Per non dimenticare Sabra e Chatila…

“Se esistesse il Premio Nobel per la Morte” scriveva Gabriel Garcia Marquez “quest’anno se lo sarebbero assicurati Menahem Begin e il suo assassino di professione Ariel Sharon”.

Era il settembre 1982, Begin e Sharon si erano appena macchiati di uno dei loro crimini peggiori. Tanto gravi che persino l’opinione pubblica israeliana ne aveva risentito.

Ecco cosa avvenne.

Il 15 settembre ‘82 in forza degli accordi e delle garanzie internazionali, i combattenti palestinesi che proteggono i loro campi profughi dall’invasione israeliana, lasciano il Libano per la Tunisia. Il ministro della difesa israeliano, Sharon, ne approfitta e fa circondare dai suoi soldati i due campi di rifugiati palestinesi a Beirut, Sabra e Chatila, ormai completamente indifesi. Nella notte Sharon vi fa penetrare i mercenari “falangisti” assoldati da Israele. L’eccidio, precedentemente pianificato, avviene alla luce dei bengala che i militari dello “Stato ebraico” lanciano per facilitare la “pulizia etnica”. La mattanza dura quasi tre giorni, durante i quali Sharon impedisce a medici e ambulanze di accorrere ed ai giornalisti di raccontare. Alla fine il numero delle donne, dei bambini e dei vecchi torturati e uccisi è di circa 3000 e non sarà mai dato per certo, poiché gli israeliani con i bulldozer cercano di far scomparire i cadaveri dilaniati.

L’orrore nel mondo, e nella stessa Israele, è grande. A Tel Aviv 400.000 pacifisti danno vita alla più grande manifestazione nella storia di questo Stato. Il Governo israeliano è costretto ad aprire un’inchiesta che alla fine scagiona Sharon. Ma egli risulta talmente impresentabile che la stessa Organizzazione Sionista Mondiale evita di dar corso alla sua nomina a direttore del programma di immigrazione.

Nel febbraio 2001, in un clima interno completamente mutato rispetto a vent’anni prima, con voto plebiscitario gli israeliani eleggono Sharon Primo ministro.

In Belgio si apre un procedimento a suo carico per i crimini commessi a Sabra e Chatila. Il 23 gennaio 2002, Elie Hobeika, capo dei falangisti autori materiali della strage, si dichiara disposto a testimoniare davanti al tribunale belga che ha aperto il procedimento a carico di Sharon: il giorno dopo Hobeika viene ucciso a Beirut in un attentato.

I crimini di Sharon sono ampiamente documentati, la BBC ha contribuito con il documentario “Accused”.

Nel quadro della campagna promossa dal giornalista Stefano Chiarini, “Per non dimenticare Sabra e Chatila” nel settembre di ogni anno a Beirut viene ricordato l’anniversario del massacro alla presenza di delegazioni provenienti da tutto il mondo.

Giorgio Stern

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