Il Primo Maggio – Origini della lotta…
Lo sfondo: la prima grande crisi del capitalismo USA. Negli Stati Uniti la nascita del Primo Maggio si lega alle grandi lotte operaie contro lo sfruttamento, le ingiustizie e le ruberie che, dopo lo schiavismo, arrivarono con l’industrializzazione.
Con la fine della Guerra Civile gli Stati Uniti avevano vissuto tra il 1865 ed il 1870 una crescita capitalistica febbrile e priva di regole sostenuta dallo sviluppo delle ferrovie alle quali il governo aveva elargito ingenti capitali e, per la costruzione delle linee transcontinentali, enormi concessioni territoriali. Una singolare assonanza di frode collegava entrambe le “elargizioni”: il denaro degli ingenti capitali era frutto del primo e più colossale imbroglio e furto finanziario commesso ai danni dei cittadini e le “concessioni territoriali” erano i furti di intere regioni geografiche sulle quali vivevano le Tribù degli ultimi nativi liberi del continente.
Ma l’espansione dell’industria ferroviaria, a partire dal 1865, dopo la fine della Guerra Civile, prese a manifestare dapprima segni di cedimento, poi si arrestò e il 18 settembre 1873 collassò con il fallimento di Jay Cooke, principale banchiere ed azionista ferroviario degli Stati Uniti.
Il crack della banca “Cooke & Co.”, che aveva fatto i soldi per mezzo di una vasta speculazione legata alla concessione governativa per la raccolta di capitali a copertura dei debiti di guerra, portò al collasso l’intera economia statunitense.
Il panico che ne derivò (Panic of ’73) condusse alla “Lunga Depressione” [1]
La borsa di New York dovette chiudere per dieci giorni e, con l’inaridirsi delle fonti del credito, pignoramenti e chiusura di fabbriche si estesero ed altre banche fallirono.
Delle 364 ferrovie del paese, 89 fecero bancarotta.
Tra il 1873 ed il 1875 anche dieci Stati fecero bancarotta, i fallimenti commerciali si calcolarono in decine di migliaia e il tasso di disoccupazione raggiunse la misura iperbolica, ma reale, del 27 per cento. Gran parte degli occupati ebbero lavoro solo per sei mesi all’anno con una decurtazione salariale del 45%.
La sollevazione popolare
Nei quattro anni successivi al crack la crisi colpì crudelmente i lavoratori e nel 1877 gli operai sottoposti a condizioni sempre più dure cominciarono a reagire. E non fu uno scherzo
Tutto cominciò il 14 luglio quando i lavoratori della Virginia occidentale, in risposta al secondo taglio dei salari, decisero di incrociare le braccia finché il taglio non fosse stato revocato.
Per ripristinare il servizio il governatore dello Stato inviò la milizia che però rifiutò di usare le armi contro gli scioperanti.
Lo sciopero si diffuse nel Cumberland e nel Maryland.
A Baltimora i cittadini impedirono alla Guardia Nazionale di uscire dalle caserme. I soldati fecero fuoco sulla folla uccidendo 10 persone e ferendone 25. Gli scioperanti però contrattaccarono e bruciarono la stazione ferroviaria.
Poi a Baltimora venne inviato l’esercito
Fu Rutherford Haeys, divenuto presidente attraverso un voto di scambio contrattato con il „barone“ delle ferrovie Thomas A. Scott a far intervenire le truppe regolari
E fu lo stesso Thomas A. Scott, padrone della Pennsylvania Railroad, ad invocare che ai dimostranti che chiedevano pane fosse prescritta “una dieta a base di colpi di carabina per vedere se gradivano questo tipo di pietanza”, ma gli ufficiali rifiutarono di far fuoco sui lavoratori in sciopero.
Scott allora chiamò la milizia che si avventò sui dimostranti uccidendo venti fra uomini, donne e bambini.
Entrarono in scena minatori, siderurgici, operai dell’industria e tessili che si rifornirono di armi togliendole agli armaioli.
Le truppe dovettero ritirarsi da Baltimora quando ventimila lavoratori furenti, dei quali cinquemila armati, si riversarono in città.
A Filadelfia gli insorti tennero il centro della città contro gli assalti della milizia, e lo sciopero dilagò verso occidente.
St. Louis (Illinois) rimase sotto il controllo degli scioperanti per almeno una settimana.
Il 25 luglio a Chicago scoppiarono scontri sanguinosi tra polizia e folla che raggiunsero il loro apice il giorno seguente.
Il quotidiano „Chicago Times“ uscì con questo titolo: “Regna il terrore ■ Le strade di Chicago in mano alla teppa urlante di ladri e tagliagole ■ L’ordine alla fine è stato ristabilito con la morte di circa 20 uomini e ragazzi e il ferimento di molti altri.”
In Pennsylvania i minatori privati del sussidio saccheggiarono il deposito ferroviario. Il sindaco, che era anche proprietario delle miniere, mandò un gruppo di „vigilantes“ a sparare sui dimostranti uccidendone 2 e ferendone14.
Il 5 agosto 1877 il Grande sciopero entrò nella Storia. Come il presidente Hayes scrisse nel suo diario “gli scioperanti furono piegati con la forza”. Il grande sciopero del 1877 fu represso dall’esercito, città dopo città, con baionette, fucili e cannoni. Il numero ufficiale dei morti superò i cento.
Una storia che mai Hollywwod portò sullo schermo, che Broadway non mise mai in scena, che tanti raffinati intellettuali si guardarono bene dal commentare.
Nel 1877 venne al pettine negli Stati Uniti, per la prima volta, il nodo storico del controllo delle componenti di opposizione: indiani, neri, classe operaia. La risposta fu di natura repressiva: sterminio degli indiani, segregazione e oppressione dei neri, repressione armata della classe operaia.
La prima grande paura che il proletariato industriale inflisse al capitalismo USA era durata 45 giorni.
Una paura che si ripeté nove anni dopo.
Nascita della giornata di lotta del Primo Maggio
Il 1° Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche o confini di Stato, per l’affermazione dei diritti e per migliori condizioni di vita.
Iniziò con la proposta delle “otto ore” come limite legale dell’attività lavorativa” scaturita dal congresso della “Prima Internazionale” riunito a Ginevra nel settembre 1866.
Le organizzazioni dei lavoratori statunitensi assunsero le “otto ore” come programma di lotta. Il 1° maggio 1867 nell’Illinois entrò in vigore una legge che introduceva la giornata lavorativa di otto ore, ma con limiti tali da impedirne l’attuazione pratica. Il movimento operaio statunitense, che non aveva abbandonato l’obiettivo nel corso dalle dure lotte degli anni Settanta, indicò nel 1° maggio 1886 la data oltre la quale i lavoratori si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno.
Il 1° Maggio 1886 cadeva di sabato, allora giornata lavorativa, ma in dodicimila fabbriche degli Stati Uniti 400 mila lavoratori incrociarono le braccia. A Chicago scioperarono e manifestarono in ottantamila. Tutto si svolse tranquillamente, Scioperi e manifestazioni proseguirono e nelle principali città, ma il padronato prese a licenziare e si appellò alla polizia alzando di molto la tensione.
Il 3 maggio la polizia fece fuoco sugli operai che protestavano contro i licenziamenti, uccidendone quattro. Il giorno dopo a Chicago fu indetta una manifestazione e mentre la polizia si avvicinava al palco per interrompere il comizio uno sconosciuto lanciò una bomba che uccise un agente. I poliziotti aprirono il fuoco sulla folla, otto furono i morti e numerosi feriti. Il giorno dopo a Milwaukee la polizia sparò sui manifestanti uccidendone nove. In sintonia con l’intervento militare un‘ondata repressiva si abbatté contro le organizzazioni dei lavoratori le cui sedi furono devastate e chiuse e i dirigenti arrestati. Otto esponenti anarchici furono incriminati per il lancio della bomba di Chicago ed al termine di un processo, pesantemente viziato dai pregiudizi dei giudice e della corte, sette di loro furono condannati a morte.
L’11 novembre 1887 George Engel, Adolph Fischer, Albert Parsons e August Spies furono impiccati; Louis Lingg si uccise (o fu ucciso) prima dell’esecuzione; Samuel Fielden, Oscar Neebe e Michael Schwab ebbero la condanna commutata in lunghi periodi di detenzione.
Sei anni dopo, nel 1893, il governatore dell’Illinois, il democratico progressista John P. Altgeld, nonostante gli attacchi forsennati dei conservatori, riconoscendo l’ingiustizia del processo e l’innocenza dei condannati, fece liberare Neebe, Fielden e Schwab. Il giorno prima era stato inaugurato il monumento a quelli che erano già diventati in tutto il mondo i Martiri di Chicago. A Parigi, nel 1889, il Primo Maggio era stato dichiarato Giornata operaia internazionale.
Il Primo Maggio è una tappa fondamentale della conquista dei diritti dei lavoratori. Il Primo Maggio non è, come si vuol far credere, una generica „festa del lavoro“, né la commemorazione di san Giuseppe artigiano, né un concerto in piazza, ma una giornata di lotta contro lo sfruttamento, che appartiene ai lavoratori di tutto il mondo. Oggi più che mai.
Giorgio Stern
Vedi: Josh Shelton US Labor History: The Great Railroad Strike of 1877 – Piero Bairati Storia del Nord America a cura di Bruno Cartosio – pag. 204 e seguenti La Nuova Italia Firenze 1978 – David O. Stowell: The Great Strike of 1877 (Working Class in American History) – Crédit Mobilier of America Scandal Vikipedia; Crédit Mobilier Encyclpedia Americana (internet). Archivio Internet dei Marxisti, Sezione italiana Enciclopedia Marxista.
Vedi anche: Giorgio Stern Tribù indiane Capitale Proletari nella Storia del Nord America, ed. Zambon; Edizione tedesca Indianerstämme Kapital und Proletarier in der Nordamerikanischen Geschichte, ed. Zambon.
[1] A cui seguirono nel XX e XXI Secolo la “ Grande Depressione del 1929” e la “Grande Recessione del 2008-2020”.