Mario Draghi il privatizzatore dell’acqua ex pubblica
Sono preoccupato ed indignato per le politiche del governo Draghi su un bene così fondamentale come l’acqua. Il grande movimento per la gestione pubblica dell’acqua è riuscito ad ottenere importanti risultati di cui il più notevole è stato senza dubbio la vittoria referendaria del 2011: 26 milioni di italiani hanno votato che l’acqua deve uscire dal mercato e che non si può fare profitto sull’acqua. Trovo incredibile che, in questi undici anni dal Referendum, nessuno dei sette governi che si sono succeduti abbia rispettato la volontà del popolo italiano. Se questa è democrazia, povera democrazia!
IN PIÙ C’È stato il tradimento dei 5 Stelle che avevano, come loro prima stella, la ripubblicizzazione dell’acqua. Per me è sempre più evidente che i nostri governi sono prigionieri dei poteri economico-finanziari. Questi poteri forti vedono nell’oro blu una fonte immensa di guadagno, soprattutto ora che, con il surriscaldamento, l’acqua potabile andrà sempre più scarseggiando. Oggi ci troviamo davanti a un governo neo-liberista di Draghi che sta spingendo di nuovo il nostro Paese verso la privatizzazione dell’acqua e non solo. Basta leggere il Pnrr, il ddl concorrenza, nonché il “benvenuto” dato all’incontro del Forum Mondiale dell’Acqua (Wwf) nel 2024, per rendersene conto.
Nel Pnrr Draghi mette a disposizione del settore idrico 4,3 miliardi di euro. A dir il vero, un po’ pochi per un settore così fondamentale. Ci vorrebbero decine di miliardi solo per riparare la rete idrica che perde il 40%. Questa sarebbe la più Grande Opera da finanziare, non il Ponte di Messina! Trovo assurdo poi che questi 4,3 miliardi andranno ad ingrassare le multiservizi del centro-Nord (Acea, A2A, Iren , Hera) che gestiscono industrialmente e privatisticamente l’oro blu. Nel Pnrr Draghi dice che il Sud è incapace a gestire in maniera industriale l’acqua, per cui i soldi stanziati andranno in buona parte alle multiservizi del Nord per gestire industrialmente l’acqua al Sud. Eppure anche al Sud ci sono realtà che gestiscono ottimamente l’acqua, come l’Abc (Azienda Speciale) di Napoli.
ANCORA PIÙ sconvolgente è il ddl Concorrenza che con l’articolo 6 impone la privatizzazione dei servizi pubblici dei Comuni, includendo anche l’acqua. Una norma che la Corte Costituzionale potrebbe dichiarare incostituzionale perché in contrasto con l’articolo 118 della Costituzione. Il Forum italiano dei movimenti per l’acqua pubblica ha lanciato una campagna per lo stralcio dell’art. 6 in tutti i consigli comunali e regionali. Ad oggi molti comuni e due consigli regionali (Friuli e Marche) hanno aderito alla campagna. Serve una mobilitazione dei comitati per l’acqua pubblica a premere su Comuni e Regioni per fare approvare una tale mozione.
NEL 2024, l’Italia, con la benedizione del governo Draghi, ospiterà il Forum Mondiale dell’Acqua. Questo Forum, sebbene sponsorizzato dall’Onu, è totalmente controllato dalle multinazionali dell’acqua, in primis Veolia e Suez. Sono quattro le città che hanno dato la disponibilità ad ospitarlo: Firenze, Roma, Matera ed Assisi. Sarebbe paradossale che proprio Assisi, la città di Francesco, il cantore di «sorella acqua», ospitasse quel Forum.
Questa tendenza a privatizzare l’acqua sta avvenendo mentre il Pianeta si sta paurosamente surriscaldando. E questo non solo nel Sud del mondo, ma anche qui in Italia: i ghiacciai si stanno sciogliendo, piove e nevica sempre di meno, per cui avremo sempre meno acqua potabile disponibile. Il World Resources Institute (Wri) afferma che l’Italia nel 2040 vivrà una situazione di “stress idrico”: avremo il 50% in meno di acqua disponibile. L’Onu già prevede per il 2030 che la popolazione mondiale potrà usufruire solo del 60% dell’acqua di cui avrà bisogno. Ma sarà l’Africa a soffrire di più per la scarsità di acqua potabile che porterà a morti, conflitti climatici, migrazioni. È finita l’era dell’oro nero, inizia l’era dell’oro blu.
ECCO PERCHÉ gli occhi cupidi della finanza si sono concentrati sull’acqua che è già quotata in borsa a Chicago. È una bestemmia! Ecco perché la nostra lotta per questo bene così prezioso (aria e acqua sono due diritti umani fondamentali!) deve continuare. L’Italia è stato il primo Paese in Europa che ha indetto un Referendum sull’acqua e l’ha vinto. Se la malapolitica italiana, dopo 11 anni, non è riuscita a tradurlo in legge, non possiamo demordere. È in ballo la vita di miliardi di persone.
«L’ACCESSO all’acqua potabile e sicura – afferma Papa Francesco in Laudato Si’ – è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani».
Alex Zanotelli