American Tobacco Italia scendono in campo con la terza edizione della campagna “Piccoli gesti, grandi crimini”, che ha l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e amministrazioni locali sul fenomeno del littering, l’abbandono nell’ambiente non solo di mozziconi, ma anche piccoli rifiuti come bottigliette, tappi e scontrini.
Obiettivo dell’iniziativa è anche la raccolta di dati per capire e prevenire il fenomeno.
La campagna, patrocinata dal Mite, coinvolgerà Trieste (26 maggio-1 giugno), Salerno (24 giugno-1 luglio), Pescara (22-28 luglio) e Viareggio (26 agosto-1 settembre) dove saranno distribuiti 50mila posacenere tascabili e riutilizzabili.
Coinvolte anche due start up italiane: JustOnEarth, specializzata in analisi dei dati e sostenibilità ambientale, che utilizza una sofisticata tecnologia di monitoraggio satellitare; insieme a Rachael, specializzata nell’analisi di indagini demoscopiche integrate con i big data. I cittadini, inoltre, potranno segnalare da smartphone sulla piattaforma dedicata la presenza di mozziconi o piccoli rifiuti.
Informazioni utili alle amministrazioni locali, unitamente al monitoraggio satellitare, per ottimizzare i servizi di pulizia.
In collaborazione con Swg, la campagna rileverà le opinioni dei cittadini sullo stato di pulizia di specifiche zone urbane, sulle principali cause del fenomeno e sull’efficacia delle diverse iniziative anti-littering. (ANSA).
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Commento-integrazione di Vito Nicola De Russis: “Caro Paolo, )
nella mia cronaca del tempo davanti ai tuoi ricordi c’erano le sigarette peggiori “Popolari” (tabacco nero, fumo nero, odore …): costavano poco e ai militari erano (quasi) regalate. A quei tempi, all’estremo opposto alle “Popolari”, la sigaretta migliore assoluta era la “Principe di Piemonte”: costava molto di più, confezione elegante, tabacco quasi bianco, delicata, dolce e profumata, usata dalle donne fumatrici. Tra le due estreme, la più diffusa erano le sigarette “Nazionali”; per le fumatrici .c’erano le “Macedonia” (extra e Oro), dolce e delicate. Con le Sanzioni (causa l’aggressione fascistica italiana agli etiopici; uso di gas) e l’inizio della seconda Guerra Mondiale, il Monopolio di Stato, produce la nuova sigaretta sottoprodotto della citata “Popolare”: le “Milit”. Il regime fascista fece anche questo. Dopo l’8 settembre 1943 arrivano le sigarette americane: regalate dai soldati USA; dal contrabbando di sigarette gestito dalla mafia italo-americana. Tra la fine anni 50anta e inizi anni 60anta, nella legge di adeguamento del salario alle truppe – se ricordo bene – inserirono anche la voce sigaretta e fiammiferi nel quantitativo settimanale.
Buona salute e viva cordialità.” (Vito de Russis)