Zio Sam, marrano di mestiere… Vietnam, Iraq, Siria, Afghanistan… e mo’ tocca all’Ucraina, a Taiwan, alla Lituania, ecc.


L’Afghanistan è la prova lampante del tradimento nordamericano. È un ammonimento per gli altri che pare incredibilmente aver fiducia nel saltare sul loro carro dell’alleanza cogli Stati Uniti. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dichiarò di non avere “rimpianti” per aver ritirato le forze nordamericane dall’Afghanistan mentre i taliban sembrano destinati a invadere l’intero Paese. La lezione è: chiunque agisca da tirapiedi di Washington lo fa rischiando il tradimento dagli Stati Uniti.

Il regime fantoccio di Kabul, appoggiato dagli Stati Uniti, ha eseguito gli ordini di Washington per due decenni. Dopo 20 anni di guerra inutile al costo di centinaia di migliaia di vite afgane e trilioni di dollari, lo zio Sam ha deciso di fare le valigie, uscire e lasciare gli afgani al loro miserabile destino. Mentre i taliban si impadroniscono di una capitale provinciale dopo l’altra, le agenzie d’intelligence statunitensi avvertono che il regime di Kabul potrebbe cadere entro un mese.

E insensibile, Biden aveva detto agli afghani che dovevano combattere da soli. Che fine hanno fatto le promesse nordamericane di “costruzione della nazione”? Oppure “lotta al terrorismo”, “difesa della democrazia”, “tutela dei diritti delle donne”? È una storia sordida con molti precedenti storici che illustrano come in un batter d’occhio lo Zio Sam è capace di lasciare di sasso gli “alleati” di un tempo. Come notò una volta l’ex-statista nordamericano Henry Kissinger, gli Stati Uniti non hanno alleati, hanno solo interessi.46 anni fa, la caduta di Saigon vide gli Stati Uniti abbandonare un regime fantoccio corrotto che aveva sostenuto nel Vietnam del Sud mentre i comunisti del Vietnam del Nord misero in fuga le ridondanti pedine nordamericane. Un esempio più recente di insensibile tradimento da Washington fu il lancio dei militanti curdi alla mercé della Turchia quando quest’ultima invase la Siria settentrionale, durante la presidenza Trump.

Chiunque accetti il patrocinio nordamericano deve sapere che la scritta in piccolo sul contratto recita sempre: essere scaricato in qualsiasi momento, a discrezione e convenienza dello Zio Sam. L’Afghanistan è forse la prova più lampante del tradimento nordamericano dalla caduta di Saigon nel 1975. È un ammonimento per gli altri che sembrano incredibilmente ancora aver fiducia nel saltare sul carro dell’alleanza degli Stati Uniti.

L’Ucraina, guidata da un regime venale a Kiev, sembra servilmente disposta a mettere il proprio destino sotto i capricci di Washington. Secoli di storia comune con la Russia vengono sacrificati dal regime di Kiev per della benevolenza militare da Washington. Una guerra civile di sette anni finanziata da 2 miliardi di dollari in aiuti militari nordamericani ha distrutto pace e prosperità dell’Ucraina, oltre a danneggiare le relazioni di vicinato con la Russia. Possiamo essere sicuri che quando i pianificatori imperiali di Washington capiranno che usare l’Ucraina come pedina contro la Russia è inutile, allora il popolo ucraino sarà abbandonato per risolvere un pasticcio cronico. Allo stesso modo i lacchè nordamericani negli Stati baltici. Agiscono da tirapiedi di Washington rovinando le relazioni tra Russia e Unione Europea. Per anni, i Paesi baltici si opposero al gasdotto Nord Stream 2 dalla Russia, appellandosi invece a esportazioni di gas statunitensi più costose e ambientalmente sporche.

All’improvviso Washington decise che tale politica è insostenibile e non vale la pena inimicarsi la Germania e l’UE. E proprio così, i lacchè baltici vengono lasciati fuori al freddo da poveri idioti.

Non sembrano mai imparare però. Questa settimana la Lituania eseguiva l’ordine dello Zio Sam di provocare la Cina annunciando che riconoscerà Taiwan. Tale mossa fa infuriare Pechino perché mina la politica internazionale della Cina unica accettando Taiwan sotto la sovranità di Pechino. La Cina richiamava l’inviato da Vilnius e minacciava misure economiche punitive. Essendo il principale partner commerciale dell’UE, è avventato e controproducente incorrere nell’ira della Cina.

La Lituania e l’UE potrebbero essere potenzialmente colpiti da perdite economiche, il tutto per seguire l’agenda geopolitica ostile di Washington nei confronti della Cina. Attualmente, la maggiore cautela sul tradimento degli Stati Uniti deve sicuramente badare al territorio insulare cinese rinnegato di Taiwan. Pechino avvertiva che la provocatoria vendita di armi di Washington fomentano fazioni separatiste sull’isola.

La Cina dichiarava il diritto di invadere militarmente Taiwan e riprenderne il controllo con la forza. Tale mossa potrebbe innescare la guerra tra Stati Uniti e Cina poiché Washington ripetutamente promise di “difendere” Taiwan. Ma come ci ricorda la debacle afghana, è probabile che Washington lasci i taiwanesi al loro destino nello scontro militare con la Cina continentale. Ci sarebbe del sangue cinese versato da entrambe le parti prima che Pechino affermi autorità.

L’Afghanistan dimostra con brutale chiarezza che non c’è un briciolo di principio nella politica estera di Washington e nei suoi interventi militari. Le vite dei normali cittadini statunitensi sono sacrificabili quanto quelle degli stranieri, purché si ritengano rispettati gli interessi di Washington al servizio dei propri profitti aziendali. Quando tali interessi cessano, le vite perse finiscono nel cesso come merda.

Finian Cunningham, 15 agosto 2021 – https://www.strategic-culture.org/news/2021/08/15/afghan-lesson-for-uncle-sam-running-dogs/

Traduzione di Alessandro Lattanzio – http://aurorasito.altervista.org/?p=19195

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Ultime notizie: L’ex presidente fantoccio dell’Afghanistan, Ghani, è scappato in Oman con la cassa… (a lui è andata meglio che a Mussolini…) grazie agli USA: https://it.sputniknews.com/20210816/il-presidente-afghano-ghani-si-trova-in-oman-12533306.html

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Commento di V.B.: “…il ritiro della NATO e degli USA dall’Afghanistan è stato concordato nei colloqui diretti ed amichevoli tra USA e Talebani a Doha nel Qatar in corso già da tre anni e da cui era stato escluso il governo-fantoccio di Kabul. In realtà USA e Talebani sono buoni compari. I Talebani si sono impegnati a non danneggiare gli interessi USA. Alla faccia del movimento di liberazione nazionale! Chi ci va di mezzo sono le donne e gli uomini afghani!..”

Mio commentino: “Agli USA conviene che l’area Afghana sia destabilizzata, va a tutto svantaggio della Cina, Russia e repubbliche ex sovietiche” (P.D’A.)

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