Covid. Una riflessione di Toby Green… sul fallimento della Sinistra

Dopo tutto, l’idea che i governi tendano a sfruttare le crisi per consolidare ulteriormente l’agenda neoliberista è stata un punto fermo di molta letteratura di sinistra negli ultimi anni. Pierre Dardot e Christian Laval, ad esempio, hanno sostenuto che sotto il neoliberismo la crisi è diventata un “metodo di governo”.

E nel suo libro più famoso, Shock economy, Naomi Klein ha esplorato il concetto di “capitalismo dei disastri”. La sua tesi centrale è che nei momenti di paura e disorientamento pubblico è più facile reingegnerizzare le società: cambiamenti drammatici all’ordine socioeconomico esistente, che normalmente sarebbero politicamente impossibili, vengono imposti in rapida successione prima che il pubblico abbia il tempo di capire cosa sta succedendo.

Oggi possiamo osservare una dinamica simile. Prendiamo, per esempio, l’introduzione di misure di sorveglianza ad alta tecnologia, l’ipotesi di nuove carte d’identità digitali, il giro di vite sulle manifestazioni pubbliche, l’accelerazione degli iter di approvazione delle leggi in virtù dello “stato d’emergenza” e la marginalizzazione dei parlamenti – il tutto nel nome del “contrasto alla pandemia”. Se la storia recente ci insegna qualcosa è che i governi troveranno sicuramente un modo per rendere permanenti molte delle regole emergenziali, proprio come hanno fatto con gran parte della legislazione antiterrorismo post-11 settembre. Come ha osservato Edward Snowden: «Oggigiorno, le misure di emergenza che vengono approvate tendono a permanere. L’emergenza tende ad allargarsi».

Un rapporto del mese scorso basato sui dati di Forbes ha mostrato che i soli miliardari d’America hanno visto la loro ricchezza aumentare di 2 trilioni di dollari durante la pandemia. Un’altra fantasia di sinistra che è stata frantumata dalla realtà è l’idea che la pandemia avrebbe inaugurato un nuovo spirito collettivo, capace di superare decenni di individualismo neoliberale. Al contrario, la pandemia ha spaccato ancora di più le società – tra vaccinati e non vaccinati, tra chi può trarre vantaggio dallo smart working e chi no. Inoltre, un demos composto da individui traumatizzati, strappati ai loro cari, portati ad aver timore gli uni degli altri come potenziali vettori di malattie, terrorizzati dal contatto fisico non è certo un terreno fertile per far crescere la solidarietà collettiva.

Ma una cosa è credere nelle innegabili virtù del metodo scientifico, un’altra è ignorare completamente il modo in cui coloro che sono al potere sfruttano la “scienza” per promuovere la loro agenda. Essere in grado di fare appello a “dati scientifici (apparentemente) oggettivi” per giustificare le proprie scelte politiche è uno strumento incredibilmente potente nelle mani dei governi: è, a ben vedere, l’essenza stessa della tecnocrazia.

Tuttavia, questo significa selezionare attentamente la “scienza” che è di supporto alla tua agenda ed emarginare in modo aggressivo qualsiasi visione alternativa, indipendentemente dal suo valore scientifico. Questo accade da anni nel campo dell’economia.

È davvero così difficile credere che una cosa simile stia avvenendo oggi per quanto riguarda la scienza medica?

Con la pandemia sono esplosi i conflitti di interesse delle multinazionali, eppure parlarne è diventato un anatema. Continua Ioannidis: «Agli esperti che hanno guadagnato milioni di dollari per consulenze a società e governi sono stati dati incarichi prestigiosi, potere ed elogi pubblici, mentre gli scienziati senza conflitti che hanno lavorato “pro bono” ma hanno osato mettere in discussione le narrazioni dominanti sono stati tacciati di conflitto di interessi. Lo “scetticismo organizzato” è stato visto come una minaccia per la salute pubblica. C’è stato uno scontro tra due scuole di pensiero, la salute pubblica autoritaria da un lato e la scienza dall’altro – e la scienza ha perso». In definitiva, il palese disprezzo e la presa in giro da parte della sinistra delle legittime preoccupazioni delle persone (in merito ai lockdown, ai vaccini o ai lasciapassare vaccinali) è semplicemente vergognoso.

Tutto questo, per concludere, ha rappresentato un fallimento storico della sinistra. E le sue conseguenze sono facili da prevedere: in futuro, qualsiasi forma di dissenso popolare sarà probabilmente egemonizzata ancora una volta dalla destra (estrema), mentre la sinistra rimane aggrappata a una tecnocrazia di esperti sempre più delegittimata da quella quella che si sta rivelando essere una gestione catastrofica della pandemia in termini di progresso sociale.

Di Toby Green

Professore di storia al Kings College di Londra.
Traduzione rivisitata da Thomas Fazi

Fonte: https://unherd.com/2021/11/the-lefts-covid-failure/ – https://gocciaagoccia.net/2021/12/14/covid-il-fallimento-della-sinistra/

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