Minchiocchi nel paese dei balocchi (o dei baiocchi?) – Oppure: Minchioni nel paese dei baioni (o dei coglioni?)

Ho letto di molti turisti in difficoltà perché pensavano che fosse sufficiente il pass per viaggiare ma sono stati bloccati in aeroporto. Al di là delle opinioni su queste limitazioni sorgono alcune considerazioni sugli aspetti sociologici e psicologici.

Il paese dei balocchi sta chiudendo, l’essere umano era entrato nell’era dello svago e della “dolce vita” come massima aspirazione possibile. Lo svago (vacanze, shopping, divertimenti vari) ha creato molteplici dipendenze emotive e queste possono essere usate per fare pressioni sull’essere umano. Lo svago diventa anche il principale strumento di socializzazione, una funzione così importante per l’esssere umano è stata perlopiù collegata allo svago e al divertimento, questo rende ancora più difficile rinunciare ai divertimenti sociali più diffusi e rende più difficile sentirsi bene e gioiosi senza l’accesso ai luoghi di ritrovo.

Ma ormai è chiaro che il paese dei balocchi sta chiudendo, almeno per un po’, per un bel po’, e non per l’emergenza ma per una scelta ben precisa. La sensazione di solitudine e sottile malessere, che prima erano perlopiù sotterranee e anestetizzate dagli svaghi, tornano ad emergere.

Tutto questo non poteva accadere al tempo delle tribù. Una tribù è l’unione di persone che collaborano tra loro per una crescita individuale e del gruppo. La crescita di un componente della tribù contribuisce alla crescita di tutto il villaggio, così la competizione è minima e la collaborazione è al primo posto. In un contesto del genere non ci si può sentire soli.

Noi abbiamo imparato a inseguire la “dolce vita” e possessi materiali per sentire quella gioia e per sentirci apprezzati e meno soli, per sentirci forti o fortunati. Ma ciò che cerchiamo davvero lo otterrai nella semplicità, nel sentimento e nell’Unione con gli altri. Questo periodo può essere utilizzato per riflettere e farsi nuove domande in modo da portare la tua vita su nuove strade, senza timore.

Antonio D’Elia – Counseling Transpersonale

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Commento di R.A.: “In pochi stanno facendo notare il nome del famoso lasciapassare: “green”. Un nome fresco ed accattivante in linea con l’ecologismo d’accatto (ipocrita e falso, come tutte le loro propagande d’altronde) alla Greta Thunberg. Pensateci, potevano chiamarlo “co**d pass”, un documento per una emergenza provvisoria, giusto?
Ma non vi é nessuna intenzione di farlo decadere a fine “emergenza”. É palese, solo gli stolti che ancora ridacchiano “gombloddoh” non lo hanno compreso.
L’obiettivo è che, una volta abituati, il pass potrà essere usato a piacimento come strumento di controllo di ogni cosa che verrà imposta come obbligatoria, pena la non possibilità, per la plebe, di accedere ai loro diritti, non più acquisiti per nascita, ma concessi per condotta assertiva e asservita.”

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