Vermi e scarafaggi nel piatto?

L’assuefazione all’orrore, al disgusto, al degrado estetico e morale non ha limiti nella mente degli uomini di questo secolo. La prospettiva di nutrire un’umanità che sarà entro pochi decenni di dieci miliardi di individui sposta gli interessi dei senza scrupoli verso il mondo degli insetti considerati alternativa alla carne, come se questa fosse indispensabile per la nutrizione umana. Nell’assurda quanto dannosa fame di proteine animali si dimentica la cosa più semplice, giusta, conveniente e salutare: quella di nutrirsi di alimenti vegetali e di adoperarsi affinché le popolazioni più povere abbiano la possibilità di autogestire le proprie risorse coltivando verdura, frutta, legumi, radici e cereali, enormemente più redditizi di qualunque alimentazione a base di carne o pesce.

Il valore di ogni essere vivente non dipende dalla sua grandezza fisica, né dalla su forma, ma dalla vita di cui è portatore e che nessuno ha il diritto di spegnere. Ogni piccolo essere non è una nocciolina che si può schiacciare con indifferenza ma una vita che vuole esistere e non morire. Assurdamente si ritiene che un essere minuscolo come un bruco, un grillo o una cavalletta non soffra se bollito o fritto, ma se lo guardassimo con lente di ingrandimento, se lo avessimo visto nascere, crescere e in ogni sua esigenza vitale ci accorgeremmo che non vi è alcuna differenza tra un lombrico ed una lepre, tra la lepre ed una capra, tra la capra ed un cavallo.

E c’è chi, riconoscendo la dannosità dei prodotti animali, non sa rinunciare al suo gusto della carne e rivolge il suo interesse verso i surrogati dimenticando quanto sia pericoloso e folle pensare di sostituire l’alimentazione vegetale prevista per noi da madre natura con quella dei laboratori di chimica.

Altrettanto erroneamente la gente crede di aver bisogno di consumare proteine animali per mantenersi in salute (se così fosse non si spiega l’eccellente salute di coloro che non ne fanno uso). Le proteine bisognerebbe fuggirle più che cercarle dal momento che un loro eccesso genera infiammazione e acidosi, terreno ideale per l’insorgenza di processi tumorali. Il metabolismo delle proteine richiede molta più energia per essere metabolizzate e digerite. È stato calcolato che il 20% delle morti premature siano collegate ad un consumo di proteine animali con maggior carico di lavoro per i reni. Istruttivo a tal senso è il libro The China Study con l’indagine che ha coinvolto decine di migliaia di persone in 20 contee nella Cina occidentale in cui si dimostra che la stragrande maggioranza delle patologie moderne sono attribuibili alle proteine animali.

Franco Libero Manco

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